La giustizia di Dio e il suo Giudizio e a noi: Giudiziocare secondo GIUSTIZIA!

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Caterina63
00giovedì 18 dicembre 2008 21:51

Matteo 7,2
perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.

Luca 6,37
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;

Il criterio del giudizio di Dio

In base a quale criterio saremo giudicati?

 
Non dobbiamo assolutizzare un unico criterio per non fare riduzioni arbitrarie e cadere nell’integrismo.
Più precisamente; elemento discriminante è l’amicizia con Dio, realtà che dal punto di vista umano non può essere ridotta ad un solo aspetto.

Dice il Siracide 15,

17 Davanti agli uomini stanno la vita e la morte;
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
18 Grande infatti è la sapienza del Signore,
egli è onnipotente e vede tutto.
19 I suoi occhi su coloro che lo temono,
egli conosce ogni azione degli uomini.
20 Egli non ha comandato a nessuno di essere empio
e non ha dato a nessuno il permesso di peccare.


Due aspetti sono certo rilevanti:


1. la fede, l’atteggiamento avuto verso Dio, e Gesù Cristo in particolare
(Gv 3,18: Chi crede in lui non è condannato;
chi non crede in lui è già condannato, perché non ha creduto nel nome del Figlio Unigenito di Dio;
Mc 16,16: Chi crederà e si farà battezzare sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato).


2. l’amore, l’atteggiamento avuto verso i fratelli, in particolare i poveri
(cf. il famoso quadro del giudizio universale in Mt 25,31-46).


Vanno tuttavia tenuti presenti altri passi nei quali sono considerati rilevanti altri elementi vari, p. es. Gal 5,21: "invidie, ubriachezze, orge e opere simili a queste; riguardo ad esse vi metto in guardia in anticipo, come già vi misi in guardia: coloro che compiono tali opere non avranno in eredità il regno di Dio";
Ap 21,8: "Quanto ai codardi, infedeli, depravati e omicidi, impudichi, venefici e idolatri, a quanti son pieni d'ogni sorta di menzogna, la loro sorte è nello stagno, quello che brucia con fuoco e con zolfo. È questa la morte seconda".


... in sintesi "Alla sera della vita, saremo giudicati sull'amore"
(cf. San Giovanni della Croce, Parole di luce e di amore 1, 57).

Anche sant'Agostino dice appunto: AMA, E FA CIO' CHE VUOI, ma a quale Amore fa riferimento?[SM=g7554] l'amore, quello sbagliato, lo ha sottolineato s.Paolo nelle parole sopra riportate...resta dunque un solo riferimento all'Amore autentico e che ci rende veramente LIBERI: l'Amore del Verbo Incarnato, imitare quell'Amore, accogliere quell'Amore, chiederlo in dono, perseguirlo, PERSEVERARE....


Dice il Siracide 15,

17 Davanti agli uomini stanno la vita e la morte;
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
18 Grande infatti è la sapienza del Signore,
egli è onnipotente e vede tutto.
19 I suoi occhi su coloro che lo temono,
egli conosce ogni azione degli uomini.
20 Egli non ha comandato a nessuno di essere empio
e non ha dato a nessuno il permesso di peccare.



In questo passo del Siracide siamo ricondotti per mano alla Genesi, dove leggiamo:

26 E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra».
29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. 30 A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. 31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.


Appare evidente in cosa consiste questo AMORE... Dio, come dice il Siracide, nonha rdinato all'Uomo di peccare, tanto meno di non amare, i suoi comandi "erano cosa molto BUONA", poi il peccato spezzò questa armonia e Dio stesso promise:

14 Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché tu hai fatto questo,
sii tu maledetto più di tutto il bestiame
e più di tutte le bestie selvatiche;
sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
15 Io porrò inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe
e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».


è la promessa MESSIANICA; il Protovangelo di Giovanni che ci rcconta del Verbo Incarnato, Colui che viene per ripristinare L'AMORE CREATORE DI DIO in mezzo agli uomini, deturpato ed offuscato dal peccato...

