Lettera aperta a mons. Williamson

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Caterina63
00lunedì 23 agosto 2010 09:29

Williamson: un nuovo motu proprio per riaccogliere i lefebvriani. "Pericolo!"

da Redazione Messainlatino:

L'ultima
newsletter
di mons. Williamson, il controverso vescovo della Fraternità San Pio X le cui affermazioni negazioniste sulle camere a gas attirarono enorme controversia sia sul Papa (che aveva revocato le scomuniche ai vescovi lefebvriani) sia sulla Fraternità stessa, offre informazioni e indiscrezioni davvero importanti sulla situazione tra Roma e la FSSPX. La pubblichiamo per intero: le notizie che vi leggiamo, e che a noi appaiono molto incoraggianti, preoccupano e allarmano l'intransigente vescovo, da sempre dichiarato oppositore di un accordo che invece, se bene strutturato, appare ad ogni persona di buon senso come una benedizione, per rafforzare il peso della Tradizione all'interno della Chiesa e per aiutare la tanto attesa correzione di rotta. I nostri commenti sono interpolati in rosso.


Commenti Eleison CLXII (21 agosto 2010): COLLOQUI AGGIRATI ?

Mentre i colloqui fra Roma e la Fraternità San Pio X, a sentire le due parti, stanno cozzando contro un muro dottrinale, una notizia dalla Francia e dalla Germania e delle voci da Roma configurano insieme un pericolo per i Cattolici. Tale pericolo è costituito da un accordo politico che semplicemente aggirerebbe il blocco dottrinale. La politica minaccia di intrappolare la dottrina.

Dalla Francia e dalla Germania, poche settimane fa, mi si è detto che una larga percentuale di cattolici che frequentano i centri di Messa della FSSPX stanno solo sperando e aspettando un qualche accordo per venir fuori dai colloqui [Ottima notizia. Come spesso accade, il sensus fidei dei semplici fedeli è più forte di qualunque condizionamento. Vox populi, vox Dei; o forse dovremmo dire: semplice buon senso di laici, che hanno compreso - e non ci vuol molto - due cose evidenti: che la Chiesa ha bisogno delle 'truppe' esercitate e allenate della Fraternità; e che quest'ultima estenderebbe enormemente la sua capacità di apostolato e persuasione se si liberasse dello stigma di non essere in comunione col Papa]. Se, e ripeto se, questo è vero, la cosa è molto grave. Questi cattolici meritano pieni voti per il fatto che non desiderano essere tagliati fuori da ciò che a loro sembra essere Roma, ma meritano voti scarsi per il fatto che non colgono che, fino a quando i colloqui rimarranno dottrinali, non vi sarà modo per gli insegnamenti neo-modernisti del Vaticano II di essere conciliati con la dottrina cattolica della vera Chiesa. Questi cattolici potranno venerare ed amare l'Arcivescovo Lefebvre per come lo vedono, ma non hanno compreso l'essenza della sua lotta per la Chiesa. Farebbero meglio ad aprire gli occhi, se non vogliono cadere, in un modo o nell'altro, tra le braccia dei neo-modernisti Romani.

Un accordo a fronte della dottrina significa porre la politica prima della religione, l'unità prima della verità, l'uomo prima di Dio. Dio prima dell'uomo significa la verità prima dell'unità, la religione prima della politica, e la dottrina come cosa più importante di un qualsiasi accordo non dottrinale. Solo dei sognatori potevano non prevedere che i colloqui fra Roma e la FSSPX andassero a cozzare contro un muro dottrinale. Solo dei politicanti possono sperare di poterne ricavare un accordo non dottrinale.

Ahimè, a quanto pare Benedetto XVI crede sinceramente nella nuova Chiesa del Vaticano II, che consiste nel raccogliere nel suo seno tutti gli uomini assolutamente, indipendentemente dal fatto che credano o meno nell'unica vera dottrina della Fede. Perciò egli desidera sinceramente accogliere anche la FSSPX - bisogna anche tenere conto che normalmente non ha troppo da vivere! [***gesto e formula di scongiuro***] Di conseguenza, il blocco dei colloqui dottrinali non dovrebbe preoccuparlo eccessivamente, e per lui non sarebbe escluso di raggiungere un accordo politico con la FSSPX, al fine di unirla al resto della nuova Chiesa. Questo scopo esigerebbe di non chiedere troppo alla FSSPX, che rifiuterebbe l'accordo, né troppo poco, perché allora il resto della nuova Chiesa conciliare insorgerebbe per protesta.

Le voci da Roma dicono che lui stia proprio pensando ad un "Motu Proprio", che accetterebbe il "ritorno nella Chiesa" della FSSPX, una volta per tutte, senza chiedere alla stessa FSSPX un'esplicita accettazione del Vaticano II o della nuova Messa, ma chiedendo solo l'accettazione, per esempio, del "Catechismo della Chiesa cattolica" di Giovanni Paolo II, del 1992, il quale è sostanzialmente modernista [!!], ma in maniera sommessa [l'idea è tutt'altro che peregrina, e ancor meno malvagia o inattuabile: non s'è fatto forse lo stesso per la revoca delle scomuniche, allorché fu ritenuto sufficiente che i quattro vescovi richiedessero quella revoca, senza doversi profondere in chiarimenti, né resipiscenze né abiure di sorta?]. In tal modo la FSSPX, agli occhi dei suoi seguaci, non parrebbe accettare il Concilio o la nuova Messa, ma si disporrebbe, pian piano, ad andare d'accordo con la sostanza del neo-modernismo.

