La Partecipazione dei Fedeli nella Messa san Pio V è reale e concreta

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Caterina63
00lunedì 25 maggio 2009 17:18

La partecipazione dei fedeli nella forma straordinaria: i 4 gradi dimenticati.

La "partecipazione attiva" dei fedeli non è certo una scoperta post-conciliare poichè è una premura che appartiene alla natura stessa della liturgia cristiana. Tuttavia c'è ancora chi contesta alla forma straordinaria una scarsità di coinvolgimento dei fedeli nell'azione liturgica. In realtà "'actuosa partecipatio" è un concetto riproposto dal movimento liturgico fin dai tempi di S.Pio X e rimarcato con convinzione anche nella "Mediator Dei" di Pio XII. Un breve documento della S.C.R, datato 3 Settembre 1958, dimostra che nei dettagli della rubrica si possono trovare occasioni inaspettate, ma spesso trascurate, per mettere a frutto la presenza del popolo.


Easter in Tiblisi


Della partecipazione dei fedeli nelle Messe in canto

[...]

24
. La forma più nobile della celebrazione eucaristica la si ha nella Messa solenne, nella quale la congiunta solennità delle cerimonie, dei ministri e della Musica sacra rende manifesta la magnificenza dei divini misteri e conduce la mente dei presenti alla pia contemplazione degli stessi misteri. Ci si dovrà preoccupare perciò che i fedeli abbiano una adeguata stima di questa forma di celebrazione, partecipandovi in modo opportuno, come viene in appresso indicato.

25
. Nella Messa solenne dunque, l’attiva partecipazione dei fedeli può essere di tre gradi:

a)
Il primo grado si ha, quando tutti i fedeli danno cantando le risposte liturgiche: Amen; Et cum spiritu tuo; Gloria tibi, Domine; Habemus ad Dominum; Dignum et iustum est; Sed libera nos a malo; Deo gratias. Si deve cercare con ogni cura che tutti i fedeli, di ogni parte del mondo, possano dare cantando queste risposte liturgiche.

b)
Il secondo grado si ha quando tutti i fedeli cantano anche le parti dell’Ordinario della Messa: Kyrie, eleison; Gloria in excelsis Deo; Credo; Sanctus-Benedictus; Agnus Dei. Si deve poi cercare di far sì che i fedeli imparino a cantare queste stesse parti dell’Ordinario della Messa, soprattutto con le melodie gregoriane più semplici. Se d’altra parte non sapessero cantare tutte le singole parti, nulla vieta che i fedeli ne cantino alcune delle più facili, come il Kyrie, eleison; Sanctus-Benedictus; Agnus Dei, riservando il Gloria e il Credo
(...)
alla «schola cantorum».


c)
Il terzo grado finalmente si ha quando tutti i presenti siano talmente preparati nel canto gregoriano da poter cantare anche le parti del Proprio della Messa. Questa piena partecipazione alla Messa in canto si deve sollecitare soprattutto nelle comunità religiose e nei seminari.

26
. È da tenersi in gran conto anche la Messa cantata, la quale, sebbene sia priva dei ministri sacri e della piena magnificenza delle cerimonie, è adornata però della bellezza del canto e della Musica sacra. È desiderabile che nelle domeniche e giorni festivi la Messa parrocchiale o quella principale siano in canto. Tutto ciò poi che è stato detto intorno alla partecipazione dei fedeli nella Messa solenne vale anche pienamente per la Messa cantata.


Della partecipazione dei fedeli nelle Messe lette


31 (...)
a)
Primo grado, quando i fedeli danno al sacerdote celebrante le risposte liturgiche più facili: Amen; Et cum spiritu tuo; Deo gratias; Gloria tibi, Domine; Laus tibi, Christe; Habemus ad Dominum; Dignum et iustum est; Sed libera nos a malo.

b)
Secondo grado, quando i fedeli recitano inoltre quelle parti che secondo le rubriche sono da dirsi dal ministrante; e, se la Comunione è distribuita durante la Messa, recitano anche il Confiteor e il triplice Domine, non sum dignus.

c)
Terzo grado, se i fedeli recitano insieme al sacerdote celebrante anche le parti dell’Ordinario della Messa, cioè: Gloria in excelsis Deo; Credo; Sanctus-Benedictus; Agnus Dei.

d)
Quarto grado, finalmente, se i fedeli recitano insieme al sacerdote anche le parti appartenenti al Proprio della Messa: Introito; Graduale; Offertorio; Comunione. Questo ultimo grado può essere usato degnamente, come si conviene, solo da scelte collettività più colte e ben preparate.

32. Nelle Messe lette tutto il Pater noster, dato che è una preghiera adatta e usata fin dall’antichità come preparazione alla Comunione, può essere recitato dai fedeli insieme al sacerdote, ma solo in lingua latina, e coll’aggiunta da parte di tutti dell’Amen, esclusa ogni recitazione in lingua volgare.

[...]

Tratto dalla "Instructio de Musica Sacra et de Sacra Liturgia" della Congregazione dei Riti, 3 Settembre 1958. Per il testo integrale vedi qui.


Fonte Maranathà.

[SM=g1740722]


Caterina63
00giovedì 10 settembre 2009 20:46
Perché ritornare alla Messa in latino?

LETTERA APERTA SUL “MOTU PROPRIO” DEL PAPA


di Patrizia Stella

Il Centro Cultura Cristiana di Verona, a nome di molti cittadini veronesi, vuole ringraziare S. Ecc. Mons. Marco Agostini, della Segreteria di Stato Vaticano che ha difeso con estrema chiarezza, in una lettera aperta ai vari giornali la perenne validità della Liturgia latina, come da invito di Papa Benedetto nel “Motu Proprio Summorum Pontificum”.

È vero che dai nostri pulpiti ha fatto eco un rigoroso silenzio, purtroppo, se non addirittura una palese ostilità, come se stesse per avanzare un grave pericolo per tutta la cristianità, a tal punto
che lo stesso Monsignore si chiede, esterrefatto, il perché di questo accanimento contro il messale antico che alimentò la santità di milioni di credenti per interi secoli, ed Egli stesso offre la sua stupenda esperienza vissuta in alcuni monasteri benedettini le cui meravigliose liturgie antiche sembrano aprire anzitempo la strada del Paradiso.

Ebbene, al di là della reazione indifferente se non ostile di buona parte del Clero, come detto, è pur vero che la gente comune non si spiega il perché della necessità di un ritorno alla lingua
latina quando è più facile capire la nostra! Ma la questione non è propriamente o solamente nella lingua, è ben più di questo, a maggior ragione perché il rito riformato nel 1962 dal Beato Giovanni XXIII (quello che Papa Benedetto vuole ripristinare) prevede le letture in lingua vernacola, cioè della propria Nazione, suddivise in anni per facilitare la lettura di quasi tutto il Vecchio Testamento in un triennio circa. Non si tratta solo di un ritorno al latino, che già
sarebbe auspicabile, essendo lingua ufficiale della Chiesa, che accomuna le preghiere di tutti i popoli del mondo in un’unica invocazione a Dio, come accade ad esempio nei grandi pellegrinaggi quando si recita con emozione il “Pater Noster” accanto ai nostri fratelli dell’Asia o dell’Africa. È di più!

