Messainlatino ha intervistato mons. Guido Pozzi dell'Ecclesia Dei

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Caterina63
00venerdì 23 ottobre 2009 12:19

venerdì 23 ottobre 2009

Nostra intervista a Mons. Pozzo


Siamo particolarmente lieti di poter pubblicare una breve intervista che Mons. Guido Pozzo (nella foto), nuovo Segretario da pochi mesi della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ci ha, molto cortesemente, appena concesso. Abbiamo spontaneamente evitato di sottoporgli domande sugli incipienti colloqui dottrinali con la FSSPX, data la delicatezza e necessaria discrezione della questione, per la quale pensiamo 'che il tacere è bello'. Ma i temi trattati sono comunque di estremo interesse, poiché riguardano punti salienti dell'applicazione del motu proprio. Dalle risposte si evince in particolare che:

1 - L'Ecclesia Dei continua a svolgere il ruolo delineato dal motu proprio Summorum Pontificum, di supervisione e controllo nell'applicazione dello stesso. Quando uscì quest'estate il motu proprio Ecclesiae unitatem, vi fu qualche preoccupazione - la cui infondatezza viene ora ribadita - che la Commissione dovesse d'ora innanzi occuparsi solo di problemi dottrinali con la FSSPX e potesse tralasciare le competenze assegnate dagli artt. 7 e segg. del m.p. Summorum Pontificum.


2 - Viene, ancora una volta, fatta giustizia di una certa vulgata progressista che del motu proprio intende dare un'interpretazione restrittiva, come se la Messa antica fosse da limitare e riservare solo ai tradizionalisti o, peggio, a gruppi che dovevano essere già formati prima ancora dell'emanazione del motu proprio

3 - E' precisato che il termine triennale previsto dalla lettera accompagnatoria del motu proprio è solo un bilancio dell'applicazione, e che ogni eventuale aggiustamento in caso di gravi difficoltà farà comunque salvo lo scopo essenziale del motu proprio (ossia, evidentemente, la liberalizzazione del Messale tridentino).

4 - Infine, mons. Pozzo ci spiega come la Commissione lavora allorché in una diocesi si verificano problemi. A giudicare dalla rapidità di soluzione, ad es., della situazione in Alaska (v. qui), è evidente che si tratta di un metodo assai efficace.

E sotto questo profilo, a rischio di apparire adulatori (ma ormai ci conoscete e sapete bene, leggendo i nostri post, che quello non è uno dei nostri pur molti difetti), ci piace dare atto dell'impressione di solidità e concretezza operativa che ci ha dato mons. Pozzo. Impressione rafforzata da quanto ci ha riferito chi ha avuto modo di affrontare con lui problemi applicativi del motu proprio ("una persona che, se dice che farà una telefonata, la fa davvero!") e anche dalla circostanza di essere riuscito ad impostare in pochi mesi il difficile lavoro preparatorio per i colloqui dottrinali che inizieranno lunedì.

Ma ecco l'intervista.

***

- Monsignore, una diffusa interpretazione restrittiva del motu proprio sostiene che il provvedimento papale sia rivolto principalmente, se non esclusivamente, a quei gruppi e istituti che erano già legati alla forma tradizionale, e non abbia invece alcuna funzione di promozione della forma straordinaria. A questo aveva già risposto il card. Castrillòn Hoyos, affermando a Londra, nel giugno 2008, che il Papa vorrebbe il ‘rito gregoriano’ addirittura in tutte le parrocchie. Quale la Sua opinione?


Il Motu Proprio è rivolto a tutti i fedeli cattolici che desiderano la forma straordinaria della Liturgia Romana e non soltanto a coloro che, prima della sua promulgazione, fossero legati all’antica forma del rito romano. Se certamente esso vuol venire incontro a questi ultimi e sanare antiche ferite, scopo del documento è anche quello di consentire la diffusione della forma straordinaria, a beneficio di chi ancora non la conoscesse (poiché troppo giovane per averla praticata), o ritrovasse con gioia la Messa della sua gioventù. La sempre maggior diffusione di questo tesoro liturgico, patrimonio della Chiesa, può portare molti benefici spirituali e vocazionali, anche attraverso il mutuo arricchimento tra le due forme del rito romano.

