L'unità è impossibile?

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(Teofilo)
00domenica 17 gennaio 2010 15:51
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Consiglia  Messaggio 1 di 29 nella discussione 
Da: Teofilo  (Messaggio originale)Inviato: 13/08/2001 19.09
Certo, a volte mi viene molto sconforto nel constatare quanti ostacoli ci sono ad una intesa tra i cristiani. Il seminatore di zizzanie e i figli delle tenebre, più accorti dei figli della luce, hanno purtroppo lavorato fortemente ai danni dei credenti.
Sinceramente, cosa ne pensate? Sarà mai possibile che la preghiera del Signore cada nel vuoto? Proprio la Sua preghiera ?


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Consiglia  Messaggio 2 di 29 nella discussione 
Da: Soprannome MSNCalvin_lend_Inviato: 13/08/2001 22.52
Certo che è possibile l'unione, perchè se veniamo perseguitati a causa della nostra identificazione con Gesù (e solo per questo motivo) questa sia la prova della nostra rettitudine (II Timoteo 3:12) sia il pegno della nostra ricompensa (Matteo 5:11-12) saremo partecipi della gloria che seguì alle sue sofferenze e della gioia che seguì alla Sua vergogna (Luca 24:26; Ebrei 12:2) Riconosceremo come un onore e un privilegio essere trattati come lui (II Timoteo 2:12).
Possiamo porre tutto ciò in un modo diverso:
se abbiamo assunto l'identità di Cristo, non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me.
Fraternamente Franco Boroni

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Consiglia  Messaggio 3 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 15/08/2001 17.24
Caro Franco, certamente la persecuzione è un elemento di unità notevole; ho letto di molti cristiani uniti dalle persecuzioni dietro la cortina di ferro (chiesa clandestina).
Tuttavia noto qualche spunto di unità anche negli incontri ecumenici di semplici cristiani.
Mi piacerebbe sapere se sono visti con fiducia o meno.
Fraternamente

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Consiglia  Messaggio 4 di 29 nella discussione 
Da: Soprannome MSNCalvin_lend_Inviato: 15/08/2001 18.59
Caro Teofilo, tralascerei la parola "ecumenico" meglio incontri semplici da Cristiani, a tal proposito cito (Giovanni 15:1-27 LND).
Fraternamente Franco Boroni

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Consiglia  Messaggio 5 di 29 nella discussione 
Da: AnnetteInviato: 25/08/2001 18.20
Lascia stare il demonio, caro Teofilo, lui non c'entra. C'entrano gli interessi economici...i soldi...il potere.
Ma guardate ad esempio  la  sceneggiata di Milingo che sta occupando le prime pagine dei nostri giornali: ma che pensate? che il vegliardo sia stato tentato nella carne dalla pulzella?
Illusi!
Ma vi siete mai chiesti quale potere, quali interessi gravitino intorno al prete africano?
Se fosse stato nel medioevo si sarebbero combattuti sulla fede con grandi disquisizioni teologiche.Oggi la teologia non interessa a nissiuno! Quello che fa presa sulla massa è il sesso! Lo scandalo allora viene montato sulla questione sessuale. I giornalisti tutti a chiedere: ma c'è stata unione? avete "consumato".. bla bla bla... esame di gravidanza ....Puah....
 E intanto mentre tutti a ridere o a schifarsi delle prodezze "dei preti", a cianciare sul loro "diritto alla santa unione carnale", passa inosservata una notizuola da niente: che un parroco italiano è ricercato dal tribunale dell'Aja per crimini di guerra e che l'Italia non lo trova più perchè il Vaticano l'ha fatto scomparire. In qualche monastero ovviamente.
La carità cristiana: manco due righe di scusa ai cristiani dal presule africano per il cattivo esempio dato al gregge.
Il gregge. Già
Mi dite cosa c'entra Cristo in tutto questo?
Mi sa che anche il diavolo sia stato battuto dall'astuzia dei prelati.
Pregate pecorelle pregate, ma lasciate stare diavoli e santi.I santi ? Beh se sono come Crisostomo sfido che ci ritroviamo ancora tra i piedi tipetti come Poul! più antisemita di Crisostomo.....un santo naturalmente.
Ciao

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Consiglia  Messaggio 6 di 29 nella discussione 
Da: AnnetteInviato: 25/08/2001 18.21
.. e a proposito.. invece di sconfortarti per la chiesa, goditi la vita, la famiglia, la mogli ee i figli (se ne hai). Ciao.

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Consiglia  Messaggio 7 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 27/08/2001 21.04

Penso che se uno si dà per vinto in un mondo così disorientato dal SESSO, dal POSSESSO e dal SUCCESSO, deluda fortemente le attese di Cristo nei nostri riguardi, ed io vorrei sforzarmi di seguire la sua volontà.

Non è possibile  lasciarsi sopraffare dalla confusione generale in cui tutto il mondo sembra giacere. Per questo non trovo altra via d'uscita che la semplicità, la purezza, la sicurezza che viene dall'unico vero Maestro, che, ne sono convinto, alla fine userà la sua Giustizia e la sua Misericordia. Ma intanto ognuno è tenuto a fare la sua parte.

Fraternamente


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Consiglia  Messaggio 8 di 29 nella discussione 
Da: AlfonsoInviato: 30/08/2001 2.27
Secondo il mio parere l'unità è possibile solo se ciascuno di noi guarda a Gesù e segue i suoi insegnamenti, la sua dottrina. Perchè vi è una sola fede, un solo Signore e un solo battesimo. Gesù è quello che unisce.
I discepoli sono stati uniti dalla Parola di Dio e non da quella degli uomini.
Una cosa è la Parola di Dio, un'altra è quella degli uomini.
La Parola di Dio è potente a trasformare, ad unire, a meterci d'accordo. La parola degli uomini quando non è conforme a tutto l'Evangelo crea solo divisioni. 
Fraternamente!
Alfonso 

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Consiglia  Messaggio 9 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 31/08/2001 22.19

Caro Alfonso,

certamente la Sacra Scrittura, fonte indiscussa di verità per tutti i Cristiani dovrebbe essere l'elemento unitivo primario. Ma come tutti possono rilevare, a partire proprio da essa si sono formate un numero incalcolabile di formazioni cristiane o sedicenti tali. Pertanto, senza voler ripetere le cose già dette in precedenza, a proposito della necessità di un soggetto che la interpreti con sicurezza, vorrei segnalarti alcune considerazioni che ho trovato molto interessanti, a proposito dell'argomento "UNITA' DEI CRISTIANI" espresso dal pastore pentecostale di Caserta, Traettino.

Egli dice:

"L'occasione immediata che ha dato origine al nostro dialogo è la comune esperienza del battesimo nello Spirito. Per noi pentecostali è stato importante - e per certi versi sorprendente - vedere che questa esperienza era possibile, e di fatto si verificava, anche all'interno della Chiesa cattolica. Abbiamo ripetuto l'esperienza di Pietro, e ci siamo detti: "se dunque Dio ha dato loro lo stesso dono che a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io da porre impedimento a Dio? (Atti 11,17)... se lo SPirito Santo nella Sua Sovranità, aveva deciso di manifestarsi fra di loro, chi eravamo noi per poterci opporre allo Spirito?

