LA QUESTIONE DELL'ESISTENZA DEL MALE

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°Teofilo°
00lunedì 3 agosto 2009 18:26

PERCHE' CI SONO TANTI MALI ?


Nella cronaca quotidiana ci sono sempre tragedie che spengono la vita di tante persone, come le catastrofi che avvengono in natura, gli attacchi terroristici, o altri eventi disastrosi.

Nella storia passata e recente vi sono state innumerevoli guerre e distruzioni, i regimi totalitari hanno sterminato molte diecine di milioni di persone, e ai nostri giorni sono stati eliminati miliardi di esseri viventi con l’aborto volontario.

Al di là degli eventi collettivi, ognuno di noi a livello individuale soffre dolori, malattie fisiche o psicologiche, incidenti e morte. 

Non di rado accade di veder soffrire anche persone timorate di Dio e che si sforzano di servirlo, e di vedere al contempo persone che non si preoccupano affatto né di Dio né di osservare i suoi comandamenti, i quali appaiono felici nella loro spensieratezza ed opulenza, ostentata talora orgogliosamente e a volte a discapito di altri che vengono da essi sfruttati, maltrattati, e finanche uccisi.

E’ normale porsi la domanda: Perché Dio non interviene? Perché sembra non preoccuparsi di noi? Come si spiegano tanti mali e come si conciliano con un Dio che noi riteniamo onnisciente, onnipotente, amorevole e giusto? In una delle espressioni attribuite a Epicureo già queste domande venivano poste in modo sottile:"La divinità o vuol togliere i mali e non può; o può e non vuole; o né vuole né può, o infine, vuole e può. Se vuole e non può, è impotente; e la divinità non può esserlo. Se può e non vuole è invidiosa, e la divinità non può esserlo. Se non vuole e non può, è invidiosa e impotente e la divinità non può esserlo. Se vuole e può, che è la sola che le è conforme, donde viene l’esistenza dei mali e perché non li toglie?"

Coloro che non sono riusciti a trovare una risposta sensata a queste domande, e non hanno visto intervenire Dio per risolvere subito e positivamente le sofferenze umane, hanno concluso che Egli non esiste, o che se esiste gode nel farci soffrire oppure che ci ha abbandonati a noi stessi.

L’orientamento della nostra fede e della nostra vita, dipende molto dalla risposta a questa importante domanda che non è né semplice né scontata. Tuttavia facendo ricorso ai mezzi che abbiamo a disposizione, è anche ragionevole sperare di trovare una risposta valida.


COSA DICEVANO DEL MALE I PENSATORI CRISTIANI

 


Molti grandi pensatori cristiani hanno affrontato questo difficile argomento dal punto di vista filosofico e teologico: basti ricordare s.Agostino e s.Tommaso d’Aquino. Le loro stringenti argomentazioni restano tuttora fondamentali e portano a comprendere molti aspetti del problema del male. Basti qui ricordare alcune loro deduzioni basilari: se esistesse un Dio del male, assoluto e perfetto nel male, tenderebbe a distruggere anche se stesso, il che è assurdo; quindi solo il Bene assoluto, che è l’unico Dio ha una sussistenza eterna e permette che tutte le cose abbiano una origine, un ordine, un’armonia; il male quindi non è che una diminuzione, una deviazione o una deformazione del bene. L’allontanamento da questo Bene, porta al male. In sostanza anche il principale agente del male deve necessariamente essere stato creato con tutta la perfezione della sua natura, compresa quindi la libertà per mezzo della quale poteva decidere se allontanarsi dal sommo Bene.


CERCHIAMO TRA LE "CARTE" DELL' "INDAGATO"


La riflessione che segue è fatta in modo semplice e si avvale della osservazione, della ragione e soprattutto della Rivelazione, che ci permette di conoscere, cercando tra le "carte" (S.Scrittura) del principale "Indagato"(l'Autore del creato), i motivi del Suo agire.

Dalla osservazione possiamo rilevare che la natura possiede delle leggi di ordine fisico, chimico, dinamico o di altro genere, attraverso cui generalmente ciò che accade è l’effetto di una determinata causa.

Attraverso l’esplicarsi delle leggi inscritte nella creazione, ( la natura con i propri moti, e l’uomo con i propri atti positivi o negativi), si producono dei miglioramenti oppure dei danni che si possono ripercuotere su se stessi, o sui propri simili, sia immediatamente che successivamente e perfino sui propri stessi discendenti per la legge naturale della ereditarietà.


