Le basi della "nuova evangelizzazione" CON IL PAPA IN VIDEO

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Caterina63
00venerdì 28 ottobre 2011 12:16
Cari Amici, accogliendo il pressante appello del santo Padre Benedetto XVI sulla "nuova evangelizzazione", vogliamo meditare dalle sue parole come e in quale modo, ognuno di noi, può rendersi utile...
www.gloria.tv/?media=207933

Questo argomento verrà trattato a più riprese e con ulteriori video, in tal senso vi invitiamo a seguirci anche per i prossimi aggiornamenti.



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Cari Amici,
in questo primo video sull'argomento:
www.gloria.tv/?media=207933
per la "nuova evangelizzazione" promossa dal santo Padre Benedetto XVI, vi abbiamo offerto quelle basi fondamentali alla comprensione di ciò che, soprattutto, ci riguarda come "laici impegnati".

In questo secondo video vi invitiamo a scoprire, o riscoprire, la bellissima figura della venerabile Paolina Jaricot, fondatrice della Propaganda Fidei e del Rosario Vivente quale strumento indispensabile per la "nuova evangelizzazione" del suo tempo [SM=g1740721]
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[SM=g1740733] Cari Amici,
in questo primo video sull'argomento per la "nuova evangelizzazione":
www.gloria.tv/?media=207933
promossa dal santo Padre Benedetto XVI, vi abbiamo offerto quelle basi fondamentali alla comprensione di ciò che, soprattutto, ci riguarda come "laici impegnati".
Poi vi abbiamo offerto un secondo video nel quale vi invitiamo a scoprire, o riscoprire, la bellissima figura della venerabile Paolina Jaricot:
www.gloria.tv/?media=209397
fondatrice della Propaganda Fidei e del Rosario Vivente quale strumento indispensabile per la "nuova evangelizzazione" del suo tempo...

E come conclusione, per ora, di questa piccola trilogia, vi offriamo una riflessione tratta dalle parole di Benedetto XVI dal MP Porta Fidei con il quale indice l'Anno della Fede - 2012/2013 -
Vogliamo e desideriamo prepararci scrupolosamente
it.gloria.tv/?media=210168

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Il Santo Padre Benedetto XVI ci ha fatto dono di una stupenda Catechesi, fra le tante, per questo fine Anno e inizio di quello Nuovo, parlandoci della Preghiera nella Santa Famiglia di Nazareth.... vale la pena di ascoltarlo e di mettere in pratica i suoi preziosi consigli, sia questo il proposito per l'Anno Nuovo, sia questo il Dono che anche noi vogliamo fare a tutti Voi e a tutti i vostri Cari.
www.gloria.tv/?media=234483

Amici, non può esserci alcuna evangelizzazione fruttuosa senza la Preghiera, senza il Rosario, senza la Sacra Famiglia, senza san Giuseppe..... [SM=g1740738]
Buon Anno!




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[SM=g1740733] Mons. Livi contro la falsa "teologia"




Mauro Faverzani intervista mons. Antonio Livi, autore del libro "Vera e falsa teologia", giunto già alla sua seconda edizione. Una rilettura del Concilio Vaticano II alla luce del confronto teologico, sviluppatosi internamente all'evento. Come da allora ad oggi è mutato il ruolo del "teologo" e perché è urgente tornare al concetto di 'philosophia ancilla teologiae".



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Caterina63
00venerdì 3 febbraio 2012 20:36
L'arcivescovo Fisichella sulle prospettive della nuova evangelizzazione nell'Anno della fede

Da 12 a 72 le città europee
in missione come i discepoli


di GIANLUCA BICCINI

Sarà Benedetto XVI ad aprire l'Anno della fede il prossimo 11 ottobre, cinquantesimo anniversario dell'inizio del concilio Vaticano II, con una celebrazione alla presenza dei padri sinodali impegnati nella XIII assemblea generale - in programma dal 7 al 28 ottobre - sul tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana". Lo riferisce l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, in questa intervista al nostro giornale. Il presule anticipa anche che la "missione metropoli" sarà estesa da dodici a ben settantadue città europee. Cifre dall'evidente valore simbolico: si passa infatti dal numero ristretto degli apostoli a quello più ampio dei primi discepoli inviati di Cristo.

Il 9 gennaio si è svolto in Vaticano il secondo incontro dei responsabili di "missione metropoli", progetto pastorale cui hanno aderito dodici grandi città del vecchio continente. Com'è andata?


Sin dalla prima riunione, tenutasi nel luglio dello scorso anno, c'è stato un grande entusiasmo, insperato, da parte delle dodici città impegnate in questo segno di evangelizzazione comune e partecipato. Una vitalità testimoniata da tutte le metropoli presenti, che vedono la missione come una reale possibilità di azione pastorale, capace di incidere nel vissuto quotidiano delle persone. La Quaresima è stata vista come una felice opportunità, perché la lettura della Parola di Dio, le catechesi del vescovo, la celebrazione del sacramento della riconciliazione, unite al segno di carità, possono essere ancora un segno evidente dell'impegno dei cristiani nell'annunciare il Vangelo di Gesù ai nostri giorni. E colpisce positivamente come abbia ricevuto un'approvazione unanime la mia proposta di estendere nel 2013 quest'esperienza a 72 grandi città d'Europa. E non è cosa da poco.

Lei prima di Natale ha celebrato la messa in uno dei più grandi centri commerciali di Roma. Come spiega questa singolare iniziativa?

Ci sono già in diverse parti del mondo esperienze di nuova evangelizzazione. Aver celebrato la Santa Eucaristia all'interno di uno dei più grandi centri commerciali d'Europa significa immettersi in un processo di nuova evangelizzazione che già trova coinvolte molte parrocchie del territorio e altrettanti movimenti, che hanno individuato i nuovi luoghi di aggregazione delle persone. Ed è significativo che monsignor Nosiglia, l'arcivescovo di Torino - che partecipa alla missione metropoli - abbia parlato dei centri commerciali come di nuovi oratori. Essi sono infatti realmente luoghi di aggregazione, studiati e realizzati per diventare le nuove piazze non solo delle nuove città, ma anche di quelle più antiche. Certo, fanno allontanare dalla bellezza dei centri storici per attrarre con il luccichìo delle insegne dei negozi, ma hanno anche il merito di far incontrare le persone più disparate: uomini e donne di ogni età - giovani, ragazzi, adulti, anziani, famiglie - e stato sociale; ciò significa che sono diventati uno spazio in cui non può mancare la presenza dei cristiani. Questi ultimi infatti sono chiamati a provocare, ricordando al mondo che l'uomo vale più di quello che consuma o di quello che acquista, perché deve rispondere alla domanda sul senso dell'esistenza.

Le Indicazioni pastorali diffuse dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 6 gennaio scorso interpellano direttamente il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, stabilendo l'istituzione - presso il dicastero - di un'apposita segreteria per coordinare le diverse iniziative riguardanti l'Anno della fede. A che punto siete?


Siamo a un buon punto, considerato che non c'è molto tempo: stiamo impiantando la segreteria, che dovrà essere un po' l'anima di tutte le iniziative. Esse - come dice la nota - si svolgeranno soprattutto a livello di Chiesa universale, in modo particolare qui a Roma con la presenza del Papa. Inoltre ci saranno comunicazione e partecipazione tra quanto avverrà nelle diverse Chiese locali o a livello di associazioni e movimenti. Abbiamo già in programma una prima riunione con i capi dicastero più direttamente coinvolti nell'Anno della fede, per poter comporre un calendario di massima. Il tempo stringe, ma l'entusiasmo che sta contagiando tante Chiese sparse per il mondo ci obbliga a guardare al prossimo anno con l'intento di una preparazione davvero adeguata alla portata dell'avvenimento. Perché prima di qualunque iniziativa deve esserci la consapevolezza del popolo di Dio di vivificare la propria fede, di conoscere e di sperimentare di più l'incontro con Gesù, per vivere sempre più con il desiderio di conoscere in maggior profondità i contenuti del cristianesimo.

Nel documento si legge anche che la Segreteria dovrà aprire un apposito sito internet. Come state procedendo?


Stiamo lavorando a una pagina web in grado di offrire ogni informazione utile per vivere in modo efficace l'Anno della fede e per mettere in comunicazione le diverse realtà coinvolte. Lunedì 16 gennaio abbiamo iniziato lo studio con alcuni esperti di comunicazione in modo da approntare nel momento opportuno il portale. D'altra parte prima delle questioni tecniche devono essere comprese le necessità. Quindi sulla base delle esigenze che l'Anno della fede richiede si dà poi una risposta effettiva. Sono convinto che verrà attivato in tempi brevi, mi auguro che possa vedere la luce già entro Pasqua. Stiamo camminando a marce forzate, perché l'efficacia e la buona riuscita dell'Anno della fede dipendono dalla capacità di poterlo preparare nella maniera più coerente e anche agevolando la conoscenza delle iniziative. E prima di tutto facendo riflettere sulla Lettera apostolica di Benedetto XVI Porta fidei, che è una meditazione profonda e significativa di quanto è richiesto per vivere con coerenza l'Anno della fede.

