IL CATTOLICO PROVVEDUTO "pratiche di pietà con analoghe istruzioni" di san Giovanni Bosco

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Caterina63
00mercoledì 17 novembre 2010 01:13
Amici....dalla mia biblioteca vorrei condividervi un Breviario particolare e antico, eppure sempre nuovo.... porta la firma di san Giovanni Bosco ed è proprio del 1868, si è antico.... e vi ha contribuito proprio lui, il santo dei giovani, quel san Giovanni Bosco che tutti abbiamo imparato ad amare e che i salesiani ben conoscono...

Vi posto l'immagine di copertina con la prima pagina e la Presentazione, firmata appunto da don Bosco e a Lui vogliamo affidare questa raccolta che vi propongo per la personale edificazione, preparazione alla vera Fede e da condividere anche con altri.....

Invitiamo chiunque volesse ricopiare altrove quanto segue, lo faccia con onestà, citando questa fonte......ed evitando di estrapolare singole parti per usarlo con scopi diversi da questo.....
Grazie!
LDCaterina63



        Il Cattolico provveduto di san Giovanni Bosco

                  Il Cattolico provveduto di san Giovanni Bosco




Della preghiera: che cosa voglia dire pregare.

La prima preoccupazione che san Giovanni Bosco pone all'attenzione del Cattolico è la PREGHIERA, definendola la prima forma della vera pietà....
Così scrive:

"Pregare vuol dire innalzare il proprio cuore a Dio, e intrattenersi con Lui per mezzo di santi pensieri e divoti sentimenti.
Perciò ogni pensiero di Dio e ogni sguardo a Lui è preghiera, quanto maggiormente è congiunto al sentimento di pietà.
Chi pertanto pensa al Signore o alle sue infinite perfezioni, e in questo pensiero prova un affetto di gioia, di venerazione, di amore, di ammirazione, di sacro timore, costui prega, sta pregando.
(...)
Chi finalmente nella contrizione del cuore si volge a Dio e ricorda che ha oltraggiato il proprio Padre, offeso il proprio Giudice, ed ha perduto il più grande Bene, e implora perdono e propone di emendarsi, costui prega.
Il pregare è perciò cosa assai facile.
Ognuno di noi può in ogni luogo, in ogni momento, sollevare il suo cuore a Dio per mezzo di pii sentimenti.
Non sono necessarie parole ricercate e squisite, ma bastano semplici pensieri sinceri accompagnati da divoti interni affetti.

Una preghiera che consista in soli puri pensieri, per esempio in una tranquilla ammirazione della grandezza ed onnipotenza divina - puoi riflettere un pensiero sulla Incarnazione o sulla Eucarestia ove maggiormente l'onnipotenza divina è manifesta -, è una preghiera interna, o meditazione, oppure contemplazione.
E per essere pensieri puri non devi restare li a domandare che il mistero e l'onnipotenza ti vengano disvelati, impara innanzi tutto ad accogliere questa onnipotenza così come Dio ce l'ha donata, e a restarne meravigliato, ricorda che la prima autentica forma di pietà è proprio quello dell'accogliere Dio per come si è voluto donare a noi: come potresti accogliere un povero o un bisognoso se non sei in grado prima di accogliere quel Gesù Mendicante del tuo cuore?

Poi c'è il modo che esterna la preghiera per mezzo di parole e questa si dice "vocale", va bene anche questa, sia l'una che l'altra maniera di pregare deve essere cara al cristiano, che ama davvero Iddio.
Un buon figlio infatti, pensa volentieri e in modo benevole del proprio padre, e sfoga con Lui gli affetti del proprio cuore, gli apre il proprio cuore.

Come mai dunque, un cristiano giunge invece a non pensare volentieri a Dio, suo amorosissimo Padre e a Gesù suo misericordioso Redentore, a negarGli sentimenti di riverenza, di vera pietà, di riconoscenza, di stupore, di amore, e a non confidare pregando per un aiuto e per una grazia?
Il pregare frequente è per tutti e senza eccezione, un dovere indispensabile!

(...)
Ci dice Gesù Cristo: Voi non potete fare nessuna cosa senza di me. Chiedete e riceverete. In verità vi dico, qualunque cosa chiederte al Padre in nome mio, vi sarà concessa; pregate e otterrete, affinchè la vostra gioia resti compita.
Così dalla considerazione delle relazioni dell'uomo verso Dio nasce lo stretto dovere di pregare spesso, anzi, sempre!
Il cristiano che non prega è un uomo senza speranza!
E poichè la vita cristiana è essenzialmente una vita spirituale che ci prepara per la Vita Eterna, la Preghiera è allora una compagna inseparabile, è il primo alimento dello spirito, come il pane è il cibo per il corpo, ma è anche una medicina contro il peccato, così come curi il tuo corpo quando è ammalato.

Considera anche che chi non prega non può perseverare nelle virtù, e così come chi non mangia denutre il corpo e lo porta a deperire, la stessa cura devi avere per lo spirito, devi nutrirlo con la preghiera.
Se ti piace vivere bene, come è giusto che sia e vivere bene è un dovere per ogni uomo, così anche è un dovere intrattenersi con Dio perchè, come dice sant'Agostino: Chi ha imparato a ben pregare, ha imparato a ben vivere!

Sebbene in ogni luogo noi possiamo pregare, tuttavia per quanto è possibile è assai più conveniente che un cristiano preghi in Chiesa, Gesù stesso ci ha insegnato il rispetto del luogo di Culto e maggiormente per noi la Chiesa è un posto privilegiato perchè lì ci attende Gesù personalmente nel Mistero dell'Eucarestia.
La mia casa è casa di preghiera, dice Gesù
!
Così che quando siamo in Chiesa si rispetti il silenzio e il luogo santo, con decoro e compostezza davanti al SS. Sacramento nel Tabernacolo, è come se noi fossimo in cielo innanzi al Suo trono Santo.
Per questo è molto importante per noi pregare in Chiesa: se Dio lo troviamo ovunque, è sempre in Chiesa che siamo certi di trovarlo e Lui è li ad attenderci per ascoltarci ma anche per parlare al nostro cuore.

continua.......



Caterina63
00mercoledì 17 novembre 2010 10:26
 
Come deve essere fatta la preghiera
.

Non credere che tutte le preghiere giungano a Dio!
Affinchè la preghiera del cristiano sia pienamente accetta a Dio e ottenga infallibilmente il suo effetto, devi avere cura di alcune condizioni.

1. Chi prega deve essere nello stato santificante, cioè deve prima regolare la sua coscienza e non avere il peso di alcun grave peccato mortale che non sia stato cancellato colla confessione sacramentale e la vera contrizione. Perchè, come dice la Scrittura, il Signore si tiene lontano dall'empio, ed egli esaudisce la preghiera del giusto (Proverbi 28,2), non puoi pretendere di essere ascoltato se rifiuti di ascoltare!
E ciò non ostante anche chi è in stato di grave peccato, se ha in cuore un qualche desiderio di correggersi e prega innanzi tutto di ricevere la grazia del pentimento e con l'intenzione di onorare Iddio, quantunque egli non abbia alcun diritto di essere esaudito, poichè ha negato l'amicizia con Dio, tuttavia la sua preghiera è sommamente utile, perchè la infinita bontà divina non manca mai di ottenere delle grazie soprattutto per la salvezza delle anime.

