Matteo 23, 9-10 "Non chiamate nessuno padre...maestro..."

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°Teofilo°
00venerdì 24 luglio 2009 17:26

Matteo 23,9-10

E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 

 E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.

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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 29/06/2003 17.19

Nel Nuovo Testamento troviamo diversi concetti o espressioni riferiti a Cristo in maniera ASSOLUTA:

Vi si dice:

UNO SOLO E' IL VOSTRO MAESTRO

UNO SOLO è IL PADRE VOSTRO

UNO SOLO E' BUONO

UNO SOLO E' IL MEDIATORE

TU SOLO SEI SANTO

UN SOLO SACERDOTE

SOLO CRISTO è IL FIGLIO DI DIO

SOLO CRISTO E' IL CAPO

SOLO CRISTO è LA ROCCIA


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 29/06/2003 17.20

nello stesso Nuovo Testamento, troviamo invece che tali titoli sono talvolta riferiti anche ad altre persone, mentre sembrava che la Scrittura lo escludesse perentoriamente. Troviamo infatti:

da 1 Cor.12,28

Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri;

da Efes. 4,11

E` lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo.

da 1 Timoteo 2

Sono stato fatto banditore e apostolo dico la verità, non mentisco, maestro dei pagani nella fede e nella verità.

E' chiaro dai testi sopra citati che il termine "maestro" era comunemente attribuito a degli uomini da parte degli apostoli stessi nonostante Gesù avesse detto di non chiamare nessuno in tal modo.

Ma non basta, leggiamo ancora che anche il termine "padre" era ugualmente attribuito dagli apostoli non soltanto a Dio ma anche a determinati uomini;


1 Cor.4,15

Potreste infatti avere anche, diecimila maestri in Cristo, ma non certo molti
padri, perché‚ sono io che vi ho generato in Cristo Gesù , mediante il vangelo
.

In tale testo S.Paolo addita se stesso quale "padre" spirituale dei Corinti senza nessuna possibilità di fraintendimento.



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Consiglia  Messaggio 4 di 5 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 29/06/2003 17.25

In Matt.5,45 troviamo ancora:

perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.

Come mai Gesù stesso chiama buoni e giusti taluni uomini se altrove aveva detto che non vi è nessuno buono ? (Mc.10,18)

E  vi era anche un salmo che diceva che non vi è neppure un giusto.(Rom.3,12)

In che senso allora, alcuni sono buoni e giusti?

e QUANTE VOLTE TROVIAMO IL TERMINE "SANTO" ATTRIBUITO AD UOMINI, mentre dovrebbe essere riferito unicamente a Dio? (Apoc.15,4)


In Ebrei 8,3 Ogni sommo sacerdote infatti viene costituito per offrire doni e sacrifici: di qui la necessità che anch'egli abbia qualcosa da offrire. 4Se Gesù fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la legge. 5Questi (sacerdoti) però attendono a un servizio che è una copia e un'ombra delle realtà celesti.

Il termine sacerdote viene comunemente usato anche oggi, mentre solo Cristo dovrebbe essere chiamato sacerdote.


1Giovanni 3

1Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!

Solo Cristo è il FIGLIO DI DIO eppure anche noi veniamo chiamati tali dalla Scrittura. Come mai?


1 Cor 11,3 dice:

Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo.

Eppure il termine "capo" viene attribuito anche a certi uomini come ad esempio in efes.5, 23 il marito infatti è capo della moglie... oppure a rappresentanti del popolo...

Come mai ?


Cristo solo è la Roccia (Sal.62,7), ma ha chiamato Roccia anche Pietro (Tu sei Roccia Mt.16,18)).

Qual'è allora la deduzione logica di tutte queste apparenti contraddizioni di termini che si può trarre dalla Scrittura? Vediamola:

Cristo è ROCCIA, FIGLIO DI DIO, SACERDOTE, SANTO, BUONO, GIUSTO, CAPO, MAESTRO, MEDIATORE ecc..... PER ESSENZA PROPRIA, IN SENSO ASSOLUTO, mentre taluni uomini lo possono diventare il senso DERIVATO DA CRISTO, PER PARTECIPAZIONE, IN FUNZIONE DI LUI.

Ecco dunque quindi perchè si attribuiscono quei termini anche agli uomini che agiscono in nome e per conto di Cristo come facenti le sue funzioni, alcuni come sacerdoti, altri come maestri e padri, altri come capi, altri come santi oppure ancora come intercessori: sempre e solo grazie al fondamento che è e resta solo CRISTO, senza del quale nessuna di quelle funzioni avrebbe senso nè motivo di essere, nè alcun fondamento.

