La delicata questione dei ROM e la loro presunta integrazione

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Caterina63
00sabato 28 agosto 2010 11:26


Scivolone Tradotta male dall’agenzia la frase che imbarazza il Vaticano

di Redazione

Le espulsioni dei rom, come quelle ordinate dal governo francese, colpiscono «persone deboli e povere che sono state perseguitate, che sono state anch’esse vittime di un «olocausto» e che vivono sempre fuggendo da chi dà loro la caccia».
Ad affermarlo è stato il segretario del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, arcivescovo Agostino Marchetto, in
un’intervista all’agenzia francofona.
La dichiarazione di ieri mattina ripresa poi dall’agenzia Ansa era stata tradotta male: «La persecuzione» di cui sono oggi vittime i rom è una sorta di nuovo olocausto», si leggeva ieri mattina. Una traduzione sbagliata che ha creato non poco imbarazzo alle stesse agenzie di stampa e al Vaticano. La correzione, arrivata in tarda mattinata, ha poi reso giustizia alle parole di Marchetto.
«Quando si difendono i diritti umani, quando si parla di rispetto della dignità delle persone - ha detto ancora Marchetto - in particolare di donne e bambini, non si fa della politica, ma della pastorale. I rom - ha poi ricordato il Monsignore- costituiscono la più numerosa delle minoranze presenti in Europa con oltre 12 milioni di persone di cui cinque milioni bambini».

 Il Giornale, 28 agosto 2010 consultabile online anche
qui.

Francamente mi sto stancando delle inesattezze, chiamiamole cosi', dell'Ansa.
Se non si e' capaci nemmeno di distinguere un tempo passato da uno presente, forse e' il caso di prendersi una pausa di riflessione.
Avete notato che di solito tutti i problemi vengono dall'Ansa?
Quanto al Vaticano, invece di imbarazzarsi, vada alle fonti originali. I.Media e' stata impeccabile diffondendo immediatamente il testo originale.

R.

Tuttavia parlare di PERSECUZIONE AI ROM mi pare eccessivo...
a casa loro nessun altro Stato è andato a prelevarli per eliminarli...è dolente dover ammettere che ancora una volta si vuole ignorare il problema dei Rom i quali vivono di una loro CULTURA TRADIZIONALE la quale, spiace dirlo, ma è la verità, non si addice alla nostra cultura NON E' CONDIVISIBILE, NON E' CORRELAZIONABILE...

i ROM, caro mons. Marchetto, NON SI LASCIANO affatto "educare" nella cultura del Paese che li ospita come lei stesso ha auspicato... tranne casi eccezionali che senza dubbio ci sono stati e ci sono, il mondo Rom vive in se stesso...

se Lei dunque pretende di EDUCARLI, COME HA DETTO, RISCHIA DI ESSERE ACCUSATO DI VOLER UCCIDERE LA LORO CULTURA la quale, attenzione, implica quel loro modo di vivere...


Ci sono esempi tangibili di campi Rom portati in aeree attrezzate, PULITE e corredate di acqua, fogne e servizi.... andati a trovarli dopo alcuni mesi, il campo era ridotto ad una CLOACA a cielo aperto...i bambini sporchi, ma loro impeccabilmente sempre ricoperti D'ORO... le casette ridotte a pattumiere...

caro mons. Marchetto, uno Stato NON può provvedere alla pulizia dei campi nomadi ogni tre o 4 mesi...
 se la sente di ospitare qualche famiglia ROM con tanto di CAPO ZINGARO in casa sua?
Ce ne dia l'esempio, dateci questa testimonianza... riempite le vostre proprietà di campi Rom....
poi dopo qualche mese ne riparliamo...

Mi perdoni la provocazione, ma è quello che ci dicono poi gli acattolici e come dare loro torto?