LE LEGGI DELLA NATURA


Siccome Dio è l'Autore delle leggi della natura è evidente che abbia a cuore il massimo rispetto di tali leggi. Perciò è Lui stesso a rispettarle per primo e anche nella Scrittura troviamo che l'intervento di Dio per forzare tali leggi è limitato e finalizzato a fornire i segni indispensabili agli uomini per indicare l'amore e la cura verso le sue creature e la Sua sovranità anche sulla natura stessa.

Ma non troviamo un uso indiscriminato dei suoi interventi, vanitoso o tale da costringere ad arrenderci al Suo potere.

Basti pensare quanto Cristo fosse riluttante nel dare segni a quanti glie lo chiedevano, anche se ne fece a sufficienza per accreditare la Sua missione e mostrare la sua compassione verso una umanità ferita e bisognosa. Ma non forzò la natura quando ebbe egli stesso, fame, sete, stanchezza, angoscia, dolore e morte, sopportando umanamente tutti questi "mali" con ammirevole accettazione e sottomissione.

L’uomo, sfruttando la conoscenza delle leggi della natura può intervenire decidendo liberamente molte cose, sia individualmente che insieme ad altri uomini, i quali determinano in base alle loro decisioni degli effetti che saranno positivi o negativi, costruttive o distruttive, per far vivere o far morire, e questo ci permette di dedurre con ogni evidenza che l’uomo è arbitro delle decisioni che prende e possiede la libertà di scegliere tra il bene e il male con innumerevoli sfumature determinano poi le relative conseguenze. Una decisione individuale o collettiva può portare a una serie di effetti che si ripercuoteranno su se stessi o su altri individui interferendo con l’altrui libertà, limitandola o promuovendola.

Tanto per fare qualche esempio:

-se si usa droga o alcol o sostenze tossiche si ha un maggior numero di effetti negativi anche mortali e la responsabilità non può essere imputata a Dio ma a chi ne usa pur sapendo dei rischi che si corrono o si fanno correre ad altri indirettamente.

-Se si immettono sostanze nocive nel terreno, nelle acque o nell'aria, bisognerà aspettarsi delle immancabili conseguenze negative non imputabili a Dio, spesso accusato ingiustamente di quello che succede, ma all'imprudenza o all'avidità umana.

-Se poi pensiamo a tanti sfruttamenti, violenze, soprusi, eccidi che si perpetuano tra gli uomini possiamo dedurre che è possibile generalmente fare del male in aperto contrasto con i comandamenti di Dio, senza che Egli intervenga subito in modo straordinario per impedire né l’attuazione né le conseguenze di questo male. E’ chiaro però che la responsabilità di questi mali non è da imputare a Dio come talora anche dei credenti potrebbero a torto pensare. (cf. Mal.3,13 ss)


LA LIBERTA' UMANA


Gesù ha fatto capire che si può costruire tanto sulla roccia quanto sulla sabbia: questo dipende dall'uomo, ma poi subirà anche le conseguenze delle sue decisioni (Mt7,26), soprattutto se anzichè costruire SULLA sabbia si costruisce CON la sabbia, provocando disastri alla minima scossa di terremoto.

Ha fatto capire che l'uomo, prima di affrontare una impresa deve attentamente calcolare e valutare le proprie forze e risorse e agire prudentemente per evitare conseguenze negative (Lc 14, 28-31).

E perciò possiamo comprendere che molti danni, o mali che dir si voglia, non sono imputabili direttamente a Dio ma all'uomo.

Se noi non fossimo liberi di scegliere tra il bene e il male, sia come responsabili di noi stessi, sia come responsabili della natura che è affidata alle nostre cure, saremmo semplicemente degli automi programmati a senso unico e quindi incapaci di sentimenti e decisioni autonome, di esprimere una nostra creatività, di coltivare un qualsiasi vero sentimento, né saremmo capaci di amare sinceramente nessuno: in sostanza saremmo solo dei sudditi programmati e costretti ad ubbidire e non il vertice "molto buono" della creazione visibile. Anche per questo dovremmo far fruttare le nostre capacità facendo uso della nostra libertà nel rispetto delle leggi di Dio e della natura, al fine di realizzarci, senza attendere passivamente che le cose ci provengano solo dall’alto, anche se è certo che Dio con la Sua provvidenza e generosità non fa mancare i suoi aiuti "nel segreto" (cf.Mt.6,6) e con discrezione.

