I Discepoli di Emmaus Lc.24,13-35

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Caterina63
00domenica 18 ottobre 2009 12:57

I Discepoli di Emmaus Lc.24,13-35

Mi è stata rivolta questa domanda.....

Perchè Gesù non fu riconosciuto dai discepoli lungo la strada per Emmaus?

Eppure " Gesù in persona" si avvicinò, camminò e parlò con loro.

Solo quando " fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione e lo diede loro, si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero".

Perchè non prima?

la mia risposta:


...i Padri della Chiesa danno due interpretazioni che non si contraddicono....

1) Gesù, volutamente, non si fece riconoscere poichè i due Discepoli dimostrano di non conoscere le Scritture che parlavano della storia del Messia che sarebbe dovuto morire per poi risorgere......in quel frangete appare evidente, dicono i Padri della Chiesa, che per Gesù era importante che i due Discepoli lo riconoscessero DOPO UN ACCURATO STUDIO DELLE SCRITTURE, lasciandosi poi coinvolgere DAI FATTI dagli eventi che avevano vissuto;

2) Gesù, volutamente, non si fa riconoscere poichè l'incredulità dei due Discepoli si appianerà DOPO LO STUDIO DELLE SCRITTURE, ALLO SPEZZARE DEL PANE, ossia, dicono i Padri della Chiesa, non è lo studio delle Scritture in sè a farti riconoscere il Messia Risorto, ma IL PARTECIPARE ALL'EUCARESTIA che è l'incontro con il Cristo VIVO E VERO.....
Dalla Scrittura noi abbiamo una sorta di carta di identità del Cristo, del Messia, ma nell'Eucarestia NOI ABBIAMO TUTTA INTERA LA PERSONA.....

In tal senso, dicono ancora i Padri della Chiesa, è chiarificatore che il Vangelo sottolinea che (Luca)
25 Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27 E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28 Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29 Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32 Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». 33 E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.


La PAROLA scritta e l'Eucarestia sono indispensabili l'uno all'altra......

... ergo:

1) la conoscenza delle Scritture per tutto ciò che riguarda il Messia e
2) l'incontro con LUI Risorto nell'Eucarestia, vivo e vero....

in sostanza: nella Scrittura abbiamo il Progetto di Dio, nell'Eucarestia tale Progetto è completamente e pienamente realizzato.....e di più nell'Eucarestia abbiamo il RISORTO, DIO VIVO E VERO.

Questo, dunque per rispondere alla domanda, ma il brano dice anche altro.....
Innanzi tutto è Gesù che PRENDE L'INIZIATIVA, Egli non lascia i "suoi" abbandonati nello scoraggiamento, si fa "vicino a noi nel viaggio" ma per riportarci sulla strada giusta, per fare una INVERSIONE di rotta, per convertirci....;)
I due Discepoli erano scoraggiati e lo dicono: "Noi speravamo .....che fosse lui a liberare Israele", .....la risposta di Gesù è forte:


«Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».

eppure, neppure qui lo riconoscono

Al vv. 25 Gesù prende la parola e cerca a questo di corregge LA FALSA INTERPRETAZIONE CHE AVEVANO DELLE SCRITTURE......
se non interviene Gesù(=la Chiesa) a CHIARIRCI SULLE SCRITTURE.....OGNUNO DI NOI SARA' COME QUESTI DUE DISCEPOLI: STOLTI E TARDI DI CUORE...

la Scrittura senza l'Eucarestia, senza il Risorto diventa lettera MORTA, in balia di ogni interpretazione e di ogni abuso...

E così questo misterioso compagno di viaggio cosa fa? APRE LORO LA MENTE E IL CUORE a tal punto che se anche i due ancora non lo riconoscono cosa fanno? LO INVITANO A RESTARE:
"Resta con noi"(v.29) e aggiungono il motivo per cui egli deve restare con loro: "perché si fa sera e il giorno già volge al declino".....

Effettivamente manca ancora qualcosa....la missione di Gesù non è ancora finita: gli resta da svolgere l’ultimo atto.... Quello di stare a "mensa" e di spezzare il pane con loro come fece ed insegnò nella sera in cui fu tradito.....:rolleyes: Così "egli entrò per rimanere con loro".... Al posto di rimanere possiamo mettere il verbo dimorare e così avremo l’esplicitazione di quello che è il nome di Dio: l’ Emmanuele, Dio che dimora con noi. Per sempre...e questo è concreto nella EUCARESTIA.....
Nell’ascolto della Parola «il cuore arde nel petto»;
allo spezzare del pane, nell'Eucarestia «gli occhi si aprono e lo riconoscono».....:)






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Catechesi di oggi del Papa, sui Discepoli di Emmaus......




Specialmente in quest’Ottava di Pasqua la liturgia ci invita ad incontrare personalmente il Risorto e a riconoscerne l’azione vivificatrice negli eventi della storia e del nostro vivere quotidiano. Oggi mercoledì, ad esempio, ci viene riproposto l’episodio commovente dei due discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-35). Dopo la crocifissione di Gesù, immersi nella tristezza e nella delusione, essi facevano ritorno a casa sconsolati. Durante il cammino discorrevano tra loro di ciò che era accaduto in quei giorni a Gerusalemme; fu allora che Gesù si avvicinò, si mise a discorrere con loro e ad ammaestrarli: "Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti… Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?" (Lc 24,25 -26). Cominciando poi da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

L’insegnamento di Cristo – la spiegazione delle profezie – fu per i discepoli di Emmaus come una rivelazione inaspettata, luminosa e confortante. Gesù dava una nuova chiave di lettura della Bibbia e tutto appariva adesso chiaro, orientato proprio verso questo momento. Conquistati dalle parole dello sconosciuto viandante, gli chiesero di fermarsi a cena con loro. Ed Egli accettò e si mise a tavola con loro. Riferisce l’evangelista Luca: "Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro" (Lc 24,29-30). E fu proprio in quel momento che si aprirono gli occhi dei due discepoli e lo riconobbero, "ma lui sparì dallo loro vista" (Lc 24,31). Ed essi, pieni di stupore e di gioia, commentarono: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?" (Lc 24,32).

