La Chiesa di Haiti colpita duramente dal terremoto (Preghiere e aiuti materiali)

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Caterina63
00giovedì 14 gennaio 2010 00:15
Un requiem per il Vescovo di Haiti mons. Joseph Serge Miot qui ripreso con Benedetto XVI nell'ultima visita ad Limina

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[SM=g1740750] raccogli questi pianti, asciuga queste lacrime, tienili per mano ai piedi della Croce perchè non si sentano abbandonati ma si sentano conformi al Tuo Divin Figlio condividendo con Lui l'amarezza del sentirsi abbandonato...
Conduci le anime degli innocenti ai piedi del Trono dell'Altissimo, intercedi per quelle anime che non fecero in tempo a riconciliarsi con Dio....sii loro Avvocata, portali dall'amato Gesù...
Date forza ai soccorsi, sollecitate i nostri cuori, Misericordia per tutti, Madre della Misericordia Incarnata!

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AMERICA/HAITI - Il drammatico racconto del Nunzio apostolico a Fides: “Port-au-prince è totalmente devastata. Ovunque si sentono grida da sotto le macerie”

Port au prince (Agenzia Fides)

– “Port-au-prince è totalmente devastata. La Cattedrale, l’Arcivescovado, tutte le grandi chiese, tutti i seminari sono ridotti a macerie. Il parroco della Cattedrale, che si è salvato, mi ha detto che l'Arcivescovo di Port-au-prince sarebbe morto sotto le macerie, insieme a centinaia di seminaristi e sacerdoti che sono sotto le macerie”: è la drammatica testimonianza del Nunzio apostolico ad Haiti, l’Arcivescovo Bernardito Auza, contattato dall’Agenzia Fides dopo il violento terremoto che ha sconvolto il paese ieri pomeriggio.

L’Arcivescovo prosegue: “Il palazzo nazionale è a terra. Questa mattina sono andato a esprimere condoglianze e solidarietà al Presidente della Repubblica, che si è salvato perchè era fuori con la famiglia. La sua casa privata è distrutta. Tutti i ministeri, tranne quello della cultura sono distrutti.
Il parlamento con i senatori, le scuole con i bambini, I supermercati sono ridotti a nulla. Il quartier generale della Minustah (sede dell’Onu per l’aiuto ad Haiti) è ridotto ad un cumulo di cemento e centinaia di persone sono intrappolate, compreso il Capo delegazione Hedi Annabi, mi hanno riferito delle persone che abitano di fronte al quartiere generale”.

Il Nunzio ha percorso come poteva la città devastata, e racconta a Fides: “sono appena tornato questa mattina. Ho trovato preti e suore per strada, senza più case. Il Rettore del seminario si è salvato, così il decano degli studi, ma i seminaristi sono sotto le macerie. Ovunque si sentivano grida da sotto le macerie. Il Cifor - istituto di studi per i religiosi e le religiose – è crollato con gli studenti dentro che partecipavano ad una conferenza.

La nunziatura ha resistito, nessun ferito ma tutti siamo shoccati! Tante cose sono rotte, compreso il tabernacolo, ma siamo più fortunati degli altri. Molti familiari del personale sono morti, le loro case distrutte. Tutti chiedono aiuto. Avremo problemi di acqua e cibo fra non molto. Non possiamo entrare o stare molto dentro casa perchè la terra continua a tremare, così siamo accampati nel giardino.” (CE) (Agenzia Fides, 13/01/2010)

Il Servizio Geologico degli Stati Uniti (USGS) ha dato l’allerta rossa e ha qualificato il disastro, per le sue dimensioni, come unico nella storia del paese. Secondo i registri storici, Haiti non era stata colpita da un terremoto di dimensioni considerevoli da più di 200 anni: l’ultimo risale al 1751 ma non fu violento come quello di ieri pomeriggio.


I Padri Camilliani operativi ad Haiti lanciano un appello e chiedono la nostra solidarietà...

Attività Amministrazione Opere Nostre;
Ospedale (Foyer Saint Camille); Casa di accoglienza (Foyer Bethlèem) ;
Dispensario - Centro nutrizionale ;
Pastorale vocazionale; Seminario minore e maggiore; noviziato ;

Contatti p. Crescenzo Mazzella,
p. Gianfranco Lovera,
p. Massimo Miraglio,
Maddalena Boschetti
Religieux Camilliens - Foyer Saint Camille B. P. 1426 -
Port au Prince (Haiti W. I.) Tel. 00509/2.384.282
e-mail: camilliens.haiti@hughes.net

www.camilliani.org/php/pagina_home.php

Si è attivata anche la Caritas Ambrosiana:


Per sostenere gli interventi in corso (causale “EMERGENZA HAITI”) si possono inviare offerte a Caritas Ambrosiana tramite:

- donazione diretta presso l'Ufficio Raccolta Fondi in via San Bernardino, 4 a Milano (orari: dal lunedì al giovedì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30 e il venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.30)
- conto corrente postale n. 13576228 intestato a Caritas Ambrosiana ONLUS
- conto corrente bancario n. 578 - Cin P, ABI 03512, Cab 01602 presso l'ag. 1 di Milano del Credito Artigiano e intestato a Caritas Ambrosiana ONLUS
IBAN: IT16 P 0351201602000000000578
- tramite carte di credito:
donazione telefonica chiamando il numero 02.76.037.324 in orari di ufficio (vedi sopra)



Si è attivata anche la Caritas Italiana:


la diocesi di Roma istituisce un fondo di solidarietà che «oltre a sostenere i superstiti in questi giorni di emergenza, sia segno di speranza e di vicinanza per la popolazione» ha commentato monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma.

