I Cristiani nella difesa degli Apologisti dei primi secoli

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Caterina63
00giovedì 27 novembre 2008 00:02

I CRISTIANI DEL TEMPO DELLE PERSECUZIONI
nella difesa degli Apologisti


La "Carta d'identità" dei primi Cristiani

Fin dal 1º secolo la religione cristiana si diffuse rapidamente in Roma e nel mondo intero, non solo per la sua originalità e universalità, ma anche molto per la testimonianza di fervore, di amore fraterno e di carità verso tutti dimostrata dai cristiani. Le autorità civili, e il popolo stesso, dapprima indifferenti, si dimostrarono ben presto ostili alla nuova religione, perché i cristiani rifiutavano il culto dell'imperatore e l'adorazione delle divinità pagane di Roma. I cristiani vennero accusati perciò di slealtà verso la patria, di ateismo, di odio verso il genere umano, di delitti occulti, come l'incesto, l'infanticidio e il cannibalismo rituale; di essere la causa delle calamità naturali, come la peste, le inondazioni, le carestie, ecc.

La religione cristiana fu dichiarata : strana et illicita (decreto senatoriale del 35), exitialis - perniciosa (Tacito), prava et immodica - malvagia e sfrenata(Plinio), nova et malefica - nuova e malefica (Svetonio), tenebrosa et lucifuga - oscura e nemica della luce (dall'Octavius di Minucio), detestabilis - detestabile (Tacito); quindi fu posta fuori legge e perseguitata, perché fu considerata il nemico più pericoloso del potere di Roma, basato sull'antica religione nazionale e sul culto dell'imperatore, strumento e simbolo della forza e dell'unità dell' Impero.

I primi tre secoli costituiscono l'era dei martiri, che terminò nel 313 con l'editto di Milano, con cui gli imperatori Costantino e Licinio concessero la libertà alla Chiesa. La persecuzione non fu sempre continua e generale, cioè estesa a tutto l'impero, né fu sempre egualmente crudele e cruenta. A periodi di persecuzioni seguirono periodi di relativa tranquillità.

Nella stragrande maggioranza dei casi i cristiani affrontarono con coraggio, spesso con eroismo, la prova delle persecuzioni, ma non la subirono passivamente. Si difesero con forza confutando l'infondatezza delle accuse loro rivolte di delitti occulti o pubblici, presentando i contenuti della loro fede ("In che cosa crediamo") e descrivendo la loro identità ("Chi siamo").

Nelle "Apologie" ("discorsi di difesa") degli scrittori cristiani del tempo, indirizzate anche agli imperatori, i cristiani chiedevano di non essere condannati ingiustamente, senza essere conosciuti e senza prove. Il principio della legge senatoriale " Non licet vos esse" - "non vi é lecito esistere" veniva giudicato dagli Apologisti ingiusto ed illegale, perché i cristiani erano onesti cittadini, rispettosi delle leggi, devoti all'imperatore, industriosi ed esemplari nella vita privata e pubblica.

Poiché le catacombe contengono il riscontro e la conferma della vita mirabile dei cristiani, quale viene descritta dagli apologisti, ne riportiamo qui alcuni brani significativi, che costituiscono quasi una "carta d' identità" dei cristiani dei primi tempi.

1. Dalla Lettera a Diogneto (apologia di autore ignoto, 2º-3º secolo).

Sono uomini come tutti gli altri


"I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per territorio, né per la lingua che parlano, né per il modo di vestire. Non si isolano nelle loro città, non usano un linguaggio particolare, nè conducono uno speciale genere di vita.

La loro dottrina non é conquista di genio irrequieto di uomini indagatori, né professano, come fanno alcuni, un sistema filosofico umano. Abitano in città greche o barbare (straniere), come a ciascuno é toccato in sorte, e adattandosi alle tradizioni locali nel vestire, nel cibo e in tutto il resto del vivere, danno esempio di una loro forma di vita sociale meravigliosa, che, a confessione di tutti, ha dell'incredibile".

Dimorano sulla terra, ma sono cittadini del Cielo

"Abitano nella propria patria, ma come gente straniera. Partecipano a tutti i doveri come cittadini, ma sono trattati come stranieri. Ogni terra straniera é per loro patria e ogni patria é terra straniera. Si spostano come tutti e generano figli, ma non espongono i neonati. Hanno in comune la mensa, ma non il letto. Vivono nella carne, ma non secondo la carne (2 Cor 10,3; Rom 8,12-15). Passano la loro vita sulla terra, ma sono cittadini del cielo.