Abbiamo percepito che l'esperienza del battesimo nello Spirito anche all'interno della Chiesa cattolica non poteva non essere preceduta ed accompagnata da un'esperienza di conversione e di accettazione personale di Gesù come Signore e Salvatore. Ne abbiamo avuto la conferma e la riprova nelle occasioni in cui ci siamo successivamente incontrati: il frutto dello Spirito, l'attestazione interna dello Spirito Santo, l'amore fraterno."

Io personalmente penso la stessa cosa dei pentecostali e anche di altri cristiani che ricevono in ogni parte del mondo questa effusione dell'Amore di Dio.

Queste espressioni sono molto incoraggianti per la ricerca sincera di una unità almeno intenzionale, per la quale il Signore ha sofferto e pregato alla vigilia della Sua Passione. Ed ora di fronte a tante insidie, minacce, nemici spirituali e materiali che insidiano la nostra fede in Lui, è diventato più che mai necessario ed urgente che uniamo le forze, le risorse naturali e quelle spirituali che la Grazia del Signore vorrà concederci per combattere la buona battaglia contro i comuni nemici; che si chiamano: secolarizzazione, sfruttamento, nuove forme di gnosticismo, di ateismo pratico, cultura della morte, idolatria del sesso, del potere, della sopraffazione ecc, ecc.

Credo sia tempo ormai di mettere da parte le disquisizioni dottrinali per invocare con forza, insieme lo Spirito Santo, di condurci secondo i suoi disegni verso la meta che ha tracciato.

Fraternamente


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Consiglia  Messaggio 10 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 03/09/2001 22.18

Carissimi,

qualche tempo fa è stato siglato l'accordo tra cattolici ed evangelici in merito alla questione della GIUSTIFICAZIONE, che come tutti sanno era uno dei punti nodali della teologia di Lutero.

Mi interesserebbe sapere cosa ne pensate voi e cosa ne pensano gli evangelici in generale.

Rappresenta un punto qualificante nel dialogo tra le parti, oppure è un fatto di nessuna importanza?

(Teofilo)
00domenica 17 gennaio 2010 15:52
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Consiglia  Messaggio 11 di 29 nella discussione 
Da: AlfonsoInviato: 10/09/2001 3.11

SOLA FEDE

di Michael Horton - dall'introduzione al libro "Sola Fede" di R.C. Sproul edito da Passaggio

Appena una generazione fa, solo in rare occasioni, cattolici romani e protestanti si sarebbero trovati riuniti in un contesto spirituale. Oggi invece sono impegnati a pregare e leggere insieme le Scritture, con i cuori, le menti e le mani uniti nella lotta contro il secolarismo. Con l'uso delle confessioni di fede universali come base di azione comune, questo tipo di ecumenismo popolare ha prodotto molti frutti. Ha anche provocato, però, risultati piuttosto ingenui che propongono un'apparenza di unità nel vangelo al posto della realtà stessa. Così come le lotte politiche e morali contemporanee costituiscono spesso il fondamento per un'azione sociale comune, già a suo tempo il movimento carismatico contribuì alla tendenza di relativizzare le distinzioni dottrinali, sostituendole con una base comune fondata sull'esperienza. L'energia evangelistica dei protestanti evangelici ha aggiunto a tutto questo la tendenza ad insabbiare le preoccupazioni per l'effettivo contenuto del vangelo. Si potrebbe dire che, viste tutte le attività, l'Evangelismo è troppo impegnato per potersi preoccupare dell'evangelo. Il reverendo Billy Graham, nelle sue tipiche campagne evangelistiche, stava semplicemente seguendo le orme di una precedente generazione di evangelici, il cui zelo missionario ed evangelistico li spinse a mettere in secondo piano i problemi dottrinali all'atto della fondazione del Concilio Ecumenico delle Chiese. In una dichiarazione recente, il reverendo Graham ha riaffermato la sua opinione riguardo al Cattolicesimo Romano: "Ho constatato che i miei convincimenti sono essenzialmente gli stessi di quelli dei cattolici romani ortodossi".*

Dopo decenni di caricature volgari e di disinformazione, cattolici romani e protestanti hanno cominciato a dialogare; e ciò ha messo in luce la grande varietà di punti di vista che esiste in ambedue gli schieramenti. Non solo, ma sta rivelando anche: (a) quanto poco molti protestanti sappiano delle loro proprie convinzioni e (b) con quanta serenità trovino semplicemente prive di pertinenza le preoccupazioni sollevate dalla Riforma. Come si spiega tutto questo? La posizione di Roma è forse cambiata? Di fatto non lo è. I documenti del Concilio Vaticano II, così come il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, si rifanno alla posizione teologica del Concilio di Trento, condannando il vangelo della giustificazione per imputazione della giustizia [di Cristo]. Se non è Roma ad aver alterato la sua posizione avvicinandosi di più al vangelo, allora devono essere stati i suoi interlocutori ad essersi allontanati dalle posizioni precedenti.

Secondo George Barna, James Hunter ed altri, che hanno osservato il graduale cambiamento nel convincimento degli evangelici, il mondo evangelico si sta ridefinendo dottrinalmente. A partire dalla concezione della natura umana, il 77% degli evangelici afferma che l'uomo è fondamentalmente buono per natura; fino alla concezione della salvezza, l'87% insiste che, nella salvezza, Dio aiuta coloro che si aiutano, è più che comprensibile se il mondo evangelico sta assumendo un atteggiamento più cordiale verso Roma.

D'altro canto, le preoccupazioni sollevate dai Riformatori (e da coloro che, oggigiorno, credono che il vangelo presentato dalla Parola nel 1517 sia uguale a quello insegnato nella Scrittura nel 1995) non erano espressioni di bigottismo o di uno spirito di parte. Essi insistevano sul fatto che il vangelo definisce la chiesa e non viceversa e, ai nostri giorni, dobbiamo difendere il vangelo senza guardare alle etichette denominazionali. Se si ritiene che il principio "giustificazione per sola grazia mediante la sola fede, in virtù del solo Cristo" non sia più sufficiente, adeguato o fondamentale per il messaggio cristiano, allora soltanto l'orgoglio spirituale ci impedirà di inseguire una strategia evangelistica e missionaria comune. Se questo principio, però, è quello insegnato dalle Scritture, ne consegue che un protestante evangelico che oscuri, che neghi, o che non difenda la dottrina della giustificazione è infedele al vangelo tanto quanto un cattolico romano con le stesse idee.

Roma ribadisce oggi ciò che affermò nel lontano 1564, quando condannò la verità evangelica e coloro che la sostenevano. Questo non è certo sorprendente in una struttura che ritiene le sue decisioni infallibili ed irreformabili. È motivo di profonda tristezza e rammarico, però, quando gli eredi dei Riformatori Protestanti considerano questa dottrina non più essenziale o centrale nel definire il vangelo. Ai nostri giorni l'unità cristiana viene definita in termini di comuni programmi morali e politici, di comune esperienza o di comune zelo e pietà.