Abbiamo visto il criterio del GIUDIZIO di Dio....vediamo ora il criterio de:

La giustizia di Dio[SM=g1740717]


Mt 20,1-16 – parabola degli operai nella vigna.

La parabola è costruita per suscitare sorpresa, per provocare una domanda: che giustizia è pagare allo stesso modo i primi e gli ultimi operai? Quale è allora la giustizia di Dio?
Ricordiamo la preghiera prima delle letture: "O Padre, giusto e grande nel dare all'ultimo operaio come al primo, le tue vie distano dalle nostre vie quanto il cielo dalla terra". L’affermazione richiama la prima lettura, nella quale Isaia mette in contrasto il modo di pensare degli uomini con il modo di pensare di Dio: sono due logiche diverse; la giustizia di Dio è diversa dalla nostra. 

Si tratta di iniziare un cammino di conversione ai pensieri e alle vie di Dio, alla sua giustizia; cammino mai definitivamente compiuto, cammino alla scoperta del Dio vivente che ci lascia sempre stupiti, meravigliati e pieni di gratitudine.


Di fronte alla logica umana della corrispondenza tra dare e avere, il padrone rivendica il suo diritto ad uno spazio di gratuità, vuole mantenersi la possibilità di rispondere ai bisogni di tutti. Nel suo comportamento intravediamo l'amore letteralmente sconfinato del Padre, che va oltre la logica retributiva nei confronti delle prestazioni degli operai.

San Gregorio di Nissa fa in proposito questa riflessione: "In quanto somma bontà Dio è mosso a pietà dell’uomo bisognoso di salvezza; in quanto somma giustizia fa si' che ad ogni uomo essa venga offerta".

Egli cioè non accetta di essere limitato da niente nel suo desiderio di offrire alla persona umana, a ogni persona umana, la salvezza. Non accetta gli steccati che gli uomini costruiscono
; rifiuta la catalogazione in primi e ultimi. Questo atteggiamento di Dio Padre è rispecchiato fedelmente da Gesù, che si avvicina proprio agli "ultimi", ai peccatori, ai pubblicani e alle prostitute, suscitando la reazione negativa dei "primi", i farisei e gli scribi, coloro che si ritengono vicini a Dio, tuttavia attenzione, Dio è IL GIUSTO, l'Unico Giusto senza peccato! e come tale dunque non è che farà finta di "non vedere" bensì, dice la riflessione, "SI RISERVA DI DARE A TUTTI E A CHI VUOLE L'OFFERTA DEL PERDONO", ne consegue che in questo rapporto fra Dio e l'Uomo, la decisione finale spetta proprio all'Uomo e sarà in base a ciò che egli sceglierà: o con Dio o contro Dio, non esiste la via di mezzo!


La lezione di Gesù ha come sempre una validità permanente.

In ogni tempo i "primi" sono tutti coloro per i quali la religione è simile ad un rapporto economico di dare e avere, da regolare secondo rigidi criteri di giustizia: "Osservando la legge di Dio mi guadagno la vita eterna. Come ricompensa delle mie opere, o della sola fede in Cristo, "mi è dovuta" la salvezza. Non pretendo di ricevere di più, soltanto quello che mi spetta; ma non accetto che altri che hanno lavorato meno di me, o che hanno creduto meno di me, ricevano quanto me, che non ci sia distinzione".

Ecco, di fronte a questo il Vangelo si incarica di ribadire la libertà di Dio e di abbattere ogni orgogliosa pretesa di precedere e anticipare il suo giudizio, rovesciando le aspettative e le valutazioni umane: "I primi saranno ultimi, e gli ultimi primi".

Di fronte al Signore non possiamo presentarci fidando nelle nostre previsioni, nei nostri criteri, nelle nostre valutazioni, ma solo fondarci sulla sua gratuita benevolenza; tutti quanti, primi o ultimi che siamo, poichè anche i così detti "ultimi" dovranno convertirsi, dovranno fare comunque sia una scelta.


Questo ci riporta anche all Parabola del Figliol Prodigo:

Luca 15,

25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26 chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 27 Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 28 Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. 29 Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. 31 Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Questa è la logica di Dio!

