L'Omelia di padre Max (dal Blog Vitae Fratrum)

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Caterina63
00sabato 6 marzo 2010 09:46

06 marzo 2010

L'omelia di padre Max - 3° domenica di Quaresima

“Padre santo e misericordioso, che mai abbandoni i tuoi figli e riveli ad essi il tuo nome, infrangi la durezza della mente e del cuore, perché sappiamo accogliere con semplicità dei fanciulli i tuoi insegnamenti, e portiamo frutti di vera e continua conversione.”

“Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai e suolo santo!”

“Chi crede di stare in piedi guardi di non cadere…”

“Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò…

Es 3,1-8a.13-15; Sl 102; 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13,1-9

Avete ascoltato una delle sentenze che Gesù pronuncia a modo di commento sui fatti di cronaca riportati, potremmo dire, sui giornali del tempo. Ai nostri giorni si chiamerebbe opinionista

Chiedo scusa se ho dato l’impressione di svilire la statura morale del Maestro di Nazareth paragonandolo agli odierni opinionisti… Ma, vedete, l’opinione pubblica si forma così, nel bene e, purtroppo anche nel male. E capita anche che un atto sbagliato quasi diventi giusto solo perché …ormai lo fanno tutti; anche quel Tale, alla televisione, l’altra sera ne ha parlato in termini positivi! Se lo dice lui...

Dunque anche Gesù, a modo suo, faceva audience, continuamente interpellato su ciò che accadeva. Una responsabilità delicatissima, quella di orientare il pensiero, di suscitare tendenza… è una dinamica ormai consolidata a tutti i livelli della comunicazione, e per tutti i temi oggetto di pubblico dibattito: dalla moda alla scienza, dalla cultura allo spettacolo, dalla politica allo sport, dai diritti umani, alla religione…

Che cosa era accaduto? che si era sollevata una sommossa popolare contro il governo di Roma, e il governatore romano, Ponzio Pilato, aveva sedato nel sangue l’ennesimo tentativo di insurrezione. Quegli stessi giorni era crollata una torre in costruzione e alcuni operai erano morti sotto le macerie.

Come vedete, si tratta di fatti che siamo abituati ad ascoltare tutti i giorni in TV, alla radio, o dalle pagine dei quotidiani. Ormai non ci facciamo quasi più caso… anche qui, lo stesso fenomeno: la diffusione abbassa l’impatto emotivo sul nostro senso civico, sulle nostre coscienze… è la legge dell’inflazione: la quantità a scapito del valore. Addirittura, i fatti di sangue ispirano romanzieri e registi, che guadagnano poi i riconoscimenti della critica e sbancano i botteghini dei cinema… Non vi sembra tutto questo un po’ perverso? A me sì. Ma tant’è!... quando si annusa l’affare …

Possibile che la nostra fede non sia in grado di dirci niente al riguardo? Ah già, meglio non rischiare il moralismo religioso, del quale accusano spesso noi cristiani! lasciamo stare la fede in chiesa e non mescoliamola con le notizie di attualità… E così, liquidiamo a buon mercato le occasioni per mettere in crisi – almeno per quanto riguarda noi e le nostre famiglie – la macchina dello spettacolo che, a quanto pare, s’è impadronita della vita della gente, della nostra vita. Lascio a voi la riflessione; hai visto mai che la Quaresima serva anche a questo… a riflettere un po’ di più su ciò che, forse con troppa disinvoltura, anche noi cristiani ci lasciamo scorrere addosso, illusi di esserne immuni. Che errore!

La questione che si agita dietro la domanda fatta a Gesù è se Dio punisca i peccatori facendoli cadere vittime della guerra, degli incidenti, delle malattie… Gesù smentisce esplicitamente questa convinzione! Ma non si ferma lì; come sempre, approfitta della domanda di un suo interlocutore occasionale, per esortare alla conversione. Nel presente caso si avvale del genere letterario apocalittico-intimidatorio, molto in voga in quel tempo e non solo.

La breve parabola del fico sterile, apparentemente fuori contesto, in realtà è necessaria a mitigare la severità della precedente sentenza. La verità di Dio in risposta al male dell’uomo, non è la giustizia della condanna, ma la misericordia del perdono! L’originalità delle fede cristiana consiste nella sfida del perdono. Il Verbo si è fatto carne per rivelarci che Dio ci ama infinitamente ed è infinitamente, scandalosamente misericordioso!

MA!

La rivelazione biblica non è soltanto rivelazione della Verità su Dio, ormai lo sappiamo; dalle S.Scritture noi impariamo anche la verità su di noi: e la misericordia, e il perdono che Dio ha usato, usa e continuerà ad usarci, vuole essere anche, direi soprattutto, una forma di educazione: Dio ci sta educando alla misericordia e al perdono vicendevole.

E l’unico modo per insegnarci a perdonare era, è perdonarci!