- La lettera del Papa di accompagnamento al motu proprio fa riferimento ad un termine triennale, allorché saranno raccolte le relazioni dei Vescovi per valutare la situazione. Questo può voler dire, come taluni sostengono, che la liberalizzazione del Messale antico disposto dal motu proprio è da intendersi ad experimentum, o che comunque al termine di quella valutazione vi potrebbero essere restrizioni per la forma straordinaria, come per esempio il ritorno ad un regime analogo a quello degli indulti del 1984 o 1988?

La scadenza triennale si riferisce semplicemente ad un bilancio dei primi tre anni di applicazione. Se si verificheranno difficoltà serie, si troveranno rimedi adeguati, sempre tenendo presente lo scopo essenziale del Motu Proprio.

- Da molte parti sono segnalati ostacoli frapposti all’applicazione del motu proprio. Anche noi ci siamo passati... Che cosa deve fare un congruo gruppo di laici che si trovi in tali situazioni di difficoltà nell’ottenere una Messa settimanale in forma straordinaria? E quale può essere l’intervento della Commissione Ecclesia Dei?

La risposta è già scritta nel Motu Proprio: rivolgersi al Parroco ed eventualmente cercare un sacerdote disponibile. Ove questo si rivelasse impossibile, occorre rivolgersi al proprio vescovo, il quale è chiamato a cercare un’idonea soluzione. Se nemmeno in questo modo si ottenesse soddisfazione alla richiesta, si scrive alla Commissione Ecclesia Dei, che, peraltro, si relaziona con i vescovi, che sono naturalmente i nostri interlocutori: a loro si chiede una valutazione della situazione, per verificare quali siano le effettive difficoltà e come trovarvi rimedio.

- Grazie Monsignore. In effetti già il solo fatto di chiedere una relazione da parte della Sua Commissione può sbloccare molti casi ‘difficili’, anche per la difficoltà di giustificare per iscritto un diniego in assenza di valide ragioni ostative. Come abbiamo visto essere avvenuto in tempi rapidissimi, grazie al Suo intervento, ad Anchorage, in Alaska. Cambiando discorso, ha visto i risultati del sondaggio Doxa commissionato da Paix Liturgique e da noi?

Sì, mi era stato consegnato in anteprima alcuni giorni fa. Sono dati davvero notevoli ed incoraggianti, specie quell’assoluta maggioranza dei cattolici osservanti che, almeno secondo il sondaggio, ritiene del tutto normale la coesistenza nelle parrocchie delle due forme della Messa. Mi consta che una copia del sondaggio sia pervenuta anche al Santo Padre.

- Grazie ancora Monsignore e buon lavoro.



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Anche noi da qui ringraziamo mons. Pozzi e le persone che gestiscono il sito Messainlatino per l'opportunità che ci danno di questi approfondimenti....per il resto continuate a seguire anche questa sezione:

Tutto sulla Messa san Pio V forma Straordinaria






Caterina63
00venerdì 23 ottobre 2009 12:56
[SM=g1740733] ...inserisco i commenti seguiti all'intervista nel medesimo Blog di Messainlatino, perchè ci aiutano a comprendere il clima e la situazione...almeno a riguardo di questi fatti che non possiamo ignorare...

www.blogger.com/comment.g?blogID=2235752662493900408&postID=96154548096836605...

Ferrer ha detto...
Sono contentissimo che una copia del sondaggio sia pervenuta anche al Romano Pontefice. Lunga vita a Benedetto XVI !

23 ottobre 2009 10.30

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Anonimo ha detto...
Nella terza domanda viene di nuovo alla luce il "congruo numero" di fedeli che fa richiesta di celebrazione more antiquo. SI POTREBBE FINALMENTE SAPERE CHE COSA SI INTENDE PER CONGRUO NUMERO E COME SI DEVE QUANTIFICARE? Su questo infatti sorgono i contenziosi più incresciosi con le autorità diocesane. Sarebbe bene che la Commissione Ecclesia Dei si pronunciasse chiaramente. Peter

23 ottobre 2009 10.33

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arcistufo ha detto...
Ma la Commissione egregia è o non è al corrente che i fedeli vengono anche impediti di aprire bocca alle prime due sillabe di richiesta, e cacciati in malo modo
(anche col "non vedo, non sento, non parlo", nella migliore delle ipotesi, alla maniera di Azzeccagarbugli....) ?
E' consapevole o no che "quantificare" e definire un "congruo numero", dal momento che in tante diocesi vige - fin dal luglio 2007 - una feroce consegna (militare, sì!,...) del silenzio, è quantomeno GROTTESCO ??
O vogliamo continuare a edulcorare la situazione dicendo che "ci sono piccoli dissensi e intoppi qua e là, ma per lo più poche richieste..." ?
(sempre ammesso che sia stato permesso a qualcuno di articolare più di quelle due sillabe iniziali di domanda)?!?