Premettiamo che noi abbiamo sempre seguito ed accolto tutte le riforme della Chiesa nelle sue
direttive e nei suoi Concili perché non facciamo parte dei cosiddetti “tradizionalisti”, ed è con la
stessa disponibilità e apertura d’animo che adesso vogliamo accettare di buon grado l’invito di
Sua Santità Benedetto XVI teso a rivalutare il rito antico, per recuperare la memoria e la
ricchezza spirituale delle antiche preghiere liturgiche che hanno nutrito la vita spirituale di
milioni di Santi per interi secoli. Non ci può essere frattura, ma continuità.

Cerchiamo di
evidenziare alcuni punti:

IMPORTANZA DEL RITO, DELL’ARREDO E DELLA POSIZIONE DEL CORPO.

Nel rito latino
sia il celebrante che il popolo si rivolgono innanzitutto a Dio, e non all’assemblea, in ginocchio,
in un gesto di profonda adorazione, dove tutti sono invitati a guardare al Tabernacolo e non al
celebrante. Tanto meno danno le spalle a Cristo come accade in molte chiese dove le sedi dei
celebranti sono poste addirittura sull’altare maggiore, davanti allo stesso Tabernacolo, come se
le Specie Eucaristiche fossero uno dei tanti arredi della Chiesa e non lo stesso Cristo presente
vivo e vero, davanti al quale è doveroso assumere un atteggiamento di profondo rispetto e
adorazione (vedi Sacramentum Caritatis n. 69). Senza dire di quelle chiese dove sono stati
sostituiti i banchi, solitamente di ottima fattura artigianale, con delle orribili sedie di plastica da
cinema di periferia, costringendo i fedeli a non inginocchiarsi mai, e a comportarsi come se
fossero a teatro, con battimani, interventi personali e animazioni varie. Ben vengano i giovani
con le loro chitarre e canti gioiosi ma in qualunque altro momento e circostanza, magari prima e
dopo la Messa.


PREGHIERE DI RIPARAZIONE, SUPPLICA E RINGRAZIAMENTO.

Le preghiere latine sono
speciali, penetranti, intraducibili in altre lingue, ed hanno un particolare potere anche di
esorcismo contro le insidie del diavolo, oggi così scatenato in questa società violenta e
trasgressiva. I nostri vecchi, anche se non colti, le sapevano tutte a memoria, e ne penetravano
anche il significato più profondo, perché il Signore elargisce ai semplici i Doni dello Spirito
Santo, “la Scienza, la Sapienza, l’Intelletto… ecc.” che hanno il potere di illuminare la mente e
far gioire il cuore nel comprendere la maestà e la bontà di Dio nostro Padre e nel discernere il
bene dal male.

RECUPERO DEL SENSO DEL MISTERO.

In realtà la Santa Messa è Mistero, cioè mai si
capirà pienamente come il pane diviene Corpo di Cristo, e il vino diviene il Suo Sangue,
Sacrificio offerto sulla Croce per la nostra salvezza. “Nella liturgia della Chiesa, Cristo significa
e realizza principalmente il proprio Mistero pasquale. Donando lo Spirito Santo agli Apostoli ha
concesso loro e ai loro successori il potere di attuare l’opera della salvezza per mezzo del
Sacrificio eucaristico e dei Sacramenti, nei quali egli stesso agisce per comunicare la sua grazia
ai fedeli di tutti i tempi e in tutto il mondo”.(Compendio Cat. Ch. Catt. N. 222). Per questo
bisogna anche accettare quel Mistero profondo che aleggia in tutta la celebrazione senza la
pretesa di capire tutto, quel Mistero che si manifesta con gesti di supplica e con invocazioni a
bassa voce da parte del celebrante, con momenti di silenzio per la preghiera personale e per
l’ascolto di Dio che parla al cuore di ciascuno, cose impossibili da realizzare con canti e chitarre
da boy-scouts! Adesso si vuole a tutti i costi far passare la Messa come festa! Ci si deve
sempre e comunque divertire, dicono, altrimenti nessuno va più a Messa, e invece è proprio
questo intento che ha allontanato molti fedeli dalla Liturgia della Chiesa perché la gente si è
sentita ingannata dagli stessi preti che hanno proposto una preghiera-show, una
preghiera-spettacolo dove l’unico, vero protagonista non è più Gesù Cristo, ma l’assemblea,
con le sue iniziative personali all’insegna della perenne novità.


RECUPERO DEL SACRAMENTO E DELLA MAESTÀ DI DIO.

Con l’attuale liturgia si sta
gradualmente perdendo di vista anche il significato di “Sacramento” cioè l’Azione di Cristo che
agisce in noi con la sua Grazia. Si cerca di dare più spazio alla “Parola”, che ci accomunerebbe
ai Protestanti ai quali è rimasto, dei 7 Sacramenti, solo il Battesimo e la “Parola” cioè la Sacra
Scrittura. Prova ne sia che nel rito antico ciò che primeggia in mezzo all’altare è il “Calice” per il
vino, e la Patena (il piattino) per l’Ostia, con a sinistra il leggio e a destra le ampolline. Adesso
al centro dell’altare troviamo spesso un grande leggio col Messale mentre il povero Calice lo si
lascia, per tutto il tempo della celebrazione, in un angolo dell’altare, seminascosto, magari
vicino al microfono o dietro ai fiori, come se fosse un elemento di disturbo e non uno degli
elementi principali della Messa dove lo stesso Dio fatto Uomo nella Persona di Cristo si rende
presente al momento della Consacrazione! Quel Dio Immenso, Creatore e Signore al quale è
doveroso tributare Onore e Gloria anche attraverso segni esterni, quali paramenti preziosi, riti
sontuosi e chiese meravigliose, non come quelle dell’ultimo secolo all’insegna della più assoluta
povertà artistica e spirituale visibile anche nell’attuale Liturgia! Chi di noi ricorda l’intensa
emozione che si provava nel vedere il Santo Padre apparire sulla maestosa sedia gestatoria,
preceduto da file composte di Cardinali e Vescovi, piuttosto che intravederlo malamente in
mezzo alla folla che lo schiaccia come uno fra i tanti? Il Papa è lo stesso Cristo in terra, diceva
S. Caterina, e non un Prelato qualunque.

Queste sono solo alcune considerazioni per non dilungarci troppo. Da parte nostra è importante
non lasciar solo il Santo Padre in questo invito che, pur non essendo vincolante, tuttavia è assai
importante e certamente decisivo delle sorti dell’Umanità nel prossimo Millennio. Che ognuno
usi la propria fantasia per cercare di viverlo nella sua diocesi, iniziando magari da un piccolo
gruppo. Solo recuperando il valore della Santa Messa nel suo vero significato di Sacramento e
di Mistero, solo con la Croce di Cristo e col Rosario della Vergine Maria usciremo vittoriosi da
una grossa calamità che sta ormai mostrando il suo terribile profilo sull’orizzonte del mondo.