2. A differenza di chi non è stato ancora battezzato, il cristiano deve invece pregare inspirato dalla fede, perchè senza la fede è impossibile piacere a Dio, e dove manca la fede o non si prega con un cuore puro, non si rende disponibile alla bontà, alla sapienza ed onnipotenza di Dio e all'onore che ogni creatura, specialmente se battezzata, deve solo a Lui prima che ad ogni altro.

3. Si deve pregare soprattutto con umiltà!
La vera umiltà nella preghiera fa sentire per una parte il bisogno della grazia, per l'altra la totale mancanza in se stesso di qualunque merito o titolo atto ad ottenere quanto domanda. Imperocchè: "Iddio resiste ai superbi e dà agli umili la sua grazia" (Giac. 4).

4. E' importante che nella preghiera osservi scrupolosamente un ordine riguardo alle cose che domanda.
"Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà dato per giunta" (Mt.6), è il monito di Nostro Signore Gesù Cristo!
Quindi dobbiamo prima cercare i beni spirituali che sono:
- il perdono dei peccati e la vera contrizione del cuore affinchè sia reso puro;
- il lume vero della ragione e la divina Sapienza per conoscere la volontà di Dio e i nostri errori e difetti;
- i doni dello Spirito Santo che sono: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio;
- infine richiedere il dono della perseveranza e la vittoria sulle tentazioni.

Dopo di ciò allora possiamo chiedere anche i beni temporali e materiali, la sanità da qualche malattia, i mezzi necessari onde ben campare la vita, la benedizione sulle cose che sono a noi care, sull'occupazione, sul negozio, sulla nostra campagna, sulla nostra famiglia, invocare la grazia affinchè ci vengano risparmiate le disgrazie, i tremendi dolori, le afflizioni in cui spesso ci troviamo.
Non è appunto questo che ci suggerisce l'ultima parte del Pater Noster e l'esempio di Gesù nell'orto degli Olivi?
E' bene sempre invocare l'Angelo Custode al termine di ogni Orazione rivolta a Dio.
Ma sempre tenendo bene a mente che tale domanda di risparmiarci dalle afflizioni sia fatta colla condizione se è volontà di Dio, che non sia appunto dannosa per l'anima, dice infatti Nostro Signore: "Padre, se puoi allontana da me questo calice, imperocchè non come voglio io, ma sia fatto come vuoi tu".
Perciò in ogni preghiera che fai, devi considerare e desiderare che ciò che si realizzi non sia mai la tua volontà, ma quella di Dio, fidandoti di Lui soprattutto quando sembra non esaudire le nostre richieste.

5. Gesù ci dice categoricamente che nessuno va al Padre e nessuno conosce il Padre se non per mezzo di Lui, così è importante che ogni preghiera sia fatta in nome di Cristo Gesù, conciossiachè nessuna grazia si possa ottenere da Dio, se non per i meriti del nostro divin Redentore verso il quale la Madre stessa, da noi invocata, ricorre per ottenerci grazie e salvezza.

6. Gesù insegna che è necessario pregare "sempre".
Pregare "sempre" significa riporre in essa una fiducia incessante e la certezza di essere esauditi, sempre se abbiamo impostato in ordine le condizioni sopra esposte, affinchè possiamo essere esauditi!
Chi prega dubitando di essere esaudito, compie una grave ingiustizia e fa ingiuria a Dio il quale ha promesso di "aprire a chiunque bussa" e di essere esaudita in qualunque cosa avessimo chiesto in nome di Gesù Cristo.
Se dunque non veniamo esauditi bisogna interrogarsi su che cosa abbiamo chiesto e se ciò che abbiamo chiesto sia un danno per l'anima nostra, o se abbiamo preteso con la preghiera di avanzare i nostri egoismi e piegare Dio alla nostra volontà, perciocchè Dio non può esaudirci.
Perciò quando gli domandiamo un favore, abbandoniamoci in Lui con immensa fiducia che se non saremo esauditi Egli di certo supplisce con altre grazie ancora più grandi perchè comprendiamo quale sia la sua vera volontà e ciò che è meglio per noi.
La preghiera incessante e fatta in questo modo, è onnipotente e nessuno che abbia pregato così correttamente è rimasto mai deluso!

7. Il cristiano è parte integrante di una immensa comunità che forma il Corpo vivo e santo della Chiesa, perciò egli quando prega anche se fisicamente da solo, non  prega mai da solo!
Fin dal giorno della Pentecoste il cristiano provveduto unisce la propria preghiera a quella di Maria Santissima, degli Angeli e dei Santi che sono nel Cielo, alle Anime sante del Purgatorio, ed insieme a tutti i giusti che sono sulla terra in ogni parte del mondo.
Perciò, quando preghi, sappi che già la Chiesa ha pregato o sta pregando anche per te, quindi unisciti a Lei mediante la recita del Credo dove invochiamo e riconosciamo la Comunione dei Santi dei quali la Vergine Maria, Ausiliatrice dei cristiani, è accanto al divin Figlio pronta ad intercedere.
Imperocchè non dimenticarti di chiedere nella preghiera la salvezza delle Anime del Purgatorio, specialmente le Anime più abbandonate dai vivi e dimenticate e che maggiormente soffrono.

Molti criatiani pensano che questo genere di pregare sia inutile, o perchè non ne vedono l'immediato effetto, o perchè non ottengono quelle determinate grazie che chiedono pensando forse che siano per essi una priorità.
Ma è necessario sapere che Iddio esaudisce le nostre preghiere solo in quel modo e nel tempo che Egli ritiene opportuno e conveniente per la vera santificazione ma anche di più per l'avanzamento del Suo regno, anche se ci lascia spesso senza conoscere i modi e i tempi a Lui graditi.
Ma proprio questo alimenta in noi la virtù della perseveranza, della fiducia incondizionata, della pazienza e quando saremo davanti al cospetto di Dio, faccia a faccia, allora vedremo che neppure una parola delle nostre autentiche prehiere è andata perduta, nessuna parola giusta rimane senza effetto.

Ora, per terminare questa breve istruzione devesi osservare che non si può pregare Iddio senza una adeguata preparazione, così come insegna la Scrittura: "Prima dell'orazione prepara l'anima tua e non essere come quell'uomo che tenta Dio..." (Eccl.28,23).

E' indispensare riflettere innanzi tutto a quale onore sia il presentarti davanti al Signore, Re del cielo e della terra, dispondi l'animo a questo incontro riflettendo attentamente che Egli già ben conosce tutto di te, di cosa hai bisogno, di ogni necessità, il nostro Dio non ha bisogno delle nostre preghiere, ma la preghiera perfeziona il nostro animo e ci rende presentabili davanti a Lui.
Non stare li ad inventarti parole che potrebbero offuscare la corretta dottrina, usa qualche già onorato libretto, usa il rosario, l'importante è che ciò che leggi o che hai imparato a memoria, ti sgorga dal cuore, devi fare tua la preghiera della Chiesa perchè tu ne sei membra viva che anima e sollecita la Chiesa, insieme agli altri, per edificare la tua anima e quella di altri, ed edifica il Corpo vivo della Chiesa stessa.
In questo modo tu pregherai davvero Iddio "in spirito e verità".

