La tavola dei popoli di Atti 2, 8-11/40-41 /incompatibilità fra Islam e Cristianesimo

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Caterina63
00mercoledì 3 dicembre 2008 10:07
[SM=g1740733] La tavola dei popoli di Atti 2, 8-11/40-41
Da un lavoro non mio, riporto liberamente (e dunque aggiungendo di mio) solo le parti essenziali....che, condividendo, riguardano solo questo riferimento della Scrittura.....



Atti 2,8-11/40-41

«Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? 8 E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? 9 Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, 10 della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, 11 Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio».

40 Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa». 41 Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.


....

L'elenco dei "popoli", con i suoi nomi che dovettero suonare "normale" ai fedeli del giorno di Pentecoste, i quali erano appunto a Gerusalemme per FESTEGGIARE, evidenzia bene la spazialità e complessità del mondo antico, spesso da noi ridotto ai soli Romani, Greci e caso mai Ebrei..... Senza parlare poi delle differenze CULTURALI di questa folla eterogenea, riunita dai paesi più lontani (con un lungo viaggio alle spalle e la prospettiva del viaggio di rientro) per ascoltare il lieto annunzio.....

Nella Basilica di san Marco a Venezia è riprodotta una suggestiva raffigurazione della Pentecoste.....Al centro c'è lo Spirito Santo assiso in trono che si irradia sugli apostoli, Dodici, disposti in un primo registro circolare. Ai piedi degli apostoli, intervallati dalle finestre, ciascun popolo è simbolicamente rappresentato da una coppia di persone con tanto di didascalia.
Qualcuno sostiene che l'elenco copiato da Luca sarebbe un calendario astrale di età seleucide in cui i popoli sono associati ai mesi....






....la Brinkman J.A., The Literary Background of the "Catalogue of the Nations" (Acts 2,9-11) in Catholic Biblical Quarterly 25 (1963) pp. 418-427
alla biblioteca G.Dossetti .....riporta in sostanza che: la lista "dei popoli" è riportata in Paulus Alexandrinus, Eisagoge eis ten apotelesmatiken (Introduzione all'astrologia dell'378 a.C.).
16 regioni geografiche sono raggruppate insieme sotto i 12 segni zodiacali per scopi astrologici.

[SM=g1740733] Ma san Luca non copiò questo documento (ci sono leggere ma significative differenze). Comunque, seppur il contesto è quello dell'astrologia babilonese della seconda metà del I millennio a.C. e la Giudea è un'aggiunta di Luca (che curiosamente, rimane esattamente al centro del cerchio tracciato in senso antiorario dal resto dell'elenco dei popoli), resta fondamentale per noi comprendere la significativa presenza di questi "popoli" all'interno di uno scenario fondamentale che si colloca, per noi, nella nascita della Chiesa.... ...

Mentre il giorno di Pentecoste stava per compiersi... La discesa dello Spirito sugli apostoli porta a compimento e dà nuovo senso a diversi episodi della scrittura:

* l'alleanza degli ebrei con Dio al Sinai, accompagnata da tuoni e lampi con la cima del monte avvolta nel fuoco (Esodo 19,16ss) | "il rombo come di vento che si abbatte gagliardo" e le lingue di fuoco;
* battesimo di Giovanni, che profetizzò il battesimo "in Spirito Santo e fuoco" di Gesù (Matteo 3,11);
* cantico di Simeone: "...la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti" (Luca 2,29-32) | la folla di persone presente alla Pentecoste;
* la dispersione dei popoli e la confusione delle lingue nell'episodio della torre di Babele (Genesi 11,1-9) | parlando lingue diverse i discepoli si fanno capire di tutti, indicando la via per elevarsi davvero verso Dio (senza bisogno di costruzioni umane).

Missione e culture

Gli apostoli non parlano una sola lingua che tutti miracolosamente comprendono, ma parlano diverse lingue in modo che ognuno dei presenti riceva l'annuncio nella propria lingua e cultura.

Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione

Assieme a Pasqua e alle "Capanne", Pentecoste è una delle tre feste in cui gli ebrei dovevano compiere il pellegrinaggio a Gerusalemme (Deuteronomio 16,16). I presenti sono quindi per lo più ebrei osservanti, dispersi dalle vicende storiche nei vari paesi elencati, venuti a Gerusalemme per il pellegrinaggio. Comunque si precisa: ebrei e proseliti (cioè persone non nate da madre ebrea ma convertitesi all'ebraismo -cosa abbastanza rara) e stranieri di Roma (forse ad indicare i pagani).

Le nazioni elencate coprono tutto il mondo allora conosciuto da un ebreo:
i Parti erano i nemici dei romani sulla frontiera orientale dell'impero;
in Elam (la cui capitale era Susa) dovevano esserci ebrei fin dai tempi di Ester e Daniele;
l'Asia comprendeva originariamente la parte della Turchia che si affaccia sul mar Egeo (Asia minore, sempre con questo senso nella Bibbia),
poi allargata ad indicare tutto il continente rappresentandone le propaggini più vicine a noi europei; Cretesi e arabi chiudono la lista perché rappresentano due etnie particolari, gli abitanti delle isole e del deserto.