Quali altri appuntamenti attendono il Pontificio Consiglio nel 2012?


Anzitutto possiamo anticipare che l'inizio dell'Anno della fede coinciderà con la solenne celebrazione del Santo Padre in cui si ricorderà il cinquantesimo dell'apertura del concilio Vaticano II. Questo è un momento altamente significativo visto che il Papa ha firmato la Lettera Apostolica l'11 ottobre 2011 quasi a voler ricordare che le scadenze sono talmente importanti che meritano non soltanto di essere ricordate, ma anche di essere celebrate. È il modo migliore per fare memoria di questo avvenimento che ha caratterizzato certamente il ventesimo secolo della storia della Chiesa, e perciò merita una celebrazione del tutto peculiare, considerando che saranno presenti anche tutti i padri sinodali impegnati nell'assise su nuova evangelizzazione e trasmissione della fede. Quindi assisteremo a una coincidenza di tematiche e di avvenimenti che possono provocare la nostra vita a una lungimiranza di impegno nei confronti di un'azione pastorale di evangelizzazione a cui il Papa ci ha richiamato nel discorso alla Curia per gli auguri di Natale come un impegno che toccherà la Chiesa nei prossimi anni.

Nell'ottobre scorso si è svolto il primo incontro internazionale organizzato dal Pontificio Consiglio, conclusosi con l'udienza di Benedetto XVI. Può tracciare un bilancio dell'avvenimento?


Da quell'incontro sono scaturiti impegni che erano imprevisti. Assistiamo a una vivacità di esperienze di nuova evangelizzazione, che nel momento in cui viene sostenuta e soprattutto orientata verso una visione unitaria e comune - pur nel riconoscimento della complementarità delle diverse iniziative ed esperienze - può portare realmente a gustarne i frutti. C'è la richiesta costante, quotidiana, di voler partecipare all'azione di nuova evangelizzazione della Chiesa e c'è anche un sostegno che proviene da tutte le diverse realtà ecclesiali. Per esempio sto avvicinando realtà della vita consacrata e ho in calendario incontri con i responsabili degli ordini religiosi mendicanti, e di diocesi: venerdì scorso sono stato ad Assisi, sabato a Udine, questa settimana ho appuntamenti a Francoforte, poi in Spagna. C'è una realtà complessa talmente attiva che quasi a stento riusciamo a corrispondere a tutte le richieste che ci vengono fatte. Pensi che qualche giorno fa a Lisieux si sono riuniti oltre cento responsabili dei santuari francesi per parlare di nuova evangelizzazione e il nostro dicastero era presente con un rappresentante. Dall'Europa all'America Latina, dagli Stati Uniti all'Australia, dove ad agosto incontrerò la Conferenza episcopale, c'è l'esigenza di conoscere la nuova evangelizzazione per farla diventare vita quotidiana.



(©L'Osservatore Romano 3 febbraio 2012)

Caterina63
00domenica 4 marzo 2012 19:52
[SM=g1740717] Video Speciale Benedetto XVI e il Rosario

Cari Amici, vi offriamo un video un pò particolare e speciale: raccogliendo immagini e spezzoni di video in cui il santo Padre Benedetto XVI è ripreso mentre dice il Rosario ed è in visita a Fatima, vogliamo offrirvi brevissime meditazioni sul Rosario da lui espresse in divere occasioni. Facciamo tesoro di queste intense catechesi mariane e rivalutiamo il nostro rapporto con Maria Santissima e il Suo santo Rosario.
www.gloria.tv/?media=264134

Anche su youtube: www.youtube.com/watch?v=uf_7QkEH0GQ&list=UUMUJBkFdT_b_6U0AGK3fjRQ&index=1&feat...

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[SM=g1740717]

[SM=g1740733] Benedetto XVI invita a riscoprire la vocazione al Matrimonio (testo nella sezione sulla Dottrina Sociale della Chiesa: Etica e morale Cattolica)

Cari Amici, dopo avervi offerto il Messaggio del santo Padre ai Fidanzati e che trovate qui: www.gloria.tv/?media=263072
vi offriamo ora il meraviglioso insegnamento che il Papa ha recenteme offerto alla Chiesa per riscoprire la vocazione al Matrimonio, ed impostare le catechesi e le pastorali sull'importanza di una corretta sessualità e la riscoperta della castità per valorizzare il vero ed autentico amore....
Buona meditazione.
it.gloria.tv/?media=266744

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[SM=g1740750] [SM=g1740752]

[SM=g1740722] Benedetto XVI invita a riscoprire il Sacramento della Riconciliazione
Alla Penitenzieria Apostolica, il santo Padre Benedetto XVI, ha offerto una catechesi nella quale auspica una saggia riscoperta del Sacramento della Riconciliazione. Certo, il messaggio è diretto principalmente ai Sacerdoti, i quali sono invitati a dare una santa testimonianza di questo Sacramento, ma è diretto anche a noi Laici affinchè possiamo davvero godere dei benefici elargiti dal Signore con questo Sacramento....
www.gloria.tv/?media=267724

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Grazie Santo Padre!!



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[SM=g1740717] [SM=g1740720]
Caterina63
00mercoledì 16 maggio 2012 18:53

La fede che rende adulti. Il catechismo per la nuova evangelizzazione (Nicola Bux)


Il catechismo per la nuova evangelizzazione


La fede che rende adulti


di Nicola Bux


Il Papa nel corso del suo viaggio apostolico in Francia (12-15 settembre 2008) ebbe a osservare come per molti Dio sia diventato il «grande Sconosciuto».

Un'affermazione dettata dalla preoccupazione -- che Benedetto XVI ripete con insistenza -- per il futuro della fede, la cui fiamma sembra quasi spegnersi in non poche regioni della terra. Soltanto poco più di un mese fa, in occasione del Giovedì santo, ha denunciato come si sia dinanzi a un rinnovato «analfabetismo religioso». Purtroppo, però, questo “credere a modo mio”, sembra alle volte anche incentivato da maître à penser che dall'interno della Chiesa, hanno seminato il loro verbo piuttosto che il Verbo divino. La stessa Italia sta diventando un Paese “genericamente” cristiano. Viene auspicata, dunque, una nuova evangelizzazione, grazie anche all'impulso del Pontificio Consiglio appositamente istituito dal Papa.

Da dove cominciare? Forse proprio dalla liturgia, dal canto sacro e dai nuovi edifici di culto, purché innanzitutto commissionati a persone che coniughino fede e talento, per proporre forme che parlino di Dio.
La fede e la sua dottrina: qui sta il punto. Una fede semplice come quella dei pastori, delle donne e degli uomini incontrati da Gesù. E non quella di chi, per esempio, afferma che la risurrezione di Gesù è solo frutto dell'elaborazione dell'esperienza dei discepoli.

Perciò il Papa ha indetto un Anno della fede in cui riprendere in mano gli insegnamenti del Vaticano II e più popolarmente il catechismo. I libri di pastorale e quelli di sociologia religiosa, di per sé, non hanno mai convertito nessuno. Ci vuole, invece, la conoscenza di Gesù persona storica, umana e divina, che fonda la nostra fede. Nei nostri occhi sono i fatti, dice sant'Agostino, nelle mani gli scritti: e i primi sono molto più importanti di questi ultimi. Così, in controtendenza, il cristianesimo rinasce e dimostra che contro la Chiesa, divino-umana per volontà del Fondatore, le forze infernali non praevalebunt.
Si accennava, dunque, all'analfabetismo religioso additato dal Papa e dai vescovi, e dell'esigenza di combatterlo con la dottrina cristiana, la “dottrina della fede”. Il dicastero vaticano che ha ricevuto questo titolo da Paolo VI è strumento imprescindibile per la nuova evangelizzazione. Benedetto XVI ha chiesto a tutti -- vescovi, sacerdoti e religiosi, suore e laici impegnati -- di muoversi all'unisono, oltre i programmi o piani pastorali particolari, con il Catechismo della Chiesa cattolica.

In missione non si va in ordine sparso, ma tutti, insieme al Papa; se si vuol combattere la secolarizzazione che ha incentivato l'analfabetismo religioso, bisogna che ci misuriamo con Gesù che ha detto: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato» (Giovanni, 7, 16). Per questo va diffuso il catechismo, dice Benedetto XVI: «Non annunciamo teorie ed opinioni private, ma la fede della Chiesa della quale siamo servitori». Soprattutto però l'anima cristiana deve attingere al cuore di Cristo per toccare i cuori della gente, come hanno fatto i santi che, proprio per questo, sono tanto amati.
Tuttavia, c'è chi sostiene che il cristianesimo non serve per salvarsi l'anima.

