Il primato di Pietro

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(Teofilo)
00sabato 2 gennaio 2010 17:16
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena  (Messaggio originale)Inviato: 23/01/2003 16.37

Il primato di Pietro, simbolo di unità di fronte al mondo

Il ministero petrino è servizio di carità e di verità

Di Elio Bromuri

Nella catechesi di ieri, situata all'interno della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, Giovanni Paolo II ha trattato con la passione che sempre lo anima quando affronta questo tema, del cammino ecumenico finora compiuto. Egli esprime gratitudine al Signore per «la qualità delle relazioni fraterne intessute fra diverse Comunità, quanto per i frutti raggiunti dai dialoghi teologici».


Oggi, secondo il Papa, i cristiani sono più compatti e solidali tra loro, anche se la strada della perfetta comunione è ancora lunga. Da tali affermazioni si comprende come Giovanni Paolo II sia contrario alle opinioni di coloro che parlano di inverno dell'ecumenismo, di crisi, di interruzione del cammino, anche se non ignora le questioni che sono sul tappeto, una delle quali, è proprio l'identità e l'esercizio del suo ministero di vescovo di Roma.
Anche nella catechesi di ieri ha ritenuto di fare un cenno a questo tema e lo ha riproposto negli stessi temini in cui l'aveva già illustrato nell'enciclica Ut unum sint del 1995.

Chi ancora ritiene che l'ecumenismo sia una specie di compromesso tra posizioni dottrinali diverse, da far collimare per un'intesa qualsiasi, rinunciando a qualche principio di fede da una parte e dall'altra, non ha ancora compreso la sfida dell'unità voluta da Cristo, che si deve porre sul piano della fedeltà alla verità e alla carità, inscindibilmente professate a praticate. Perciò il Papa ribadisce la sua autocoscienza di fede nel «perpetuo e visibile principio e fondamento dell'Unità del vescovo di Roma» (LG 23). Ma altresì Egli non considera la vita della Chiesa come una riproposizione stanca e statica dei modi di vivere la fede e di riproporre l'esercizio del ministero ecclesiastico nella stessa identica maniera del passato più o meno remoto. Afferma, infatti, ancora la sua fiducia nella possibilità affidata alla preghiera e alla riflessione teologica che si possa trovare «una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all'essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova» (Ut unum sint, 95). Egli ha avuto il coraggio di evocare "ricordi dolorosi" e di chiedere perdono (Ut unum sint, 88) ed ha confessato di far sua in prima persona la preghiera di Gesù per la conversione di "Pietro" per poter servire i fratelli (Ut unum sint, 4).


La situazione nuova auspicata da Giovanni Paolo II è in qualche modo già in vista per l'accresciuta importanza assunta nella Chiesa post conciliare dalla collegialità episcopale, senza dire della situazione nuova del mondo globale che rende oggi il ministero petrino un servizio di attuale urgenza per esprimere l'unità cristiana, sebbene imperfetta, immediatamente ravvisabile di fronte al mondo e alle sue potenze. Il servizio reso da Giovanni Paolo II per la pace e la difesa dei diritti degli uomini e dei popoli, soprattutto dei poveri e degli oppressi, è di evidente percezione evangelica.

 In questo esercizio si rende chiaro il senso dell'autorità nella Chiesa, che è servizio alla carità e alla verità del Vangelo, e non ricerca di vantaggi o di potere.
Lo Spirito che conduce la Chiesa potrà illuminare il suo cammino perché possa manifestarsi, attraverso il ministero di amore di tutti i suoi membri, a partire da quello del vescovo di Roma, quale segno e strumento di unità con Dio e di tutta la famiglia umana. Un servizio di amore e di comunione, quindi, e come tale capace di coinvolgere tutti coloro che sono inseriti per la fede e per il battesimo nell'unico corpo di Cristo.

http://www.avvenire.it/

Come possiamo notare.....anche se Alfonso ha chiuse le porte ai cattolici perchè glielo ha detto Luca, grazie a Dio il mondo ne parla....mentre nulla di queste notizie leggerete mai da loro semplicemente perchè è una libera scelta e questo è un sacrosanto diritto...ma i diritti devono viaggiare al doppio senso senso di marcia.....e non a senso unico....

Argomenti correlati trattati qui in Difendere, come vedete non sono pochi.....:

La catechesi del Papa;-)

MEA CULPA DEL PAPA

Chi è il successore di Gesù sulla terra?

La vera Chiesa di Cristo

La successione apostolica

22 febbraio - CATTEDRA DI SAN PIETRO APOSTOLO 



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Da: serafinoInviato: 24/01/2003 5.56

 Il Primato di Pietro     <o:p></o:p>

In  Matteo 18:16, Pietro disse verso Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figliol dell’Iddio vivente. E  Gesù replicando disse a Pietro: “Tu sei Pietro (Petros) e su questa pietra (petra) edificherò la mi Chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere. (v.18). Era un momento in cui si trattava di riconoscere il Cristo di Dio, e Pietro per rivelazione del Padre celeste, pronuncia verso Gesù le suddette parole: “Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente”.  Gesù a sua volta dice a Pietro di essere beato, perché il Padre celeste gli ha rivelato ciò, e poi dice: Su questa Rocca (petra, non Petros che sarebbe Pietro), ma sulle parole dette da Pietro, rivelate dal Padre: “Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente”; edificherò la mia Chiesa. Allora vietò ai discepoli di dire ad alcuno che Egli era il Cristo. (v.20). Quindi, la Chiesa di Cristo, è edificata sulla Petra-Rocca, rivelata dal Padre, cioè: Gesù Cristo stesso. Molti invece insistono, però senza prove, che la Chiesa di Cristo è edificata su Pietro. Ciò sarebbe un debolissimo fondamento, a cui Gesù disse: Vattene via da me, Satana; tu mi sei di scandalo. Tu hai non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini. (v.23). <o:p></o:p>

Ora andiamo unpò indietro al verso 19, che dice a Pietro: Io ti darò le chiavi del Regno dei cieli (non dice: ti dò, ma ti darò le chiavi), ciò vuol dire in appresso.  E tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli. A cominciare con le chiavi promesse a Pietro, vediamo che le tiene il Signore, non solo le chiavi della morte e dell’Ades, (Apoc.1:18), ma anche la chiave di Davide; Egli è Colui che apre e nessuno chiude, Colui che chiude e nessuno apre. (Apoc.3:7). Infatti, non troviamo che Pietro ne abbia fatto uso di chiavi, ad aprire e chiudere, e se crediamo che Pietro lega, per come gli disse Gesù, dobbiamo anche credere che Pietro scioglie. E che cosa ha sciolto Pietro?? Egli si sciolse sé stesso da Cristo, (prima di legare alcuna cosa) quando dinanzi alla corte suprema, il Sinedrio, giurando disse: Io non conosco quest’uomo, (Gesù). (Matt.26:72-74; Mar.14:71). A questo punto cosa vediamo di Pietro??  Un debole fondamento che si scioglie dal legame di Cristo con giuramenti. Or siccome Gesù gli aveva detto: Quello che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto in cielo, dobbiamo anche ammettere che è avvenuto proprio com’è stato detto.  Il primato di Pietro, se lo aveva, è caduto ed è rimasto sciolto da Cristo. Ma che dire che Gesù poi dopo la sua risurrezione lo va a trovare e lo rimpiazza a pascolare il gregge, non come primato, ma come uno dei dodici o più pastori delle pecore del Signore.<o:p></o:p>

Pietro che subito si precipitava a parlare e rispondere dove più volte veniva richiamato con rimproveri, acquista poi la potenza di Dio alla Pentecoste, per affrontare senza timore i dardi infocati del maligno. Lo vediamo così un grande apostolo e presbitero (anziano di servizio) che porta a termine la sua missione in Cristo. Non fu mai sacerdote da offrire sacrifici, se non quando dalla sua bocca offriva lodi a Dio in Cristo. A questo tipo di sacerdozio fanno parte tutti quelli che mediante Cristo offrono lodi a Dio.<o:p></o:p>

Ancora al presente, la Chiesa di Cristo è composta da tutti quei fedeli che lo accettano come il Cristo, Figlio di Dio, nostro Salvatore e Signore.  <o:p></o:p>

A Lui che ne è degno sia la gloria e la lode ed ogni onore, nella presenza del Padre, da ognuno che l”ama.<o:p></o:p>

Pace,<o:p></o:p>

Serafino

 Il Primato di Pietro     <o:p></o:p>

In  Matteo 18:16, Pietro disse verso Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figliol dell’Iddio vivente. E  Gesù replicando disse a Pietro: “Tu sei Pietro (Petros) e su questa pietra (petra) edificherò la mi Chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere. (v.18). Era un momento in cui si trattava di riconoscere il Cristo di Dio, e Pietro per rivelazione del Padre celeste, pronuncia verso Gesù le suddette parole: “Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente”.  Gesù a sua volta dice a Pietro di essere beato, perché il Padre celeste gli ha rivelato ciò, e poi dice: Su questa Rocca (petra, non Petros che sarebbe Pietro), ma sulle parole dette da Pietro, rivelate dal Padre: “Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente”; edificherò la mia Chiesa. Allora vietò ai discepoli di dire ad alcuno che Egli era il Cristo. (v.20). Quindi, la Chiesa di Cristo, è edificata sulla Petra-Rocca, rivelata dal Padre, cioè: Gesù Cristo stesso. Molti invece insistono, però senza prove, che la Chiesa di Cristo è edificata su Pietro. Ciò sarebbe un debolissimo fondamento, a cui Gesù disse: Vattene via da me, Satana; tu mi sei di scandalo. Tu hai non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini. (v.23). <o:p></o:p>

Ora andiamo unpò indietro al verso 19, che dice a Pietro: Io ti darò le chiavi del Regno dei cieli (non dice: ti dò, ma ti darò le chiavi), ciò vuol dire in appresso.  E tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli. A cominciare con le chiavi promesse a Pietro, vediamo che le tiene il Signore, non solo le chiavi della morte e dell’Ades, (Apoc.1:18), ma anche la chiave di Davide; Egli è Colui che apre e nessuno chiude, Colui che chiude e nessuno apre. (Apoc.3:7). Infatti, non troviamo che Pietro ne abbia fatto uso di chiavi, ad aprire e chiudere, e se crediamo che Pietro lega, per come gli disse Gesù, dobbiamo anche credere che Pietro scioglie. E che cosa ha sciolto Pietro?? Egli si sciolse sé stesso da Cristo, (prima di legare alcuna cosa) quando dinanzi alla corte suprema, il Sinedrio, giurando disse: Io non conosco quest’uomo, (Gesù). (Matt.26:72-74; Mar.14:71). A questo punto cosa vediamo di Pietro??  Un debole fondamento che si scioglie dal legame di Cristo con giuramenti. Or siccome Gesù gli aveva detto: Quello che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto in cielo, dobbiamo anche ammettere che è avvenuto proprio com’è stato detto.  Il primato di Pietro, se lo aveva, è caduto ed è rimasto sciolto da Cristo. Ma che dire che Gesù poi dopo la sua risurrezione lo va a trovare e lo rimpiazza a pascolare il gregge, non come primato, ma come uno dei dodici o più pastori delle pecore del Signore.<o:p></o:p>