Questa folla raccogliticcia (come il popolo ebraico ai piedi del Sinai), formata da persone provenienti da paesi lontani e spesso nemici fra loro, trova un elemento di unione nello straordinario annunzio operato dagli apostoli....dando il via alla missione della Chiesa: portare a tutti i popoli l'annuncio dell'Incarnazione di Dio, la nascita del Messia, la vita, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo per la nostra salvezza.... 

Atti 5,20

«Andate, e mettetevi a predicare al popolo nel tempio tutte queste parole di vita».


Matteo 28,19-20

19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».




Anche in Italia, oggi, si ritrovano genti di etnie diverse e lontane, slavi e albanesi, russi e rumeni, marocchini e algerini, turchi e cinesi, peruviani, brasiliani... ecc...
Siamo in grado di annunziare loro le grandi opere di Dio senza barattare la Verità, senza compromessi, senza fanatismi...senza l'imposizione di personali interpretazioni???

Queste riflessioni ci aiutano a comprendere che nel concetto della "tavola dei popoli" e nell'interesse stesso del Cristo che affida il progetto divino dell'Annuncio, non interessa il fatto che questi popoli abbiano "altre fedi" [SM=g1740733]  è all'interno delle diverse culture che questi "popoli" si trovano alla ricerca di quel Qualcuno: "Dio si fece carne"... e in Cristo Gesù, Signore e Dio, abbiamo ricevuto il compito, il mandato di annunciare a tutti i popoli che il Messia è giunto e ha fatto quanto doveva fare per salvarci.
Non esiste altra fede che quella annunciata dal Cristo!





Buona riflessione...
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"Se sarete ciò che dovrete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero" (S.Caterina da Siena)
Caterina63
00sabato 23 maggio 2009 08:39
La testimonianza in un mondo multiculturale e multireligioso

Il veicolo più efficace per la verità


Martedì scorso è stato presentato alla Pontificia Università Urbaniana il libro All'origine della diversità, con prefazione del patriarca di Venezia (Milano, Guerini e Associati, 2009, pagine 238, euro 15). Pubblichiamo uno stralcio del contributo del curatore.

di Javier Prades

Secondo la rivelazione cristiana, "ogni singolo uomo può aderire al fondamento originario e trascendente solo nell'atto della libera decisione in favore di quell'evento che realizza l'evidenza di tale fondamento. Questo evento è Gesù Cristo". Egli, nella sua singolarità di Figlio di Dio incarnato, pretende di realizzare la pienezza universale della rivelazione di Dio, vale a dire, pretende di rimandare al fondamento originario. Così attua storicamente il senso ultimo del mondo e dell'uomo donandosi alla concreta libertà storica del singolo uomo.

La categoria che esprime bene l'incontro dell'uomo con la realtà è quella della testimonianza, intesa come la risposta al fondamento da parte della libertà finitale. L'importanza di questa categoria è stata ricuperata nella teologia postconciliare:  "La fede nella rivelazione storicamente avvenuta viene comunicata per mezzo della testimonianza. Stando così le cose, la testimonianza è uno dei concetti centrali della teologia cristiana". Infatti, sia nel caso singolare della libertà di Gesù che risponde al Padre, essendo il Figlio di Dio, sia nel caso dei cristiani che vivono la Parola, il sacramento, la comunione e l'autorità, mediante il dono dello Spirito Santo, ci troviamo davanti alla struttura testimoniale della rivelazione e della fede, e della sua trasmissione.

Solo quando la testimonianza viene collocata in questo incrocio filosofico-teologico risulta determinante per dire la novità irriducibile del fatto cristiano e per indicare la modalità specifica di dialogo con le religioni e con le culture, liberandosi dalle precomprensioni riduttive con cui spesso viene concepita, e che la rendono inutile per il compito fondativo che le spetta.
 
Superfluo rilevare che la testimonianza risulta efficace per un ricupero della dimensione esistenziale della fede, in quanto esprime una decisione personale che coinvolge la vita mediante un legame affettivo. Sembrerebbe questo il modo con cui la testimonianza corregge la deriva intellettualistica di una fede che si identifica con la ripetizione della dottrina corretta. Ma si deve essere attenti a non perdere la ricchezza teoretica del rapporto testimonianza-verità.

Si deve subito chiarire che la testimonianza non si limita a una sorta di autoreferenzialità biografica del credente, invece dell'attestazione della rivelazione divina.

Anche se la testimonianza cristiana coinvolge sempre il testimone, non si deve dimenticare che questi "intenziona quel referente irriducibile [Gesù di Nazaret] come termine risolutivo del gesto sul quale si concentra, e mira esplicitamente a renderlo apprezzabile come l'inizio e il compimento dell'atto di fede che desidera propiziare". Per la sua natura veritativa, la testimonianza non si può identificare soltanto con la manifestazione dell'evidenza degli effetti buoni della fede (al modo del buon esempio) o con la persuasione vissuta della sua esistenzialità. Il suo compito non si limita a offrire una rilevanza affettivamente coinvolgente per compensare un difetto di evidenza della rivelazione.