In tutto l’anno liturgico, particolarmente nella Settimana Santa e nella Settimana di Pasqua, il Signore è in cammino con noi e ci spiega le Scritture, ci fa capire questo mistero: tutto parla di Lui. E questo dovrebbe far ardere anche i nostri cuori, così che possano aprirsi anche i nostri occhi. Il Signore è con noi, ci mostra la vera via. Come i due discepoli riconobbero Gesù nello spezzare il pane, così oggi, nello spezzare il pane, anche noi riconosciamo la sua presenza.

I discepoli di Emmaus lo riconobbero e si ricordarono dei momenti in cui Gesù aveva spezzato il pane. E questo spezzare il pane ci fa pensare proprio alla prima Eucaristia celebrata nel contesto dell’Ultima Cena, dove Gesù spezzò il pane e così anticipò la sua morte e la sua risurrezione, dando se stesso ai discepoli. Gesù spezza il pane anche con noi e per noi, si fa presente con noi nella Santa Eucaristia, ci dona se stesso e apre i nostri cuori. Nella Santa Eucaristia, nell’incontro con la sua Parola, possiamo anche noi incontrare e conoscere Gesù, in questa duplice Mensa della Parola e del Pane e del Vino consacrati. Ogni domenica la comunità rivive così la Pasqua del Signore e raccoglie dal Salvatore il suo testamento di amore e di servizio fraterno.

Cari fratelli e sorelle, la gioia di questi giorni renda ancor più salda la nostra fedele adesione a Cristo crocifisso e risorto. Soprattutto, lasciamoci conquistare dal fascino della sua risurrezione. Ci aiuti Maria ad essere messaggeri della luce e della gioia della Pasqua per tanti nostri fratelli. Ancora a tutti voi cordiali auguri di Buona Pasqua.




Caterina63
00domenica 22 aprile 2012 13:59

Il Papa: Come i discepoli di Emmaus riconobbero Gesù nello spezzare il pane, così anche noi incontriamo il Signore nella Celebrazione eucaristica

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI, 22.04.2012

Alle ore 12 di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Cæli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:


PRIMA DEL REGINA CÆLI

Cari fratelli e sorelle!

Quest’oggi, terza Domenica di Pasqua, incontriamo – nel Vangelo secondo Luca – Gesù risorto che si presenta in mezzo ai discepoli (cfr Lc 24,36), i quali, increduli e impauriti, pensano di vedere un fantasma (cfr Lc 24,37). Scrive Romano Guardini: «Il Signore è mutato. Non vive più come prima. La sua esistenza…non è comprensibile. Eppure è corporea, comprende…tutta quanta la sua vita vissuta, il destino attraversato, la sua passione e la sua morte. Tutto è realtà. Sia pure mutata, ma sempre tangibile realtà» (Il Signore. Meditazioni sulla persona e la vita di N.S. Gesù Cristo, Milano 1949, 433).

Poiché la risurrezione non cancella i segni della crocifissione, Gesù mostra agli Apostoli le mani e i piedi. E per convincerli, chiede persino qualcosa da mangiare. Così i discepoli «gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro» (Lc 24,42-43). San Gregorio Magno commenta che «il pesce arrostito al fuoco non significa altro che la passione di Gesù Mediatore tra Dio e gli uomini. Egli, infatti, si degnò di nascondersi nelle acque del genere umano, accettò di essere stretto nel laccio della nostra morte e fu come posto al fuoco per i dolori subiti al tempo della passione» (Hom. in Evang. XXIV, 5: CCL 141, Turnhout 1999, 201).
Grazie a questi segni molto realistici, i discepoli superano il dubbio iniziale e si aprono al dono della fede; e questa fede permette loro di capire le cose scritte sul Cristo «nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi» (Lc 24,44).

Leggiamo, infatti, che Gesù «aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati… Di questo voi siete testimoni”» (Lc 24,45-48). Il Salvatore ci assicura della sua presenza reale tra noi, per mezzo della Parola e dell’Eucaristia.

Come, perciò, i discepoli di Emmaus riconobbero Gesù nello spezzare il pane (cfr Lc 24,35), così anche noi incontriamo il Signore nella Celebrazione eucaristica. Spiega, a tale proposito, san Tommaso d’Aquino che «è necessario riconoscere secondo la fede cattolica, che tutto il Cristo è presente in questo Sacramento… perché mai la divinità ha lasciato il corpo che ha assunto» (S.Th. III, q. 76, a. 1).

Cari amici, nel tempo pasquale la Chiesa, solitamente, amministra la Prima Comunione ai bambini. Esorto, pertanto, i parroci, i genitori e i catechisti a preparare bene questa festa della fede, con grande fervore ma anche con sobrietà. «Questo giorno rimane giustamente impresso nella memoria come il primo momento in cui… si è percepita l’importanza dell’incontro personale con Gesù» (Esort. ap. postsin. Sacramentum caritatis, 19). La Madre di Dio ci aiuti ad ascoltare con attenzione la Parola del Signore e a partecipare degnamente alla Mensa del Sacrificio Eucaristico, per diventare testimoni dell’umanità nuova.
 
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