Caritas diocesana di Roma, Causale “HAITI – terremoto”; piazza S. Giovanni in Laterano 6 - 00184 Roma;
conto corrente postale n. 82881004
(IBAN: IT77K0760103200000082881004);
bonifico bancario: Banca Intesa – filiale Roma 081 –
IBAN: IT13R0306905032000009188568








Caterina63
00giovedì 14 gennaio 2010 19:37
Tra i morti un centinaio di sacerdoti, religiosi e suore

    Port-au-Prince, 14. Un coadiutore salesiano, Hubert Sanon, un medico, Zilda Arns Neumann, fondatrice del ministero per l'infanzia dell'episcopato del Brasile e undici seminaristi sono deceduti nel corso del terremoto che ha colpito Haiti. È questo il bilancio provvisorio delle vittime tra i religiosi ed ecclesiastici impegnati sull'isola. I primi inviati della stampa internazionale parlano di un centinaio di sacerdoti vittime del sisma.

Le violente scosse hanno totalmente devastato e ridotto in macerie chiese, seminari e l'istituto di studi per religiosi e religiose. L'edificio che ospita la Nunziatura ha resistito all'onda sismica, ma il personale vive nel timore causato dalle ripetute scosse di assestamento. Tutte le strutture religiose rimaste attive e il personale sono impegnati nell'opera di soccorso alla popolazione, in collaborazione con gli organismi di volontariato. Preti e suore, come altre centinaia di migliaia di persone hanno perso le loro abitazioni. Negli edifici rimasti ancora in piedi mancano l'elettricità e i collegamenti telefonici.

    In particolare, le strutture dei salesiani presenti nella capitale Port-au-Prince sono tra le più colpite. Oltre duecento allievi di un istituto di formazione nel settore sociale, situato nel quartiere di Enam, risultano ancora sepolti sotto le macerie dell'edificio crollato. Finora non si hanno ancora notizie dell'esito degli scavi. Inoltre, altri due giovani salesiani in formazione risultano dispersi.

    Il Rettore maggiore dei salesiani, Pascual Chávez Villanueva, ha inviato un messaggio di solidarietà e di vicinanza a don Ducange Sylvain, nuovo superiore della visitatoria "Beato Filippo Rinaldi" di Haiti. "Mi si spezza il cuore - è scritto - a conoscere l'entità della devastazione, la sofferenza, la morte e la disperazione che si è lasciato dietro il terremoto. Il mio cuore sta con i confratelli della visitatoria di Haiti, con tutta la famiglia salesiana, a partire dalle figlie di Maria Ausiliatrice, i giovani e il caro popolo haitiano".
   
Nessun danno di rilievo, invece, hanno subito le strutture dei gesuiti. Soltanto un edificio, a Canapé-Vert ha subito qualche leggero crollo. Tutti i religiosi, così come il personale laico, risultano vivi. I gesuiti sono a fianco della popolazione per assicurare ogni aiuto. Tutti gli ospedali, tranne il dispensario sanitario dei religiosi camilliani, sono stati distrutti dal terremoto. Padre Efisio Locci, presidente della ong Salute e Sviluppo della congregazione, ha dichiarato a "L'Osservatore Romano" che tra le persone disperse si contano anche cinque seminaristi camilliani di cui non si hanno ancora notizie e si teme per la loro sorte. "Nel dispensario - ha spiegato - sono ospitati un centinaio di bambini che hanno bisogno di assistenza urgente". I camilliani stanno provvedendo a inviare sull'isola generi alimentari, medicinali e attrezzature mediche.


(©L'Osservatore Romano - 15 gennaio 2010)

Caterina63
00venerdì 15 gennaio 2010 18:51
La mobilitazione
delle Chiese in favore
dei terremotati

Port-au-Prince, 15. Mentre giungono notizie sempre più drammatiche sul terremoto che ha colpito l'isola di Haiti, la Chiesa cattolica, in collaborazione con le varie organizzazioni di volontariato, ha prontamente attivato la rete internazionale per gli interventi urgenti.

Le testimonianze dal Paese descrivono tutta la gravità della situazione. "Ci troviamo in grandi difficoltà - ha dichiarato a Fides il nunzio apostolico ad Haiti, l'arcivescovo Bernardito C. Auza - Non abbiamo riserve d'acqua e le stazioni di benzina sono chiuse. Non c'è elettricità. Qui a Port-au-Prince le cose sono difficili, manca tutto, abbiamo bisogno di tutto e ancora per tanto tempo". Il nunzio ha poi aggiunto che il numero di preti e religiosi o religiose morti è ancora da verificare.

L'arcivescovado di quattro piani è ridotto a un cumulo di macerie. Il vicario generale di Port-au-Prince, Charles Benoît, e il cancelliere don Cherie sono ancora sotto le macerie. Il nunzio ha visitato anche il seminario maggiore di cui è rimasto in piedi solo un edificio. Tutti i formatori, tranne uno, si sono salvati; tre o quattro seminaristi risultano ancora dispersi; mentre nove sono i morti accertati, compresi i sette del seminario filosofico. "Ho anche visitato - ha concluso - le case e i centri dei religiosi per vedere la situazione e per esprimere la sollecitudine del Papa: tutti sono grati e chiedono aiuto per i propri membri che sono ancora sepolti sotto le macerie".