Pietro che subito si precipitava a parlare e rispondere dove più volte veniva richiamato con            rimproveri, acquista poi la potenza di Dio alla Pentecoste, per affrontare senza timore i dardi infocati del maligno. Lo vediamo così un grande apostolo e presbitero (anziano di servizio) che porta a termine la sua missione in Cristo. Non fu mai sacerdote da offrire sacrifici, se non quando dalla sua bocca offriva lodi a Dio in Cristo. A questo tipo di sacerdozio fanno parte tutti quelli che mediante Cristo offrono lodi a Dio.<o:p></o:p>

Ancora al presente, la Chiesa di Cristo è composta da tutti quei fedeli che lo accettano come il Cristo, Figlio di Dio, nostro Salvatore e Signore.  <o:p></o:p>

A Lui che ne è degno sia la gloria e la lode ed ogni onore, nella presenza del Padre, da ognuno che l”ama.<o:p></o:p>

Pace,<o:p></o:p>

Serafino

Rispondi
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Da: Soprannome MSNbasta_chiedere_di_RaptorInviato: 24/01/2003 9.57
Serafino, per favore, non ripetere sempre le stesse cose che ti sono  già state confutate in altri forum.
Se hai qualcosa di nuovo da aggiungere inseriscila pure . Ma se sono le stesse argomentazioni trite e ritrite occupi solo spazio inutilmente.
Piuttosto il tuo intrevento mi conferma, una volta di più, come nè tu nè gli altri evangelici presenti in lista siate in grado di opporvi alle dottrine dei TdG. I vostri interventi sono stati semplicemente ridicoli
e, alla prima affermazione cheb usciva da quanto dettatovi dai vostri pastori, siete spariti dimostrando un'assoluta incapacità di difendere le cose nelle quali credete.
Siete solo addestrati ( è il termine giusto) a ripetere come un disco rotto le stesse identiche affermazioni.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 4 di 25 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 24/01/2003 10.26
Mi associo con la sottolineatura di Raptor....è strabiliante Serafino...che "noi" che ci conosciamo già da diversi mesi.....e che non intervenivi da un bel pò...lo hai fatto ora che si parla del Primato..........com'è che se dice? Il lupo perde il pelo....ma non il vizio......
Appare evidente che il vostro addestramento è mirato NON a proclamare la Parola di Dio e il "Cristo venuto nella carne"...bensì...rievangelizzare i cattolici...........e mentre davi questa risposta...non ti sei nemmeno degnato di cliccare ad uno di questi forum...dove già trattammo l'argomento......
per esempio:
La Sacra scrittura ci offre vari riferimenti riguardo a questo tema, ma uno di quelli che ci sembra più significativo è quel passo nel libro degli Atti in cui Pietro deve affrontare il problema della sostituzione di Giuda dopo la sua morte (At 1,15-26). Gesù era appena tornato al Padre: i dodici li aveva nominati lui, e come Figlio di Dio aveva l'autorità per farlo. Nessuno fino a quel momento si era permesso, con Gesù ancora sulla terra, di nominare degli apostoli. Ma ora era necessario, altrimenti la Chiesa si sarebbe gradatamente estinta. Pietro allora decise di consultare le Scritture, e fu ispirato dallo Spirito Santo a considerare il Salmo 109, ove numerosi versi si adattavano benissimo alla situazione di Giuda ("sebbene io li abbia amati essi mi accusano senza pietà, mi hanno ripagato male per bene, odio in cambio di amore", Sl 109,4-5). Ebbene tramite questo salmo Dio gli indicò quale doveva essere il destino dell'empio cui è stato donato un bene che poi rinnega: "il suo ufficio lo prenda un altro". E quindi Pietro, forte del fatto che Cristo gli aveva trasmesso il potere di aprire e di chiudere, di legare e di sciogliere (Mt 16,19) si alzò in piedi davanti a un'assemblea di 120 persone, lesse il passo di questo salmo, e aggiunse che occorreva scegliere "uno tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo in cui dimorò tra noi il Signore Gesù" (At 1,21). La Chiesa apostolica scelse dunque Mattia, "per prendere il posto di questo ministero e apostolato, da cui prevaricò Giuda" (At 1,25).

Non tutti si rendono conto dello spessore teologico di questo brano: si tratta dell'inizio storico della successione apostolica. Queste righe contengono la prova scritturale della continuità della Chiesa. Inoltre, le parole "ufficio" e "ministero" danno testimonianza che gli apostoli avevano la perfetta consapevolezza di non essere solo dei credenti come tutti gli altri discepoli, ma di avere una precisa investitura, di avere ricevuto da Cristo un effettivo mandato, e che tale mandato poteva, anzi doveva, essere trasmesso come in una successione.

.......
e questo lotrovi nel forum: la sucessione apostolica......
e sempre nello stesso forum...a seguire.....leggetevi e meditate su questo testo.......

Da Fil.1,12

Desidero che sappiate, fratelli, che le mie vicende si sono volte piuttosto a vantaggio del vangelo, 13al punto che in tutto il pretorio e dovunque si sa che sono in catene per Cristo; 14in tal modo la maggior parte dei fratelli, incoraggiati nel Signore dalle mie catene, ardiscono annunziare la parola di Dio con maggior zelo e senza timore alcuno. 15Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. 16Questi lo fanno per amore, sapendo che sono stato posto per la difesa del vangelo; 17quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non pure, pensando di aggiungere dolore alle mie catene. 18Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per sincerità, Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. 19So infatti che tutto questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, 20secondo la mia ardente attesa speranza che in nulla rimarrò confuso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.

Consideriamo il brano secondo l'esegesi evangelica, in modo che risulti confermata quella cattolica in merito alla opportunità che nella Chiesa vi sia una gerarchia:


15 Alcuni, è ben vero, predicano Cristo con ispirito d'invidia e di polemica; ma ve ne hanno anche degli altri, che lo fanno con dei sentimenti benevoli.

..... E chi eran dessi questi "alcuni?" ....

Col Vincent e col Weiss, io ammetto che in cotesti "alcuni" può darsi si trovasse anche qualche giudaizzante; ma in generale dovea trattarsi di cristiani gelosi dell'apostolo, che cercavano in ogni modo di scalzare l'autorità sua. E la supposizione del Weiss merita qui d'esser considerata. Prima che Paolo arrivasse a Roma, dic'egli, la chiesa romana non aveva uno speciale e ben definito conduttore; (Pietro probabilmente non si trovava ancora a Roma: nota mia) e doveva quindi esser facile a qualche tipo di grande ambizione ma di poca levatura, l'accaparrarsi una qualche preminenza tra i fratelli. Arrivato l'apostolo, cotesta preminenza ci possiam figurare a che cosa dovesse ridursi. E ci possiamo anche figurare di che cosa non dovessero esser capaci dei tipi come codesti, che la luce del nome e dell'autorità dell'apostolo rivelava per quel che realmente era.

Con ispirito d'invidia per l'apostolo e di polemica personale, contro di lui.

Ma ve ne hanno anche degli altri che lo fanno con dei sentimenti benevoli.

Con dei sentimenti benevoli (di 'eudokian) verso l'apostolo e verso la Causa dell'Evangelo.

16 Questi son mossi dall'affetto, sapendo ch'io sono incaricato della difesa dell'Evangelo

Col sono incaricato io traduco il keimai del testo; il quale vuol propriamente dire:

1°) giaccio, riposo, sono posto (lat. quiesco; e

2°) sono collocato, sono stabilito, proposto, e simili.

Lutero prese il verbo nel primo senso, ch'è il senso proprio, e tradusse "Diese aber sus Liebe; denn sie wissen dass ich zur Verantwortung des Evangelii hier liege". "Ma questi, per amore; chè sanno ch'io qui giaccio (in prigione, s'intende) per la difesa del Vangelo". Ma è idea sforzata e non necessaria. Il keimai, qui, è nel senso translato di Luca 2:34; 1Tessalonicesi 3:3 nel senso, cioè, di "esser appartato, designato, destinato". Quindi: "... sapendo ch'io sono incaricato della difesa (greco: apologia; vedi Filippesi 1:7 dell'Evangelo".

"Gli amici dell'apostolo riconoscevano la sua condizione ed il suo compito e lavoravano in piena simpatia ed in pieno accordo con lui. Se s'eran così messi a, lavorare anche loro, non era perchè l'apostolo non fosse in grado di difender da sè l'Evangelo; era la sua prigionia che dava a loro un nuovo spirito e infondeva in loro un nuovo coraggio. Aveano capito qual fosse la special funzione dell'apostolo; la sua prigionia avea fatto vibrare una corda sensibilissima nel cuor loro; e per quanto era loro dato, volean continuarli loro i lavori dell'apostolo. Siccome sapean bene ch'egli era stato incaricato della difesa del Vangelo, essi sentivano che il modo migliore di addimostrargli l'affetto loro era quello di lavorare nello spirito nel quale egli avea sempre lavorato, e di mirare allo scopo al quale egli avea consacrata tutta quanta la sua vita" (Eadie).

(Questo dovrebbe essere il sentimento che dovrebbe animare tutti i cristiani nei confronti del papa e di quanti sono incaricati della DIFESA DEL VANGELO: nota mia).

17 Mentre quelli, spinti dallo spirito di rivalità, annunziano Cristo con delle intenzioni che non son pure, credendo suscitarmi afflizione nella mia prigionia

Credendo... ma non riuscendo nell'intento loro. Traduco, suscitare e non aggiungere perchè la lezione egeirein è da preferirsi all'altra epiferein del "Testo recepto". "Questa", dice E. Meille, "è la loro intenzione: rendere più dolorosamente sensibile all'apostolo la sua prigionia; infiggere una spina acutissima nel suo organismo morale, già stanco e logoro e affranto per le tante prove sofferte".

18 Ma che importa: Comunque sia, per pretesto o con sincerità, Cristo è annunziato, ed io me ne rallegro e me ne rallegrerò ancora.

Il per pretesto è in greco: profasei che significa qui: Servirsi del nome di Cristo come di maschera per fini tutti personali ed egoistici.

Cristo è annunziato.

Il Vangelo progredisce, a volte, anche per la mediazione di una predicazione ipocrita e partigiana. L'apostolo fa tacere il legittimo risentimento che cotesta predicazione, intesa a demolir lui, dovea destargli nel cuore; dimentica, per un istante, le conseguenze tristi che una predicazione come codesta dovea necessariamente avere per la comunità cristiana che l'udiva; in tutto cotesto lavorìo subdolo, partigiano, polemico, personale, egli non vuol vedere che una cosa: il fatto materiale della predicazione di Cristo. Cristo è predicato e ciò mi basta;


Carissimi,

Personalmente ritengo che la spiegazione del brano sopra riferito sia accettabile e che l'insegnamento che se ne può trarre sia il seguente:

non vi può essere ordine senza una persona autorevole, incaricata della difesa del Vangelo.

In questo caso è Paolo che richiama a sè tale autorità, che condividerà con Pietro al suo arrivo a Roma come ci fa sapere S.Ignazio nella sua lettera ai Romani:

Io non vi dò ordini, come Pietro e Paolo...

Mi colpiscono molto queste parole di Paolo:

sono incaricato della difesa

ci si chiede: incaricato da chi, e quando? La risposta si trova in Gal. 2, 9 dove Paolo stesso afferma:

e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi. 10Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono proprio preoccupato di fare. La grazia della vocazione di Paolo era stata fatta da Cristo stesso, ma agli apostoli è toccato il compito di effettuarne il riconoscimento.