SE NON CI FOSSE LA LIBERTA'

Se Dio intervenisse nel modo che vorremmo noi, per impedire agli uomini di commettere un qualsiasi tipo di errore colpevole o meno, voluto o involontario, per quanto ci è dato di scoprire, si avrebbero comunque diversi problemi evidenti, quali ad esempio:

- un impedimento, una violazione costante nell’esercizio dei propri atti.

- Dio sarebbe costretto a fare una serie continua di prodigi per affermare il Suo potere e i suoi desideri per impedire all'uomo di esercitare i suoi.

- violerebbe continuamente le leggi della natura che Egli ha creato dovendo provvedere a impedire il compiersi di ogni errore o di ogni danno conseguente.

- toglierebbe a tutti la possibilità e il merito di esercitare la Fede e le altre virtù, in quanto risulterebbe continuamente evidente e ingombrante la Sua presenza, avvertita come repressiva e oppressiva.

Un intervento costante di Dio per interferire, limitare o annullare la responsabile autorealizzazione dell’uomo e le sue libere decisioni, sarebbe perciò con ogni evidenza molto inopportuno.

Tuttavia Dio non è mai né indifferente nè assente dalla scena umana, lasciando che ognuno si arrangi o faccia tutto a proprio capriccio.

Innanzitutto ha dato degli ordinamenti sia scritti che incisi nella coscienza individuale. Se tutti ne tenessero conto si avrebbe armonia sia nell’uomo stesso che nella natura, mentre invece tutto è stato stravolto (cf.Rom.8,22). Comunque Dio non manca di illuminare gli uomini per guidarli in ciò che Egli desidera per il nostro bene, di far sentire i suoi richiami amorevoli, di far annunciare la sua Parola che contiene tutto quanto all’uomo è necessario sapere, né manca di assisterlo in tanti modi, prevenendo, accompagnando e seguendo tutti; ma poi vuole che ognuno decida liberamente se corrispondere o meno ai suoi richiami che fa sentire nella coscienza (Ap 3,20). Purtroppo però molti seguono il richiamo materiale del piacere, del potere o del prevalere e tutto ciò comporta innumerevoli mali a sé e agli altri.


LE RESPONSABILITA'


Paradossalmente in questo nostro mondo non sempre avviene ciò che Dio preferirebbe ma molte volte l'esatto contrario, anche se noi credenti potremmo a torto pensare che tutto è direttamente voluto e predeterminato da Dio. La prova più evidente di questo è che i Comandamenti, dati da Dio quale espressione del suo reale volere per il bene degli uomini, non sono quasi mai messi in pratica; e quindi ciò che accade in noi o intorno a noi è spesso il risultato non della compiacenza di Dio ma della Sua contristata sopportazione.

Quando Gesù dice che non cade a terra un passero senza la volontà del Padre, intende dire che tutto accade per permissione di Dio, ma non che tutto gli è gradito. Dio è la causa prima di tutte le cose e non si potrebbe far nulla se Lui non avesse dato inizio alla creazione e non permettesse ciò che noi decidiamo liberamente di fare, ma non è direttamente responsabile delle cause seconde e cioè degli effetti conseguenti ai nostri continui errori, anche se li tollera o li permette in vista di motivazioni che cercheremo di individuare nella Scrittura.

Quando diciamo: "Sia fatta la tua volontà" oltre a chiedere che tutto si svolga secondo i progetti di Dio, dovremmo anche intendere "sia fatta da noi la Tua volontà" oppure "sia fatta la tua volontà come rimedio ai nostri errori".