Occorre dunque ben discernere nella Scrittura l'uso dei termini in  senso assoluto da quelli di senso relativo.


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Consiglia  Messaggio 5 di 5 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 29/06/2003 17.27

Ora potranno risultarci più chiare i seguenti paragrafi del nuovo catechismo a proposito dell'uso scritturale del termine UNICO MEDIATORE attribuito a Cristo:


618 La croce è l'unico sacrificio di Cristo, che è il solo "mediatore tra Dio e gli uomini" ( 1Tm 2,5 ). Ma, poiché nella sua Persona divina incarnata, "si è unito in certo modo ad ogni uomo", [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22] egli offre "a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale" [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22]. Egli chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo, [Cf Mt 16,24 ] poiché patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme [Cf 1Pt 2,21 ]. Infatti egli vuole associare al suo sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi beneficiari [Cf Mc 10,39; Gv 21,18-19; Col 1,24 ]. Ciò si compie in maniera eminente per sua Madre, associata più intimamente di qualsiasi altro al mistero della sua sofferenza redentrice [Cf Lc 2,35 ].

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2634 L'intercessione è una preghiera di domanda che ci conforma da vicino alla preghiera di Gesù. E' lui l'unico Intercessore presso il Padre in favore di tutti gli uomini, particolarmente dei peccatori [Cf Rm 8,34; 1Tm 2,5-8; 1Gv 2,1 ]. Egli "può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore" ( Eb 7,25 ). Lo Spirito Santo stesso "intercede per noi" e la sua intercessione "per i credenti" è "secondo i disegni di Dio" ( Rm 8,26-27 ).



2635 Intercedere, chiedere in favore di un altro, dopo Abramo, è la prerogativa di un cuore in sintonia con la misericordia di Dio. Nel tempo della Chiesa, l'intercessione cristiana partecipa a quella di Cristo: è espressione della comunione dei santi. Nell'intercessione, colui che prega non cerca solo "il proprio interesse, ma anche quello degli altri" ( Fil 2,4 ), fino a pregare per coloro che gli fanno del male [Cf Stefano che prega per i suoi uccisori, come Gesù: cf At 7,60; Lc 23,28; Lc 23,34 ].

Da quanto espresso nel Catechismo ne consegue che Cristo è il MEDIATORE ed INTERCESSORE in senso assoluto; gli uomini possono esserlo in relazione a Lui, solo se associati a Lui; allo stesso modo che il tralcio porta il suo frutto quando è UNITO alla vite, senza del quale, da se stesso, non può far nulla.

Caterina63
00domenica 30 ottobre 2011 20:13

Il Papa: La buona dottrina va accolta, ma rischia di essere smentita da una condotta incoerente. Per questo Gesù dice: «Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere». L’atteggiamento di Gesù è esattamente l’opposto: Egli pratica per primo il comandamento dell’amore, che insegna a tutti, e può dire che esso è un peso leggero e soave proprio perché ci aiuta a portarlo insieme con Lui

ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Vedi anche:

La dottrina e la condotta. Invito alla coerenza nella preghiera dell’Angelus di oggi (Sir)

Alluvione, il Papa rilancia l'appello dei vescovi alla solidarietà (Izzo)

Il Papa: chi insegna non smentisca la dottrina con il comportamento (Angela Ambrogetti)

Maltempo, il Papa: "Prego per le popolazioni di Liguria e Toscana" (Vatican Insider)

Il Papa vicino alle popolazioni di Thailandia, Liguria, Toscana

Coerenza tra insegnamenti e condotta: così il Papa, che esprime vicinanza alle popolazioni di Thailandia e Italia colpite da alluvioni (R.V.)

Il Papa: Gesù condanna chi non ha coerenza tra ciò che si dice e ciò che fa (AsiaNews)

Il Papa: la vita sia coerente con i valori che si annunciano. I principi morali non si possono contrattare (Izzo)

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 30.10.2011

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Nella liturgia di questa domenica, l’apostolo Paolo ci invita ad accostare il Vangelo «non come parola di uomini, ma come è veramente, quale Parola di Dio» (1 Ts 2,13).
In questo modo possiamo accogliere con fede gli ammonimenti che Gesù rivolge alla nostra coscienza, per assumere un comportamento conforme ad essi.

