Cinema e preti rappresentano un connubio singolare eppure capace di "comunicare bei valori" grazie al "linguaggio cinematografico che muove dritto al cuore delle persone". Lo ha sottolineato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, che ha inaugurato assieme a Carlo Verdone la mostra "Preti al cinema. I sacerdoti e l'immaginario cinematografico", realizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con l'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e con la Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Un percorso fotografico, allestito nell'atrio dell'aula Nervi in Vaticano, che va dall'Aldo Fabrizi di Roma citta aperta al missionario interpretato proprio da Verdone nel suo ultimo film, Io, loro e Lara, passando dal Totò di Uccellacci e uccellini al Nanni Moretti de La Messa è finita, dal Fernandel di Don Camillo al Walter Matthau del Piccolo Diavolo, fino al Luca Zingaretti interprete del prete assassinato dalla mafia don Pino Puglisi. Parlando di Verdone, Bagnasco ha ricordato che "nei suoi trent'anni di carriera ha affrontato in più di un'occasione la figura del sacerdote, sottolineandone a volte difetti e debolezze, con rappresentazioni spesso caricaturali, ma sempre cariche di singolari spunti di riflessione, che solo il linguaggio della commedia a volte riesce a dare. Ultimamente, poi, a riprova anche di un lungo percorso artistico maturato, ha proposto un'interessante e inedita figura del missionario da cui traspare passione per il suo ministero nonostante le complesse e difficili situazioni nelle quali vive".
Tra i preti cinematografici che più gli sono cari, Bagnasco ha ricordato don Camillo "per la sua fede schietta e semplice, radicata e popolare, con un'umanità profonda" e dall'altra il prete di Diario di un curato di campagna, di Robert Bresson, tratto dall'omonimo romanzo di Georges Bernanos che, ha detto, "mostra momenti della sua vita come le tappe di una Via Crucis: dal rifiuto da parte della comunità dei fedeli, alla caduta nel fango, al nutrirsi di pane raffermo e vino riscaldato unico cibo possibile per lui malato di cancro e che diviene icona del suo configurarsi a Cristo".