Scomparsi Pietro e Paolo, a seguito proprio dell'invidia di alcuni fratelli, come ci riferisce Clemente nella sua lettera ai Corinti, l'autorevolezza e la difesa del Vangelo sono passati ai successori.

Clemente Romano infatti ci riferisce:

V, 1. Ma lasciando gli esempi antichi, veniamo agli atleti vicinissimi a noi e prendiamo gli esempi validi della nostra epoca. 2. Per invidia e per gelosia le più grandi e giuste colonne furono perseguitate e lottarono sino alla morte. 3. Prendiamo i buoni apostoli. 4. Pietro per l'ingiusta invidia non una o due, ma molte fatiche sopportò, e così col martirio raggiunse il posto della gloria. 5. Per invidia e discordia Paolo mostrò il premio della pazienza. 6. Per sette volte portando catene, esiliato, lapidato, fattosi araldo nell'oriente e nell'occidente, ebbe la nobile fama della fede. 7. Dopo aver predicato la giustizia a tutto il mondo, giunto al confine dell'occidente e resa testimonianza davanti alle autorità, lasciò il mondo e raggiunse il luogo santo, divenendo il più grande modello di pazienza.

...........
Sembra interessante non è vero??
(Teofilo)
00sabato 2 gennaio 2010 17:18
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Consiglia Elimina    Messaggio 5 di 25 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 24/01/2003 17.00
Pace a voi tutti del gruppo,
a volte ritornano.... faceva così il titolo di un film, e il suo significato si adatta a pennello al modo di comportarsi di molti (ma proprio molti) pentecostali.
Si dialoga, sembra che si chiarisce un argomento, poi il silenzio..... e si passa ad un altro argomento.
Sembra un'audio cassetta, che procede con canzoni diverse, arriva alla fine e poi l'autoreverse ce la fa risentire da capo.
Molti pentecostali come Serafino, Alfonso, Luca, si comportano come se avessero un autoerverse incorporato.
La verità è che non gli interessa realmente ricercare la VERITA' ma solo attaccare la Chiesa cattolica, su tutti i fronti, ripetendo sempre le stesse cose, nella speranza che prima o poi qualcuno caschi nelle loro calunnie minuziose e faziose.
Sul primato di Pietro ne abbiamo parlato un mare di volte, sia qui sia altrove, ma vedo che l'autoreverse funziona sempre, e sempre nello stesso modo. Non sembrano uomini, sembrano robot meccanizzati, che non sentono e non vedono nulla al di fuori di ciò che hanno programmato nella loro memoria.
Quando incontrano qualcuno (come in questa comunità) che gli risponde in maniera seria, precisa, dettagliata, costoro cambiano argomento, e lanciano altre frecce, questo ad esempio è successo quando sull'altro sito dove io sono iscritto, si è parlato della Bibbia e della storia del canone. Tanto per cominciare solo Luca sapere rispondere fino ad un certo punto, tutti gli altri "mutismo assoluto" eppure tutti costoro usano la Bibbia come spada della verità (ed è gusto) , si basano solo sulla Bibbia, non sono minimanente (la maggior parte di loro) interessati agli scritti patristici, nè alla storia del cristianesimo, nè a quella del Bibbia e del suo canone, eppure incoscientemente attaccano la vera Chiesa di Cristo, che con i suoi difetti reali, ma anche con i suoi pregi rappresenta la Chiesa, quella Chiesa fondata sulla fede di Pietro preferendo identificarsi addirittura con i Catari o loro simili, pur di arranpicarsi sui vetri, pur di voler dimostra a tutti i costi che loro nei primi anni del cristianesimo c'erano.
Ma quando mai, ma quando mai, i pentecostali nei primi anni del cristianesimo non esistevano, nè tantomeno esistevano tutti i protestanti che si sono formati dal 1200-1600 in poi.
Quindi prima di venire a parlare del primato di Pietro, che tuttavia esiste ed è provato ampiamente (molto ampiamente nella Bibbia) sarebbe opportuno che studiassero la storia dela canone, visto che loro usano solo che la Bibbia, sarebbe serio che conoscessero almeno la storia del canone e della Bibbia, piuttosto che ripetere a pappagallo quello che sentono dire ai loro pastori.
Non conoscono la storia della Bibbia dei LXX, non conoscono la storia della Bibbia nè quella del canone, e continuano a distorcere il significato di tanti versetti.
Ma che la smettano, a cominciare da Serafino, che non è per niente intervenuto quando si è parlato del canone biblico, e della Bibbia dei LXX.
Pace
Salvatore

Rispondi
Numero di iscritti che ha consigliato questo messaggio. 0 suggerimenti  Messaggio 6 di 25 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 24/01/2003 23.29
Questo messaggio è stato eliminato dal gestore o dall'assistente gestore.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 7 di 25 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 25/01/2003 11.36
Per favore, mi sto collegando ora, dopo aver chiuso in Cristiani Evangelici, e vedo che proprio in questo forum è stato censurato un messaggio, era forse quello di Serafino?
Chiedo ai gestori di non censurare più messaggi, non è con la censura che si risolvono le cose, e anche se i messaggio di qualcuno risultano offensivi, che restino come prova di ciò che scrivono e di come si esprimono.
Le loro calunnie devono restare impresse nei forum.
Chi dice la verità e la difende, non deve censurare alcun messaggio, ma solo rispondergli, e mi sembra che proprio qui gente preparata ce ne parecchia.
Se vedo ancora dei messaggi censurati, come mi sono cancellato da Cristiani Evangelici, mi cancello pure da qui, e non sto scherzando.
Non è con la censura che si risolvono le questioni.
Non sto minacciando nessuno, nè voglio obbligare nessuno, ma da persona coerente quale sono, mi cancellerò se vedrò ancora censure.
Pace
Salvatore

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 8 di 25 nella discussione 
Da: Soprannome MSNbasta_chiedere_di_RaptorInviato: 25/01/2003 11.44
Stai tranquillo, Salvatore, il messaggio cancellato non era di Serafino ma di un gestore che, probabilmente, dopo averlo inviato ha ritenuto di doverlo rivedere.
Nessuna censura,quindi, quella la lasciamo agli altri.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 9 di 25 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/01/2003 12.24
Salatore.....i messaggi cancellati di solito vengono ripuliti dalle offese e rimessi...........come è accaduto più volte con taluni iscritti....
Comunque alla risposta di raptor aggiungo che solo i gestori o assistenti possono vedere il nome di chi ha inviato un messaggio e cancellato....o se è un gestore a cancellare....
Da: TeofiloInviato: 24/01/2003 23.29
Questo messaggio è stato eliminato dal gestore o dall'assistente gestore.
........
Quando è l'autore stesso a cancellarlo, c'è scritto:
Questo messaggio è stato eliminato dall'autore .......
Essendo Teofilo il gestore...compare la scritta della sua qualifica.....
Fraternamente C.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 10 di 25 nella discussione 
Da: nylusInviato: 25/01/2003 12.49
Perchè è così importante stabilire se la Chiesa fu fondata su Pietro o sulla pietra (cioè Gesù stesso)?
Nylus
(Teofilo)
00sabato 2 gennaio 2010 17:19
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/01/2003 17.11
Nulla è importante delle richieste dell'uomo.....rispetto ai disegni di Dio.....quindi NON è tanto rilevante se  è fondamentale, quanto il sapere l'amore di Dio verso l'uomo, tanto da affidargli un compito....per porLI al  servizio degli altri.....NON elevandoli al di sopra, ma esclusivamente al SERVIZIO.......
Gesù impiega TRE anni.....parrebbe nulla al confronto dei 2000 già trascorsi......ma è evidente che, come LUI stesso aveva predetto.....NON tutti i fratelli sarebbero andati d'accordo......per questo la sua ultima preghiera da vivo....sarà per L'UNITA'......Gesù sapeva bene le discordie che gli uomini stesso avrebbero creato e sollevato.....
Fatta questa premessa....perchè allora diventa importante stabilire la posizione della Chiesa sulla questione di Pietro?
PER LA CREDIBILITA'........perchè i fedeli NON sono senza un pastore.....già ma non è Gesù il Pastore e la roccia? CERTO!! Gesù è la ROCCIA SU CUI POGGIA LA CHIESA DI CUI è IL CAPO INDISCUSSO.....ma allora perchè pretendere questa posizione all'apparenza predominante?
Sempre restando con le immagini dei Vangeli davanti agli occhi.....ricordiamoci come i Giudei "NON lo riconobbero" quale Messia......eppure Gesù fece di tutto per farglielo capire....come mai NON FU MAI ESPLICITO? GLI MANCAVANO LE PAROLE? NON SAPEVA SPIEGARSI?.....ovvio che no.....Gesù NON voleva OBBLIGARE......ma invitare a riconoscerlo quale Messia....e così gli fa il paragone del Pastore e delle pecore....parla dell'ovile, con parabole.......introduce pian piano il concetto di questa Chiesa che come un ovile dovrà raccogliere e accogliere tutti coloro che riconosceranno in Cristo il Figlio proprio di Dio, Verbo Incarnato!
Sappiamo che l'ovile è la Chiesa dove pascola il gregge di Dio, cioè tutti NOI CRISTIANI popolo in cammino....e Gesù parla di Pastore che conduce il pascolo......tuttavia prima di tornare al Padre dopo la Riserruzione dirà SOLTANTO  a Pietro: " Mi ami tu più di costoro? PASCI I MIEI AGNELLI"......ma come...poco prima parlando dell'ovile Gesù dice chiaramente che Lui è il Pastore....ed ora raccomanda a Pietro di pascere gli agnelli.....che cosa avrà voluto dire?
E' la conferma del famoso brano di Matteo.....
"Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno..."
analizziamo:
Cambia il nome di Simone in Pietro..............cioè non lo chiama Simone...ma Pietro.....è l'autorità di Gesù che sta annunciando qualcosa.....ora, non più Simone dato dai genitori, ma Pietro (che significa pietra)confermato da Gesù....perchè ora è un uomo di Dio scelto e chiamato per compiere una missione....e  il significato è l'identificazione VISIBILE DELLA ROCCIA....quella Roccia che è il Cristo sulla quale è saldamente ancorata e fondata la Chiesa.......;
Gesù edifica la Chiesa......attenzione, i protestanti sostengonmo che noi interpretiamo male questa frase....dicendo che Gesù l'ha edificata su se stesso e non su Pietro....ma attenzione appunto...Gesù dice "Tu sei Pietro....e su questa pietra.....la mia Chiesa...." se i protestanti avessero ragione...NON avrebbe senso da parte di Gesù dire "edificherò LA MIA CHIESA".......è come dire..."Tu sei Pietro e su di me stesso edificherò la mia Chiesa"....sarebbe stato un concetto inutile dal momento che come allora tutti i cristiani sanno che la Chiesa è fondata sul e dal Cristo........no, no, Gesù lo sta dicendo proprio a Pietro soltanto, come soltanto a Pietro cambiò il nome.....in un frangente così particolare......
Gesù dice letteralmente "Tu sei Pietro e su di te, che ho reso COME UNA PIETRA....IO CI APPOGGIO LA MIA CHIESA.....e poichè SONO IO IL CAPO PERCHè è MIA LA CHIESA, LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO"........;
Gesù da le chiavi......anche questo è molto sfocato nelle predicazioni protestanti che non accettano la Chiesa....e dicono che il verbo dare è al futuro......cioè "darò"...quindi in una visione futuristica se non.....alla fine del mondo.....ma, ma.....non avrebbe senso.....alla fine del mondo tutto sarà finito e la Chiesa terminerà il suo compito......e tutto verrà sottomesso a Dio.....il senso delle chiavi "ti darò"...era proprio in visione della prima evangelizzazione dopo l'Ascensione di Gesù al cielo....da quel momento in poi, dopo la pentecoste, nascita ufficiale della Chiesa.....ecco che i discepoli si muovono....e comincia la loro AUTORITA'.....le chiavi sono questa autorità che avrà potere di legare e di sciogliere (concetto che parlermo a parte)
L'unico atto "ufficialie" prima della Pentecoste è la sostituzione di Giuda.....necessaria per ricomporre IL NUMERO...dei Dodici..venuto meno a causa di Giuda....in Atti 1, 15 si legge senza preamboli: In quei giorni Pietro levatosi in mezzo ai fratelli, riunite insieme circa 120 persone, disse......
Notiamo bene.....fra 120 persone....Pietro prende l'iniziativa di alzarsi senza che nessuno glielo avesse chiesto......e che fa? un riepilogo degli ultimi fatti...compie la PRIMA CATECHESI FACENDO PER PRIMO UN RIFERIMENTO ALL'ANTICO TESTO.......giungendo a spiegare la questione di Giuda.....per il quale, dice, è necessario nominare un altro al suo posto.....
Notiamo bene......nessuno si alza per aggiungere qualcosa, nessuno commenta.....anzi...subito "ne furono proposti due"........
Ma non basta...subito dopo l'entusiasmo suscitato dai fatti della Pentecoste....sempre in Atti 2,14 leggiammo di nuovo:
Allora Pietro in piedi con gli Undici, levò alta la voce e parlò così".....
Anche qui...notiamo attentamente.....TUTTI HANNO RICEVUTO LO SPIRITO SANTO.....ma senza che nessuno chiede nulla, Pietro in piedi CON gli altri, alza la voce per fare una proclamazione.....è la seconda volta che Pietro dimostra TUTTA LA SUA AUTORITA' che non è di predominio...ma di PORTAVOCE......e lo si pregusta dal fatto che nessuno lo contraddice.....Tutti avevano ricevuto il dono dello Spirito Santo eppure solo Pietro, che è in piedi insieme agli altri......prende la parola.....
Bè...non mi senbrano considerazioni da poco.....
Ora perchè è così importante stabilire se la Chiesa è fondata su Pietro o sulla pietra?.....
intanto perchè la domanda è male impostata....la Chiesa è fondata su Pietro....in quanto rappresenta in modo visibile quella roccia che è il Cristo.....Cristo noi NON lo vediamo....ma sappiamo che c'è.....che bisogno c'è allora di Pietro e quindi del Papa? PER LA VISIBILITA'......
Un cieco è certamente felice di vivere, non ho mai incontrato un cieco che volesse morire per il suo stato.....se la madre gli insegna che il mondo è pieno di colori, lui non avrà dubbi.....ma non avrà desiderio di vedere qualche volta anche questi colori? se non altro per capire che cosa sono i colori....
La visibilità della Chiesa è importante...primo perchè Gesù parla di gregge e di ovile......e dice che questo gregge deve pascolare al sicuro nell'ovile che è la Chiesa....perchè la Chiesa E' GUIDATA DA LUI......ma ha chiamato Pietro che insieme ai vescovi (pietro da solo non varrebbe nulla e i vescovi senza Pietro sarebbero facilmente dispersi) deve GARANTIRE quanto il Cristo ha insegnato......
Per ora mi fermo qui....ma è ovvio che è un invito a dire la vostra....
Fraternamente C.

