La storia della piccola chiesa a Rodi che ognuno di noi dovrebbe conoscere....

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Caterina63
00martedì 31 agosto 2010 18:55
Vivacità e iniziative della comunità cattolica animate dal vicario generale padre John Luke Gregory

C'era una volta una piccola chiesa a Rodi


di Elisabetta Galeffi

Sorridente, di fronte agli scaffali carichi di testi della dottrina e storia della Chiesa, giunti da ogni parte del mondo, frate John Luke chiede che gli venga scattata una foto. Un modo per ringraziare la generosità di tanti lettori de "L'Osservatore Romano" e di tutti coloro che hanno dato seguito alla richiesta di libri diffusa anche dai microfoni di "Radio Vaticana". Adesso sull'isola di Rodi la biblioteca c'è.

Tutto è nato da un incontro all'aeroporto dell'isola di Rodi dove un frate tempo fa accompagnava gli amici alla partenza. La curiosità formulò la domanda del cronista:  "Che ci fa un frate minore da queste parti? Qui sono tutti ortodossi".

"Non lo sapeva - rispose pronto il frate - che i francescani sono a Rodi da quando san Paolo ci passò nel 58? Qui vivono ancora tremila cattolici". La conversazione sarà durata al massimo dieci minuti, ma a padre John Luke sono bastati per parlare dei problemi della piccola comunità cattolica dell'isola e dei suoi bisogni.

Molte le necessità:  chiese da restaurare, centri per incontrarsi da organizzare e una biblioteca per poter leggere i libri, un prodotto raro nell'isola. Tutta l'isola di Rodi vive molto d'estate e di turisti, che non vengono certo qui per comprare libri su materie poco balneari e così buone librerie non ci sono.

Adesso chiunque ne abbia voglia dispone non solo di una biblioteca, ma di volontari pronti a dare una mano nella ricerca dell'argomento che interessa. Alla prima occasione siamo ripassati da Rodi.
La scoperta è stata che l'entusiasmo non è finito con le biblioteche realizzate, ma spinge da sette anni a ridare vita a una comunità cattolica composta da greci, per lo più anziani, da molti europei trasferitisi qui dopo anni di vacanze sull'isola e da immigrati cattolici sempre più numerosi che provengono da Paesi poveri e che vivono ai confini della società del Paese che li ospita.

"I cattolici a Rodi possiedono molti spazi e sono riusciti a restaurarne alcuni, in modo da poter offrire accoglienza a tutti coloro che ne hanno bisogno", racconta padre Luke.

Gli edifici di proprietà della Chiesa cattolica a Rodi erano molti di più degli attuali, qui come nelle isole di Cos e Leros. I pochi francescani però non riuscivano più a gestire tutte le chiese e i conventi; così alcuni, come il bellissimo convento di Filerimo, nel marzo 1972, durante il passaggio della missione di Rodi dai frati della provincia di Assisi ai frati della Custodia di Terra Santa, furono ceduti agli ortodossi.

"Adesso vorrei dedicare la maggior parte delle ore della mia giornata a fare il prete", ci confessa John Luke, che per sette anni, è stato architetto, arredatore, bibliotecario e instancabile ricercatore di tutto quello che era andato perso dalle parrocchie che sono rimaste ai frati.

Le chiese di San Francesco, Sant'Anna a Trianda erano quasi distrutte quando il padre è arrivato sull'isola e anche il cimitero cattolico, concesso ai frati nel 1867 dal Governo ottomano per intervento dell'ambasciatore di Francia a Costantinopoli, versava in condizioni terribili. La chiesa di San Francesco, ottimo esempio di architettura anni Trenta, era quasi inagibile, mentre oggi sono tornati a splendere i grandi affreschi e il perfetto organo serve anche per organizzare concerti di musica classica nelle sere d'estate, richiamando le folle di turisti che popolano l'isola.

"Organizzare concerti è un modo per far sentire la nostra presenza sull'isola", insiste il francescano, che adesso dispone anche di uno spazio dove insegnare la lingua greca e l'inglese sia ai figli degli immigrati che ai genitori che vogliono trovare un lavoro a Rodi. La sala Santa Chiara, annessa alla chiesa parrocchiale di Santa Maria della Vittoria, funge da doposcuola domenicale per i bambini e da scuola serale per gli adulti. "Innanzitutto, i bambini qui studiano la loro lingua di provenienza - precisa padre Luke - per non perdere la loro cultura e identità. Le madri, che a casa spesso non hanno la lavatrice o strumenti sufficienti per cucinare, sbrigano, nel frattempo, lavori casalinghi nella cucina contigua che ho fatto attrezzare per loro".

Un aiuto speciale il religioso francescano ha cercato di darlo ai cristiani di confessioni diverse, costruendo in un lembo di terra del suo giardino una cappellina di legno, che usano i pochi luterani dell'isola, privi del tutto di strutture proprie.

"L'ecumenismo - spiega John Luke - è una priorità soprattutto in questa terra. Rodi è luogo di incontro di comunità e culture diverse da sempre".

Il suo esempio ha dato buoni frutti e padre Luke ha potuto celebrare un matrimonio cattolico nella chiesa ortodossa di Leros, altra isola dell'arcipelago greco del Dodecaneso dove chiese cattoliche non ci sono, ma dove continua a vivere una piccola comunità che il padre va a trovare una volta al mese. "Con il clero ortodosso, mi sono sempre trovato in famiglia", spiega il padre. L'ecumenismo ha terra fertile a Rodi. Se nel resto del viaggio in Grecia ci era sembrato talvolta di percepire qualche difficoltà di convivenza tra le due confessioni cristiane, a Rodi l'arcivescovo greco-ortodosso dell'isola ha appena promosso un convegno sui temi principali della teologia cristiana a cui sono invitati a partecipare molti vescovi cattolici europei. "A ottobre ci sarà un bel pezzo di Chiesa cattolica sull'isola", dice il francescano che andrà all'incontro insieme al suo arcivescovo, quello di Atene.

Nato a Sheffield in Inghilterra, padre Luke a diciassette anni, dopo una gita a Lourdes, decise di visitare Gerusalemme. Ad Abudis, un piccolo villaggio palestinese, si trovò ad alloggiare vicino al convento delle suore francesi, conosciute poco tempo prima a Lourdes. Gli sembrò un segno che gli indicava di tornare in Terra Santa per aiutarle. Così ogni estate andò, mentre si laureava in filosofia e teologia al King's College di Londra e fino a che non decise di rimanere coi frati nel convento di San Salvatore. Grazie alla sua madre lingua inglese, padre Luke ha rivestito ruoli diplomatici in Terra Santa, ma per quella sua irrefrenabile cocciutaggine di voler fare il frate sopra ogni altra cosa, alla fine ha avuto quello che desiderava:  una sua parrocchia.

A Rodi non poteva arrivare un sacerdote più attivo e devoto alla missione francescana. L'ultima sfida è stata riaprire il vecchio cinema teatro parrocchiale, dato in affitto per anni come magazzino. Il 27 agosto con uno spettacolo in italiano, organizzato da una comunità di Bari, è stato inaugurato il teatro. "È per tutti i ragazzi dell'isola - dice padre Luke - soprattutto per quelli che vivono qui tutto l'anno e nei mesi invernali si trovano ad abitare in un'isola intera chiusa per ferie".


(©L'Osservatore Romano - 1 settembre 2010)

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