Così tutti i fautori dell'unità sarebbero contenti. Salvo i credenti nella dottrina cattolica [id est: salvo Williamson e i suoi pochi accoliti].

PERICOLO!

Kyrie eleison.




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 Alle ottime riflessioni della Redazione, mi permetto di rispondere in prima persona al Vescovo Williamson....  
 
Eccellenza,  
provo a valutare le sue riflessioni dal suo punto di vista che senza dubbio è più istruito del mio, tuttavia ci sono alcune considerazioni da fare da un altro punto di vista (il nostro) che è altrettanto informato su altri aspetti della situazione, non si tratta di sincretismo, relativismo o di accomodamenti, ma di concretezza e cruda realtà della grave situazione che tutti (noi e lei) viviamo!  
 
Personalmente sono anch'io contraria ad un accordo che penalizzi IL RUOLO (a mio parere fondamentale) curato da mons. Lefebvre di venerata memoria a causa delle false interpretazioni pastorali e dottrinali, nate con il Concilio, tuttavia le sue parole non aiutano a quella necessità fondamentale per la Chiesa di trovare un equilibrio incoraggiante per superare tale crisi!  
Non credo affatto che mons. Fellay si lascerebbe "abbindolare" in un accordo penalizzante non soltanto per la FSSPX ma anche per noi stessi perchè lei, ecc.za, dimentica che se alla FSSPX vogliamo darle un ruolo vero e autentico, questo è proprio quello del "segno di contraddizione" che la Chiesa (nella veste dei suoi Pastori ) ha purtroppo perduto....  
 
Lei, ecc.za, se la prende con Benedetto XVI, la tiritera dell'età è una osservazione che penalizza le sue riflessioni, dimenticando la longevità di molti Pontefici come Leone XIII del quale si augurava la dipartita dopo la magnifica Rerum Novarum....  
dimenticando che Nostro Signore è il "padrone della vita e della morte", e che in Lui confidiamo e affidiamo le speranze della guida della Chiesa.... voglio sperare che lei, ecc.za, non pensi di se stesso e della FSSPX, quale unica sorgente di salvezza per la Chiesa!! Wink  
Benedetto XVI non ha la bacchetta magica!  
Senza dubbio ognuno di noi spera sempre a qualche colpo di scena che tarda a venire, ma solo 3 anni fa nessuno avrebbe mai pensato a questa rivoluzione liturgica nella Chiesa....  
 
Vede, ecc.za, lei è abituato a vivere in una Comunità che con coraggio, senza dubbio, si è imposta all'apostasia.... tuttavia dimentica le migliaia di Cattolici che in tutti questi anni hanno duramente sofferto all'interno della Chiesa, senza fare "chiasso".... rimanendo ai margini delle loro diocesi, venendo espulsi dalle proprie Parrocchie, vivendo  spesso in una catacomba, ma che hanno continuato a LAVORARE inesorabilmente con la speranza che un giorno come quel 7 luglio del 2007 diventasse realtà...e non solo, moltissimi hanno pregato in questi anni affinchè la pesante penalizzazione contro i 4 vescovi (lei compreso) nominati da mons. Lefebvre, venisse con giustizia riappacificata....  
In tre anni abbiamo assistito ad una rivoluzione che sarebbe davvero ingiusto non menzionare, ignorare, sbriciolare attraverso continui commenti disfattisti e pessimisti....  
 
La fede Cattolica e la stessa LITURGIA che racchiude in sè UN SACRIFICIO è, paradossalmente, UN INNO ALLA GIOIA!  
La Croce, per noi vanto, è stoltezza per chi non la comprende....  
ciò che manca dunque alle sue riflessioni è l'ottimismo! è l'Inno alla gioia, è quella fede certa che non si fonda su se stessi nè si ripiega sui nostri sforzi, tanto meno nei gruppi, comunità, cammini e chi più ne ha più ne metta!!  
 
Papa Pio VII era considerato un Papa debole....generalmente usava ricorrere spesso alla consulta del Concilio dei Cardinali per ricevere approvazione, conforto, sicurezza... tanto che il fac-totum sembrava essere il cardinale Consalvi.... a lui si deve infatti la creazione del "motu proprio" e la nuova redazione del Codice Civile.... per Napoleone Consalvi non era affatto un "uomo di Chiesa" ma un genio dell'amministrazione degli Stati Pontifici....ma noi sappiamo che Consalvi era anche un ottimo dicaono anche se non fu sacerdote... Wink  

Potrei farle altri esempi... citarle la figura del Savonarola, i Papi della cattività avignonese e il coraggio di una Donna del 1300, santa Caterina da Siena....tutti esempi per dimostrarle che anche i Papi del passato hanno commesso errori... così come abbiamo avuto Papi santi...  
Se per voi, come per noi attenzione, Pio XII è un santo, non si dimentichi che certi cambiamenti li dobbiamo alle sue aperture...e non parlo solo di Liturgia e dell'eredità che abbiamo avuto in Bugnini... ma anche per un tacito consenso ad una forma di prete diversa, nuova, SOCIALE....preti che come don Mazzolari (eccellente sotto certi aspetti) che venivano confinati si, ma non scomunicati nelle loro idee che lentamente finirono per penetrare dentro la Chiesa diventandone parte integrante...  
Se proprio vogliamo essere pignoli, l'ultimo Pontefice che seppe vedere "lontano" fu davvero san Pio X, ma la Chiesa non si è fermata li....nè al Concilio.... che le piaccia o no, questa è la Chiesa, non ne abbiamo altre...  
 