Perciò, il Papa nell'omelia della messa crismale, ha usato un'espressione fuori moda: lo zelo per la salvezza delle anime. «Noi non ci preoccupiamo soltanto del corpo, ma proprio anche delle necessità dell'anima dell'uomo». Ha detto Gesù: «A che serve all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde l'anima?». Così, si dovrà comprendere il valore e l'importanza dei sacramenti, che dalla nascita alla morte servono a salvare le anime. I sacerdoti avranno ancora abbastanza zelo per accorrere da un moribondo al fine di dargli confessione, unzione e comunione per la salvezza dell'anima? L'anima dell'uomo sta a ricordare che non appartiene a se stesso ma a Dio. Così i preti non appartengono a se stessi ma a Gesù Cristo. C'è bisogno di dottrina della fede, fatta di conoscenza, competenza, esperienza e pazienza. C'è bisogno di un rinnovato slancio apostolico. Il dono della fede non è separato dal battesimo.

Il Papa al clero romano, infatti, ha recentemente ricordato che, se l'atto del credere è «inizialmente e soprattutto un incontro personale» con Cristo, come ci descrivono i Vangeli, «tale fede non è solo un atto personale di fiducia, ma un atto che ha un contenuto» e «il battesimo esprime questo contenuto».
San Cirillo di Gerusalemme ricorda che la nostra salvezza battesimale dipende dal fatto che è scaturita dalla crocifissione, sepoltura e risurrezione di Cristo, veramente avvenute nella sfera fisica: si chiama grazia, perché la riceviamo nel sacramento senza patire i dolori fisici. Per questo, ammonisce Cirillo: «Nessuno pensi che il battesimo consista solo nella remissione dei peccati e nella grazia di adozione, come era il battesimo di Giovanni che conferiva solo la remissione dei peccati. Noi invece sappiamo che il battesimo, come può liberare dai peccati e ottenere il dono dello Spirito Santo, così anche è figura ed espressione della Passione di Cristo», come proclama Paolo (Romani, 6, 3-4).

«Noi sappiamo», dice il santo vescovo di Gerusalemme: all'incontro personale col Signore e alla sequela di lui per la salvezza, segue necessariamente la dottrina che si trasmette attraverso la Scrittura e la Tradizione della Chiesa. Tutto questo è riassunto nel catechismo. Bisogna rinnovare la catechesi e la liturgia affinché Dio sia conosciuto e amato. Ciò vuol dire una vera devozione, quella che necessita nella liturgia odierna, nella celebrazione dei sacramenti. La devozione o pietas è costituita dall'offerta di sé a Dio: cosa che si esprime con l'insieme di gesti e riti percepiti come significativi per la propria vita: partecipare alla messa, chiedere di celebrarla per le proprie intenzioni, confessarsi e fare la comunione, assistere ad altre funzioni, pregare e cantare inni, frequentare la catechesi, fare le opere di misericordia, fare visita a un luogo dove è venerata una immagine sacra o il sepolcro di un santo taumaturgo, lasciare un'offerta, accendere un cero, partecipare alla processione, portare a spalla la sacra immagine. In sostanza, sono questi segni d'invocazione, di protezione, di ringraziamento che fanno la vera devozione che manifesta la fede, che sola fa giusti davanti a Dio e ci salva.

L'Anno della fede sarà un tempo propizio.

Lo studio del contenuto della fede -- come sottolineano specialmente i movimenti ecclesiali -- è necessario all'interno dell'esperienza della fede, per diventare adulti nella fede, superando la fanciullezza che spinge molti ad abbandonare la Chiesa dopo la cresima, diventando così incapaci di esporre e rendere presente la filosofia della fede, di rendere ragione di essa agli altri. Essere adulti nella fede però non vuol dire dipendere dalle opinioni del mondo, emancipandosi dal magistero della Chiesa.
Perché occuparsi ancora di questo? Perché non è soltanto un pensiero teologico, ma è diventato una pratica che ha permeato pian piano non pochi settori della vita ecclesiale.

Uno dei più clamorosi è la dottrina sacramentaria: oggi, il sacramento non viene più sentito come proveniente dall'esterno, dall'alto, ma come la partecipazione a qualcosa che il cristiano già possiede. E visto che oggi si ama guardare a Oriente, si deve dire -- almeno per correttezza ecumenica -- che per la teologia orientale la svolta antropologica è una pista falsa imboccata dalla teologia occidentale; l'unico tema fondamentale di tutta la teologia di tutti i tempi è, e deve rimanere, l'Incarnazione del Verbo, il principio umano divino che è entrato nel mondo «per noi uomini e per la nostra salvezza». L'uomo staccato da Dio non ha possibilità di sopravvivenza. Altrimenti a furia di parlare dell'uomo, come è accaduto, non si parla più di Dio.



(©L'Osservatore Romano 16 maggio 2012)

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Caterina63
00sabato 19 maggio 2012 23:59

Maria per la Nuova Evangelizzazione


Un saggio del presidente del Rinnovamento nello Spirito


ROMA, sabato, 19 maggio 2012 (ZENIT.org).- Riportiamo di seguito l’introduzione al saggio “I cinque sguardi di Maria. Per una nuova evangelizzazione” (Edizioni Rinnovamento nello Spirito Santo 2012).

***

di Salvatore Martinez

“Fin dall’inizio del mio ministero come Successore di Pietro ho ricordato l’esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo… Ho deciso di indire un Anno della fede. Esso avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II… [in questa data] ricorreranno anche i vent’anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, testo promulgato dal mio Predecessore, il Beato Papa Giovanni Paolo II, allo scopo di illustrare a tutti i fedeli la forza e la bellezza della fede, … realizzato mediante la collaborazione di tutto l’Episcopato della Chiesa cattolica”.

“E proprio l’Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi è stata da me convocata, nel mese di ottobre del 2012, sul tema de La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Sarà quella un’occasione propizia per introdurre l’intera compagine ecclesiale ad un tempo di particolare riflessione e riscoperta della fede”.

Così si esprime il Papa Benedetto XVI nella Lettera Apostolica, in forma di motu proprio Porta Fidei, con la quale indice l’Anno della Fede (cf nn. 1-2.4). Una decisione provvidenziale, per ribadire che la madre di tutte le crisi, oggi, è spirituale e che solo con “soluzioni spirituali” potrà essere superata.

Questo orizzonte d’impegno mi ha spinto a dare alle stampe “I cinque sguardi di Maria. Per una nuova evangelizzazione”. Desidero, così, con un agile sussidio dedicato alla “Madre dei credenti”, indicare nel “profilo mariano” (Beato Giovanni Paolo II) una via imprescindibile per il cammino testimoniale del popolo di Dio, dei laici associati e non, secondo gli auspici del Pontefice.

In special modo, il mio pensiero si volge al Rinnovamento nello Spirito, che proprio in questo speciale Anno celebra il 40° anniversario della sua nascita in Italia; alla mia città, Enna, che sta celebrando l’Anno Mariano Giubilare nel 600° anniversario della proclamazione di Maria SS. della Visitazione a Patrona della Città; al Beato Giovanni Paolo II, nel decennale della pubblicazione della Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae da cui questo mio scritto trae ispirazione.“Maria è la via migliore di tutte, una via facile, breve, perfetta, sicura”, scriveva san Luigi Maria Grignion de Montfort nel suo Trattato della vera devozione a Maria (n. 152).

Lungo questa via vogliamo incamminarci, guardando a Maria e lasciandoci guardare da lei.

Ritroviamo nei suoi cinque sguardi al Figlio la misura della nostra vera umanità, la profondità dell’amore di Dio che ci ha generati e che ci tiene in vita, la partecipazione al mistero grande ed eterno del cielo che già germoglia nella nostra terra.

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Caterina63
00venerdì 29 giugno 2012 19:07
Attualità e riflessioni

Rito della Messa: Forma straordinaria e nuova evangelizzazione



L’articolo che segue, di Mons. Athanasius Schneider, il vescovo autore di Sua Eccellenza il vescovo Athanasius SchneiderDominus est“, è stato pubblicato sull’edizione dell’estate 2012 di “The Latin Mass“. Il vescovo Schneider esamina i punti di rottura tra la liturgia preconciliare e postconciliare considerandoli vere e proprie “piaghe liturgiche”, anche perché, per la maggior parte, non sono nemmeno previste dala Sacrosanctum Concilium. Propone anche il ristabilimento di un minimo di continuità, che considera condizione imprescindibile per la nuova evangelizzazione, vista la corrispondenza tra lex orandi e lex credendi.

Rito della Messa: Forma straordinaria e nuova evangelizzazione.

 S. Ecc. Mons. Athanasius Schneider

Volgendo lo sguardo verso Cristo

Per parlare correttamente di nuova evangelizzazione, è necessario in primo luogo a volgere lo sguardo verso Colui che è il vero evangelizzatore, cioè Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, il Verbo di Dio fatto Uomo. Il Figlio di Dio venne su questa terra per espiare e riparare il più grande peccato, il peccato per eccellenza. E questo peccato, il peccato per eccellenza dell’umanità, consiste nel rifiuto di adorare Dio e nel rifiuto di mantenere per lui il primo posto, il posto d’onore. Questo peccato da parte dell’uomo consiste nel non prestare attenzione a Dio, non avendo più il senso della convenienza delle cose, o anche il senso dei dettagli relativi a Dio e dell’adorazione che gli è dovuta, nel non voler vedere Dio, e nel non voler a inginocchiarsi davanti a Dio.