La carità cristiana, quella che compiva Gesù Cristo, non toglieva il povero dalla condizione sociale in cui viveva, ma lo arricchiva per far fronte alle necessità che doveva affrontare...se i Rom non fanno lo sforzo di adeguarsi LORO alla cultura del Paese che li ospita, non ci sarà mai nessuna integrazione perchè NON LA VOGLIONO...per loro significherebbe uccidere la loro tradizione, sbagliata o giusta che fosse, Gesù Cristo si inseriva nelle questioni sociali, ma non ha mai regalato case o campi a nessuno...CONVIVEVA CON LORO...

Caterina63
00sabato 28 agosto 2010 12:47
Interessanti riflessioni dal blog di Raffaella:


- Mi spiace Caterina, ma non condivido.
Alessia

- Io concordo con Mons. Marchetto: le responsabilita' sono personali e non si puo' addossare la colpa di alcuni ad un intero popolo.
Quello dei Rom e' un problema e chi vive in una grande citta' lo sa bene, ma la Chiesa non puo' non richiamare alla fraternita' universale.
E' il suo compito ed e' anche una questione educativa.
R.

- Areki ha detto...
Condivido totalemente il pensiero di Carerina.....
E' facile parlare di condivisione di aiuto ai poveri.... poi a sporcarsi le mani sono i soliti San Francesco e madre Teresa....dalla Chiesa ci si attende più fatti e meno parole.....



- Io ho due stelle polari: il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa. Le tue Areki?
Alessia


[SM=g1740733] la mia risposta:

Cara Alessia io ne ho una sola di Stella Polare ed è la Dottrina Sociale della Chiesa, a cominciare dalla Rerum Novarum e fino alla Caritatis in Veritate.... ;-)

non è importante che tu condivida o meno ciò che ho scritto (di per me stessa io non sono infallibile), l'importante è che tu mi porti le motivazioni e controbatta quanto non condividi....

La cultura ROM, la loro tradizione NON prevede affatto LA DIGNITA' DEI SINGOLI INDIVIDUI che compongono tale comunità...
il discorso di mons. Marchetto è validissimo, io non ho detto il contrario, ho solo contestato I MODI DI APPLICAZIONE delle sue belle parole... ^__^

Il Vangelo dice a me di andare li, nei campi Rom A PORTARE CRISTO STESSO NON UN SEMPLICE ASSISTENZIALISMO...
la comunità sociale che già si fa carico (con le tasse) di dare ai Rom i campi belli e ripuliti, necessitano anche di EVANGELIZZAZIONE per comprendere che i figli che fanno non sono destinati all'accattonaggio...
(ricordare il cieco guarito da Cristo il quale, recuperando la vista poteva così andare a LAVORARE)...

se nelle modalità soccorritrici di mons. Marchetto, è contemplata anche questa parte del Vangelo, allora siamo d'accordo... diversamente rischiamo di imporre una sola parte del Vangelo e di alimentare l'assistenzialismo sociale...che nessuno Stato può permettersi a lungo senza gravare sulle tasse dei cittadini...


Fatti Alessia, non parole...
^__^
un abbraccio!


[SM=g1740757]
Vilucchio.
00sabato 28 agosto 2010 12:58
La provocazione arriva anche da tanti cattolici ,nn solo acattolici .
La questione rom e' un problema serio.
Ma nn confondiamo la Romania con i rom ,perche' ho una conoscente romenia che lavora onestamente e paga pure un mutuo per la sua casa che qdo ha subito un furto in casa sua ,i carabinieri le hanno risposto:"Signora, sono i suoi connazionali".
Lei ci è rimasta male .Mi ha detto :" Io nn sono una rom."
I Rom sono un popolo nomade con una sua cultura e tradizione....
che come ha ben rilevato Tea nn ha nessuna intenzione di integrarsi con la nostra.
Ben vengano i Rom ma che lavorino ,che siano ben integrati ....che poi vogliano vivere nei campers che facciano ma nel rispetto delle leggi di pura convivenza civile e di igiene....

