Meditazioni bibliche

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°Teofilo°
00mercoledì 19 agosto 2009 23:11

TENTAZIONE ESTREMA

Sotto l'albero della Croce dicevano al Crocifisso: "se sei il Figlio di Dio scendi ora dalla Croce (Mt 27,40)"
Estrema tentazione per Gesù: se fosse sceso poteva interrompere le sue sofferenze, poteva acquistare fama e affermare il suo potere. In un solo colpo le tre tentazioni del deserto furono riproposte nel momento culminante della sua missione.
dice il Vangelo:
Lu 4,13 Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.
Il tempo fissato è quello che Gesù stesso definisce: "ora delle tenebre".
E proprio durante quell'ora da più parti veniva proposta a Gesù di far uso del suo potere mostrato verso tanti altri, per salvare se stesso. Anche il ladrone alla sua sinistra lo incitava a fare questo.
Ma Gesù aveva già ricacciato indietro il diavolo, quando, per bocca dello stesso Pietro voleva distoglierlo dalla Croce che Egli gli preannunciava (Mat 16,23 Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».)

Se Cristo avesse ceduto a tale tentazione, umanamente fortissima, non avrebbe attuato la redenzione e non avrebbe neppure mostrato la via dell'umiltà e del rinnegamento di se che aveva insegnato agli altri.
Ma non cedette e compì fino in fondo la sua missione di immolarsi per la redenzione umana.
Ed in quel contesto anche la santa Madre, Maria, non chiese al Figlio, quello che chiedevano gli altri uomini: che il frutto che pendeva da quell'Albero venisse tolto contro la volontà del Signore stesso. Contrariamente alla prima donna che staccò il frutto che non aveva il permesso di togliere, la nuova Donna non cedette alla tentazione e si sottomise al volere di Dio, e accettò con lo strazio del cuore, ma senza opporre resistenza, che quel Frutto servisse come cibo di Vita per tutti gli uomini.
°Teofilo°
00martedì 8 settembre 2009 22:18
LA POTENZA DELLA DEBOLEZZA DI DIO
La «patria» dell’Amore è entrata nell’«esilio» del peccato, del dolore e della morte, per farlo suo e riconciliare la storia con sé: Dio ha fatto sua la morte, perché il mondo facesse sua la vita. «Qui sta la differenza decisiva rispetto a qualsiasi religione. La religiosità umana rinvia l’uomo nella sua tribolazione alla potenza di Dio nel mondo, Dio è il deus ex machina. La Bibbia rinvia l’uomo all’impotenza e alla sofferenza di Dio; solo il Dio sofferente può aiutare. In questo senso si può dire che l’evoluzione verso la maggiore età del mondo, con la quale si fa piazza pulita di una falsa immagine di Dio, apre lo sguardo verso il Dio della Bibbia, che ottiene potenza e spazio nel mondo grazie alla sua impotenza»
(D. Bonhoeffer, Resistenza e resa, a cura di A. Gallas, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1988, 440: lettera del 16 luglio 1944).
°Teofilo°
00mercoledì 9 settembre 2009 22:49

Le sofferenze di Cristo, dalla sua nascita povera e tribolata, e soprattutto l'"ora" angosciosa della sua Passione, profetizzata in tanti scritti dell'Antico Testamento ma soprattutto nei salmi ci viene descritta nei Vangeli e trova la piena conferma nella Sindone che è il documento più sorprendente della storia umana: ci mostra al vivo un Uomo che ha sofferto tutte le cose profetizzate e descritte nei Libri Sacri, che è morto in croce dopo una passione immane , ma ci mostra che è anche risorto; infatti se quel morto fosse rimasto avvolto nel telo oltre il terzo giorno avrebbe iniziato a decomporsi e quindi impedendo che l'immagine rimanesse visibile; se invece qualcuno avesse rimosso il telo avrebbe provocato lo sfrangiamento dei bordi delle macchie di sangue, cosa che invece non è avvenuto. Questo significa che l'Uomo avvolto nella Sindone ha attraversato le fasciature senza che nessuno le abbia rimosse, come se le avesse attraversate, uscendone.

