MARIAassuntaokCari amici, per la prima volta ho trascorso Ferragosto a Milano. Questa mattina, prima di andare a messa nella mia parrocchia ho spiegato a mio figlio più piccolo il significato della festa che stavamo celebrando, cioè l’assunzione in cielo con il suo corpo della Madre di Gesù, preservata dal peccato originale. Ma appena entrati in chiesa, ecco la sorpresa: il parroco ci ha spiegato che “i responsabili della liturgia ambrosiana hanno stabilito di celebrare domani, 16 agosto, la festa dell’Assunta, perché quest’anno cade di domenica” e il nuovo messale ambrosiano (XII dopo Pentecoste) prevede tutt’altra liturgia.

Così, durante tutta la celebrazione, non c’è stato alcun riferimento alla grande e antica festa mariana, che venne solennizzata dopo la proclamazione del dogma da parte del venerabile Pio XII nel 1950. C’è stata invece una prima lettura dal secondo Libro dei Re dove si parla della distruzione di Gerusalemme da parte dei babilonesi, con il lungo e dettagliato elenco delle suppellettili e dei bronzi del Tempio trafugati dai caldei. La mia sorpresa è aumentata quando ho scoperto che stamattina, in Duomo, il cardinale Tettamanzi ha invece celebrato il pontificale dell’Assunta, e questo è avvenuto anche in altre parrocchie. Così ci sono stati milanesi che hanno celebrato la festa come il resto della Chiesa cattolica, e altri che per celebrarla dovranno andare (in orario feriale) a messa domani…

Sono sconcertato e amareggiato.

Capisco poco o nulla di liturgia e di Sacra Scrittura, sono ignorante, non posseggo certo la sapienza e l’intelligenza degli esperti che hanno elaborato il nuovo messale, quegli esperti che hanno pensato bene - in caso la festa coincida con la domenica - di privare il popolo di Dio della festa dell’Assunta, in nome della loro conoscenza e della loro sapienza. Che ci volete fare, noi popolo bue dobbiamo adeguarci, anche se non capiamo.

Ma, Eminenza, Cardinale Tettamanzi, lei che è il capo-rito ambrosiano, perché ha celebrato l’Assunta, mentre io non ho potuto farlo nella mia parrocchia? Perché in Duomo sì e nelle altre chiese no? Oppure lo si è fatto a discrezione del parroco? E ai semplici fedeli, quelli che non hanno studiato liturgia al Sant’Anselmo o Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico, non ci avete pensato? Mi piacerebbe rivolgere la stessa domanda anche alla Congregazione del Culto divino, che ha approvato il nuovo messale ambrosiano: eminenze, esperti della Santa Sede, ai fedeli ci avete pensato? Possibile che per gli ambrosiani l’Assunta sia un optional? Non riesco a immaginare un esempio più chiaro e lampante della distanza tra gli esperti liturgisti che hanno partorito il messale, e i fedeli (magari i fedeli ignoranti come me che ieri sono andati a messa e si sono trovati una liturgia del tutto diversa).
 
Fino a questo momento non ero mai intervenuto su queste pagine in merito al nuovo messale ambrosiano - criticato piuttosto duramente dal cardinale Giacomo Biffi - ma quella di oggi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sarebbe bello inviare lettere alla Curia di piazza Fontana (e per conoscenza alla Congregazione del Culto divino) chiedendo che l’Assunta sia celebrata sempre il 15 agosto nella diocesi ambrosiana, anche se cade di domenica, senza lasciare questo assurdo fai-da-te.

Vorrei tanto, cardinale Tettamanzi, che la fede dei semplici fosse considerata ancora importante, più importante delle altissime e dottissime considerazioni degli espertissimi liturgisti ambrosiani, che oggi hanno ritenuto più importante farmi meditare sui cubiti delle colonne di bronzo del Tempio di Gerusalemme, piuttosto che sul mistero dell’Assunzione in cielo di Maria, preservata dal peccato originale, Madre nostra e Madre della Chiesa (come ebbe coraggiosamente a proclamarla durante il Concilio il servo di Dio Paolo VI, soprassedendo alle cautele ecumeniche).