Nel passato la parola evangelico significava "chi abbraccia le confessioni di fede universali, il principio formale di sola Scriptura, ed il principio materiale di sola fide". Oggi, invece, questo termine sembra riferirsi ad una comune "spiritualità", al desiderio di fare nuovi convertiti, ad un'enfasi sugli aspetti sperimentali della fede e ad un "rapporto personale con Cristo".

Dal momento che sia i Mormoni sia altre sette tendono ad adottare sempre di più questa "spiritualità evangelica", coloro che tralasciano di definire l'unità in chiari termini dottrinali potranno trovarsi in difficoltà quando dovranno spiegare a singoli membri di tali gruppi, molto zelanti e profondamente impegnati, perché non possono entrare in comunione con loro. Oggi si possono facilmente trovare professori di teologia, a guida di importanti istituti evangelici, che non accettano più la giustificazione per sola fede come vera, e tanto meno necessaria. Buona parte della predicazione, dell'insegnamento, delle pubblicazioni e dell'evangelizzazione consiste in un continuo moralismo del tipo "fai da te" e un sentimentalismo superficiale, che occultano qualsiasi posizione formale si possa avere riguardo alla giustificazione.

Per i Riformatori, invece, la giustificazione per sola fede non era soltanto una parte del vangelo, qualcosa da rinchiudere in una cassaforte, o un aspetto secondario di esso; era la "buona novella", e come tale doveva essere proclamata in lungo e in largo come "la potenza di Dio per la salvezza", la realtà più importante che un cristiano doveva conoscere. In questo trattato sul grande annuncio biblico della giustificazione per sola fede, R.C. Sproul ha reso alla chiesa un servigio enorme in un momento critico. I problemi su cui si concentrò principalmente la Riforma non sono quelli a cui gli evangelici di oggi si interessano in primo luogo, vale a dire: il papato, la superstizione ed il culto della Vergine e dei Santi. Il problema principale e più importante fu la sfida alla confusione di Roma riguardo al reale significato del vangelo. Come posso io, un peccatore, essere accettato da un Dio santo? Quella fu la domanda che spinse i cuori di coloro che conoscevano realmente se stessi e la propria malvagità.

Oggi, se tali domande non disturbano più la coscienza della persona comune (incluso il cristiano), ciò non è dovuto al fatto che la Parola di Dio è cambiata, ma è piuttosto la conseguenza della seduzione che viene dalla cultura contemporanea e che ci induce a soffermarci su domande sbagliate. Non è il vangelo ad essere divenuto irrilevante; noi siamo cambiati, nonostante la nostra fervente attività e l'orgoglio con cui ci presentiamo come cavalieri crociati che respingono l'assalto delle forze delle tenebre. L'unica luce che illuminerà il nostro oscurantismo è il vangelo, lo stesso che ora consideriamo un impedimento al nostro reale progresso. Insieme a Martin Lutero, Filippo Melantone, Martin Bucero, Giovanni Calvino, gli eroi del movimento missionario moderno, George Whitefield, Jonathan Edwards, Charles Spurgeon, e milioni di fratelli e sorelle evangelici in tutto il mondo, R.C. Sproul ci addita l'esempio mitologico di Atlante sulle cui spalle riposa l'intera fede cristiana.

Con precisione, calore, umiltà e passione Sproul ci ricorda il motivo per cui questa "buona novella" [della giustificazione per sola fede], ben lontana dall'essere un'irrilevante curiosità storica, rimane la Rocca Secolare nella tempesta in cui si trova il Cristianesimo ontemporaneo. Per coloro che hanno orecchie da udire, il suo lavoro non risulterà vano.

*Tratto da Berean Call, Settembre 1994


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Consiglia  Messaggio 12 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 17/09/2001 0.08

Caro Alfonso,

ti ringrazio per questo documento che hai voluto mandarmi e che ho letto con vivo interesse, anche se con ritardo, dovuto a vari imprevisti.

Ho notato che l'autore dell'articolo mantiene una posizione di disaccordo nelle dichiarazioni espresse nella dichiarazione sulla dottrina della "giustificazione per fede" tra cattolici e luterani,sostenendo, in pratica,che sono state abbandonate le posizioni di Lutero. Correggimi se ho capito male.

A tal proposito notavo che sono tante le posizioni diverse dal pensiero di Lutero, professate oggi dagli stessi evangelici che esprimono dissenso su questo accordo; vedi ad esempio la dottrina sulla Santa Cena e sul battesimo dei bambini su cui abbiamo avuto modo di dialogare.

Perchè allora ci si dovrebbe meravigliare che anche sulla "giustificazione" si faccia una doverosa precisazione ? Tu stesso, in qualcuno dei tuoi messaggi affermavi che da Lutero ad oggi molte sue affermazioni sono state riviste. Segno questo, che le sue dottrine non erano poi così attendibili. Ed allora perchè non accogliere questo importante risultato raggiunto da rappresentanti autorevoli cattolici ed evangelici ?

Fraternamente.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 13 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 23/11/2001 23.23

Caro Alfonso

Nel sito CRISTIANI EVANGELICI  tu  dici testualmente:

La vera fede non è intellettiva o mentale, ma è una fede che comporta di seguire la Parola del Signore e perserverare fino alla fine.

Gesù ama una fede sincera, una fede operante. Giacomo potè dire che la fede senza le opere è morta.

Noi siamo salvati per grazia mediante la fede, ma Dio vuole che operiamo, facendo la sua volontà con amore!

Queste espressioni , se non erro, vanno esttamente d'accordo con quanto la Chiesa Cattolica ha sempre affermato mentre nel tuo ultimo messaggio mi pareva che condannassi la posizione della chiesa riaffermata nell'ultimo accordo tra cattolici e luterani.

Per cui non ho capito bene qual'è la posizione dei pentecostali riguardo a tale accordo. Aiutami a capire. Grazie

Fraternamente


Rispondi
Consiglia  Messaggio 14 di 29 nella discussione 
Da: AlfonsoInviato: 24/11/2001 13.38

Caro Teofilo,

La posizione dei Cristiani Evangelici Pentecostali riguardo alla giustificazione si raggruppano in tre voci collegate tra loro:

1) Ravvedimento

2)Fede

3) Ubbidienza.

Queste tre condizioni sono essenzialmente importanti per essere giustificati.

Il ravvedimento è voltarsi verso il peccato e voltarsi verso Dio, un dietro front. Lo Spirito Santo convince l'uomo di peccato e questo si ravvede e lascia il peccato per seguire Gesù. Un esempio pratico del ravvedimento è la parabola del Figliol prodico, che si ravvede e torna alla casa del Padre.

Fede significa credere, confidare nella Parola di Dio, in Gesù come Signore è Salvatore. Un esempio pratico è quello della domanda di Gesù che disse "E voi che dite che io sia? Pietro rispose tu sei il Cristo il figlio del Dio vivente.