Sebbene si possa pregare in qualsiasi posizione, tuttavia è bene che tu scelga quella che nella Chiesa ha il suo fondamento ben collaudato ossia, pregare sovente in ginocchio e a mani giunte, collo sguardo abbassato oppure rivolto verso il SS. Sacramento nel Tabernacolo, o volgendo ora anche uno sguardo verso le decorazioni sacre che nelle nostre chiese ci insegnano le storie della Scrittura e la vita dei Santi, ovunque volgi lo sguardo sentiti umile e piccolo.
E' importante in Chiesa avere il rispetto verso chi ci guarda per non essere di cattivo esempio, perciò sii attento ad essere dignitoso nel comportamento, decoroso nel vestire, umile nel pregare, rispetta il luogo con il silenzio, la tua presenza orante, in ginocchio davanti al SS. Sacramento sarà la miglior testimonianza che tu potrai dare a chi, presente con te in quel momento, potrebbe in cuor suo dubitare della nostra dottrina.
Il nostro comportamento e il nostro esteriore atteggiamento, sono importanti e influenzano spesso l'atteggiamento che altri prenderanno
.

Prega dunque, senza mai tentare il Signore Iddio, segui quanto ti è stato consigliato e presto vedrai immensi benefici!






Caterina63
00mercoledì 17 novembre 2010 16:40
Le primizie della giornata.

san Giovanni Bosco in questo capitoletto, spiega l'importanza della Preghiera la quale dovrebbe occupare tutto il nostro tempo, spiegando che come avremo passato il tempo in terra, questo costituirà il grado di beatitudine in Cielo, e quando non ci è possibile pregare fisicamente, lo si faccia almeno mentalmente, ossia, avere un costante pensiero a Dio sempre, vivere con Dio fin da questa vita che ci è data da vivere.
Tuttavia spiegando anche le naturali difficoltà dell'uomo, così insegna:


Tu sai, o cristiano, che l'unico vero bene dell'anima nostra è Dio; che noi siamo stati creati per Lui e a Lui dovremmo tenere rivolti gli occhi dell'anima, giorno e notte, imitando gli Angeli e i Santi i quali mai cessarono di lodarlo, glorificarlo e contemplarlo.
Ma siamo anche consapevoli che la nostra misera condizione umana non ci permette di essere perseveranti e fedeli a questi desideri, poichè siamo costretti ad assencondare le necessità del corpo che ha bisogno di nutrirsi, ora di sollievo, ora di riposare in determinati tempi del giorno e della notte per ritemprarsi dalle fatiche quotidiane.
Io non voglio certo definire malsano questo tempo, nè tempo perduto perchè che anche si riposa, dice la Scrittura, il nostro cuore può restare con Cristo Signore e poi anche il riposo, il cibo, il corretto divertimento o svago, se ben regolati, sono cose altrettanto gradite al Signore, anche Gesù soleva recarsi a qualche festa del suo tempo, rammentiamo tutti l'invito alle Nozze di Cana, o quando si recava dagli amici.

Ma quello che voglio farti notare perchè ti sia di esempio e di edificazione, è il comportamento dei Santi i quali si dispiacevano di dover passare una gran parte della loro vita in altre occupazioni, perchè non potevano restare fissi a contemplare il Signore Gesù.
Per fare come loro ti basta seguire questo piccolo stratagemma:
invece di fondare la tua esistenza sul lavoro e nel tempo libero dedicarti alla Preghiera, comincia a pensare che quando lavori è il tuo tempo libero e che la preghiera non è un riempitivo, ma la tua occupazione principale che non sarà così mai sospesa mentre lavori
.

Leggiamo dalla Scrittura che il re Davide sorgeva dal letto di mezza notte al fine di pregare, preoccupandosi di passare tanto tempo colla mente non occupata del suo Dio.
Leggiamo di come sant'Antonio abate, passava le intere notti nella preghiera e nella contemplazione, e quando compariva l'alba, egli se ne lamentava amorevolmente col sole perchè veniva a disturbarlo.
Leggiamo come il santo padre Domenico, fondatore dei Predicatori, passasse le notti a piangere e a pregare davanti al SS. Sacramento nel Tabernacolo, supplicando Dio di volersi occupare dei poveri peccatori, e di giorno andava a predicare con i suoi frati, si riposava così ogni tanto appoggiando la testa sull'altare, e dopo un breve riposo, si risvegliava per ritornare a pregare.
Leggiamo anche di san Luigi Gonzaga, figlio di un principe e ancora giovinetto, che nel cuor della notte, anche nella fredda stagione, si alzava dal letto, e in ginocchio sulla nuda terra passava le ore a pregare, cercando sempre di mettersi in compagnia dei Santi che tanto amava invocare per insieme lodare Iddio e benedirlo.

Ma non è a tutti concesso di fare cotali sacrifici, nè Iddio li esige!
Ma è Lui che suscita questi animi ardenti per la nostra edificazione e per esserci di incoraggiamento, i Santi sono coloro che hanno risposto in modo positivo.
Perciò noi possiamo limitare le nostre preghiere a certi tempi determinati, ma quando preghiamo, dobbiamo almeno provare di farlo con la medesima ardente passione.

Quindi è proprio il mattino, appena svegliati, che possiamo e dobbiamo rivolgere il nostro saluto al Signore che ci ha custoditi nella notte, il nostro primo pensiero sia quello di dare uno slancio a Dio, offrirGli il nostro cuore, attestarGli il nostro amore e la nostra riconoscenza e spingerLo soavemente a restare accanto a noi tutto il giorno!

Eppure molti cristiani si alzano la mattina senza più pensare a Dio!
Senza più farsi il segno della Croce, hanno già rivolto il proprio cuore alle attività materiali, alcuni poi inquieti bestemmiano appena svegli, altri pensano già come rubare al proprio prossimo, altri ancora si alzano per meditar vendetta, altri ancora sorridono al sole pensando come far più soldi.
Essi già si negano la gioia di aver trascorso una notte sotto le ali della Provvidenza, ed incuranti, non cercano più la protezione del Signore!
Quanti cristiani infelici!

Ma se tu vuoi essere veramente un cattolico provveduto, pensa a qual bel momento sia la preghiera appena svegliato che ci apre le porte di una nuova giornata, ci mette nel campo del nuovo combattimento mai da soli, ma con i Santi, con Maria Ausiliatrice, con gli Angeli per una giornata che  schiude la via a nuove vittorie e a nuove conquiste per la Vita Eterna!
Ah! noi felici, se sapremo consacrare questo momento al Signore con un piccolo atto di adorazione, con un atto d'amore, un bacio d'amore al Crocefisso posto a regnare dentro la tua casa.

Oh! cristiano, guardati dall'essere nel numero di quelli infelici; sibbene imita i Santi, appena apri i tuoi occhi al nuovo giorno, alzati a contemplarlo quale dono che il Signore ti concede perchè tu possa entrare nelle schiere dei suoi santi, consacra a Lui tutti i tuoi affetti, offrigli subito i lavori che dovrai sbrigare nella giornata, è così che tutte le tue fatiche saranno benedette e produrranno molti frutti per te e per i tuoi cari, e questo giorno così ben cominciato ti procaccerà di saggiare una gioia di paradiso nella vita presente per inoltrarti in quello eterno, ma avrai anche da affrontare la giornata con tranquillità, serenità, la croce ti sarà più leggera perchè Gesù ha promesso che il suo giogo è leggero.