[SM=g1740733]

Caterina63
00domenica 20 settembre 2009 11:58

Poesia

Un cortese lettore ci ha inviato (su Messainlatino) questa poesia in versi liberi, che volentieri pubblichiamo. Il motu proprio, come si vede, non ha ispirato esclusivamente la penna di Fra' Lampredone...

TANTO RUMORE PER NULLA

In una chiesa antica,
che vede la presenza di turisti
per ammirar le sue bellezze,
più che di fedeli alle orazioni,
ormai solo cristiani della domenica,
hanno trovato gratuita ospitalità
anche piccoli animali.

La formica, la cicala ed il grillo
involontari frequentatori
delle cerimonie religiose,
hanno sentito ultimamente
i commenti della gente
sul provvedimento papale di Benedetto,
motu proprio tecnicamente chiamato.
In filosofici incontri, anche loro
hanno modo di esprimere le loro opinioni.

La formica, tradizionalista,
ricorda con piacere i tempi antichi
quando la Messa iniziava con
«Introibo ad altarem Dei»:
era la Messa tridentina,
dopo il Concilio di Trento promulgata.
"Il nuovo Papa, da buon pastore,
ha voluto riaprir tesoro, quasi dimenticato;
quella liturgia latina che per secoli
ha accompagnato la vita spirituale
di generazioni di fedeli cattolici,
rendendo più facile la celebrazione
della messa in latino.

Anche la Chiesa ha conosciuto il periodo
in cui si è sollevata la bandiera della rottura,
che ha fatto diventare fuori moda,
quasi inutile, quanto esisteva prima.
Il Papa nella sua benevolenza
ha voluto permettere a ciascuno
di lodare Dio con le forme preferite
dall'intimo della coscienza,
nell‟ottica di impedire che la liturgia
diventasse elemento di divisione.
Il latino rappresenta non il passato,
ma il cammino di una fonte
che ha contribuito a diffonder la Chiesa".

La cicala innovativa e spensierata
rimpiange di non poter più partecipare
alla gioia ed ai moderni canti che la gente
intonava, con i cori e battimani:
"sembrava di essere a teatro
col prete primo attore,
col popolo direttamente coinvolto,
all‟insegna della libertà di manifestazione.
Sembrava di assistere ad uno show,
si poteva ballare cantando
e insieme pregando.

Una vera democratizzazione;
la Chiesa sembrava esser ringiovanita,
sembrava aver aperto anche le finestre,
per un respiro di libertà
da vivere in comunità".
Il grillo giudizioso e assennato,
che aveva sentito la soddisfazione
di un turista con la barba bianca,
contento di poter assister
a celebrazione cattolica unica
in qualunque parte del mondo,
in nome della universalità della Chiesa,
osserva saggiamente:
"Sul provvedimento papale
si è fatto tanto rumore per nulla:
é solo un cambiamento burocratico,
non é una rottura col passato
ma una riforma nella continuità. La sua applicazione vivrà, però, tempi duri.

Dove trovate al giorno d‟oggi,
che vede la presenza dei domenicali cristiani
solo un giorno alla settimana,
e con arrivi mai puntuali,
che trenta persone trovino il tempo
di convenire, per poter chiedere al prete
di celebrar la messa col messale
di San Pio quinto?
La gente non si trova più,
più non si riunisce.
E dove trovi al giorno d‟oggi
il prete che il latino ancor conosce?
Ricordate l‟ultimo giovane prete?
Non ha saputo nemmeno spiegare
ad una turista curiosa cosa significava
l‟iscrizione sulle lapidi in chiesa.

Forse era meglio, in attesa di reinsegnare
ai preti la lingua dei romani,
qualche messa in latino far celebrare ,
in aggiunta a quelle tradizionali,
da chi quella lingua conosce ancora,
affiggendo un cartello con giorni ed ora.

E‟ giusta la modernità,
ma deve esser fondata su solide radici,
per poter guardare in faccia il futuro
con continuità".


Poesia estratta dal libro LA MANO TESA (ed. Ilmiolibro del gruppo L'Espresso) di FERIGO ZENO da Verona


Caterina63
00martedì 6 ottobre 2009 21:51
....questa stampa rende bene l'idea di che cosa è la Santa Messa e della difesa ragionata e legittima al rito antico...

dal basso, sono rappresentate le Anime Sante del Purgatorio che ricevono benefici dal Sangue versato dal Cristo e gesto RIPETUTO AD OGNI MESSA...

tutti attorno sono i Fedeli, attorno al PRESBITERIO che simboleggia il Calvario e sul quale Altare si RIPETE in modo incruento il Divino Sacrificio che redime ad ogni generazione...

in alto i martiri i Santi, i Beati la Vergine e il Divin Figlio, il Padre e lo Spirito Santo e tutti i Cori degli Angeli....TUTTI SONO ATTENTI A QUANTO STA AVVENENDO SULL'ALTARE, SUL GOLGOTA...
la Chiesa trionfante è partecipe del Divino Ufficio, il sacerdote, di spalle, non manca di rispetto ai fedeli, ma al contrario...esso stesso si estranea da ogni individualismo ed offre se stesso a Cristo perchè per mezzo di lui compia il Divino Sacrificio...

si rifletta a cosa abbiamo ridotto la Messa di oggi...

  Santa Messa Sacrificio Salvatore



Caterina63
00mercoledì 25 novembre 2009 11:36
Da un libretto del 1906 che riporta nelle prime pagine la spiegazione di cosa è la Messa si legge:

La struttura della Santa Messa nei suoi elementi es­senziali è così composta ed assemblata magistralmente, una volta per tutte, dal Concilio di Trento e con san Pio V:

1) Il popolo viene convocato: Gesù, sono qui per assistere al Tuo Santo Sacrificio nella Messa, voglio essere devoto e seguirti nei gesti che il Sacerdote compie anche per me. Invoco Maria Santissima e gli Angeli con i Santi a pregare per me, perchè questa Messa mi faccia diventare santo/a.

2) Liturgia della Parola nella quale Dio fa la sua proposta: il popolo accetta. Gesù, sono qui ad ascoltare la Tua parola, rendimi un cuore docile per mettere in pratica i consigli e i suggerimenti che il Sacerdote in tua vece mi darà. Fa che la Tua Parola venga accolta anche da coloro che non credono e che non conoscono la sana dottrina. Gesù, le tre croci che faccio imitando il Sacerdote sulla fronte, sulle labbra e sul cuore, voglio che imprimano in me la Tua Parola nella mia mente, dalle mie labbra, dentro il mio cuore.