°Teofilo°
00giovedì 10 settembre 2009 22:01

LA TRINITA’

La Chiesa Cattolica professa la fede nella TRINITA' :

com’è possibile credere che vi sia un solo Dio e nello stesso tempo che sia formato da tre persone distinte ?


Spesso ci sentiamo dire che questo è un mistero da accogliere senza porci domande e questo in alcuni casi suscita un naturale disappunto.

Ma occorre fare una doverosa considerazione:

certamente penetrare l'abisso della ricchezza, della bellezza, della santità, della perfezione infinita di Dio non è possibile all'uomo e quindi neanche la natura di Dio che noi professiamo distinta nelle tre persone divine.

Tuttavia non è impossibile comprendere fatte le debite proporzioni, che le Tre Persone, Padre, Figlio e Spirito Santo abbiano la stessa natura divina e formino una inscindibile unità.

Riflettendo sul libro della Genesi (1,27 28) troviamo che Dio creò l'UOMO a sua immagine e somiglianza. Questa penso sia la chiave per la comprensione. Se è vero che Dio è trinità, anche l'uomo dev'essere di natura trinitaria.

Osservando ancora, trovo assai singolare che Dio dopo aver creato l'uomo col fango della terra, non crea la donna prendendo altro fango ma la forma traendola dall'uomo, durante il suo sonno, plasmandola con una sua costola, parte di lui e quindi una seconda persona che procede dalla prima e della sua stessa natura. Possiamo vedere qui un primo esempio di come l'uomo sia sul piano fisico ad immagine del suo Creatore dal quale "procede" sul piano spirituale la Sua Parola creatrice, generata da Lui, preesistente in Lui, nel suo grembo.

Dice infatti l'evangelista (Gv. 1,18), traducendo direttamente dal testo originale greco: "l'Unigenito Dio che era nel seno del Padre, ce lo ha fatto conoscere".

Gesù poi, afferma che il maschio e la femmina uniti in matrimonio formano UNA SOLA CARNE, eppure essi sono due persone distinte materialmente, psicologicamente e spiritualmente.

E' meraviglioso considerare e costatare come sia reale la profonda unità che lega i due sessi, la loro complementarietà fisica, psicologica e spirituale;

tutto questo è sotto i nostri occhi e non possiamo negarlo.

La moglie e il marito congiunti insieme formano una inscindibile unità tanto che Gesù insegna a non osar separare ciò che Dio ha unito. Ecco il miracolo che anche noi sul piano della natura creata rappresentiamo: le due persone sono distinte ma formano una sola carne; non hanno due diverse nature ma la stessa natura umana ed inoltre: NON SONO PIU' DUE MA UNA SOLA CARNE (Marco 10,8).

Ma andiamo ancora avanti e scopriamo qualcosa di ancora più meraviglioso.

Un nuovo e singolare miracolo si presenta quando le due persone unite in una sola carne, in comunione di amore danno origine ad una terza persona, distinta dai due precedenti ma perfettamente unita ad esse nello stesso grembo della madre che lo ha concepita e della stessa natura dei genitori. Tre persone distinte, una sola carne, una sola natura. Essi formano una assoluta unita': non unita' di carattere solo morale, o di semplice volontà. L'evidenza fisiologica mostra l'unita' corporea di questi tre esseri in se distinti. Ed essi sono, ricordiamolo, fatti ad IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI DIO che noi appunto affermiamo essere un solo Dio, una sola natura divina, in tre Persone. La fede cattolica insegna che lo Spirito Santo infatti, è la terza persona e che procede dall'amore tra il Padre e il Figlio.

Naturalmente la grandezza di Dio, e per analogia la grandezza dell'uomo va molto al di là di queste semplici considerazioni che servono solo a comprendere come sia possibile la perfetta e reale unità di tre persone distinte e perciò si potrebbero fare molte altre osservazioni.