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Da: ARAMISInviato: 25/01/2003 20.13
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/01/2003 20.45
Aramis, alias Pasquale....non ho cancellato il tuo intervento ma l'ho spostato qui:
Buon lavoro, C.

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Da: serafinoInviato: 25/01/2003 22.44

Caro Raptor, nel rispondere al mio messaggio 2 nel forum “Il primato di Pietro”, tu ni dici: Piuttosto il tuo intrevento mi conferma, una volta di più, come nè tu nè gli altri evangelici presenti in lista siate in grado di opporvi alle dottrine dei TdG. I vostri interventi sono stati semplicemente ridicoli<o:p></o:p>

e, alla prima affermazione cheb usciva da quanto dettatovi dai vostri pastori, siete spariti dimostrando un'assoluta incapacità di difendere le cose nelle quali credete.<o:p></o:p>

Ti rispondo che di tdG ne ho affrontato a tavolino oltre un centinaia di incontri, anche di pezzi grossi, e non sono mai stato sopraffatto, e sono tuttora disposto d’affrontarne ancora. E ti dico che molti di loro in questa città e d’intorni dive io vivo, al sentire il mio nome si tengono lontani, con tutto che li ho ben trattati e non ho mai alzato la voce ad alcundi loro. Oltre a ciò sono intervenuto nel tuo sito a rispondere sia a Cristiano che a yoel, e sono colui che ho inserito in ‘Difendere...’ il messaggio intitolato:  “Il nome Geova- mai insegnato da Gesù”.  Ma quando il vostro dialogo si è intavolato su cose dette dagli uomini e non da Dio, e sulla versione dei Lxx, io mi son trattenuto, non essendo abbastanza al corrente degli scritti fuor della Sacra Scrittura, e non mi riguardano neanche tuttora secondo che la Verità è proveniente soltanto da Dio, e ce l’abbiamo nella Sacra bibbia.  Cristiano stesso rimase fuor di sé quando gli mostrai che la Rocca spirituale (Geova) che seguiva il popolo, cui fece scaturire l’acqua da una pietra; (Eso.17:5-6); nel N. Testamnto, in 1Cor.10:4, è scritto di essere il Cristo.<o:p></o:p>

Io non ho attindo nulla dettatomi dai nostri pastori, per come voi attingete dal clero cattolico.  -Forse il mio seddetto messaggio 2, non è scritturale? Non è mica vero che Pietro rinnegò il Signore, sciogliendosi dal patto??   - Il forum, Il Primato di Pietro, non fu aperto da me, ma da Caterina, io ho solo inserito qualcosa che non era stata ancora argomentata.         A te la parola.<o:p></o:p>

Fraternamente<o:p></o:p>

Serafino.

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Consiglia (1 suggerimento finora)Elimina    Messaggio 15 di 25 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 26/01/2003 1.23
I profeti costituiscono con gli Apostoli la generazione dei primi testimoni che hanno ricevuto la rivelazione del piano divino e che hanno predicato il Vangelo (Lc 11,49; Mt 23,34; Mt 10,41).
Tutta la Chiesa è detta “Colonna e sostegno della Verità”.
Il non voler accettare che Pietro fu costituito “roccia” da Gesù, significa alterare pregiudizialmente e irreparabilmente tutta la realtà intorno a Cristo ed alla Sua Chiesa.
Il voler dimenticare i poteri così larghi concessi da Cristo al Primo degli Apostoli (Mc 3,13-19; Mt 10,1-4;Lc 6,12-16), Matteo dice chiaramente che Pietro è il primo degli Apostoli: “I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, 3Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, che poi lo tradì.” (Mt 10,2), è alterare il significato della Parola e la volontà del Signore Gesù.
Se oggigiorno si devono elencare ad esempio i componenti di una squadra di calcio, si pronunciano i numeri associati ai nomi dei giocatori, ma in questo caso se nominiamo il portiere non diciamo “primo” ma il “numero uno” poi nominiamo il “numero due” (cioè il terzino destro) e così via, si capisce chiaramente che il numero uno del portiere non gli conferisce alcuna autorità sugli altri giocatori, infatti in una squadra di calcio chi ha più autorità è il “capitano” che non ha un numero fisso;
nel caso degli Apostoli, non veniva menzionato il capitano ma “il primo”, Matteo avrebbe potuto elencare semplicemente i dodici nomi degli Apostoli, senza usare la parola “primo” invece preferisce usare la parola “primo” per indicarci il primato di Pietro, del resto in tutto in N.T. notiamo che Pietro è sempre il primo in quasi tutti gli episodi dove vengono nominati gli Apostoli, e i suoi compagni nutrivano rispetto nei suoi confronti, infatti quando Giovanni e Pietro corsero al sepolcro di Gesù, Giovanni (che era più giovane) arrivò per primo ma non entrò, preferì aspettare Pietro, e fu Pietro ad entrare per primo nel sepolcro; Il non voler accettare l’autorità della Chiesa cattolica, significa spodestare la Chiesa di Dio dalla sua naturale divina autorità conferitale dal suo Divino Fondatore.
Nessuno è autorizzato a servirsi della Bibbia  per distruggere la Parola di Dio; e questo avviene quando dei gruppi di credenti ricorrono ad interpretazioni parziali ed arbitrarie che la stessa Parola di Dio non consente.
Le metafore ricordate indicano la funzione di pietra fondamento benché in modo analogico.
E sappiamo che l’analogia comporta una somiglianza oggettiva, non una identità, nell’essere e nell’agire di due o più soggetti.
Infatti:
a) Jahvè è roccia in quanto costituisce il primo fondamento della Chiesa, di cui l’antico Israele era tipo e figura. In Lui, ossia sulla sua bontà e fedeltà poggiava la fede e la speranza dell’Israele secondo la carne; in Lui poggiano la fede e la speranza del “Nuovo Israele” (Rm9,6-8; Gal 3,6-9,29; 4,21-31;6,8)

b) Cristo è Roccia in quanto, a livello storico e visibile, è la pietra d’angolo (=principale) e fondamento della comunità di salvezza, ossia della “Sua” Chiesa.

c) Infine la Chiesa tutta intera è detta fondamento: “Voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno (=fondamento) della verità” (1 Tm 3,14-15).

Dopo avere illustrato la metafora di “roccia”, sarà bene soffermarsi un po’ su quella delle “chiavi”: “A te darò le Chiavi del Regno dei Cieli”.
Le Chiavi (Mt 16,18-20). C’è qui, oltre quello della guida sicura per raggiungere il regno dei cieli, il senso della giusta interpretazione dell’autorità di cui è investito Pietro. Infatti da Mt 23,13-16 abbiamo: “Guai a voi ipocriti, maestri della legge e farisei. Voi chiudete agli uomini la porta del Regno dei Cieli: non entrate voi e non lasciate entrare quelli che vorrebbero entrare, ecc..”
Da Lc 11,52 abbiamo: “Guai a voi, maestri della legge, perché avete portato via la chiave della vera scienza, voi non siete entrati e non avete lasciato entrare quelli che avrebbero voluto”
Tenere presente che i maestri di Israele non avevano assicurata l’infallibilità, mentre i “mandati da Dio”, e solo quelli mandati, come i veri profeti annunciavano veramente la Parola di Dio.
 Le esigenze della casistica rabbinica rendevano impossibile l’osservanza della legge. Da 10 precetti, i rabbini erano arrivati a comandarne 613!