La testimonianza ha la pretesa di veicolare efficacemente la verità di Cristo. Il nostro mondo multiculturale e multireligioso è segnato dall'apparente impossibilità di proporre la verità. La rinascita della religione non è di per sé determinante per superare questa situazione. Va ricuperata la domanda sulla valenza veritativa della religione e della filosofia.

In tale contesto l'originalità cristiana è quella di annunciare una verità definitiva per il mondo e per l'uomo. La fede si deve paragonare con le religioni sul terreno della verità e della libertà.

Poiché la concezione moderna di ragione "separata" fa fatica ad articolare verità e libertà, c'è bisogno di un ripensamento dell'ontologia e anche di un ripensamento della natura rituale della religione come accesso alla verità.

La rivelazione cristiana ha la pretesa di attribuire valore veritativo a un fatto storico liberamente deciso da Dio, che si rivolge alla nostra libertà storica. La testimonianza cristiana è una dimensione essenziale della rivelazione. Non può essere ridotta a pura autoreferenzialità, né a supplemento affettivo di una mancata evidenza, ma intenziona un referente preciso:  Gesù Cristo e Dio Trino. [SM=g1740722]

Nella testimonianza il soggetto decide di se stesso in rapporto all'Assoluto nell'interpretare il segno storico che suscita l'attrattiva, coinvolgendo la sua adesione fino a potersi parlare di concepimento nuovo dell'io.



(©L'Osservatore Romano - 22-23 maggio 2009)

Caterina63
00domenica 25 aprile 2010 15:55

Cattoprogressisti e Islam. Alleanza tattica dal Blog di Messa in Latino


Da un po' di tempo mi frulla insistentemente nella testa una riflessione che concerne i rapporti "ecumenici" fra i cattolici progressisti e l'ISLAM. E' naturale che fra due gruppi di persone si tenda ad avvicinarsi od allontanarsi a seconda dei punti in comune delle rispettive idee. Osservando dunque le posizioni di questi due ambienti culturali, data la grande reciproca simpatia se ne potrebbe ragionevolmente dedurre una affinità almeno spirituale. Le cose invece non stanno per niente così. Ciò significa dunque che c'è qualcosa che non quadra ma... andiamo con ordine:

1 - I cattoprogressisti non perdono occasione di magnificare le grandi conquiste della modernità fra cui la laicità dello Stato e la netta separazione fra Fede e politica. Ora è noto che, al contrario, non esiste sulla Terra una religione più assolutista dell'ISLAM in merito all'identificazione fra queste due dimensioni umane.

2 - I nostri amici "conciliaristi" sottolineano sempre la dimensione comunitaria, gioiosa, misericordiosa della religione. Quando parli loro di Diritto Canonico se va bene storcono il naso e dicono che l'amore di Dio non può essere contenuto in un codice. L'ISLAM è invece una religione "giuridica" per eccellenza. Diceva un noto prete libanese che quando si entra in una libreria islamica il 90% dei titoli riguardano il "FIKR" ovvero la Sharia, cioè il diritto mussulmano.

3 - Secondo i nostri fratelli di Fede conciliare Dio è buono, tanto buono, buonissimo, un vero bonaccione che tutto perdona e dimentica. Il Dio dei mussulmani non conosce l'amore, chiede solo la sottomissione assoluta e incondizionata.

4 - Per i catto-progressisti l'inferno non c'è o è vuoto. Per l'ISLAM è pienissimo ed in esso giungono non solo i cattivi mussulmani ma tutti, ripeto tutti, i seguaci di altre religioni.

5 - I nostri amici amano e propugnano la "libertà religiosa" come dogma indiscutibile. Per l'ISLAM chi non si converte è un infedele, chi abiura è automaticamente condannato a morte.

6 - I cattolici moderni deridono le signore tradizionaliste che mettono il velo in chiesa e poi... difendono a spada tratta il diritto ad indossare il velo per quelle islamiche.

7 - Sempre gli stessi nostri confratelli si stracciano le vesti contro chi pretenderebbe di usare il latino come lingua liturgica. L'ISLAM va ben oltre: sostiene che Dio parli solo in arabo antico e che non sia possibile neppure tradurre il loro testo sacro, il Corano.

8 - Sempre gli stessi non fanno altro che riempirsi la bocca con i diritti delle donne, denunciando il fatto che la Chiesa non darebbe abbastanza spazio al gentil sesso. Chiedono donne sacerdote e Vescovo. L'ISLAM non riconosce alle donne neppure il diritto ad ereditare nella medesima misura dei maschi. Le riconosce come proprietà dei padri o dei mariti, ma per loro, secondo certi Vescovi, evidentemente va bene così.

