Francescani dell'Immacolata (ramo maschile e femminile)

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Caterina63
00lunedì 22 giugno 2009 20:59
Presentazione del novello Istituto religioso di Diritto Pontificio dei Francescani dell'Immacolata, che si ispira al recente esempio di San Massimiliano M. Kolbe, martire della carità ad Auschwitz, e sull'esempio di san Padre Pio da Pietralcina.

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www.immacolata.com/GCM/Santuario%20Buon%20Consiglio%20Frig...

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Caterina63
00lunedì 22 giugno 2009 21:54
MAGNIFICO, STUPENDO VIDEO DA NON PERDERE! [SM=g1740734]

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Ordinazione sacerdotale di 5 Frati Francescani dell'Immacolata a Tarquinia (VT) il 25 marzo 2009. Celebrante Ecc.za Rev.ma Mons. Raymond L. Burke, Prefetto della Segnatura Apostolica.
Prod. VideoImmacolata

PREGHIAMO PER QUESTE VOCAZIONI, SPECIALMENTE IN QUESTO ANNO SACERDOTALE





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e qui:

Documentario vocazionale dei Frati Francescani dell'Immacolata, Istituto religioso di Diritto Pontificio.
www.immacolata.ws/

ad 11 minuti dall'avvio del video c'è una bellissima e semplice testimonianza: un giovane anticlericale e lontano dalla Chiesa, il 25 aprile del 2005 giorno di intronizzazione di Benedetto XVI, questo giovane RIMANE COLPITO DALL'OMELIA del nuovo Pontefice, ed è un crollo totale di tutte le sue convinzioni....la domenica dopo si confessa dopo 20 anni...oggi sta per diventare Frate dell'Immacolata....


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Caterina63
00mercoledì 9 dicembre 2009 08:35
Sabato 21 novembre 2009, ore 10.00

Chiesa di Ognissanti
Borgo Ognissanti, 42 - Firenze

S. MESSA PONTIFICALE
in forma straordinaria

per le ordinazioni diaconali
di otto Frati Francescani dell'Immacolata

Celebra S. Ecc. Rev.ma
Mons. RAYMOND LEO BURKE
Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica

Fonte:
http://www.rinascimentosacro.com/2009/11/francescani-dellimmacolata-ordinazioni.html


Per chi avesse difficoltà nel visualizzare la presentazione, ecco una scelta delle immagini più belle.








link: http://www.rinascimentosacro.com/2009/12/le-ordinazioni-diaconali-dei.html

Musicus Philologus

Caterina63
00martedì 28 settembre 2010 13:16

Colombai dell'Immacolata


Da cordialiter
Le Suore Francescane dell'Immacolata sono uno dei più zelanti ordini religiosi femminili. Sono di vita attiva e fanno molto apostolato, tuttavia, da alcuni anni, al loro interno è sorto un ramo che conduce vita contemplativa in monasteri di clausura che hanno denominato “Colombai dell'Immacolata”.

Da questi monasteri si innalzano fervide preghiere atte a sostenere il lavoro apostolico dei missionari e di tutti coloro che lavorano attivamente alla propagazione del Corpo Mistico di Cristo. Senza la preghiera, l'apostolato non produce frutti. Le suore che vivono nei Colombai dell'Immacolata sono quasi tutte giovani (hanno molte vocazioni) e conducono una vita di religiosa fervorosa che affascina numerose ragazze. Infatti, la vita religiosa è bella solo se viene vissuta in maniera autentica, senza compromessi. Le ragazze che desiderano trascorrere alcuni giorni di discernimento vocazionale in uno di questi monasteri di clausura, possono scrivere a:

Colombaio dell'Immacolata "N. S. del S. Cuore e S. Chiara" - Via Adelasia, 20 - 17021 Alassio (Savona)

Colombaio dell'Immacolata "Monastero S. Chiara" - Via dei Lanari, 2 - 06012 Città di Castello (Perugia)

Ecco una serie di foto edificanti scattate nel Colombaio di Città di Castello.