I poveri sono ben altri.
Perche' se vogliono possono riscattarsi ,nn certo andando a rubare

Purtropppo la sento qta questione vicina perche' recentemente ho avuto visite di rom ...in casa di notte coi bambini che dormivano....e ci hanno rubato tanto...risparmi ....soldi e ci hanno messo in difficolta'....sic.
Perche' si fa fatica a lavorare e a risparmiere ....di questi tempi.
Qdi NO al razzismo ma la questione va risolta e propongo anche una soluzione ...
SI alla pastorale di avviccinamento di qte persone per farle CONVERTIRE a VITA NUOVA.....
Vilucchio.
00sabato 28 agosto 2010 13:00
Leggo ora il tuo commento ad Alessia ,Tea.... il tuo era proprio il mio pensiero.Ciao.
Caterina63
00sabato 28 agosto 2010 16:39
Re:
Vilucchio., 28/08/2010 13.00:

Leggo ora il tuo commento ad Alessia ,Tea.... il tuo era proprio il mio pensiero.Ciao.




[SM=g1740733] continuiamo perchè l'argomento è davvero interessante....
ringraziando la cara Alessia (per altro davvero un ottima persona...)
proseguiamo:


la replica di Alessia:

Ti stimo Caterina e leggo sempre con attenzione i tuoi interventi nei vari blog. Motivare il mio dissenso riguardo la tua posisione ... potrei parlare della comune umanità che ci unisce, all'essere tutti figli di Dio. Oppure potrei scendere sul piano dell'etica politica e parlare del brivido che mi dà la sola idea che un'intera comunità di rom francesi possa essere cacciata, uso una parola grossa "deportata" per colpe non ascrivibili a tutti, ma il discorso diventerebbe troppo lungo e articolato e noioso.
Ricambio l'abbraccio.
Alessia




[SM=g1740733] la mia risposta


Cara Alessia, al tempo....
un conto è discutere sui singoli casi (leggasi la morte del bambino Rom nel rogo e il fratello piccolo in grave pericolo di vita....), testimoniare la pietà vera, muoversi ed attivarsi per aiutarli....andare magari al confine con la Francia e sostenere LA DIGNITA' UMANA di queste singole persone, altra cosa è la questione inerente a RISOLVERE IL PROBLEMA con le dovute modalità...
;-)

Ora il problema, per quanto spinoso è:
possiamo aiutare SINGOLI CASI o dobbiamo attivarci per l'intera comunità Rom?

La risposta è risolutiva solo per i singoli casi perchè l'intera comunità ROM NON accetterebbe mai L'INTEGRAZIONE CON LA CULTURA DEL PAESE OSPITANTE, comprendi? ;-)

Ciò che "rimprovero" a mons. Marchetto è che le sue parole che condivido pienamente NON possono tuttavia essere usate come e quale METODO per tutta la comunità Roma e non per colpa nostra, ma per causa LORO...

per questo facevo prima l'esempio dei campi autorizzati e predisposti per accoglierli con tutti i servizi e del come dopo qualche mese questi vengano ridotti ad una cloaca a cielo aperto...
Non a caso mons. Marchetto parlava di RIEDUCAZIONE, EDUCAZIONE CULTURALE...da doversi fare a queste comunità, da qui il mio contraddittorio a causa di molte testimonianze concrete che mons. Marchetto non ha mai vissuto...
^__^

Per il resto concordo con te, ci mancherebbe altro!
La comune umanità che ci unisce in Dio Creatore si distingue attenzione, DAI BATTEZZATI...sono due figliolanze diverse quelle che viviamo, attenzione...
- tutti siamo Figli di Dio in quanto da Lui Creati;
- tutti i Battezzati sono figli ED EREDI di Cristo...

e questo non vuol dire un trattamento differente, ma che SONO loro a non mettersi in condizione di farsi AIUTARE CONCRETAMENTE....

sono loro che NON riconoscono nei propri figli LA DIGNITA' UMANA...
se dunque dobbiamo aiutarli in questo, va da se che la priorità sta nell'aiutare MA DICENDO LE COSE COME STANNO...
ossia, che sono loro che non vogliono farsi aiutare...