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Inserisco una risposta interessante che ho condiviso volentieri:


peccatore Scrive

Caro Andrea: trovandomi anch’io in terra ambrosiana ho partecipato alla “messa giusta”, in cui liturgia e sacerdote hanno messo al centro l’Assunzione di Maria.
Mi spiace soprattutto per il suo piccolino.
Effettivamente credo che il buon senso abbia indotto la gran parte dei sacerdoti a celebrare secondo calendario.

Il messale ambrosiano prevede una “prevalenza” del giorno del Signore (è domenica) sulle festività mariane. La logica è questa.

Personalmente sono un po’ stanco di parroci che ritengono che “durante l’adorazione non si deve dire il rosario, perchè non ha senso stare davanti a Gesù e parlare a Maria”. Questa protestantizzazione in atto è uno dei frutti più bacati dell’ultimo periodo. Unita ad un’ignoranza profonda della devozione mariana, che non fa mai “ombra” a Gesù, ma anzi porta diritti a Lui (tanto quanto l’amore genuino per Gesù dovrebbe portare a Maria).

Un po’ di storia non guasta mai: il 1765 è l’anno del “trionfo della ragione”: è appena uscito il libro “Dei delitti e delle pene” del Beccaria, manifesto dell’Illuminismo lombardo. Da quest’anno una serie di provvedimenti porranno fine ad ogni commistione tra mondo laico e religioso creando quella spaccatura tra fede e ragione che aveva caratterizzato gli ultimi due secoli, da San Carlo in poi. Consapevoli di questi mutamenti, l’arcivescovo Pozzobonelli e la Fabbrica del Duomo rispondono alla sfida con un’idea destinata ad acquistare col tempo sempre più forza e influenza sulla città: la Madonnina. All’improvviso, in un Duomo ancora quasi del tutto privo di guglie, si decide di innalzare la guglia maggiore sul tiburio fino a raggiungere, con la statua, l’altezza vertiginosa di 108,5 metri.
 
L’opera, già discussa da decenni, viene realizzata nel 1769 dall’architetto Francesco Croce con un ardito disegno che sposa lo stile gotico alla tecnica ingegneristica dell’epoca e che viene subito contestato dagli scienziati “laici” del gruppo che gravitava attorno al “Caffè” di Pietro Verri e del Beccaria. Sulla cima della guglia, secondo un dettato che doveva risalire alle origini stesse del Duomo, nel 1774 viene finalmente posta la statua dell’Assunta, che lo scultore Giuseppe Perego modellò con lo sguardo rivolto verso l’alto e le braccia tese ad invocare la protezione di Dio sulla città.

Da allora i milanesi hanno per simbolo la Madonnina. Con il Duomo e la Basilica di Sant’Ambrogio, il Santuario della Madonna di San Celso era particolarmente caro al cuore dei fedeli ambrosiani. Oggi molti non sanno nemmeno della sua esistenza. Potere dell’ombra proiettata sulla devozione a Maria… Senza scordare che anche l’Angelus ha origine in terra ambrosiana…

Milano è un caso speciale: la Madonnina è il simbolo della città, ed il duomo, per chi non lo sapesse, è un santuario mariano. La statua che si trova sulla guglia più alta è, guarda caso, proprio quella dell’Assunta. Insomma i liturgisti ambrosiani avrebbero dovuto prima ristrutturare il duomo e poi attribuire le regole… Invece hanno “lasciato facoltà”… Tipico di chi sotto sotto sa di averla fatta grossa, ma evidentemente non può fermarsi… Forse a Roma qualcuno interverrà? La Lega non stavolta c’entra.