Interessante è leggersi la beata Caterina Emmerich che racconta di una IMMAGINE di Chiesa "nella Chiesa", su questo posso darle pienamente ragione: c'è una Chiesa nella Chiesa che procede per conto suo, ma non è "un altra" chiesa con una istituzione tangibile, essa CONVIVE NELLA CHIESA e per questo fa molti danni, ma non sono certo le sue considerazioni che potranno aiutare i fedeli a scorgere questo dramma....  

Senza dubbio occorre fare chiarezza su questo per esempio, non è un caso che Benedetto XVI ha riproposto di recente la figura e la dottrina e il magistero di san Pio X..... Wink  a tutti noi piacerebbe una soluzione che accontentasse le nostre speranze ed aspirazioni, ma spesso dimentichiamo che "gli scandali sono necessari", dice Gesù e aggiunge: "ma guai a colui per il quale lo scandalo avviene" come a metterci in guardia non dallo scandalo, ma dal NON essere noi a procurarlo, ognuno deve interrogarsi sempre su questo aspetto....  
Forse il Papa è a questo che fa attenzione e a fare in modo che gli scandali già avvenuti, trovino una soluzione che possa aiutare i fedeli a comprendere che la Chiesa non è tirannia o una sorta di Soviet....ma molto dipende DALLE COSCIENZE DEI FEDELI e queste vanno formate non comandate....  

Il CCC del 1992 (sul quale ho studiato per molti anni) senza dubbio è molto articolato (500 pagine) ma non credo affatto che contenga l'eresia, semmai ho l'ho trovato un pò complesso come forse è complessa la società in cui viviamo....basterebbe riproporre come compendio quello di san Pio X che seppur ha trovato nemici nella Chiesa di questo tempo, come catechista io ho potuto sempre usarlo...  
 
Ecc.za, molte volte le vie più semplici sono le migliori, nel nostro caso, AIUTIAMOCI! incoraggiamoci vicendevolmente, aiutiamo la gente a comprendere non le nostre verità, ma la Verità della Chiesa che vive, sopravvive e cammina, nonostante gli errori dei suoi Figli... e che in Essa i RUOLI che il Signore ci ha affidato ed assegnato, contribuiscono TUTTI (quelli canonici ed ortodossi) a superare la grave apostasia e la grave crisi che stiamo vivendo: non sarà certo vedendoci nemici che potremo superare questi ostacoli, i vostri nemici, sono anche i nostri...  
 
Misericòrdias Dòmini: / in aeternum cantabo) (Ps. 88, 2).  
Vere languòres nostro ipse tulit; / et dolòres nostros ipse portàvit (Is. 53, 4).




                           


Caterina63
00giovedì 26 agosto 2010 10:06

Mons. Fellay smentisce mons. Williamson: pettegolezzi e dicerie


Il superiore dei lefebvriani ha rilasciato un'intervista a The Remnant. Eccone il testo integrale da noi tradotto:

24 Agosto 2010 — Il superiore generale della Fraternità San Pio X, mons. Bernard Fellay, uno dei quattro vescovi le cui scomuniche sono state revocate da Benedetto XVI nel gennaio 2009, oggi esclude categoricamente qualsiasi conoscenza di un presunto speciale motu proprio progettato dalla Santa sede per la FSSPX, come dichiarato recentemente dal vescovo della Fraternità Richard Williamson. Questo asserito motu proprio non richiederebbe alla FSSPX di prestare alcuna sorta di giuramento circa il Vaticano II e la nuova messa.

"Sono molto infastidito da tutta la cosa," ha detto il Vescovo Fellay. "La dichiarazione del vescovo Williamson non è autorizzata ed è una sua dichiarazione personale e non della Fraternità."

"Non è mai stata la politica della Fraternità di basare un qualsiasi tipo di azione o di politica sul pettegolezzo. Non ho assolutamente alcuna conoscenza di qualsivoglia motu proprio".

All'inizio di questa settimana, il vescovo Richard Williamson — che a quanto pare è stato invitato dai vertici della Fraternità ad astenersi dal parlare pubblicamente su questioni al di fuori della fede e della morale — ha scritto una lettera che è stata inizialmente pubblicata sul suo sito Web e quindi ripreso dal tradizionalista blog Rorate Caeli.

Nella lettera, il vescovo Williamson avverte i cattolici circa il "pericolo" di un motu proprio progettato per attirare i fedeli laici della FSSPX verso l'unione con Roma e ha detto: "… non c'è alcun modo in cui l'insegnamento neo-modernista del Vaticano II possa essere riconciliato con la dottrina cattolica della vera Chiesa ."