Obbediscono alle leggi stabilite, ma con il loro tenore di vita superano le leggi. Amano tutti e da tutti sono perseguitati. Non sono conosciuti e sono condannati. Si dà loro la morte, ed essi ne ricevono vita. Sono poveri, ma fanno ricchi molti (2 Cor 6,9-10) . Sono privi di tutto, ma di tutto abbondano. Sono disprezzati, ma nel disprezzo trovano gloria davanti a Dio. Si oltraggia il loro onore e si aggiunge testimonianza alla loro innocenza.

Insultati, benedicono ( 1 Cor 4,12). Si insolentisce contro di loro, ed essi trattano con riverenza. Fanno del bene e sono puniti come malfattori. E puniti godono, quasi si dia loro vita. I giudei fanno loro guerra come razza straniera. I Greci li perseguitano, ma coloro che li odiano non sanno dire il motivo del loro odio".

Sono nel mondo come l'anima nel corpo

" Per dirla in una parola, i cristiani sono nel mondo ciò che l'anima é nel corpo. Come l'anima é diffusa in tutte le parti del corpo, così i cristiani sono disseminati nelle varie città del mondo. L'anima abita nel corpo, ma non proviene dal corpo: anche i cristiani abitano nel mondo, ma non provengono dal mondo. L'anima invisibile é racchiusa in un corpo visibile; anche i cristiani si sa che sono nel mondo, ma la loro pietà rimane invisibile.

Come la carne odia l'anima e le fa guerra, senza aver ricevuto alcuna offesa, ma solo perché le proibisce di godere dei piaceri: anche il mondo odia i cristiani che non gli hanno fatto alcun torto, solo perché si oppongono ad un sistema di vita fondato sul piacere.

L'anima ama la carne, che l' odia, e le membra : anche i cristiani amano coloro che li odiano. L'anima é racchiusa nel corpo, ma essa stessa sostiene il corpo; anche i cristiani sono trattenuti nel mondo come in una prigione, ma essi stessi sostengono il mondo. L'anima immortale abita in una tenda mortale, anche i cristiani dimorano come pellegrini tra le cose che si corrompono, in attesa dell'incorruttibilità dei cieli.

Mortificandosi nei cibi e nelle bevande, l'anima si fa migliore; anche i cristiani, puniti, si moltiplicano di giorno in giorno. Dio ha assegnato loro un posto così sublime, che non debbono assolutamente abbandonare".

2. Dai "Libri Ad Autolico" di S. Teofilo d'Antiochia (2º secolo)

I cristiani onorano l'imperatore e pregano per lui (libro I,2)


"Io onorerò l'imperatore, ma non lo adorerò; pregherò però per lui. Io adoro il Dio vero ed unico dal quale so che il sovrano fu fatto. E allora mi potresti domandare: e perché dunque non adori l'imperatore? L'imperatore, per sua natura, deve essere onorato con legittimo ossequio, non deve essere adorato. Egli non é Dio ma un uomo che Dio ha posto non perché sia adorato ma perché eserciti sulla terra la giustizia.

Il governo dello stato gli fu affidato in certo qual modo da Dio. E come l'imperatore non può tollerare che il suo titolo sia portato da quanti gli sono subordinati - nessuno infatti può essere chiamato imperatore - così nessuno può essere adorato se non Dio. Il sovrano deve perciò essere onorato con sentimenti di devozione; bisogna prestargli ubbidienza e pregare per lui. Così si compie la volontà di Dio".

La vita dei cristiani dimostra la grandezza e la bellezza della loro religione (libro III, 15)

"Nei cristiani si trova una saggia padronanza di sé, si esercita la continenza, si osserva il matrimonio unico, la castità é custodita, l'ingiustizia é esclusa, il peccato estirpato alla radice, si pratica la giustizia, viene osservata la legge, la pietà é apprezzata coi fatti. Dio é riconosciuto, la verità considerata norma suprema.

La grazia li custodisce, la pace li protegge, la parola sacra li guida, la sapienza li ammaestra, la vita (eterna) li dirige, Dio è il loro re".