Per chi ha un tale atteggiamento, l’incarnazione di Dio è una fonte di imbarazzo e di conseguenza anche la presenza reale di Dio nel mistero eucaristico è motivo di imbarazzo, come lo è la centralità della presenza eucaristica di Dio nelle nostre chiese. Infatti l’uomo peccatore vuole il centro della scena per se stesso, sia all’interno della Chiesa che durante la celebrazione eucaristica. Vuole essere visto, per farsi notare.

 Per questo motivo Gesù Eucaristia, Dio incarnato, presente nel tabernacolo sotto la forma eucaristica, viene messo da parte. Anche la rappresentazione del Crocifisso sulla croce in mezzo all’altare durante la celebrazione verso il popolo è un imbarazzo, perché potrebbe nascondere il volto del sacerdote. Pertanto, l’immagine del Crocifisso al centro dell’altare, così come Gesù Eucaristia nel tabernacolo nel centro dell’altare, è un imbarazzo. Di conseguenza, la croce e il tabernacolo sono spostati a lato. Durante la messa, l’assemblea deve essere in grado di vedere il volto del sacerdote in ogni momento, e lui si diverte a mettersi letteralmente al centro della casa di Dio… E se per caso Gesù, realmente presente a noi nella Santissima Eucaristia, è ancora lasciato nel suo tabernacolo al centro dell’altare perché il Ministero di monumenti storici, anche in un regime ateo, ha proibito il suo spostamento per la conservazione del patrimonio artistico, il prete, spesso, durante tutta la celebrazione eucaristica, non si fa scrupolo di voltargli le spalle.

Quante volte gli adoratori di Cristo buoni e fedeli, piangendo, hanno gridato, nella loro semplicità e umiltà: “Dio ti benedica, Ministero dei monumenti storici! Almeno ci hanno lasciato Gesù al centro della nostra chiesa “.

La Messa è destinato a dare gloria a Dio, non agli uomini

Solo sulla base dell’adorazione e della glorificazione di Dio la Chiesa può adeguatamente proclamare la parola di verità, vale a dire evangelizzare. Prima che il mondo abbia mai sentito Gesù, il Verbo eterno fatto carne, predicare e annunciare il Regno, Egli ha adorato in silenzio per trenta anni. Questa rimane sempre la legge per la vita della Chiesa e la sua azione, nonché per tutti gli evangelizzatori. “Dal modo in cui viene trattata la liturgia si decide il destino della fede e della Chiesa”, ha detto il cardinale Ratzinger, il nostro attuale Santo Padre Benedetto XVI. Il Concilio Vaticano II ha voluto ricordare alla Chiesa quale realtà e quali azioni sarebbero dovute essere al primo posto nella sua vita.

Per questa ragione la prima parte degli atti del Concilio è stata dedicata alla liturgia. Il Concilio ci dà i seguenti principi: nella Chiesa, e quindi nella liturgia, l’uomo deve essere orientato verso il divino ed essere subordinato ad esso, allo stesso modo il visibile in relazione l’invisibile, l’azione in relazione alla contemplazione, la città presente in relazione a quella futura, a cui aspiriamo (vedi Sacrosanctum Concilium, 2). Secondo l’insegnamento del Concilio Vaticano II nostra liturgia terrena partecipa in anticipo alla liturgia celeste della città santa di Gerusalemme (ibid., 2).

Tutto ciò che riguarda la liturgia della Santa Messa, vale a dire le preghiere di adorazione, di ringraziamento, di espiazione e di petizione che il sommo ed eterno Sacerdote ha presentato al Padre, deve quindi servire a esprimere chiaramente la realtà del sacrificio di Cristo.

La forma straordinaria e la nuova evangelizzazione

Il rito e ogni dettaglio del Santo Sacrificio della Messa deve incentrarsi sulla glorificazione e adorazione di Dio, insistendo sulla centralità della presenza di Cristo, sia nel segno e la rappresentazione del Crocifisso, sia nella sua presenza eucaristica nel tabernacolo, e in particolare al momento della Consacrazione e della Santa Comunione. Più questo è rispettato, meno l’uomo è protagonista nella celebrazione, e tanto meno la celebrazione appare come un cerchio chiuso in se stesso; piuttosto [è un cerchio] aperto a Cristo e avanza verso di lui come in un corteo, con il sacerdote alla sua testa; come una processione liturgica ha il pregio di rispecchiare il sacrificio di adorazione di Cristo crocifisso; i frutti derivanti dalla glorificazione di Dio e ricevuti nelle anime dei presenti saranno più ricchi; Dio li onorerà di più.

Quanto più il sacerdote e i fedeli, nelle celebrazioni eucaristiche, cercano sinceramente la gloria di Dio piuttosto che quella degli uomini e non cercano di ricevere la gloria gli uni dagli altri, più Dio li considererà, concedendo che le loro anime possano partecipare più intensamente e con frutto alla gloria e all’onore della sua vita divina.

Oggi, in vari luoghi della terra, ci sono molte celebrazioni della Santa Messa che, si potrebbe dire, rappresentano un inversione del Salmo 113:9: “Non a te, o Signore, ma al nostro nome dà gloria” [chissà che cosa ne direbbe il Card. Siri! n. d. t.]. A tali celebrazioni si riferiscono le parole di Gesù: “Come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?” (Gv 5:44).

I sei principi della riforma liturgica

Il Concilio Vaticano II stabilì i seguenti principi in merito a una riforma liturgica:

1. Durante la celebrazione liturgica, l’umano, il temporale, e l’azione devono essere diretti verso il divino, l’eterno, e la contemplazione, il ruolo dei primi deve essere subordinato a questi ultimi (Sacrosanctum Concilium, 2).

2. Durante la celebrazione liturgica, dovrà essere incoraggiata la consapevolezza che la liturgia terrena partecipa alla liturgia celeste (Sacrosanctum Concilium, 8).

3. Non ci deve essere assolutamente alcuna innovazione; quindi nessuna nuova creazione dei riti liturgici, in particolare nel rito della Messa, se non per un guadagno vero e certo per la Chiesa, e a condizione che tutto sia fatto con prudenza e, se ciò è garantito, che nuove forme sostituiscano organicamente quelle esistenti (Sacrosanctum Concilium, 23).

4. Il rito della Messa deve essere tale che il sacro sia affrontato in modo più esplicito (Sacrosanctum Concilium, 21).

5. Il latino deve essere conservato nella liturgia, soprattutto alla Santa Messa (Sacrosanctum Concilium, 36 e 54).

6. Il canto gregoriano ha un posto d’onore nella liturgia (Sacrosanctum Concilium, 116).

I Padri conciliari hanno visto le loro proposte di riforma come la continuazione della riforma di san Pio X (Sacrosanctum Concilium 112 e 117) e del servo di Dio Pio XII, anzi, nella Costituzione liturgica, l’Enciclica Mediator Dei di Pio XII è quella citata più spesso.

Tra le altre cose, il Papa Pio XII ha lasciato alla Chiesa un importante principio della dottrina riguardante la Santa Liturgia, vale a dire la condanna di quello che viene chiamato archeologismo liturgico, le cui proposte sono in gran parte sovrapponibili a quelle del sinodo giansenista e tendente al protestantesimo di Pistoia (vedi Mediator Dei, 63-64).

È un dato di fatto che richiamino alla mente il pensiero teologico di Martin Lutero.

Per questa ragione, il Concilio di Trento aveva già condannato le idee liturgiche protestanti, in particolare l’enfasi esagerata sulla nozione di banchetto nella celebrazione eucaristica a scapito del suo carattere sacrificale e la soppressione di segni univoci di sacralità come espressione del mistero della liturgia (Concilio di Trento, sessione 22).

Le dichiarazioni dottrinali del Magistero sulla liturgia, in questo caso quelle del Concilio di Trento e dell’ enciclica Mediator Dei e che si riflettono in una prassi liturgica secolare, o addirittura millenaria, queste dichiarazioni, dico, formano una parte di quell’elemento della Santa Tradizione che non si può abbandonare senza incorrere in gravi danni spirituali. Il Vaticano II ha confermato queste dichiarazioni dottrinali sulla liturgia, come si può vedere leggendo i principi generali del culto divino nella Costituzione liturgica Sacrosanctum Concilium.

Come esempio di errore nel pensiero e nella prassi liturgica, Papa Pio XII cita la proposta di dare all’altare la forma di un tavolo (Mediator Dei 62).

Se già Papa Pio XII rifiutò l’altare a forma di tavolo , si può immaginare quanto più egli avrebbe rifiutato la proposta per una celebrazione attorno a un tavolo versus populum!