Le discussioni dottrinali continuano


Il Vescovo Williamson ha anche detto che secondo fonti sia della Santa Sede che della FSSPX, le discussioni dottrinali in corso sarebbero giunte a un punto morto.

Tuttavia, nell'intervista di oggi il Vescovo Fellay ha negato categoricamente questa asserzione. Egli ha detto che i colloqui dottrinali tra i rappresentanti della FSSPX e i teologi della Santa Sede sono in corso e procedono come previsto con la prossima riunione prevista nel mese di settembre.

"Nulla è cambiato," ha detto il Vescovo Fellay. "Tutto questo è pettegolezzo e dicerie e non avrò nulla a che fare con voci e pettegolezzi. Tutto questo è inconsistente — vuoto. "

"Per il momento, tutto va bene e senza intoppi, secondo i piani," ha detto.


Rivelati piani di espansione del seminario


In notizie correlate alla FSSPX, Michael Voris di RealCatholicTV ha oggi rivelato che il Vescovo Fellay recentemente aveva visitato la Pennsylvania orientale per cercare un nuovo seminario potenziale — un ex seminario vincenziano nell'Arcidiocesi di Philadelphia che poteva contenere fino a 160 seminaristi. L'ex seminario viene ora chiamato Centro Maria Immacolata.

Il Vescovo Fellay non conferma né nega questi particolari fatti, ma ha detto, "è vero che stiamo cercando un secondo posto per nostri seminaristi. Questo è vero."

Ha anche aggiunto che negli ultimi due o tre anni, la FSSPX ha effettuato ricerche per un nuovo seminario negli Stati Uniti e che, finora, essi hanno visto circa 150 diverse proprietà.

Secondo il superiore generale, la FSSPX sta esplorando diverse possibilità e dimensioni dei potenziali seminari e immobili.

"Ci sono molte vocazioni e, proprio ora, il nostro attuale seminario è troppo piccolo," ha detto il Vescovo Fellay. "Questo è il nostro punto di partenza."

I lettori del Remnant ricorderanno che la Fraternità sacerdotale S. Pietro (FSSP) ha visitato molti seminari chiusi esistenti negli Stati Uniti orientali, anni fa, prima di decidere la costruzione di un nuovo edificio nella diocesi Lincoln, Nebraska. Fu detto allora che più di una diocesi e arcidiocesi si rifiutarono di vendere alla FSSP, presumibilmente a causa della loro adesione alla messa, ai sacramenti e alla teologia tradizionali.

Ha detto il Vescovo Fellay, "Sarà un buon test per vedere quanto cordiali possono essere [le relazioni ecclesiali e i futuri negoziati con le diocesi in vista di una vendita dei loro seminari alla FSSPX]".


Confermato: un alto prelato Vaticano ha previsto la fine del Novus Ordo Missae


Poco dopo che il Santo Padre ha rilasciato il suo motu proprio Summorum Pontificum, affermando in tal modo il diritto di ogni sacerdote di rito latino di offrire la messa e i sacramenti tradizionali in latino senza il permesso del suo vescovo, e confermando anche che la messa tradizionale non era mai stata abrogata, alcuni articoli riferivano una dichiarazione di mons. Fellay, inerente una sua conversazione, con un funzionario Vaticano, sul potenziale effetto del motu proprio sul futuro del Novus Ordo Missae.

Nonostante la notizia che la nuova traduzione [in inglese] del Messale Novus Ordo entrerà in vigore nell'Avvento del 2011, questo nuovo Messale, come i lettori di Remnant sanno, conserva solo il 17 per cento delle orazioni originali contenute nel Messale del 1962.

Il Vescovo Fellay ha confermato oggi che dopo che fu emanato il Summorum Pontificum "il prelato di alto rango ha pensato che avremo 20-25 anni prima che la nuova Messa scompaia".


Caterina63
00lunedì 31 gennaio 2011 12:41

La torta di Mons. Williamson e altri pasticci

La torta di Mons. Williamson e altri pasticci

di don Alfredo Morselli


Don Girolamo se ne stava, dopo cena, comodamente seduto in poltrona, vicino alla sua stufa a legna; era stanco e felice, dopo una faticosa giornata di lavoro pastorale.

Non era riuscito ancora a controllare la posta; finalmente, prima di andare a letto, aveva ora un po’ di tempo per scartabellare la pila di buste e di involucri vari, quotidiano omaggio del postino.

– Accidenti, quante bollette – pensava, mentre riconosceva sulle buste i loghi della varie compagnie di gas-acqua-telefono, infausti presagi di pagamenti da fare.

Mise sotto la statua di San Giuseppe – suo validissimo collaboratore per questioni di questo genere – le bollette, e direttamente nella stufa la pubblicità, accuratamente mondata dagli involucri di cellophane.

Quella sera, compiuta siffatta divisione escatologica della posta, era sopravvissuto un bustone, che non conteneva né una bolletta né un depliant: al suo interno, c’era niente meno che l’ultimo numero di Duri e Puri, bollettino del Gruppo Tradizionalisti incavolati del Regno d’Italia.