Suore durante la pia pratica della "Via Crucis"

Suora assorta in devota preghiera

Le suore si preparano ad entrare nel coro

Suora al lavoro nell'orto del monastero

Colazione in ginocchio nei giorni di penitenza


Caterina63
00venerdì 15 ottobre 2010 22:40
[SM=g1740722] I Frati Francescani dell'Immacolata (FFI), video

Un bellissimo video (trovato su FaceBook) sull'intensa vita di preghiera, di missione, di carità e di lavoro dei bravi Frati Francescani dell'Immacolata.

da Messainlatino

www.youtube.com/watch?v=T7V3iYeZU0E&feature=player_embedded


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Caterina63
00lunedì 15 novembre 2010 16:00
[SM=g1740733] Da Cordialiter raggiungibile dal titolo dell'articolo:


Clarisse


Le Sorelle Povere di Santa Chiara, comunemente note come Suore Clarisse, costituiscono uno dei più noti ordini religiosi femminili di stretta clausura, dopo le Suore Carmelitane Scalze. Mentre le seguaci di Santa Chiara d'Assisi (Ordo Sanctae Clara) sono in tutto il mondo circa 7.500, le seguaci di Santa Teresa d'Avila (Moniales Ordinis Carmelitarum Discalceatarum) sono circa 11.500, grazie anche all'apostolato che Santa Teresina di Lisieux continua a fare con la sua autobiografia intitolata “Storia di un'anima”.

La Regola delle Monache Clarisse è una delle più austere tra quelle approvate dalla Santa Sede, ma se viene vissuta in maniera radicale ricolma il cuore di francescana letizia, come confermato dalla vita di coloro che si sono santificate in questo ordine religioso.

Alle ragazze in ricerca vocazionale attratte da Santa Chiara, dico di scegliere con cura il monastero in cui entrare. I monasteri di clausura non sono proprio tutti uguali, infatti anche se appartengono allo stesso ordine, alcuni sono migliori degli altri. Più il monastero è osservante e meglio è.

A mio avviso, il miglior monastero italiano delle clarisse è quello di Osimo. Inoltre sono ottimi anche i monasteri delle Clarisse dell'Immacolata (quelle con l'abito grigio-celeste), ordine religioso sorto pochi anni fa, e che sta riscuotendo enorme interesse tra le ragazze.


Queste suore sono quasi tutte giovani e ogni anno aumentano di numero grazie alle vocazioni che non mancano mai. La cosa che lascia stupiti è che il loro unico mezzo di propaganda vocazionale è la preghiera; poi ci pensa Dio a catturare nuove postulanti e a “trascinarle” nel monastero con i lacci del suo ineffabile amore.



Vocazione di una Francescana dell'Immacolata


Un giorno una bambina di 7 anni sentì il desiderio di diventare suora, ma divenuta adolescente si allontanò dalla Religione e a 15 anni smise di andare a Messa. Da allora la sua vita andò di male in peggio. Voleva essere libera ma in realtà era divenuta schiava del peccato. Aveva il desiderio della felicità, ma non capiva che lontano da Dio è impossibile essere davvero felici.

Ormai era divenuta atea. Andò a lavorare all'estero, ma la sua vita non era felice, e così ritornò a casa. Poco dopo sua madre morì di cancro. Quell'esperienza fu un duro colpo, ma da allora molte cose cominciarono a cambiare. Si sentiva infelice, il suo stile di vita non l'appagava, voleva dare un senso alla sua esistenza.
 
Ogni tanto voleva andare a Messa e a confessarsi, ma questo pio desiderio svaniva presto.

Oppressa dall'infelicità, un giorno si inginocchiò e supplicò il Signore di aiutarla, poiché da sola non poteva uscire da quella situazione. Dio è un Padre misericordioso, ed è pronto a riabbracciare teneramente ogni figlio che ritorna a Lui col cuore pentito. Poco tempo dopo, grazie a una buona lettura offertale da un suo amico, ebbe un cambiamento radicale.

Finalmente aveva ritrovato la fede in Dio e l'amore per la Madonna, la quale aveva vigilato su di lei anche quando si sentiva sola e abbandonata. La ragazza non voleva mai più sperimentare la profonda solitudine dell'ateismo, poiché ormai aveva capito che siamo stati creati per amare Dio, e solo Lui può riempire di vera gioia il nostro cuore. A 29 anni imparò a recitare il Santo Rosario della Beata Vergine Maria.