Chi non prega di buon mattino, appesantisce la propria croce, io per questo, di tutto cuore, ti raccomando che ti scelga qualche breve ma ardente preghiera, anche piccole giaculatorie come la Chiesa insegna, da tenere sempre sulle labbra al mattino non appena ti svegli.
Per esempio potresti dire:
- Gesù mio, misericordia!
- Sia lodato e ringraziato ogni momento, il SS.mo e divinissimo Sacramento.
- O Maria concepita senza peccato, pregate per me che ricorro a voi.
- Dolce Cuor del mio Gesù fa che t'ami sempre più; dolce Cuore di Maria, siate la salvezza per l'anima mia.
- San Giuseppe, san Michele Arcangelo, difendetemi contro il potere delle tenebre.
- Angelo di Dio che sei il mio custode, ecc...


Queste ed altre, sono tante, simil preghiere tu potrai recitare appena svegliato dopo esserti fatto il segno della Croce. E se l'alzarti ti costerà qualche pena, offrila a Dio insieme alle preghiere, baciare il Crocifisso e una immagine o statuetta della Vergine Santa, completeranno i tuoi atti d'amore e rafforzeranno i tuoi santi propositi.

Ma fai attenzione, vedi che questo, per un vero cristiano, non basta!
Un vero cattolico si unisce alla Santa Chiesa nella Preghiera, Essa ci ha insegnato bellissime preghiere che sono:
- il Pater Noster che ci ha trasmesso Gesù, l'Ave Maria, il Credo, la Salve Regina, l'Angelo di Dio, gli Atti di fede, di speranza e di carità, l'atto di dolore, con una raccomandazione per l'Eterno risposo dedicato alle Anime del Purgatorio.
Ma è anche conveniente ripetere i Dieci Comandamenti per non dimenticarci di osservarli durante la giornata!

Queste sono le autentiche preghiere che soglionsi praticare nelle vere Famiglie cristiane: e Iddio ha disposto che i nostri cari genitori ci facessero imparare queste eccellenti orazioni quando eravamo ancora fanciulli, affinchè  ci rimanessero ben fisse nella mente ma anche nel cuore, e così imparate da non dimenticarle mai anche una volta cresciuti!
Ma quanti cristiani oggi non seguono più il Signore Iddio e trascurano d'insegnar ai figlioletti queste preghiere!
E sono famiglie che spesso sono tribolate, vivono anche molte tragedie e i figli si perdono nella deliquenza.
Molti che vedono famiglie cristiane che pregano e poi sentire di ammalati nel loro interno, vorrebbero sostenere che sono tribolate lo stesso, quale stoltezza van dicendo! la tribolazione della Croce è una benedizione e il Signore stesso aiuta a portarla dando la forza ed altre grazie, ma la tribolazione di chi non prega non è la medesima cosa, si tramuta in disperazione, in scoramento, e spesso in suicidio oppure omicidio e spesso lo si vede dai poveri figli abbandonati a queste tribolazioni, fare la fine dei disperati, vivere in modo peccaminoso fino al dissolvimento di ogni capacità razionale ed inesorabilmente rischiare di perdersi eternamente.
La Croce che portan le famiglie veramente cristiane è tutt'altra cosa, il Signore arreca la serenità, per Lui si è disposti a portare il peso così che esso si fa leggero e non c'è disperazione, non c'è suicidio, i figli crescono lo stesso sani e con la mente ragionano sul loro futuro aiutando perfino i genitori in difficoltà.
Quante storie potrei portarti!
Ma tu stesso puoi cercarle, tante ve ne sono!

Nel vestirti cerca di essere modesto, sobrio, decente!
Sarebbe inutile aver pregato e poi vestirsi in modo inappropriato, non dimenticare mai che quel giorno potrebbe essere il tuo ultimo su questa terra, e come ti presenteresti davanti al Signore?
Gli sciocchi fanno scongiuri nel sentir parlare di ultimo giorno e di morte, ma lo fanno per giustificare l'immodestia ed ogni trascuratezza, lo fanno per giustificare i propri desideri, vogliono sfidare Dio, ma tu non imitarli, abbia cura del senso del pudore per non essere di cattivo esempio al prossimo che sei invitato ad amare cominciando proprio dandogli una vera testimonianza di come crede e vive un vero cattolico provveduto.
Sappi anche che ogni atto di virtù, anche il più piccolo, fatto per amor di Dio ha in cielo una ricompensa si grande che la mente umana non può immaginare!

Infine, se ti riesce di fare un passo verso la Chiesa, sarebbe ancora meglio, lì troverai sempre Gesù nell'Ostia santa che ti attende per cominciare questa giornata operosa.
Eccita il tuo cuore fin dall'alba verso di Lui, mettiti in ginocchio e rammenta che sei al cospetto del Re dei re che per te si è fatto prigioniero volontario del SS. Sacramento nel Tabernacolo, come potresti mai dubitare di un Dio così ricco di misericordia?
Ricorda le parole di Gesù: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me!"
Allora sappi che queste preghiere che ti ho segnalato, ti rendono un cuore vivo e compassionevole, attento ai bisogni che Dio nutre verso di te.
Prega bene e non distrarti, rendi a Dio l'omaggio che gli è dovuto, porta riparazione verso chi offende ed offenderà il Signore Dio in quel giorno, digli tutto il tuo dispiacere, faglielo sentire dal tuo cuore.
E quando sarai sul lavoro, pensa a Gesù sovente, ricorri per questo alla Vergine Santa e a san Giuseppe che lo hanno cresciuto, come la Madre anche tu "medita tutte queste cose nel tuo cuore".
Questo sarà un pregare "in spirito e verità" dando alla tua vita un riflesso di Paradiso!

Tu dunque possiedi un grande tesoro, possedendo un giorno in più nel quale cominciare la tua giornata pregando e lavorando offrendo atti di virtù.
Sappi occupare bene questo giorno che comincia, sii saggio e non sprecarlo, sii cattolico provveduto e non uno sprovveduto e perciò pensaci a quanto ti ho detto.
Te felice se saprai accogliere questo mio consiglio, felice in vita, felice in morte, felice in Paradiso!



Caterina63
00giovedì 18 novembre 2010 11:40
 
 Origine del segno della Santa Croce.

Così la spiega san Giovanni Bosco.

Innanzi d'incominciare le nostre orazioni generalmente noi dobbiamo fare il segno della santa Croce.
Non basta che noi lo facciamo comechesia, ma bisogna farlo bene e con tanta attenzione, con divozione e con tanto amore.
In primo luogo esso va fatto senza fretta! come purtroppo si suol fare da molti in modo irriverente.
In secondo luogo è importante la divozione che mettiamo nel farlo, pensando principalmente ai grandi misteri che in questo segno sono immensamente racchiusi.
Poichè voglio pensare che tu faccia questo segno della santa Croce nel debito modo, mi trattengo così solo ad esporti brevemente l'origine di questo grande segno, e le grazie immense che Iddio misericordioso concede a chi lo pratica sovente e con vera compassione.

( in una omelia si riporta io seguente insegnamento di san Giovanni Bosco, non interno al testo in questione, sempre sul segno della croce)

Devi anzi tutto non cedere all'ascolto di chi protesta contro questo segno, una protesta che ebbe inizio con i protestanti e perciò non sono credibili quandochè vollero negare al Sommo Pontefice l'infallibilità del suo insegnamento magistrale, mentre invece tu, figliolo della santa Madre Chiesa, ti porrai più umilmente in virtù d'ascoltare come insegnarono i santi Padri che consegnarono al santo Diposito della fede, la corretta Tradizione che a nessuno è lecito di soffocare.