3) Liturgia della offerta. Gesù, ciò che sta facendo ora il Sacerdote, voglio anch'io unire la mia povera offerta. Ti offro il mio cuore perchè sia tuo per sempre. Ti offro i miei studi, la mia malattia, la mia salute, i miei divertimenti, le mie gioie così come anche ogni pena che soffrirò per tuo amore. Mi dispongo con Maria ai piedi della Croce per accogliere i tuoi sospiri dalla Croce e con Lei non voglio fuggire dal Calvario, ma attendere il compimento di ogni tua parola. Infine mi dispongo affinchè questa offerta produca frutti di conversione e i peccatori siano salvati dalla tua misericordia.

4) Liturgia del Sacrificio. Gesù è giunto il momento di fare silenzio e di adorarti. Ti adoro nell'Ostia candida, adoro il Tuo Corpo che fu per me crocifisso sul Calvario, abbi pietà di me. Gesù ti adoro nel Mistero di questo Sangue preziosissimo che hai sparso sulla Croce per la mia salvezza, abbi pietà di me e delle anime dei peccatori.

5) Liturgia della Comunione. Gesù è giunto il momento che tanto aspettavo, unirmi a Te nella Santa Eucarestia. Fa che mi tenga sempre in grazia per goderti un giorno per sempre. Non permettere che mi accosti a Te in stato di grave peccato, donami la perfetta contrizione e fa che la Santa Comunione che sto per ricevere, preservi il mio corpo e la mia anima da ogni pericolo di eterna perdizione, perchè questo anelo dalla tua somma bontà.
(postilla: se per qualche motivo non fai la Comunione sacramentale, non distogliere la tua attenzione dal fare la comunione spirituale impegnandoti di confessarti al più presto per poter ricevere degnamente Gesù-Ostia, pronuncia con tutto il tuo cuore queste parole: "Gesù, io ti credo realmente presente sull'altare e desidero ardentemente riceverti, ma come sai in questo momento mi è impossibile riceverti sacramentalmente, vieni in me spiritualmente e trasforma la mia anima come vuoi Tu (si faccia silenzio). Ti adoro e ti amo, liberami o Gesù da ogni peccato, accresci in me la vita della Grazia e rendimi forte nella volontà, puro nei desideri. Amen" )

6) Liturgia di «Missione» con l'ite Missae est. Gesù, la tua benedizione mi accompagni ora nella giornata e mi aiuti a mantenere i propositi  che mi hai suggerito in questa Santa Messa. Fammi missionario della Tua Parola, apostolo della Tua dottrina, fedele della Santa Eucarestia. Tornando a casa ti porto dentro di me, fa che diventi testimone della dignità che hai riversato in me. Vergine Santa, mi accompagni la tua benedizione. San Michele Arcangelo mi sostenga la tua spada. San Giuseppe mi protegga la grazia con la quale proteggesti una volta il Bambin Gesù dalle minacce di Erode, fammi custode di questa Santa Messa perchè possa conservarmi come vero amico di Gesù.

 Sorriso

leggendo queste due paginette descritte ed insegnate nel 1906 e che racchiudono pertanto L'INSEGNAMENTO DELLA CHIESA DI TUTTI I TEMPI, mi chiedo cosa ci fosse da correggere...e di cosa si insegna oggi della Messa...

 Occhiolino

[SM=g1740733]

Caterina63
00martedì 21 settembre 2010 10:56

L'Ecclesia Dei interviene e la Messa riparte
da Messainlatino

Ricordate la surreale vicenda di Potenza Picena? Un gruppo stabile, un parroco favorevole, la Messa tradizionale comincia... finché l'arcivescovo di Fermo interviene, convoca i preti e, insieme al suo vicario generale, impone di votare per alzata di mano (così non si rischiano franchi tiratori) se debba applicarsi o meno il motu proprio sulla Messa tradizionale. Fa capire come la pensa: "Noi seguiamo il Papa, ma non in tutto!". I preti, tanto i modernisti quanto gl'intimoriti donabbondi, votano all'unisono: checcefrega del papa che sta lontano a Roma, noi baciamo le mani all'Arcieccellenza vostra, che sta qua vicino e ci può rendere ad arbitrio la vita facile o difficile...

Così, 'democraticamente', si decide che una legge del Sommo Pontefice non si applica nell'arcidiocesi di Fermo. Messa sospesa e proibita, business as usual.

Ma i fedeli non si sottomettono e scrivono all'Ecclesia Dei: avevamo pubblicato una prima lettera, del maggio scorso, in
questo post. E proprio in questi giorni è pervenuta la risposta; eccovela qua:

Dal Vaticano 10 settembre 2010

Gentile Signore,

in risposta alla sua lettera del 3 settembre ultimo scorso, questa Pontificia Commissione desidera comunicare a Lei e al gruppo stabile che rappresenta, che dopo aver sentito l’Arcivescovo di Fermo, questi ha manifestato la sua disponibilità a tale richiesta. Si suggerisce pertanto di rivolgersi all’Ordinario per gli adempimenti del caso.

Nell’augurare ogni bene e progresso spirituale al gruppo stabile di Potenza Picena, si raccomanda di favorire e accrescere, con la bellla testimonianza di vita cristiana, la comunione ecclesiale nell’umile obbedienza al Papa e al Vescovo diocesano.

Profitto della circostanza per porgerLe sensi di distinto ossequio.

Mons. Guido Pozzo
Segretario

GRAZIE!!!!!!

Bene: l'intervento dell'Ecclesia Dei ha sturato il lavandino. Da questa pur breve missiva di mons. Pozzo possiamo trarre alcuni elementi di commento. Il primo: l'Ecclesia Dei ha battuto un colpo. Esiste, e provvede, e pure in tempi ragionevoli. Di fronte all'ormai incontestata fronda episcopale all over the world avverso il motu proprio, l'Ecclesia Dei cerca di fare qualcosa. E non raramente ci riesce: ciò è confortante, anche se il compito è erculeo e le stalle d'Augia sterminate.

Secondo elemento di rilievo: è possibile inferire da questa lettera il modus operandi della Pontificia Commissione. Ricevuto il reclamo, unico intelocutore della Commisione diviene il vescovo contro cui il reclamo è stato svolto: attraverso un'opera molto curiale di mediazione e facendogli sentire sul collo il fiato vaticano (seppur debolmente; ma di solito basta: i presuli aborrono le grane), il vescovo normalmente finisce per cedere. Come in questo caso: l'arcivescovo di Fermo ha "manifestato disponibilità".

Terzo elemento, infine, è la comprensibile preoccupazione dell'Ecclesia Dei di pacificare gli animi e riportare i fedeli tridentini nell'alveo dell'ordine costituito, "nell'umile obbedienza al Papa" - e questa non ha mai costituito problema, per loro - "e al Vescovo diocesano". E sia: questa è, o dovrebbe essere, la normalità cattolica, ed i tradizionalisti non nascono riottosi per natura; se lo diventano è perché si calpestano loro chiari ed inviolabili diritti. Ma se al vescovo diocesano è dovuta 'umile obbedienza', non dimentichiamo che essa vale se ed in quanto egli dimostri di averne altrettanta, se non più, verso la Santità del Signore Nostro il Sommo Pontefice Pater Patrum. Sì, perché va bene l'umile obbedienza, ma stiamo bene attenti a non confondere le vittime (i fedeli) coi carnefici.

