Istituzione del Sinodo dei Vescovi in Comunione con il Papa

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Caterina63
00lunedì 2 febbraio 2009 10:08



Il Sinodo dei Vescovi fu istituito da Paolo VI con il Motu Proprio "Apostolica sollicitudo" del 15 settembre 1965. Alla Recita dell’Angelus Domini di domenica 22 settembre 1974 lo stesso Paolo VI ha dato la definizione del Sinodo dei Vescovi: "È un’istituzione ecclesiastica, che noi, interrogando i segni dei tempi, ed ancor più cercando di interpretare in profondità i disegni divini e la costituzione della Chiesa cattolica, abbiamo stabilito dopo il Concilio Vaticano II, per favorire l’unione e la collaborazione dei Vescovi di tutto il mondo con questa Sede Apostolica, mediante uno studio comune delle condizioni della Chiesa e la soluzione concorde delle questioni relative alla sua missione. Non è un Concilio, non è un Parlamento, ma un Sinodo di particolare natura".
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Letteralmente la parola "sinodo", derivata da due parole greche, syn che significa "insieme" e hodos che vuol dire "strada" o "via ", significa "camminare insieme". L'equivalente di synodos in latino è CONCILIUM.

Fin dall'antichità, i vescovi locali di una provincia o di una regione erano soliti riunirsi in assemblea per affrontare problemi locali, sia dogmatici, che morali, e soprattutto di discplina o giurisdizione ecclesiastica. Nascono così i sinodi o concili locali o particolari, di cui è costellata la storia della Chiesa.

Di solito questi concili, che spesso avevano un carattere nazionale, venivano convocati dal metropolita della regione; non è raro il caso di concili locali presieduti da legati papali.

Per indicare i concili particolari in genere si utilizza il termine "sinodo", per distinguerlo da "concilio", utilizzato per lo più per indicare i Concili ecumenici.

Il primo sinodo della storia della Chiesa si svolse nel I secolo a Gerusalemme e ne abbiamo testimonianza grazie agli Atti degli Apostoli.


Elenco di alcuni Sinodi locali  (da wikipedia)

Concili di Toledo - Serie di 18 sinodi della chiesa visigotica di Spagna, celebrati nel primo medioevo (V-VIII secolo)
Concili di Aquisgrana - Serie di diversi concili tenutisi nella città tedesca nel corso del Medioevo
Concili di Troyes - Serie di diversi concili provinciali francesi tenutisi nel corso del Medioevo
Concilio di Elvira (inizio IV secolo)
Concilio di Arles (314) - Condanna del Donatismo
Concilio di Tiro (335) - Concilio convocato per giudicare il vescovo Sant'Atanasio
Concilio di Sardica (343) - Si conferma la fede di Nicea contro Ario
Concilio di Efeso (449) - Prese posizione a favore delle tesi monofisite
Concilio di Toledo (589) - Abbandono definitivo dell'arianesimo da parte della chiesa spagnola
Sinodo di Hieria (754) - Affermazione dell'iconoclastia
Concilio di Tours (813) - Per la prima volta si prese atto delle autonomie linguistiche neolatine
Sinodo di Roma (897) - Chiamato anche "Sinodo del cadavere" per la condanna post mortem di Papa Formoso
Concilio di Firenze (1055) - Contro la simonia e il concubinato dei preti
Concilio di Piacenza (5 marzo 1095) - Condanna di alcune eresie e lotta per le investiture
Concilio di Clermont-Ferrand (27 novembre 1095) - Viene indetta la prima Crociata
Concilio di Pisa (1409) - Fallito tentativo di porre fine allo Scisma d'Occidente
Concilio di Siena (1423) - Celebrato in ossequio al decreto Frequens di Costanza
Sinodo di Dordrecht (1618-1619) - Sinodo della Chiesa riformata olandese
Sinodo di Pistoia (1786) - Sinodo della diocesi toscana nel quale si cercò di riformare la chiesa in senso giansenista

A Melfi si tennero cinque concili tra il 1059 e il 1101.
Nel I concilio del 1059, papa Niccolò II riconobbe i possedimenti conquistati dai Normanni e nominò Roberto il Guiscardo duca di Puglia e Calabria, divenendo vassallo della Chiesa.
Nel III concilio indetto da Urbano II nel 1089, oltre a varie regole ecclesiastiche indette dal Papa come l'ennesimo richiamo all'obbligo di celibato per il clero, venne bandita la Prima Crociata in Terra Santa.

Perchè dunque si dice che Paolo VI istituì il Sinodo quando di fatto c'è sempre stato?
La differenza sta nel fatto che Paolo VI HA CONFIGURATO come un'istituzione permanente il Sinodo, in sostanza avvicinandosi molto alla Chiesa Ortodossa la quale non avendo un "Sommo Pontefice" ma un Patriarca, ha sempre usato il Sinodo per il governo della propria Chiesa quale voce ultima...
La differenza con la Chiesa Ortodossa riguardo al Sinodo resta comunque palese dal momento che alla conclusione di un Sinodo è il Sommo Pontefice a deliberare e stipulare L'ULTIMO DOCUMENTO sul tema trattato, nel quale il Papa, pur tenendo in considerazine i pareri dei vescovi, delibererà secondo coscienza ciò che è buono e giusto per la comunità CATTOLICA=UNIVERSALE
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Un Sinodo è un’assemblea o un incontro religioso in cui vescovi, riuniti intorno e con il Santo Padre, hanno l’opportunità di interagire e di condividere informazioni ed esperienze, nella ricerca comune di soluzioni pastorali che abbiano una validità e un’applicazione universali. Il Sinodo, in generale, può essere definito come un’assemblea di vescovi che rappresentano l’episcopato cattolico e che hanno il compito di aiutare il Papa nel governo della Chiesa universale dando il proprio consiglio. Papa Giovanni Paolo II ha definito il Sinodo come "un’espressione e uno strumento particolarmente fecondi della collegialità dei Vescovi" (Discorso al Consiglio della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, 30 aprile 1983: L’Osservatore Romano, 1 maggio 1983).