Cominciò a sentirsi attratta dalla vita religiosa, ma non riusciva a capire per quale motivo Iddio potesse chiamare proprio lei che per tanti anni era vissuta immersa nel peccato. Era attratta dallo stile di vita delle Suore Francescane dell'Immacolata, ordine religioso di stretta osservanza che si ispira alla spiritualità di San Massimiliano Maria Kolbe, il "folle dell'Immacolata".

Lasciare tutto per cambiare radicalmente vita, non fu una decisione facile, ma alla fine si arrese all'amore di Dio, e trovò la forza di abbandonare il mondo e le sue vanità che presto passano. Quella ragazza che un tempo fu schiava del peccato e dell'ateismo, era entrata in un convento osservante per divenire sposa di Gesù Cristo, il miglior Sposo che una donna possa avere.



Caterina63
00martedì 28 dicembre 2010 10:13

Avviati alla beatificazione i genitori del fondatore dei Francescani dell'Immacolata.

(quando i Santi chiamano altri santi e questi santi.... sanno ASCOLTARE e docilmente sanno mettere in pratica la santità....)



Uno degli eredi dei coniugi Manelli, Stefano Maria, fondò nel 1990 l'ordine dei Francescani dell'Immacolata, che in pochi anni è giunto a comprendere almeno mille tra frati e suore. Un altro, Pio, ha avuto a sua volta nove figli, di cui sette entrati anch'essi nell'ordine religioso. "Oggi la famiglia conta in tutto duecento persone: una discendenza grandiosa"

CITTA' DEL VATICANO - Nonostante in casa entrasse solo lo stipendio di lui, ebbero in tutto 21 figli: un esempio di "fiducia" e di "accettazione" cristiana che la Chiesa, con la causa di beatificazione della coppia, indica anche alle famiglie di oggi. Le vite di "sposi e genitori esemplari" di Settimio Manelli (1886-1978) e Licia Gualandris (1907-2004), approdano al processo per l'elevazione all'onore degli altari. Domani alle 12.00, infatti, nell'Aula della Conciliazione del Vicariato di Roma, si aprirà ufficialmente la causa con la costituzione del Tribunale diocesano e col giuramento dei membri e del postulatore, padre Massimiliano Pio M. Maffei, e della vice postulatrice, madre M. Grazia Palma.

La particolarità e la "fecondità" della discendenza dei Manelli sta anche nel fatto che uno dei 21 figli, Stefano Maria, fondò nel 1990 l'ordine dei Francescani dell'Immacolata, che in pochi anni è giunto a comprendere almeno mille tra frati e suore, mentre un altro, Pio, ha avuto a sua volta nove figli, di cui sette entrati anch'essi nell'ordine religioso. "Oggi, tra figli ancora in vita, nipoti e pronipoti, la famiglia conta in tutto duecento persone: una discendenza grandiosa", dice padre Stefano Maria alla vigilia della cerimonia in Vicariato.

Settimio Manelli, originario di Teramo, insegnante e preside nelle scuole medie, e Licia Gualandris, nata a Nembro (Bergamo), si sposarono nel 1926 e vissero a Roma. Entrambi, fin dal 1924, conobbero da vicino Padre Pio, di cui divennero figli spirituali (e che definì Settimio "un cristiano tutto d'un pezzo") e fecero professione di terziari francescani. Pur in tempi segnati dalla guerra e da condizioni economiche disagiate non esitarono ad accettare i 21 figli come veri "doni di Dio". "Ricordo un episodio di quando avevo 10 anni - racconta padre Stefano Maria -. Papà entrò in casa e mamma gli disse timidamente, quasi sottovoce: 'sai che sono di nuovo incinta?': E lui: 'vedi? C'è un'altra fiamma che Dio ha acceso'". "Il loro esempio - prosegue - era di accettare la vita, non rifiutarla mai. E anche questo derivava dalla grande scuola di Padre Pio, con una condotta fedelissima al Vangelo". Il religioso ricorda che un giorno il santo di Pietrelcina, dinanzi a una platea di docenti, indicò Settimio Manelli come un uomo che "osserva e vive il Vangelo alla lettera", cioè la sua "norma vera e concreta".
Le cose non furono facili, durante la guerra non arrivava neanche lo stipendio da professore e si andava avanti "con l'aiuto dei negozianti, che facevano credito". Ma quello che aiutava a mandare avanti "l'impresa" - così la chiama padre Stefano - di una famiglia così numerosa "era l'assistenza di Dio, l'aiuto della Provvidenza". "Papà e mamma - aggiunge - ci invitavano sempre ad avere fiducia nella Provvidenza, ne attendevano l'arrivo in casa come se fosse una persona".