Il governo francese ha sbagliato nel fare per tutti i Rom presenti un unico trattamento di espulsione...ma è anche vero che essi hanno rifiutato L'INTEGRAZIONE che il governo richiesto DISTRUGGENDO BEN DUE CAMPI che il governo aveva loro messo a disposizione...e distruggendoli non per protesta, ma per averli ridotti a degli immondezzai di cui LA GENTE DEL POSTO non ne poteva più...

Per questo la mia provocazione: portatevi una comunità Rom dentro casa o nel vostro giardino, lasciateli liberi di vivere la loro tradizione, dopo qualche tempo risentiamoci...
provare per credere!

Questo non significa rinunciare ad AIUTARLI E A DIFENDERLI NELLA LORO DIGNITA' DI ESSERI UMANI, ma i primi ad essere avvisati di questo devono essere proprio loro...

un abbraccio!

[SM=g1740717]
Caterina63
00sabato 28 agosto 2010 23:03
[SM=g1740733] Alcune interessanti testimonianze sempre dal medesimo BlogRaffaella:

sam ha detto...
Porto una testimonianza vera e attuale come piccolo contributo alla riflessione.
Ogni volta che torno dalle missioni ritrovo i miei due soliti romeni che mendicano fuori dalla chiesa, che mi aspettano con ansia perchè ci sono un po' di conti arretrati da pagare.
A volte se ne aggiunge qualcun altro, ma poi ci pensano gli stessi mendicanti a "ripartirsi" il territorio.

Io sono una che chiede alla politica di limitare gli ingressi, di regolamentare l'immigrazione, possibilmente di selezionarla in base a criteri precisi e concreti di integrabilità, non solo sul piano materiale ma anche morale e dei costumi. C'è chi lo chiama "razzismo".
La mia vita per grazia di Dio è dedicata al volontariato per aiutare i popoli lontani e nel mio privato non sono capace di rifiutare un aiuto a chi me lo chiede anche qui fuori dalla porta, in ottemperanza all'impegno che ci ha dato il Signore "Dà a chi ti domanda" Mt5,42
Ma non ho di che vantarmi: do poco, con fatica e spazientendomi per le crescenti richieste, insistenze e talora approfittazioni. Altri fedeli devono trovare insopportabile la cosa al punto che si sono rivolti perentoriamente ai sacerdoti e tra questi c'è stato chi (guarda caso quello più facile alle omelie sul dovere dell'accoglienza e dell'integrazione) ha persino intimato dal pulpito i fedeli a non dare niente a quelli fuori dalla porta della Chiesa... "che sono più ricchi di noi".

Io dentro di me mi imbestialivo perchè so che vita fanno quelle due persone e so che questo non è vero. E peraltro non sopporto chi dice che la politica, lo stato deve accogliere tutti, ma poi ne scarica completamente le spese sugli altri. O chi si riempie la bocca dell'aiuto ai poveri - che nel loro immaginario astratto sono sempre bravi, buoni, incolpevoli e meritevoli, i poveri da cartolina li chiamo io - che non sono mai quelli che hai lì davanti, ma altri. Poi vai nel Terzo Mondo e ti senti riproporre la stessa solfa: "non dare niente a quelli lì, che non lavorano."

Alla fine l'elemosina (a parte la monetina in chiesa che mette a posto la coscienza postconciliare della colletta) i sacerdoti stessi te la fanno passare come una specie colpa. L'unica carità buona sembra che essere quella collettiva o quella che costruisce scuole o ospedali. Io che di tali opere ne ho fatte e ne faccio, sono convinta invece che non ci sarà mai nessuna scuola o ospedale ad intercedere per me in cielo e che la prova vera su cui il Signore mi misura sia quella mano tesa, quella voce piagnucolosa, quella persona indolente, insistente e a volte esasperante che ogni giorno mi aspettava fuori dalla porta della mia chiesa. Fino a ieri perchè ora la situazione si è fatta più complicata.