Anche i vescovi, dopo aver agito male, devono in fondo sapersi far perdonare. Un perdono che va accordato con prontezza e generosità filiale; ma sempre perdono è, che per definizione presuppone un altrui riconoscimento di colpe. E' proprio in questi termini che cogliamo quell'invito di mons. Pozzo a rivolgersi all'Ordinario "per gli adempimenti del caso". Dato che, a termini del motu proprio, l'Ordinario, ossia il Vescovo, non ha proprio un bel niente da adempiere o stabilire, essendo tutta la questione nelle mani esclusivamente del Parroco e dei suoi fedeli, non vediamo altro possibile significato, in quell'invito a rivolgersi al vescovo, se non quello di dare a quest'ultimo la possibilità e l'occasione di adoperarsi per riconciliarsi con le sue pecorelle, ingiustamente oltraggiate e ferite. Ed allora, finalmente, si potrà rientrare in quell'alveo di obbedienza (umile sì, ma vigile) che non sarebbe mai venuta meno se la pace liturgica di Potenza Picena, dove la Messa straordinaria non dava fastidio ad alcuno degli altri parrocchiani, non avesse incontrato un improvvido quanto ingiustificato ostacolo episcopale.

Enrico


Caterina63
00lunedì 21 febbraio 2011 13:29

[SM=g1740733] UNA TESTIMONIANZA VIBRANTE.....


I "criteri" smossi dalla pazientissima documentazione di Enrico e Redazione di Messainlatino ( su tutta la vicenda che da tempo accompagna il MP sulla Sacra Liturgia, nonchè di Summorum Pontificum del 2007),  sono davvero sostanziosi, e altrettanto ragionevoli le ultime domande a chiusura del testo che, proprio perchè domande, ci lasciano sempre un barlume di speranza...
 
Io non so se davvero in internet possa leggere qualche Vescovo o qualcuno che lavora alla Santa Sede, ma affido ugualmente al mio Angelo Custode questa Testimonianza che si fa anche Supplica, affinchè raggiunga chi deve:

con fiducia in Cristo.... vorrei associare tale speranza a quella provata in questi giorni...
sposata da 27 anni il marito mi è diventato "non praticante"....
tuttavia ha lasciato a me di coltivare in famiglia quella  speranza, rispettandola, di poter crescere i figli nella fede Cattolica praticante...e a me di poter realizzare quella forte Vocazione che sentivo nel divenire Catechista, esercitando così questa missione da ben 23 anni e di realizzare persino la vocazione domenicana con santa Caterina da Siena entrando nel Terz'Ordine da 18 anni...
Noi abbiamo "riscoperto" il così detto oramai "mondo della TRADIZIONE", (ben consapevoli di quanto sia errato l'uso di certe etichette) ...  soltanto una decina d'anni fa, e soltanto dopo il Summorum Pontificum siamo andati  alla Messa nella forma "straordinaria" per la prima volta a Trieste....
L'amico Don Camillo poi ci fece il più bel regalo di Natale due anni fa..... quando celebrò per noi questa Sacra Liturgia nel giorno in cui la Luce della Vita Vera cominciava ad irradiarsi nella nostra Famiglia....
In questo settimo trasferimento siamo approdati a Venezia e non ritengo un "caso" inutile il fatto che ci sia stata data l'opportunità di conoscere la FSSP (san Pietro) e di poter frequentare più "ordinariamente" ciò che viene ripetuto essere (incomprensibilmente) "straordinaria"....
 Infatti, soddisfacendo ogni Domenica il Precetto Festivo con la Messa nella forma antica, come si può considerarla "straordinaria" se tale Precetto è nell'ordinarietà del dovere del Cattolico?

Non voglio neppure cercare risposta, la lascio al Buon Dio che a tutto vede e provvede soprattutto alle nostre necessità spirituali.
Venendo al dunque mio marito soffre da anni di attacchi di panico....
ci soffre dall'adolescenza ed è probabile, secondo lui stesso, che questi attacchi di panico invece di avvicinarlo al Signore, lo hanno allontanato e questo perchè, seppur lui stesso ammette la sua pigrizia, non ha trovato nella Liturgia qualche stimolo o qualcosa che potesse aiutarlo....non ha trovato in quelle, seppur rare volte che ha consultato un sacerdote, una soddisfacente risposta, stimolo, che potesse aiutarlo a superare i tanti ostacoli che si sono accumulati lungo il suo cammino.
Quando partecipò a questa prima Messa celebrata da Don Camillo, mi confessò che non c'aveva capito nulla, ma tuttavia quell'amore per il LATINO conosciuto con gli studi classici, lo avevano in qualche modo "risvegliato" se non altro ad una attenzione mai più provata... e per la prima volta si era reso conto che il "protagonista" di quella celebrazione non era l'amico Don Camillo, ma Qualcun Altro che egli rendeva Presente.
Mio marito segue con me spesso le letture qui in internet, e di recente parliamo in casa anche di questi temi ecclesiali, ed ho notato una crescente partecipazione.
Ieri il "miracolo"!

Dopo l'ennesimo attacco di panico ha accettato di venire con me alla Messa celebrata da Padre Konrad....
Al termine della Messa, ringraziando e salutando il reverendo Padre, gli ha detto: "Io non ci capisco molto, ma una cosa è certa! Finalmente una Messa come Cristo comanda!!"
Nel sondare le sue impressioni ha detto esplicitamente che descrivere cosa si prova durante questa Liturgia è impossibile perchè  "ti smuove dentro qualcosa che riguarda il senso del sacro fino in fondo, fino a provare quella sensazione che Dio esiste davvero...."
Mio marito ha tenuto subito a dire che non si tratta di emozionalismo (mi è piaciuto questo immediato chiarimento ), tanto meno di sensazionalismo, ma di VERO CULTO...
Lui è "obbligato" istituzionalmente a partecipare, ogni tanto soprattutto nei Precetti Festivi come il Natale, Pasqua, la Festa di san Matteo, ecc... a delle Messe per lavoro....come rappresentante della divisa che indossa....e mi spiegava ieri, appunto, come la Messa moderna sia diventata, a questo punto, una sorta di "obbligo creativo" dove il protagonista è sia il prete che celebrando assume di se ogni attenzione, sia l'assemblea la quale deve rispondere ad una sorta di programma prestabilito, altrimenti la Messa "non fa il suo effetto"....
al contrario, alla Messa nella forma straordinaria ha avvertito che il Protagonista non era Padre Konrad, ma Qualcun'Altro che pur non vedendo, ne "sentiva una Presenza Sacra, MISTICA", una Presenza rivelata dai gesti e DAL SILENZIO del Celebrante che interagiva con l'Assemblea non in quanto protagonista, ma in quanto lì ad ACCOGLIERE il Mistero....

