La CEI pubblica una "Lettera ai cercatori di Dio"

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Caterina63
00venerdì 12 giugno 2009 14:51
I vescovi italiani pubblicano la Lettera ai cercatori di Dio: intervista con mons. Bruno Forte

“Come credenti in Gesù Cristo, animati dal desiderio di far conoscere colui che ha dato senso e speranza alla nostra vita, ci rivolgiamo con rispetto e amicizia a tutti i cercatori di Dio”: inizia, così, la
Lettera ai cercatori di Dio, preparata dalla Commissione Cei per la dottrina della fede, presieduta dall’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte. Il documento, che viene oggi pubblicato integralmente dal quotidiano Avvenire, parte da alcune domande diffuse nel vissuto di molti per poi proporre l’annuncio cristiano. Intervistato da Alessandro Gisotti, mons. Bruno Forte si sofferma sulle ragioni che hanno portato a stilare questa lettera:

R. – Nella società postmoderna, sempre più appare chiaro che non si può dare per scontata la trasmissione della fede. Abbiamo bisogno di annunciare sempre nuovamente il kerygma, cioè il messaggio centrale, gioioso dell’amore di Dio apparso a noi in Gesù Cristo. E questo bisogno di primo annuncio, che è evidente nelle società secolarizzate dell’Occidente ma anche in Paesi dove il Vangelo dev’essere in gran parte ancora annunciato, spinge a ritenere importantissimo il riferimento a testi come i Catechismi della Chiesa. E tuttavia, per un primo annuncio, non è sufficiente perché c’è bisogno di poter dire molto in poco. Ecco: questo testo risponde a questa esigenza. Una presentazione breve, compendiosa del Vangelo, del messaggio della fede dove si vuol dire molto in poco anche se, naturalmente, non tutto può essere sviluppato e approfondito come invece nei testi dei Catechismi.

D. – La Lettera viene sviluppata con un linguaggio semplice, diretto e con uno stile a volte anche colloquiale: una scelta voluta, ovviamente …

R. – Certamente. Proprio per testimoniare il volto di una Chiesa amica, di una Chiesa vicina alle grandi domande del cuore umano e desiderosa di parlare da cuore a cuore a coloro a cui si rivolge. Rispetto ad un dilemma di moda che parla di una Chiesa dei “no”, vogliamo far risaltare quello su cui insiste molto Papa Benedetto: al centro di tutto il messaggio della Chiesa c’è il grande “sì” di Dio in Gesù Cristo e c’è il “sì” alla vita, all’amore, alla gioia, alla bellezza che il Vangelo di Gesù porta nel mondo.

D. – Quali sono le sue aspettative per questa Lettera?

R. – Già Platone diceva che ogni libro ha bisogno di un padre. In altre parole, un libro da sé non riesce a dire tutte le potenzialità che nasconde. Ecco perché l’auspicio è che la Lettera non solo possa giungere a quante più persone possibili, e dunque anche essere utilizzata per percorsi individuali, personali di lettura e di meditazione; ma che ci sia sempre lo sforzo dei mediatori della Parola di Dio, di poterla presentare, di farne un ponte di dialogo e di amicizia, utilizzandola – ad esempio – come canovaccio in una serie di incontri, di dialoghi, di conoscenza e di approfondimento del vivere con dei gruppi, delle persone in ricerca. Ancora una volta mi preme di sottolineare che i cercatori di Dio siamo veramente tutti noi, quelli che credono: perché Dio è sempre nuovamente da scoprire nella sua profondità e bellezza, come dice il Salmo: “Il Tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il Tuo volto”. Parola di chi, come Davide, aveva conosciuto e sperimentato l’amore di Dio. Ma poi, c’è la ricerca di quelli che ancora non hanno fatto questa esperienza, di quei cercatori di Dio che sono i non credenti pensosi per cui la domanda su Dio resta la domanda più grande e importante. E infine, l’auspicio sarebbe che questo testo, opportunamente mediato e presentato, possa essere un’occasione di porre domande a chi vorrebbe invece le domande fuggirle o evitarle, evaderle quasi in una sorta di stordimento per non confrontarsi con le questioni ultime, con quelle questioni che si affacciano in tutte le grandi esperienze della vita a cui fa riferimento la lettera, proprio nella prima parte: e cioè, felicità e sofferenza, amore e fallimenti, lavoro, festa, giustizia, pace fino alla sfida di Dio.

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