Memoria del beato Marco d'Aviano, o.f.m.capp, difensore della Cristianità europea

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Caterina63
00venerdì 13 agosto 2010 12:46

Memoria del beato Marco d'Aviano, o.f.m.capp, difensore della Cristianità europea


Beato fra' Marco d'Aviano, o.f.m.capp.
"Salvatore d'Europa
"

*

Sul numero 8/2010 di Vita Pastorale a pagine 7, per la rubrica "Il diavolo e l'acquasanta" a cura di Attilio Monge, si tratta, tra l'altro, del Santo di cui oggi la Chiesa fa memoria.
L'autore disserta sul fatto che un certo partito politico (La Lega Nord) ha "tesserato" entro i propri ranghi la figura del Beato p. Marco d'Aviano, cappuccino del 1600 che ha partecipato attivamente alla difesa della Cristianità in Europa, non solo con infervorate omelie e dotti scritti, ma anche partecipando attivamente alle operazioni di mediazione, ai consigli di strategia, e alle decisioni militari.
Il Monge scrive: "Ora sento dire che, nonostante la crisi economica generale, i devoti di Marco d'Aviano sono impegnati a raccogliere fondi per la produzione di un kolossal cinematografico - dodici milioni di euro - che diffonda la vita del cappuccino crociato. I nostri ultimi reduci di Lepanto forse non sanno che la Chiesa da tanto ha dato l'addio allo spirito di crociata." (
si veda qui) [uscirà nel 2013, n.d.r].
Non si può fare il processo alle intenzioni, ma fra le righe si può leggere una punta di fastidio, quasi di stizza e di dileggio per il fatto che il regista Martinelli abbia deciso di girare un film sulla vita del padre cappuccino che fino a 50 anni fa era definito, insieme a S. Giovanni da Capestrano e a Michele Grisleri (meglio noto come S. Pio V) "padre e salvatore dell'Europa".
Subito dopo l'autore
si premura di ricordare ai lettori quanto segue: "Recentemente Benedetto XVI a Cipro, ha ricordato che la 'Croce non ha nulla a che fare con l'imposizione forzata di un credo, parla della vittoria della non violenza sull'oppressione, parla di Dio che vince l'odio con l'amore'.".
Noi allora ricordiamo al buon Monge quanto segue:
1. il Card. Ratzinger, appena eletto al Soglio di Pietro, decise di assumere il nome di Benedetto anche per ricordare la Cristianità dell'Europa affidata alla celeste protezione del Santo di Norcia (anche in stretta connessione -pensiamo noi- alla concomitanza della precedente firma della "laica" Costituzione d'Europa avvenuta a Roma nel 2004);
2. la vittoriosa azione del Beato Marco d'Aviano è stata di difesa dell'Europa per fermare l'avanzata delle truppe Turche che avevano deciso di invadere l'Europa con le armi che avevano conquistato l'Ungheria ed erano già arrivati a minacciare Vienna (era quindi un'azione di difesa, legittima di difesa della nostra Europa);
3. anche qualora l'intenzione del buon cappuccino fosse stata quello di "convertire", anche se è pur vero che la Croce non ha (più) nulla a che fare con l'imposizione forzata di un credo (vero!) conserva il suo fondamentale "ontologico rapporto" con il doveroso mandato ricevuto dalla Chiesa (da cui sembra aver abdicato) di evangelizzare i popoli, battezzarli nel Nome del suo Fondatore e Sposo e a portare a tutti la Lieta Novella, la Verità (che è molto di più di un semplice "credo" vigendo l'equivalenza tra Verità e Gesù Cristo).