Sta di fatto che dei 13 figli rimasti, "otto si sono laureati, e comunque tutti si sono sistemati". Un messaggio "per la vita e per la famiglia", quello dei Manelli, di fronte ai nuclei "disastrati" di oggi. Anche la "fiducia", però, secondo padre Stefano, "si coltiva, in particolare con la preghiera". "Papà - racconta - faceva la comunione tutte le mattine, andando a messa presto prima di correre a scuola".

L'arrivo alla causa di beatificazione, poi, tempo fa ritenuto difficile, "è stato guidato dall'alto". "Oggi sono i nostri padrini - dice dei genitori padre Stefano pensando al suo ordine Francescano dell'Immacolata - Una volta beati saranno i nostri protettori".

Caterina63
00lunedì 28 febbraio 2011 14:25
[SM=g1740722] Santa Messa solenne in rito romano antico celebrata in Roma, nella basilica di san Giovanni in Laterano, dal Reverendo Padre Stefano Maria Manelli, fondatore dei Francescani dell'Immacolata, in occasione della ricorrenza dell'ottavo centenario dell'approvazione della regola di san Francesco d'Assisi, 16 Aprile 2009

www.gloria.tv/?media=133783



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[SM=g1740738] Recita del S. Rosario - Misteri Gaudiosi con i Frati Francescani dell'Immacolata presso il Santuario della Madonna del Buon Consiglio di Frigento (AV). Guida la recita il molto rev.do P. Stefano M. Manelli, Ministro Generale dei Frati FI.
Prod. TRBC.
Cfr. sito web:
www.immacolata.ws/

www.gloria.tv/?media=27811



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Caterina63
00sabato 23 aprile 2011 15:59

Vocazione nata dalla meditazione della Passione di Gesù


Da Cordialiter:

Una ragazza partecipò più per curiosità che per devozione alla Messa “in Coena Domini” del giovedì santo. Nella tarda serata tornò in chiesa per l'adorazione eucaristica.

Pensò alle ultime ore di Gesù buono su questa terra, quando Egli, pur essendo Dio, si umiliò nel lavare i piedi ai suoi Apostoli, ed istituì il Sacramento dell'Eucaristia per poter fare comunione con gli esseri umani sino alla fine del mondo. Pensò anche alla sua agonia nell'orto del Getsemani, ma ciò che la colpì maggiormente fu il pensiero che Gesù aveva patito tutte quelle sofferenze per lei, per espiare al suo posto le pene meritate dai suoi peccati.

Il giorno seguente meditò sulle atroci sofferenze del Redentore nel giorno della sua morte in croce. Pensare che Gesù buono si sarebbe lasciato giustiziare innocentemente per salvare anche lei sola, la fece piangere di tenera compunzione. Sentiva di essere amata in modo ineffabile da un Dio così buono e misericordioso, e nello stesso tempo sentiva che a causare la dolorosa Passione di Cristo furono anche i suoi peccati. Da quel giorno cominciò a meditare anche sulla vocazione, aveva 17 anni ed era studentessa di ragioneria.

Cominciò a seguire la Messa ogni giorno, e fece amicizia con un'altra ragazza che frequentava quotidianamente la chiesa. Diplomatasi in ragioneria, si iscrisse ad economia e commercio, ma un giorno la sua amica la invitò alla professione religiosa di sua sorella, la quale era entrata tra le Suore Francescane dell'Immacolata, ordine religioso di stretta osservanza fondato da Padre Stefano Maria Manelli. Quando vide queste giovani suore, rimase incantata dalla luce quasi magnetica che emanavano i loro volti. Erano persone piene di gioia interiore, e questa gioia traspariva sui loro volti, una gioia che non si trova sulle facce delle persone mondane, anche se immerse nei divertimenti sfrenati del secolo.

La gioia delle suore era una gioia vera. Così quella studentessa decise di fare un ritiro di alcuni giorni presso un convento delle Francescane dell'Immacolata. Fu un'esperienza straordinaria, le sembrava di stare in paradiso. Lì ebbe la conferma che la sua era vera vocazione. Finalmente aveva trovato la risposta a tutti i suoi interrogativi, ma soprattutto aveva trovato la pace interiore.