La libera volontà di Dio, per quanto possiamo dedurre dalla ragione e dalla Scrittura, interagisce con la libera volontà dell’uomo e spesso adotta le alternative già da Lui preconosciute per raddrizzare provvidenzialmente le vie distorte dall'uomo. Ad esempio Cristo non sarebbe stato costretto ad incarnarsi, a soffrire e morire se l’uomo non avesse deciso superbamente di diventare come Dio sostituendosi a Lui. Dio non avrebbe mandato il diluvio se gli uomini non fossero stati tanto malvagi. Prima di distruggere Sodoma e Gomorra, Dio avrebbe voluto che vi fosse almeno un manipolo di giusti per risparmiare tali città, ma non ne trovò che uno solo. Mentre, dopo aver fatto minacciare da Giona la distruzione di Ninive, non adottò questa decisione quando i suoi malvagi abitanti si pentirono, risparmiando la città. Così pure in tante manifestazioni della volontà divina, troviamo che il più delle volte Egli opera in modo da servirsi di taluni mali per riportare l’armonia nelle creature, e nel creato, analogamente a quanto fa per esempio un chirurgo, il quale per ottenere la guarigione di un organo malato deve usare metodi e strumenti che fanno male durante l’uso ma sono finalizzati alla salute finale. Dio quindi, quando non ottiene che noi compiamo ciò che direttamente desidera e cioè la sua reale volontà, mette provvidenzialmente in atto una alternativa provvidenziale (preconosciuta) di poter trovare un rimedio, cercando di raddrizzare, restaurare o migliorare ciò che noi andiamo man mano distorcendo o distruggendo, analogamente a quanto fa un premuroso padre di famiglia che cerca di rimediare alle cadute e agli errori dei figli.

Siccome non è estraneo ai nostri mali, né incapace di risolverli, Dio sa come trovare la soluzione agli errori, alle colpe e ai danni prodotti dall’uomo che non ha né desiderati né predeterminati Lui, altrimenti sarebbe andato contro se stesso e in contraddizione con se stesso, ma che essendo onnisciente sapeva in anticipo che si sarebbero concretizzati.

Prima ancora che l’uomo decidesse di rovinare il meraviglioso disegno originario, Dio sapeva come avrebbe dovuto porvi rimedio (cf Gen.3,15). E allo stesso modo Dio sa già come rimediare ai mali provocati da ogni uomo, facendo in modo che non venga lesa la libertà umana che Egli stesso ha donato, che non venga meno la Sua stessa libertà, che le leggi della natura trovino la loro attuazione e che l’uomo non debba credere per forza alla Sua esistenza e non si debba piegare coercitivamente e immancabilmente alla Sua volontà.

L'INTERAZIONE DEGLI ESSERI CREATI

Vi sono ancora altri fattori di cui Dio deve tener conto, che risultano dalla Scrittura e in determinati casi anche dall’osservazione: quelli legati all’azione degli angeli ribelli, la cui libertà viene anch’essa rispettata da Dio. Essi spingono l’uomo al male e provocano il male essi stessi. Se Dio impedisse loro di esercitare la libera attività, potrebbe risultare che Egli rinunci a mostrare anche ad essi la sua pazienza, di non saper accettare le loro sfide concedendo loro di mettere alla prova la fedeltà umana. (cf. libro di Giobbe e Luca 21,31). Ma anche la loro azione non sfugge alla prescienza e alla provvidenza divina che ha posto ad essi dei limiti proporzionati. Se gli operatori del male non avessero delle restrizioni avrebbero già distrutto tutto il creato. (cf Sal.123,1-8). Infatti nel mondo vi sono, oltre a tanti mali, anche tanti esempi e operatori del bene, compresa l’opera costante e benefica degli angeli fedeli a Dio. Infatti nonostante tutte le atrocità, l’umanità non si è ancora estinta e la Chiesa nonostante tutti gli attacchi dall’interno e dall’esterno, continua la sua missione (cf.Mt,16,18).

Dio sostiene ancora tutto il creato, perché, se togliesse il Suo sostegno, esso non esisterebbe più. (cf. Col. 1,16-17)

E’ comunque da ricordare che il male dispiegherà il massimo della sua potenza di inganno e di crudeltà nel tempo finale, relativamente breve per divina disposizione, in cui i credenti saranno sottoposti a una prova eccezionale. (cf.2Tess.2,3 e Matt.24,12-22 cf.Catechismo art.675)

Di fronte a tale quantità e complessità di fattori, Dio procede in modo da interagire con l’uomo e con gli altri esseri invisibili, tutti da Lui dotati di libertà e di dignità, nonché con le leggi della natura da Lui creata, con la massima discrezione, saggezza, giustizia e soprattutto con il Suo Amore anche quando non vediamo il suo operare.

Egli può tuttavia sospendere, o diversamente orientare qualsiasi evento della natura o qualsiasi decisione degli esseri creati con un intervento soprannaturale, come supremo ordinatore, sommamente libero e onnipotente, quando lo ritiene necessario per un suo imperscrutabile disegno.