Quella del Beato d'Aviano, se vogliamo, fu quindi un'opera di evangelizzazione "passiva": difendere con tutte le forze la Cristianità dall'invasione Turca che avrebbe imposto la religione musulmana ai popoli conquistati (così come fece nelle terre conquistate -che costituirono l'Impero Ottomano-, le cui tracce, se pur in minima presenza, rimangono tuttora: si veda Albania, Croazia, Jugoslavia, Serbia, Romania ecc).
Perché quindi sdegnare questo film dalle pagine di una rivista cattolica? Forse i motivi ispiratori son un po'troppo politicizzati, è vero, ma quand'anche, che male c'è? Bisognerebbe al contrario ripulirlo dalle etichette politicheggianti e guidare il lettore ad apprezzarne il contenuto e il significato.
L'Europa ne ha bisogno di una riscoperta della propria identità cristiana! E se qualche politico tira per la giacchetta il Santo, facendo quello che dovrebbero fare i sacerdoti e la gerarchia salvo qualche eccezione per recenti fatti eclatanti (difendere la religione cattolica dell'Italia e l'identità cristiana dell'Europa) ben venga!
Difendiamo il film e i Santi che difesero la Cristianità in Europa. Anche in onore della molte ricorrenze e delle abitudini della Chiesa istituite in onore della difesa dell'Europa attuata dai Santi qui ricordati: la festa della Trasfigurazione, la Festa della Madonna del S. Rosario, il tanto caro suono delle campane alla recita dell'Angelus di mezzogiorno, ecc.
O dobbiamo iniziare a "vergognarci" anche di queste festività, oltre del presepe e dei crocefissi nelle aulo scolastiche, perché potrebbero urtare la sensibilità dei musulmani?
Perché quindi, caro Monge, dobbiamo sbiadire la nostra appartenenza, e screditare o ridurre gli interventi dei santi che lottarono per difendere la Cristianità e la Santa Madre Chiesa? Ah sì, ci sono il buonismo, il dialogo interreligioso, la tolleranza, il volemose bene, bla bla bla.
Qui non facciamo politica ci si schiera a favore di questo o quel partito. Ma apprezzare l'iniziativa ci sembra lecito, possibile, opportuno e meritorio.
L'articolo su Vita Pastorale conclude con una frase: "
Non sanno i nostri, che Paolo VI nel 1963 restituì alla Turchia i labari conquistati a Lepanto e che il beato Marco d'Aviano è martire della carità, non un crociato contro Maometto."
Roba da far saltare sulla sedia! Non tanto per l'azione di Paolo VI (che, comunque, ci ricorda il concreto rischio dell'entrata della Turchia nell'U.E. ) quanto le ultime 9 parole.
Accettabili se per "carità" si intende anche l'essersi prodigato fino alla consumazione fisica per la difesa della Chiesa! Ma non solo, ovviamente. L'Autore cerca di ridurre la figura del Beato a un cartitatevole frate. Qual egli fu, senz'altro! Ma fu ancor di più un paladino "crociato" che si schierò in prima linea nella difesa dell'Europa Cristiana. Cristianità di cui oggi forse non tutti son degni di aver ricevuto.
In caso contrario basta leggere l'agiografia di p. Marco d'Aviano per comprendere quanto Attilio Monge abbia preso una cantonata (nel migliore delle ipotesi) o... abbia cercato di manipolare e di mal riferire, l'opera santa del cappuccino.