9 - "Sono finiti i tempi dei digiuni e delle astinenze". Basta con questi retaggi medioevali. Cosa interessa a Dio se io mangio o no. Ecco un'altra affermazione tipica dei teologi post-conciliari. Quando si tratta però di parlare del Ramadan il discorso cambia radicalmente: bisogna rispettare ed adeguarsi alle esigenze dei fratelli musulmani. Quando finisce il loro mese di digiuno bisogna unirsi alla loro festa e mescolarsi alla loro gioia!

10 - Che dire infine della pace! Pace, pace. Non esiste più la guerra giusta. Il Vescovo di Evreux si veste addirittura con una pianeta arcobaleno. "Tutti dobbiamo essere pacifisti" dichiarano all'unanimità i cattolici "adulti" dei nostri giorni. Peccato che l'ISLAM consideri la guerra santa come uno dei cinque grandi pilastri della fede. E si sa che tale guerra non va considerata solo nella sua dimensione spirituale.

Sono arrivato a dieci punti ma potrei continuare. La situazione comunque appare chiara: fra cattolicesimo modernista ed ISLAM non ci dovrebbero essere punti di contatto. Gli orientamenti appaiono antitetici eppure... Incredibile a dirsi: i due gruppi vanno d'accordo! O meglio i catto-conciliari vogliono andare d'accordo con gli islamici. I Vescovi chiedono la costruzione di Moschee, partecipano alla innaugurazione delle stesse, si festeggia insieme la fine del Ramadan, si solidarizza con le donne velate e via dicendo.

Qualcuno mi saprebbe spiegare i motivi di questa assurdità?

L'unica risposta che a me viene, di primo acchito, lo ammetto, è provocatoria: i modernisti e gli islamici sono alleati perchè hanno in comune il principale nemico: la Chiesa Cattolica.


Marco BONGI





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La mia riflessione:


Qualcuno mi saprebbe spiegare i motivi di questa assurdità?  
 
L'unica risposta che a me viene, di primo acchito, lo ammetto, è provocatoria: i modernisti e gli islamici sono alleati perchè hanno in comune il principale nemico: la Chiesa Cattolica.  
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Ringraziando l'autore per queste riflessioni, azzardo anch'io una provocazione in risposta alla domanda....  
 
un'altra risposta possibile dunque è questa:  
L'ELIMINAZIONE DELLE DOTTRINE, del Corpus dottrinale... Wink  
Noi sappiamo bene che l'Islam NON ha un corpus dottrinale ed ogni Stato, pur ritenendosi confessionale in rispetto al Corano, non ha una voce unica interpretativa... si fonda esclusivamente sulla SOTTOMISSIONE (NON ADORAZIONE infatti non hanno un Culto) e non hanno un concetto di "religione", infatti per loro l'unica realtà concretizzabile è la LAICITA' che escluda il concetto di "religiosi e sacerdoti"...  
Il progressismo cattolico non può che sostenere questa realtà che tutto sommato, per loro, proviene comunque sia da una "religione" DI TUTTO RISPETTO perchè, al di là di ciò che ci divide, PORTA NELLA LAICITA' LA SOTTOMISSIONE, IL RICONOSCIMENTO DI UN DIO....  
 
Per il catto-progressismo, l'Islam è l'unica realtà interreligiosa che offre alla LAICITA' (impone...) la sottomissione, ossia il riconoscimento di un Dio verso il quale ogni autorità civile deve sottostare...  
Per il catto-progressismo, IL CORPUS DOTTRINALE della Chiesa è L'OSTACOLO maggiore al dialogo....meglio dunque una SOTTOMISSIONE LAICA al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, che non le Dottrine Cattoliche le quali andranno bene solo PER UNA FEDE PRIVATA DEI CATTOLICI, ma senza usarle come evangelizzazione.... Undecided  
Per il catto-progressismo (o meglio, regressismo, come giustamente sottilinea qualcuno) l'Islam diventa così UN ALLEATO....dimenticando però un particolare:  
l'Islam introdotto in un ambiente culturale che gli è estraneo come per esempio l'Italia, se ne sta "buono", patisce ed è capace di vivere ai margini, di vivere anche di stenti (ce lo dimostrano gli Emirati Arabi i cui Capi vivono nel lusso, e la massa vive nella povertà e nella semplicità...), tuttavia appena diventano la maggioranza, il concetto di SOTTOMISSIONE ALL'ISLAM DIVENTA LEGGE....o tuttalpiù...si potrebbe arrivare a costituire una società come è in Gerusalemme, anzi, l'Islam nel mondo e in Europa, mira proprio ad una visione Occidentale come ad un altra Gerusalemme... un esempio lo stanno dando a Rotterdam, vi invito a leggere questo articolo interessante di Sandro Magister, di non tanto tempo fa: L'Eurabia ha una capitale: Rotterdam....  
 
leggiamo nell'articolo:  
L'Olanda è un test di verifica straordinario. È il paese in cui l'arbitrio individuale è più legittimato ed esteso – fino al punto di consentire l'eutanasia sui bambini –, in cui l'identità cristiana si è più dissolta, in cui la presenza musulmana cresce più spavalda.  
Qui il multiculturalismo è la regola. Ma drammatici sono anche i contraccolpi  
 
e ancora:  
 