Quando la Sacrosanctum Concilium (n. 2) insegna che, nella liturgia, la contemplazione ha la priorità e che tutta la celebrazione deve essere orientata ai misteri celesti (ibid. 2 e 8), riecheggia fedelmente la seguente dichiarazione del Concilio di Trento: “E perché la natura umana è tale, che non facilmente viene tratta alla meditazione delle cose divine senza piccoli accorgimenti esteriori, per questa ragione la chiesa, pia madre, ha stabilito alcuni riti, che cioè, qualche tratto nella messa, sia pronunziato a voce bassa, qualche altro a voce più alta. Ha stabilito, similmente, delle cerimonie, come le benedizioni mistiche; usa i lumi, gli incensi, le vesti e molti altri elementi trasmessi dall’insegnamento e dalla tradizione apostolica, con cui venga messa in evidenza la maestà di un sacrificio così grande, e le menti dei fedeli siano attratte da questi segni visibili della religione e della pietà, alla contemplazione delle altissime cose, che sono nascoste in questo sacrificio.“(Sessione 25, capitolo 5).

Gli insegnamenti magisteriali della Chiesa citati sopra, in particolare la Mediator Dei, erano certamente riconosciuti come pienamente valida dai Padri del Concilio. Pertanto essi devono continuare ad essere pienamente validi per tutti i figli della Chiesa anche oggi.

Le cinque piaghe del Corpo mistico di Cristo liturgico

Nella lettera a tutti i vescovi della Chiesa cattolica che Benedetto XVI ha inviato il 7 luglio 2007 con il Motu Proprio Summorum Pontificum, il Papa ha fatto la seguente importante dichiarazione: “Nella storia della liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni precedenti era sacro, resta sacro e grande anche per noi.” Nel dire questo, il Papa ha espresso il principio fondamentale della liturgia che hanno insegnato il Concilio di Trento, Papa Pio XII e il Concilio Vaticano II.

Guardando senza pregiudizi e obiettivamente la prassi liturgica della stragrande maggioranza delle chiese di tutto il mondo cattolico in cui viene utilizzata la forma ordinaria del rito romano, nessuno può onestamente negare che i sei principi liturgici del Vaticano II siano costantemente violati, o quasi, nonostante l’affermazione erronea che questa sia la prassi liturgica voluta dal Vaticano II. Ci sono un certo numero di aspetti concreti della prassi liturgica attualmente prevalente nel rito ordinario che rappresentano una rottura vera e propria rispetto ad una pratica liturgica costante e millenaria. Con questo intendo le cinque pratiche liturgiche che citerò a breve, che possono essere definite le cinque piaghe del corpo mistico liturgico di Cristo. Si tratta di ferite, perché costituiscono una rottura violenta con il passato in quanto minimizzano il carattere sacrificale (che in realtà è il carattere centrale ed essenziale della Messa) e propongono l’idea del banchetto. Tutto questo riduce i segni esteriori di adorazione divina, perché mette in evidenza in misura molto minore la dimensione celeste ed eterna del mistero.

Ora le cinque ferite (tranne per le nuove preghiere dell’Offertorio) sono quelli che non sono previsti nella forma ordinaria del rito della Messa, ma sono stati portati in esso attraverso la pratica di una moda deplorevole.

A) La prima e più ovvia ferita è la celebrazione del Sacrificio della Messa in cui il sacerdote celebra con la faccia rivolta verso i fedeli, soprattutto durante la preghiera eucaristica e la consacrazione, il momento più alto e più sacro del culto che è dovuto a Dio. Questa forma esteriore corrisponde, per sua stessa natura, più che altro al modo in cui si insegna in una classe o si condivide un pasto. Siamo in un circolo chiuso. E questa forma assolutamente non è conforme al momento della preghiera, meno ancora a quella di adorazione. Eppure il Vaticano II non ha voluto affatto questa forma, né la stessa è mai stata raccomandata dal Magistero dei Papi dopo il Concilio.

Papa Benedetto XVI ha scritto nella prefazione al primo volume delle sue opere raccolte: “L’idea che il sacerdote e il popolo in preghiera devono guardarsi l’un l’altro reciprocamente è nata solo in età moderna ed è completamente estranea al cristianesimo antico. Infatti, il sacerdote e il popolo non affrontano la loro preghiera gli uni verso gli altri, ma insieme la rivolgono all’unico Signore. Per questo motivo, nella preghiera, guardano nella stessa direzione: o verso Oriente come simbolo cosmico del ritorno del Signore, o, dove questo non fosse possibile, verso una immagine di Cristo nell’abside, verso una croce, o semplicemente verso l’alto“.

La forma di celebrazione in cui tutti volgono il loro sguardo nella stessa direzione (Conversi ad orientem, ad Crucem, ad Dominum) è anche menzionata nelle rubriche del nuovo rito della Messa (cfr. Ordo Missae, 25, 133, 134). La cosiddetta celebrazione versus populum non corrisponde certo all’idea della Santa Liturgia come indicato nella dichiarazione della Sacrosanctum Concilium, 2 e 8.

B) La seconda ferita è la comunione nella mano, che ora è diffusa in quasi tutto il mondo. Non solo questo modo di ricevere la comunione non è in alcun modo menzionato dai Padri del Concilio Vaticano II, ma è stato in realtà introdotto da un certo numero di vescovi in disobbedienza alla Santa Sede e nonostante il voto a maggioranza negativo dai vescovi nel 1968. Papa Paolo VI la legittimò solo più tardi, a malincuore, e in particolari condizioni.

Papa Benedetto XVI, dal Corpus Christi 2008, distribuisce la Comunione ai fedeli in ginocchio e sulla lingua, sia a Roma che in tutte le chiese locali che visita. E così sta mostrando a tutta la Chiesa un chiaro esempio di Magistero pratico in una questione liturgica. Poiché la maggioranza qualificata dei vescovi rifiutò la Comunione nella mano come qualcosa di nocivo tre anni dopo il Concilio, tanto più lo avrebbero fattoi Padri conciliari!

C) La ferita è rappresentata dalle nuove preghiere di Offertorio. Si tratta di una creazione del tutto nuova e non erano mai state utilizzate nella Chiesa. Esse non esprimono tanto il mistero del sacrificio della Croce quanto l’evento di un banchetto e in tal modo ricordano le preghiere del pasto del sabato ebraico. Nella tradizione più che millenaria della Chiesa, in Oriente e in Occidente, le preghiere Offertorio sono sempre stati espressamente orientate al mistero del sacrificio della Croce (cfr. ad esempio Paul Tirot, Histoire des Prières d’Offertoire dans la liturgie romaine du VIIème XVIème au siècle [Roma, 1985]). Non vi è dubbio che una tale creazione, assolutamente nuova contraddice la chiara formulazione del Concilio Vaticano II che afferma: “novità ne fiant. . . novae formae ex Formis iam exstantibus organice crescant “(Sacrosanctum Concilium, 23).

D) La quarta ferita è la totale scomparsa del latino nella stragrande maggioranza delle celebrazioni eucaristiche nella forma ordinaria in tutti i paesi cattolici. Si tratta di una infrazione diretta contro le decisioni del Concilio Vaticano II.

E) La quinta ferita è l’esercizio da parte delle donne dei servizi liturgici di lettore e di accolito, come pure l’esercizio di questi stessi servizi in abiti laici, quando, durante la Santa Messa entrano nel coro direttamente dallo spazio riservato ai fedeli. Questa usanza non è mai esistita nella Chiesa, o almeno non è mai stato la benvenuta. Essa conferisce la celebrazione della Messa cattolica il carattere esterno di informalità, il carattere e lo stile di un gruppo piuttosto profano. Il Concilio di Nicea, già nel 787, proibiva tali pratiche quando ha stabilito il canone seguente: “Se qualcuno non è ordinato, non è consentito per lui a fare la lettura dall’ambone durante la santa liturgia” (can. 14 ). Questa norma è stata costantemente seguita nella Chiesa. Solo i suddiaconi e i lettori sono stati autorizzati a fare la lettura durante la liturgia della Messa. Se lettori e accoliti non sono presenti, uomini o ragazzi con i paramenti liturgici possono farlo, non le donne, dal momento che il sesso maschile rappresenta simbolicamente l’ultimo anello di ordini minori dal punto di vista dell’ordinazione non sacramentale di lettori e accoliti.

I testi del Vaticano II non parlano della soppressione degli ordini minori e del suddiaconato o dell’introduzione di nuovi ministeri. Nella Sacrosanctum Concilium, al n. 28, il Concilio distingue il ministro dal fedele durante la celebrazione liturgica, e stabilisce che ciascuno può fare solo ciò che gli compete per la natura della liturgia. Il numero 29 menziona i ministrantes, cioè i chierichetti che non sono stati ordinati. In contrasto con loro, ci sono, in linea con i termini giuridici in uso in quel tempo, i Ministri, vale a dire coloro che hanno ricevuto un ordine, sia esso maggiore o minore.