Le Conferenze episcopali, a partire da quella italiana, hanno lanciato appelli ai fedeli con l'obiettivo di raccogliere denaro e altri aiuti per garantire la sopravvivenza della popolazione dell'isola caraibica. Domenica 24 gennaio in tutte le chiese italiane si terrà una raccolta straordinaria, promossa dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana. Il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, ha invitato alla "generosità di tutti affinché non si faccia mancare a questi fratelli e sorelle, che vivono un momento di necessità e di dolore, la nostra concreta solidarietà e il fattivo sostegno della comunità internazionale".

In un comunicato della diocesi si sottolinea che intanto sono stati inviati ad Haiti centomila euro per le prime emergenze. Anche in numerose arcidiocesi e diocesi in Italia, sono state promosse iniziative di solidarietà. Il cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, ha invitato i cittadini a una colletta straordinaria.

Nel resto d'Europa, fra le altre, la Caritas in Spagna ha già messo a disposizione oltre centosettantamila euro per il Paese caraibico. Ad Haiti, peraltro, da oltre trent'anni opera l'organizzazione Manos Unidas, impegnata soprattutto nel sostegno all'istruzione e all'educazione.

Passando agli Stati Uniti, in particolare, dal 16 al 17 gennaio, è prevista una colletta nelle parrocchie, le cui finalità, come ha sottolineato il presidente della Conferenza episcopale, il cardinale arcivescovo di Chicago, Francis Eugene George, "risponde a breve alle emergenze immediate della popolazione e a lungo termine alla ricostruzione del Paese dopo le devastazioni". Un'altra raccolta di fondi, sempre a livello nazionale, è stata poi prevista per i giorni 23-24 gennaio. Inoltre, numerose diocesi negli Stati Uniti hanno annunciato l'avvio di collette locali; mentre il direttore delle Pontificie Opere Missionarie negli Stati Uniti, monsignor John E. Kozar, ha reso noto che è stato lanciato "il fondo di solidarietà per Haiti".

Ai vescovi statunitensi si sono uniti quelli canadesi. Il presidente della Conferenza episcopale del Canada, il vescovo di Saint-Jérôme, Pierre Morissette, ha esortato "tutti i cattolici e le persone di buona volontà a pregare e a rispondere prontamente e generosamente ai bisogni della popolazione haitiana". I presuli canadesi, assieme al Canadian Catholic Organization for Development and Peace, si sono attivati per raccogliere nell'immediato almeno 50.000 dollari da destinare alla Caritas di Haiti.

I presuli dell'America Latina sono anch'essi in questo momento mobilitati per organizzare la rete di solidarietà. Il presidente della Conferenza episcopale della Repubblica Dominicana, il cardinale arcivescovo di Santo Domingo, Nicolás de Jesús López Rodríguez, ha affermato che tutti i fedeli delle comunità ecclesiali faranno un'importante donazione ai fratelli e alle sorelle haitiani. Alla catena di solidarietà si aggiungono le Conferenze episcopali di Brasile, Cile, Venezuela, Cuba e Bolivia.

Dall'Asia, infine, giungono le parole di profondo dolore e di condoglianza da parte del cardinale arcivescovo di Seoul, Nicholas Cheong Jinsuk. In un messaggio, il porporato chiede "preghiere e donazioni" a tutti i parrocchiani. Altri messaggi di solidarietà e vicinanza alle famiglie delle vittime del sisma arrivano altresì dai cristiani delle varie confessioni.


(©L'Osservatore Romano - 16 gennaio 2010)

Caterina63
00mercoledì 20 gennaio 2010 18:55
L'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, celebra la messa per le vittime del terremoto di Haiti

Solidarietà e fraternità con le popolazioni colpite


Mani che stringono altre mani in segno di solidarietà. Volti rigati da lacrime:  un dolore visibile, ma allo stesso tempo composto. L'ambasciatore di Haiti presso la Santa Sede, Carl-Henri Guineau, accoglie le persone ricevendo le condoglianze come si è soliti fare a un funerale.

Nel santuario romano della Madonna del Perpetuo Soccorso, nei pressi di Santa Maria Maggiore, martedì pomeriggio 19 gennaio, la comunità haitiana di Roma sfila davanti al rappresentante diplomatico, ai suoi più stretti collaboratori e all'ambasciatore di Haiti in Italia Guerda Benoît, prima di entrare nella chiesa per partecipare alla messa di solidarietà con le vittime del terremoto del 12 gennaio.

Ben presto il libro delle condoglianze, collocato all'ingresso del tempio, si riempie di firme. La scelta del santuario non è casuale, qui si ritrovano normalmente gli haitiani presenti in Roma per pregare la Madonna del Perpetuo Soccorso, patrona del loro Paese.

Presiede la concelebrazione eucaristica l'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. Nell'omelia egli richiama il valore della solidarietà e della fraternità internazionale di cui si avverte il bisogno particolarmente in episodi gravi e luttuosi come il sisma di Haiti. "In quest'ora di prova - dice l'arcivescovo Mamberti - comprendiamo quanto siano forti i valori di solidarietà in una società più globalizzata che spesso ci avvicina, ma non ci rende fratelli. Per noi cristiani, la solidarietà è il frutto della fraternità che nasce dalla fede in Dio Padre, in colui che ha fatto di noi suoi figli in Cristo. Poiché siamo fratelli, la fraternità è costitutiva del nostro modo di essere e la solidarietà è il nostro modo di agire".