Nel brano odierno, Egli rimprovera gli scribi e i farisei, che avevano nella comunità un ruolo di maestri, perché la loro condotta era apertamente in contrasto con l’insegnamento che proponevano agli altri con rigore. Gesù sottolinea che costoro «dicono e non fanno» (Mt 23,3); anzi, «legano fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito» (Mt 23,4).

La buona dottrina va accolta, ma rischia di essere smentita da una condotta incoerente. Per questo Gesù dice: «Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere» (Mt 23,3). L’atteggiamento di Gesù è esattamente l’opposto: Egli pratica per primo il comandamento dell’amore, che insegna a tutti, e può dire che esso è un peso leggero e soave proprio perché ci aiuta a portarlo insieme con Lui (cfr Mt 11,29-30).

Pensando ai maestri che opprimono la libertà altrui in nome della propria autorità, San Bonaventura indica chi è l’autentico Maestro, affermando: «Nessuno può insegnare e nemmeno operare, né raggiungere le verità conoscibili senza che sia presente il Figlio di Dio» (Sermo I de Tempore, Dom. XXII post Pentecosten, Opera omnia, IX, Quaracchi, 1901, 442). «Gesù siede sulla "cattedra" come il Mosè più grande, che estende l’Alleanza a tutti i popoli» (Gesù di Nazaret, Milano 2007, 89). È Lui il nostro vero e unico Maestro! Siamo, pertanto, chiamati a seguire il Figlio di Dio, il Verbo incarnato, che esprime la verità del suo insegnamento attraverso la fedeltà alla volontà del Padre, attraverso il dono di se stesso. Scrive il beato Antonio Rosmini: «Il primo maestro forma tutti gli altri maestri, come pure forma gli stessi discepoli, perché [sia gli uni che gli altri] esistono soltanto in virtù di quel primo tacito, ma potentissimo magistero» (Idea della Sapienza, 82, in: Introduzione alla filosofia, vol. II, Roma 1934, 143). Gesù condanna fermamente anche la vanagloria e osserva che operare «per essere ammirati dalla gente» (Mt 23,5) pone in balia dell’approvazione umana, insidiando i valori che fondano l’autenticità della persona.

Cari amici, il Signore Gesù si è presentato al mondo come servo, spogliando totalmente se stesso e abbassandosi fino a dare sulla croce la più eloquente lezione di umiltà e di amore. Dal suo esempio scaturisce la proposta di vita: «Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo» (Mt 23,11). Invochiamo l’intercessione di Maria Santissima e preghiamo, in particolare, per quanti nella comunità cristiana sono chiamati al ministero dell’insegnamento, affinché possano sempre testimoniare con le opere le verità che trasmettono con la parola.

DOPO L’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

vorrei esprimere la mia vicinanza alle popolazioni della Thailandia colpite da gravi inondazioni, come pure, in Italia, a quelle della Liguria e della Toscana, recentemente danneggiate dalle conseguenze di forti piogge. Assicuro per loro la mia preghiera.



Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. W dzisiejszej Ewangelii słyszymy: „Jeden jest Ojciec wasz, Ten w niebie i jeden jest wasz Nauczyciel, Chrystus" (por. Mt 23, 8-9). To On uczy nas jak żyć miłością Ojca. Dlatego pochodzące od Ojca zasady moralne Ewangelii, nie mogą być przedmiotem wątpliwości, przetargów, dyskusji. Ewangelia wiedzie nas do konkretnych czynów, w których przejawia się miłość pochodząca od Boga Ojca. Na ich wypełnianie z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Nel Vangelo odierno abbiamo sentito: "Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è il vostro Maestro, il Cristo (cfr. Mt 23, 8-9). È Lui che ci insegna come vivere l’amore del Padre. Per questo i principi morali provenienti dal Padre non possono essere oggetto di dubbio, di contrattazione, di discussione. Il Vangelo ci conduca alle opere concrete, nelle quali si manifesta l’amore che proviene da Dio Padre. Per questo impegno vi benedico di cuore.]

Rivolgo un cordiale saluto alle Religiose Figlie di Cristo Re, insieme con i collaboratori laici che condividono il loro carisma e la loro missione. Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Commessaggio, i ragazzi dell’Oratorio di Petosino, il gruppo di anziani di Brunello e gli alunni della Scuola "Settanni" di Rutigliano.
A tutti auguro una buona domenica!

Pope Benedict XVI waves to the faithful as he leads the Sunday Angelus prayer from the window of his private apartment in Vatican October 30, 2011.



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