Tuttavia non basta la fede intellettuale, poichè una persona può riconoscere che i fatti narrati e le dottrine esposte nell'Evangelo sono veri e non dare il suo consenso ed escluderlo dalla propria vita. La fede che salva invece è la fede del cuore che significa dedizione volontaria della propria vita a Gesù.

L'Ubbidienza è ubbidire agli insegnamenti di Gesù e praticare le opere di Gesù con Amore.

Fraternamente

Alfonso 

(Teofilo)
00domenica 17 gennaio 2010 15:53
Rispondi
Consiglia  Messaggio 15 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 24/11/2001 17.59
Caro Alfonso, grazie per la precisazione.
Mi chiedo allora in che cosa, secondo te sarebbe errata, la dottrina cattolica.
Fraternamente

Rispondi
Consiglia  Messaggio 16 di 29 nella discussione 
Da: AlfonsoInviato: 24/11/2001 20.57
 Caro Teofilo,
grazie ai rapporti che sono intercossi, tra Evangelici e Cattolici, mi sembra che la chiesa Cattolica sta mutando posizione, in quando anche voi asserite mi sembra le stesse cose.
Devo pur precisare (correggimi se sbaglio) che fino a pochi anni fa la posizione della chiesa cattolica era la salvezza per opere. 
Sembra strano, ma prima viene la fede e poi vengono le opere. Mettendo in risalto le nostre opere, non potremo mai essere giustificati perchè tutti sbagliamo. Ecco allora che la fede nel prezioso sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato e come conseguenza (la vera fede) ci fa fare anche opere buone.
Fraternamente!
Alfonso

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Consiglia  Messaggio 17 di 29 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/11/2001 0.35
Ciao Alfonso...mi sfugge qualcosa? nel tuo intervento n.14....scrivi esattamente quello che la Chiesa ha sempre insegnato...." pentirsi e tornare a Dio; credere nella Buona Novella; obbedire..." che poi verrà spontaneo superati i primi due....anche se personalmente metterei in primis la fede...perchè senza la fede a chi mi converto? Se questa è la posizione degli evangelici...mi spieghi dove questo NON era nella Chiesa? La chiesa non ha cambiato questa posizione.....perchè l'ha sempre adottata...basti pensare al periodo della Quaresima che inizia con il mercoledì delle Ceneri...con questo rito si torna insistentemente sull'argomento penitenza ininterrottamente..."Convertitevi e credete al Vangelo", dice il sacerdote...oppure "ricordati che sei polvere e polvere ritornerai"...Anzi...ti dirò che il periodo della Quaresima è il punto più forte della Chiesa dove, in effetti, c'è una radicalità al Vangelo stesso che più di così non si può....
Pace e Bene, C.

Rispondi
Consiglia  Messaggio 18 di 29 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/11/2001 11.45
 Ho trovato molto meditativo questo discorso...ve lo condivido...cliccando sopra ciò che è evidenziato, dovrebbe dare l'intero documento a cui fa riferimento....
Buona lettura

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II 
AI PARTECIPANTI ALL'ASSEMBLEA PLENARIA 
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO 
PER IL DIALOGO INTER-RELIGIOSO

Venerdì, 9 novembre 2001 

Signor Cardinale Arinze,
Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore,

1. È con grande piacere che saluto tutti voi che partecipate all'Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso:  "grazia a voi e pace da Dio Padre Nostro e dal Signore Gesù Cristo" (1 Cor 1, 3).

La vostra Assemblea sta riflettendo sul progresso del dialogo interreligoso in un momento in cui tutta l'umanità è ancora sotto shock per gli eventi dello scorso 11 settembre. Si è detto che assistiamo a un autentico scontro fra religioni. Tuttavia, come ho già affermato in numerose occasioni, ciò significherebbe falsificare la religione stessa. I credenti sanno che, lungi dal compiere il male, sono obbligati a fare il bene, a operare per alleviare la sofferenza umana, a edificare insieme un mondo giusto e armonioso.

2. Se è imperativo che la comunità internazionale promuova buoni rapporti fra persone che appartengono a diverse tradizioni etniche e religiose, tanto più è urgente che i credenti stessi promuovano rapporti caratterizzati da apertura e fiducia, che conducano ad una comune preoccupazione per il benessere di tutta la famiglia umana.

Nella mia Lettera Apostolica Novo Millennio ineunte ho scritto:  "Nella condizione di più spiccato pluralismo culturale e religioso, quale si va prospettando nella società del nuovo millennio, tale dialogo è importante anche per mettere un sicuro presupposto di pace e allontanare lo spettro funesto delle guerre di religione che hanno rigato di sangue tanti periodi nella storia dell'umanità. Il nome dell'unico Dio deve diventare sempre di più, quale è, un nome di pace e un imperativo di pace" (n. 55). Sappiamo, e lo sperimentiamo ogni giorno, quanto sia difficile raggiungere questo fine. Comprendiamo, infatti, che la pace non sarà il risultato dei nostri sforzi. Non è qualcosa che il mondo può dare. È un dono del Signore. Per riceverlo dobbiamo disporre il nostro cuore. Quando nascono conflitti, la pace può essere soltanto il risultato di un processo di riconciliazione e ciò richiede sia umiltà sia generosità.

3. Per quanto riguarda la Santa Sede, è il vostro Consiglio, sin dalla sua istituzione per opera del mio predecessore Papa Paolo VI come Segretariato per i non cristiani, che ha il compito particolare di promuovere il dialogo interreligioso. Nel corso degli anni, il Consiglio si è adoperato per promuovere contatti con i rappresentanti delle varie religioni con un crescente spirito di comprensione e di cooperazione, uno spirito che si è reso evidente, per esempio, durante l'Assemblea Interreligiosa svoltasi qui in Vaticano alla vigilia del Grande Giubileo. Durante la cerimonia conclusiva di quell'Assemblea, ricordai che uno dei compiti vitali che ci stanno di fronte consiste nel mostrare in che modo il credo religioso ispiri la pace, incoraggi la solidarietà, promuova la giustizia e sostenga la libertà (cfr Discorso all'Assemblea Interreligiosa, Piazza San Pietro, 28 ottobre 1999).

4. Faccio queste brevi osservazioni ricordando il tema scelto per la vostra Assemblea Plenaria, La spiritualità del Dialogo. Avete scelto di riflettere sull'ispirazione spirituale che dovrebbe sostenere quanti sono impegnati nel dialogo interreligioso.