"Il violento terremoto che ha devastato Haiti - aggiunge il presule - e le immagini drammatiche, persino scioccanti, trasmesse sui nostri schermi, ci hanno fatto comprendere che il mondo è una grande famiglia, dove i dolori e le sofferenze degli uni e degli altri sono i dolori e le sofferenze di tutti. Rattristati e sopraffatti, uniti a tutte le nazioni e a tutti i cittadini del mondo, abbiamo manifestato la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alle decine di migliaia di vittime e ai superstiti che, provati fisicamente e spiritualmente, hanno vissuto la dolorosa perdita dei loro cari, colpiti da una morte crudele e inattesa".

"A seguito di questa terribile tragedia - prosegue il presule - in uno spirito di solidarietà, il mondo si sta mobilitando per correre in aiuto di questo popolo afflitto. Lo stesso Santo Padre ha lanciato un appello affinché tutti si mostrino generosi per andare incontro ai bisogni immediati del popolo haitiano. Ha chiesto alle istituzioni e agli uomini di buona volontà d'intervenire per alleviare il dolore degli haitiani e per aiutarli a superare tutte le avversità. Ma soprattutto non ha smesso di pregare, invitandoci a elevare a nostra volta preghiere al Signore per le vittime di questa catastrofe".

Il presule ricorda anche la morte dell'arcivescovo di Port-au-Prince Joseph Serge Miot; parla dell'incarico che egli ricopriva all'interno della Pontificia Commissione per l'America Latina, della quale era membro dal 1999. Trasmette infine il saluto e la partecipazione spirituale di Benedetto XVI e del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Termina con un invito alla preghiera, come "espressione più sublime della fraternità" in suffragio dei sacerdoti, dei seminaristi, dei religiosi e delle religiose, di quanti lavoravano per le Nazioni Unite, delle decine di migliaia di fedeli morti a causa del sisma.

All'inizio della concelebrazione, il superiore generale dei redentoristi, a cui è affidata la cura pastorale del santuario, aveva ricordato che la congregazione è presente ad Haiti da molti anni con una quarantina di religiosi, trenta dei quali vivono nella capitale. L'ambasciatore Guiteau, al termine della messa, esprime la sua gratitudine per questa iniziativa di solidarietà per le vittime del terremoto. È il tempo della preghiera e dell'azione solidale. "Onorare la memoria delle decine di migliaia di vittime - rileva - ravvivando un barlume di speranza tra i sopravvissuti, mi sembrava essenziale oggi". L'ambasciatore cita gli appelli alla solidarietà internazionale lanciati da Benedetto XVI, la mobilitazione spontanea dei soccorsi dei Paesi più prossimi, l'impegno quasi mondiale nell'intento di aiutare Haiti, la generosità dei cittadini di ogni continente. Infine, Guiteau auspica che questa rete di solidarietà attiva possa accompagnare gli haitiani al di là dell'emozione del momento presente.

All'altare con monsignor Mamberti gli arcivescovi Jean-Louis Bruguès, segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica, José Octavio Ruiz Arenas, vice presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina, i monsignori Giovanni Pietro Dal Toso, sotto-segretario del Pontificio Consiglio Cor Unum, Jean-Marie Speich, capo ufficio della sezione in lingua francese della Segreteria di Stato, padre Michael Brehl, superiore generale dei redentoristi, padre Bruno Visuri, rettore del santuario, un centinaio di sacerdoti haitiani e redentoristi.

Tra i presenti i cardinali Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina, William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Bernard Francis Law, arciprete della basilica papale di Santa Maria Maggiore, Marc Ouellet, arcivescovo di Québec; i monsignori Fortunatus Nwachukwu, capo del Protocollo, Guillermo Javier Karcher, addetto al Protocollo, Francisco Javier Froján Madero, officiale della Segreteria di Stato. Presenti numerosi membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, tra i quali, il decano - l'ambasciatore dell'Honduras - e l'ambasciatore d'Italia; e quelli di Canada, Brasile, Stati Uniti d'America e il capo della delegazione della commissione delle Comunità Europee presso la Santa Sede, che hanno promosso l'iniziativa.

L'ambasciata della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede in segno di solidarietà con le vittime del terremoto fa celebrare una messa giovedì 21 gennaio, nella parrocchia di San Giovanni Battista dei Fiorentini, a Roma, in occasione dell'annuale festa in onore della Vergine di Altagracia, patrona del Paese. (
nicola gori)


(©L'Osservatore Romano - 21 gennaio 2010)

Caterina63
00sabato 23 gennaio 2010 22:30
Messaggi di Benedetto XVI al presidente della Repubblica e al presidente della Conferenza episcopale

Il Papa chiede un futuro per Haiti


E la Chiesa cattolica farà tutto il possibile per contribuire alla ricostruzione

L'auspicio che la solidarietà per Haiti aiuti le popolazioni colpite dal terremoto a "ritrovare la possibilità di un futuro aperto" è espresso da Benedetto XVI in un messaggio inviato il 16 gennaio scorso al presidente della Repubblica, René Préval.