A Rotterdam gli avvocati musulmani vogliono cambiare anche le regole del diritto, chiedendo di poter restare seduti quando entra il giudice. Riconoscono soltanto Allah. L'avvocato Mohammed Enait si è appena rifiutato di alzarsi in piedi quando in aula sono entrati i magistrati, ha detto che "l'islam insegna che tutti gli uomini sono uguali". La corte di Rotterdam ha riconosciuto il diritto di Enait di rimanere seduto: "Non esiste alcun obbligo giuridico che imponga agli avvocati musulmani di alzarsi in piedi di fronte alla corte, in quanto tale gesto è in contrasto con i dettami della fede islamica".  
 
Buon meditazione..... 

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Bella riflessione di un forumista:



Andrìa
Lc 23, 12 "In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c'era stata inimicizia tra loro". Penso che il disprezzo per Colui che fece diventare amiche due autorità che prima era state nemiche, sia anche questa volta l'unica cosa che unisce due realtà lontanissime come l'Islam e il cattoprogressismo.

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RELIGIONE A SCUOLA? L'ITALIA IMPARI DALLA MACEDONIA



Caterina63
00venerdì 14 settembre 2012 14:59
[SM=g1740720] Gesù nel Corano

Autore: Trabuio, Gianfranco  Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it

giovedì 24 marzo 2011


Sempre più il tema della conoscenza della cultura islamica sarà portato alla nostra attenzione, che siamo credenti o meno, praticanti o meno, atei o agnostici.
La presenza dei musulmani nelle nostre terre ci pone dei problemi di convivenza di non facile soluzione. La loro visione del mondo e della storia è, a volte, incompatibile con la nostra cultura cristiana e con la nostra cultura occidentale, comunque nata dalle radici giudaico-cristiane.
La mancata conoscenza della loro antropologia culturale è un grosso limite per noi che ci troviamo impreparati ad affrontare anche i banali problemi di vicinato con i musulmani.

Ma vediamo solo un semplice aspetto di quanto contenuto nel loro libro, il Corano, su Gesù. Siamo in prossimità della Pasqua, per noi cristiani è il cardine teologico della Rivelazione. San Paolo ce lo ricorda con enfasi: “Se Cristo non fosse risorto, inutile sarebbe la nostra fede”.
Ecco, anche nel Corano, Allah parla a Muhammad (Maometto) di Gesù, solo che esistono differenze non sanabili tra ciò che narrano il Vecchio e il Nuovo Testamento con ciò che afferma Allah. È assolutamente importante sapere che per i musulmani (i sottomessi ad Allah e al profeta Muhammad) il Corano è la Parola di Allah, non modificabile né interpretabile. Ciò che è contenuto nel Corano, qualunque sia l’argomento narrato, è assoluta verità di fede. Chiunque metta in dubbio questo principio è un miscredente e un apostata.

Nel Corano Gesù è figlio di Maria, considerata una santa vergine che concepisce un figlio in modo miracoloso per volere di Allah. La sura 19 al versetto 34 afferma: “Questo è Gesù, figlio di Maria, Parola di verità di cui alcuni dubitano. Non si addice ad Allah prendersi un figlio”.

L’atteggiamento dell’Islam verso Gesù è contrassegnato da grande rispetto, in quanto uomo eminente, profeta e messaggero di Allah, e dalla condanna non meno categorica della sua divinità. [SM=g1740733] Per ben undici volte il Corano chiama Gesù “il figlio di Maria”; il che, se da un lato indica la sua origine del tutto eccezionale, dall’altro riafferma che Gesù è un semplice uomo, non Figlio di Dio. E questo è un abisso che separa Islam e Cristianesimo.

Nel Corano si parla di Gesù che opera miracoli e si narra ancora di Allah che gli ha dato il Vangelo. Tra i miracoli di Gesù va ricordata una “profezia” secondo la quale Gesù avrebbe predetto la venuta di Muhammad. Nella sura 61 al versetto 6 è scritto: “Gesù, figlio di Maria, disse: O figli di Israele! In verità io sono il messaggero di Allah, mandato a voi per confermare il Pentateuco rivelato prima di me e per dare il lieto annuncio di un messaggero che verrà dopo di me e che sarà chiamato Ahmad”.

Altra affermazione importante riguarda i cristiani che credono che Gesù sia Figlio di Allah, e per questo sono condannati e maledetti: “Il Cristo è figlio di Allah, questo è ciò che dicono con la loro bocca, imitando ciò che dicevano i miscredenti che li hanno preceduti. Allah li maledica! Come sono fuorviati!” (sura 9 vers. 30).