Il Motu Proprio: Come porre fine alla rottura nella Liturgia

Nel Motu Proprio Summorum Pontificum, Papa Benedetto XVI stabilisce che le due forme del rito romano devono essere considerate e trattate con lo stesso rispetto, perché la Chiesa rimane la stessa prima e dopo il Concilio. Nella lettera di accompagnamento del Motu Proprio, il Papa vuole le che due forme si arricchiscano reciprocamente.

Inoltre egli auspica che la nuova forma “sia in grado di dimostrare, più chiaramente di quanto non sia avvenuto finora, quella sacralità che attrae molti all’antico uso“.

Quattro delle ferite liturgiche, o pratiche sfortunate (celebrazione versus populum, comunione nella mano, totale abbandono del latino e del canto gregoriano, e intervento delle donne per il servizio di lettore e di accolito), non hanno in sé e per sé nulla a che fare con la forma ordinaria della Messa ed inoltre sono in contraddizione con i principi liturgica del Vaticano II. Se fossero abolite queste pratiche si tornerebbe al vero insegnamento del Concilio Vaticano II. E poi, le due forme del rito romano, verrebbero ad essere considerate assai più vicine, e così la forma straordinaria e la nuova evangelizzazione poiché, almeno esternamente, non si parlerebbe di alcuna rottura né apparirebbe alcuna rottura nella Chiesa tra il pre e il postconcilio.

Per quanto riguarda le nuove preghiere dell’Offertorio, sarebbe auspicabile che la Santa Sede le sostituisse con le preghiere corrispondenti della forma straordinaria, o almeno consentisse l’uso di quest’ultimo ad libitum. In questo modo la rottura tra le due forme sarebbe evitata non solo esternamente ma anche internamente. La rottura nella liturgia è proprio ciò che i Padri conciliari non volevano. I verbali del Concilio attestano questo, perché nel corso dei duemila anni di storia della liturgia, non c’è mai stata una rottura liturgica e, di conseguenza, non ci può essere. D’altra parte deve esserci continuità, così come si conviene per il Magistero.

Le cinque piaghe del corpo liturgico della Chiesa che ho menzionato gridano per la guarigione. Esse rappresentano una rottura che si può confrontare con l’esilio ad Avignone.

La situazione di una rottura così forte in un’espressione della vita della Chiesa è ben lungi dall’essere irrilevante, allora con l’assenza dei papi da Roma, oggi lcon a rottura visibile tra la liturgia prima e dopo il Concilio. Questa situazione grida in effetti, per la guarigione. Per questo motivo abbiamo bisogno di nuovi santi oggi, di una o più Sante Caterina di Siena.

Abbiamo bisogno di vox populi fidelis che richiedano la soppressione di questa rottura liturgica. La tragedia in tutto questo è che, oggi come i nel tempo dell’esilio di Avignone, la grande maggioranza del clero, soprattutto nei suoi ranghi più alti, è contenta di questa rottura.

Prima che ci si possano aspettare frutti efficaci e duraturi dalla nuova evangelizzazione, deve avere corso all’interno della Chiesa un processo di conversione. Come possiamo chiamare gli altri alla conversione quando, tra coloro che hanno risposto alla vocazione, non si è ancora verificata una convincente conversione nei confronti di Dio, internamente o esternamente? Il sacrificio della Messa, il sacrificio di adorazione di Cristo, il più grande mistero della Fede, l’atto più sublime di adorazione si celebra in un circolo chiuso, in cui le persone si cercano a vicenda.

Quello che manca è la conversio ad Dominum. È necessaria, anche esternamente e fisicamente, dal momento che nella liturgia Cristo è trattata come se non fosse Dio, e non Gli sono rivolti chiari segni esteriori dell’adorazione che è dovuta a Dio solo, perché i fedeli ricevono la Santa Comunione in piedi e, per giunta, la prendono in mano come un qualsiasi altro alimento, l’afferrano con le dita e la portano in bocca. Vi è qui una sorta di arianesimo o semi-arianesimo eucaristico.

Una delle condizioni necessarie per una nuova e fruttuosa evangelizzazione sarebbe la testimonianza di tutta la Chiesa nel culto liturgico pubblico. Dovrebbero essere osservati almeno questi due aspetti del culto divino:

1) Che la Santa Messa sia celebrata in tutto il mondo, anche in forma ordinaria, in una conversio ad Dominum interna e quindi necessariamente anche esterna .

2) Che i fedeli si inginocchino davanti a Cristo al momento della Santa Comunione, come san Paolo chiede quando si fa menzione del nome o della persona di Cristo (Fil 2,10), e che lo ricevano con l’amore più grande e il più grande rispetto possibile, come si addice a Lui come Dio vero.

Grazie a Dio, Benedetto XVI ha preso due misure concrete per avviare il processo di un ritorno dall’esilio di Avignone della liturgia, cioè, il Motu Proprio Summorum Pontificum e la reintroduzione del tradizionale rito della Comunione.

Vi è ancora bisogno di molte preghiere e forse di una nuovo santa Caterina da Siena per le altre misure da adottare al fine di guarire le cinque piaghe sul corpo liturgico e mistico della Chiesa e perché Dio sia venerato nella liturgia con quell’amore, quel rispetto, quel senso del sublime che da sempre sono le caratteristiche della Chiesa e del suo insegnamento, in particolare nel Concilio di Trento, nell’enciclica Mediator Dei di Papa Pio XII, nella Costituzione Sacrosanctum Concilium del Vaticano II e nella teologia della liturgia di Papa Benedetto XVI, nel suo magistero liturgico, e nel Motu proprio di cui sopra.

Nessuno può evangelizzare a meno che non abbia adorato, o meglio ancora a meno che non adori costantemente e doni Dio, Cristo nell’Eucaristia, vera priorità nel suo modo di celebrare e in tutta la sua vita. Infatti, per citare il cardinale Joseph Ratzinger: “E’ nel trattamento della liturgia che si decide il destino della fede e della Chiesa.

da “The Latin Mass Magazine” vol. 21 n. 2, estate 2012.

[SM=g1740738]
Caterina63
00domenica 9 settembre 2012 14:31
[SM=g1740733] VIDEOMESSAGGIO DEL SANTO PADRE IN OCCASIONE DELL’INIZIATIVA "DIECI PIAZZE PER DIECI COMANDAMENTI" PROMOSSA DAL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO, 09.09.2012

Ieri sera, in Piazza del Popolo a Roma, si è aperta l’iniziativa "Dieci Piazze per Dieci Comandamenti" promossa dal Rinnovamento nello Spirito Santo, una serata di evangelizzazione e di festa che proseguirà nel corso dell’anno in altre città italiane.
Nel corso dell’evento è stato trasmesso su schermi giganti un Videomessaggio del Santo Padre Benedetto XVI il cui testo riportiamo di seguito:

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

in audio e video
it.gloria.tv/?media=330466



Cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di porgere un cordiale saluto a tutti voi che partecipate nelle piazze di varie città italiane a questa catechesi sui Dieci Comandamenti e aderite all’iniziativa «Quando l’Amore dà senso alla tua vita…». In particolare saluto e ringrazio gli aderenti al Movimento ecclesiale Rinnovamento nello Spirito Santo, che hanno organizzato questa lodevole iniziativa, con il sostegno del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e della Conferenza Episcopale Italiana.

Il Decalogo ci riporta al Monte Sinai, quando Dio entra in modo particolare nella storia del popolo ebreo, e tramite questo popolo nella storia dell’intera umanità, donando le «Dieci Parole» che esprimono la sua volontà e che sono una sorta di «codice etico» per costruire una società in cui il rapporto di alleanza con il Dio Santo e Giusto illumini e guidi i rapporti tra le persone. E Gesù viene a dare compimento a queste parole, innalzandole e riassumendole nel duplice comandamento dell’amore: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente… Amerai il prossimo tuo come te stesso» (cfr Mt 22,37-40).

Ma domandiamoci: che senso hanno queste Dieci Parole per noi, nell’attuale contesto culturale, in cui secolarismo e relativismo rischiano di diventare i criteri di ogni scelta e in questa nostra società che sembra vivere come se Dio non esistesse?
Noi rispondiamo che Dio ci ha donato i Comandamenti per educarci alla vera libertà e all’amore autentico, così che possiamo essere davvero felici. Essi sono un segno dell’amore di Dio Padre, del suo desiderio di insegnarci il retto discernimento del bene dal male, del vero dal falso, del giusto dall’ingiusto. Essi sono comprensibili da tutti e proprio perché fissano i valori fondamentali in norme e regole concrete, nel metterli in pratica l’uomo può percorrere il cammino della vera libertà, che lo rende saldo nella via che conduce alla vita e alla felicità.

Al contrario, quando nella sua esistenza l’uomo ignora i Comandamenti, non solo si aliena da Dio e abbandona l’alleanza con Lui, ma si allontana anche dalla vita e dalla felicità duratura. L’uomo lasciato a se stesso, indifferente verso Dio, fiero della propria autonomia assoluta, finisce per seguire gli idoli dell’egoismo, del potere, del dominio, inquinando i rapporti con se stesso e con gli altri e percorrendo sentieri non di vita, ma di morte. Le tristi esperienze della storia, soprattutto del secolo scorso, rimangono un monito per tutta l’umanità.