( qui si riprende dal Breviario)

Si può dare per certo, che il segno della santa Croce fu già praticato dagli stessi Apostoli, ed è cosa fuori dubbio giacchè i santi Padri della Chiesa in ogni tempo lo hanno raccomandato ai cristiani.
Lo storico Niceforo ci narra (lib.2 Stor., cap.42 ) che san Giovanni apostolo ed evangelista avendo saputo per divina rivelazione il giorno e l'ora della sua morte, quando vide avvicinarsi questo tempo da lui cotanto desiderato, prese con sè il suoi più cari discepoli, e con essi uscì fuori di città, incamminandosi verso un monticello poco distante da Efeso.
Colà che vi fu giunto, rivolse ad essi amorevoli parole, promettendo che il Cielo avrebbe pregato per essi e avrebbe continuato ad intercedere per ogni loro necessità missionaria.
In ultimo raccomandò a Dio la santa Chiesa, e disceso nella tomba che si era fatto preparare, ivi fece il segno della santa Croce e spirò l'anima sua.

Possiamo allora ben argomentare che questa pratica era già conosciuta dagli Apostoli e tramandata dai loro discepoli, ed una ragione per cui dobbiamo credere a questo è quando l'apostolo Paolo ricorda ai suoi due discepoli Tito e Timoteo di attenersi scrupolosamente non soltanto alle lettere che gli Apostoli scrivevano, ma anche alle cose dette a voce, ossia tramandate dalle catechesi che essi facevano ispirati dallo Spirito Santo e che non furono subito trascritte, ma portate nella Tradizione cattolica della santa Chiesa e dai Padri della Chiesa continuate ad essere tramandate.
Così san Cirillo Gerosolimitano ci dice che l'usanza di fare questo segno fu dato proprio da Nostro Signore Gesù Cristo e che gli Apostoli anche se non lo misero per iscritto, lo tramandarono ai propri discepoli.
San Girolamo più apertamente dice che Gesù, dovendo ritornare al Padre, ci lasciò il segno della santa Croce, ossia, insegnò ad opporlo  sulla fronte come segno affettuoso sui suoi Apostoli, affinchè potessimo più liberamente ripetere e comprendere le parole del Profeta Isaia
- Fu segnato sopra di noi, o Signore, il lume del Tuo volto: hoc signum crucis ad Patrem ascendens Dominus reliquit, sive in frontibus nostris posuit, ut libere diceremus: Signatum est super nos lumen vultus tui, Domine. (Is. cap. 65 )
Da questi testimoni e da molti altri  che io ti potrei addurre si fa manifesto che il segno della santa Croce fu insegnato dallo stesso Gesù Cristo, e dagli Apostoli propagato per tutta la Chiesa.
Quindi non è maraviglia se i cristiani già fin dai primi tempi lo praticassero assiduamente. 

Tertulliano parla della frequenza, colla quale i primi fedeli solevano farei il segno della santa croce, e dice: « Nell'entrare e nell'uscire di casa, nel vestirsi, nel prender cibo noi ci segniamo la fronte col segno della croce: Ad omnem aditum, ad exitum, ad vestitum, ad mensam frontem signo crucis terimus (De corona mil.). »
E s. Cirillo Gerosolimitano esorta i cristiani a far il segno della croce sia che prendano cibo o bevanda, sia che seggano o stiano in piedi, o che parlino o camminino, in somma in ogni azione (cath. 4). La stessa esortazione fa s. Ambrogio. S. Gregorio Nazianzeno ci dice, che sino i soldati solevano fare questo segno prima di mettersi a mensa
(serm. 43, orat. in Iul.).
 

Utilità del segno della santa croce.

Grandi poi sono le grazie e spirituali e temporali che Iddio concede a quelli che divotamente fanno il segno della santa  croce.
Ecco alcuni esempi: S. Tecla, convertita alla Fede dallo stesso san Paolo apostolo, fu in odio della Fede condannata ad essere bruciata viva: ma giunta che fu al luogo del supplizio essa si fece il segno della santa croce, e subito il fuoco si spense, lasciando Tecla libera e salva. (Ado Trevir. in Martyr. die 23 septembris).
 

S. Antonio l'Eremita fu un giorno assalito da una moltitudine di demonii. Questi spiriti maligni sotto la forma di bestie feroci e serpenti velenosi minacciavano di torgli la vita se non commetteva un peccato a cui lo stimolavano. Il servo di Dio li lasciò dire e fare per qualche tempo, e poscia col segno della santa croce li costrinse tutti alla fuga. (In vita sancti Ant. apud Athanasium).
Lo stesso attesta s. Girolamo di s. Illarione, il quale col segno della santa croce pose in fuga molti spiriti infernali usciti fuori a tentarlo.

Alcuni malevoli, non potendo soffrire i rimproveri che la vita di s. Benedetto loro faceva, avevano deliberato di farlo morire. Invitatolo quindi a pranzo, gli porsero  un bicchiere con entro del vino avvelenato. Ma mentre erano per sedere a tavola, fattosi dal santo Abate il segno della croce secondo il suo solito, il bicchiere si ruppe con fragore, come se fosse stato colpito da una pietra, rimanendo pieni di stupore e di spavento i circostanti.

Io conchiudo, o caro cristiano, raccomandandoti di fare sovente questo segno ad imitazione degli Apostoli, e dei primitivi fedeli. Sia questa la nostra arma contro ogni sorta di nemici; di essa valiamoci in ogni nostro bisogno; non cominciamo preghiera, non lavoro d'importanza senza farci precedere questo segno di salute. Così facendo attireremo sopra di noi le celesti benedizioni.

Ed appunto a infervorarci nella pratica del segno della santa croce il sommo Pontefice Pio IX concesse ogni volta 100 giorni d'Indulgenza.

          

Caterina63
00giovedì 18 novembre 2010 12:10

Istruzione sulle principiali orazioni del cristiano


Del Pater noster.



Onde farti un'idea dell'eccellenza dell'orazione detta il Pater noster ti basti sapere che essa ci fu insegnata dallo stesso Figlio di Dio, Gesù Cristo. Questo nostro divin Maestro parlando un giorno della preghiera[1], e vedendo che gli uomini non avrebbero saputo pregare convenientemente, nè domandare quelle cose che loro sarebbero state necessarie, rivolto ai discepoli che lo accompagnavano, loro disse: Quando voi pregate dite così: Padre nostro che sei ne' cieli, sia santificato il nome tuo ecc.

Chi mai fra gli uomini avrebbe avuto l'ardire di chiamar Iddio col nome di padre se Gesù suo figliuolo non ce l'avesse insegnato? Perciò la Chiesa piena di maraviglia a tali parole, ogni giorno nella santa messa prima di recitare il Pater dice che essa non avrebbe mai l'ardire di parlare a Dio in tal modo, se non ne avesse ricevuto l'ammaestramento ed il comando dal suo divino sposo Gesù Cristo. Ma oh! come suona dolce all'orecchio di un cristiano quel nome benedetto! Che consolazione non si spande nel nostro cuore al pensare che Iddio Ottimo Massimo, il padrone del cielo e della terra, vuole che noi lo invochiamo nostro Padre! e perchè non temessimo di così chiamarlo, ci manifestò questo suo volere per mezzo dello stesso suo divin Figliuolo! Noi possiamo bene star sicuri di essere esauditi, se a lui ricorriamo con questa sua preghiera; imperciocchè avendocela egli stesso insegnata, è segno chiaro che egli vuole concederci quanto in essa domandiamo.

