Gli auguri del Presidente della Repubblica Italiana al Santo Padre

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Caterina63
00venerdì 11 maggio 2012 18:36

Saluto del Presidente Napolitano al Papa prima del concerto in suo onore


Testo del Saluto del Presidente Napolitano in occasione del Concerto offerto al Pontefice Benedetto XVI

C o m u n i c a t o

L'Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica rende noto il testo del Saluto del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione de Concerto offerto al Pontefice Benedetto XVI:

"Santità,

da quando per la prima volta manifestammo il desiderio di dedicarLe un omaggio augurale per l'anniversario della Sua elezione al Soglio Pontificio ed Ella acconsentì ad accoglierlo nel solenne scenario di quest'Aula, sono trascorsi quattro anni.
Da allora questi concerti - la forma d'arte a Lei più cara, che abbiamo prescelto per il nostro omaggio - hanno scandito un sempre più intenso flusso di pensieri, di sentimenti e di propositi tra le istituzioni rappresentative della nazione italiana e la Santa Sede. Oggi, in occasione dell'ormai quinto nostro appuntamento di maggio, possiamo misurare la profonda condivisione di ansie e di intenti che si è venuta stabilendo tra sfere pur così distinte, e incomparabili, di responsabilità.
Ansie per i travagli di un mondo che ha presentato e presenta - vi si guardi da un osservatorio nazionale ed europeo o dall'osservatorio per sua natura universale della Cattedra di Pietro - correnti di progresso e di speranza, e insieme, persistenze di antichi flagelli e pesanti regressioni: questo anche nella regione del Medio Oriente. Ci allarma, ovunque si manifesti, il segno della ricaduta nel peggiore passato che viene dalle persecuzioni contro le comunità cristiane.

Ma non lievi sono le ansie che condividiamo anche per le sorti del nostro continente, per la crisi che ha colpito paesi già di più avanzato sviluppo economico e di più diffuso benessere materiale. E in questa difficile fase molto ci conforta, Santità, la Sua sensibilità e attenzione per la causa dell'unità europea, così come per la dimensione etica e culturale di una crisi che va superata guardando a nuovi parametri di benessere sociale e civile da perseguire.

Sentiamo in particolare la Sua sollecitudine, Santità, per le sorti dell'Italia, con fiducia nelle tante energie positive presenti nella nostra società e quindi nella prospettiva di una rinnovata unità e coesione della nostra nazione. E nell'esprimerLe auguri fervidissimi per l'inizio dell'ottavo anno del Suo pontificato, siamo lieti di offrirLe oggi un concerto italiano in ogni suo aspetto. Italiano nella prestigiosa figura del Direttore Riccardo Muti; italiano nel complesso degli esecutori, cantanti, orchestra e coro della nostra capitale; italiano nelle superbe creazioni di due sommi autori, come Antonio Vivaldi e Giuseppe Verdi; italiano negli strumenti forgiati dai nostri più grandi maestri liutai, resi generosamente disponibili per l'eccellenza di questo speciale Concerto.
Buon ascolto, Santità, e felice prosecuzione negli anni della Sua alta e ardua missione".

Roma, 11 maggio 2012

Sito Ufficiale Quirinale


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[SM=g1740733] Speriamo che il Presidente della Nazione Italiana si rammenti questi omaggi quando.... verranno loro stessi ad imporci le famiglie allargate i DICO, i PACS e fax-simil e quando ancora NON fanno nulla per riparare il danno DELL'ABORTO!!!
resterebbero, caro Presidente Napolitano, lettere MORTE...
parole di sepolcri imbiancati, mentre la Nazione è a nascita ZERO e quelli della nostra generazione stanno facendo i salti mortali per mantenere non solo i figli, ma anche gli anziani della famiglia che a 75/80 anni hanno pensioni di 500/600 euro con affitti da pagare.... mentre Mario Monti vantava un introito annuale di ben 200milioni di euro....
Non sono per l'equiparazione comunista degli stipendi, l'operaio ha diritto di ricevere il giusto compenso ne più, ma neppure meno... e voi continuate a spremerci!!!