Nel genere umano un figlio e' un essere che viene generato dagli stessi elementi sostanziali dei genitori e una volta nato e' anch'egli un uomo a tutti gli effetti: notiamo bene che il padre e' di natura umana, la madre e' di natura umana, il figlio e' di natura umana: sono tre esseri distinti ma una sola e' la loro natura e la loro sostanza, sono uguali nella loro dignità' umana seppur diversi quanto alla loro specifica funzione.

Riportando sul piano divino questa osservazione dobbiamo ritenere fermamente che Dio Padre può essere chiamato veramente Padre in senso proprio solo ed unicamente se ammettiamo che Egli abbia un vero Figlio: se questo Figlio unigenito di Dio di cui riferiscono gli evangelisti fosse anch'egli una creatura per quanto la più alta di tutte non potremmo dire che il Padre sia veramente tale bensì che egli e' solo un Creatore: l'espressione UNIGENITO attribuito a Gesù tante volte nel vangelo significa appunto UNICO GENERATO, (dunque non creato). La natura del Figlio e' identica alla natura del Padre allo stesso modo che un padre umano genera un figlio di natura umana.

L'amore che nasce tra Dio Padre e Dio Figlio genera lo Spirito Santo: la famiglia di Dio e' veramente il prototipo della famiglia umana, ecco fin dove si spinge la somiglianza dell'uomo con Dio: un vero capolavoro solo se concepito un insieme di persone, una famiglia appunto. Possiamo anche dire che ogni volta che si tradisce o si ferisce l'unità della famiglia si deturpa l'immagine della Trinità di cui è segno.
Cerchiamo perciò di imitare il più possibile l'amore trinitario riportandolo sul piano umano per divenire simili a Dio.

(Teofilo)
00lunedì 21 settembre 2009 11:04

LA VERITA' VI FARA' LIBERI  (Gv 8,32)

La verità rende liberi. Ma cosa è la verità? Lo chiese Pilato a Cristo, il quale aveva poco prima rivelato agli apostoli: IO SONO LA VERITA'. Come possiamo sapere che questa affermazione non è una illusione da parte solo di un uomo il quale presumerebbe di essere la Verità in senso proprio ed assoluto, e cioè in un modo che solo Dio potrebbe dire di se stesso? Gesù aveva anche aggiunto: IO SONO LA VIA, IO SONO LA VITA! Chi potrebbe dire in senso così enfatico: IO SONO LA VITA se non la vita stessa, la fonte della vita e dell'essere, e quindi Dio? 

   Ma è lecito porsi la domanda: è sufficiente aver affermato questa vertiginosa espressione per poter credere? Cristo non si è limitato a dire ma ha anche accompagnato la parola con le opere. Non opere comuni, ma straordinarie, che solo Dio poteva compiere: il comando diretto e senza ricorso ad altri, alle forze della natura di placarsi, alle forze demoniache di abbandonare le prede, alle malattie di far posto alla guarigione, ai ciechi, sordi, paralitici di riavere l'uso degli organi e addirittura ai morti di risuscitare. 
   
      E questi doni straordinari il Signore li ha lasciati in dote alla sua Chiesa, che nel corso dei tempi ha continuato l'opera del suo Signore. (Mar 16,20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.)
 
      Sono innumerevoli i segni e i prodigi accertati e riscontrati anche con documentazioni inoppugnabili, ma sono ancor di più le grazie di guarigione o di liberazione che sono state testimoniate da coloro che hanno vissuto questa esperienza. Senza dimenticare che vi sono schiavitù interiori che non si vedono, da cui il Signore può liberare. La liberazione dal peccato che rende schiavi e dipendenti dal peccato stesso, non è facile per nessuno se non impossibile, ma Cristo ci può liberare se glie lo permettiamo, aderendo liberamente a Lui, perchè Egli non obbliga nessuno, e accogliendolo nella nostra vita aprendogli volontariamente le porte del nostro cuore.