«Quando l’Amore dà senso alla tua vita…». Gesù porta a pienezza la via dei Comandamenti con la sua Croce e Risurrezione; porta al superamento radicale dell’egoismo, del peccato e della morte, con il dono di Se stesso per amore. Solo l’accoglienza dell’amore infinito di Dio, l’avere fiducia in Lui, il seguire la strada che Egli ha tracciato, dona senso profondo alla vita e apre a un futuro di speranza.

Cari amici, auguro che questa iniziativa susciti un rinnovato impegno nel testimoniare che la via dell’amore tracciata dai Comandamenti e perfezionata da Cristo è l’unica capace di rendere la nostra vita, quella degli altri, quella delle nostre comunità più piena, più buona e più felice. La Vergine Maria accompagni questo cammino, mentre imparto la mia Benedizione.


it.gloria.tv/?media=167143



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Caterina63
00lunedì 17 settembre 2012 15:07
[SM=g1740733] L'11 ottobre del 2010 il santo Padre Benedetto XVI ha tenuto, ai Vescovi riuniti in un Sinodo, una profonda meditazione su Maria "Theotokos", Dei Genitrix, ripercorrendo con noi e per noi, le tappe più importanti della Chiesa sul ruolo di Maria Santissima nella Chiesa e per la Chiesa. Un ruolo mai isolato messo in risalto maggiormante dal Concilio Vaticano II quando la proclamò Mater Ecclesiae.
Noi vi riproniamo questa Catechesi davvero magisteriale nell'audio e nel video integrali, diviso in due parti perchè lo possiamo maggiormente meditare, ascoltando davvero le parole del Papa.

www.gloria.tv/?media=277265

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[SM=g1740717]

L'11 ottobre del 2010 il santo Padre Benedetto XVI ha tenuto, ai Vescovi riuniti in un Sinodo, una profonda meditazione su Maria "Theotokos", Dei Genitrix in rapporto con la Chiesa, qui abbiamo postato in video ed audio la prima parte:
www.gloria.tv/?media=277265

In questa seconda parte il santo Padre approfondisce il dolore della Madre Chiesa per i suoi Figli perseguitati ma anche di quanti non hanno ancora conosciuto il Signore Gesù.
www.gloria.tv/?media=278269




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[SM=g1740733]
- Anno Fidei Benedetto XVI ci invita con il Rosario (1)

Cari Amici, con questo video vogliamo iniziare una serie che ci accompagnerà, a Dio piacendo, per l'Anno della Fede. Apriamo la serie con l'invito del Papa al santo Rosario, seguiranno poi dei video che ci aiuteranno a ricordare le virtù cristiane, il simbolo della Fede, ed altro ancora.
www.gloria.tv/?media=334092


Cercheremo poi di seguire gli interventi del santo Padre cercando di raccoglierli in video offrendovi queste schede che vogliamo raccogliere come perle preziose, piccolo tesoro del campo, affinchè possiamo rileggere la nostra Fede, correggerci dove vediamo qualche mancanza e impegnarci ad essere veri testimoni di Gesù Signore, Maestro di verità e Salvatore delle nostre anime.
Cerchiamo di impegnarci ulteriormente e alimentiamo in noi il desiderio di essere veri Cristiani.

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[SM=g1740717]



- Annus Fidei Professione Credo con Benedetto XVI (2)

La Professione di Fede Cattolica contiene al suo interno tutto il corpo fondamentale della dottrina e del Catechismo Cattolico e, come insegna sant'Agostino, non è sufficiente impararlo a memoria, bisogna viverlo, metterlo in pratica per dirsi veramente Cattolici, senza sé e senza ma....
www.gloria.tv/?media=336346




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[SM=g1740750] - Annus Fidei Benedetto XVI e Maria nel Concilio Vaticano II (3)

Nell'incontro al 23° Congresso Mariologico Mariano Internazionale l'8 settembre, Natività di Maria Santissima, il santo Padre
Benedetto XVI ha tenuto un Discorso su Maria nel Concilio, accennando ai passi fatti ed alle disposizioni atte a preservare, custodire e
tramandare, incorrottamente, l'insegnamento già acquisito dalla Chiesa sulla Madre di Dio, sui titoli onorifici, sulla sua mediazione e cooperazione al progetto di Dio nel Figlio e con il Figlio, e su queste disposizioni ha incoraggiato ad andare avanti, con fedeltà e unità ecclesiale. Ascoltiamolo!

www.gloria.tv/?media=337492




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[SM=g1740717] - Annus Fidei Lettera Apostolica Porta Fidei di Benedetto XVI (4)

Come vogliamo affrontare questo Anno della Fede?
Il Santo Padre Benedetto XVI ci offre delle linee guida chiare ed indispensabili per non sprecare questa occasione propizia.
In questo video abbiamo tratto alcuni passi dalla Porta Fidei che riteniamo fondamentali per questo approccio magisteriale ed anche catechetico, affinchè possiamo davvero seminare bene e portare frutti....
Evitiamo la fede del "fai da te" e cerchiamo di camminare insieme, non paralleli.... al Dolce Vicario di Cristo in terra.
www.gloria.tv/?media=338555



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Caterina63
00sabato 29 settembre 2012 09:56
[SM=g1740733] - Annus Fidei Benedetto XVI insegnamenti sulla Chiesa (5)

Riteniamo utile e buon servizio, far conoscere a tutte le persone di buona volontà cosa davvero insegna il Papa sulla Chiesa.
Ascoltiamolo.


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[SM=g1740738]


[SM=g1740771] - Annus Fidei Benedetto XVI insegnamenti sulla Chiesa (6)

Dopo la quarta scheda vi proponiamo l'allora cardinale Ratzinger quando nel 1990, al Meeting di Rimini, spiegava bene di come avessimo bisogno "di una Chiesa più divina e meno umana" perchè la Chiesa non è una soluzione di gruppi e maggioranze, la libertà non è quella del "faccio come voglio o di imporre il mio volere agli altri" schiacciando le minoranze.....
Ascoltiamolo e facciamone tesoro.

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[SM=g1740758]


- Annus Fidei tre Papi insegnano sulla Chiesa (7)

Cari Amici, vi proponiamo tre brevi interventi di tre Pontefici, per meditare sul nostro essere Cristiani nella Chiesa. Giovanni XXIII parla del Rosario e di cosa fa il Papa; Giovanni Paolo II ci rammenta il valore della sofferenza, quell'unirsi a Cristo Crocefisso per salvare la Famiglia duramente minacciata e poi Benedetto XVI che ricordandoci il martirio si san Giovanni Battista, ci ricorda che la Verità non ammette compremessi....

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[SM=g1740717]


- Annus Fidei Inno karaoke Bianco Padre per stare con il Santo Padre (8)

Un inno che molti conoscono, altri meno, noi ve lo riproponiamo con immagini aggiornate per l'Annus fidei e insieme con il Papa Benedetto XVI, cominciare questa avventura e rinnovare la nostra fede con Pietro.
Invitiamo tutti a raccogliere l'appello del Papa per la sua visita di domani a Loreto.... e di pregare per lui anche in tutto questo Anno di grazia, cercando di fare nostre le sue richieste ecclesiali.


www.gloria.tv/?media=341538


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[SM=g1740720]

[SM=g1740758]

[SM=g1740717] Cari Fratelli e Sorelle, buona sera a tutti voi e grazie per essere venuti. Grazie anche all'Azione Cattolica italiana che ha organizzato questa fiaccolata. Cinquant'anni fa, in questo giorno, anche io sono stato qui in Piazza, con lo sguardo verso questa finestra, dove si è affacciato il buon Papa, il Beato Papa Giovanni e ha parlato a noi con parole indimenticabili, parole piene di poesia, di bontà, parole del cuore. Eravamo felici -- direi -- e pieni di entusiasmo. Il grande Concilio Ecumenico era inaugurato; eravamo sicuri che doveva venire una nuova primavera della Chiesa, una nuova Pentecoste, con una nuova presenza forte della grazia liberatrice del Vangelo. Anche oggi siamo felici, portiam ...