Stando a quanto ci riferisce non solo la Scrittura ma anche la narrazione di tante vicende umane, apprendiamo che ci sono stati molti interventi soprannaturali ma, almeno secondo la nostra osservazione, è più frequente vedere il normale svolgimento dell’ordine naturale delle cose.

Dalla Scrittura si evince che questi eventi straordinari hanno il fine di risolvere non tanto il problema contingente ma di essere un segno manifesto (cf.Gv.6,26) per offrire a noi la prova che Dio non è lontano dall’uomo, non è indifferente, non gli è nemico ma innamorato di lui, e che è in grado di risolvere qualsiasi problema, anche se evidentemente ritiene necessario non risolvere tutto come vorremmo noi (cf.Mt 24,6).

In sostanza tutto è possibile a Dio ma non tutto è conveniente che faccia, tutto possiamo anche chiedergli ma non tutto ci gioverebbe (cf.Giac.4,3).

Gli interventi divini non rispondono a delle regole fisse che gli uomini possano padroneggiare. Infatti non è scontato che la Fede e la preghiera e neppure l’essere osservanti dei comandamenti, producano automaticamente un determinato risultato così come ce lo aspetteremmo (cf. Ger.15,10-21 e Sal. 9,22ss).

Ad esempio, Dio permise che venissero decapitati Giovanni Battista e Giacomo apostolo ma fece liberare Pietro dal carcere in modo soprannaturale da un angelo. Ci si potrebbe chiedere come mai per i primi non intervenne, visto che erano sicuramente persone di altissima santità di vita.

Ogni tentativo di forzare le decisioni divine sconfinerebbe nella superstizione o peggio nella magia che è uno dei più gravi mali che gli uomini possano fare, in quanto anziché piegare la volontà di Dio, pur di ottenere ciò che si pretende, si rischia di essere asserviti ai demoni che disponendo di talune facoltà farebbero scambiare per benefici i maggiori danni.

Gesù pur implorando di essere risparmiato dal bere il calice amaro della passione non ottenne quel risultato, ma accolse il volere del Padre. Paolo pur pregando ripetutamente per essere affrancato da quella che definiva "la spina nella carne", non ottenne ciò che avrebbe desiderato in quel momento, ma ciò che il Signore riteneva strettamente necessario per il suo bene(cf 2Cor.12,7 ss);

accade invece talora che ottenga un miracolo chi non se lo aspetta o chi addirittura non crede. Paolo era persecutore dei Cristiani quando ottenne per Grazia straordinaria di essere chiamato a diventare il più grande promotore del cristianesimo. Dio non ha debiti con nessuno e anche gli eventuali meriti umani sono da attribuire alla sua Grazia e ai suoi doni, nulla infatti potremmo fare senza di Lui: quindi non possiamo far valere diritti, anche se Lui saprà ricompensare ciascuno secondo il proprio operato al momento opportuno, e comunque certamente nel giorno del giudizio(cf Rom 2,6).


COME COMBATTERE IL MALE


La Fede, la carità e la preghiera, avvicinano al Bene e permettono che si riduca il male. Dio si serve anche dei suoi fedeli per ridurre il male nel mondo e soccorrere tanti che soffrono. Quando apparentemente non ci ascolta è perché sta operando in un modo che recherà vantaggi diversamente ma più opportunamente di come ce lo aspettiamo e non solo a noi stessi. La Passione e morte di Cristo se fosse stata evitata, come egli aveva umanamente implorato in quel momento, non avrebbe prodotto il massimo beneficio possibile all’umanità.

Dio in realtà sempre ascolta le preghiere esaudendole nel modo più conveniente e per questo Gesù assicura che se la sua parola resta in noi, il Padre concederà ciò che chiediamo (cf.Gv.15,7), purchè la nostra preghiera sia in armonia con la sua volontà (cf.1Gv 5,14);

da sottolineare comunque che non si precisa né come né quando concederà ciò che chiediamo: questo dobbiamo lasciarlo decidere a Lui. Nell’immediato potrebbe concedere di essere fortificati per fronteggiare la situazione emergente, per resistere nelle prove, per avere le ispirazioni opportune e agire con la prudenza del caso evitando mali maggiori, per agire convenientemente in quelle cose che competono a noi; in ogni caso la preghiera è il mezzo ordinario per chiedere umilmente ed ottenere anche grazie straordinarie se Dio lo desidera. Però se non vediamo il risultato delle nostre preghiere, dobbiamo essere certi che Dio opera continuamente come ci assicura Gesù, "il Padre mio opera sempre, e anch’io opero" (Gv.5,17), cercando di condurre tutto e tutti alla salvezza nel rispetto di ciascuno e donando comunque la grazia attuale strettamente indispensabile. (cf.2Cor.12,9)


