LE GIACULATORIE della nostra più viva Tradizione

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Caterina63
00domenica 22 dicembre 2013 10:20
 .... già, cosa sono le... Giaculatorie?








Espressioni semplici, religiose, tipicamente devozionali, popolari, ma squisitamente ortodosse, cioè, in piccole frasi, spesso in rima, o poetiche, o semplicemente eslamanti ed acclamanti l'aiuto divino, si prestano anche a piccole dosi di catechismo perfetto....


Così le spiegava Luca Doninelli l' 08/07/2007
I nostri nonni recitavano le giaculatorie, erano poveri ma sereni, nonostante i guai, e il bello è che spesso non conoscevano nemmeno il significato di ciò che dicevano.
Una vecchietta del mio paese non sapeva ripetere «adoramus et benedicimus te Jesu quia per sanctam crucem tuam redimisti mundo», e diceva «adoramus benedicimus Jesu vrinc e vronc per questo mondo».

E a mio nonno che le chiese conto di ciò che diceva rispose che... Dio capiva lo stesso.

«Giaculatoria (lat. jaculatoria - sott. prex, prece) da jaculari, lanciare, vibrare, denominativo da jaculum, dardo, che dal suo canto viene da jàcere, gettare. Breve orazione, che si porge a Dio o ai santi, detta come se dovesse salire rapida e diritta al cielo, come dardo o saetta lanciata». Così il dizionario etimologico Zingarelli.

Il termine accetta parentele scomode, perchè non v'è malizia alcuna. Con «eiaculazione», ad esempio. O, ben peggio, con «iattura». Di cose gettate si tratta, infatti, in tutti e due i casi. Ma nel caso della jaculatoria il gesto, lo scatto, è qualcosa di speciale, di unico: ben più di un po’ di seme (cui somiglia, comunque, nella sua energia fecondativa) e molto più della iattura, dove l’oggetto del getto si ferma alla malevolenza.

Ce ne racconta un pezzo di storia l’interessante volumetto "Giaculatorie della tradizione italiana", curato da Luca Volonté e pubblicato da Cantagalli (pagg. 270, euro 16,50).
Il metodo di reperimento del materiale - contatti con le parrocchie - lo determina in direzione di un’ortodossia che penalizza un po’ la vivacità e l’imprevedibilità del genere letterario. Ciò nonostante, gli esempi luminosi e commoventi abbondano.


Che cos’è una giaculatoria? È dunque un’'orazione breve, facilmente mnemonizzabile, da ripetersi durante la giornata o in occasioni particolari. E, se molte giaculatorie hanno autori illustri (come San Filippo Neri), la forma è però popolare. Preghiera gettata, come una scheggia. Ma non solo una scheggia da lanciare verso Dio, la Madonna o i santi, bensì anche una scheggia, un puro dardo dalla punta di diamante, che si conficca negli istanti, dentro la normalità del tempo e delle azioni. Sono soprattutto le azioni legate più strettamente all'’idea del destino a richiamare l’uomo semplice alla sua originale dipendenza e figliolanza divina.

In viaggio, per esempio. Se c’è un’'edicola dedicata a Maria, ecco il dardo: «Vi saluto o Madre e Madonna, come Voi nessun’'altra donna; con il Vostro Figlio in braccio, date la benedizione a me che passo».
Oppure: «Quando passo da questa via saluto Gesù e Maria».
O l'’andare a dormire, che è un po’ come morire. E allora: «Sul placido guanciale del mio riposo/ maternamente vigili lo sguardo tuo amoroso/ e se sognar deggìo/ mostrami in sogno il Paradiso e Dio».
O anche: «O mia Madonna, com’è bello a sera dormir nel cuore del Tuo Gesù».
O ancora: «Con Gesù mi corico,/ con Gesù mi sto,/ solo con Gesù/ paura più non ho».

Ma la più bella si trova in diverse regioni: la formula veneta è la mia preferita: «Signore a leto mi ghe vò/ levare mi no so,/ Signore tre cose ve domando: Confession, Comunion, oio santo».
Non si contano, poi, le preghiere all' Angelo custode, quasi tutte dominate da un tono di confidenza.
Eccone una che le nonne insegnavano ai nipotini: «Diavoletto scappa via/ Angioletto vieni qua,/ buona notte a mamma e papà».