La crisi non la si combatte solo alzando le tasse, caro Presidente, ma anche aggiustando e correggendo gli errori di quelle leggi perverse e diaboliche che hanno portato allo sfascio della famiglia, PRIMA RISORSA del Paese...
Senza dubbio che non tutto è in suo potere, ma se dovessimo fermarci solo alle belle parole, alle prediche... ci basta il nostro Clero.... a lei spetta l'azione statale, non i sermoni!


[SM=g1740733]



Caterina63
00sabato 12 maggio 2012 19:04

Il Papa al termine del concerto diretto dal Maestro Muti: Cari amici, mi auguro che questa sera possiamo ripetere a Dio, con fede: In te, Signore, ripongo, con gioia, la mia speranza, fa’ che ti ami come la tua Santa Madre, perché alla mia anima, al termine del cammino, sia data la gloria del Paradiso

Saluto del Presidente Napolitano al Papa prima del concerto in suo onore


Vedi anche:
 
Concerto offerto al Papa da Napolitano nel segno di una "condivisione di ansie e intenti". Intervista a Riccardo Muti
 
Concerto per il Papa: servizio del Tg2

Napolitano dona al Papa un violino ed uno spartito. Il Santo Padre conferisce Gran Croce al Maestro Muti. Benedetto XVI: Vivaldi avrebbe voluto essere sepolto con lo spartito del Te Deum (Izzo)

Papa Ratzinger conferisce a Riccardo Muti l'onorificenza della Gran Croce di San Gregorio Magno

Traffico di esseri umani: l’editoriale di padre Lombardi (Radio Vaticana)

Il Papa: "Affetto per l'Italia in questo momento delicato"

Cordiale colloquio fra il Papa e Napolitano su pace e M.O. Benedetto XVI assicura la sua vicinanza ai problemi dell'Italia e ringrazia il Presidente per il concerto diretto da Riccardo Muti (Izzo)


Oggi con La Nazione lo speciale per il Papa. 32 pagine con interviste ed interventi

La "bacchetta magica" di Muti per il Papa e Napolitano (Pariset)


Il Papa: Dio ha uno stile diverso (Sir)
 


CONCERTO OFFERTO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA GIORGIO NAPOLITANO IN ONORE DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN OCCASIONE DEL VII ANNIVERSARIO DI PONTIFICATO, 11.05.2012


Questo pomeriggio, alle ore 18, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, ha luogo un Concerto offerto dal Presidente della Repubblica Italiana, S.E. il Sig. Giorgio Napolitano, in onore del Santo Padre Benedetto XVI, in occasione del settimo anniversario di Pontificato. L’Orchestra e il Coro del Teatro dell’Opera di Roma, diretti rispettivamente dal Maestro Riccardo Muti e dal Maestro Roberto Gabbiani, eseguono il Magnificat in sol minore RV 611 di Antonio Vivaldi e lo Stabat Mater e il Te Deum dai Quattro pezzi sacri di Giuseppe Verdi.
Prima del Concerto, il Presidente della Repubblica indirizza al Santo Padre voti augurali per il felice anniversario.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti al termine dell’esecuzione musicale:
 
DISCORSO DEL SANTO PADRE
 
Signor Presidente della Repubblica,
Signori Cardinali,
Onorevoli Ministri e Autorità,
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato,
Gentili Signori e Signore!
 
Un vivo e deferente saluto al Presidente della Repubblica Italiana, Onorevole Giorgio Napolitano e alla Sua gentile Signora, al quale unisco il sincero ringraziamento per le cordiali parole, per i doni di un violino e di una pregevole partitura, e per questo Concerto di musica sacra di due grandi autori italiani; sono segni che manifestano, ancora una volta, il legame tra il Successore di Pietro e questa cara Nazione. Un saluto al Presidente del Consiglio, Senatore Mario Monti, e a tutte le Autorità.

Un sincero ringraziamento all’Orchestra e al Coro del Teatro dell’Opera di Roma, alle due Soprano, e soprattutto al Maestro Riccardo Muti per l’intensa interpretazione ed esecuzione. La sensibilità del Maestro Muti per la musica sacra è nota, come pure l’impegno perché sia più conosciuto questo ricco repertorio che esprime in musica la fede della Chiesa. Anche per questo sono lieto di conferirgli un’onorificenza pontificia. Esprimo gratitudine al Comune di Cremona, al Centro di Musicologia Walter Stauffer e alla Fondazione Antonio Stradivari-La Triennale per aver messo a disposizione delle prime parti dell’Orchestra alcuni antichi e preziosi strumenti delle proprie collezioni.