Infine, visto che siamo prossimi alla Pasqua, vediamo cosa dice il Corano della morte di Gesù nei versetti 156-158 della quarta sura. (Il soggetto sono gli ebrei). “Noi li punimmo per la loro incredulità, e per aver proferito contro Maria una calunnia orrenda, e aver dichiarato: “Sì abbiamo ucciso il Messia, Gesù Figlio di Maria, l’inviato di Dio”, mentre essi non lo uccisero né lo crocifissero, ma semplicemente così apparve loro. E quelli che a questo proposito sono in disaccordo restano nel dubbio: non hanno di ciò certezza alcuna, inseguono soltanto congetture. Chè di sicuro essi non lo uccisero, ma Dio lo innalzò a sé, e Dio è potente e giusto”

Pertanto, per i musulmani, Gesù non è stato crocifisso né tanto meno può essere risorto da morte, addirittura al suo posto è stato crocifisso un sosia.
Da quanto esposto e riferito nel Corano risulta la assoluta incompatibilità teologica tra le due confessioni religiose, nè si può dire che professiamo il medesimo Dio!




[SM=g1740733]  Riflessione:

O ha ragione l'Islam, il Corano, e quindi la Bibbia con il suo Nuovo Testamento è falsa, o il Corano parla di ben altro. Visto che il Corano giunge dopo 400 anni c.a. dagli eventi del Cristo Gesù, e visto che il Corano in parte li riporta, allora è molto più credibile che il Corano abbia riportato-copiato questi eventi dando una versione diversa, una interpretazione diversa che non corrisponde alla verità dei fatti visto che, già da 400 anni, la Tradizione della Chiesa riporta gli insegnamenti dei Padri della Chiesa, il Deposito della Fede e l'affermazione del Nuovo Testamento come lo conosciamo oggi, nonchè riporta storie e fatti di persecuzioni ai cristiani e l'eroismo di molti Vescovi e Papi in difesa della vera fede.


Non si scappa, o è vero il Corano o è vero il Cristianesimo, non è possibile far convivere pacificamente le due religioni, nè scadere in un effimero sincretismo ingannando i fedeli parlando di un unico Dio, è una conflittualità in termini, teologica, e per stile di vita.

Quale convivenza pacifica è possibile allora fra le due realtà così diverse fra loro?

Il Cristiano ha una realtà di fede, ed uno stile di vita se coerentemente vissuta, che per sua natura è pacifica. Il fuoco e la guerra di cui Cristo parla non è contro le persone, ma contro la menzogna e l'inganno sull'uomo e sulla sua realtà terrena quanto eterna. Il Cristiano è per sua natura un perseguitato, il capro espiatorio, la vittima sacrificale di ogni ideologia, di ogni religione non cristiana, di ogni Stato che vuole vivere senza Dio.
Il Cristiano per sua natura riesce a convivere con tutte le realtà diverse dalla sua, obbedisce alle leggi di Cesare fino a quando queste non interferiscono o negano la legge di Dio, si adatta in ogni condizione perchè sa di essere un profugo, un naufrago, uno straniero anche in casa propria, egli è ospite sulla terra, ospite della Nazione che gli ha dato i natali terreni, ma è consapevole che qui vive come in esilio e che la sua Patria è il Regno di Dio, il Paradiso.

Così il Cristiano è per sua natura pacifico perchè sa che il suo modello di vita e per vivere è Gesù Cristo, sa che deve agire e vivere come ha vissuto Lui; sa che deve amare i propri nemici; è consapevole che ogni tanto deve trovare rifugio da qualche parte; sa che deve predicare la Buona Novella; sa che prima o poi dovrà subire in qualche modo la calunnia e porgere l'altra guancia, il falso processo, la condanna, la salita al Calvario, la crocifissione....

Non ci sono altri modi per essere veramente e autenticamente Cristiani.
O con Gesù o contro Gesù, non esiste la via di mezzo, non c'è sincretismo che tenga, non è possibile alcuna equiparazione tra le altre fedi!


[SM=g1740717] [SM=g1740720]

Caterina63
00venerdì 14 settembre 2012 15:22
Fonte: CulturaCattolica.it
incompatibilità fra Islam e Cristianesimo
 

A - Atteggiamento del Corano nei riguardi degli Ebrei e dei Cristiani

Nel Corano si trovano 124 testi “favorevoli” o “benevoli” nei riguardi dei cristiani e degli Ebrei, descritti come “Gente del Libro” (“Ahl al-Kitab”).
Ma, secondo Ibn Hazm, e Ibn Al-Arabi, tutti quei bei testi (del periodo meccano) sono stati annullati ed abrogati dal “versetto della spada” (Corano 9: 5 e 29): gli Ebrei e i cristiani sono liberi di mantenere la propria fede ma a due condizioni: devono pagare l’imposta pro capite (“giziah”) e debbono essere umiliati. Anzi, i musulmani non si debbono lasciare governare né dai cristiani né dagli Ebrei (Corano 5: 51; 4: 141; e 47: 34 - 35).