Ora, io non so che cosa desse più fastidio ai contemporanei di Gesù – ai farisei, ai sadducei, ai romani, ai politici, ai sacerdoti, agli stessi Apostoli… –; la notizia che Dio perdona tutti perché è buono, oppure (la notizia) che i credenti devono perdonare settanta volte sette, cioè sempre…

La questione si ripresenta pari pari ai nostri giorni. Che cosa ci fa più problema, il perdono indiscriminato del Padreterno, oppure l’obbligo assoluto di chiedere perdono e di perdonare? Per la verità, l’obbligo evangelico è ancora più radicale: il comando della misericordia ci chiede non solo di perdonare chi ci ha fatto del male, ma anche di venire incontro a coloro che hanno qualcosa contro di noi, a prescindere da qualsiasi previa indagine sulla colpa (cfr. Mt 5,23-24). In altri termini, Cristo esige da noi di riconciliarci sia con coloro ai quali abbiamo fatto del male più o meno volontariamente, che con chi ha levato contro di noi il calcagno, per dirla con il salmo 41 che parla dell’amicizia. Sempre noi, sempre noi! Ma perché tocca sempre a noi?

Perché crediamo in Gesù Cristo! Non è l’amore del prossimo ad obbligarci; molto di più, è la fede in Dio che ci obbliga! E questo toglie ogni diritto di replica! Non possiamo obbligare gli altri a chiedere scusa, e neppure a perdonarci. Possiamo solo obbligare noi stessi! lo ripeto, in nome di Cristo e della fede! Ne va della possibilità stessa di accostarci al corpo di Cristo. Stavolta l’ho detto! E di situazioni del genere, non ancora risolte, non del tutto pacificate, chiuse nell’armadio della nostra coscienza, ne abbiamo un po’ tutti! Convertirsi significa sostanzialmente chiedere perdono e perdonare. Nel giorno del giudizio, saremo interrogati su questo. Non c’è peccato che non abbia qualcosa a che vedere con il perdono da chiedere, o da donare.

E ricordiamo che tra coloro a cui dobbiamo chiedere o donare il nostro perdono, ci siamo anche noi! Sì, sì, avete capito bene: dobbiamo imparare a perdonarci! Sempre in nome della fede! Non sapersi perdonare, significa mancare di fede in Dio e nella potenza del Suo perdono. Se noi non ci perdoniamo, neanche il Padre potrà perdonarci! Chissà quante volte lo abbiamo sentito dire! E quanta gente compie scelte che rasentano l’eroismo e il martirio, perché, sotto sotto son convinti di aver qualcosa da farsi perdonare da Dio! Ed ecco che siamo tornati al punto di partenza: quale peccato avevano sulla coscienza quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva versato insieme a quello dei loro sacrifici? o quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Siloe?

Conclusione: la quaresima è il tempo della pazienza di Dio: pazienza nel senso di attesa che noi ci convertiamo; ma anche e soprattutto pazienza nel significato di patimento per amore di noi. La Pasqua annuale rimane prima di tutto la pasqua del Signore! Lo fu quella dell’Esodo, quando Dio guidò il suo popolo fuori dall’Egitto per mano di Mosè; lo fu ancor di più quella di Cristo sulla croce. Dio sa che anche noi, un giorno, celebreremo la nostra pasqua. Dio non si stanca di aspettare e di sperare …nonostante noi.

“Il tuo vespro è caduto da tempo,
caduta è l’ultima sera. Dacci Signore una notte quieta e giusta fine."
Angelo Barile







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Ulteriore riflessione:


Il mio intervento non venga letto come una replica alla stupenda Omelia di padre Max ^__^

Desidero solo partecipare delle riflessioni qui espresse e che davvero ci toccano molto da vicino, dentro il nostro orgoglio...

Si dice che la depressione è la malattia di questo secolo con la conseguente crescita degli stati di ANSIA... i suicidi aumentano, in aumento di genitori che uuccidono i propri figli è di ieri la notizia che qui vicino a Milano un padre di 80 anni ha ucciso la figlia di 46 madre di una figlia di 19 anni per...DIVERBI FAMILIARI...

L'abitudine a notizie come queste ci sta rendendo sterili alla COM-PASSIONE poichè il primo atto di Gesù è quello appunto non del pietismo o di una carità "pelosa" quanto quello della COM-PASSIONE da condividere con le folle e con i singoli casi....
Anche il PER-DONARE come per la COM-PASSIONE sono termini composti da due parole atte a sottolineare una CONDIVISIONE che davvero ci rende umanamente e divinamente fratelli e sorelle...
Dio ci dona il suo PER-DONO è un DONO-PER essere condivisi fra noi e Dio e fra noi e il Prossimo con la COM-PASSIONE che, se veramente vissuta da noi, combatterebbe la depressione, placherebbe questo stress, ridarebbe speranza a chi sta pensando di farla finita perchè non spera più in nulla...

Credo che sia questo uno dei segni che fa della Chiesa quel segno di CONTRADDIZIONE nel mondo, ossia remare controcorrente in una società la cui cultura è quella del solo diritto, della vendetta, del profitto e quant'altro...

Grazie padre Max per avermi aiutata a riflettere ulteriormente...Buona Domenica a tutti!


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