Sono appena tornata, questa volta da una vacanza. Fuori dalla chiesa mi attendevano i soliti baci, abbracci e richieste. Ieri una dei due mendicanti mi telefona disperata perchè la polizia li ha prelevati intimando di non andare più a mendicare fuori dalla chiesa, perchè i sacerdoti lo hanno chiesto alle autorità, dopo una serie di segnalazioni arrabbiate di fedeli. Io da un certo punto di vista comprendo la scelta dei sacerdoti, anche perchè la chiesa attirava sempre nuovi giovani e sani mendicanti.
Ma mi sorgono dei dubbi e mi dico: se i poveri non possono mendicare fuori della Chiesa dove potranno farlo? Non è meglio che mendichino, piuttosto che rubare?
Astrarre è facile, risolvere no.

Fatto sta che in quest'angolo di buona Chiesa ambrosiana ci saranno due “rompiscatole” romeni in meno, che però a me toccherà continuare in qualche modo ad aiutare, perchè, volente o nolente, il Signore li ha messi sulla mia strada e io non posso in coscienza passare dall'altra parte. E chiedo perdono al Signore perchè a volte la cosa mi pesa.
Quella stessa Chiesa ambrosiana, poi, mi fa le prediche addosso e mi critica perchè io penso che bisognerebbe incentivare più cooperazione vera e meno migrazioni...

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[SM=g1740733] la mia:


Caro/a sam,
dove stavo io nella chiesa ambrosiana abbiamo anche la cucina....si fanno i pasti per loro, si raccoglie vestiario, si visitano le famiglie più bisognose, si pagano le bollette, si da una parola di conforto, si familiarizza....
Occorre fare distinzione fra Rom e Rom della tradizione zingara...i così detti ZINGARI...
c'è molta confusione su questa enorme differenza...

Molti anni fa, entrata nel volontariato, mi occupavo proprio della sezione della Stazione Termini a Roma, si andava in giro in tre o 4 e si andava a cercare chi aiutare....
Vedevamo sempre queste zingare chiedere la carità, e quando si poteva le si aiutava...
ma non si riusciva ad entrare in confidenza più di tanto...
Una mattina, solito giro e soliti saluti, vedo una donna diversa dalle altre, ne riconosco il viso..."Loredana!!!" faccio con sbigottimento, si era una mia amica di infanzia...aveva sposato un capo zingaro ed ora viveva come nomade...
Un pò impacciata le dissi se aveva bisogno di qualcosa, senza entrare nel merito di quel matrimonio....mi rispose: " Non ti preoccupare, NON CI MANCA NULLA!!!"
le chiedo: "ma allora perchè chiedi la carità, non ti mette a disagio?" mi rispose: "E' LA NOSTRA TRADIZIONE, QUESTA E' LA NOSTRA CULTURA, E' UN LAVORO!!"

Mi spiegò che lei si trovava bene così, tra l'altro avendo sposato il capo zingaro della zona lei non chiedeva la carità, MA CONTROLLAVA CHE LE ALTRE DONNE DEL CLAN LA CHIEDESSERO....
Con lei stavano due ragazze incinte... e mi spiegava che da loro è importante fare figli perchè sono una fonte redditizia, appena sono in grado di camminare e di parlare, vengono istruiti sul come chiedere la carità...

Le chiesi se comprendeva come questo atteggiamento fosse sbagliato e fosse penalizzante per dei bambini i quali avevano il diritto di STUDIARE per potersi scegliere una strada nel futuro, mi rispose che ciò che conta è il CLAN, gli uomini non fanno mancare nulla ai figli e alle donne e che ogni mezzo è lecito (tranne la droga)per tirare su soldi, PER IL CLAN...

Mi resi conto che era un dialogo fra sordi, lei mi sorrise e mi disse: "stai tranquilla! non moriamo di fame!!"