Quando noi cristiani consideriamo la natura di Dio, come rivelata nelle Scritture e soprattutto in Gesù Cristo, comprendiamo che la comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo è il modello perfetto ed eminente di dialogo fra gli esseri umani. La Rivelazione ci insegna che Dio è sempre stato in dialogo con l'umanità, un dialogo che permea il Vecchio Testamento e raggiunge il suo culmine nella pienezza dei tempi, quando Dio parla direttamente attraverso suo Figlio (cfr Eb 1, 2). Di conseguenza, nel dialogo interreligioso dobbiamo tenere presente l'esortazione di san Paolo:  "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù" (Fil 2, 5). L'Apostolo poi prosegue nel sottolineare l'umiltà di Gesù, la sua kenosis. Come Cristo, in base a quanto ci svuoteremo, saremo veramente in grado di aprire agli altri il nostro cuore e di procedere con loro come compagni di viaggio verso il destino che Dio ha preparato per noi.

5. Questo riferimento alla kenosis del Figlio di Dio serve a ricordarci che il dialogo non è sempre facile né privo di sofferenza. Le incomprensioni sorgono, il pregiudizio può esistere anche nel comune accordo e la mano tesa in segno di amicizia può venir rifiutata. Un'autentica spiritualità di dialogo deve prendere in considerazione queste situazioni e fornire motivazioni per proseguire, anche di fronte a opposizioni o quando i risultati appaiono mediocri. Sarà sempre necessaria una grande pazienza, poiché i frutti verranno, ma a tempo debito (cfr Sal 1, 3), quando quanti hanno seminato nelle lacrime mieteranno con giubilo (cfr Sal 126, 5).

Allo stesso tempo, il contatto con i seguaci di altre religioni è spesso fonte di grande gioia e di incoraggiamento. Ci porta a scoprire in che modo Dio è all'opera nella mente e nel cuore delle persone, come pure nei loro riti e costumi. Ciò che Dio ha seminato in questo modo, può essere purificato e perfezionato mediante il dialogo (cfr Lumen gentium, n. 17). La spiritualità del dialogo cercherà dunque di discernere accuratamente l'azione dello Spirito Santo e renderà grazie per i frutti di amore, gioia e pace che lo Spirito reca.

6. Maria, Madre di Gesù e Madre della Chiesa, interceda per voi tutti, che il Padre celeste vi riempia di saggezza e di forza affinché seguiate e incoraggiate gli altri a seguire il cammino autentico del dialogo! Con gratitudine, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 19 di 29 nella discussione 
Da: AlfonsoInviato: 25/11/2001 18.56
Ciao Caterina, nel messaggio N. 17 tu dici:
? La chiesa non ha cambiato questa posizione.....
Allora mi sai spiegare perchè c'erano le indulgenze? a cosa servivano?
Ecco perchè dicevo che la Chiesa cattolica ha compreso i suoi sbagli e ha cambiato posizione.
Fraternamente
Alfonso

Rispondi
Consiglia  Messaggio 20 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 25/11/2001 21.30

Caro Alfonso,

dialogando si scopre che su alcune importantissime questioni le nostre vedute sono praticamente convergenti; questo è il caso appunto della dottrina della giustificazione che ha suscitato, nel passato, la base dottrinale fondante della divisione.

Oggi molti si sono accorti che non ci si può ritenere che per essere salvi basti avere fede senza osservare i comandi di Dio. Questo è chiaro dalla Scrittura, e mi fa piacere che in questo ci troviamo d'accordo.

L'insegnamento della Chiesa Cattolica su questo punto era stato chiaramente ribadito dal Concilio di Trento in questi termini:

Dal Concilio di Trento

Capitolo VII.

Cosa è la giustificazione del peccatore e quali le sue cause.

... Essa non è solo remissione dei peccati, ma anche santificazione e rinnovamento dell’uomo interiore, attraverso l’accettazione volontaria della grazia e dei doni, per cui l’uomo da ingiusto diviene giusto, e da nemico amico, così da essere erede secondo la speranza della vita eterna (71).

Cause di questa giustificazione sono: causa finale, la gloria di Dio e del Cristo e la vita eterna; causa efficiente la misericordia di Dio, che gratuitamente lava (72) e santifica, segnando ed ungendo (73) con lo Spirito della promessa, quello santo che è pegno della nostra eredità (74); causa meritoria è il suo dilettissimo unigenito e signore nostro Gesù Cristo, il quale, pur essendo noi suoi nemici (75), per l’infinito amore con cui ci ha amato (76), ci ha meritato la giustificazione con la sua santissima passione sul legno della croce e ha soddisfatto per noi Dio Padre. Causa strumentale è il sacramento del battesimo, che è il sacramento della fede (77), senza la quale a nessuno, mai, viene concessa la giustificazione. Finalmente, unica causa formale è la giustizia di Dio, non certo quella per cui egli è giusto, ma quella per cui ci rende giusti; con essa, cioè per suo dono, veniamo rinnovati interiormente nello spirito (78), e non solo veniamo considerati giusti, ma siamo chiamati tali e lo siamo di fatto (79), ricevendo in noi ciascuno la propria giustizia, nella misura in cui lo Spirito santo la distribuisce ai singoli come vuole (80) e secondo la disposizione e la cooperazione propria di ciascuno.

Quantunque infatti nessuno possa esser giusto, se non colui al quale vengono comunicati i meriti della passione del Signore nostro Gesù Cristo, ciò, tuttavia, in questa giustificazione del peccatore, si opera quando, per merito della stessa santissima passione, l’amore di Dio viene diffuso mediante lo Spirito santo nei cuori (81) di coloro che sono giustificati e inerisce loro. Per cui nella stessa giustificazione l’uomo, con la remissione dei peccati, riceve insieme tutti questi doni per mezzo di Gesù Cristo nel quale è innestato: la fede, la speranza e la carità. Infatti la fede, qualora non si aggiungano ad essa la speranza e la carità, non unisce perfettamente a Cristo né rende membra vive del suo corpo. Per questo motivo è assolutamente vero affermare che la fede senza le opere è morta ed inutile (82) e che in Cristo non valgono né la circoncisione, né la incirconcisione, ma la fede operante per mezzo della carità (83).

Questa fede, secondo la tradizione apostolica, chiedono i catecumeni alla chiesa prima del sacramento del battesimo quando chiedono la fede che dà la vita eterna, che la fede non può garantire senza la speranza e la carità. È per questo che essi ascoltano subito la parola di Cristo: Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti (84). Perciò a chi riceve lo vera giustizia cristiana, non appena rinato viene comandato di conservare candida e senza macchia la prima stola, donata loro da Gesù Cristo in luogo di quella che Adamo ha perso con la sua disobbedienza per sé e per noi. Essi dovranno portarla dinanzi al tribunale del signore nostro Gesù Cristo per avere la vita eterna (85).

Capitolo VIII.

Come si debba intendere che il peccatore è giustificato per la fede e gratuitamente.

Quando poi l’apostolo dice che l’uomo viene giustificato per la fede (86) e gratuitamente (87), queste parole si devono intendere secondo l’interpretazione accettata e manifestata dal concorde e permanente giudizio della chiesa cattolica e cioè che siamo giustificati mediante la fede, perché la fede è il principio dell’umana salvezza, il fondamento e la radice di ogni giustificazione, senza la quale è impossibile piacere a Dio (88), giungere alla comunione (89) che con lui hanno i suoi figli. Si dice poi che noi siamo giustificati gratuitamente, perché nulla di ciò che precede la giustificazione - sia la fede che le opere - merita la grazia della giustificazione, se infatti è per grazia, non è per le opere; o altrimenti (come dice lo stesso apostolo (90)) la grazia non sarebbe più grazia.