Un'ultima osservazione. il brano dei servitori giunti all'ultimo ci pone delle domande:
 
- Davvero un lungo lavoro per Dio rimane senza frutto?
- Davvero è meglio servire Dio il meno possibile?
- Conviene fare con Dio come quegli studenti che studiano lo stretto indispensabile per avere la sufficienza?

La colletta continua a guidarci nella riflessione: "Padre, apri il nostro cuore all'intelligenza delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l'impagabile onore di lavorare nella tua vigna fin dal mattino."

Il lavorare per Dio è in se stesso una gioia e una ricompensa, una cosa bella, come lo stare lontano da lui è in sé un castigo. Il servizio di Dio è un onore, qualcosa che esalta la nostra dignità di uomini, come il servire i falsi dei, gli idoli del mondo, è svilimento e degrado della nostra umanità.


La parabola ci invita ad avere occhi e cuore capaci di cogliere l'inestimabile ricchezza della chiamata a lavorare nella vigna di Dio, e a rifiutare come lui ogni grettezza e invidia, esultando per la salvezza a tutti offerta con larghezza e gratuitamente, entusiasti per la sovrabbondante misericordia che tutti avvolge e che è "eccessiva" e sproporzionata rispetto a qualsiasi remunerazione considerata in termini di "dovuto".
 Anzi, come i Santi ci insegnano: non avere pace, neppure dormire per supplicare Dio di salvare "gli ultimi", di farli diventare "primi"...

Allora saltano le categorie umane del dare e dell'avere, del tempo speso, della fatica fatta, del caldo sopportato, della ricompensa dovuta, per far posto all'accoglienza della logica di Dio: la gratuità dell'amore, di quell'Amore che, come dice san Paolo:
 FU CROCEFISSO QUANDO ERAVAMO ANCORA PECCATORI!



[SM=g1740722]

Caterina63
00venerdì 21 maggio 2010 16:23
Da un suggerimento dell'amico Daniele di FC riporto l'inizio e poi procedo con la mia riflessione:


**************

Più volte Gesù insegna a giudicare rettamente, insistendo: "Non giudicate secondo l'apparenza, ma giudicate secondo giustizia" (Gv. 7:24). Egli, poi, una volta, loda un uomo dicendogli: "Hai giudicato rettamente" (Lu. 7:43). L'apostolo Paolo svergogna i cristiani di Corinto dicendo loro: "Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? Se dunque il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare delle cose minime?" (1 Co. 6:2). Egli scrive pure: "L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno. Infatti «chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire?» Ora noi abbiamo la mente di Cristo" (1 Co. 2:15,16).

Da dove mai è venuta fuori oggi l'idea che noi non dovremmo mai giudicare gli altri? Forse che i molestatori di bambini dovrebbero sfuggire alla giusta loro condanna? Dovrebbe forse la società astenersi dal giudicare coloro che sono stati arrestati per omicidio? Gli eretici dovrebbero continuare a distruggere la Chiesa mediante le loro eresie senza essere condannati?
E poi perché bisognerebbe giudicare chi ha giudicato?



******************


Caro Daniele, sottolineando il fatto che sono d'accordo sul testo (anche se di origine protestante...e che essi usano per giudicare CONTRO IL PAPA E LA CHIESA) , specifichiamo che ci sono due aspetti della vicenda:

1) la domanda sbagliata: il giudicare gli ALTRI non va bene, ma il giudicare SECONDO GIUSTIZIA si....il che significa che si agisce, ossia si giudica, SULL'AZIONE, SULLA DOTTRINA, SULL'ERESIA, SULL'APOSTASIA, SULL'ATTO compiuto e mai sull'ALTRO inteso come persona...qui sta da chiarire, e da comprendere come questa differenza non sia sempre facile da distinguere...!