3. Da "L'Apologia" di Aristide (2º secolo)

I cristiani osservano le leggi di Dio


" I cristiani recano incise nel loro cuore le leggi di Dio e le osservano nella speranza del secolo futuro. Per questo non commettono adulterio, né fornicazione; non recano falsa testimonianza; non s'impossessano dei depositi che hanno ricevuto; non bramano ciò che ad essi non spetta; onorano il padre e la madre, fanno del bene al prossimo; e, allorché sono giudici, giudicano giustamente. Non adorano idoli di forma umana; tutto ciò che non vogliono che gli altri facciano a loro, essinon lo fanno a nessuno. Non mangiano carni offerte agli idoli, perché sono contaminate. Le loro figlie sono pure e vergini e fuggono la prostituzione; gli uomini si astengono da ogni unione illegittima e da ogni impurità; egualmente le loro donne sono caste, nella speranza della grande ricompensa nell' altro mondo ...".

Sono buoni e caritatevoli

"Soccorrono coloro che li offendono, rendendoseli amici; fanno del bene ai nemici.

Non adorano dei stranieri; sono dolci, buoni, pudichi, sinceri, si amano fra loro; non disprezzano la vedova; salvano l'orfano; colui che possiede dà, senza mormorare, a colui che non possiede. Allorché vedono dei forestieri, li fanno entrare in casa e ne gioiscono, riconoscendo in essi dei veri fratelli, poiché così chiamano non quelli che lo sono secondo la carne, ma coloro che lo sono secondo l'anima.

Quando un povero muore, se lo sanno, contribuiscono secondo i loro mezzi ai suoi funerali; se vengono a sapere che alcuni sono perseguitati o messi in prigione o condannati per il nome di Cristo, mettono in comune le loro elemosine e ad essi inviano ciò di cui hanno bisogno, e se lo possono, li liberano; se v'é uno schiavo o un povero da soccorrere, digiunano due o tre giorni, e il nutrimento che avevano preparato per sé glielo inviano, stimando che anche lui debba godere, essendo stato come loro chiamato alla gioia".

Vivono nella giustizia e nella santità

"Osservano esattamente i comandamenti di Dio, vivendo santamente e giustamente, così come il Signore Iddio ha loro prescritto; gli rendono grazie ogni mattina e ogni sera, per ogni nutrimento o bevanda e ogni altro bene...

Queste sono, o imperatore, le loro leggi. I beni che devono ricevere da Dio, glieli domandano, e così attraversano questo mondo fino alla fine dei tempi: poiché Dio ha assoggettato tutto ad essi. Sono dunque riconoscenti verso di lui, perché per loro é stato fatto l'universo intero e la creazione. Di certo questa gente ha trovato la verità".

4. Da "L'Apologetico" di Tertulliano (2º-3º secolo).

I cristiani non sono inutili e improduttivi


"Ci si accusa di essere improduttivi nelle varie forme di attività. Ma come si può dire questo di uomini che vivono con voi, che mangiano come voi, che indossano gli stessi abiti, che seguono lo stesso genere di vita e hanno le identiche necessità di vita?

Noi ci ricordiamo di rendere grazie a Dio, Signore e creatore, e non rifiutiamo nessun frutto della sua opera. Certo, noi usiamo le cose con moderazione, non in forma smodata o cattiva. Coabitiamo con voi e frequentiamo il foro, il mercato, i bagni, i negozi, i laboratori, le stalle, partecipando a tutte le attività.

Navighiamo anche insieme a voi, militiamo nell' esercito, coltiviamo la terra, esercitiamo il commercio, scambiamo le merci e mettiamo in vendita, per vostro uso, il frutto del nostro lavoro. Io non capisco proprio come possiamo sembrare inutili e improduttivi per i vostri affari , quando viviamo con voi e di voi.

Sì, c'é della gente che ha motivo di lamentarsi dei cristiani, perché non può commerciare con loro: sono i protettori di prostitute, i ruffiani e i loro complici; poi vengono i criminali, gli omicidi con veleno, gli incantatori, gli indovini, i fattucchieri, gli astrologi. Grande cosa essere improduttivi per codesta gente! ... E poi, nelle prigioni non trovate mai un cristiano, a meno che non vi sia per motivi religiosi. Noi abbiamo appreso da Dio a vivere nell'onestà."

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