Queste frasi danno una dimensione politica all’Islam che divide il mondo in due: “dar al-islam”, la casa dell’islam (cioè i paesi già islamizzati); e “dar al-harb”, la casa della guerra (cioè da islamizzare con la “guerra”, ormai non sempre armata ma forse con la demografìa e altri metodi).
In ogni caso, il Corano è chiaro: “NON vi sia costrizione alcuna per la religione” (“La ikrah fid-din”). Quindi, almeno Ebrei e Cristiani vengono tollerati e non vengono (o non dovrebbero mai venire) obbligati a diventare musulmani.

Però si legge altrove nel Corano (48: 16): “Di’ agli arabi rimasti indietro: Voi sarete presto chiamati a combattere contro un popolo dotato di forte coraggio; voi li combatterete o essi dovranno abbracciare l’ISLAM (o sottomettersi)”.
Mentre, secondo il Corano, Ebrei e Cristiani sono liberi di non farsi musulmani (almeno in teoria, poi in pratica si fanno tanti sforzi per “convertirli”), il musulmano, invece, è costretto a rimanere musulmano fino alla morte. Maometto ha detto: “Chi (=il musulmano) cambia religione, uccidetelo” (“Man baddala dinahu, fa-qtuluhu”).


B - Accuse coraniche e islamiche contro gli Ebrei e i Cristiani

La “Gente del Libro” avrebbe falsificato la Bibbia! (P.S. ricordiamo che la Bibbia nel suo A.T. nasce almeno tremila anni prima dell'Islam e del Corano e nel suo N.T. 400 anni prima, appare quindi assurdo affermare che, rispetto al Corano, la Bibbia sarebbe falsata e il Corano no, è esattamente il contrario!).

L’accusa è semplicemente assurda perché, se fosse così, non avrebbero meritato il titolo di “Gente del Libro” (e in arabo la parola “ahl” significa gente e persone DEGNE).
Il Corano, al contrario di quest’accusa popolare superficiale, NON ha mai affermato che Ebrei e Cristiani avessero manipolato le loro Sacre Scritture, Antico e Nuovo Testamento: Thorah, Zubur (Salmi) e Ingil (“Vangelo”).
Anzi, rende testimonianza all’autenticità della Bibbia: recitata bene, come si deve, dalla “Gente del Libro” (Corano 2: 121) che Maometto e i musulmani debbono consultare in caso di dubbio o di ignoranza (Corano 10: 94; 16: 43; 15: 9; 5: 68; 3: 113 – 114).

La “manipolazione” sarebbe stata effettuata da ALCUNI Ebrei che, pur mantenendo il testo biblico, l’avrebbero, alle volte, interpretato a modo loro (Corano 4: 46; 2: 75 e 146; 5: 13-14 e 41), soprattutto cambiando il castigo degli adulteri dalla lapidazione alla flagellazione.
Nota: Dallo stesso Corano era scomparso completamente “il versetto della lapidazione” e nella praxis islamica, a volte, vengono “flagellati” gli adulteri.

I Cristiani sarebbero dei politeisti, triteisti!
Ma noi cristiano crediamo “in un solo Dio”, il Suo Verbo (=il Figlio) e il Suo Spirito di Santità, Spirito di Dio tre volte Santo.
D’altra parte, il Corano respinge semmai una “triade” che NON è mai stata la nostra Santissima Trinità: Dio, Gesù e Maria! (O solo Gesù e Maria divinizzati).

I Cristiani bestemmiano quando sostengono che Gesù è figlio di Dio!
Noi cristiani parliamo di una paternità e di una filiazione SPIRITUALI non carnali. Figlio di Dio significa Verbo di Dio, “senza volontà né di carne né volontà di uomo” (Prologo del Vangelo secondo Giovanni).
Per noi, cristiani, Dio è “IL PADRE”, titolo commovente che si trova esclusivamente, in questa forma assoluta, nel Nuovo Testamento (Negli scritti rabbinici si legge l’espressione “Abinu shebashamaim”, “Il nostro Padre che è nei cieli”, ma Dio viene inteso come “Padre dei (soli) Ebrei”.

I Cristiani affermano che Gesù è stato crocifisso, ma secondo il Corano sembrava che fosse stato crocifisso (4: 157).
Va detto che anche gli stessi musulmani sono divisi sull’interpretazione di questo testo coranico: “E per aver essi (=i Giudei) detto: In verità, noi uccidemmo il Messia, Gesù figlio di Maria, l’apostolo di Dio, mentre non l’hanno ucciso, né l’hanno crocifisso, bensì sembrò a loro” (o: “fu vista da loro una somiglianza”).


Una prima interpretazione islamica di Al-Fakhr Ar-Razi: Gesù è stato veramente crocifisso ma i suoi nemici s’immaginarono di “averla fatta finita con lui”. Ma Dio lo innalzò a Sé.