(Teofilo)
00giovedì 8 ottobre 2009 11:45

Cristo aveva per diritto della Sua natura divina la massima Gloria dall'eternità preesistendo nella forma di Dio presso il Padre (cf. Fil. 2,6 Gv 1,1ss).

Venendo tra noi uomini per nostro infinito amore, con la sua estrema spoliazione, ha acquistato per merito, la Gloria che aveva già per Sua natura (Gv 17,5). Ha "imparato" a sue spese, dalle cose che patì, ad essere sottomesso ed ubbidiente in tutto fino al totale annientamento con la morte di Croce. Non possiamo immaginare quanto dolore non solo fisico ma anche interiore, ha dovuto sopportare Gesù per salvare l'uomo dall'abisso del peccato e per tirarlo fuori dalla schiavitù di un tiranno implacabile. Una idea di questa immane sofferenza ce la possiamo fare pensando a quel raro fenomeno di ematoidrosi (sudore di sangue durante l'agonia nell'orto degli ulivi) che Egli sperimentò ancor prima di essere torturato e crocifisso fisicamente, al pensiero di ciò a cui andava incontro e al rifiuto del suo amore da parte di tanti.

Ma non possiamo sapere cosa provasse il Padre celeste davanti allo spettacolo di un simile sacrificio del suo dilettissimo, inerme, innocente, ubbidientissimo Figlio !!!

Ciò che ad Abramo non ebbe il coraggio di chiedere fino in fondo, risparmiando la vita del suo unigenito Isacco, che Dio aveva chiesto al suo fedele di offrirgli in sacrificio, come figura di ciò che doveva poi avvenire nella realtà, Egli lo chiese a Se stesso e al proprio Unigenito a cui non risparmiò la morte ma nemmeno la ignominiosa passione che lo accompagnò fino all'ultimo respiro. Quale condizione si possa essere prodotta nel Padre in questo atto sacrificale del Figlio non ci è dato nemmeno immaginarlo, tantomeno descriverlo: possiamo solo pensare che avendo Gesù stesso detto: " il Padre è in me e io sono nel Padre", la sofferenza del Figlio sul piano umano possa essere stato vertiginosamente vissuto anche sul piano divino dal Padre. Anche se Dio è per natura, immutabile e impassibile, e quindi non è possibile sapere in che modo il Padre abbia potuto partecipare alla sofferenza del Figlio, tuttavia certamente egli "conosce" tanto perfettamente il Figlio da essere e da vivere in Lui e da essere con Lui una cosa sola. (Gv 10,15 e 30) Per questo, pensando a cosa sia costata la nostra redenzione e il nostro riscatto, non sciupiamo l'occasione di aggrapparci tenacemente e con tutta la nostra libera volontà a quella Mano dalla quale nessuno può rapirci. (Gv10,28)

Caterina63
00martedì 9 febbraio 2010 15:59

TESTI DA LEGGERE PER UNA CONOSCENZA DI BASE DELL'ANTICO TESTAMENTO (tpfs*)
Lista di testi preparati da Jean Louis Ska S.J. e rivista dai professori dell'Istituto Biblico di Roma, tratta dal sito del Pontificio Istituto Biblico Di Roma, della Compagnia di Gesù (11.5.1999)


Indice


 

1. Pentateuco

1.1. Genesi
Gn 1-3 (creazione e peccato); 6,5 - 9,17 (diluvio); 12,1-3 (vocazione di Abramo); 15 (alleanza di YHWH con Abramo); 18,1-15 (apparizione a Mamre); 22,1-19 (prova di Abramo o sacrificio di Isacco); 28,10-22 (visione di Betel); 32,23-33 (lotta di Giacobbe); 37 (Giuseppe venduto dai fratelli); 45,1-13 (Giuseppe si fa riconoscere dai fratelli); 50,15-31 (riconciliazione di Giuseppe con i fratelli).