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la mia risposta:

Un 10 e lode a “peccatore” delle ore 6,52 pm
per aver sottolineato il cuore del problema,
mi trovo d’accordo in tutto… (idem con le riflessioni di Tornielli che dal patimento sofferto quest’oggi possa maturare e santificare ancor di più il suo personale servizio alla Chiesa)

Faccio osservare, visto che è stato ricordato, che il grande san Carlo Borromeo, proprio per portare i milanesi alla venerazione della Croce e adorazione del Crocefisso e quindi anche per la spinta alla Messa, fondò nel Duomo di Milano la Confraternita del Rosario…egli stesso si univa spesso per dire il Rosario pubblicamente…
che fine ha fatto questa Confraternita?

Non è sufficiente vedere l’Arcivescovo di Milano una volta l’anno al Sacro Monte di Varese con il Rosario…e poi magari vederlo a Capodanno brindare con la futura sacerdotessa vetero….idem il clero, presente, qualcuno, al primo sabato del mese per il Rosario e poi non vederlo MAI nelle Adorazioni Eucaristiche e nel Rosario quotidiano…

Dalla mia breve esperienza milanese ho come raccolto UN GRAVE TIMORE (infondato) di evangelizzare con Maria e Cristo INSIEME…ho notato che si predilige una netta separazione fra Madre e Figlio di stampo tipicamente protestante o forse chissà, proprio in nome di un certo ecumenismo sincretista duro a morire, pare come si fosse studiato a tavolino questa netta separazione perchè, se ben ricordate, a Novembre si sollevò un altra questione: il “nuovo” Lezionario ambrosiano ha abolito perfino l’obbligo festivo della Festa di Tutti i Santi perchè se cade di Domenica i Santi NON si possono festeggiare, ma vengono “ricordati” semplicemente nella Messa che è la Pasqua di Gesù e dunque automaticamente anche per i Santi….una sorta di automatismo incomprensibile per la DEVOZIONE pura e legittima del popolo cristiano e più diligentemente, Cattolico…

Infine faccio osservare che la questione del Rosario durante l’Adorazione Eucaristica fu risolta con un Documento:
La Congregazione per il Culto così rispondeva nel 1997:
Il Santo Rosario è senza dubbio uno degli esercizi di pietà più raccomandati dall’Autorità ecclesiastica, cf anche le indicazioni del Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 971,1674,2678,2708.
(…)
3. Non si deve esporre l’Eucaristia soltanto per recitare il Rosario, ma tra le preghiere che si fanno si può certamente includere la recita del Santo Rosario, sottolineando gli aspetti cristologici con letture relative ai misteri e dando spazio alla loro meditazione silenziosa e adorante.

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appare sempre più evidente che la Chiesa ambrosiana viaggia per conto suo…

P.S.
le parole del Papa all'Omelia ed all'Angelus di oggi, ci possono sembrare legittimamente come un monito a questo "fai da te" liturgico....dice il Papa:

Cari fratelli e sorelle,

oggi la Chiesa celebra una delle più importanti feste dell’anno liturgico dedicate a Maria Santissima: l’Assunzione. Al termine della sua vita terrena, Maria è stata portata in anima e corpo nel Cielo, cioè nella gloria della vita eterna, nella piena e perfetta comunione con Dio.

(notare: una delle più IMPORTANTI FESTE DELL'ANNO LITURGICO....)
ed inoltre il Papa stesso ha rammentato che oggi cadeva anche il Sessantesimo Anniversario della promulgazione del Dogma, ragione in più per impegnare TUTTA la Chiesa in una piena comunione liturgica...
Questa "DIVISIONE" all'interno stesso della Diocesi, è preoccupante, un Arcivescovo che celebra una tra le più importanti feste LITURGICHE mariane e il resto della Diocesi che, legittimamente autorizzati dalla Curia, possono scegliere di NON vivere questa comunione... è in netto contrasto sia con il messaggio del Pontefice, sia con la prassi liturgica....mi sembra di ricordare un pò la questione e la disputa per il giorno della Pasqua che impegnò qualche secolo i Padri della Chiesa... certe questioni e certi riscontri sembravano davvero superati, non so quanto sant'Ambrogio e san Carlo Borromeo approverebbero una situazione del genere...