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 26/01/2003 1.27
Inoltre da 1 Tm 6,3-5, ricaviamo la stessa dottrina vista in Matteo e Luca:
 “Se qualcuno insegna diversamente, se non segue le sane parole di Gesù Cristo nostro Signore e l’insegnamento della nostra religione (=Chiesa cattolica) è un superbo ed un ignorante, un malato che va in cerca discussioni e vuol litigare sulle parole, ecc..”.
Gesù sapeva che la Sua Chiesa doveva affrontare e combattere tante eresie nel corso dei secoli, quindi era logico che stabilisse un organo che vigilasse e difendesse la verità, altrimenti la Chiesa sarebbe stata distrutta in pochissimo tempo dalle eresie.
La Sua Chiesa doveva avere delle regole, che garantissero l’esatta interpretazione delle Scritture, altrimenti come potevano controbattere gli eretici?
Dovevano poter dimostrare Bibbia alla mano il suo corretto significato.
Gesù stesso non affidò la Sua Chiesa a tutti i discepoli indistintamente, ma stabilì dodici Apostoli, affinché predicassero e vigilassero con autorità incontestabile, loro potevano dimostrare di essere stati scelti direttamente dal Cristo, e anche i loro successori poterono dimostrare la discendenza apostolica, se così non sarebbe stato gli eretici gli avrebbero riso in faccia, e chiunque poteva prendere il comando della Chiesa e dirigerla verso qualunque lido eretico.

Fin dai primi secoli del cristianesimo gli eretici tentavano di contestare le verità bibliche tentando di sovvertirle (non riuscendovi), mai però fu messa in dubbio la discendenza apostolica dei vescovi, perché essa risultava chiara da documenti inoppugnabili. La Chiesa ha sempre potuto dimostrare la sua discendenza apostolica, da vescovo in vescovo fino ai nostri giorni. Solo negli ultimi tempi alcuni gruppi protestanti osano voler vanificare la discendenza apostolica dei vescovi cattolici romani, perché nel mondo protestante evangelicale ad esempio non si dà nessuna importanza alla storia quando questa parla a favore della Chiesa cattolica romana, la si esalta invece quando questa mostra alcuni errori che la Chiesa di Roma ha commesso nel corso dei secoli; provocando nei fedeli un’avversità molto marcata in tutto quello che è cattolico romano, perché i fedeli si trovano a conoscere bene gli errori della Chiesa romana e ignorano totalmente la sua gloriosa storia millenaria e la sua discendenza apostolica.
Gesù conferisce a Pietro un carisma unico ed individuale: “Conferma i tuoi fratelli” nella fede
(Lc 22,31-32). Ossia, chi non è d’accordo con Pietro non è nella verità.
A tutte queste prerogative personali Gesù ne aggiunge un’altra con la quale colma ogni incertezza e completa l’autorità vicariale di Pietro. Ciò avviene quando, dopo la resurrezione, con parole solenni, inequivocabili e incontrovertibili, dice a Pietro per tre volte: “pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle…” (Gv 21,15-17).
Pietro dunque, senza equivoco alcuno, è nominato il pastore supremo di tutto il “gregge” di Cristo.
Cristo ha mandato Pietro e gli altri Apostoli dando loro ogni potere, così come il Padre ha mandato Gesù dandogli ogni potere.
Pace
Salvatore
(Teofilo)
00sabato 2 gennaio 2010 17:21
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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 26/01/2003 1.30
E’ bene sapere che l’evangelista Giovanni scrive tali parole non meno di 30-40 anni dopo la morte di Pietro. Ciò significa che esse (parole) ormai riguardano, sì, Pietro, ma nei suoi successori.
Perché è impensabile che dopo la morte di Pietro, la Chiesa dovesse restare senza una guida (terrena) autorevole, perché se Gesù avesse voluto guidare di persona la Sua Chiesa non avrebbe stabilito nemmeno gli Apostoli.
 Ma dalla Bibbia traspare che come prima Dio Padre si servì di uomini come Mosè, David, e altri per guidare il suo popolo così Gesù si servì di Pietro e degli Apostoli per guidare la Sua Chiesa. E’ semplicemente impensabile che la Chiesa dovesse finire con la morte degli Apostoli, eppure i fratelli protestanti (pentecostali e altri) affermano che il potere di legare e di sciogliere Gesù lo diede solo agli Apostoli, e questo potere non era trasmissibile.
Queste affermazioni sono talmente insensate che si smentiscono da sole; ma come è possibile che la Chiesa con la morte degli Apostoli non dovesse avere più una guida autorevole?
Se con la morte degli apostoli tutti i discepoli avevano pari voce in capitolo per amministrare e vigilare sulle verità di fede, il cristianesimo non sarebbe mai arrivato fino ai nostri giorni, sarebbero scoppiate guerre fratricide all’interno delle comunità, perché ognuno poteva dire la propria su qualunque verità di fede.
 Dalla stessa Bibbia apprendiamo che Paolo si preoccupava di scegliere uomini fidati e di fede provata, per affidargli il ministero della Parola, imponendogli le mani e conferendogli così la stessa sua autorità in materia di fede, Timoteo, Filemone e Tito sono degli esempi.
Se questi tre vescovi sopra citati non avessero avuto una piena autorità per dirigere la loro Chiesa locale, quanto sarebbero durati?
I loro successori a loro volta dovevano avere anche loro autorità altrimenti i fedeli ribelli gli avrebbero riso in faccia, prendendoli a calci nel sedere. La loro autorità veniva riconosciuta da tutta la Chiesa, e se c’era qualche fratello che sbagliava gravemente il vescovo comandava agli anziani di buttare fuori dalla Chiesa il fratello che si era macchiato di una grave colpa (potere di legare e di sciogliere, le chiavi)
Ne abbiamo esempio da Paolo, che ordina agli anziani di estromettere dalla Chiesa il fratello che si era macchiato di incesto.
Paolo avendo ricevuto da Gesù il potere di legare e di sciogliere, lo sta esercitando, comandando di allontanare quel fratello peccaminoso.
Ecco che allo stesso modo la Chiesa cattolica romana esercita il suo potere conferitogli da Cristo tramite la successione apostolica.
Per ora mi fermo qui
Salvatore

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 26/01/2003 9.12
Mio caro Serafino....se leggiamo attentamente le Lettere Apostoliche....SENZA ESTRAPOLARE.......nel contesto generale si evince che cosa? UNA PREDICAZIONE ORALE.....erano loro e la loro voce e la loro testimoniaza il Nuovo Testamento di quel periodo....dal momento che i testi NON erano stati ancora redatti......
Sai benissimo che LA BIBBIA NON E' VERO CHE DICE TUTTO E CHE SPIEGA TUTTO.......e quando dico TUTTO....intendo TUTTO......dal momento che lo stesso Giovanni dice che "NON TUTTO E' STATO SCRITTO, NON TUTTO E' STATO RIPORTATO......."
Come mai ignorate sempre questo passo di Giovanni?
La testimonianza AUTORITARIA....perchè lo era....degli Apostoli, parte da un TRAMANDARE I FATTI AVVENUTI....e lo fanno con una tale autorità che a volte è accolta, altre volta è mal vista.....Infatti già dalla prima ora Paolo ci fa comprendere che ci sono delle divisioni in atto.....
Perchè noi riportiamo testi al di fuori della Bibbia per aiutare a comprendere la stessa Bibbia? Perchè lo fecero gli Apostoli e lo fecero le prime comunità cristiane.....
Le prime comunità cristiane, caro Serafino....NON LEGGEVANO LA BIBBIA come facciamo oggi......ma leggevano le Lettere degli Apostoli che scrivevano a queste comunità raccomandandogli ed esortandoli a rimanere fedeli a che cosa? NON ALLA BIBBIA COME INTENDETE VOI....MA AL MESSAGGIO CHE LORO GLI AVEVANO INSEGNATO.........riesci a comprendere la differenza?
La Bibbia, o meglio....i Rotoli sacri erano custoditi nelle sinagoghe.......non c'erano migliaia di copie sparse per ogni comunità perchè erano gli Ebrei che, giustamente, li custodivano........mentre i Cristiani vivevano nelle proprie comunità.....specialmente dopo il primo Concilio.....NON SI POSSONO IGNORARE QUESTI ASPETTI......
Altrimenti chiunque può prendere in mano i versetti biblici e dire quello che vuole confrontando soltanto con ciò che è scritturale (ma Giovanni ha detto che non tutto è stato scritto, che facciamo? ciò che non è stato scritto lo cestiniamo??), infatti questo modo di procedere portò già nell'anno 100 i primi problemi....Marcione.....ti dice nulla questo nome?
Egli, proprio leggendo i Rotoli dell'A.T. e confrontandoli con le Lettere degli apostoli e i primi scritti del vangelo che cominciavano a circolare, cosa fa? Pretende che venga cancellato dalle comunità cristiane tutto l'A.T. sostenendo, proprio dalle Lettere degli Apostoli, che essendo ormai compiuta la Rivelazione, l'A.T. non faceva più testo.....alcuni vescovi scrivono al vescovo di Roma....per dare CON AUTORITA'......una parola ferma su questo grave errore.....lo sollecitano ad AGIRE......spiegando che già alcune comunità cristiane si stavano lasciando influenzare da questa dottrina sbagliata.......
IL VESCOVO DI ROMA PRENDE LA DECISIONE E LA COMUNICA A TUTTI GLI ALTRI VESCOVI........i quali sono concordi che il Vecchio e il Nuovo Testamento devono essere tenuti insieme perchè inscindibili fra loro.....nasce così la divisione letteraria del Nuovo e Antico Testamento......
Caro Serafino....non si possono ignorare questi passaggi......
Se credere a Gesù come la Chiesa insegna (e che anche voi accettate) fosse stato facile attraverso solo l'uso della Bibbia.....caro mio.....mi devi spiegare perchè gli Ebrei "NON LO RICONOBBERO"......Paolo gli ha dedicato molti scritti.....riferendosi all'A.T. non c'è riuscito lui...e pretendete di farlo voi??....Certo, molti si convertirono e molti ancora si convertono.....così come molti amano la Chiesa ed altri ci si oppongono.......
Ma questo non dipende perchè noi portiamo gli scritti dei Padri........bensì per la chiusura del cuore....se consenti è diverso.....
Fraternamente C.

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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 26/01/2003 19.28
Caro Salvatore, ho appena riaperto questo forum, e ho trovato che chiedevi come mai fosse stato cancellato il messaggio n 6.
Si trattava del mio stesso messaggio come ti hanno fatto notare Raptor e Caterina, che ho tolto perchè appunto volevo rivederlo.
In tale messaggio segnalavo un particolare di

Gv1,42  che dice:

… e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che tradotto vuol dire Pietro)".

Da tale versetto si ricava che il nome dato a Simone da Gesù non era il lingua greca (che è una traduzione, come afferma l'evangelista) ma nella lingua propria di Gesù e significava ROCCIA o PIETRA.

Tale nome non fu certamente dato a caso da Gesù, ma solo perchè Simone avrebbe dovuto svolgere quella specifica funzione, in nome e per conto della ROCCIA  per eccellenza che è Cristo.