Ancor prima del Concilio Vaticano II stava sorgendo l’idea di una struttura che potesse fornire ai vescovi i mezzi per assistere il Papa, in un modo da definire, nel suo governo della Chiesa universale.


Sua Eminenza il Cardinale Silvio Oddi, a quel tempo Pronunzio Apostolico nella Repubblica Araba Unita (Egitto), il 5 novembre 1959, avanzò la proposta di istituire un organo governativo centrale della Chiesa o, per usare le sue parole, "un organo consultivo". Dichiarò: "Da molte parti del mondo giungono lamentele perché la Chiesa non ha un organo consultivo permanente, a parte le congregazioni romane. Pertanto dovrebbe essere istituito una sorta di ‘Concilio in miniatura’ che includa persone provenienti dalla Chiesa di tutto il mondo, che s’incontrino periodicamente, anche una volta all’anno, per discutere le questioni più importanti e per suggerire nuove possibili vie nell’operato della Chiesa. Un organo insomma che si estenda a tutta la Chiesa come le Conferenze Episcopali riuniscono tutta o parte della Gerarchia di un Paese, come altri organi, per es. C.E.L.A.M. (la Conferenza Episcopale dell’America Latina) estendono la propria attività a beneficio di tutto un continente".


Il Cardinale Bernardus Alfrink, Arcivescovo di Utrecht, scriveva il 22 dicembre 1959: "In termini chiari il Concilio proclami che il governo della Chiesa universale è di diritto esercitato dal collegio dei vescovi avente a suo capo il Sommo Pontefice. Da qui segue che, da una parte, la cura del buono stato della Chiesa universale spetta ad ogni vescovo preso singolarmente, e che, d’altra parte, tutti i vescovi possono avere una partecipazione al governo della Chiesa universale. Questo può farsi non solamente con la convocazione del Concilio ecumenico, ma anche con la creazione di nuove istituzioni. Forse dei consigli permanenti di vescovi esperti, scelti in tutta la Chiesa, potrebbero essere incaricati di una funzione legislativa in unione con il Sommo Pontefice e i cardinali di Curia. Le Congregazioni romane non manterrebbero che il potere consultivo ed esecutivo".


Fu Paolo VI, però, a dare forza a queste idee, ancora Arcivescovo di Milano. Nel discorso commemorativo in occasione della morte di Giovanni XXIII, faceva cenno ad una "consonante collaborazione del corpo episcopale non già all’esercizio (che certo resterà personale e unitario) ma alla responsabilità del governo della Chiesa intera". Eletto Papa, nel discorso alla Curia Romana (21 settembre 1963), in quello d'apertura del secondo periodo del Concilio (29 settembre 1963) e in quello per la sua chiusura (4 dicembre 1963) ritornava sul concetto di collaborazione del corpo episcopale (vescovi in unione con il Successore di Pietro) alla responsabilità del governo della Chiesa universale.


Alla fine del discorso inaugurale dell’ultimo periodo del Concilio Vaticano II (14 settembre 1965) Paolo VI dava egli stesso il lieto preannuncio del Sinodo dei Vescovi: "La seconda cosa è il preannuncio, che noi stessi siamo lieti di darvi della istituzione, auspicata da questo Concilio, d’un Sinodo dei Vescovi, che, composto da presuli, nominati per la maggior parte dalle Conferenze Episcopali, con la nostra approvazione, sarà convocato, secondo i bisogni della Chiesa, dal Romano Pontefice, per sua consultazione e collaborazione, quando, per il bene generale della Chiesa ciò sembrerà a lui opportuno.


Riteniamo superfluo aggiungere che questa collaborazione dell’episcopato deve tornare di grandissimo giovamento alla Santa Sede e a tutta la Chiesa, e in particolare modo potrà essere utile al quotidiano lavoro della Curia Romana, a cui dobbiamo tanta riconoscenza per il suo validissimo aiuto, e di cui, come i vescovi nelle loro diocesi, così anche noi abbiamo permanentemente bisogno per le nostre sollecitudini apostoliche. Notizie e norme saranno quanto prima portate a conoscenza di questa assemblea. Noi non abbiamo voluto privarci dell'onore e del piacere di farvi questa succinta comunicazione per attestarvi ancora una volta personalmente la nostra fiducia, la nostra stima e la nostra fraternità. Mettiamo sotto la protezione di Maria Santissima questa bella e promettente novità".


L’indomani mattina, 15 settembre 1965, all’inizio della 128ª Congregazione generale, S.E. Mons. Pericle Felici, Segretario Generale del Concilio di allora, annunziava la promulgazione del Motu Proprio Apostolica sollicitudo, con il quale il Sinodo veniva ufficialmente istituito.

 

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