Le sue non sono state semplici "impressioni" ma potrei dire "apprensione" nel senso più positivo possibile.
Un uomo che nella sua vita ha raggiunto i massimi livelli di grado.... che ha messo su una famiglia Cattolica, che combatte la "buona battaglia" non solo per le Istituzioni e per i cittadini, ma anche verso se stesso per placare gli attacchi di panico e per vincere la sua scommessa con la vita per comprendere cosa ci sia davvero dopo la morte, ha saputo riconoscere il valore e la ricchezza del Summorum Pontificum per il quale mi dice: " è un ATTO storico che senza dubbio è stato fatto anche per quelli come me, lontani dall'essere praticanti, ma non senza speranza...".
E' incredibile come, pur senza essere liturgisti, il vero ed autentico DIALOGO (specialmente in casa) su questi argomenti, abbia suscitato in noi ed in particolare in mio marito, non semplicemente un interesse legato come spesso si dice negativamente ai "pizzi e merletti", ma bensì associato ad una vera COMPRENSIONE della Liturgia Cattolica, del Culto a Dio, della Tradizione autentica.... è lui che niente meno mi spiegava ieri di come avesse compreso perfino il perchè Benedetto XVI si stia occupando così energicamente "di una Riforma Liturgica  che solo apparentemente potrebbe interessare esclusivamente piccoli gruppi interni alla Chiesa!"
Infatti, mi spiegava: non può interessare solo piccoli gruppi, la "Forma" è fondamentale già di per se in ogni Istituzione, a maggior ragione è fondamentale per la Chiesa e non semplicemente per "piccoli gruppi".

Lui che di Istituzioni non solo se ne intende, ma ha dato la sua vita ricoprendone alti incarichi, comprende perfettamente l'importanza dell'Obbedienza, della Fedeltà, della corretta interpretazione, ma soprattutto il valore della TRADIZIONE senza la quale il ruolo stesso che lui ricopre a servizio dello Stato, perderebbe ogni attrattiva, ogni buon senso e perfino la credibilità.
In tal senso la distinzione autentica fra Stato e Chiesa non può che trovare un punto di vero incontro proprio nella Tradizione e per loro, militari che obbediscono e partecipano anche a delle iniziative della Chiesa, non può che trovare un punto di incontro davvero efficace che quello della Liturgia, nella quale si NUTRE il laico che messo nel mondo opera nelle Istituzioni dello Stato le quali, come afferma lo stesso Cristo: ricevono perfino il loro potere da Dio stesso al quale non devono far altro che lasciarGli il sacrosanto diritto di operare nel mondo...
In tutto ciò, mi spiegava, il valore della Liturgia e le discussioni che si sono accese attorno ad essa, non sono altro una legittima azione della Chiesa di riappropriarsi di quel "senso del Sacro" che si è perduto, e se un laico che è anche praticante Cattolico, non trova più i legami con la propria Tradizione, difficilmente potrà essere di vero aiuto allo Stato, in poche parole è quella connaturale situazione che si è venuta a creare e che identifichiamo nel "catto-progressismo" ....
La Liturgia, in questa sua Forma nella Tradizione, mi spiegava: "consente al laico che vive nel mondo, di staccare davvero la presa con il mondo, e di vivere un momento "mistico" e di Preghiera dalla quale ne esci davvero ricaricato e pronto per ritornare al lavoro quotidiano...."

E infine mi spiegava quanto segue: " tanto per fare un esempio, ogni tanto mi capita di dover andare a rapporto dai miei superiori, oppure, in quanto superiore io stesso, devo ricevere altri a rapporto, in questo contesto si ascolta il "capo", si memorizzano le sue richieste, si obbedisce agli ordini impartiti....
Con la Messa moderna ciò non mi sovviene! senza dubbio che sono cosciente che il sacerdote che ho davanti mi dice ciò che il "Capo" vuole dirmi, ma è anche vero che manca tutto il contesto nel quale questo "incontro mistico" deve avvenire trattandosi, in questo caso, di Dio, di un evento soprannaturale che la grazia rende palese e reale. Nella Messa antica infatti sembra di vivere un "rapporto personale" un "Tu" fra me e Dio, e se è vero che l'incontro comunitario è importante, è assai più importante che ci sia però anche quel "Tu" nel quale il mio "io" si fa da parte, almeno una volta la settimana, per imparare che esiste quel "TU" al quale devo obbedienza, fedeltà, credibilità, ma soprattutto visibilità.
Nel mio lavoro io non do mai visibilità a me stesso, così dovrebbe essere e così spero che sia, la divisa che porto non solo mi rammenta che io sto lavorando per un "Altro", ma da ai cittadini la garanzia che quello che faccio con tutto il contorno del lavoro, è per loro che hanno il diritto di ricevere il miglior servizio!
Compito del cittadino non è certo quello di organizzare il mio lavoro, ma di riceverlo dignitosamente!
Così credo sia per un Sacerdote, o così almeno dovrebbe essere.
La Messa che celebra è a mio parere l'incontro fondamentale con questo "Tu" dove il mio "io" arriva a piegare le proprie ginocchia di fronte al Mistero, dove forse è l'unico momento soprannaturale attraverso il quale la grazia insegna la vera umiltà e dove il mio "io" finalmente TACE, trova ristoro, impara qualcosa di essenziale, e spera ancora di convertirsi a ciò che il mondo ci ha fatto credere di non esistere...
Ma per giungere a questo io credo davvero che la Messa nella Forma antica, sia davvero più efficace e più eloquente di tanti mille discorsi, o di tanti progetti di evangelizzazione, se infatti un uomo, perfino prosaico come mi ritengo, non riesce a piegarsi o a provare sensibilità soprannaturale di fronte a questa forma di Liturgia, allora si che ogni speranza sarebbe davvero conclusa.... tuttavia il fatto che proprio questa Messa e non altre forme, ha saputo risvegliare in me quel seme, come voi dite, piantato da Dio dentro ognuno di noi, allora significa che c'è speranza e questa speranza alla Messa di ieri si è riaccesa...."

APPELLO AI VESCOVI
 
Amati Vescovi, carissimo Santo Padre, non abbandonateci!
Non abbandonate questa strada intrapresa, non uccidete la Speranza! Non vogliate imporre l'ingiustizia! Se è vero che si prendono più mosche con il miele, la Messa nella forma antica è quel MIELE, quel nettare che attira molte anime che seppur stordite dai veleni del mondo, non hanno ancora perduto la speranza di salvarsi e di trovare ciò che cercano....
A Voi, amati Vescovi, non si chiede l'obbligo di celebrare con quella Forma, ma lasciate davvero che Anime come queste possano ritornare a Dio attraverso LA BELLEZZA di una Tradizione che essendo anche una forma "istituzionale" può smuovere oggi anche i cuori più induriti e difficili che non vogliono "concelebrare una Messa" ma desiderano solo ASSAPORARNE IL MISTERO IN SILENZIO MEDITATIVO....
Invochiamo san Giuseppe e san Michele Arcangelo a difesa della Chiesa Orante attraverso questa Liturgia Sacra, e l'Angelo Custode affinchè si faccia postino Celeste di queste speranze del "piccolo gregge"...
In Cristo Nostro Signore, Gesù Cristo +
e Maria santissima!