Antonio Vivaldi è un grande esponente della tradizione musicale veneziana. Di lui chi non conosce almeno le Quattro Stagioni! Ma rimane ancora poco nota la sua produzione sacra, che occupa un posto significativo nella sua opera ed è di grande valore, soprattutto perché esprime la sua fede. Il Magnificat che abbiamo ascoltato è il canto di lode di Maria e di tutti gli umili di cuore, che riconoscono e celebrano con gioia e gratitudine l’azione di Dio nella propria vita e nella storia; di Dio che ha uno «stile» diverso da quello dell’uomo, perché si schiera dalla parte degli ultimi per dare speranza. E la musica di Vivaldi esprime la lode, l’esultanza, il ringraziamento e anche la meraviglia di fronte all’opera di Dio, con una straordinaria ricchezza di sentimenti: dal solenne unisono corale all’inizio, in cui è tutta la Chiesa che magnifica il Signore, al brioso «Et exultavit», al bellissimo momento corale dell’«Et misericordia» sul quale si sofferma con audaci armonie, ricche di improvvise modulazioni, per invitarci a meditare sulla misericordia di Dio che è fedele e si estende per tutte le generazioni.

Con i due pezzi sacri di Giuseppe Verdi, che abbiamo ascoltato, il registro cambia: ci troviamo di fronte al dolore di Maria ai piedi della Croce: Stabat Mater dolorosa. Il grande Operista italiano, come aveva indagato ed espresso il dramma di tanti personaggi nelle sue opere, qui tratteggia quello della Vergine che guarda al Figlio sulla Croce. La musica si fa essenziale, quasi si «afferra» alle parole per esprimerne nel modo più intenso possibile il contenuto, in una grande gamma di sentimenti. Basta pensare al dolente senso di «pietà» con cui ha inizio la Sequenza, al drammatico «Pro peccatis suae gentis», al sussurrato «dum emisit spiritum», alle invocazioni corali cariche di emozione, ma anche di serenità, rivolte a Maria «fons amoris», perché possiamo partecipare al suo dolore materno e far ardere il nostro cuore di amore a Cristo, fino alla strofa finale, supplica intensa e potente a Dio che all’anima sia data la gloria del Paradiso, aspirazione ultima dell’umanità.

Anche il Te Deum è un susseguirsi di contrasti, ma l’attenzione di Verdi al testo sacro è minuziosa, così da offrirne una lettura diversa dalla tradizione. Egli non vede tanto il canto delle vittorie o delle incoronazioni, ma, come scrive, un susseguirsi di situazioni: l’esultanza iniziale - «Te Deum», «Sanctus» -, la contemplazione del Cristo incarnato, che libera e apre il Regno dei Cieli, l’invocazione all’«Judex venturus», perché abbia misericordia, e infine il grido ripetuto dal soprano e dal coro «In te, Domine speravi» con cui si chiude il brano, quasi una richiesta dello stesso Verdi di avere speranza e luce nell’ultimo tratto della vita. Quelli che abbiamo ascoltato stasera sono gli ultimi due pezzi scritti dal Compositore, non destinati alla pubblicazione, ma scritti solo per sé; anzi, egli avrebbe voluto essere sepolto con la partitura del Te Deum.

Cari amici, mi auguro che questa sera possiamo ripetere a Dio, con fede: In te, Signore, ripongo, con gioia, la mia speranza, fa’ che ti ami come la tua Santa Madre, perché alla mia anima, al termine del cammino, sia data la gloria del Paradiso. Al Signor Presidente della Repubblica Italiana, alle soliste, ai complessi del Teatro dell’Opera di Roma, al Maestro Muti, agli organizzatori e a tutti i presenti di nuovo grazie. Il Signore benedica voi e i vostri cari.Grazie di cuore!

[SM=g1740722]

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