I tre punti per la Diocesi perfetta di Giovanni XXIII

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Caterina63
00mercoledì 18 agosto 2010 20:20
I tre punti luminosi della diocesi perfetta

Diletti figli: Ci è nota la comunanza di pensiero e di azione che unisce clero e fedeli di Albano al loro venerato Pastore, ed è motivo di particolare compiacenza e di gratitudine al Signore. Nulla infatti di più prezioso e desiderabile di questa unione che è garanzia di fecondo apostolato. Nostro Signore Gesù Cristo la chiese al Padre per i suoi, lasciandoli per il resto umanamente indifesi fra le difficoltà del terrestre pellegrinaggio.

Tre punti luminosi caratterizzano la diocesi perfetta, ancora amiamo di ripeterlo. Primo: il Vescovo, il clero, il seminario, in triplice funzione di alimento per l'avvenire.

I. Il Vescovo che santifica, che vigila, che si sacrifica; il clero che è inteso preminentemente alle sue funzioni spirituali, e in esse si santifica; il seminario, in cui la innocenza si custodisce e fiorisce santificando le famiglie, diffondendo in esse quel profumo di celeste sapienza e di grazia, che è pegno di ogni benedizione della terra e del cielo.

II. Secondo splendore che caratterizza la vita di una diocesi: lo studio e l'esercizio delle virtù teologali: la fede, la speranza, la carità; che si alimentano da una educazione religiosa sapiente, da una preoccupazione attenta e sincera dei beni celesti, al di sopra delle caduche promesse del mondo. La carità, oh ! la carità di Cristo diffusa nei nostri cuori, predicata da San Paolo in pagine risonanti e solennissime: la carità paziente e benigna, tutto spera e tutto conforta; essa non verrà mai meno ai suoi sacri impegni.

III. E il terzo punto, alto e benefico, verso cui si aderge la vita sociale in ogni diocesi è lo studio incessante, come sforzo individuale e continuata scuola a tutto il prossimo nostro, delle quattro virtù cardinali: la prudenza, la giustizia, la fortezza, la temperanza, su cui si basa e si inquadra come monumento incrollabile l'onore di una diocesi (che diciamo?) l'onore di un popolo forte e degno, al cui sforzo il Signore assicura corona di meriti e assistenza celeste, che servono per la vita presente e sono pegno di felicità per la futura.

Paterne raccomandazioni: santificare il giorno del Signore - offrire a Dio ogni tempo della vita

Cari figli: a vostra edificazione proseguiamo con qualche paterno ammonimento, come ricordo di questa visita vostra al Vescovo di tutta la Chiesa di Dio, visita che Ci dà tanta consolazione ed aggiunge incoraggiamento al Nostro spirito. Vogliate accoglierlo su due punti che Ci stanno particolarmente a cuore, e vorremmo che occupassero attorno al Vescovo l'ansiosa sollecitudine del clero e del laicato fervoroso.

Anzitutto un maggiore impegno da parte di ognuno per ridare al giorno del Signore il suo volto sacro, cioè il Memento, ut diem Domini saintifices [2].

L'affievolimento della coscienza riguardo a questo dovere, come incide negativamente sulla pubblica moralità, così può ostacolare il cammino della grazia ed avviare la società verso l'indifferentismo religioso, triste e deleterio. Bisogna che nel giorno del Signore i fedeli cessino di essere gli uomini della macchina e della agitazione terrestre; si astengano veramente dal lavoro, non solamente da quello cosidetto servile, ma anche dall'altro, perchè distoglie dal riposo dell'intelletto, che è altrettanto necessario per elevarsi alle cose celesti nella preghiera, nella partecipazione attiva alla vita liturgica e nella meditazione della parola di Dio.

Augurio per tutte le anime: vigore e fortezza da Dio

L'altro punto su cui richiamiamo la vostra attenzione è il retto uso nell'impiego del tempo libero, che le nuove condizioni sociali estendono in misura sempre più larga. Non c'è che da ringraziare la Provvidenza, se le tecniche moderne concedono questa maggiore disponibilità. Nella visione cristiana della vita tutto il tempo — non solo quello del negotium, ma anche quello dell'otium — è un valore affidato da Dio all'uomo, e deve utilizzarsi a sua gloria, nel perfezionamento integrale della persona. Se l'uso del tempo libero consente l'onesto sollievo, esso tuttavia deve portare ad un vero ristoro delle energie fisiche e psichiche. Nonché nuocere ai doveri religiosi, familiari e sociali, deve condurre ad un migliore adempimento di questi obblighi e richiamare in onore i doni elargiti da Dio stesso, quali sono la natura, le espressioni più pure dell'arte, le tradizioni che compendiano epopee di fede, di coraggio, di virtù. Solo così l'impiego del tempo libero sarà fecondo e santificatore. Diversamente si dovrebbe parlare di tempo perduto !

Diletti figliuoli, il trattenerCi con voi in semplice e amabile colloquio fa gustare la consolazione dell'esercizio di una paternità, che è incoraggiante per il Nostro spirito, e pensiamo lo sia anche per il vostro.

Vogliate gradire l'augurio con cui si conchiude questo felice incontro, nel pregustamento delle grazie che la buona Provvidenza del Signore viene preparando nel Concilio Ecumenico, che si annunzia alle porte di Roma.

Ancora un mese e due settimane, e ci siamo.

L'augurio vien suggerito dalle parole di un salmo — il 67° — con cui oggi prendeva inizio la celebrazione della Messa, la Santa Messa che il vostro tanto degno e caro, a voi padre e a Noi Fratello dilettissimo, il Signor Cardinale Giuseppe Pizzardo, vostro Vescovo, ha celebrato con sacerdotale ed episcopale pietà in questo convegno delle vostre anime commosse da pia devozione.

Le parole del Salmo esprimono dunque il comune voto cordiale.

— Il Signore che ci fa abitare con così bella unanimità di consensi nella sua casa, voglia egli sempre accordare sovrabbondanza di vigore e di forza spirituale al popolo suo.

— Deus inhabitare facit unanimes in domo: ipse dabit virtutem et fortitudinem plebi suae.

— Sia benedetto il Signore. Egli porta sopra di sé i pesi della nostra giornata. Ogni giorno egli sia da noi benedetto: lui che è il Salvatore e la nostra pace.

— Benedictus Deus per singulos dies: portat onera nostra Deus, sales nostra.

Questi sono, cari figliuoli, i sentimenti del Nostro cuore; questi sono i voti che affidiamo alla bontà misericordiosa del Signore per voi.

Iddio vi assista e vi protegga sempre. Auspice dei divini favori è l'Apostolica Benedizione, che effondiamo sopra il venerato Cardinale Vescovo, il suo Suffraganeo, il clero, il seminario; sopra voi tutti; estendendola ai vostri familiari, alle iniziative di pietà religiosa, di apostolato, di carità: e a tutta la cara città e diocesi di Albano.


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*A.A.S., vol. LIV (1962), n. 11, pp. 656-661.

[1] Cfr. Io, 10,14.

[2] Cfr. Exod. 20, 8.


DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
ALLE RAPPRESENTANZE UFFICIALI
DELLA DIOCESI DI ALBANO*
Sala per le udienze della Villa Pontificia
di Castel Gandolfo
Domenica, 26 agosto 1962


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