Tornata a casa per sbrigare le ultime faccende, parlò della vocazione alla sua famiglia solo qualche settimana prima della partenza definitiva. Il 2 agosto successivo, nella festa della Madonna degli Angeli, entrò in convento dando l'addio al mondo e a tutte le sue vanità che non possono rendere felice il cuore umano.

Nel silenzio della sua povera cella, piena di letizia spirituale, poteva finalmente ringraziare la Madonna Mediatrice di tutte le grazie per averle dispensato la grazia della vocazione religiosa, facendola così diventare sposa di Gesù Cristo.

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Nuovi francescani

Nella mia città, Trento, vi è un immenso seminario. Prima che la Chiesa si “addormentasse”, per citare il titolo dell’ultimo libro di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro (“La bella addormentata”, Vallechi), il seminario era straboccante.

Moltissimi giovani salivano e scendevano le scale, ogni giorno, dalle aule alla cappella, in attesa di un futuro da ministri di Dio. Trento è infatti una città che ha sempre dato molto, alla Chiesa, e soprattutto alle missioni, in Africa e in America Latina.

Poi la crisi che tutti conosciamo, e il seminario prosciugato. Cinque, sei, dieci persone massimo (questo il trend di nuove entrate, da molti anni) si aggirano in una struttura immensa, sproporzionata, che parla di uno splendore lontano. Dove c’erano vita, movimento, speranze, desideri, oggi stanze quasi vuote e locali pressoché silenti.

Ma chi crede, sa che Dio non abbandona gli uomini.

I tempi di Dio sono lunghi, è vero, e talora viene voglia di cantare, con san Filippo Neri: “Capitan Gesù, non star lassù, lui sta quaggiù con la bandiera in mano…”.

Ma i segni di un lento risveglio ci sono. Penso, per esempio, a due famiglie trentine che conosco, che hanno visto partire, sacerdoti e suore, l’una tre figli su tre, l’altra tre figli su quattro.

Rifletto con mia moglie, ogni tanto, sui prodigi di Dio: prendersi, oggi, sei giovani su sette, in due sole famiglie! Convincerli a lasciare tutto, il rumore del mondo, la carriera, per indossare un abito azzurrino, semplice semplice, come quello di san Massimiliano Kolbe, e un paio di sandali. Per affrontare una vita, quella del religioso, spesso dura, ricca di privazioni, senza una propria famiglia e una propria fissa dimora. C’è veramente una potenza immensa nella chiamata di Dio. Come uomini rimaniamo liberi di accoglierla o meno, ma quando il cuore lascia spazio al soprannaturale, esso esplode nella natura umana, capovolgendola, trasformandola, spingendo a scelte che sarebbero, altrimenti, incomprensibili. Dio può ancora oggi entrare in una famiglia, aperta alla voluntas Dei, come un tuono che entra dalla finestra della torre, per spazzare via ogni cosa!

Certo, perché sei giovani su sette lascino la loro casa, i loro studi, il loro lavoro, legittime ambizioni, occorre che l’abito che indosseranno abbia un grande fascino. E quello dei Francescani dell’Immacolata lo ha. Grazie, soprattutto, al suo fondatore, ancora in vita: Padre Stefano Maria Manelli.

“Padre Stefano”, come lo chiamano familiarmente i suoi frati, è per me una conoscenza di infanzia. Mio padre leggeva a noi figli, intorno al lettone matrimoniale, le sue meditazioni, molti anni prima che avessi l’opportunità di conoscerlo dal vivo. Io allora non lo sapevo, ma i libri di spiritualità di Mannelli, sono, oggi, quasi un unicum. Hanno un sapore medievale, cioè un gusto forte, dolce ed amaro nello stesso tempo.