*****

IL SIGNORE NON DORME!! E' CON NOI, SEMPRE!!!! Il Peccato Originale esiste, ma l'amore di Dio è più forte.... Parole del Papa a braccio al termine della fiaccolata di ieri [SM=g1740722]

www.gloria.tv/?media=345239



[SM=g1740717]

[SM=g1740757]

Caterina63
00sabato 20 ottobre 2012 12:17

[SM=g1740733] - Annus Fidei Compendio del Catechismo Pater Noster (8)

Ricordando le tappe dei precedenti video con il Compendio del Catechismo:

1. www.gloria.tv/?media=342663 insegnamento

2. www.gloria.tv/?media=343572 tradizione

3. www.gloria.tv/?media=344261 la fede

4. www.gloria.tv/?media=344798 Maria Santissima

5. www.gloria.tv/?media=345708 Formule della Fede

6. www.gloria.tv/?media=346526 Inferno

7. www.gloria.tv/?media=347752 Purgatorio Paradiso

concludiamo, per ora, questa prima serie con una profonda riflessione della Preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato, il Padre Nostro, attraverso la viva voce del santo Padre e alcune schede tratte dal Compendio del Catechismo.
Rivalutiamo questa Preghiera,, pensiamo bene alle parole, ai pensieri, alle verità che pronunciamo con queste parole e cerchiamo di metterle in pratica.
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[SM=g1740733] -Annus Fidei i Fioretti e i Santi (9)

Cari Amici, nel Simbolo della Fede professiamo "Credo... la Comunione dei Santi", che cosa significa per noi?
Ricordare un Santo non può ridursi alla festa patronale o all'effige di una immaginetta, questa Comunione con Loro è qualcosa di veramente vivo che sarebbe persino offensivo se non entrassimo in questa comunione, oltre che ad essere inutile e idolatrico ricordarli solo a parole.
La nostra Fede vuole i fatti, vuole i frutti. Qui i Santi ci rammentano i famosi fioretti caduti forse in disuso i quali ci aiuterebbero davvero a correggere i nostri difetti, cerchiamo di riscoprirli e di realizzarli, con la Loro intercessione.
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- Annus Fidei Fioretti dei Santi (10)

Cari Amici, le vite dei Santi sono davvero "miriadi e miriadi" come ci rammenta la Scrittura, e fare una cernita di fatti da loro narrati e vissuti è davvero una impresa titanica. Vi proponiamo allora alcune briciole che, se ben raccolte, potranno aiutarci ad approfondire non solo la loro santità, ma anche il raggiungimento della nostra meta.
Approfondiamo e veneriamo, per esempio, anche il Santo di cui portiamo il nome.... la sua vita parla ad ognuno di noi sollecitandoci verso la beatitudine eterna.
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Qui troverete il primo video dedicato a loro:
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- Annus Fidei Fioretti Santi Domenicani (11)

Proseguiamo la serie dei fioretti dei Santi, offrendovi qualche perla domenicana..... Lasciamoci docilmente istruire dai Santi Fondatori che hanno reso davvero bello e luminoso il volto della Chiesa. Pensiamo alle migliaia e migliaia di persone che ascoltando questi Fondatori hanno lavorato nel proprio tempo dando la propria vita perchè noi, oggi, avessimo davvero quelle prove che l'uomo cerca continuamente. Questa è parte integrante della autentica Tradizione: "Fare una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Qui troverete i primi due video dedicati ai Santi e ai fioretti dei Santi:
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Caterina63
00lunedì 5 novembre 2012 14:36
[SM=g1740717] - Annus Fidei Massime di san Giovanni Bosco (12)

San Giovanni Bosco è stato davvero un grande Santo per i giovani e dei giovani, ma anche un grande maestro di vita per gli adulti, per i genitori, per la vita sociale. Famose sono le cosìddette "Massime" una raccolta di insegnamenti di vita che il santo sperimentava nella sua opera quotidiana. Non vogliamo fare di queste degli slogan, mi raccomando!
Cerchiamo di usarle come stile di vita cristiana in questo tempo di grandi amarezze pseudo culturali dove non pochi cristiani vivono in modo incoerente le promesse battesimali.
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- Vi offriamo un video allegro, gioioso, di fede, di amore al Papa, di affetto filiale.....
buona visione

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[SM=g1740757]

[SM=g1740758] - Benedetto XVI Lettera Apostolica Latina Lingua

"La lingua latina è sempre stata tenuta in altissima considerazione dalla Chiesa Cattolica e dai Romani Pontefici..."
Con queste parole il Papa ha istituito la Pontificia Accademia di Latinità per preservare, proteggere, far conoscere e ri-tramandare la lingua latina nella Chiesa ma anche nell'uso culturale e storico del nostro tempo.
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- Annus Fidei Marta e Maria nel Vangelo e nel Magistero

Conosciamo tutti la scena del Vangelo in cui Gesù premia la disposizione all'ascolto di Maria (Lc.10,41-42) ad un certo
attivismo. La Catechesi del santo Padre Benedetto XVI e i seguenti riferimenti al Catechismo, ci aiutano a trovare il giusto equilibrio che dobbiamo maturare ed esercitare...
Buona meditazione.
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- Annus Fidei Benedetto XVI le tre vie che conducono a Dio

Come sappiamo il santo Padre Benedetto XVI ha iniziato un nuovo ciclo di Catechesi dedicate alla Fede. In questo video vi proponiamo, sinteticamente e dalla sua viva voce, le tre vie che conducono alla Fede e dal Papa ben spiegate nella Catechesi di Mercoledì 14 novembre 2012
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Caterina63
00domenica 9 dicembre 2012 11:32
- Annus Fidei Benedetto XVI spiega Maria Immacolata [SM=g1740752]

In questo Anno della fede il santo Padre ci ha donato un bellissimo Angelus nel quale spiega, con poche parole semplici, il ruolo di Maria e quell'essere Immacolata non solo per un Dono speciale di Dio ma anche per il suo contributo personale all'opera di Dio. Una immacolatezza che ha origine dal progetto di Dio nella Chiesa e per la Chiesa, immagine della Sposa salvata e redenta. In Maria ci è spiegato il dramma del Peccato Originale e come è stato risolto.
Gustiamo queste prelibatezze dottrinali e facciamole nostre!
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[SM=g1740750] [SM=g1740752]


- Annus Fidei Epifania Nostro Signore Gesù Cristo nel Magistero della Chiesa

Se le tradizioni popolari si riversano sulla "Befana", ciò che è importante è che noi cattolici non dimentichiamo che il 6 gennaio celebriamo in forma solenne la "Manifestazione" di nostro Signore Gesù ai Magi, questo vuol dire infatti "Epifania", Manifestazione! Il Dio Bambino rende manifesta la Sua vera identità a tutti i popoli della terra rappresentati dai Magi i quali, spinti dalla ricerca e dalla luce della Stella, intraprendono il viaggio per portare doni ma anche la propria fede ai piedi di quel Bambino, tenuto in braccio dalla Madre. Conosciamo poi la simbologia e i segni racchiusi inquei doni: oro, per onorare il Re dei re; l'incenso, come si addice a Colui che solo può essere e deve essere adorato; la mirra, il triste presagio nell'unguento atto ad alleviare i dolori della futura passione.
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Caterina63
00sabato 12 gennaio 2013 16:34
[SM=g1740733] Approfondiamo il Messaggio per la Pace dell'anno 2013 di Papa Benedetto XVI. Non ci sono bacchette magiche per risolvere i drammi, ma di certo vi è contenuto un programma per aprire la porta alla vera Pace....

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Caterina63
00lunedì 1 aprile 2013 10:38

Anno della Fede pensieri Pasquali Papa Francesco

Amici, ricordiamoci che siamo nell'Anno della Fede e vogliamo cogliere l'occasione degli interventi di Papa Francesco in questo Tempo di Pasqua per meditare su alcuni punti forti da lui tracciati per la nostra edificazione. In questo video il Papa ci aiuta a meditare dalla Passione di Cristo alla gioia della Sua Risurrezione.
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Caterina63
00giovedì 12 settembre 2013 19:06
Nell'Udienza generale 11 settembre, il santo Padre ha ripreso le Catechesi sulla Chiesa ed ha spiegato il termine "Madre", perché la Chiesa è anche "nostra Madre". Ha poi sollecitato ognuno di noi a riscoprire la data del proprio Battesimo per festeggiarla quale dono di Dio e della Chiesa in quanto è in questo giorno che siamo stati rigenerati a nuova vita e siamo diventati Figli di Dio, eredi della promessa, parte del Popolo di "stirpe divina".

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Caterina63
00martedì 12 novembre 2013 09:45
[SM=g1740722] Tributo ai Papi nella difesa della vita e della fede in Cristo

Cari Amici, vi offriamo un video che desidera ripercorrere con voi il lavoro, la missione del Vicario di Cristo in terra, il Papa, dal 1900 ad oggi. Brevi immagini e spezzoni in video ma significativi perché, in questo tempo difficile, in questo secolo passato e nel Millennio appena iniziato, la Vita umana e la Famiglia stanno rischiando davvero tutto. Con questo video vogliamo rendere un tributo così alla Vita umana, ai Pontefici che da sempre l'hanno difesa, ed anche alla Fede il cui Anno dedicato sta per concludersi, ma che per noi vuole essere un inizio entusiasmante di servizio, fedeltà e speranza.
Due canti accompagnano il video: Vedrai i miracoli se crederai.... e The Prayer, una Preghiera che si fa supplica e speranza....
Al di la delle dispute vogliamo, con questo video, fare una panoramica della fede in Cristo che i Sommi Pontefici, e noi uniti a loro, continuano ad offrirci sacrificando se stessi.

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