IL MALE COME MEZZO DI MATURAZIONE


Possiamo supporre, esaminando diversi testi della Scrittura, che Dio abbia cercato di adottare pazientemente una serie di misure nei confronti degli uomini facendoli maturare progressivamente in un clima di reciproco rispetto.

Questa ipotesi trova riscontro ad esempio nella vicenda del popolo eletto che viene liberato dalla schiavitù attraverso numerosi e grandiosi interventi divini, ma anche attraverso lunghi e penosi silenzi, intercalati da numerose prove. Trascorsero ben 430 anni di schiavitù degli ebrei in Egitto, quando Dio provvide alla loro liberazione (cf Gal.3,17), annunciando a Mosè: "ho veduto l’afflizione del mio popolo e sono sceso per liberarlo" (Esodo 3,7) . Ci si chiede perchè ci vollero tanti anni, anzi secoli perchè Dio "vedesse" tale afflizione. Ci vollero poi altri 40 anni di tribolazioni nel deserto prima di arrivare alla terra promessa, che, lo si noti, Mosè vide solo da lontano, morendo subito dopo, e molti ebrei infedeli non videro affatto. Abramo dovette attendere di essere centenario prima di avere Isacco quale unico figlio, che oltretutto gli fu anche chiesto in sacrificio rischiando quindi di non poter mai vedere realizzata la promessa di avere una discendenza numerosa come le stelle del firmamento, che gli fu concessa, ma che nella vita terrena non vide, se non per fede.

La vita terrena di Gesù fu una pena continua e un grande apparente fallimento. Nato, e vissuto poveramente, profugo sin dalla nascita, ignorato lavoratore, instancabile annunciatore della Buona notizia, senza nido nè tana per ripararsi nè una pietra dove posare il capo, con tutto ciò che ancora sappiamo di Lui.

CONCLUSIONI

Avendo tanti esempi come questi, dobbiamo solo avere FIDUCIA in Dio e rimanergli FEDELI. E’ questa la Fede che ci è chiesta. Dobbiamo credere che quando vi è qualcosa di ingiusto, doloroso e apparentemente insopportabile, il Padre attraverso il Figlio soffre con noi ma non rimane inerte e sa già come operare per trovarne la soluzione, anzi, tiene conto di tutti i fattori in gioco per portare tutto a compimento nei tempi necessari.

Anche quando una vicenda si conclude definitivamente con la sconfitta e con la morte, che presto o tardi, più o meno dolorosamente, si verifica in fondo per tutti, il maggior male potrà essere in realtà risolto definitivamente e positivamente nella gioia del Suo Regno che a noi non è ancora dato sperimentare né misurare.

Gesù infatti assicura che i capelli dei suoi fedeli son tutti contati (Luca 12,7) e li invita a non temere la morte del corpo, ma solo la morte dell’anima (cf Mt 10,28), per evitare la quale, Egli ha restituito al Padre il frutto che era stato tolto con tanta superbia, offrendo se stesso con estrema umiliazione, come frutto a Lui gradito e perfetto, sull’albero della Croce, al fine di risolvere alla radice il vero male che è il peccato, e la morte spirituale che ne è l’ultima conseguenza.

L’astuzia del serpente ha sempre cercato di corrompere il bene per conseguire il male, mentre la sapienza del Creatore si propone di far concorrere anche il male, al bene di coloro che sperano in Lui(Rom.8,28), finché un giorno tutto sarà risolto, secondo giustizia e misericordia (cf.Isaia 42,14 e 65,17-18 Rom.8,28 2Pietro 3,13 Matt.5,1 ss) . Sta ora a noi e alla nostra libertà accettare ciò che Dio dispone opportunamente per la nostra salvezza.