Seconda interpretazione: all’ultimo momento, un sosia di Gesù è stato crocifisso al suo posto. Ma le fonti islamiche NON sono d’accordo sull’identità di questo sosia…
Noi cristiani possiamo dare due interpretazioni del testo coranico di 4: 157:
a. I nemici di Gesù s’immaginarono (=sembrò a loro) di averlo definitivamente eliminato, ma Lui risuscitò e quindi dubitarono di averlo realmente ucciso o crocifisso.
b. Seconda interpretazione cristiana. Alcune eresie cristiane (gnostici, doceti) sostenevano che era indegno per il Verbo di Dio di incarnarsi nel nostro corpo povero e vile. Quindi affermavano (per esempio nell’“Apocalisse di Pietro”) che Gesù avesse avuto una somiglianza di corpo e che, quindi, era impassibile sulla croce o che questa somiglianza fosse stata crocifissa.

Ma in questo caso è bene che i musulmani stessi applichino alla lettera ciò che raccomanda il loro Corano: Maometto e i musulmani debbono consultare (la Bibbia) in caso di dubbio o di ignoranza (Corano 10: 94; 16: 43; 15: 9; 5: 68; 3: 113 – 114) [SM=g1740733]


I Cristiani mangiano carne suina!
Gesù ha già risposto a tali obiezioni dietetiche: “Non è ciò entra nella bocca che contamina l’uomo ma ciò che esce dalla bocca”.

I Cristiani bevono alcol!
Bere, sì; inebriarsi, NO. Gesù ha trasformato l’acqua in vino (Giovanni 2, 1-11) e beveva vino (coi peccatori!). S. Paolo lo consigliava, invece dell’acqua, a Timoteo (1 Tm 5, 23).

Gli Ebrei e i Cristiani non riconoscono Maometto come profeta!
Gli Ebrei non riconoscono nemmeno Gesù come Messia!
Per noi Cristiani, Gesù è senza dubbio “Il Profeta” promesso a Mosè (Deuteronomio 18, 15-18, legislatore come lui (e più di lui), figlio d’Israele, non d’Ismaele), ma non è un profeta come gli altri, è anche il Messia e il Figlio unico di Dio, prodigiosamente concepito e nato dalla Vergine Maria, e Dio stesso avente la medesima natura come al Padre ed allo Spirito Santo.
Nella Bibbia non c'è alcuna profezia su Maometto!
Per noi Cristiani, il “Paraclito” è lo Spirito Santo (secondo Giovanni 14, 16) non Maometto (che sarebbe “perikletos”, famoso, lodato - parola che NON esiste nei manoscritti).
Per noi cristiani, Gesù è l’incarnazione del verbo Eterno di Dio (Giovanni 1, 1 e 14), l’ultima Parola, dopo i Padri e i profeti (Ebrei 1, 1-2). Lui è la perfezione: l’alfa e l’omega, “la Via, la Verità e la Vita”.

CONCLUSIONE
Questa ricerca breve non poteva trattare tutti i temi importanti ma ha cercato di chiarire o di presentare dei punti sconosciuti e rispondere a varie domande ed obiezioni. Sarebbe interessante studiare le divergenze tra tradizione sunnite e tradizioni sciite: le prime esaltano Aiscia e Abu Bakr, le seconde esaltano Ali e la figlia Fatima…


Qui abbiamo trascurato le “obiezioni” superficiali e i pregiudizi, per esempio l’identificazione (sbagliata) tra Cristianesimo e Occidente o la “teoria” dell’“Occidente corrotto” o quella del “musulmano pigro” - perché non si tratta dei principi ma delle persone. E, nelle persone, c’è di tutto! Ci sono i buoni e i cattivi! Lo stesso principio si applica alla STORIA: la Storia della Chiesa NON può essere “vergognosa” dall’inizio alla fine, e la Storia del mondo islamico NON può essere “gloriosa” sempre e dappertutto! [SM=g1740733]

A causa della differenza di fede, di mentalità e di modo di vita, un dialogo s’impone (non un monologo come in Medio Oriente dove solo l’Islam parla nei mass media e nei programmi accademici). Ma, d’altro canto, queste stesse differenze rendono i matrimoni misti molto problematici e molto rischiosi perché le idee fondamentali sul matrimonio, sulla donna, sulla libertà e su altri temi vitali sono molto diverse, e alle volte diametralmente opposte.

“La carità si rallegra nella verità” e nella giustizia, scrive San Paolo nel famoso “Inno alla carità” (I Corinzi 13, 1-13, soprattutto v. 6). L’Apostolo esortava i fedeli a “vivere la verità nell’amore” (Efesini 4, 15). Il nostro amore, gli uni per agli altri, non può cambiare i testi né i documenti, ma può cambiare la nostra vita. La conoscenza reciproca, onesta ed obiettiva, eliminerà tanti fraintendimenti. La conoscenza serena rispetterà le differenze e troverà un modo per realizzare una pacifica coesistenza.
Tuttavia è impensabile un sincretismo o una equiparazione fra le due fedi, sarebbe ingannare la gente sulle differenze che ci sono e che sono sostanziali e soggettive: o con Gesù o contro Gesù.

Suggeriamo di approfondire il thread: Maria Santissima e l'Islam, per ulteriori approfondimenti


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