Spessissimo la Madonna è chiamata «mamma» «Buonanotte Madonnina! Tu sei la dolce mia mammina», così come Dio riceve, specialmente nelle preghiere dialettali, il bellissimo appellativo di «papà», «babbo». «O Babbu meu amorosu», recita l’inizio di una splendida preghiera sarda. Questa confidenza semplice che si pianta nel tempo di ogni giorno è il cuore della giaculatoria. Ne sono testimoni le giaculatorie per i santi: una sezione che il curatore del volume avrebbe potuto ampliare di molto, così come quella dedicata alla Sacra Famiglia.

La più famosa è dedicata a Santa Barbara e dice così: «Santa Barbara benedetta salvaci dal fulmine e dalla saetta».
Ma ce n’è di splendide: «Sant'’Ana miraculusa fa che la mia tusa la sa spusa» - Sant’Anna miracolosa fa’ che mia figlia si sposi. E chi meglio di sant’Anna?

Eccone altre della cultura dialettale: «O Madona dal ma da cö guarisum te che ta po’» - O Madonna del mal di testa, guariscimi tu che puoi.
Una ci porta all’epoca in cui a emigrare eravamo noi: «O Sant' Crucifis miraculus, cura el me pà che l’è in gir pal mund a laurà». L’uomo è così fragile che anche l’amore a Gesù è fragile, senza l'’aiuto dei santi.
Ecco dunque l’invocazione ai santi nonni: «Sant'’Ana e San Giuachin vutèm a vureg bee al to neudin» - Sant’Anna e san Gioachino aiutatemi ad amare il vostro nipotino.

Le giaculatorie sono soprattutto - sia che nascano dal popolo, sia da espressioni bibliche o liturgiche - la testimonianza di un’immensa fiducia dell’uomo in Dio. Moltissime sono le preghiere in cui Maria viene chiamata «sicurezza» e «fiducia». La vita di cui ci parlano è una vita dura e dolorosa, guardata con un realismo che oggi fa difetto. È curioso notare come la fede di questi nostri antenati cresca in misura dei dolori e delle privazioni. Noi, che non abbiamo più nessun dio, o un dio simile a un sogno, dovremmo sapere guardare alla realtà con più concretezza. Invece riusciamo, al massimo, ad essere più cinici.



Dal canto mio..... mio cugino Carlo Di Pietro Ricciotti, mi ricordava sul facebook quando gli raccontavo di come al collegio ci dicevano, per andare a dormire "buona morte"....invece di "buona notte" e non era certo un augurio per morire, ma che se è vero che si era certi di andare a dormire, non si poteva dire altrettanto per svegliarsi Tanto è che in 16 anni, nessuna è mai morta.....
ma a noi non ci spaventava affatto, e non ricordo che qualcuna tra noi si fosse mai spaventata, solo che si, chiedevamo il perchè di quel saluto.... e la suora ci spiegava che in quell'augurio non c'era certo il gusto a dover morire, ma il "morire bene, in grazia di Dio" e ci avevano insegnato questa giaculatoria che dico ancora tutte le sere:
"Angioletto mio carino, vieni accanto al mio lettino; fa che dormi in compagnia, con Giuseppe e con Maria. Vado a letto per dormire, ma nel sonno potrei morire: se non trovo un confessore, perdonatemi o mio Signore!"
A tal riscontro Carlo mi ricordava un'altra giaculatoria insegnatagli dalla nonna Anna che ricordo con affetto (la sorella di mia nonna e quindi un pò nonna anche mia), e che anche questa ci veniva tramandata così dalla santa Tradizione, dice:
"Gesù prendimi tu con le tue mani tienimi stretto fino a domani."





     



Caterina63
00domenica 22 dicembre 2013 10:56




Il termine “preghiera scoccata” (come fosse una freccia) o giaculatoria, dovete sapere, fu coniato da Sant’Agostino d’Ippona riferendosi alle brevi preghiere della tradizione monastica copta (dal IV e il V sec). Sarebbe bello riscoprire oggi questa forma di preghiera breve ed efficace....

- Gesù, Giuseppe e Maria, ai miei genitori, al Paradiso spianate la via.