Quali sono le cose che in essa si contengono? Tali e tante, che maggiori non si possono pensare. Con questa preghiera noi domandiamo a Dio quanto vi può essere di più grato a lui e di più utile per noi. Noi dimandiamo, che quel Dio così grande e così buono sia glorificato in tutti gli angoli dell'universo, e che egli regni nel cuore di tutti gli uomini, come regna nei suoi santi in cielo. Noi dimandiamo tutto quello che ci è necessario e per l'anima e pel corpo su questa terra; dimandiamo che Dio ci perdoni tutte le offese che gli abbiamo fatte, che infonda nel nostro cuore il suo amor divino, e che dopo averci liberati dai veri mali di questa vita possiamo un giorno arrivare a goderlo in Cielo per tutti i secoli. Che si può desiderare di più?

Impara, o cristiano, a stimare questa divina preghiera; e non ti rincresca di recitarla più volte; chè così facendo tu farai piovere sul tuo capo ogni sorta di celesti benedizioni.





Dell'Ave Maria. [SM=g1740750] [SM=g1740752]


Dopo il Pater noster non si saprebbe trovare altra orazione più eccellente e più importante dell'Ave, Maria. Questa breve preghiera è composta in parte dalle parole pronunziate dall'Arcangelo Gabriele quando fu da Dio mandato alla Beata Vergine ad annunziarle il gran mistero dell'Incarnazione del suo divin Figliuolo. A lei presentatosi l'Angelo così le disse: Dio ti salvi, o piena di grazia, il Signore è teco, tu sei benedetta fra le donne. Queste sono le precise parole uscite dalla bocca di quel celeste messaggero.

Quelle poche che seguono, fino alle parole Santa Maria, furono proferite da santa Elisabetta nell'atto di salutare Maria SS., che spinta dalla sua carità era venuta a visitarla per portarle in casa il Redentore del mondo e con esso ogni sorta di grazie e doni celesti. Entrata che vi fu Maria, santa Elisabetta si sentì subito inspirata da Dio, e al cospetto della SS. Vergine esclamò, ripetendo essa pure le parole dell'Angelo: Tu sei benedetta fra le donne, e quindi soggiunse: e benedetto è il frutto del ventre tuo, intendendo il Figliuolo di Dio, che Maria portava in seno.

Quello poi che segue sino al fine fu aggiunto dalla santa Chiesa dopo che nell'anno 431 nel concilio, ossia nell'adunanza generale dei vescovi tenuta nella città di Efeso nell'Asia Minore, fu definito quale, articolo di fede che Maria SS. è realmente Madre di Dio. Imperocchè in quel tempo era sorto un eresiarca di nome Nestorio, il quale fra i molti suoi errori opposti alla fede diceva eziandio che Maria Vergine non era, nè si poteva chiamare Madre di Dio. Udita una tale bestemmia, i cristiani, che sempre avevano nudrito nel cuore una viva e profonda venerazione verso della Regina del Cielo, si sentirono sommamente inorriditi, ed avvertirono immantinenti il sommo Pontefice, e lo pregarono di convocare un concilio generale, ossia di comandare a tutti i vescovi di radunarsi in qualche luogo fine di condannare questo nuovo errore infernale, e di togliere dalla Chiesa questo scandalo.

I vescovi in numero di 200 e più radunati, come dissi, in Efeso dichiararono, che la Beata Vergine era veramente e doveva chiamarsi Madre di Dio. Ed acciocchè questa verità fondamentale della fede cristiana rimanesse profondamente scolpita nel cuore dei fedeli, e non venisse a scancellarsi mai più, aggiunsero all'Ave Maria queste altre parole: Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della morte nostra. Così sia. Questa decisione e questa preghiera fu da tutti i cristiani accolta con grande festa e giubilo, mentre Iddio per vendicare l'offesa fatta alla sua Madre, punì severamente l'empio Nestorio, il quale condannato come eretico dalla Chiesa fu dall'imperatore mandato in esilio, dove il misero in pena della sua ostinazione ebbe a patire una delle più schifose malattie, per cui la sua lingua, colpevole di aver bestemmiata la Madre di Dio, fu rosa e divorata dai vermi.

Vedi adunque quanta sia la eccellenza dell'Ave Maria, e con quanta divozione debba essere da noi recitata. Questa sua eccellenza si farà ancor più manifesta, se per un istante consideri le belle cose che in essa sono contenute.

Noi incominciamo quest'orazione col fare un grazioso saluto a Colei, che è sommamente amata da Dio sopra tutte le creature, a Colei, che è incoronata Regina del cielo e della terra, a Colei, che ebbe il privilegio di essere Madre del Salvatore del mondo. Quindi le rinnoviamo quel bello elogio che le fece l'Angelo, proclamandola piena di grazia e ricolma delle benedizioni del Signore fin dal primo istante della sua immacolata Concezione, benedetta perciò fra tutte le figlie di Eva, e fra tutte essa sola eletta alla dignità di Madre di Dio. Ma a che varrebbe per noi, che ella fosse sì grande, se questa sua grandezza a nulla ci giovasse? Ed ecco che noi la preghiamo affinchè colla sua potente intercessione ci ottenga dal suo divin Figliuolo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Le diciamo che preghi per noi nel tempo presente, mentre noi camminiamo in mezzo a tanti pericoli e dell'anima e del corpo; ma specialmente che non si dimentichi di noi nel punto spaventoso della nostra morte, quando il demonio farà tutti i suoi sforzi per rovinarci eternamente, quando saremo per passare all'eternità e presentarci innanzi al divin Giudice. Ah! noi felici, o caro cristiano, se ora che siamo in vita reciteremo questa preghiera sovente e di cuore!





Del simbolo degli Apostoli detto volgarmente il Credo.


Dopo il Pater noster e l'Ave Maria nelle nostre orazioni recitiamo il Simbolo degli Apostoli detto comunemente il Credo. Tu forse vorrai sapere perchè il Credo si dice simbolo degli Apostoli, ed io sono pronto a contentarti. La parola simbolo ha due significati. In primo luogo significa una riunione di più cose; in secondo luogo significa insegna per mezzo della quale una cosa si può distinguere da un'altra.

Da ciò tu puoi già vedere come il nome di simbolo convenga appunto al Credo. Di fatto il Credo è la riunione o come il compendio delle principali verità della nostra santa religione; ed è parimenti un'insegna per cui noi possiamo distinguere i cristiani, ossia i credenti da quelli che non credono alla religione di Gesù Cristo. Si dice poi degli Apostoli, perchè il Credo fu certo nella sostanza se non nelle singole parole, composto dagli stessi Apostoli. I più antichi scrittori ci parlano di questo simbolo e ce lo danno d'istituzione apostolica. Così sant'Ireneo vescovo di Lione, il quale visse nel secondo secolo della Chiesa, dopo aver riportato diverse parti di questo simbolo, dice che la Chiesa lo ha ricevuto dagli Apostoli e dai loro discepoli.