23 ottobre 2009 10.44

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Jacopo ha detto...
"La scadenza triennale si riferisce semplicemente ad un bilancio dei primi tre anni di applicazione. Se si verificheranno difficoltà serie, si troveranno rimedi adeguati, sempre tenendo presente lo scopo essenziale del Motu Proprio".

Questo è il grande punto. Cosa accadrà dopo questo bilancio, che dovrebbe aver luogo l'anno prossimo? Le parole di mons. Pozzo fanno sperare, anche se sono vaghe. Partirà una "fase B" che spiani la strada a una maggiore applicazione del motu proprio? Io me lo auguro. Avevo espresso tempo fa l'ipotesi che il papa in questi tre anni abbia voluto capire, vedere, constatare di persona, in un'atmosfera di libero dibattito, qual è l'atteggiamento verso la tradizione nel mondo cattolico, quanti sono contro e quanti a favore. I papi non agiscono in questo modo? Chissà. Ci sono stati papi del passato che hanno nominato commissioni anche con componenti laici per dibattere su determinati problemi che intendevano affrontare (vedi ad esempio Paolo VI con l'Humanae Vitae). Certo poi di tali dibattiti il pontefice fa l'uso che crede, non ne è minimamente vincolato. Può darsi che Benedetto XVI abbia voluto vedere come rispondeva l'intero corpus ecclesiale. E' un'ipotesi. Spero che il motu proprio non sia un punto di arrivo, se no per la tradizione si metterebbe veramente male.

23 ottobre 2009 10.55

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Anonimo ha detto...
Ho fortunosamente visto un bellissimo video di una celebrazione della messa da parte degli anglo-cattolici. Era una bellissima messa in terzo con bellissimi paramenti tradizionali e lo stupore è stato che la messa è la traduzione pedissequa del messale di S.PioV°. Non appena la costituzione apostolica sarà in vigore, rispolverando un pò d'inglese, non avremo più bisogno della Summorum Pontificum e dei pretio e vescovi progressiti per ascoltare la VERA MESSA. Un bel trasferimento in massa dei tradizionalisti, con annesse offerte, forse poterbbe giovare a smuovere questo clero conciliare.Peter

23 ottobre 2009 11.34

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Anonimo ha detto...
Ha ragione Jacopo, e questo monsignore mi sembra il classico azzeccagarbugli romano, tutto chiacchere e niente fatti, ci vuole più azione, bisogna costruire altre Chiese da affiancare alle Chiese del novo ordo, bisogna radicare il vetus ordo nel territorio, il popolo è legato al territorio, almeno finché ci siamo, solo così trasmetteremo ai posteri un minimo di testimonianza, bisogna essere visibili, forse solo così in futuro anche i neocat che si approprieranno delle nostre Chiese si faranno domande guardando i nostri altari e l'impronta del nostro decoro. Ci vuole più pragmatismo per aiutare il papa.
Caro signor "Arcistufo" continui pure a farsi "cacciare", invece di farsi ascoltare e andrà lontano (dal vetus ordo)
Un caro saluto
Pippo

23 ottobre 2009 11.50

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Anonimo ha detto...
La prossima volta chiedetegli perché il Papa non celebra secondo il rito straordinario. Sono passati due anni e non è mai successo!