Per cui le osservazioni fatte da Caterina nel suo post 11 sono molto pertinenti:

Cambia il nome di Simone in Pietro..............cioè non lo chiama Simone...ma Pietro.....è l'autorità di Gesù che sta annunciando qualcosa.....ora, non più Simone dato dai genitori, ma Pietro (che significa pietra)confermato da Gesù....perchè ora è un uomo di Dio scelto e chiamato per compiere una missione....e  il significato è l'identificazione VISIBILE DELLA ROCCIA....quella Roccia che è il Cristo sulla quale è saldamente ancorata e fondata la Chiesa.......;
Gesù edifica la Chiesa......attenzione, i protestanti sostengonmo che noi interpretiamo male questa frase....dicendo che Gesù l'ha edificata su se stesso e non su Pietro....ma attenzione appunto...Gesù dice "Tu sei Pietro....e su questa pietra.....la mia Chiesa...." se i protestanti avessero ragione...NON avrebbe senso da parte di Gesù dire "edificherò LA MIA CHIESA".......è come dire..."Tu sei Pietro e su di me stesso edificherò la mia Chiesa"....sarebbe stato un concetto inutile dal momento che come allora tutti i cristiani sanno che la Chiesa è fondata sul e dal Cristo........no, no, Gesù lo sta dicendo proprio a Pietro soltanto, come soltanto a Pietro cambiò il nome.....in un frangente così particolare......
Gesù dice letteralmente "Tu sei Pietro e su di te, che ho reso COME UNA PIETRA....IO CI APPOGGIO LA MIA CHIESA.....e poichè SONO IO IL CAPO PERCHè è MIA LA CHIESA, LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO"........;
Gesù da le chiavi......anche questo è molto sfocato nelle predicazioni protestanti che non accettano la Chiesa....e dicono che il verbo dare è al futuro......cioè "darò"...quindi in una visione futuristica se non.....alla fine del mondo.....ma, ma.....non avrebbe senso.....alla fine del mondo tutto sarà finito e la Chiesa terminerà il suo compito......e tutto verrà sottomesso a Dio.....il senso delle chiavi "ti darò"...era proprio in visione della prima evangelizzazione dopo l'Ascensione di Gesù al cielo....da quel momento in poi, dopo la pentecoste, nascita ufficiale della Chiesa.....ecco che i discepoli si muovono....e comincia la loro AUTORITA'.....le chiavi sono questa autorità che avrà potere di legare e di sciogliere (concetto che parlermo a parte)
Con affetto

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Consiglia Elimina    Messaggio 20 di 25 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 26/01/2003 21.28
In Mt 16,18-20 Gesù fonda la sua Chiesa sulla “roccia”, ossia sulla stabilità, sulla sicurezza, sulla indefettibilità, assicurandole che né il tempo né l’errore avrebbero avuto su di essa il sopravvento:”le porte degli inferi non prevarranno…” .
Chi può dubitare delle divine parole di Cristo?
Nella traduzione interconfessionale le parole di Cristo sono recate così: “e su di te, come su una pietra, edificherò la mia Chiesa”.
Dunque Pietro è la “roccia” ma la roccia di Pietro poggia sulla Pietra Angolare che è Cristo, e quando Gesù dice “la mia Chiesa”, vuol dire che essa è “una ed unica”. Tutte le altre associazioni che si dicono “chiese” non sono la Chiesa fondata da Cristo, e perciò non possono garantire l’autenticità dell’interpretazione biblica. Ricordiamo che a Pietro (al suo primo incontro con Gesù) viene dato il nome Kefa=roccia (Gv 1,42; Mc3,16)
Roccia è un metafora, un simbolo che sta a significare sicurezza.
Infatti leggiamo in 2° Sam 22,2: “Jahwè è la roccia di Israele”; prima di Davide Mosè aveva detto: “Jahwè è roccia” (Dt 32,4); Isaia additava Jahwè come “unica roccia”; anche nei Salmi (144,1 e 95,1) è detto: “Benedetto Jahwè” mia roccia”.
Nel N.T. Gesù applica a Sé il Salmo 117,22 e si qualifica come “pietra d’angolo”, ossia la pietra principale nella edificazione del “Nuovo Israele”, che è la Chiesa, la “Sua Chiesa”, come è scritto in Mt 21,42-44: “…la pietra scartata…è divenuta testata d’angolo.. chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà.
Il Signore ha fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri”.
Per i Giudei, che non hanno creduto alla divinità di Cristo, questa pietra è divenuta motivo d’inciampo e di rovina (Rm9,33; 1 Pt 2,7-8; Is 8,14; 28,16) Ma per i discepoli di Cristo, Egli è la Roccia Spirituale fonte di salvezza, prefigurata nella roccia da cui Jahwè fece scaturire acqua abbonante per dissetare l’Israele secondo la carne (1 Cor 10,3-4; Es 17,5-6; Nm 20,10-11).
E’ chiaro che l’essere Roccia di Cristo non vanifica l’essere roccia di Jahwè. Solo bisogna saper conciliare le due esplicite testimonianze della S. Scrittura. Roccia è detto pure nella Bibbia Simone, figlio di Giona. Fu Gesù stesso a imporgli questo nuovo nome, pietre vive sono pure tutti i credenti (1 Pt 2,4-5)
Ai fratelli protestanti risulta difficile capire che l’essere “roccia” di Pietro non vanifica l’essere roccia di Cristo e l’essere roccia di Jahwè, loro mirano a annullare il primato di Pietro, quindi negano che il papa abbia autorità apostolica in quanto successore di Pietro, alcuni loro arrivano perfino a negare che Pietro sia stato a Roma, quando invece esistono documenti storici che lo provano.
Fondamento è prima di tutto, Gesù Cristo: “Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra (successione apostolica). Ma ciascuno stia attento come vi costruisce. Infatti, nessuno può porre un fondamento diverso da quello che giù vi si trova, che è Gesù Cristo” (Cor 3,10 -11). Assieme a Cristo S. Paolo chiama fondamento anche gli Apostoli e i Profeti (Ef 2,19-20): si tratta qui dei profeti del N.T. (Ef 3,5;4,11)
“In questo tempo alcuni profeti scesero ad Antiochia da Gerusalemme. E uno di loro, di nome Agabo, alzatosi in piedi, annunziò per impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l’impero di Claudio” (At 11,27).

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 26/01/2003 21.30
Quindi nella traduzione biblica interconfessionale le parole di Cristo sono recate così:”e su di te, come una pietra, edificherò la mia Chiesa”. Dunque, Pietro è la “roccia”. E quando Gesù dice “la mia Chiesa”, vuol dire che essa è “una ed unica”. Tutte le altre associazioni che si dicono “chiese”, non sono la Chiesa fondata da Cristo, e perciò non possono garantire l’autenticità  dell’interpretazione biblica.
Ricordiamo che a Pietro (suo primo incontro con Cristo) viene dato il nome Kefa = roccia (Gv 1,42; Mc 3,16).
Roccia è una metafora, un simbolo che sta a significare sicurezza. Infatti leggiamo in 2 Sam 22,2:” Jahwè è la roccia di Israele”; prima di Davide Mosè aveva detto: “Jahwè è roccia” (Dt 32,4);
Isaia additava Jahwè come “unica roccia”; anche nei Salmi (144,1 e 95,1) è detto “Benedetto Jahwè mia roccia”.
Nel N.T. Gesù applica a Sé il Salmo 117,2 e si qualifica come “pietra d’angolo” ossia la pietra principale nella edificazione del “Nuovo Israele”, che è la Chiesa, la “Sua Chiesa”, come è scritto in Mt 21,42-44: “…la pietra scartata.. è diventata testata d’angolo.. chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà. Il Signore ha fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri”.
Per i Giudei che non hanno creduto alla divinità di Cristo, questa pietra è divenuta motivo d’inciampo e di rovina (Rm 9,33; 1 Pt 2,7-8; Is 8,14; 28,16). Ma per i discepoli di Cristo, Egli è la Roccia Spirituale, fonte di salvezza, prefigurata nella roccia da cui Jahwè fece scaturire acqua abbondante per dissetare l’Israele secondo la carne (1 Cor 10,3-4; Es17,5-6; Nm 20,10-11).
E’ chiaro che l’essere Roccia di Cristo non vanifica l’essere roccia di Jahwè. Solo bisogna saper conciliare le due esplicite testimonianze della S. Scrittura. Roccia è detto nella Bibbia pure Simone , figlio di Giona. Fu Gesù stesso a imporgli questo nuovo nome; pietre vive sono pure tutti i credenti.
Fondamento è prima di tutto Gesù Cristo: “Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra (successione apostolica). Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti, nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo” (Cor 3,10-11).
Assieme a Cristo, Paolo chiama fondamento anche gli Apostoli e i Profeti (Ef 2,19-20) si tratta qui dei profeti del N.T. (Ef 3,5;4,11; At11,27). Costituiscono con gli Apostoli la generazione dei primi testimoni che hanno ricevuto la rivelazione del piano divino e che hanno predicato il Vangelo (Lc 11,49; Mt 23,34; Mt 10,41).
Tutta la Chiesa è detta fondamento  “Colonna e sostegno della Verità” (1Tm 3,15).

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 26/01/2003 21.33
Il voler vanificare la funzione dell’uomo-roccia, posto da Cristo a fondamento visibile della “Sua Chiesa”, significa alterare pregiudizialmente e irreparabilmente tutta la realtà intorno a Cristo ed alla Sua Chiesa. Il voler dimenticare i poteri così larghi concessi da Cristo al Primo degli Apostoli (Mc 3,13-19; Mt 10,1-4; Lc 6,12-16) significa spodestare la Chiesa di Dio dalla sua naturale divina autorità conferitale dal suo Divino Fondatore.
Questo delitto di mutilazione è non solo contro quanto stabilito da Cristo, ma anche contro gli stessi credenti in Lui, i quali resterebbero privi delle prerogative più necessarie alla vita della Chiesa.
La Chiesa non poteva e non può essere abbandonata al caos.
Nessuno è autorizzato a servirsi della Bibbia per distruggere la Parola di Dio; e questo avviene quando dei gruppi di credenti ricorrono a interpretazioni parziali ed arbitrarie che la stessa Parola di Dio non consente.
Le metafore ricordate indicano la funzione di pietra, fondamento benché in modo analogico;
e sappiamo che l’analogia comporta una somiglianza oggettiva, non una identità, nell’essere e nell’agire di due o più soggetti.
Infatti:
a) Jahvè è roccia in quanto costituisce il primo fondamento della Chiesa, di cui l’antico Israele era tipo e figura. In Lui, ossia sulla sua bontà e fedeltà poggiava la fede e la speranza dell’Israele secondo la carne; in Lui poggiano la fede e la speranza del “Nuovo Israele” (Rm 9,6-8; Gal 3,6-9,29; 4,21-31; 6,8).
b) Cristo è Roccia in quanto, a livello storico e visibile, è la pietra d’angolo (=principale) e fondamento della comunità di salvezza, ossia la “Sua Chiesa”.
c) Infine la Chiesa tutta intera è detta fondamento: “Voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno (=fondamento) della verità” (1 Tm 3,14-15).