Don Girolamo aprì incuriosito la busta, estrasse il giornalino e cominciò a sfogliarlo: trovò, tra vari titoli del tipo Basta!, Massoni!, Che schifo! Porci!, un’intervista rilasciata da S.E. Rev. ma Mons. Richard Williamson, uno dei quattro vescovi della Fraternità Sacerdotale San Pio X.

In quell’intervista, il presule inglese paragonava il Concilio ad una torta parzialmente avvelenata. Il paragone gli serviva per sostenere che, anche se non tutte le affermazioni contenute nei documenti del Vaticano II erano erronee, il Concilio sarebbe stato da rifiutare ugualmente in toto: proprio come si butterebbe via tutta una torta avvelenata, anche se il veleno fosse sparso solo qui o là.

– Se fossero vere le premesse, sarebbero vere anche le conclusioni – pensò don Girolamo.

E così continuò a riflettere su quel curioso paragone: – Ma perché le condizioni non possono essere vere? Perché la pasticcera che prepara le torte del magistero è una Mamma particolare: si chiama Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana, e le ciambelle le riescono sempre bene, perché gode dell’assistenza formidabile dello Spirito Santo.

Questa Mamma provvede sempre e in ogni momento ai propri figlioli in diverse modalità: nelle grandi feste prepara delle buonissime torte straordinarie, definendone solennemente la ricetta. Inoltre, siccome non si mangia solo due o tre volte ogni secolo, ma due o tre volte al giorno, questa buona Madre è sempre intenta a sfornare ottime torte ordinarie: encicliche, discorsi, catechismi, udienze, la dottrina sociale della Chiesa etc. etc.

Lo Spirito Santo non lascia mai sola questa Mamma, anche nella preparazione delle torte ordinarie, e così tutto va sempre per il meglio –.

E dopo aver così riassunto la sua elementare ecclesiologia, piena di buon senso, cambiò repentinamente l’oggetto dei suoi pensieri, spaventato dall’ora già tarda.

– Sarà meglio che vada a dire il breviario… Cuor di Gesù! Sono rimasto a sesta: ho ancora nona, vespri e compieta. San Giovanni Maria Vianney, aiutatemi a voi a non addormentarmi, mentre finisco l’ufficio. –

Fuori c’era un freddo cane, su quella poltrona si stava troppo comodi, il caldino della stufa rassomigliava ad una consolazione spirituale… e così, nonostante la preghiera al Curato d’Ars fosse stata fatta con gran fervore, non bastò ad ottenere la grazia implorata.


Deus in adiutorium… Rerum Deus tenax vigor … furono tutto quello che il povero don Girolamo riuscì a dire prima di cadere in braccio a Morfeo.

E così il nostro parroco – non vi ho ancora detto che era arciprete di Roccacannuccia minore, uno sperduto paesello di montagna (il TomTom non lo aveva neppure inserito nelle mappe), dove era stato mandato “a farsi passare le nostalgie del passato” (erano queste le parole che, sogghignando, il Vicario generale aveva rivolto, trent’anni prima, ad alcuni suoi protetti, spiegando i motivi di quella designazione)… ebbene il nostro arciprete si trovò, d’un tratto, in una meravigliosa pasticceria.

Dietro al banco c’era una Signora anziana, ma bellissima: era quella Mamma che don Girolamo si era immaginato prima, nella sua elementare confutazione della metafora della torta di Mons. Williamson.

La Mamma era tutta intenta a preparare un gran tortone, composto da sedici parti, che volle chiamare pastorale; quando la torta fu ultimata, successe – per la prima volta da quando la pasticceria era stata aperta – che all’assaggio del tortone, tutti i clienti furono colpiti da una dissenteria fulminante. Non si faceva a tempo a mangiare anche un solo piccolo pezzo di questa torta, che subito si veniva colti da stimoli incontenibili. Tutta la città si trovò colta da violentissimi dolori di pancia e conati di vomito irrefrenabili.

La maggioranza, colpita anche ai centri nervosi, riteneva questo penoso stato una nuova primavera, benché ci si trovasse in pieno inverno; ma in alcuni buoni cristiani rimasti lucidi, si insinuò il pensiero che la dissenteria fosse una conseguenza diretta della torta.

Alcuni buoni figli di questa Madre, nel sincero desiderio di soccorrerla e di evitarle guai, pensarono di sottoporre la torta incriminata a una sorta di Prova del cuoco.

– Qui c’è un discorso da fare – si dissero l’un l’altro. Esaminiamo questa torta alla luce della tradizione gastronomica. Assaggiamo le varie parti della torta e, laddove trovassimo che gli ingredienti non sono quelli con cui la Mamma ha sempre fatto le altre torte, ne conchiuderemo che la Mamma si è sbagliata: la Mamma è sempre la Mamma, ma – nella preparazione delle torte ordinarie –, non è sempre infallibile. E allora dovremmo metterla di fronte alle sue responsabilità.

Si riunirono per tre giorni a Roma, e cominciarono ad assaggiare il tortone: chi metteva il dito nella zona della panna e poi se lo portava alla bocca piluccandolo, chi esplorava la zona della nutella, chi i confetti sparsi qua e là… E mentre con un dito assaggiavano la torta, discettando circa le varie ipotesi, con l’altro sfogliavano il Denzinger–Artusi, il gran ricettario della tradizione gastronomica sicura.