• Buonanotte Madonnina! Tu sei la dolce mia mammina. (Si recita prima di andare a dormire.)
• Ci (mi) benedica insieme con il suo Figlio, la Vergine Maria.
• Cuore dolcissimo di Maria, serbaci sicuro il cammino.
• Cuore Immacolato di Maria, prega per me (noi) adesso e nell’ora della mai (nostra) morte.
• Dolce Cuore di Maria, sii la salvezza dell’anima mia (nostra).
• Dolce Cuore di Maria, sii la salvezza mia.
• Gesù, Giuseppe e Maria, cullate la mia anima.
• Gesù, Giuseppe e Maria, fate che il mio ultimo cibo sia la Santa Eucaristia.
• Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell’ultima agonia.
• Gesù, Giuseppe e Maria, pregate per me (noi).
• Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l’anima mia.
• Gesù, Giuseppe e Maria, vi amo.
• Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l’anima mia.
• Gesù, Maria, San Michele, San Gabriele, San Raffaele, difendeteci.
• Gesù, Maria, vi amo! Salvate tutte le anime.
• Gesù, Maria, vi amo! Salvate tutte le anime dei sacerdoti.
• Gesù salvami, per amore delle Lacrime della tua Santa Madre.
• Immaculata Regina Pacis, ora pro nobis.
• Lascia, o Vergine Santa, che io ti lodi; dammi forza contro i miei nemici.
• Lodati sempre siano i Santissimi nomi di Gesù, Giuseppe e Maria.
• Lodato sempre sia il dolce Cuore di Maria.


 

 


  una parentesi......


Spiritualità domenicana, dal sito Amici Domenicani  

 

   Compleanno dell’Ordine domenicano e richiesta di preghiere

 

Oggi 22 dicembre 2013 l’Ordine domenicano compie 797 anni.
Fra tre anni saranno 800.
Era il 22 dicembre 1216 il giorno benedetto il cui papa Onorio III approvava l’Ordine di san Domenico col nome di Ordine dei Predicatori.
Fin dall’inizio per questo giorno è stata istituita una festa in onore di Maria per ringraziarla per la sua intercessione e per invocare il suo patrocinio sull’Ordine domenicano. Tale festa, dopo la recente riforma liturgica, è stata trasferita all’8 maggio.

Chiediamo ai nostri visitatori la carità di pregare per i domenicani secondo le preghiere ispirate dal cielo ad un monaco e in seguito approvate dal Papa e inserite nel messale.
Non è necessario dirle a Messa. Si possono fare anche leggendole direttamente sul video.
Grazie per questa vostra grande generosità.

Le consigliamo a partire da oggi fino all’Epifania.

 Ecco il racconto e le preghiere:

“Ci fu in Toscana un monaco cistercense del monastero di S. Galgano presso Siena, uomo di grande semplicità, che per la fama della sua santità veniva spesso convocato dalla curia romana. II Signore gli aveva rivelato molte cose e spesso gli era apparso.

Accadde che due nostri frati giungessero al suo monastero e gli chiedessero dì pregare per loro e per tutto l'Ordine dei Predicatori. Ora, trovandosi egli quella notte in preghiera, dopo mattutino e non sapendo, da semplice e devoto qual era, con quali migliori parole dovesse pregare per i frati, gli sembrò che gli apparisse il Signore che gli diceva: "Fra Giacomo, prendi queste orazioni e con queste prega per i Frati Predicatori".

ORAZIONE. Illumina, o Signore, col dono dello Spirito Santo il cuore dei tuoi servi e dà loro un parlare infuocato; e a coloro che predicano la tua parola dona un accrescimento nella virtù. Per Cristo nostro Signore.

SECRETA (all’offertorio). Concedi, o Signore, ai tuoi servi una parola piena di grazia e, santificando i doni che ti offriamo, visita i loro cuori dando loro la salvezza. Per Cristo nostro Signore.

POSTCOMMUNIO (dopo la Comunione). Conserva, o Signore, i tuoi servi che si sono ora nutriti del corpo e del sangue del tuo Unigenito, e concedi abbondanza di grazie a quanti annunciano la tua parola. Per Cristo nostro Signore.

Queste orazioni furono approvate dal Papa, il quale concesse che venissero inserite nel Messale” (Geraldo di Frachet, Vitae fratrum, 42).


PRO MEMORIA.......... 




    





Caterina63
00lunedì 23 dicembre 2013 00:09


  Ammenda Onorevole e Giaculatorie per e al Santissimo Sacramento

Il Sommo Pontefice Pio VII, con Rescritto della Sacra Congregazione delle Indulgenze del giorno 21 gennaio 1815, concesse l'indulgenza di duecento giorni ogni volta che : con cuore contrito e dovotissimamente si reciteranno davanti al Santissimo Sacramento la detta Ammenda Onorevole e le Giaculatorie.

Il tutto è riportato sulla seguente antica immaginetta del 1915.


Ammenda Onorevole.