Quando Gesù ha chiamato a se i dodici Mt 10,1 diede a loro il potere di……. ,
non a tutti i discepoli, Matteo poi usa la parola “per primo” per indicare che Pietro era il primo fra gli Apostoli, è bene notare che nonostante i protestanti vogliano negare questo primato, Matteo lo sottolinea, e i fedeli protestanti farebbero bene a notare che Matteo scrive il suo Vangelo intorno all’anno 70 d.C. quindi già esistevano le prime comunità cristiane, esistevano le prime Chiese locali con i loro ordinamenti, le Chiese locali fin dal principio non sono mai vissute nel disordine, ma sono state sempre organizzate per meglio accudire ai bisogni dei fedeli di ogni singola realtà locale,
quindi Matteo aveva visto e conosceva le Chiese e chi le guidava, e quando menziona la lista dei dodici Apostoli non lo fa in modo casuale (come vogliono far credere i pastori protestanti), a Matteo non gli “è scappata la penna di mano”, scrive e sa quello che scrive, i protestanti che vanno a citare Giovanni cap.1,40  dimostrano ulteriormente la loro ignoranza biblica.
Non è mai bastevole sottolineare che “ignorante” non viene detto in senso offensivo, eppure appena ci si sente etichettare così molti si offendono.
(Teofilo)
00sabato 2 gennaio 2010 17:22
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 20/04/2005 19.01
20 Aprile 2005 
MATTUTINO
Quei tre simboli

Io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: ciò che legherai sulla terra sarà legato anche nei cieli e ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli.
È d'obbligo in questo giorno che scandisce in modo festoso e glorioso la storia della Chiesa, riproporre il celebre brano "petrino" di Matteo (16, 17-19). Tre sono i simboli che lo reggono e che sono alla base della Chiesa fondata su Cristo, «pietra angolare», e su Pietro, «pietra» visibile nel tempo e nello spazio. Il primo è appunto la roccia: Pietro coi suoi successori rende esplicita nella storia la fondazione della Chiesa su Cristo (la pietra angolare).

Come scriveva un biblista, «dandole un fondamento, Gesù non ha inteso lasciare i suoi seguaci isolati e dispersi ma ha voluto raccoglierli in una comunità organizzata», la Chiesa che ha nel Papa il suo segno visibile di unità.
Le «chiavi» sono il secondo simbolo e incarnano il potere su una casa, una città, un regno nonché sull'interpretazione di un testo ("la chiave di lettura"): in Pietro, allora, si esercita un'autorità giuridica e di insegnamento a cui i fedeli devono riferirsi.

Collegato a questo è il terzo simbolo: «legare e sciogliere» indica certamente il potere di perdonare i peccati nel nome del Signore, ma abbraccia pure la funzione di ammonire e formare i cristiani nella loro vita morale. È, allora, al nuovo Papa che oggi si puntano non solo gli occhi dei fedeli per scorgerne il volto ma si orientano anche i cuori e le menti perché egli ci guidi e ci confermi nella fede nel Signore risorto, vivente in mezzo a noi col suo Spirito liberatore e santificante.

Gianfranco Ravasi


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Da: Soprannome MSNIoFrancesco21Inviato: 10/05/2005 12.31
Pace del Risorto.
Alcuni interventi sugli evangeli sulla Trinità diversa che credono, mi ha fatto pensare ad una catechesi che mi aiutò a capire il primato di Pietro, quando incominciai ad avvicinarmi alla Chiesa, ed allora ve la offro di cuore, ce la condividiamo.
Molti fratelli evangelici si fermano solo sulla questione della roccia e da li negano il primato di Pietro. Poi l'errore che fanno è di vedere questo primato fermo solo al potere temporale, e questo gli impedisce di vedere oltre.
Allora se prendiamo il Vangelo che non mente, vediamo che la Chiesa ha ragione.
Per il momento mettiamo non da parte, ma solo citato senza approfondirlo la frase solita di Mt.16, 13-16 "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno. A te darò le chiavi, ecc..."
Proviamo a fare un salto di qualità dentro le Scritture.
Il primato non è un concetto di potere temporale, ma è proprio indefettibilità della fede dell'apostolo.
Lc. 22,32 "Ma io ho pregato per te perchè la tua fede non venga meno e tu, una volta ravveduto conferma gli altri nella fede."
Gesù dice questo proprio prima del tradimento, perchè Gesù non disse la stessa raccomandazione a Giuda? Entrambi gli apostoli avrebbero rinnegato il Maestro, ma Gesù a Pitro gli da una conferma della sua indefettibilità, nonostante l'errore, perchè Lui, il Maestro ha pregato per Pietro proprio per questo servizio.
Possiamo dire che questa promessa di Gesù è valida per dimostrare il primato? Si! perchè ce lo confermano le Scrittue.
Da questo momento ed in altri, noteremo che è sempre Pietro a confermare la fede del gruppo apostolico, leggiamo:
Dopo l'ultima pesca miracolasa dopo la risurrezione, c'erano gli apostoli Tommaso, Bartolomeo, Giacomo e Giovanni e c'era Pietro al quale Gesù, solo a lui, gli chiede per tre volte se egli lo amava. Come mai lo chiede solo a Pietro? I fratelli evangelici, ma è soprattutto l'insistenza di un pastore che è ingannevole, sostengono che si tratta dei tre rinnegamenti di Pietro, ma ci chiediamo, gli altri Apostoli non provarono lo stesso sentimento di paura che ebbe Pietro? Ci risulta che solo Giovanni era ai piedi della Croce, gli altri erano fuggiti, ma Gesù si rivolge solo a Pietro e quella richiesta e quelle risposte coinvolgono, per mezzo di Pietro, ognuno di noi: pasci le mie pecore (Gv.21,15-17). Gesù conferma questo primato che nonostante gli errori umanamente possibile, confermano a Pietro la preghiera personale di Gesù perchè egli confermi i fratelli nella medesima fede.
Se questo ancora non bastasse, leggiamo ancora i Vangeli.
I Vangeli sono pieni di segni di questo primato, si tratta di un rapporto molto personale fra Pietro e Gesù, fra il Maestro e Pietro che dovrà confermare tutti nella fede.
Leggiamo il primo incontro di Gesù, c'è un particolare che ai fratelli evangelici sfugge: alla presenza di Gesù viene portato Pietro dal fratello Andrea, Pietro non sta chiedendo nulla, non vuole nulla, il fratello gli dice che " abbiamo trovato il Messia!" e lo porta a Gesù. Gesù come lo vede compie qualcosa che non ha compiuto con gli altri, gli cambia il nome " Tu Simone, figlio di Giovanni; ti chiamerai CEFAS, che significa pietra!" (Gv.1, 40,43) e l'incontro termina così. Molto strano, che avrà voluto dire? Ad Andrea, fratello di Pietro non dice nulla, così leggiamo, all'indomani Gesù incontra un altro, Filippo al quale non cambia il nome ma gli dice solo: SEGUIMI!
La chiave di comprensione sta nel cambiamento del nome che è un fatto altamente simbolico e non avendolo fatto con nessun altro degli Apostoli che lui stesso si era scelto, non può che significare quel primato che come roccia, come una pietra non potrà esere scalfito, nemmeno dai peccati e dalla debolezza dei Dodici.
Da qui i Vangeli ci fanno capire come lo Spirito immediatamente inizia ad agire in Pietro tanto che sarà sempre e spesso lui a rispondere per gli altri, leggiamo:
- Mt.15,15: quando Gesù rispose agli scribi e ai farisei che accusavano i discepoli di non lavarsi le mani, Gesù spiega loro la vera purità interiore, notare allora che di tutti i discepoli solo Pietro prende voce e chiede a Gesù al plurale di insegnare a loro questa dottrina!
- Mt.19,27: Quando il giovane ricco se ne andò, rinunciando a seguire Cristo perchè "aveva molti beni", Pietro prende voce per tutti per dimostrare a Gesù la LORO fedeltà, sempre al plurale dice: " Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque otterremo?"
- Gv. cap. 6: Ancora abbiamo a Cafarnao il commiato di molti discepoli dopo che Gesù aveva spiegato loro l'Eucarestia, ma essi non l'avevano compresa, si erano scandalizzati del discorso di Gesù che diceva chiaramente che era la sua carne che dava da mangiare ed era il suo sangue che dava da bere per la salvezza, Gesù li interroga rivolgendosi a tutti: "Volete andarvene anche voi?" anche qui è Pietro che prende la parola per tutti, risponde per tutti coloro che rimanevano con Gesù: "Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna!"
- Gv.20,1-10: nei giorni della risurrezione di Gesù, i segni di questo primato diventano più chiari. Alla notizia portata da Maria Maddalena che il corpo di Gesù non c'era più, Pietro e Giovanni si precipitano, Giovanni arrivò per primo, eppure non entrò, attese Pietro, il quale entrò e constatò così per primo fra i Dodici che il corpo del Maestro non c'era più.
- Sempre sulla risurrezione è di particolare attenzione che cosa scriverà Luca, pur essendo apparso prima alle donne, Luca sottolinea con una frase la supremazioa di Pietro: " Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone" Lc.24,34. Noi sappiamo che apparse anche a Tommaso e agli altri e alle donne, ma Luca sottolinea qualcosa di molto più profondo nel pronunciare la verità della risurrezione e nell'accostarla solo alla'apparizione "a Simone". Da osservare che questa frase detta dagli apostoli viene pronunciata dopo l'incontro con i disecpoli di Emmaus, dunque Gesù era apparso già a tutti, ma qui si sottolinea, e sono i Dodici che essi non dicono "è apparso a me, e a me, e a me " ma dicono "è apparso a Simone!"
- 1Cor.15,5: anche san paolo confermò questa priorità, lui che non era stato un testimone oculare, riporta già la Tradizione della narrazione (i Vangeli non erano stati ancora scritti) nel dire come fosse stato riservato a Pietro queste apparizioni dopo la risurrezione.
- Atti 1,15-26: Gesù è asceso al cielo, ora i Dodici (Undici) devono vedere il da farsi e sono racchiusi nel Cenacolo. Intanto che aspettano che qualcosa accada, pregano e pensano bene di riempire il vuoto lasciato da Giuda. L'elezione di un nuovo apostolo non più chiamato fisicamente da Gesù, ma chiamato attraverso il collegio degli apostoli.
Anche qui, senza nessuna preparazione è Pietro che avanza la proposta del procedimento da seguire, alla presenza di ben 120 discepoli. Tale porposta viene accettata, e Mattia fu il primo ad essere eletto dagli Apostoli è l'inizio della Successione come avviene ancora oggi dove alla morte di qualche vescovo, subentra subito un altro mandato ancora oggi da Pietro ad occupare un posto vuoto.
- Atti 2,14-41: è la mattina della Pentecoste, "una moltitudine" di gente radunata per la festa in Gerusalemme, è attirata da quello che sta avvenendo, anche qui, appena gli apostoli vengono interrogati su cosa sta avvenendo, Pietro prende la parola per tutti.
- Atti 3,1-4-22: Dopo la guarigione dello storpio, alla presenza di altri discepoli, è sempre Pietro che risponde spiega ed ammaestra sui fatti, in conseguenza di ciò, osserviamo con scrupolosità, il numero dei discepoli divenne di cinquemila! Non solo, vediamo anche che incarcerato con Giovanni, e condotti poi davanti al Sinedrio, sarà sempre Pietro a dare testimonianza della loro verità!
- Atti 5,15: Inoltre si attribuiva una virtù superiore agli altri circa le guarigioni (At.9,31-42) e di potenza perfino all'ombra dell'apostolo, si legge: " mentre Pietro passava, almeno la sua ombra sfiorasse alcuni di loro!"
- Altri fatti di maggior importanza su questo primato li riscontriamo ad esempio sono:
a) l'accoglienza dei Gentili nella giovane Chiesa, toccò infatti a Pietro "confermare gli altri nella fede" (Lc.22,32), l'episodio è importante perchè esprime la cattolicità di quella decisione che avveniva proprio per confermare una universalità dell'evangelizzazione e al mandato di annunciare il Vangelo. I fratelli evangelici sostengono che questo non è un segno del primato perchè Paolo era l'apostolo delle genti, è vero che Paolo fu dato di annunciare a tutte le genti, ma resta vero che Pietro aprì ufficialmente le porte della Chiesa alle persone che provenivano dai Gentili, confermandoli nella fede aquisita.
b) la persecuzione di Erode Agrippa , durante la quale subì il martirio Giacomo il Maggiore. Quello che dobbiamo notare è che l'intenzione di Erode era quella di presentare Pietro (incarcerato) al popolo dopo la Pasqua per farlo giustiziare pubblicamente dando una forte risonanza come avvenne per Gesù. Questo prova che agli occhi di Erode l'autorità di Pietro sul gruppo apostolico era superiore e di importanza per la visibilità della Chiesa. La stessa miracolosa liberazione riconferma nelle parole di Gesù in Gv.21, 18-20 che Pietro doveva morire diversamente, altrimenti come mai a Giacomo non fu risparmiato di morire in quel frangente? Pietro doveva ancora fare dell'altro, la sua missione doveva terminare nel posto scelto da Gesù: Roma, cuore dell'Impero pagano, crocevia di tutte le fedi.
c) e il primo Concilio di Gerusalemme il quale mise ancora in viva luce il ruolo di Pietro nella Chiesa. Dopo la lunga discussione con gli apostoli e i presbiteri (incontri che si chiameranno Sinodi e Concilii), anche qui Pietro prende la parola davanti all'assemblea ricordando di essere stato scelto per parlare ai Gentili (i Gentili rappresentavano all'epoca il resto del mondo) e per aprire loro le porte della Chiesa. Sebbene i fratelli evangelici sottolineano l'intervento di Giovanni dopo, essi dimenticano che fu Pietro però a concludere il discorso liberando lui stesso dalla circoncisione e dall'osservanza della legge mosaica per i cristiani provenienti dai gentili. (cfr. Atti 15,6-11)
- Gal.1, 15-24 e 2,1-10: qui Paolo racconta la sua esperienza e dopo aver detto come fosse andato a predicare senza chiedere consglio a nessuno, sente tuttavia, dopo tre anni, la necessità di recarsi a Gerusalemme "per prendere contatti con Cefa". Paolo sottolinea che era pressochè sconosciuto alle Chiese della Giudea che sono in Cristo. E ancora dopo quattordici anni, Paolo sente di nuovo la necessità di recarsi a Gerusalemme con Barnaba dopo aver preso contatti con Tito, qui Cefa e Giovanni gli danno la destra in segno di unità, loro che erano stimate e riconosciute da Paolo le "Colonne della Chiesa". Qui è importante notare che Paolo usa la parola Cefa e non Pietro, ed è importante ritornare a Barnaba e al suo primo incontro con paolo che leggiamo in Atti 11, 10-31 dove parla non solo della sua conversione, ma parla della sua predicazione, ma anche della sua "presentazione agli Apostoli" ai versi 26-31. Barnaba lo prese con se e lo condusse dagli apostoli e raccontò loro cosa gli era accaduto. Da allora, si legge, egli restò a Gerusalemme con loro in "piena familiarità".
Ecco, mi sembra che questa catechesi offra a tutti spunti di meditazione e di comprensione per la credibilità di questo primato e del quale oggi ne abbiamo veramente un fondamentale bisogno, vista la grande confusione dottrinale che regna in tutte le altre comunità che vogliono vantare un primato negando quel primato originale istituito da Nostro Signore perchè venissimo tutti confermati nella fede comune.
Sia lodato Gesù Cristo, da Francesco
(Teofilo)
00sabato 2 gennaio 2010 17:23
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 10/05/2005 14.45
Caro Francesco...ti ringrazio per questa minuziosa ricostruzione dai Vangeli.....essa va ad arricchire la comprensione a questa tema soprattutto dopo la stessa omelia di Pietro, Papa Benedetto XVI che così ha scritto del Primato:
Nel sacramento dell’ordinazione episcopale vengono loro conferite la potestà e la grazia necessarie per questo servizio. In questa rete di testimoni, al Successore di Pietro compete uno speciale compito. Fu Pietro che espresse per primo, a nome degli apostoli, la professione di fede: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16, 16). Questo è il compito di tutti i Successori di Pietro: essere la guida nella professione di fede in Cristo, il Figlio del Dio vivente. La Cattedra di Roma è anzitutto Cattedra di questo credo. Dall’alto di questa Cattedra il Vescovo di Roma è tenuto costantemente a ripetere: Dominus Iesus – "Gesù è il Signore", come Paolo scrisse nelle sue lettere ai Romani (10, 9) e ai Corinzi (1 Cor 12, 3). Ai Corinzi, con particolare enfasi, disse: "Anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra… per noi c’è un solo Dio, il Padre…; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui" (1 Cor 8, 5). La Cattedra di Pietro obbliga coloro che ne sono i titolari a dire - come già fece Pietro in un momento di crisi dei discepoli - quando tanti volevano andarsene: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio" (Gv 6, 68ss). Colui che siede sulla Cattedra di Pietro deve ricordare le parole che il Signore disse a Simon Pietro nell’ora dell’Ultima Cena: "….e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli…." (Lc 22, 32). Colui che è il titolare del ministero petrino deve avere la consapevolezza di essere un uomo fragile e debole - come sono fragili e deboli le sue proprie forze - costantemente bisognoso di purificazione e di conversione. Ma egli può anche avere la consapevolezza che dal Signore gli viene la forza per confermare i suoi fratelli nella fede e tenerli uniti nella confessione del Cristo crocifisso e risorto. Nella prima lettera di san Paolo ai Corinzi, troviamo il più antico racconto della risurrezione che abbiamo. Paolo lo ha fedelmente ripreso dai testimoni. Tale racconto dapprima parla della morte del Signore per i nostri peccati, della sua sepoltura, della sua risurrezione, avvenuta il terzo giorno, e poi dice: "Cristo apparve a Cefa e quindi ai Dodici…" (1 Cor 15, 4), Così, ancora una volta, viene riassunto il significato del mandato conferito a Pietro fino alla fine dei tempi: essere testimone del Cristo risorto.