Ruffino, celebre scrittore ecclesiastico, che visse sulla fine del quarto secolo, così scrive: « I nostri maggiori ci hanno tramandato, che dopo l'ascensione del Signore e la venuta dello Spirito Santo, gli Apostoli, dovendosi separare gli uni dagli altri, prima stabilirono insieme una norma di ciò che dovevano predicare. » Sant'Ambrogio vescovo di Milano, che visse egli pure sul finire del quarto secolo, dice: « Si creda al simbolo degli Apostoli, che la Chiesa romana ha custodito intemerato, ed oggi ancora lo conserva. » Credatur symbulo Apostolorum, quod Ecclesia romana semper custodivit intemeratum, et servat.
Il Credo ha perciò un'eccellenza particolare sia che si abbia riguardo alla sua istituzione, sia ancora per le grandi ed importanti verità che in esso sono contenute. Quindi la Chiesa ce lo fa recitare tutti i giorni nelle nostre preghiere, affinchè queste verità, che sono il fondamento della nostra religione, ci restino bene impresse nella mente da non più dimenticarle.

Nella recita del Credo noi richiamiamo alla memoria la grandezza e la potenza di Dio, il quale trasse dal nulla il cielo e la terra; richiamiamo alla mente l'idea della grande bontà e misericordia del figliuolo di Dio, il quale per aprirci le porte del cielo, da quattro mila e più anni chiuse pel peccato di Adamo, discese dal seno del divin Padre, e per mezzo di un miracolo inudito si fece uomo nascendo da una vergine. Sebbene egli avesse potuto salvare il mondo col versare una sola goccia del suo sangue, nondimeno volle soffrire tutti i tormenti e la morte per manifestarci sempre più il suo grande amore.

Ma a che avrebbe giovato la sua passione e morte, se con un novello miracolo non avesse dimostrato al mondo che egli era veramente figliuolo di Dio? Ed ecco che ad onta de' crudeli suoi nemici il terzo giorno, siccome aveva predetto, risorse glorioso e trionfante; e dopo avere in ogni punto di fede ammaestrato e confermato i suoi apostoli ritornò al seno del suo divin padre, dove ci promise di prepararci un luogo. Da quel regno di gloria, ove siede alla destra dell'Eterno Padre, scenderà di bel nuovo su questa terra alla fine dei secoli con maestà grande, e giudichera tutti gli uomini del mondo radunati nella gran valle di Giosafat.

Quali sentimenti di fede, di speranza e di amore non si destano nel nostro cuore alla considerazione di queste verità! Ma non basta credere in Dio padre e nel suo divin Figliuolo, ma dobbiamo anche credere nello Spirito santo, che da loro procede; dobbiamo credere la santa Chiesa cattolica, e crederla come stabilita da Gesù Cristo a nostra maestra e giudice nelle cose di fede: dobbiamo credere che in questa Chiesa vi è la partecipazione delle opere buone, vale a dire che di tutto il bene che si fa da ciascun fedele partecipano tutti gli altri, sebbene abitino negli ultimi confini della terra; dobbiamo credere che Gesù Cristo ha dato alla sua Chiesa la podestà di rimettere i peccati per mezzo dei sacramenti; dobbiamo credere che alla fine del mondo tutti gli uomini per la potenza di Dio dovranno risorgere dai loro sepolcri, ripigliare i loro corpi, quantunque ridotti in polvere e dispersi sulla faccia della terra: finalmente che dopo questa vi ha una vita che più non finisce, felice pei buoni, e piena di ogni sciagura pei malvagi. Ecco tutte le verità che noi protestiamo di credere, recitando il Credo.

Mio caro cristiano, procura di fissare alquanto la tua mente su questi articoli della nostra fede alloraquando tu hai occasione di recitare il simbolo degli Apostoli; e quindi io te lo raccomando tanto più di cuore avuto riguardo ai tempi miserabili in cui viviamo.

Non solo dagli eretici e dagli increduli, ma anche da molti cattivi cristiani si muove una guerra feroce alle verità anche più sacrosante della nostra religione. Deh! non lasciamoci ingannare. Costoro sono infelici, sono quali pecore smarrite, se pure non vogliamo chiamarli lupi rapaci.

Noi teniamoci caro il tesoro della fede; stimiamoci altamente fortunati di credere tutte queste verità, che furono mai sempre l'oggetto più tenero dei cristiani di tutti i secoli della Chiesa a cominciare dagli Apostoli sino a noi, e che oggidì sono credute da oltre duecento cinquanta milioni di cattolici, che desiderano di vivere e morire nel seno della Chiesa di Gesù Cristo, cioè di quella Chiesa che ha per capo il romano pontefice, Vicario di Gesù Cristo in terra.


[SM=g1740733]



Caterina63
00martedì 27 settembre 2011 11:32
[SM=g1740733]apro una parentesi per invitare il CATTOLICO PROVVEDUTO A DIFFIDARE DI CERTI INSEGNAMENTI MODERNISTI DELLA RIVISTA "FAMIGLIA CRISTIANA" DA ANNI ALLA DERIVA DI UN SINCRETISMO E QUALUNQUISMO VERGOGNOSI....

Sirboni su Famiglia Cristiana: il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Un nostro attento lettore (e paziente, che legge ancora Famiglia Cristiana) ci segnala e invia questo articolo di don Silvano Sirboni intitolato “Quando si sta in piedi a Messa?” apparso sul n. 35, Anno LXXXI del 28 agosto 2011, pag. 11 di Famiglia Cristiana.
Si tratta della rubrica “Chiedi al teologo” in cui i lettori pongono domande, a cui teologi e liturgisti, più o meno competente, più o meno faziosi, danno risposta.
Questa volta una lettrice domandava
"Quali sono i momenti in cui si deve stare in piedi a Messa?".
Don Silvano si cimenta in una dotta argomentazione che ha dell'incredibile (in difetto).
Nel rispondere, il liturgista si produce in tutta una serie di frasi (arcinote, arcibanali e a nostro dire, arcibizzarre ) che già nell'
incipit fanno saltare sulla sedia per poi far cadere direttamente in terra se si scorre nel prosieguo del testo. In rosso, infratestuali, alcuni nostri commenti, che non siamo stati in grado di non inserire.