LDCaterina63



si legga anche:

Imminente un Motu Proprio del Papa SULLA LITURGIA ?? Noi speriamo di SI!

SUMMORUM PONTIFICUM Motu Proprio sulla Messa Antica


Prediche e Catechesi di Meditazioni di Padre Konrad (imperdibili!!)

Caterina63
00giovedì 24 febbraio 2011 10:59

[SM=g1740733] A seguito di questa testimonianza sopra riportata e segnalata dal Blog di Raffaella, avendo ricevuto discreti interventi, ritengo importante postare anche qui la risposta che ho dato....
per leggere i commenti CLICCATE QUI....

Ringraziando per la partecipazione a questa lettura, vorrei chiarire alcuni punti:

- una Testimonianza CATTOLICA ha valore per quello che è in se stessa e NON CONTRAPPONE MAI, e dico MAI, contro altre testimonianze altrettanto valide.... il NOSTRO scopo ultimo è il ritorno a Dio ^__^

- anch'io avendo conosciuto Giovanni Paolo II dall'età di 16 in quel lontano 1978, ho sempre con Lui mantenuta viva la fiaccola della fede, è sbagliato leggere una SANA testimonianza facendo paragoni tra Pontefici, e facendole dire ciò che nella testimonianza NON è stato sollevato ne detto ^__^

- Ad Alessia rispondo che è di questi giorni il tentativo di ALTRI di uccidere o offuscare il Summorum Pontificum....il mio e nostro appello è rivolto ai Vescovi ed al Pontefice PER CONOSCENZA affidando questa "posta" all'Angelo Custode ;-)

- nella Testimonianza non si contrappongono i Movimenti....MAI GLI UNI CONTRO GLI ALTRI....ne il testo vuole fare o che abbia fatto una sorta di lista di bravi e cattivi... è sbagliato addossare ad una Testimonianza semplice e lineare le personali paure, dubbi o perplessità...

I Santi fra di loro sono molto diversi ed ognuno racconta la propria ESPERIENZA senza mai accusare l'altro, ma restano DIVERSIVIFICATI, la meta è la medesima...

- quanto alla Messa Nom, come è scritto nella Testimonianza, mio marito la vive, pertanto mi sembra alquanto legittimo ciò che ha osservato....e non è da escludersi che il Signore lo voglia riavvicinare a se attraverso la Liturgia antica, qualcuno forse potrebbe dire con certezza del contrario? ^__^

- l'appello, infine, non è rivolto ad accusare il NOM, al contrario, si chiede di facilitare ciò che Benedetto XVI ha legittimamente liberato con il Summorum Pontificum mentre, ed è reale, noi vediamo tanta difficoltà nella sua applicazione....

Sarebbe auspicabile che non ci si schierasse mai per sovrapporsi a qualcosa che è legittimo nella Chiesa, questa Testimonianza non lo fa!

- all'anonimo del 22 febbraio che rivendica una notizia assurda che la Messa antica non avrebbe 2000 anni, si rilegga ciò che insegna il cardinale Ratzinger in materia ed oggi Benedetto XVI.... san Pio V NON inventò nessuna Messa, si limitò a riordinare IL MESSALE Romano con il rito di sempre rendendolo d'obbligo per tutta la Chiesa di Rito Latino, consentendo a chi avesse avuto un Rito da più di 200 anni lo potesse consercare così come avvenne per gli ambrosiani, per i domenicani, ecc... ma sempre della medesima Messa parliamo la quale non si diversificava nella forma in se ma solo per alcune varianti di minor importanza....questa Messa veniva celebrata anche nelle Catacombe, contrariamente a ciò che dice l'anonimo...soprattutto nelle parti rimaste bimillenarie quali:
l'introito; la lettura della Scrittura alla quale si aggiungeva qualche volta la Lettera del Vescovo; l'omelia; l'OFFERTORIO; LA CONSACRAZIONE; LA COMUNIONE; i saluti finali e la benedizione...

La "nuova Messa" è stata ricomposta da Benedetto XVI dopo anni di creatività liturgica perfino nelle Messe del suo Predecessore....ed ha riportato la Comunione in ginocchio.... negare questo non è saggio!
^__^

Grazie a tutti per l'attenzione!


Caterina63
00mercoledì 23 marzo 2011 11:36

un giovane: "Ho assistito alla Messa tridentina e sono rinato!"

Riceviamo tramite FaceBook questa accorata mail da parte di un nostro lettore, studente , se Dio vuole, futuro seminarista.

"Sono uno studente, un giovane innamoratissimo della Santa Tradizione della Chiesa Romana, che spera di diventare sacerdote! Dato che stimo il lavoro che fate per la restaurazione dell'eloquente Culto Cattolico, mi permetto di segnalarvi umilmente una mia riflessione sulla " forma straordinaria". questo articolo umile è stato pubblicato anche da un amico sacerdote benedettino, che tanto stimo sul suo blog "vultus christi" con qualche frase tradotta in inglese.
Mi farebbe piacere e sarei onoratissimo se fosse pubblicato anche sul vostro blog (Messa in latino)! potrebbe servire come una testimonianza in più da parte di un umile studente che desidera diventare sacerdote secondo il Cuore di Cristo, a Dio piacendo e Dio permettendo!
Mi affido alle vostre preghiere in questi tempi tenebrosi ed insidiosi mentre voi potete essere sicuri delle mie.
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E noi con piacere, e onorati per come siano molti i giovani che ci aprano il loro cuore, diamo spazio alla sua lucida riflessione, alla sua commovente esperienza e alle sue parole forti!! Speriamo che servano a scuotere gli animi dei più pigri, e che siano da monito per chi ostacola o finge di non vedere o voler vedere.
Gli abbiamo fatto presente che pubblicare l'articolo a suo nome potrebbe rappresentare per lui motivo di vessazioni o di "ritorsioni" curiali o rettorali nei seminari o negli ambiti ecclesiastiti. Ma egli, sicuro della propria fede e di avere Cristo e il Papa dalla sua, ha voluto che pubblicassimo anche il suo nome. Che Dio gliene renda merito!
Il sottolineato e il grassetto sono nostri.

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Perché Il Rito Romano nella forma "Straordinaria" incontra tanta ostilità?
di Daniel Luzinchi
*

Prima della promulgazione del decreto in forma di Motu Proprio "Summorum Pontificum" il 7 luglio 2007 e anche dopo la pubblicazione di questo provvidenziale documento riconosco quasi imbarazzato che non avevo nemmeno la minima idea di che cosa fosse la cosiddetta "Messa Gregoriana" o " Vetus Ordo Missae"! Però già da tempo ero in cerca di qualcosa che rafforzasse il mio spirito, la mia sensibilità per l'eloquente culto cattolico! non so quanto conta l'opinione di un principiante per quanto riguarda lo studio della filosofia e della teologia, ma questo non mi impedisce di raccontare l'effetto soprannaturale che ha provocato in me l'incontro con questa Santa e sempre Attiva Liturgia!