LE RAGIONI DEL MALE SECONDO LA SCRITTURA


Cerchiamo ora di individuare nella Scrittura delle ragioni che spieghino l’esistenza del male sulla terra.

Quelle elencate qui di seguito sono tra le più evidenti:


Per un atto libero di ribellione di Lucifero che ha trascinato altri nella sua insensata decisione, introducendo il primo male
:

Is14,12 Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? 13 Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione. 14 Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all'Altissimo. 15 E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abisso!...


Per le conseguenze del peccato originale commesso liberamente dai progenitori a cui si sono aggiunti tutti i peccati dei nostri avi

Ro 5,18 …per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna,….

Gen 3,17 All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita.

Per il rispetto di Dio della libertà individuale e collettiva che spesso sceglie il male:

De 30,19 Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza…

Ap 3,20 Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.


Per l’esplicarsi delle leggi di una natura stravolta dal peccato, che l’uomo deve cercare di controllare e con cui deve cercare di interagire:

Ro 8,22 Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; 23 essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo

Mat 7,26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».

Lu 13,4 O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5 No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

2Co 11,24 …tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. 26 Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; 27 fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità…

Per effetto o conseguenza di qualche colpa

Mat 9,2 Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».

Ger 14,10 Così dice il Signore di questo popolo: «Piace loro andare vagando, non fermano i loro passi». Per questo il Signore non li gradisce. Ora egli ricorda la loro iniquità e punisce i loro peccati.


Per correggere e condurre al ravvedimento:

Ebrei 12,5-7. "-Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d’animo quando sei da Lui ripreso; perche il Signore corregge quelli che Egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli.- Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti qual è il figlio che il padre non corregga?"

Ebrei 12,11 "E’ vero che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza: in seguito, tuttavia, produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa"

2Macc 6,12 Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di considerare che i castighi non vengono per la distruzione ma per la correzione del nostro popolo.

1Cor 5,5 questo individuo sia dato in balìa di satana per la rovina della sua carne, affinché il suo spirito possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore…

Sap 12,2 Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

Le 26,23 Se nonostante questi castighi, non vorrete correggervi per tornare a me, ma vi opporrete a me, anch'io mi opporrò a voi.

Sal 118,71 Bene per me se sono stato umiliato, perché impari ad obbedirti.


Per far maturare e far acquisire delle virtù:

Rom 5,3 … noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata 4 e la virtù provata la speranza.

Sal 48,21 L'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono.


Per prevenire che si radichi o si sviluppi qualche vizio:

2Cor.12,7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.


Per mettere alla prova la fedeltà dei credenti:

Giob 1,9 Satana rispose al Signore e disse: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? 10 Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra. 11 Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!». 12 Il Signore disse a satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui»...

2Cor 8,1 Vogliamo poi farvi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese della Macedonia: 2 nonostante la lunga prova della tribolazione, la loro grande gioia e la loro estrema povertà si sono tramutate nella ricchezza della loro generosità.

Giac 1,12 Beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha promesso a quelli che lo amano.

1Pt 1,7 … perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo:

2Pt 2,9 Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio…

Lu 22,31 Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; 32 ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede;

Ap 2,10 Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita.

Ap 3,10 Poiché hai osservato con costanza la mia parola, anch'io ti preserverò nell'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra.


Per purificare e perfezionare i credenti:

Sal 25,2 Scrutami, Signore, e mettimi alla prova, raffinami al fuoco il cuore e la mente.

Mal 3,3 Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'oblazione secondo giustizia.

At 14,22 rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede poiché, dicevano, è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio.

Giov 16,33 Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!».

per conseguire un fine provvidenziale di bene per molti:

Gen 50,20 "Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l’Egitto. Ma non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi la vita"

Gen 45,4-5 "Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso".

Ro 8,28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.

Lu 24,25 Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».

Eb 2,10 Ed era ben giusto che colui, per il quale e del quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che li ha guidati alla salvezza.

Per rendere partecipi delle sofferenze di Cristo a beneficio del Suo Corpo mistico:

Col 1,24 Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.

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Tanti motivi sono sufficienti per rispondere alla domanda che ci siamo posti all'inizio: "Perché Dio, se può e vuole, non toglie tanti mali dal mondo?"

In sintesi, la risposta è che Egli li toglierà al momento opportuno dopo che anche i mali saranno serviti a farci maturare o a farci dare un contributo per il Suo disegno di salvezza.

 

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