A Son Excellence
Monsieur René Préval
Président de la République d'Haïti

Ayant appris avec une immense tristesse le tremblement de terre qui vient de frapper tragiquement votre cher Pays, je tiens à assurer Votre Excellence de ma profonde sympathie et de ma prière fervente pour toutes les personnes touchées par cette effroyable catastrophe. Je demande à Dieu d'accueillir dans la paix de son Royaume tous ceux qui ont trouvé la mort dans le séisme et de donner consolation à leurs familles qui, souvent, n'ont pas pu donner une sépulture digne à leurs chers disparus. Je prie aussi pour que l'esprit de solidarité habite tous les coeurs et que le calme puisse demeurer dans les rues afin que l'aide généreuse qui arrive de tous les pays apporte un soulagement à tous et que les personnes qui, aujourd'hui, manquent de tout éprouvent le réconfort de savoir que toute la communauté internationale prend concrètement soin d'elles.
J'apprécie vivement l'engagement de tous ceux qui, haïtiens et étrangers, parfois au péril de leur vie, mettent tout en oeuvre pour rechercher et secourir les survivants et je les en remercie de tout coeur. Je tiens à assurer Votre Excellence que l'Eglise Catholique, à travers ses institutions, demeurera, au-delà de la vive émotion suscitée, aux côtés des personnes éprouvées par ce sinistre et que, à la mesure de ses forces, elle les aidera à se redonner les chances d'un avenir ouvert.
En gage d'affection pour tous, j'accorde de grand coeur à l'ensemble de la population d'Haïti dans l'épreuve une particulière Bénédiction Apostolique.

Du Vatican, le 16 janvier 2010


Questa è una nostra traduzione del messaggio del Papa.

A Sua Eccellenza
il Signor René Préval,
Presidente della Repubblica di Haiti

Avendo appreso con immensa tristezza del terremoto che ha appena colpito tragicamente il suo caro Paese, tengo ad assicurala, Eccellenza, della mia profonda partecipazione e della mia fervente preghiera per tutte le persone coinvolte in questa spaventosa catastrofe. Chiedo a Dio di accogliere nella pace del suo regno tutti coloro che hanno trovato la morte nel sisma e di infondere consolazione nelle loro famiglie che, spesso, non hanno potuto dare una sepoltura degna ai loro cari scomparsi. Prego anche affinché lo spirito di solidarietà dimori in tutti i cuori e la calma possa regnare nelle strade cosicché l'aiuto generoso che sta giungendo da tutti i Paesi rechi sollievo a tutti e le persone che oggi sono prive di ogni cosa provino il conforto di sapere che l'intera comunità internazionale si sta prendendo concretamente cura di loro.
Apprezzo vivamente l'impegno di tutti coloro che, haitiani e stranieri, a volte mettendo a rischio la propria vita, stanno facendo tutto il possibile per cercare e soccorrere i sopravvissuti e li ringrazio di tutto cuore. Tengo ad assicurarle, Eccellenza, che la Chiesa cattolica, attraverso le sue istituzioni, al di là della viva emozione suscitata, resterà accanto alle persone provate da questa disgrazia e che, conformemente alle sue forze, le aiuterà a ritrovare possibilità di un futuro aperto.
In pegno di affetto per tutti, imparto di cuore a tutta la popolazione di Haiti nella prova una particolare Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 16 gennaio 2010

BENEDETTO XVI


 

Un ricordo particolare dell'arcivescovo di Port-au-Prince Joseph Serge Miot, vittima del terremoto, è contenuto nel messaggio che il Papa ha inviato a monsignor Louis Kébreau, arcivescovo di Cap-Haïtien e presidente della Conferenza episcopale di Haiti.

A Monseigneur
Louis Kébreau
Archevêque de Cap-Haïtien
et Président de la Conférence
épiscopale d'Haïti

Ayant appris avec une extrême tristesse le tremblement de terre qui vient de frapper si durement la capitale du Pays, je tiens à vous assurer, ainsi que tous les fidèles de l'Eglise qui est en Haïti, de ma très grande proximité spirituelle et de ma prière fervente pour toutes les personnes touchées par cette catastrophe. Je demande à Dieu d'accueillir dans la paix de son Royaume tous ceux qui ont trouvé la mort dans le séisme, en particulier Mgr Serge Miot, Archevêque de Port-au-Prince, qui a partagé le sort de tant de ses fidèles au nombre desquels figurent des prêtres, des personnes consacrées et des séminaristes. Dans ces heures sombres, j'invoque Notre-Dame du Perpétuel Secours afin qu'elle se fasse Mère de tendresse et qu'elle sache diriger les coeurs pour que la solidarité prenne le pas sur l'isolement et le chacun-pour-soi.
Je salue la très rapide mobilisation de la communauté internationale, unanimement émue par le sort des Haïtiens, de même que celle de toute l'Eglise qui, à travers ses institutions, ne manquera pas d'apporter son concours au secours d'urgence et à la reconstruction patiente des zones dévastées.
En gage d'affection et de réconfort spirituel, j'accorde de grand coeur à tous les pasteurs et fidèles de l'Eglise en Haïti qui sont dans l'épreuve une particulière Bénédiction Apostolique.

Du Vatican, le 16 janvier 2010


 

Di seguito una nostra traduzione del messaggio del Pontefice.