Ora, ognuno è libero di scegliersi la vita che vuole vivere, ciò che noi possiamo fare è fare in modo che I BAMBINI possano comprendere che esistono altri STILI DI VITA assai più dignitosi....chiedere la carità E' DIGNITOSO se veramente sto morendo di fame...diventa truffa quando questi Clan sono pieni di macchine costosissime, e sono pieni d'oro...e non è una leggenda!
;-)

e ancora.... vicino casa di mia madre (a Roma) sotto il Ponte Marconi, sostano spesso un gruppo di zingari...
vicino abbiamo il mercato rionale nel quale la donna del Clan si recava per fare la spesa portando buste di monetine, frutto della carità...
la vista è stata davvero commovente...
avevo un'amica che aveva il bancone al mercato rionale e spesso le cambiava le monetine, lei ha provato ad entrare in cofidenza, perchè vedeva sempre questa donna con due tre figli, anche 4, sporchi da non dire...e che le facevano davvero tenerezza...ma la donna manteneva sempre le dovute distanze...
pagava gli alimenti che prendeva, piagnucolava un poco per i prezzi, chiedeva sconti e la mia amica spesso le dava qualcosa in più gratis...finchè un bel giorno vide che arrivare un uomo che si rivelò poi essere il capo Clan...su una mercedes, con un mazzo sostanzioso di biglietti da 500 euro che ne cambiava uno (soldi veri) per comprare qualcosa in un altro bancone... vide dare alla donna GLI SPICCIOLI, alcune monete, e invece di farla salire in macchina, le disse letteralmente di andare a piedi e di fermarsi dall'altra parte del ponte, vicino alla metro a CHIEDERE LA CARITA'...PORTANDO UNO DEI FIGLI...e di rientrare per l'ora di cena avrebbe trovato tutto pronto...

Senza contare il fatto reale e concreto dei FURTI ai quali i bambini vengono avviati, occorre distinguere con discernimento gli zingari che davvero si lasciano aiutare da quelli che, succubi del Clan, vivono proprio in quel modo e non vogliono affatto aiuti dal governo ma solo che il governo li lasci vivere come vogliono loro e dove vogliono loro...

Senza dubbio alcuno nessun sacerdote dovrebbe opporsi a chi, sul sagrato di una Chiesa, chiede la carità...
tuttavia è anche vero che occorre distinguere IL VERO POVERO da chi non ha voglia di lavorare e da chi sceglie di vivere chiedendo la carità perchè male che vada una cinquantina di euro al giorno te li fai...

Faccio notare che perfino tra di loro e tra i Clan c'è una ORGANIZZAZIONE PER SPARTIRSI IL TERRITORIO...
c'era una Rom alla parrocchia dove andavo, che mi faceva una tenerezza immensa ...
era venuta dall'Est alcuni anni fa e tutte le domeniche si faceva da Milano a Varese, ACCOMPAGNATA IN MACCHINA dal marito...il quale la SCARICAVA li spesso con il figlio di quarta elementare, e la riprendeva alle 12,30...
Entrammo in confidenza, lentamente le portai molto vestiario anche per il figlio, coperte e lenzuola, anche per lei cappotti e maglie CHE NON SI MISE MAI...
lentamente vidi la malattia che avanzava, stava diventando cieca da un occhio, non era un trucco, continuai a darle ciò che potevo!
Una domenica non la vidi, al suo posto c'era un altro, quando la domenica dopo ritornò e le chiesi come mai non fosse venuta, mi rispose: "DEVO DARE IL CAMBIO AD ALTRI, VADO VIA DA QUI, SONO ARRIVATI ALTRI CAPI"
le chiesi se non era il caso di ribellarsi a questa situazione, mi rispose: "E DOVE VADO?, COSA FACCIO? ALMENO CON LORO NON MUOIO DI FAME E' IL MIO CLAN! E' LA MIA VITA!

Morale della favola, per risolvere questo enorme problema occorre AVERE IL CORAGGIO DI OBBLIGARE CERTI CAMBIAMENTI CULTURALI SBAGLIATI....ma chi se ne assume la responsabilità?
Non me la sento di dare la colpa allo Stato o ad un governo...e comprendo le sollecitazioni che fa mons. Marchetto, ma se non si ha il coraggio di ESTIRPARE IL CANCRO, è difficile curare, è difficile poter sperare in una guarigione...
;-)

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