2) la Chiesa ha scelto LEGITTIMAMENTE (è Pietro con i Vescovi che hanno il potere di legare e sciogliere e non è sui Sacramenti o sulle dottrine, ma sulle azioni del governo della Chiesa e sulla Confessione, unico Sacramento che possono negare a chi non è veramente pentito) di non procedere a condannare (qualche volta lo fanno ancora), ma di usare la via del dialogo e della comprensione....lo vedo come un TEMPO DI GRAZIA che sarà destinato a finire...
La scomunica è IPSO-FACTO ossia "automatica" laddove l'eresia è palese... laddove un divorziato è convivente, la dove una madre abortisce, la dove si nega la Trinità o la dottrina cattolica, ecc...
NESSUNO PUO' DISTRUGGERE LA CHIESA!!! neppure Satana ha questo potere, non è a rischio la Chiesa MA NOI...NOI RISCHIAMO DI PERDERE LA FEDE...

Purtroppo non è che NON si conosce la Scrittura, al contrario, la si usa a sproposito e la si interpreta NON CON IL MAGISTERO, MA CON LE PROPRIE OPINIONI o peggio, usando esegeti e teologi che pur dicendosi cattolici, di fatto hanno rinnegato LA TRADIZIONE... e quindi hanno adattato la Scrittura alle mode di oggi...
Sono in tanti a conoscere la Scrittura che i LIBRI DI ESEGESI sono migliaia di migliaia...ma pochi corrispondono alla sana Dottrina...
Perfino il Papa che scrive su Gesù di Nazareth usando la Tradizione, viene CONTESTATO e criticato da un cardinale esegetico per sostenere LA SUA PERSONALE IMMAGINE DI CRISTO...

Dunque ATTENZIONE perchè nella Scrittura troviamo anche questo:


Matteo 7,2
perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.


Luca 6,37
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;


ergo, attenzione alle esegesi di matrice protestante che spesso sono relative all'Antico Testamento ed incomplete nel quadro del Nuovo perchè private dell'interpretazione della Chiesa ...

... in sintesi "Alla sera della vita, saremo giudicati sull'amore"
(cf. San Giovanni della Croce, Parole di luce e di amore 1, 57).

cosa vuol dire? è ovvio che si parla dell'AMORE DI DIO con tutto ciò che questo comporta...è come la frase strumentalizzata di sant'Agostino: AMA E FA CIO' CHE VUOI! e così oggi gruppi di omosessuali CATTOLICI sostengono che possono sposarsi perchè l'importante è amarsi ed essere fedeli...già fedeli a chi? A SE STESSI e non certo a Dio...

Infatti:
Gal 5,21 "invidie, ubriachezze, orge e opere simili a queste; riguardo ad esse vi metto in guardia in anticipo, come già vi misi in guardia: coloro che compiono tali opere non avranno in eredità il regno di Dio";
Ap 21,8 "Quanto ai codardi, infedeli, depravati e omicidi, impudichi, venefici e idolatri, a quanti son pieni d'ogni sorta di menzogna, la loro sorte è nello stagno, quello che brucia con fuoco e con zolfo. È questa la morte seconda".

Gesù è venuto a ripristinare L'AMORE VERO QUELLO DELLA CREAZIONE DETURPATO DAL PECCATO ergo da allora viviamo con una duplice visione dell'Amore, il così detto: amore sacro....amor profano...
l'Amore Sacro vive dei Dieci comandamenti, della Chiesa, della CROCE, dei Sacramenti...l'amore profano vive con il compiacere ogni tentazione...anche quella di fare di se stessi una fonte divina alla quale obbedire...SECONDO COSIENZA, una coscienza perversa...

Il fatto del NON giudicare pertanto va assolto in quel saggio consiglio di Gesù quando ci invita a guardare la trave che ci sovrasta l'occhio, anzichè togliere la pagliuzza dall'occhio del fratello...con questo il Signore non ci mette a tacere, al contrario: PER GIUDICARE SECONDO GIUSTIZIA OCCORRE CHE NOI STESSI VIVIAMO DI QUESTA GIUSTIZIA...
Vivere la vera dottrina, vivere DI AUTENTICA GIUSTIZIA ASSOCIATA AI COMANDAMENTI ED ALLA CHIESA ed allora si, si è in grado di rilevare gli errori degli altri...perchè giudicando, saremo noi stessi giudicati...se non useremo misericordia, Dio NON la userà con noi...