E qui cominciò a sorgere in loro qualche dubbio. Infatti tra le regole generali del Denzinger–Artusi, erano ben evidenziate le seguenti parole: il Signor Pietro non è giudicato da nessuno.

Il Signor Pietro era l’Amministratore Delegato della pasticceria, e la Santa Madre gli aveva affidato tutte le chiavi del negozio (anche quelle del piano di sopra), ed era noto a tutti che aveva prerogative di infallibilità. Questa infallibilità non scattava sempre in automatico, ma cominciava a diventare un problema serio quando qualcuno avesse dovuto dichiarare l’ipotetico errore del Sig. Pietro.

Infatti, chi avrebbe potuto giudicare tra il Signor Pietro e la Tradizione gastronomica? Chi era in grado di dichiarare una reale opposizione tra loro? Sarebbe stato necessario un giudice superiore al Sig, Pietro. Ma questo personaggio non era stato previsto dal Fondatore della pasticceria.

A tutti poi ripugnavano le tesi neo-conciliariste dei pasticceri della scuola di Bologna, secondo le quali un concilio di cuochi era superiore al Sig. Pietro, e quindi, a fortiori, nessuno avrebbe potuto trascinare Pietro di fronte al tribunale della Tradizione: questo sarebbe divenuto in realtà il tribunale della ragione di una elite autonominatasi ed autoaccreditatasi a verificare la coerenza del Sig. Pietro con la tradizione stessa: non enim qui se ipsum commendat ille probatus est, sed quem Dominus commendat!

Inoltre il Denzinger–Artusi, impietosamente, mostrava che non infallibile non voleva dire assolutamente opinabile!

Un Amministratore delegato del Passato, in una raccolta di gravi errori da evitarsi, chiamata Sillabo, aveva infatti condannato la seguente ricetta:


“L’obbligo al quale sono assolutamente vincolati i maestri e gli scrittori cattolici, si restringe soltanto a quelle cose che dall’infallibile giudizio della chiesa sono proposte come dogmi di fede da credersi da tutti” (Prop. 22).

E ancora, in una gran riunione di pasticceri al club Vaticano I, l’Amministratore delegato e i pasticceri avevano insieme stabilito che:


“Con fede divina e cattolica, si deve credere tutto ciò che è contenuto nella parola di Dio scritta o tramandata, e che la chiesa propone di credere come divinamente rivelato sia con un giudizio solenne, sia nel suo magistero ordinario e universale” (Cost. dogm. Dei Filius).

Un altro Amministratore, più recentemente, aveva insegnato che:


“Né si deve ritenere che gli insegnamenti delle encicliche non richiedano, per sé, il nostro assenso, col pretesto che i pontefici non vi esercitano il potere del loro magistero supremo. Infatti questi insegnamenti sono del magistero ordinario, di cui valgono pure le parole: «Chi ascolta voi, ascolta me» [Lc 10,16]; e per lo più, quanto viene proposto e inculcato nelle encicliche, è già per altre ragioni patrimonio della dottrina cattolica.

Se poi i sommi pontefici nei loro atti emanano di proposito una sentenza in materia finora controversa, è evidente per tutti che tale questione, secondo l’intenzione e la volontà degli stessi pontefici, non può più costituire oggetto di libera discussione fra i teologi”. (Pio XII, Lett. enc. Humani Generis, 12-8-1950)


Si resero dunque conto che il fatto che il tortone fosse stato indebitamente soprelevato al rango di super-torta – quasi un nuovo inizio dell’arte culinaria –, non li autorizzava all’errore contrario, che era quello di abbassarlo al rango di ricetta opinabile su cui ogni pasticcere può emettere la sua sentenza.

Ma come spiegare allora la dissenteria generale che aveva colpito tutti coloro che avevano mangiato anche solo un minuscolo pezzo del tortone? Compresero che il veleno non era dentro la torta, ma nel piatto in cui la torta era stata prima fatta a pezzi, e poi servita ai clienti, da dipendenti traditori, fatti assumere fraudolentemente nella pasticceria dal più agguerrito concorrente del Sig. Pietro.

Questi commessi erano numerosissimi e da secoli stavano lavorando dentro la pasticceria, cercando vanamente di portarla al fallimento. Questa volta ci erano andati molto vicini, ma non erano riusciti a prevalere (come, del resto, aveva promesso lo stesso Fondatore della pasticceria).

Allora i pasticceri, che avevano sottoposto il tortone alla Prova del cuoco rientrarono in se stessi, e dissero nel loro cuore: – Tornerò da mio padre! –.

E così tornarono a casa, dove ad attenderli c’era il signor Pietro in persona, il quale li abbracciò e li fece entrare in una grande sala, con un largo tavolo quadrato, con anfore, fiori e candelieri. Entrando nella sala i pasticceri urlarono terrorizzati. Il Signor Pietro si stupì, ma capì subito dove era il problema:

– No, ragazzi, non è un’aula dei neocatecumenali, è proprio una sala da pranzo normale! Su sedetevi e state in pace… –

L’allegro vociare della brigata, ricomposta in pieno accordo, fu interrotto da un colpo secco, simile a un busso. Il breviario di don Girolamo, appesantito da una bellissima rilegatura in cuoio, gli era scivolato dalle mani ed era caduto sul vecchio pavimento in legno: il rumore aveva destato il buon parroco da quel pur sacrosanto appisolamento.