 

A Monsignor
Louis Kébreau
Arcivescovo di Cap-Haïtien
e Presidente della Conferenza
Episcopale di Haiti

Avendo appreso con profonda tristezza del terremoto che ha appena colpito così duramente la capitale del Paese, tengo ad assicurare lei e tutti i fedeli della Chiesa che è ad Haiti della mia grande vicinanza spirituale e della mia preghiera fervente per tutte le persone coinvolte in questa catastrofe. Chiedo a Dio di accogliere nella pace del suo Regno tutti coloro che hanno trovato la morte nel sisma, in particolare Monsignor Serge Miot, Arcivescovo di Port-au-Prince, che ha condiviso la sorte di tanti suoi fedeli fra i quali figurano sacerdoti, persone consacrate e seminaristi. In questo momento buio, invoco Nostra Signora del Perpetuo Soccorso affinché si faccia Madre di tenerezza e sappia guidare i cuori cosicché la solidarietà prevalga sull'isolamento e sul "ciascuno per sé".
Rendo omaggio alla rapidissima mobilitazione della comunità internazionale, unanimemente commossa per la sorte degli haitiani, e anche a quella di tutta la Chiesa che, attraverso le sue istituzioni, non mancherà di apportare il suo aiuto ai primi soccorsi e alla ricostruzione paziente delle zone devastate.
In pegno di affetto e di conforto spirituale, imparto di cuore a tutti i pastori e i fedeli della Chiesa ad Haiti che stanno vivendo questa prova una particolare Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 16 gennaio 2010

BENEDETTO XVI

(©L'Osservatore Romano - 24 gennaio 2010)
Caterina63
00mercoledì 27 gennaio 2010 19:15

Un francobollo vaticano
per aiutare Haiti




Una speciale iniziativa a favore delle popolazioni di Haiti vittime del terremoto è stata promossa dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, tramite l'Ufficio filatelico e numismatico. Il francobollo che uscirà il prossimo 5 marzo per ricordare il 1500° anniversario del santuario della Madonna delle grazie - più noto come santuario della Mentorella - recherà una speciale sovrastampa, che al valore di affrancatura di 0,65 centesimi di euro aggiungerà 0,20 centesimi di euro. All'acquirente costerà dunque 0,85 e il ricavato della sovrastampa verrà destinato all'isola caraibica devastata dal sisma. Sarà stampato in 150.000 foglietti di sei esemplari ciascuno, per un totale di 900.000 francobolli. L'acquisto di un foglietto consentirà dunque di donare alle popolazioni haitiane 1,20 euro. Qualora la vendita fosse pressoché completa, si può ipotizzare un ricavato di circa 150.000 euro.

(©L'Osservatore Romano - 28 gennaio 2010)

Caterina63
00mercoledì 12 gennaio 2011 15:30

Dopo un anno, il Santo Padre aiuta nuovamente i suoi figli di Haiti.

Il cardinale Sarah a nome del Papa porterà i fondi provenienti dalle offerte ricevute per il terremoto: 800.000 dollari Usa per la ricostruzione delle scuole e 400.000 dollari per la ricostruzione delle chiese.


CITTA' DEL VATICANO - Ad un anno dal terribile terremoto di Haiti del 12 gennaio 2010, che ha provocato 250.000 morti e un milione di senzatetto, Benedetto XVI invia ad Haiti il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio 'Cor Unum', che porterà un messaggio del Papa e un aiuto economico, pari a 1,2 milioni di dollari Usa, alla popolazione così gravemente colpita un anno fa.

Secondo un comunicato del dicastero vaticano, oggi [10 gennaio 2011, n.d.r.] il porporato farà visita a Leogane ad alcune comunità religiose: le ''Suore di Cristo Re'', che hanno visto distrutto il proprio ospedale; le ''Petites Soeurs de Sainte-Therese de l'Enfant Jesus'' che gestiscono un sanatorio per malati di Aids e tubercolosi; le ''Compagnes de Jesus'' che avevano un centro anziani e una scuola distrutti dal terremoto: qui poserà la prima pietra de l'Ecole Notre Dame des Anges.

Il card. Sarah a nome del Papa porterà un aiuto concreto proveniente dalle offerte ricevute per il terremoto: 800.000 dollari Usa per la ricostruzione delle scuole e 400.000 dollari per la ricostruzione delle chiese.

Domani [11 gennaio 2011, n.d.r.] il presidente di Cor Unum, accompagnato dal sotto-segretario mons. Segundo Tejado, incontrerà il presidente della Repubblica Rene' Preval e visiterà il campo sfollati di Parc Acra dove celebrerà una messa mercoledì leggerà il Messaggio del Papa durante la messa di commemorazione ad un anno dal terremoto. Poi incontrerà i vescovi, i seminaristi.

Infine i responsabili delle Caritas e delle Organizzazioni internazionali di volontariato.
L'ultimo appuntamento in terra haitiana, sarà il 13 gennaio la messa nel convento delle Figlie di Maria ''Parideans'' che hanno subito la perdita di 15 religiose sotto le macerie e del ferimento grave di altre 12 sorelle.

fonte
TG1.rai.it - lunedì, 10 gennaio 2011; foto delle macerie della Cattedrale di Port au Prince: ANSA.it

*

"Il nunzio apostolico ad Haiti, mons. Bernardito Auza, ricorda in particolare che sono oltre un milione le persone che vivono ancora nei campi per gli sfollati.
Alle difficoltà nella ricostruzione, alle piaghe della diffusione del colera e dell’aumento dei casi di violenza sessuale si aggiunge poi un quadro politico ancora deficitario. E’ quanto sottolinea Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale della Caritas Italiana e consultore del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, al microfono di Amedeo Lomonaco".

fonte: Radiovaticana.it


Caterina63
00giovedì 13 gennaio 2011 19:42
A un anno dal sisma la messa del cardinale Sarah tra le macerie della cattedrale di Port-au-Prince

Per il bene del popolo di Haiti


 