Prendiamo, per esempio ora, l'uso relativista che si fa dello SPIRITO SANTO...
Egli TERZA PERSONA DELLA SANTISSIMA TRINITA' è solitamente usato come una sorta di Bora (vento triestino), di Tramontana, di Libeccio, di Scirocco...insomma una sorta di VENTO a seconda dei gusti personali... che soffia appunto dove e come vuole...fregandosene altamente delle altre due Persone della Trinità, specialmente del Figlio che è a Capo della Chiesa, ne è lo SPOSO...e dunque uno spirito alla fine che agirebbe anche contro l'ortodossia della Chiesa...

Lo Spirito esercita, innanzitutto, il compito di consolatore e avvocato protettore del cristiano, combinando questo compito con quello di maestro interiore (vangelo).
Lo Spirito Santo non è un vento "schizzofrenico" SOLITARIO che va in giro a suggerire interpretazioni diverse della Scrittura... ....al contrario, Egli fa con noi e in noi il cammino della vita, della nostra vita umana con tutta la sua realtà prosaica e con tutta la sua esaltazione sublime....
Per esempio si vive lo spirito del Concilio parlando di NUOVA PENTECOSTE....a parte il fatto che tutti i Papi hanno condannato il termine "spirito del Concilio" proprio perchè abusato e frainteso, ma il cristiano cattolico, se è coerente, vive in una perenne Pentecoste, e per questo nell’esperienza ineffabile del conforto spirituale e della sicurezza protettrice ed efficace dello Spirito....ogni anno è Pentecoste, ogni Domenica lo Spirito Santo agisce, ogni giorno lo Spirito Santo è presente nel Segno della Croce che facciamo... ed è SEMPRE PRESENTE AD OGNI EUCARESTIA

“Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26).... La presenza dello Spirito nella Chiesa è destinata alla remissione dei peccati, al ricordo e alla realizzazione del Vangelo nella vita, all’attuazione sempre più profonda dell’unità nell’amore... per questo si chiama e si definisce APOSTASIA e dunque si emette un giudizio secondo giustizia, laddove si fa dire allo Spirito Santo cose contro la Chiesa e contro la Tradizione, il Deposito della Fede...

Ed è ovvio che abbiamo non il diritto MA IL SACROSANTO DOVERE DI GIUCARE CON GIUSTIZIA....
il giudizio è sbagliato quando viene inflitto alla persona attraverso il canale mediatico che NON guarda l'origine del problema teologico, ma estrapolando poche citazioni usa un soggetto per farlo proprio come antagonista del soggetto principali, in molti casi il Papa e il suo Magistero che è universale, mentre quello dei Vescovi e dei cardinali è universale SOLO SE RISPONDE CON FEDELTA' AL MAGISTERO PONTIFICIO!

Ma molti cattolici oggi non lo comprendono e ritengono un attacco inaudito le critiche DOVEROSE a quanti, seppur vescovi o cardinali, scrivendo andando contro la Tradizione, vengono poi segnalati come INAFFIDABILI!!

Paolo VI sul finire degli anni '70 lo disse esponendo una domanda:
"Siamo forse giunti alla profezia di Paolo a riguardo della grande apostasia? Ci parrebbe di si! Il gregge è confuso e disorientato..."

siamo alla legge sull'aborto e sul divorzio, I CATTOLICI AL 70% HANNO DETTO SI ALL'OMICIDIO, SI ALLA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA....hanno attaccato l'Humanae vitae di Paolo VI contro la contraccezione e contro la concezione di famiglia della cultura di oggi...e Giovanni Paolo II ribadiva: SIAMO ENTRATI IN UNA GRAVE APOSTASIA SILENZIOSA!
Benedetto XVI da Fatima riapre i giochi sul Terzo Segreto, esso non finiva con la caduta del muro rossa come era stato detto in una prima stesura ufficiale per altro dello stesso Ratzinger... è come se il Papa avesse voluto dire: NON POSSIAMO PIU' TACERE, NON POSSIAMO PIU' NASCONDERE LA GRAVITA' DELLA SITUAZIONE...I CATTOLICI SONO ENTRATI NELLA GRANDE APOSTASIA...C'E' UNA GRAVE CRISI DA DENTRO LA CHIESA, I NEMICI SONO QUA DENTRO, ha detto il Papa...