Capitolo IX.

Quantunque sia necessario credere che i peccati non vengano rimessi, né siano stati mai rimessi, se non gratuitamente dalla divina misericordia a cagione del Cristo: deve dirsi, tuttavia, che a nessuno che ostenti fiducia e certezza della remissione dei propri peccati e che si abbandoni in essa soltanto, vengono rimessi o sono stati rimessi i peccati, mentre fra gli eretici e gli scismatici potrebbe esservi, anzi vi è, in questo nostro tempo, e viene predicata con grande accanimento contro la chiesa cattolica questa fiducia vana e lontana da ogni vera pietà.

Ma neppure si può affermare che sia necessario che coloro che sono stati realmente giustificati, debbano credere assolutamente e senza alcuna esitazione, dentro di sé, di essere giustificati; e che nessuno venga assolto dai peccati e giustificato, se non chi crede fermamente di essere assolto e giustificato e che l’assoluzione e la giustificazione sia operata per questa sola fede, quasi che chi non credesse ciò, dubiti delle promesse di Dio e dell’efficacia della morte e della resurrezione del Cristo.

Infatti come nessun uomo pio deve dubitare della misericordia di Dio, del merito del Cristo, del valore e dell’efficacia dei sacramenti, così ciascuno nel considerare se stesso, la propria debolezza e le sue cattive disposizioni, ha motivo di temere ed aver paura della sua grazia, non potendo alcuno sapere con certezza di fede, scevra di falso, se ha conseguito la grazia di Dio.

Potrai controllare anche il contesto di questo estratto dal sito http://digilander.iol.it/concili/trentoa.htm

per renderti conto della completezza, della fondatezza e della esposizione illuminata di questo argomento, fatta nel corso di un concilio ecumenico.

(Per inciso, aggiungo che nello stesso contesto, si raccomanda la lettura della Bibbia, delle traduzioni garantite e da utilizzare per l'uso corrente e di quelle non raccomandate, di cui abbiamo avuto modo di parlare in passato).

Nel testo dell'accordo tra luterani e cattolici sul tema della giustificazione, a parte alcune limature di forma ma non di sostanza (secondo il mio punto di vista, salvo che mi si documenti il contrario), non si fa altro che riaffermare questa posizione, che si perpetua da Giacomo e Paolo fino ai nostri giorni. E quindi si può ben dire che finalmente su questo punto, che ha generato nei secoli scorsi una divisione profonda nella unica Chiesa di Cristo, oggi vi sia una generale riappropriazione dell'evidenza biblica, e questo chiaramente mi sembra che segni una tappa fondamentale nel dialogo. Sono un sognatore? Speriamo invece che lo Spirito conduca i credenti verso un nuovo traguardo, quello dell'unità perduta.

Molto fraternamente


(Teofilo)
00domenica 17 gennaio 2010 15:54
Rispondi
Consiglia  Messaggio 21 di 29 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/11/2001 21.56
Ciao Alfonso, intanto parlavo dei tre punti focali: conversione e ritorno a Dio; obbedienza e fede...Comunque...., la chiesa, sulla questione delle indulgenze non ha cambiato rotta...basti ricordare il Giubileo e la Porta Santa, la confessione, la Messa e l'Eucarestia...ecc...ciò a cui ti riferisci è una questione più delicata e politica dell'epoca stessa in cui l'uomo di Chiesa arrivò a toccare il fondo sulla speculazione delle Indulgenze....tuttavia NON è la Chiesa responsabile, ma gli uomini...anche se, ovviamente, non hanno dato un buon esempio......hanno infangato la Chiesa, l'hanno offesa....ma come vedi non è sparita! Veniamo al significato vero dell'Indulgenza...Quando una persona si va a confessare a Dio (mediante il suo consacrato!), riceve una "penitenza" per far si chè il suo spirito ricordi di essere stato perdonato da Dio e la penitenza servirà a non farglielo dimenticare...e ad impegnarsi a non ricadere nella colpa...(a prescindere ovviamente, che avremo spesso e sempre bisogno di Dio e che ricadremo sempre nella colpa!), l'assoluzione e questa penitenza rimette i peccati....ma c'è anche una remissione mediante le "indulgenze" che altro non sono che delle applicazioni sovrabbondanti della grazia di Cristo e che sono meriti comuni anche ai santi, a tutta la Chiesa. Questa "distribuzione" appartiene a chi della Chiesa ne ha il governo terreno: "Tutto ciò che legherete, resterà legato e tutto ciò che scioglierete, resterà sciolto nei cieli"! Ma anche l'A.T. ci insegna qualcosa a riguardo delle indulgenze...Essa deve essere concessa da chi ne ha l'autorità per concessione divina "il papa e il vescovo nel foro esterno della Chiesa" e chi la riceve deve trovarsi in stato di grazia (confessione), e la causa del concederle deve trovarsi nella "pietà che comprende l'onore a Dio e l'utilità al prossimo"....Altro aspetto è che non si possono dare indulgenze a chi è in stato di "peccato mortale" e questo perchè non si può rimettere la pena se prima non è stata rimessa la colpa...cioè se ho commesso un atto grave e non intendo confessarmi, non posso avere la remissione della colpa e perciò neanche la pena....però la Chiesa, che è Madre...può applicare i meriti insiti in essa i quali dispongono della Grazia...in poche parole, occorre il pentimento del cuore(ed è ovvio che se il pentimento c'è, corro da un sacerdote per ottenere la benedizione!) e, per fare un esempio concreto, l'indulgenza che accorda la chiesa nella giornata di Pasqua nella Benedizione Urbi et Orbi...(e questa, per fortuna, non può essere accusata di essere speculativa...). Ma le indulgenze valgono anche per i consacrati perchè in quanto a peccare non sono da meno dei fedeli! Ora che alle indulgene sono prescritte delle determinate cose da fare...esse vanno rispettate altrimenti decade il suo valore! In primis c'è sempre la CONFESSIONE, PENITENZA, PENTIMENTO....al quale si aggiunge per alcune forme, anche la recita del Credo, la preghiera del Padre Nosto, poi segue un opera, per esempio nel Giubileo chi non poteva attraversare una Porta Santa, poteva acquistare l'indulgenza facendo visita ai malati, ai carcerati, ai poveri, agli indigenti, ecc...Tuttavia...quando si parla di soldi...haimè.....e qui casca l'asino...eheheheh! Chissà perchè quando c'è il denaro in mezzo, arriva il diavoletto a farla da padrone....Io mi chiedo e tutto il resto????? Non aggiungerò altro di questo aspetto perchè intendo rispettare ciò che ha detto Gesù "che la tua mano destra, non sappia cosa ha fatto la sinistra" ( e qui anche per evidenziare le colpe degli uomini di chiesa del passato e che comunque non sta a me giudicare....anche se, ovviamente non condivido quanto la storia ci ha consegnato....sono tutti morti, mi pare!!!! e allora ci penserà Dio!) Le indulgenze sono strettamente legate alla PENITENZA...per un attimo tentiamo di voltare pagina alla storia...e guardiamo almeno agli ultimi fatti: il Giubileo appena trascorso e le tante indulgenze elargite accompagnate dalle tante conversioni, penitenze e buoni propositi dalle quali sono scaturiti! L'impegno che il credente assume di fronte a Dio attraverso le opere di misericordia e di carità, l'aiuteranno a spogliarsi dell'uomo vecchio per rivestirsi...dell'uomo nuovo (cfr.Ef.4,24)...Tanto ancora si potrebbe dire, per ora mi sembra esaudiente la risposta...Una cosa: è ovvio che le Indulgenze NON SONO OBBLIGATORIE...perciò, se uno si sente tranquillo e a posto, buon per lui....questo è un dono che la Chiesa fa a chi ne sente la necessità....
Fraternamente, C.