Con quel profondo rispetto che la fede m'ispira, o mio Dio e mio Salvatore Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, io Vi amo con tutto il cuore e Vi adoro rinchiuso nell'Augustissimo Divin Sacramento dell'Altare, in risarcimento e riparazione di tutte le irriverenze, profanazioni, sacrilegi e mediocrità, che per mia disgrazia io avessi mai commesso, come pure di tutti quelli che sono stati fatti dagli altri, specialmente se sacerdoti e diaconi, e che purtroppo si faranno in avvenire.
Vi adoro, dunque, mio amabilissimo Dio, non già quanto siete degno di essere adorato, né per quanto io abbia il dovere di farlo, ma almeno quanto io posso e vorrei poterlo fare con tutta quella perfezione di cui sono capaci i Santi ed ogni creatura ragionevole.
Frattanto intendo adorarVi ora e sempre, non solamente per portar riparo di quei Cattolici freddi e tiepidi che non Vi adorano come Vi si conviene, e non soltanto per pensar di migliorare il mio stato e convertirmi sempre di più alla Vostra potente misericordia, ma ancora per la conversione degli eretici, scismatici, non cattolici, idolatri e cattivi cristiani.
Ah! Sì, Gesù mio! Vi imploro: siate da tutti riconosciuto, adorato, amato e ringraziato ogni momento, nell'Augustissimo Divin Sacramento.
Abbiate compassione del Vostro stesso Divin Sacramento impetrando nei nostri animi amore e compassione per la Vostra Divina Presenza, non vogliaTe che ancora Vi si oltraggi e Vi si offenda, ben sapendo che ogni offesa richiederà per giustizia il pegno e la penitenza delle Anime che si renderanno colpevoli di sì grave e grande oltraggio.

AbbiaTe per tutti compassione, Gesù adorabile!

Così sia!


Giaculatorie inserite in questa Indulgenza

- Vi adoro ogni momento. O vivo Pan del Ciel, gran Sacramento.

- Gesù, unico Amore del Cuor di Maria; vi prego a benedir l'anima mia.

- A Voi dono la mia vita e il mio cuore; Santissimo Gesù, mio prode Salvatore.

 



Altre Giaculatorie per il Santissimo e Divinissimo Sacramento: per la Messa prima della Comunione, fuori della Messa o dopo la Comunione.

 

- Tantum ergo Sacramentum, veneremur cernui.

(Adoriamo il Sacramento che Dio Padre ci donò)

- Ti adoro ogni momento, o vivo Pan del Cielo, gran Sacramento.

- Sia lodato e ringraziato ogni momento; il Santissimo e divinissimo Sacramento;

- O Divino Sacramento, a quest'Anima del Purgatorio (si pensi anche ad un nome)  fà cessar  il suo tormento.

- Plagas, sicut Thomas, non intueor, Deum tamen meum Te confiteor;

(Come Tommaso non vedo le piaghe, eppure Ti confesso: mio Dio!  - da Adoro Te devote - )

-  O Sacro convito, in cui Cristo è nostro cibo, Viatico pel Paradiso; non esser  per me motivo di condanna, ma rimedio e difesa dell'anima e del corpo.

-  Con Te non ho timor, perchè lo so che qui ci sei Tu; ti prego raddrizza questo cuor a Te, amato buon Gesù.

-  Amo Te, Signor, amo Te; Pane vivo  che risani e dai vigor, salva me!

-  Prendimi per mano o Madre mia; col tuo poter sovrano, portami al Tuo Gesù.

- Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio; un cuor che Ti ama voglio a Te dar; a Te tutta dono, la mia volontà.

- Madre mia, troppi giorni ho trascorso nell'error; fa ch'io torni, lacrimando, al Salvatore!

- O Pio Pellicano, Gesù Amore! Datemi lacrime di vera contrizione, affinchè sia meritoria la mia compassione davanti ai Tuoi dolori.

- Gesù mio, Ti ringrazio di quanto hai patito per me: prepara ora il mio cuore a ricevrTi degnamente nella santa Comunione, e fà del mio cuore la Tua abitazione ora e per sempre.

 -  Comunione spirituale da farsi quando, nella Messa,  non si può ricevere Gesù nell'Ostia Santa, ed anche nelle Visite al Santissimo Sacramento, e durante la giornata la raccomandiamo fraternamente specialmente in occasioni di visite a persone ammalate, in difficoltà ed anche in cerca di lavoro:

Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell'Altare. Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell'anima mia. Poichè ora non posso riceverTi sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore  
(raccomandiamo una breve pausa di raccoglimento).
Come già avvenuto, io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te: non permettere che mi abbia mai a separare da Te.


  - Cuore Divino di Gesù, io confido e spero in Voi;
                   dolce Cuore di Maria patrocinate questa preghiera mia.





   

 




Caterina63
00sabato 31 maggio 2014 21:16







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