Il Vescovo di Roma siede sulla sua Cattedra per dare testimonianza di Cristo. Così la Cattedra è il simbolo della potestas docendi, quella potestà di insegnamento che è parte essenziale del mandato di legare e di sciogliere conferito dal Signore a Pietro e, dopo di lui, ai Dodici. Nella Chiesa, la Sacra Scrittura, la cui comprensione cresce sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, e il ministero dell’interpretazione autentica, conferito agli apostoli, appartengono l’una all’altro in modo indissolubile. Dove la Sacra Scrittura viene staccata dalla voce vivente della Chiesa, cade in preda alle dispute degli esperti. Certamente, tutto ciò che essi hanno da dirci è importante e prezioso; il lavoro dei sapienti ci è di notevole aiuto per poter comprendere quel processo vivente con cui è cresciuta la Scrittura e capire così la sua ricchezza storica. Ma la scienza da sola non può fornirci una interpretazione definitiva e vincolante; non è in grado di darci, nell’interpretazione, quella certezza con cui possiamo vivere e per cui possiamo anche morire. Per questo occorre un mandato più grande, che non può scaturire dalle sole capacità umane. Per questo occorre la voce della Chiesa viva, di quella Chiesa affidata a Pietro e al collegio degli apostoli fino alla fine dei tempi.

Questa potestà di insegnamento spaventa tanti uomini dentro e fuori della Chiesa. Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza, se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero. Non è così. Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso assoluto, un mandato per servire. La potestà di insegnare, nella Chiesa, comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede. Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo. Lo fece Papa Giovanni Paolo II, quando, davanti a tutti i tentativi, apparentemente benevoli verso l’uomo, di fronte alle errate interpretazioni della libertà, sottolineò in modo inequivocabile l’inviolabilità dell’essere umano, l’inviolabilità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. La libertà di uccidere non è una vera libertà, ma è una tirannia che riduce l’essere umano in schiavitù. Il Papa è consapevole di essere, nelle sue grandi decisioni, legato alla grande comunità della fede di tutti i tempi, alle interpretazioni vincolanti cresciute lungo il cammino pellegrinante della Chiesa. Così, il suo potere non sta al di sopra, ma è al servizio della Parola di Dio, e su di lui incombe la responsabilità di far sì che questa Parola continui a rimanere presente nella sua grandezza e a risuonare nella sua purezza, così che non venga fatta a pezzi dai continui cambiamenti delle mode.



La Cattedra è - diciamolo ancora una volta - simbolo della potestà di insegnamento, che è una potestà di obbedienza e di servizio, affinché la Parola di Dio - la sua verità! - possa risplendere tra di noi, indicandoci la strada. Ma, parlando della Cattedra del Vescovo di Roma, come non ricordare le parole che Sant’Ignazio d’Antiochia scrisse ai Romani? Pietro, provenendo da Antiochia, sua prima sede, si diresse a Roma, sua sede definitiva. Una sede resa definitiva attraverso il martirio con cui legò per sempre la sua successione a Roma. Ignazio, da parte sua, restando Vescovo di Antiochia, era diretto verso il martirio che avrebbe dovuto subire in Roma. Nella sua lettera ai Romani si riferisce alla Chiesa di Roma come a "Colei che presiede nell’amore", espressione assai significativa. Non sappiamo con certezza che cosa Ignazio avesse davvero in mente usando queste parole. Ma per l’antica Chiesa, la parola amore, agape, accennava al mistero dell’Eucaristia. In questo Mistero l’amore di Cristo si fa sempre tangibile in mezzo a noi. Qui, Egli si dona sempre di nuovo. Qui, Egli si fa trafiggere il cuore sempre di nuovo; qui, Egli mantiene la Sua promessa, la promessa che, dalla Croce, avrebbe attirato tutto a sé. Nell’Eucaristia, noi stessi impariamo l’amore di Cristo. E’ stato grazie a questo centro e cuore, grazie all’Eucaristia, che i santi hanno vissuto, portando l’amore di Dio nel mondo in modi e in forme sempre nuove. Grazie all’Eucaristia la Chiesa rinasce sempre di nuovo! La Chiesa non è altro che quella rete - la comunità eucaristica! - in cui tutti noi, ricevendo il medesimo Signore, diventiamo un solo corpo e abbracciamo tutto il mondo. Presiedere nella dottrina e presiedere nell’amore, alla fine, devono essere una cosa sola: tutta la dottrina della Chiesa, alla fine, conduce all’amore. E l’Eucaristia, quale amore presente di Gesù Cristo, è il criterio di ogni dottrina. Dall’amore dipendono tutta la Legge e i Profeti, dice il Signore (Mt 22, 40). L’amore è il compimento della legge, scriveva San Paolo ai Romani (13, 10).

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