Sulla gloriosa difesa che fecero S. Giovanni da Capestrano, beato p. Marco d'Aviano, e S. Michele Grisleri o.p. si legga questo ottimo sito
LINK e questa ottima sintesi sulla difesa dell'Europa Cristiana nel corso dei secoli LINK2

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AGIOGRAFIA del Beato P. Marco d'Aviano o.f.m. capp.
di A. Borelli
(in rosso nostri commenti)



Grande predicatore del secolo XVII, taumaturgo, artefice della salvezza dell’Europa cristiana dai turchi [più chiaro di così!].
Carlo Domenico Cristofori, questo il suo nome da laico, nacque ad Aviano (Pordenone) il 17 novembre 1631 da degni e distinti genitori.
Ricevette una prima istruzione da un precettore del paese e poi giovinetto fu affidato dai genitori al Collegio dei Gesuiti di Gorizia. Di carattere timido ma sognatore, un giorno ancora ragazzo, si lasciò prendere dall’entusiasmo e dopo una uscita dei collegiali, non rientrò, fuggendo per andare a convertire i Turchi. [quale scelleratezza! quale onta! che politicamente scorretto!]
Dopo due giorni di cammino, bussò stanchissimo alla porta del convento dei Cappuccini di Capodistria, in piena crisi giovanile, che si risolse con la chiamata di Dio per il chiostro francescano. [...]
Un prodigio avvenuto il 18 settembre 1676, quando guarì una suora paralizzata da 13 anni, gli cambiò la vita, fino allora tutto sommato tranquilla. [...].
Intanto i Turchi in quel periodo d’invasione, erano giunti fino a Vienna, papa Innocenzo XI di fronte al pericolo della caduta della città, in mano dei musulmani, forti di un esercito di 150.000 turchi e giannizzeri [ giusto qualche soldato. e l'Europa avrebbe dovuto farli entrare "pacificamente"] comandati da Mustafà “il Nero”, generalissimo di Maometto IV, inviò padre Marco d’Aviano a riappacificare i rissosi comandanti degli eserciti cristiani, riportando l’unità e una forte alleanza, capitanata dal coraggioso Giovanni Sobieski e incitando i soldati a chiedere l’aiuto divino, così il 12 settembre 1683 Vienna fu liberata dall’assedio ed i Turchi sconfitti.
Se la città fosse caduta si sarebbe aperta la strada agli islamici, per arrivare fino a Roma, che era il fine di Mustafà IV. Marco d’Aviano per questo divenne il “Salvatore dell’Europa”; con il suo prestigio e volontà, continuò a spingere, suggerire, riunire ed organizzare i cristiani, provocando la sconfitta definitiva dell’Islam in Europa, con le battaglie di Budapest (1684-1686), Neuhäusel (1685), Mohacz (1687), Belgrado (1688) e con la pace di Karlowitz (1689).
Non fu solo un uomo di battaglie e alfiere della cristianità contro gli ottomani, ma anche uomo di carità e proprio a lui si rivolsero ottocento turchi che nel 1688 a Belgrado, erano rimasti asserragliati in un castello, oramai temevano per la loro vita, in pochi giorni erano stati uccisi 12.000 di loro e frate Marco si prodigò per la loro salvezza [questa è la carità che possiamo attribuirgli.]
Terminate le guerre Marco d’Aviano riprese instancabile la sua opera pastorale, scotendo le coscienze, combattendo il peccato, diventando operatore di pace e di unione. Nel 1699, ripartì ormai a 68 anni, di nuovo per Vienna, diceva “non ne posso più, ma il papa comanda”, era afflitto da un tumore che lo consumava.
Il 25 luglio fu costretto a letto e assistito dall’imperatore Leopoldo I, morì il 13 agosto 1699; dopo solenni funerali venne sepolto nella cripta dei Cappuccini di Vienna, accanto alle tombe degli imperatori asburgici; il suo sepolcro divenne subito visitatissimo dai fedeli.
La sua figura poco ricordata in Italia, invece si studia a scuola in Austria e nell’Europa dell’Est. Papa Pio X firmò il decreto d’introduzione della causa di beatificazione e il 27 aprile 2003 è stato beatificato in Piazza s. Pietro a Roma, da papa Giovanni Paolo II.

fonte:
santiebeati.it

*

Come si sarà notato le peculiarità della vita del Cappuccino "Salvatore dell'Europa" non sono solo la fama di santità mentre era ancora in vita, le prediche ispirate, la carità infiammante. Ma soprattutto la fervente e estenuante decisiva difesa della Cristianità, della Verità. Da difendere con ogni mezzo. Anche la forza, se necessaria.
E questo merito gli è riconosciuto con massimo onore anche leggendo l'agiografia sul sito della
Santa Sede. L'avrà letta Attilio Monge?
Buona memoria di Marco d'Aviano. E buona visione per il film, quando uscirà!

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