Sicuramente nessuno di quei fautori della riforma liturgica avrebbe mai immaginato che il discorso sul "Vetus Ordo Missae" sarebbe rimasto ancora vivo, ancora attuale!"Lo Spirito soffia dove vuole."
Nel 2008, leggendo questo documento, segno della giustizia e della misericordia divina e la lettera in cui il Santo Padre spiega le ragioni per cui revoca la scomunica ai quattro vescovi ordinati da Mons. Lefebvre senza l'autorizzazione della Santa Sede ho deciso di andare alla "Cappella Santa Caterina di Siena" a Roma curata dai sacerdoti della Fraternità San Pio X per partecipare a quella Santa Messa che ha provocato tante discussioni negli ultimi 40 anni!

Non ero consapevole a cosa andavo incontro! Ero venuto più che altro mosso da una certa curiosità!
Alla fine di questa celebrazione mi sono sentito trasformato e la prima domanda che ho fatto al mio padre spirituale era: "perché sono stato privato sin dal momento in cui sono nato della partecipazione a un tesoro così travolgente, grave, celeste? Scandaloso!!"

Le polemiche su questo tema potrebbero continuare all'infinito e non mi interessa affatto soffermarmi su questi argomenti che sicuramente tanti altri conoscono meglio di me.
Sono rimasto colpito dalla bellezza, dalla semplicità, dalla solennità di questa Santa Messa! Sono rinato per una vita nuova!
Certe volte si ha paura di condividere i sentimenti che si provano quando attraverso questo Divino Sacrificio Lo Spirito si fa vivo e ti fa diventare consapevole che davanti al Re Crocifisso non ci si può presentare senza massima riverenza, senza portare il rispetto dovuto!

Perché si ha paura di condividere questa meravigliosa costatazione? Perché coloro che si oppongono a questo rito, coloro che dicono di non essere contrari, coloro apparentemente favorevoli e coloro che non vivono più di cose alti ma riposano nell'ignoranza più bieca e soprattutto diabolica interpretano questo tipo di testimonianza a modo loro. Tutti questi devono capire che i giovani come me non si sono innamorati di una "bellissima scena di teatro" che si svolgeva per secoli "su un palco scenico" che oggi non è più attuale e che a loro avviso, appartiene al passato. Non siamo dei nostalgici perché non possiamo essere nostalgici di tempi che non abbiamo mai vissuto (per esempio: io sono nato nel 1985)!

Anche tra i preti che sicuramente hanno anche delle buone intenzioni riscontro una certa paura, ostilità o ignoranza! Alcuni pongono la cosiddetta "praticità pastorale" al di sopra della disciplina e della conoscenza richiesta dal rito antico! tutta la preparazione che richiede la celebrazione dei misteri divini scomoda chi è ormai abituato al niente, incapace di un dibattito sereno e libero e quindi che si ostina nelle proprie opinioni anche se poco hanno a che fare col vero cattolicesimo.

La cosa più triste che ogni seminarista, prete, vescovo ecc. è una religione a sé. In questo modo si diventa servi “privi di passione celeste, insensibili al sacro, privi di umile solennità, che si fanno beffe del decoro, cinici verso chi non splende della loro luce, refrattari al bello, non raramente cattivi al punto giusto; che non fanno gioiosamente trasparire una carità soprannaturale, un tratto divinamente superiore, ispirato e controllato"!

Grazie alla "forma straordinaria" ho capito che il sacerdozio è un dono grande ma allo stesso tempo una responsabilità enorme per cui non c'è posto per sociologie spicciole, opinioni personali, metodi pastorali mielosi, per un cattolicesimo edulcorato.
Dio vuole tutto da noi! Bisogna dare tutto per trovare il "Tutto" che è Nostro Signore! Dobbiamo fare sempre di più, sempre meglio perché il Nostro Maestro è esigente e ha tutte le ragioni per esserlo!


Nella Divina Liturgia Gregoriana ho trovato Nostro Signore Tremendamente Presente come Dio e Re dell’Universo! [come sembra di leggere il Rex Tremendae maiestatis, n.d.r.] Tutto il fasto e tutta la solennità di questo rito sono doverosi! Dio si merita questo e anche molto di più!
Con questa antica messa il Signore ha voluto ripetere sempre la stessa cosa:“La vera azione cristiana è la preghiera! Solo alla preghiera è promessa ogni efficacia. Se mancassero alla Chiesa gli oranti, non gli sarebbero di nessun aiuto, né i teologi, né gli organizzatori, né inutili e vari tentativi di pastorale o di apostolato! La vita della Chiesa è la Liturgia! La teologia, l’apostolato, ogni forma di azione è necessaria non alla Chiesa, ma ai cristiani, perché possano vivere la preghiera e perché la loro preghiera sia vera. (don Divo Barsotti - ’Ebbi a cuore l’eterno’)”.

In questa Messa vivo e respiro il Nostro Signore Gesù Cristo! Tutta la sua struttura, tutta la sua disciplina , il suo canto maestoso spinto dallo Spirito nell’alto dei cieli come l’incenso profumato, tutta la sua solennità rende incredibilmente presente il Suo Mistero e la speranza nella vita futura non solo spiritualmente ma soprattutto fisicamente. Sono diventato pazzo? Devo sentirmi in colpa perché le cose alte stanno al centro della mia attenzione? Credo proprio di no!Non si rendono conto in tanti che grave danno recano alla nostra Madre Chiesa, come soffocano e mortificano l’amore di giovani come me che vivono di tutto questo, si nutrono di tutto questo perché è questo che rafforza il nostro genuino e puro desiderio di servire e amare Dio! Questa Divina Liturgia Tradizionale all’improvviso mi porta nell’eterno e mi fa diventare una sola cosa con il Nostro Signore! Come resistere a una così dolce e grande tentazione? Resiste solo chi non vive di Dio!
Chi ha conosciuto veramente questa forma perfetta per avvicinarsi a Cristo non può più farne a meno, non si accontenta più del "niente" del "meno peggio" o del "meglio che niente" ma cambia totalmente e irreversibilmente secondo la volontà di Dio! Questo è un segno inequivocabile da parte dello Spirito Santo!
Tutta l'ostilità anche da parte di coloro dai quali meno ce lo si aspetta, si spiega con l'aiuto di una sola parola: Paura!

Perché paura? La risposta è semplice: Conoscere e amare il rito antico presuppone cambiare totalmente stile di vita!Cambiare stile di vita provoca la paura della verità!
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Grazie caro Daniel per la tua testimonianza! E per il tuo vibrante ammonimento! Speriamo che qualcuno apra gli occhi e il suo cuore, e sia riscosso dalle tue parole!
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