"Il Papa vi è vicino in questo dolore con la presenza fra voi del presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum". Mi ha inviato da Roma per trasmettervi il suo amore e la sua compassione, e la compassione e la preghiera di tutta la Chiesa". Con queste parole il cardinale Robert Sarah si è rivolto alla folla di fedeli che hanno partecipato alla messa sulla spianata antistante le rovine della cattedrale di Port-au-Prince, a un anno esatto dal sisma che ha devastato Haiti, provocando 250.000 morti e un milione di senzatetto.
Mercoledì 12 gennaio il porporato africano ha celebrato la liturgia di commemorazione, durante la quale ha letto il messaggio - che pubblichiamo in prima pagina - di Benedetto XVI. E la sollecitudine del Pontefice per le popolazioni haitiane, ora colpite da un'epidemia di colera, si è resa di nuovo visibile nello stesso giorno con la nomina del nuovo arcivescovo della capitale, monsignor Guire Poulard, chiamato a succedere a Joseph Serge Miot, morto durante il crollo della cattedrale di Notre Dame de l'Assomption provocato dal sisma, e di un vescovo ausiliare. Una sollecitudine condivisa da tutta la Santa Sede, visto che nelle stesse ore il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha celebrato nella basilica papale di Santa Maria Maggiore la messa in suffragio delle vittime. Per questo a "nome della popolazione di Haiti" l'ambasciatore haitiano presso la Santa Sede, Carl-Henri Guiteau, ha ringraziato il Papa e tutta la Chiesa, sottolineando "l'impegno concreto" del Pontefice a favore di una "autentica solidarietà".
Il cardinale Sarah, che si trova sull'isola caraibica da lunedì 10 con il sotto-segretario di "Cor Unum", monsignor Segundo Tejado, anche per portare aiuto e sostegno economico - 800.000 dollari statunitensi per la riedificazione delle scuole e 400.000 per la ricostruzione delle chiese - ha tra l'altro incontrato il presidente haitiano e ha visitato un campo sfollati e alcune comunità religiose. "Con la mia presenza - ha detto all'omelia - Benedetto XVI desidera esprimervi la sua vicinanza. Noi portiamo ancora il lutto - ha ricordato - per migliaia di persone che ci erano care:  bambini, genitori, fratelli e sorelle, come pure sacerdoti, religiosi e seminaristi. Ognuna di queste vittime amava la vita tanto quanto noi. L'ha persa piena di paura e con immensa sofferenza. Molte vittime avevano legami di parentela con voi e voi le piangete ancora. In un istante, diverse migliaia di persone fra di voi hanno perso tutti i propri beni e ancora oggi non sanno come affrontare il futuro. Molti e importanti edifici e monumenti, fra i quali alcuni a carattere religioso, sono ridotti in rovine". Inoltre - ha aggiunto - "le malattie e la morte continuano a colpirvi. La gioia di vivere sembra essere stata spezzata da questa tragedia" che - ha precisato - è stata provocata "da un cataclisma naturale e non da una maledizione divina".
Il cardinale Sarah ha poi commentato la liturgia della Parola, partendo da una frase della lettera agli Ebrei, che secondo il celebrante sembra illuminare in modo particolare la situazione haitiana:  "Gesù "è in grado di venire in aiuto" (2, 18). Molti di voi - ha commentato - si stanno chiedendo:  come? In questo anno, abbiamo gridato diverse volte come Gesù sulla croce:  "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?". Egli - ha sottolineato il celebrante - vuole rafforzare la nostra speranza. Ci ricorda che abbiamo un "grande sommo sacerdote", che ha attraversato i cieli e che ora intercede per noi presso il Padre. Tipico del sacerdote è d'intercedere per chiunque si trovi nella sofferenza. Gesù è il "grande sommo sacerdote" che, in quanto Dio, ha assunto la nostra carne e il nostro sangue. Così Dio, in Gesù Cristo, ha pienamente vissuto la nostra vita umana. Noi lo scopriamo - ha proseguito - come un Dio che non esita a toccare fisicamente gli impuri, che guarisce le malattie e accoglie i peccatori. Come un Dio che conosce la solitudine, il rifiuto, l'umiliazione, le ferite, la sofferenza e persino la morte, il nostro più grande nemico, poiché ha vissuto pienamente queste prove".
Secondo il presidente di "Cor Unum", quindi, la catastrofe del 12 gennaio 2010 invita in particolare i preti "a vivere il loro sacerdozio seguendo l'esempio di Gesù, restando vicino a quanti soffrono e condividendo le loro stesse umiliazioni e privazioni".
Per il cardinale Sarah, del resto, "l'assenza di benessere fisico e la carenza di beni materiali di prima necessità, per quanto spaventose e catastrofiche possano essere - voi lo avete ampiamente sperimentato - non mettono in discussione la vera felicità e la pace definitiva". Esse sono le "conseguenze della vera fonte della rottura della natura umana, ossia il peccato. Il peccato consiste nel vivere per se stessi, il che genera ogni sorta d'ingiustizia, corruzione, disuguaglianza, povertà, non rispetto della dignità della persona umana e adorazione di falsi dei. Purtroppo - ha denunciato - tutto ciò è stato vissuto anche durante il terremoto:  l'uomo si lascia sedurre dall'idolatria del denaro che genera ingiustizia, crudeltà e vendetta. Da questo comportamento nasce il desiderio egoistico di arricchirsi senza preoccuparsi del bene comune". E così "la società civile rischia di ridursi a una somma di egoismi dove prevarranno la legge del più forte sul più debole, l'interesse personale a detrimento dello sviluppo comunitario, la violenza e la corruzione sulla pace e sulla riconciliazione". Da qui un appello alle autorità locali - Governi, partiti, media - e alla comunità internazionale affinché "il bene del popolo di Haiti e la sua ricostruzione materiale e morale diventino obiettivi prioritari". Infatti "l'egoismo personale e nazionale costituisce un ostacolo fondamentale per uno sviluppo equo di tutti i popoli e di ogni persona".
Infine un richiamo al brano evangelico della guarigione della suocera di Simon Pietro, segno di una realtà più profonda:  "Quando accogliamo l'amore di Dio in noi - ha spiegato il cardinale Sarah - avviene un cambiamento, passiamo dalla paralisi spirituale a una vita donata agli altri. Essendo stati toccati dall'amore di Dio, non possiamo non convertirci e restare nella condizione in cui siamo". Anche perché "Dio è così potente da poter far nascere il bene persino da una tragedia così grande", come quella sperimentata nell'isola caraibica. Basti pensare alle "persone che si sono impegnate come mai prima per mostrare la propria sollecitudine per quanti avevano perduto una persona cara. Siamo stati testimoni di azioni di aiuto e di assistenza senza precedenti da parte di Paesi che un tempo vi erano ostili. Abbiamo assistito a comportamenti eroici di persone comuni che hanno rischiato la propria vita, mostrando così la parte migliore che può esserci in una persona umana".
Tra le istituzioni e le persone ringraziate dal presidente di "Cor Unum", i Catholic Relief Services, le Caritas e tutte le agenzie caritative cattoliche e non, i vescovi, sacerdoti, religiosi, i movimenti, le autorità e i pronti soccorso, e i Governi che hanno inviato aiuti. "A voi tutti chiediamo - ha auspicato - di continuare ad aiutarci fino alla fine. Gesù non ci dice che non ci saranno più catastrofi e terremoti - ha concluso - ma ci ricorda con forza che non dobbiamo affrontarli da soli".
Dopo la messa il cardinale Sarah ha incontrato l'episcopato haitiano, i seminaristi e i responsabili delle Caritas e delle organizzazioni internazionali di volontariato. L'ultimo appuntamento, prima del rientro in Vaticano, è stato giovedì 13 nel convento delle figlie di Maria Parideans, che hanno subito la perdita di quindici suore sotto le macerie e il ferimento di dodici consorelle.