1.2. Esodo
Es 2,1-10 (nascita di Mosè); 3,1-15 (3,1 - 4,17) (vocazione di Mosè); 7,1 - 10,11; 12,29-36 (le piaghe d'Egitto); 14,1-31 (il passaggio del mare); 19,1-19 (teofania del Sinai); 20,1-17 (il decalogo); 24,1-11 (alleanza del Sinai); 32-34 (il vitello d'oro; la visione di Mosè; il rinnovamento dell'alleanza).

1.3. Levitico
Lv 19,1-19 («siate santi come io sono santo»).

1.4. Numeri
Nm 13-14 (esplorazione della terra promessa); 22-24 (Balaam).

1.5. Deuteronomio
Dt 4 (il significato del Sinai); 6,1-9 (lo «shema Israel»); 8 (le tentazioni della terra santa); 30,11-14 (la parola vicina); 30,15-20 (le due vie).

2. Libri storici

2.1. Giosuè
Gs 3-4 (il passaggio del Giordano); 5,13-15 (il capo dell'esercito di YHWH appare a Giosuè); 6,1-21 (la caduta di Gerico); 24,1-28 (l'alleanza di Sichem).

2.2. Giudici
Gdc 2,11-23 (il ciclo di infedeltà, castigo e salvezza); 6,11-24 (vocazione di Gedeone); 7,1-22 (la vittoria di Gedeone); 16,4-31 (Sansone e Dalila).

2.3 Rut
Rt 1-4

2.4. 1-2 Samuele
1 Sam 3,1-21 (iniziazione di Samuele); 1 Sam 12,1-25 (addio di Samuele e inizio della monarchia); 1 Sam 16,1-13 (unzione di Davide); 17,1-54 (Davide e Golia); 2 Sam 7,1-29 (la profezia di Natan); 2 Sam 11 (Davide e Betsabea); 12,1-15 (il giudizio di Natan).

2.5. 1-2 Re
1 Re 3,16-28: il giudizio di Salomone; 1 Re 8,1-21 (consacrazione del tempio di Salomone); 1 Re 10,1-10 (la regina di Saba); 1 Re 12,1-33 (il regno di Giuda e il regno d'Israele); 1 Re 18,1-46 (Elia e il sacrificio sul monte Carmelo); 1 Re 19,1-21 (Elia all'Oreb); 1 Re 21 (la vigna di Nabot); 2 Re 2,1-18 (ascensione di Elia); 2 Re 5,1-27 (Naaman il Siro); 2 Re 17,1-41 (la fine del regno d'Israele); 2 Re 22,1-20 (la riforma di Giosia); 25,1-25 (la caduta di Gerusalemme e l'esilio).

3. I profeti

3.1. Isaia
Is 2,1-5 (i popoli salgono a Gerusalemme); 5,1-7 (il canto della vigna); 6,1-13 (vocazione di Isaia); 7,10-25 (l'oracolo dell'Emanuele); 14,3-23 (la fine del re di Babilonia); 25,6-9 (il banchetto dei popoli); 40,1-11 (consolate, consolate!); 42,1-9 (il servitore); 49,1-6 (il servitore); 50,4-11 (il servitore); 52,13-53,12 (il servitore); 61,1-11 (missione del profeta).

3.2. Geremia
Ger 1,4-10 (vocazione di Geremia); 2,1-13 (processo d'Israele); 7,1-15 (oracolo contro il tempio); 12,1-20,1-13 (confessione di Geremia); 23,1-8 (il vero pastore d'Israele); 30-31 (la restaurazione d'Israele); 36 (il rotolo di Baruc).

3.3. Ezechiele
Ez 1,1-28 (visione di Ezechiele); 28,1-19 (profezia contro il re di Tiro); 34,1-31 (i pastori d'Israele); 36,16-38 (Israele rinnovato); 37,1-14 (visione delle ossa); 47,1-12 (la sorgente del tempio).