Padre Stefano, dopo il Concilio Vaticano II, nel 1970, a causa di un progressivo indebolimento dell’osservanza religiosa, aveva chiesto ai Superiori di iniziare con un compagno, P. Gabriele M. Pellettieri, un’esperienza di vita secondo il modello francescano delle origini. Andare all’origini del francescanesimo significa anche tornare ad una predicazione essenziale, quella dei fioretti, degli exempla medievali. Leggere un libro di padre Stefano, ascoltare una sua predica, significa gustare la dottrina cattolica calata nel reale, incarnata nella storia. Niente a che vedere con i fumosi discorsi di taluni teologi, che vorrebbero assomigliare ai filosofi del passato o agli psicologi del presente. Nulla a che vedere con le prediche sciape, assolutamente vaghe, senza alcun contatto con la realtà, o assolutamente sociologiche (tutte uomo-mondo-società), di tanti predicatori odierni.

Padre Stefano propone sempre una visione teocentrica: Dio, l’uomo, i santi; morte, giudizio, inferno paradiso. La dottrina viene mescolata con la vita, con gli esempi concreti tratti appunto dall’esistenza dei più fedeli seguaci di Cristo. Un po’ come le catechesi di padre Livio a radio Maria, anche quelle di Padre Stefano non lasciano indifferenti lettori ed ascoltatori: li scuotono, li incalzano, non temono di turbare. Nello stesso tempo indicano cime, vette da raggiungere, da scalare; additano esempi affascinanti, propongono visioni soprannaturali. Qualcuno si ritrae spaventato, qualcuno, invece, percepisce la voce di Colui che è venuto a salvarci, ma anche a svegliarci dal sonno.

Quando decise di tentare la sua strada, padre Stefano scelse la città di Frigento, vicino Avellino, dove vi era un vecchio e malmesso convento, che divenne la prima Casa Mariana dell’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata (dal 1998 di diritto pontificio). Padre Manelli è fondatore anche delle Suore Francescane dell’Immacolata, molto dedite, come i frati, alla buona stampa (si va dalle pubblicazioni edificanti, popolari, alle riviste filosofiche e teologiche di alto livello) e all’evangelizzazione attraverso l’uso dei media più moderni.

Se incontrate per strada un frate o una suora, azzurri, stile francescano, con in mano una sporta stile fra Galdino, e nell’altra una telecamera modernissima, ora sapete a che ordine appartiene.

Il Foglio, 29 dicembre


 

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Caterina63
00giovedì 2 agosto 2012 09:27
[SM=g1740733] da Cordialiter apprendiamo con gioia


giovedì 2 agosto 2012

Vestizione di 18 novizie Francescane dell'Immacolata

 
Ieri, presso il santuario della Madonna del Buon Consiglio di Frigento (Avellino), 18 ragazze hanno iniziato il noviziato con la cerimonia di vestizione presieduta dal Superiore Generale dei Frati Francescani dell'Immacolata, Padre Stefano Maria Manelli.
 
Precedentemente Padre Gabriele Pellettieri ha celebrato il Santo Sacrificio della Messa nell'antico e glorioso rito romano.
 
Colpisce vedere così tante novizie in un colpo solo, sono scene d'altri tempi che ormai in Europa non capitano quasi mai. Probabilmente non tutte le 18 novizie sono italiane, visto che alcune di esse pronunciavano le formule (in latino) con uno spiccato accento anglofono.
 
Se non ricordo male, prima del Motu Proprio "Summorum Pontificum", alle cerimonie di vestizione delle novizie delle Francescane dell'Immacolata fatte in Italia, la media del numero delle novizie era inferiore a una decina. Adesso sono quasi una ventina. Può darsi che il forte aumento sia dovuto al passaggio alla liturgia antica che attrae tantissimo i giovani. Tanti altri ordini potrebbero moltiplicare le vocazioni se passassero alla Messa tridentina. Il rito tradizionale è davvero una ricchezza per la Chiesa, bisogna diffonderlo il più possibile visto che sta moltiplicando sia le vocazioni sacerdotali sia quelle religiose in vari istituti di vita consacrata e società di vita apostolica. E oggi per far rifiorire la Chiesa c'è tanto bisogno di numerose e sante vocazioni!
 
Certo, la liturgia antica da sola non basta, c'è bisogno anche che un istituto religioso viva la vita consacrata in maniera fervorosa e osservante. Se invece un ordine è rilassato e intiepidito, è destinato ad andare in decadenza e a dissolversi, come dimostra l'esperienza.
 
Se il trend vocazionale continuerà così, probabilmente tra cinquant'anni gli ordini religiosi saranno in maggioranza tradizionali o almeno "in via di tradizionalizzazione".



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