Don Girolamo raccolse il libro: era aperto nella pagina che più di ogni altra gli dava consolazione: la tabella delle feste mobili. Eh sì, proprio quella, con la data della Pasqua segnata fino al 2050.

Per anni il buon arciprete aveva recitato l’antico breviario, usando vecchie copie dei suoi predecessori, e la tabella si fermava al massimo agli anni ’90. Ma da qualche anno erano iniziate le ristampe, e così la tabella fino al 2050 era un piccolo segno che il nuovo inizio non sarebbe stato un fuoco di paglia: certo, la battaglia sarebbe stata durissima, ci sarebbe voluta ancora tanta pazienza, ma la prossima vittoria era ormai certa.

Don Girolamo chiuse il breviario e si incamminò verso la chiesa, dove il freddo e un duro inginocchiatoio lo avrebbero aiutato a completare l’ufficio, al sicuro dalle insidie di Morfeo.

E, mentre scendeva le scale, alzando lo sguardo come suo solito verso un’immagine dell’Immacolata, una preghiera gli sgorgò dal cuore:

– Madre santissima, lo so che Voi avete il potere di far sì che i bei sogni divengano realtà: non merita forse questo sogno il Vostro intervento? –


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 Caro Don Alfredo,  
questa lettura mi giunge provvidenziale....  
da ieri sto male, ho seri problemi di salute altalenanti, il Signore spesso mi mette a dura prova, il fisico non regge più tanto bene, ma sembra voglia soppravvivere a tutti i costi....e non posso che fare accostamenti provvidenziali e bilaterali a quanto hai riflettuto...  
il tuo racconto mi ha commossa e credimi, sto lacrimando per come mi hai offerto questa grande Pasticcera, la mia mata Madre Chiesa che sopporta anche per me, i duri colpi della Passione... non si tratta di mero sensazionalismo o emozionalismo, ho già perduto la mia mamma biologica, ma ho sempre ritenuto la Chiesa la mia vera Madre perchè grazie a Lei dall'età di tre anni sono stata affidata alle sue amorevoli cure attraverso le suore Domenicane....  
Anche loro subirono il fascino del "vento del Concilio".... eppure non mi hanno mai fatto deviare dal Cuore di questa Madre....  
Qui, in questo CUORE ho conosciuto le persone più belle come padre Raimondo Spiazzi O.P. e tante altre come suor Franceschina che mi ha insegnato la devozione alle Tre Ave Maria.... e tante altre che ora mi attendono nella Patria Eterna, nella Chiesa Trionfante, ne son certa, e stanno facendo il tifo per me.... perchè non mi perda in questa valle di lacrime...  
 
Ai miei figli dico sempre, e gliel'ho lasciato scritto in un testamento, visto che ho già avuto anche un infarto: qualsiasi cosa accada e vi accada nella vita, vi supplico! NON ABBANDONATE MAI LA CHIESA e non mettetevi mai contro questa Santa Madre.... AMATELA come amate me....e di più ancora.... Durante le prove più dure, ATTACCATEVI ancora di più all'amato Pontefice, non avrete altro sostegno nella vita che la santa Madre Chiesa e il Dolce Vicario di Cristo in terra....  
 
Grazie Don Alfredo!!  
La ricordo sempre nel Rosario quotidiano....lei e tutti i Sacerdoti!  
 
*********  
 
Mons. Williamson,  
non si rinchiuda in un vortice, in una spirale di astosità, rilegga lo scopo progettuale della Fraternità voluta da mons. Lefebvre.... egli mai si mise nelle posizioni così estreme alle quali lei è giunto....  
Le "chiavi" furono consegnate a Pietro e agli apostoli CON Pietro, ma singolarmente solo a Pietro....DIAMO FIDUCIA AL LEGITTIMO PIETRO... diamo fiducia alla MADRE CHIESA....  
 
Santa Caterina da Siena stessa ci insegna che il problema non è nel denunciare gli errori, ma nel sostenere LE DIVISIONI.... per ogni errore che Ella denunciava, concludeva anche con l'incoraggiamento a restare uniti al Dolce Vicario di Cristo in terra, concludeva con un appello ALL'UNITA' ai Vescovi.... e questo genere di appelli è completamente assente nei suoi reclami....  
Prego per Lei....




Caterina63
00mercoledì 24 ottobre 2012 14:14
 I Lefebvriani espellono il controverso vescovo Williamson. Comunicato ufficiale: Decisione dolorosa ma autorità va preservata:


Vaticano/ Lefebvriani espellono controverso vescovo Williamson

Comunicato ufficiale:Decisione dolorosa ma autorità va preservata

Roma, 24 ott. (TMNews)

Il controverso vescovo britannico Richard Williamson è stato espulso dai lefebvriani. La decisione, lungamente preparata, è stata comunicata dalla stessa fraternità ultratradizionalista in un comunicato diffuso stamane.
"Avendo preso le distanze dalla direzione e dal governo della fraternità sacerdotale San Pio X da diversi anni, e rifiutando di manifestare il rispetto e l'obbedienza dovute ai suoi superiori legittimi - si legge nella nota - mons. Richard Williamson è stato dichiarato escluso dalla fraternità San Pio X con decisione del superiore generale e del consiglio il quattro ottobre 2012.
Gli era stata accordata un'ultima scadenza per sottomettersi, alla scadenza della quale egli ha annunciato la diffusione di una 'lettera aperta' nella quale domanda al superiore generale di dimettersi. Questa decisione dolorosa - prosegue il comunicato - si è resa necessarie per la preoccupazione del bene comune della fraternità San Pio X e del suo buon governo, conformemente a quanto mons. Lefebvre deunciava: 'E' la distruzione dell'autorità. Come può esercitarsi l'autorità se deve domandare a tutti i membri di partecupare all'esercizio dell'autorità?'".