(©L'Osservatore Romano - 14 gennaio 2011)

Benedetto XVI invita il popolo dell'isola a essere protagonista del suo futuro

Per Haiti è il tempo
della ricostruzione civile e sociale


Per Haiti è tempo di ricostruire "non solo le strutture materiali ma anche la convivenza civile, sociale e religiosa". Lo scrive il Papa nel messaggio letto dal cardinale Sarah durante la messa celebrata mercoledì 12 gennaio, a un anno dal sisma, tra le macerie della cattedrale di Port-au-Prince.

In occasione del primo anniversario del terribile terremoto che ha gettato nel lutto il vostro Paese, mi unisco a voi tutti, cari haitiani, per assicurarvi della mia preghiera, in particolare per quanti sono morti.
Desidero anche darvi una parola di speranza nelle circostanze presenti particolarmente difficili. In effetti, ora è tempo di ricostruire, non solo le strutture materiali ma anche e soprattutto la convivenza civile, sociale e religiosa. Auspico che il popolo haitiano sia il primo protagonista della sua storia attuale e del suo futuro, contando anche sull'aiuto internazionale, che ha già dato segni di grande generosità attraverso un aiuto economico e i volontari venuti da tutti i Paesi.
Sono presente fra voi attraverso Sua Eminenza il Cardinale Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum. Egli vi porta, con la sua presenza e la sua voce, il mio incoraggiamento e il mio affetto. Vi affido all'intercessione di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, Patrona di Haiti, che, ne sono certo, dall'alto del cielo, non resta indifferente alle vostre preghiere. Che Dio benedica gli haitiani!
Dal Vaticano, 5 gennaio 2011

Caterina63
00mercoledì 26 gennaio 2011 22:54

I Cardinali destinano più di 150.000 euro a Haiti e Iraq


Risposta all'epidemia di colera e agli attentati contro i cristiani


CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 22 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha annunciato che il Collegio Cardinalizio ha raccolto tra i suoi membri 151.875 euro da destinare ai più bisognosi ad Haiti e in Iraq.

I Cardinali hanno fatto una colletta nell'assemblea straordinaria del Concistoro convocata da Papa Benedetto XVI il 19 novembre scorso, e hanno deciso di inviare 75.946 euro ad Haiti e la stessa somma in Iraq.

Padre Lombardi ha affermato che il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, invierà i fondi ai Nunzi Apostolici dei due Paesi.

La distribuzione del denaro dipenderà dai Nunzi e dai Vescovi delle rispettive Diocesi, e la somma verrà destinata esclusivamente ai poveri e ai malati.

In questo momento, Haiti soffre per un'epidemia di colera che aggrava la difficilissima situazione provocata dal terremoto del 12 gennaio scorso, che ha devastato praticamente tutto il Paese.

In Iraq, negli ultimi mesi la minoranza cristiana è oggetto di frequenti e sanguinosi attacchi, come quello alla Cattedrale siro-cattolica di Baghdad del 31 ottobre scorso, costato la vita a 58 persone.


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Ricordiamo che il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire, per il triste anniversario la somma di 800mila dollari per le cure mediche e 400mila per la ricostruzione delle Chiese duramente colpite...



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