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Consiglia (1 suggerimento finora) Messaggio 22 di 29 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 26/11/2001 9.57
.......anche se, ovviamente non condivido quanto la storia ci ha consegnato....sono tutti morti, mi pare!!!! e allora ci penserà Dio!) ......
Ops. rimetto questo perchè ho sbagliato e dice il contrario....perciò è ovvio che condivido ciò che la storia ci ha consegnato su questa faccenda della speculazione sulle indulgenze, anche se mi rammarico che poco e niente si è mai detto delle conversioni che ne sono scaturite, dei benifici che apportano e dei santi che ne hanno beneficato.....
grazie, C.

Rispondi
Consiglia  Messaggio 23 di 29 nella discussione 
Da: giglioInviato: 27/11/2001 17.15
se DIO e' con me, chi puo' essere contro di me?
ciao!

Rispondi
Consiglia  Messaggio 24 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 27/11/2001 22.06
Carissimo giglio,
il tuo brevissimo intervento, fatto qui per la prima volta, mi da occasione, intanto di salutarti con affetto, e poi di chiederti maggiori elementi per capire cosa significa nell'ambito dell'argomento in corso.
Certo si tratta di una bella espressione di Paolo, che dà un grande incoraggiamento a tutti i credenti. Ma naturalmente, messo insieme a tante altre espressioni potrebbe assumere altri significati.
Ti prego di farci dono di altre parole. Dal nome si direbbe che saranno tutte un profumo cristiano.
Con affetto

Rispondi
Consiglia  Messaggio 25 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 09/12/2001 22.28
Carissimi,
sono rimasto molto colpito ed edificato da questo brano del profilo di Madre Lalia inserito da Caterina nel suo sito e vorrei riportarlo qui per il fatto che questa suora ha vissuto e sofferto anche per l'unità dei cristiani:
"Suor M.Antonia Lalia aveva saputo associare in modo mirabile la preghiera, il lavoro, l'umiltà, l'ardimento, la dolcezza, la rettitudine, la carità, la prudenza...nella sua lunga vita posta a completo servizio delle anime. Madre Lalia ha sopportato pazientemente ed eroicamente prove e sofferenze, con una crescente identificazione di se stessa al Mistero della Croce; per lo spirito profetico con cui ha progettato e fondato una Congregazione di suore missionarie ancora oggi fiorente, in funzione dell'evangelizzazione e della riunione di tutti i cristiani nell'unica Chiesa cattolica...
Nelle difficoltà si abbandonava completamente alla Provvidenza Divina, alle suore insegnava queste parole:" Quanto degna sei d'Amore, o Divina Volontà ".
La vita di questa Donna è una incessante eco del Getsemani e del Calvario, è un esempio di come si opera e si patisce per la Chiesa di Cristo; è esempio per quanti hanno a cuore l'opera ecumenica e l'evangelizzazione del mondo.
Fra le sue virtù spicca quella dell'umiltà che la spingeva a mettersi sempre all'ultimo posto, a trattarsi e firmarsi come la " meschinella Lalia ", bisognosa di compassione e di perdono; tuttavia questo non le impediva di essere forte, coraggiosa, tenace, abile...quando si trattava di compiere atti per le sue opere o quando doveva affermare la "Verità".
Comunque sia, ciò che imponeva rispetto, simpatia e fiducia in questa Donna, era quel certo carisma misto di Fede intrepida e di umile abbandono di sè nelle braccia amorose della Provvidenza. Chi ha avuto modo di conoscerla ci ha tramandato che in lei si percepiva e si godeva di una certa pace e serenità, presenza indiscutibile di Dio!"

Rispondi
Consiglia  Messaggio 26 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 13/01/2002 16.16

Carissimi, 

da qualche tempo andavo rimuginando un passo evangelico che volevo condividere con voi, ma solo ora ho avuto il tempo di scriverlo.

Mi sembra che sia molto pertinente al tema dell'UNITA' IN CRISTO.

leggiamo in Mc.9,38

Giovanni gli disse: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". 39Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. 40 Chi non è contro di noi è per noi.

Vorrei fare una riflessione su questo brevissimo dettaglio evangelico.

In esso troviamo che Giovanni (l'apostolo della Carità e dell'unità) si preoccupa di riferire a Gesù che un tale si permetteva di agire in nome SUO, ma di averlo vietato perchè, egli precisa, : "NON ERA DEI NOSTRI".

Giovanni, insieme al gruppo apostolico aveva determinato di escludere quel tale da una qualsiasi azione, fosse pure prodigiosa, per il fatto che non agiva UNITARIAMENTE col gruppo ufficiale fondato da Gesù.

Ma Gesù rettifica la loro determinazione, senza rimproverarli, ma semplicemente dando loro un metro di giudizio anche in questa occasione.

Dicendo NON GLIELO PROIBITE, è come se avesse voluto da una parte riconfermare loro il potere di VIETARE, mentre dall'altra avesse voluto indicare loro di usare il potere di PERMETTERE, lasciando che quel tale facesse ciò che già lo Spirito Santo stava facendo per suo mezzo, e di cui essi non si stavano preoccupando: la loro premura principale era l'UNITA', che non riuscivano a scorgere nell'azione separata di quel tale.

La motivazione conclusiva addotta da Cristo è molto significativa:

Chi non è contro di noi è per noi.

Gesù ha pronunciato diverse volte la parola NOI.

Ora è molto solenne ed indica Lui stesso insieme agli Apostoli, la prima Chiesa visibilmente formata (comprendente Giuda); quel NOI sta a dire IO E VOI.

Dice dunque che chi non è CONTRO quel determinato gruppo da Lui scelto e che forma quel NOI , è come se agisse a suo favore, in quanto pur non appartenendovi, le resta unito invisibilmente.