3.4 Osea
Os 1,1-9 (la vita del profeta come profezia); 2,1-25 (infedeltà e conversione); 11,1-11 (amore di Dio per Israele).

3.5 Gioele
Gl 3,1-5 (effusione dello spirito)

3.6 Amos
Am 2,6-16 (oracolo contro Israele); 3,3-8 (il profeta e la parola di Dio); 5,18-20 (il giorno del Signore); 7,10-17 (Amos espulso da Betel); 8,4-8 (contro la cupidigia dei mercanti).

3.7 Giona
Giona 1-4

3.8 Michea
Mic 3,1-8 (oracoli contro l'abuso di potere e contro i profeti cupidi); 5,1-5 (il messia); 6,1-8 (processo del popolo da parte di Dio).

3.9 Abacuc
Ab 2,1-4 («Il giusto vive per la sua fede»).

3.9 Sofonia
3,11-17 (conversione d'Israele).

3.10 Zaccaria
9,9-10 (il messia umile e pacifico); 14,1-21 (l'ultimo giudizio).

3.11 Malachia
3,1-5 (il messaggero di Dio); 3,22-24 (i nuovi tempi).

4. Gli scritti e i libri sapienziali

4.1. I Salmi (scelta secondo la numerazione della Bibbia ebraica)
Sal 1 - 2 - 8 -16 - 22 - 23 - 31 - 36 - 40 - 42-43 - 45 - 49 - 50 - 51 - 62 - 72 - 73 - 89 - 91 - 100 - 103 - 104 - 110 - 114 - 118 - 121 - 122 - 126 - 127 - 130 - 136 - 137 - 139 - 150.

4.2. Giobbe
1-2 (prologo: le prove di Giobbe); 3,1-26 (il primo discorso di Giobbe); 16,1 - 17,16 (quinto poema di Giobbe: il testimone); 19,1-29 (sesto poema di Giobbe: il redentore); 28,1-28 (la sapienza); 38,1 - 39,30 (prima risposta del Signore); 40,1-14 (la sfida del Signore); 42,7-16 (epilogo).

4.3. Proverbi
8,12-36 (poema della Saggezza); 9,1-6 (il banchetto preparato dalla Saggezza); 25-26 (seconda raccolta salomonica - esempi caratteristici di proverbi biblici); 31,10-31 (la donna ideale).

4.4. Cantico
1,1-17 (che mi abbracci!); 2,8-17 (la primavera); 3,1-4 (la ricerca dell'amato); 8,5-7 (l'amore è forte come la morte)

4.5. Qoelet
1,3-11 (prologo sulla vanità); 3,1-8 (meditazione sul tempo); 12,1-7 (meditazione sulla vecchiaia).

4.6. Daniele
2,1-49 (la visione della statua); 3,1-23 (i tre giovani nella fornace); 6,2-29 (Daniele nella fossa dei leoni); 7,1-28 (visioni di Daniele; fra l'altro, visione del «figlio dell'uomo»); 12,1-4 (la risurrezione); 13 (Daniele e Susanna).

4.7. Esdra-Neemia
Ne 8,1-18 (lettura della legge); 9,1-37 (confessione dei peccati).

4.8. 1-2 Maccabei
2 Mac 7,1-41 (il martirio dei sette fratelli).

4.9. Il libro della Sapienza
3,12-20 (persecuzione del giusto); 7,22 - 8,1 (natura della sapienza); 9,1-12 (preghiera per ottenere la Saggezza).

4.10. Il Siracide
24,1-34 (Elogio della Saggezza; Saggezza e Legge); 34,18 - 35,24 (sacrifici, pietà e giustizia); 44-50 (elogio dei padri).



Per altri articoli e studi sulla Bibbia presenti su questo sito, vedi la pagina Sacra Scrittura (Antico e Nuovo Testamento) nella sezione Percorsi tematici


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