"La difficoltà di partecipare attivamente e consapevolmente alla Messa, soprattutto a causa della lingua, costrinse in passato ad "assistervi" sovrapponendo ad essa devozioni private [molto più pie, devote e partecipate di certi atteggiamenti annoiati e distratti di molti fedeli contemporanei durante le Messe di oggi] e assumento l'attengiamento più consono a questo tipo di preghiera, cioè in ginocchio [già, perché infatti il fedele che "per caso" si recava in chiesa la domenica alle 10.00, forse non sapendo cos'altro fare, faceva ragionamenti del seguente tenore: "Tò ma guarda, son in una chiesa, e stranamente si sta celebrando una Messa -di cui, io cattolico, non so proprio nulla-! Allora vediamo un po' in che posizione potrei mettermi... ma sì, dai, mettiamoci in ginocchio, sì, va"] quando invece l'originario atteggiamento dell'assemblea nella preghiera liturgica è in piedi. Infatti [tenetevi forte, perchè qui arriva la solita solfa] attraverso il Battesimo i cristiani sono diventati figli nel Figlio e come tali stanno in piedi davanti al Padre [ma stare in ginocchio, difronte al compiersi del Sacrificio che lo stesso Figlio offre allo stesso Padre è così strano?]
Eccettuati alcuni momenti in cui i fedeli stanno seduti o possono mettersi in ginocchio [si noti dice "possono"] nel rispetto di una prassi secolare [assurdo!! il rispetto dello stare inginocchiati sarebbe tributato alla prassi, e non al mistero sublime che si realizz sull'altare, alla Divina presenza di tutta la SS.ma Trinità nelle sacre specie, al sacrificio Eucaristico di Redenzione!!! Le vecchiette che ancora nonostante i dolori artosici si mettono in ginocchio, lo fanno solo per "abitudine" o antica usanza] durante le orazioni presidenziali [che orrendo termine!!] stanno in piedi poichè il sacerdote che presiede [e ridaiie!] non fa che prestare la sua voce al soggetto celebrante che è l'assemblea [qui il buon don Silvano è in odore di eresia, visto che omette di specificare che il vero, unico, indispensabile e solo "celebrante" è il Sacerdote-ministro, in persona Christi, mentre i fedeli non godono del "sacerdozio ministeriale!] corpo sacramentale di Cristo
[qui forse l'eresia c'è veramente. Io sapevo che il corpo sacramentale di Cristo fossero solo e veramente l'Ostia e il Vino Consacrati. La Chiesa, o l'assemblea, sono, caso mai, il "corpo mistico" di Cristo. E c'è una bella differenza!!!!! ] "

Insomma la risposta di don Silvano è po' confuso e ingannevole. E l'autore sa di esserlo, perchè pur citando la preghiera "Pregate fratelli..." non continua la frase che, forse unica traccia dell'essenza vera della Messa Cattolica, indica il ruolo del sacerdote, la natura e lo scopo della stessa: "e sorelle, affinchè il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre Onnipotente" - E maggior mente omette la risposta, a cui allude solo di sfuggita: "Il Signore riceva dalla TUE MANI questo sacrificio a lode e gloria del suo santo nome, per il bene nostro e per tutta la Sua Santa Chiesa."



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[SM=g1740733] Vi segnalo tre file di Padre Riccardo Barile O.P. che spiega per altro, proprio le questioni trattate in argomento e le cui risposte sono davvero diverse, soprattutto anche il terzo file, pregandovi di non estrapolare solo le singole parole che in alcuni casi potrebbero non essere comprese dal mondo tradizionale presente nel blog Laughing , ma ascoltate tutto il contesto....e dove condanna molti abusi della riforma e quel parlare di PRESIDENTE dell'assemblea, e quant'altro....  
CLICCATE QUI  
 
Caro Don Silvano, lei dice:  
 
La difficoltà di partecipare attivamente e consapevolmente alla Messa, soprattutto a causa della lingua, costrinse in passato ad "assistervi" sovrapponendo ad essa devozioni private e assumento l'attengiamento più consono a questo tipo di preghiera, cioè in ginocchio  quando invece l'originario atteggiamento dell'assemblea nella preghiera liturgica è in piedi.  
 
**********  
 
non ho mai letto tante corbellerie in sole tre righe.... Embarassed  io spero che lei si penta e si confessi per aver ingannato le centinaia di lettori che vi sono rimasti.... e le spiego il perchè:

1) è FALSO dire che "soprattutto a causa della lingua" siano subentrate le difficoltà che lei ha sottointeso descrivere....conservo i Breviari con la Messa alcuni datati nel 1850, breviari e libretti PER IL POPOLO, in tutti vi è la traduzione a fianco della lingua del posto....inoltre, il fatto che uno nascendo frequentava fin da bambino la Liturgia, essendo sempre stata in latino, non faceva affatto i suoi calcoli con la lingua del posto....  
 
2) è FALSO dire che "soprattutto a causa della lingua" si siano SOVRAPPOSTE LE DEVOZIONI POPOLARI.... mi pare di leggervi un astio ed un rigetto verso LA DEVOZIONE DEL ROSARIO, l'unica vera devozione popolare che soprattutto gli anziani usavano dire durante la Messa... ma questo non giunse per la noia, ma perchè GLI ANZIANI FACEVA A GARA PER DIRE TUTTO IL ROSARIO INTEGRALMENTE e questo comportava che per sbrigarsi molti lo dicessero durante la Messa, ma non perchè si annoiassero o per la lingua, INFATTI LA DEVOZIONE VENIVA DETTA IN LATINO.... inoltre molti Confessori DAVANO PER PENITENZA IL ROSARIO di conseguenza moltissimi penitenti non potendosi trattenere dopo la Messa (sa, molti zappavano la terra, non stavano comodamente dietro una scrivania a scrivere corbellerie)  APPROFITTAVANO DELLA MESSA PER UNIRVI LA PENITENZA: IL ROSARIO....  
Le suggerisco di leggersi il libro sul Rosario e le Confraternite del beato Alano del Rupe (Rochè) che già dal 1500 le chiarisce come si sviluppò l'unire la DEVOZIONE DURANTE LA MESSA....  
 
3) è FALSO descrivere la piegatura delle ginocchia nella Messa allo sviluppo delle devozioni o del perchè "non si sapeva che atteggiamento assumere" è ridicola la sua spiegazione!  
L'atteggiamento, la postura dell'inginocchiarsi durante la Messa prende corpo con l'ufficialità della FESTA DEL CORPUS DOMINI e con la marcata SENSIBILITA' ACCRESCIUTA dei fedeli verso la Divina Presenza nel Tabernacolo e durante la Messa...  
Santa Caterina da Siena prendeva la Messa IN GINOCCHIO DALL'INIZIO ALLA FINE..... e al suo tempo NON esistevano i banchi con gli inginocchiatoi, si stava sul nudo pavimento.... e le potrei citare molti altri santi e beati...  
 
Giusto per dirle brevemente un sunto di storia: nelle grandi Basiliche o Duomi non c'erano neppure le panche per sedersi, NON C'ERA NULLA..solo la ricchezza del PRESBITERIO e la centralità del Tabernacolo.. si stava o in piedi o in ginocchio.... poi arrivarono le PANCHE e con la Riforma Protestante arrivarono LE PANCHE CON GLI INGINOCCHIATOI per far fronte al dileggio protestante che negava la Divina Presenza e negava la potenza salvifica della Messa e del sacerdozio.... da qui si svilupperà anche un crescente atteggiamento DI VENERAZIONE VERSO I SACERDOTI.... sottolineato per primo da san Francesco d'Assisi e poi dilagato nella Chiesa: l'atteggiamento di baciare con riverenza quelle mani  E PERSINO DI INGINOCCHIARSI davanti a lui in quanto Alter Christi....  
 
Caro Don Silvano...si deve essere davvero essere ALLERGICI ALLA RIFORMA TRIDENTINA per avanzare con le sue teorie distorte....attribuendo così, ma falsamente, all'ultimo Concilio la grazia di aver CANCELLATO IL RICORSO ALLA DEVOZIONE POPOLARE, LA LINGUA DELLA CHIESA, GLI INGINOCCHIATOI.....  
Immagino quanto gli sia indigesto Benedetto XVI e il come stia dando la Santissima Eucaristia! n'è vero?  
 
Complimento alla rivista, collaboratrice della SCRISTIANIZZAZIONE dei fedei e delle FAMIGLIE.... collaboratrice del qualunquismo e del sincretismo.... [SM=g1740730]


[SM=g1740771]



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