Ecco che trovo qui una indicazione valida a quanto è stato ribadito dal Concilio Vat.II e da altri atti della Chiesa; e cioè che, se è vero che vi è una Chiesa visibile ed ufficiale, mediante la quale Cristo ci dona i mezzi ordinari per la nostra salvezza, tuttavia non si può escludere che la Grazia di Dio possa debordare al di fuori di essa e condurre le anime alla salvezza.

Troviamo una espressione simile ma non identica nel Vangelo, quando Gesù dice: "chi non è con me è contro di me".

In questo caso esclude categoricamente che si possa essere a suo favore se si è contro di Lui, direttamente.

Ma nel caso del gruppo apostolico Gesù autorizza a pensare che si possa essere per Lui senza essere direttamente uniti a loro.

Naturalmente, però resta necessaria la condizione posta da Cristo:

non bisogna essere CONTRO di loro, altrimenti si rischia di "correre invano" (Gal.2,2) e di disperdere i propri sforzi al di fuori dell'unità, comunque ardentemente desiderata dal Signore, e dagli apostoli.

E in tal caso la salvezza rimane fortemente vincolato alla partecipazione diretta o indiretta alla vita della Chiesa.

In questo senso vanno pure interpretate le parole, spesso ripetute dai Padri: al di fuori della Chiesa non vi è salvezza.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 27 di 29 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 13/01/2002 21.40
Caro Teofilo, agli inizi di questo mio dialogare in queste comunità, ora sono due anni, in una discussione analoga, tirai fuori questo brano del Vangelo (non ovviamente nei termini più profondi di come hai fatto tu eheheh...., grazie) per unire la discussione sulla questione della Chiesa Madre e le Chiese "figlie"...atteggiamenti già presenti ai tempi degli Apostoli: infatti si dicevano "chiese apostoliche" quelle chiese fondate dagli apostoli o da chi aveva ricevuto un mandato direttamente da loro.....Col passare degli anni e dei secoli si rese necessario centrare, appunto, l'attenzione su una Chiesa che fosse il centro, e il punto di riferimento su tutte le altre chiese che man mano stavano nascendo...già prima del Concilio di Nicea si parlava di "diocesi" e questo a conferma dell'espansione della Chiesa....La scelta di Roma è stata praticamente in automatico dal momento che fu Pietro e poi Paolo a concentrare la loro attenzione sulla nuova chiesa ivi fondata...e nel cuore della capitale non soltanto dell'impero, ma anche del paganesimo....
Insomma, un brano stupendo, quello di Giovanni, che ci invita ad abbassare la "cresta"...
Fraternamente, C.
(Teofilo)
00domenica 17 gennaio 2010 15:56
Rispondi
Consiglia  Messaggio 28 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 09/02/2002 12.35
Carissimi,
durante una capatina al  sito di Alfonso, ho trovato il LINK a questo interessante documento, stilato da Cattolici ed Evangelici insieme, che vorrei riproporre qui, un pò per volta, in modo da avere la possibilità di acquisirne il contenuto, che mi pare sia di un certo rilievo, e volendo se ne potrà trarre qualche spunto di ulteriore dialogo.
EVANGELICI E CATTOLICI INSIEME:

La missione cristiana nel terzo millennio

(Testo originale in inglese)


Questa Dichiarazione, stilata da una quindicina di leaders evangelici e cattolici nordamericani e approvata e firmata da altri 25, fu pubblicata nel 1994. Tra i firmatari più noti al pubblico italiano sono:

- da parte cattolica:

  • Rev.P. Avery Dulles, S.J., Fordham University;
  • il vescovo Francis George, OMI, Diocesi di Yakima (WA);
  • l'arcivescovo Francis Stafford, Arcidiocesi di Denver;
  • Ralph Martin di Renewal Ministries, uno dei fondatori storici del rinnovamento carismatico;
  • il card. John O'Connor, Arcidiocesi di New York.

- da parte evangelica:

  • Charles Colson, Prison Fellowship;
  • dr. Kent Hill, Eastern Nazarene College;
  • dr. Jesse Miranda, Assemblee di Dio;
  • dr. Bill Bright, Campus Crusade for Christ;
  • dr. J.I. Packer, Regent College (autore del libro Conoscere Dio);
  • rev. Pat Robertson, Regent University.

Inutile precisare che la partecipazione ai colloqui e la sottoscrizione della presente Dichiarazione fu in ogni caso personale e non intendeva impegnare le varie chiese ed organizzazioni di provenienza.


1. Affermiamo insieme2. Speriamo insieme3. Cerchiamo insieme
4. Ci battiamo insieme5. Testimoniamo insieme6. Conclusione


Siamo protestanti evangelici e cattolici romani che sono stati condotti attraverso la preghiera, lo studio e la discussione a convinzioni comuni sulla fede e la missione cristiana. Questa dichiarazione non può rappresentare ufficialmente le nostre comunità. Ma intende parlare dalle nostre comunità e per le nostre comunità. In questa dichiarazione affrontiamo quanto abbiamo scoperto sia circa la nostra unità sia circa le nostre differenze. Siamo consapevoli del fatto che la nostra esperienza riflette le circostanze e le occasioni particolari degli evangelici e dei cattolici che vivono insieme nell'America del Nord. Nello stesso tempo crediamo che quanto abbiamo scoperto e risolto sia pertinente per le relazioni tra evangelici e cattolici in altre parti del mondo. Raccomandiamo pertanto questa dichiarazione al loro esame nella preghiera.

Continua prossimamente


Rispondi
Consiglia  Messaggio 29 di 29 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 09/11/2004 17.41
Amici....riapro questo forum nel quale, nel 2001 si dialogava con un amico evangelico......
Sono usciti fuori argomenti interessanti come potrete leggere voi stessi....
Mi premeva riportare alcuni punti focali.....
dal messaggio 14 riporto:

La posizione dei Cristiani Evangelici Pentecostali riguardo alla giustificazione si raggruppano in tre voci collegate tra loro:

1) Ravvedimento (conversione)

2)Fede

3) Ubbidienza.

Queste tre condizioni sono essenzialmente importanti per essere giustificati.

..........
e le risposte a seguire fanno capire che i tre punti rimarcati NON sono mai venuti meno nella predicazione e nell'insegnamento della Chiesa......
Ora leggevo l'amico Sandro che nel Rinnovamento (il forum su MSN) scrive un quadro fondamentale:
 
Ama Dio sopra ogni cosa, (OBBEDIENZA)
il prossimo tuo come te stesso,
Credi nel nome di Gesù Cristo, (RAVVEDIMENTO,FEDE E CONVERSIONE)
Ama i tuoi nemici,
Prega per i tuoi percecutori,
Fai del bene e coloro che ti odiano, (CARITA')
Cerca il Regno di Dio:
Fai questo è avrai la Vita Eterna!
la pace
Sandro...
.....
Io sono certa che questi punti centrali sono OGGI POSSIBILI per tutte le realtà di fede cristiana e NON......grazie proprio al DIALOGO IN CORSO......vi confesso che il leggere il tutto mi ha animata di santo ottimismo...cosa ne pensate?
Fraternamente Caterina
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