Una escaletion che non ha precedenti nella storia della Chiesa...
ergo abbiamo il dovere di giudicare CON GIUSTIZIA quanto sta avvenendo e porre riparo, ritornare all'ortodossia della fede, ritornare alla sana Tradizione...
abbandonare le proprie opinioni, morire a noi stessi e vivere della Chiesa, vivere di Cristo... e non per timore che la Chiesa possa crollare NO! ma perchè davvero ci preoccupa e ci affligge LA PERSEVERANZA DELLA E NELLA FEDE! ci preoccupa la dannazione dei peccatori (cfr Ez. cap.3 13 e ss)
perchè se è vero che il Signore dice che saremo giudicati anche noi, come spiega Ezechiele saremo giudicati ANCHE SE AVREMO TACIUTO SULLA VERITA', per questo san Paolo dice che la più grande forma della Carita' E' LA VERITA'...

L'indizione dell'Anno Sacerdotale, che è seguito all'Anno del Rosario e all'Anno dell'Eucarestia, non sono dei "casi" accidentali, sono il Progetto di Dio per la sua Chiesa...
è indispensabile che i sacerdoti abbandonino i propri progetti per farsi MINISTRI E AMMINISTRATORI DEI MISTERI DI DIO (cfr 1Cor.4)

E si termini di dire "noi siamo Chiesa...." è una bestemmia!!!
noi SIAMO LE MEMBRA DELLA CHIESA... la Chiesa è LA SPOSA DI CRISTO, E' IL COPRO DI CRISTO, NON SIAMO NOI LA CHIESA....NOI NE SIAMO LE MEMBRA mediante il Battesimo!

Non si vede più la Chiesa quale è realmente: Sposa e Corpo di Cristo e di conseguenza ecco che senza accorgersene e in buona fede, si USA LA CHIESA a seconda delle proprie voglie...a seconda delle proprie idee o opinioni ritenendo la Chiesa un essere se stessi...ecco perchè molti sacerdoti non sono più fedeli perchè NON vivono la Chiesa QUALE LORO SPOSA...ma la vivono come se stessi con i difetti e le infedeltà...
al contrario la Sposa di Cristo E' UNA E SANTA, E' PURA E IMMACOLATA ED E' LEI CHE CI SANTIFICA NON IL CONTRARIO!!!

Questo modo di vedere la Chiesa come se stessi è una grave apostasia...
Certo! i Santi poi AIUTANO LA CHIESA, gli Ordini Religiosi, anche i Movimenti certamente danno un ricco CONTRIBUTO alla causa della Chiesa, le membra CONTRIBUISCONO ALLA SUA CRESCITA, ma NON la santificano, è la Chiesa che santifica noi...


Concludo queste riflessioni con le parole di Giovanni Paolo II nel suo spiegare la gravità della situazione e la negazione della CORREZIONE FRATERNA...

Coloro che si rendono conto di tale situazione di peccato e della necessità di accogliere la salvezza divina, si trovano nella situazione migliore per ottenere il perdono di Dio; coloro invece che non riconoscono la propria miseria, si rendono indisposti e chiusi all’azione redentrice di Cristo e rimangono privi della sua misericordia.
Ciò non perché Dio non voglia loro perdonare, ma perché il perdono non può essere riversato su chi non avverte il bisogno di perdono e non lo chiede.
L’uomo si fa così impenetrabile alla grazia dello Spirito, restando prigioniero della propria tenebra interiore. È veramente uno stato di profonda chiusura spirituale che impedisce ogni possibile conversione: «L’uomo resta chiuso nel peccato, rendendo da parte sua impossibile la sua conversione e, dunque, anche la remissione dei peccati, che ritiene non essenziale e non importante per la sua vita. È, questa, una condizione di rovina spirituale, perché la bestemmia contro lo Spirito Santo non permette all’uomo di uscire dalla sua auto-prigionia e di aprirsi alle fonti divine della purificazione delle coscienze e della remissione dei peccati» (Dominum et Vivificantem, 46).