Mons. Williamson è uno dei quattro vescovi insieme al superiore Fellay, a Tissier de Mallerais e a de Gallareta, che Lefebvre ordinò incorrendo, negli anni Ottanta, nella scomunica vaticana. Il suo nome è assurto all'onre delle cronache quando, dopo la revoca della scomunica da parte di Benedetto XVI, su internet apparve un'intervista alla televisione svedese 'Svt' nella quale Williamson negava l'esistenza delle camere a gas dei lager nazisti e minimizzava l'entità della shoah.
Le sue tesi negazioniste infirmmarono le polemiche nei confronti della decisione papale e costrinsero il superiore dei lefebvriani a intervenire per intimargli un silenzio mai rispettato. Il 'caso Williamson' complicò così un negoziato dottrinale intavolato dalla Santa Sede con gli eredi di Lefebvre teso a superare lo scisma iniziato negli anni Ottanta. Nelle ultime settimane, a prescindere dal 'caso Williamson', le trattative si sono però arenate e il nuovo prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, il tedesco Gerhard Mueller, ha sancito che non sono previsti prossimamente nuovi incontri con i lefebvriani.


TMNews

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Ci teniamo a sottolineare che la notizia non ci fa affatto piacere...... ma come siamo ligi e attenti al concetto di obbedienza e fedeltà al Papa, alla santa Chiesa, dobbiamo essere ligi anche nell'accettare la deriva di una grave posizione assunta da un vescovo e che con sommo dolore ha portato a questa grave decisione.....
Siamo dunque, come sempre si è espresso questo Forum, al fianco di mons. Fellay e di tutta la FSSPX in questo momento delicato..... queste decisioni si riverseranno anche sui rapporti ancora aperti fra la Fraternità stessa e la Santa Sede e per i quali ci auguriamo una felice soluzione seppur altrettanto sofferta....
A mons. Williamson  sollecitiamo, come avrebbe detto senz'altro santa Caterina da Siena: senza Pietro non c'è Chiesa.... inoltre o decide di fare lo storico o decide di fare il vescovo, questo stare in mezzo lo ha portato a questo triste traguardo. Ci auguriamo che presto rinunci a fare lo storico e ritorni a fare pienamente il Vescovo.

COMUNICATO UFFICIALE DELLA F.S.S.P.X del 24 Ottobre 2012

"Mons. Richard Williamson avendo da diversi anni preso le distanze dalla direzione e da responsabili di governo della Fraternità Sacerdotale San Pio X e rifiutandosi di manifestare rispetto e obbedienza dovuti ai suoi superiori legittimi, è stato dichiarato escluso dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X per decisione del Superiore Generale e del Consiglio, il 4 Ottobre 2012.
Un ultimo termine gli era stato accordato per sottomettersi, al termine del quale egli ha annunciato la diffusione di una "lettera aperta" in cui domandava al Superiore generale di dimettersi.
Questa decisione dolorosa è stata necessaria per il bene comune della Fraternità San Pio X e del suo buon governo, conforememente a quello che Mons. Lefebvre denunciava: "E' la distruzione dell'autorità. Come l'autorità può esercitarsi se bisogna che ella domandi a tutti i membri di partecipare all'esercizio dell'autorità?" (Ecône, 29 giugno 1987).

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Mgr Richard Williamson ayant pris ses distances avec la direction et le gouvernement de la Fraternité Sacerdotale Saint-Pie X depuis plusieurs années, et refusant de manifester le respect et l’obéissance dus à ses supérieurs légitimes, a été déclaré exclu de la Fraternité Sacerdotale Saint-Pie X par décision du Supérieur général et de son Conseil, le 4 octobre 2012. Un ultime délai lui avait été accordé pour se soumettre, au terme duquel il a annoncé la diffusion d’une “lettre ouverte” où il demande au Supérieur général de démissionner.
Cette décision douloureuse est rendue nécessaire par le souci du bien commun de la Fraternité Saint-Pie X et de son bon gouvernement, conformément à ce que Mgr Lefebvre dénonçait : « C’est la destruction de l’autorité. Comment l’autorité peut-elle s’exercer s’il faut qu’elle demande à tous les membres de participer à l’exercice de l’autorité ? » (Ecône, 29 juin 1987)

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Comunicado de la Casa General de la Fraternidad San Pío X (24 de octubre 2012)

Komunikat Domu Generalnego FSSPX w sprawie bp. Ryszarda Williamsona

[SM=g1740720]

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