ergo NON è vero CHE TUTTI "ANDIAMO" IN PARADISO....l'Inferno esiste ed aiutare i fratelli a capire l'errore è fondamentale ed indispensabile, non si tratta dunque tanto di giudicare, quanto di AVVISARE E CONDANNARE L'EMPIETA':

Ezechiele cap.3

16 Al termine di questi sette giorni mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell'uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d'Israele. 17 Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia.
18 Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. 19 Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato.
20 Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, io porrò un ostacolo davanti a lui ed egli morirà; poiché tu non l'avrai avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate; ma della morte di lui domanderò conto a te. 21 Se tu invece avrai avvertito il giusto di non peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito e tu ti sarai salvato».



Parola di Dio!!

 
Caterina63
00sabato 22 maggio 2010 19:38

il tassello mancante

Il Santo Papa Pio X aveva visto giusto: i modernisti non si accontenteranno finché non avranno completato la loro agenda con l'ultimo tassello che oggi con  falsi pretesti reclamano a gran voce al fine di distruggere la Fede e la Chiesa. Ma "non prevalebunt!".

"Per ultimo restano da dire poche cose del modernista in quanto si pretende riformatore. Già le cose esposte finora provano abbondantemente da quale smania di innovazione siano presi questi uomini. e tale smania ha per oggetto quanto vi è nel cattolicesimo. Vogliono riformata la filosofia specialmente nei seminari: cosicché, relegata la filosofia scolastica alla storia della filosofia in combutta con gli altri sistemi ormai superati, si insegni ai giovani la filosofia moderna, unica, vera e rispondente ai nostri tempi.

A riformare la teologia, vogliono che quella, che diciamo teologia razionale abbia per fondamento la moderna filosofia. Chiedono inoltre che la teologia positiva si basi principalmente sulla storia dei dogmi. Anche la storia chiedono che si scriva e si insegni con metodi loro e precetti nuovi.

Dicono che i dogmi e la loro evoluzione debbano accordarsi colla scienza e la storia. Per il catechismo esigono che nei libri catechistici si inseriscano solo quei dogmi, che siano stati riformati e che siano a portata dell'intelligenza del volgo. Circa il culto, gridano che si debbano diminuire le devozioni esterne e proibire che si aumentino, benché, a dir vero, altri più favorevoli al simbolismo si mostrino in questa parte più indulgenti. Strepitano a gran voce perché il regime ecclesiastico debba essere rinnovato per ogni verso, ma specialmente in campo disciplinare e dogmatico. Perciò pretendono che dentro e fuori si debba accordare colla coscienza moderna, che tutta è volta a democrazia; perché, dicono, doversi nel governo dar la sua parte al clero inferiore e perfino al laicato, e decentrare l'autorità troppo riunita e ristretta nel centro. Le congregazioni romane si devono svecchiare: e, in capo a tutte, quella del Santo Offizio e dell'Indice.

Deve cambiarsi l'atteggiamento dell'autorità ecclesiastica nelle questioni politiche e sociali, talché si tenga essa estranea dai civili ordinamenti, ma pur vi si acconci per penetrarli del suo spirito. In fatto di morale, danno voga al principio degli americanisti, che le virtù attive debbano anteporsi alle passive, e di quelle promuovere l'esercizio, con prevalenza su queste.

Chiedono che il clero ritorni all'antica umiltà e povertà; ma lo vogliono di mente e di opere consenziente coi precetti del modernismo. Infine non mancano coloro che, obbedendo volentierissimo ai cenni dei loro maestri protestanti, desiderano soppresso nel sacerdozio lo stesso sacro celibato. Che si lascia dunque d'intatto nella Chiesa, che non si debba da costoro e secondo i loro princìpi riformare?"

SAN PIO X, Enciclica «Pascendi dominici gregis» sulle dottrine moderniste, 8 settembre 1907, in Enchiridion delle Encicliche, vol. 4, Pio X, Benedetto XV (1903-1922), ed. bilingue, Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 1998, pp. 273/275.

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