23 ottobre 2009 11.58

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Anonimo ha detto...
Finalmente! Bravo Peter hai capito l'importanza di un federalismo ecclesiale tra prelature e preposti personali. L'Opusdei si costruisce già le sue parrocchie, sono già avanti, e celebrano con il vetus, possiamo imitarli, SURSUM CORDA!
"... e pluribus unam, sanctam, catholicam, et apostolicam..."
un caro saluto
Pippo

23 ottobre 2009 11.58

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DANTE PASTORELLI ha detto...
Non c'è bisogno, per i fedeli, di prelature. Queste dovrebbero servir a garantire determinate realtà sacerdotali dal satrapismo dei vescovi.
Di chiese vuote e chiuse ce ne sono per tutti. Ed anche molto belle.
Se gli anglo-cattolici celebreranno in inglese si rivolgeranno solo ai loro fedeli. Se celebreranno col rito di Pio V in latino svolgeranno un'opera valida per tutti.
Ma questo vale per tutti gl'istituti di stampo tradizionale: gli diano le chiese e le parrocchie, come accade in America, ed i fedeli della Tradizione troveranno casa un po' dappertutto.
Però ricordiamoci che il problema non è solo la capacità di celebrar in rito antico: alle spalle c'è bisogno d'una preparazione teologica e morale ortodossamente cattolica.

23 ottobre 2009 12.13

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Caterina63 ha detto...
Se il Papa è riuscito davvero a ricevere copia del sondaggio...si potrà fargli pervenire anche qualcos'altro come appunto quella "Lettera aperta" che la Redazione ha segnalato da tempo e posta in elenco....
^__^

Comunque molto consolanti le risposte di mons. Pozzi e corretto il fatto che data la situazione non si poteva certamente approfittare dell'incontro per fare domande che sarebbero potute suonare come polemiche o contestazioni varie, legate soprattutto alla questione della FSSPX...

;-)

23 ottobre 2009 12.30

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Gabriella ha detto...
Come Caterina trovo consolanti le risposte di Mons. Pozzo e, con tutto l'ostruzionismo che c'è (io ancora non riesco ad avere una risposta dalla mia diocesi), confesso che sono ottimista :)

23 ottobre 2009 12.46

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Caterina63 ha detto...
Anonimo ha detto...
La prossima volta chiedetegli perché il Papa non celebra secondo il rito straordinario. Sono passati due anni e non è mai successo!

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Fa certo soffrire che il Papa non celebri ancora con questo vero Rito...tuttavia per quanto contestabile ci possa apparire dobbiamo sforzarci di comprendere la situazione e soprattutto il carattere di Ratzinger volto a non forzare nulla, ma a giungere alle cose in modo docile, mite e "tutto a suo tempo"
^__^

Ricordo che appena fu eletto Papa, io che lo seguivo da dieci anni e che nei vari forum (di catto-progressisti) venivo segregata perchè usavo sempre il suo materiale dottrinale...mi aspettavo una immediata rivoluzione...
i primi due anni soffrii molto e giunsi a perdere ogni speranza...mi sentii perfino delusa, ma non mollai mai la corona del Rosario e quel filo di lucidità che qualcosa sarebbe dovuta accadere...
Giunse così mons. Guido Marini...e con lui i piviali con la tiara e lo stemma di Benedetto XVI, per alcuni è sembrata una pagliacciata, per me che ho fatto la sarta ed uso l'uncinetto no ^__^ so comprendere il valore di certi pizzi e merletti...
Poi è arrivato il trono di Leone XII, poi quello di Pio IX...poi quella poltrona rossa con lo stemma di Benedetto XVI sormontato dalla tiara...
Era giusto che fosse così, che dalla LITURGIA e DAI SUOI ACCESSORI si cominciasse la pulizia della decadenza che aveva colpito le celebrazioni pontificie...

Un passo alla volta ed ecco il pastorale...molto significativo perchè al centro c'è il Papa che da il mandato al Vescovo, è il segno di una Autorità di servizio...
ecco che ritorna l'inginocchiatoio, dal Papa ora si riceve la Comunione PIEGANDO LE GINOCCHIA DAVANTI AL RE DEI RE, IL DIO FATTO CARNE...

Arriva il MP, solo un anno prima una lettera dei vescovi francesi supplicava il Papa di non farlo...
e non dimentichiamo allora i discorsi del Papa nel suo viaggio in Francia, TUTTI SULLA LITURGIA...
e cambia così il ruolo dei protestanti ecumenici nelle liturgie cattoliche...ospiti si, ma ospiti appunto e non visibili...non come prima dove a momenti erano loro a guidare il Pontefice nel Magnificat...

E' troppo poco?
si, forse per alcuni si...ma per la pazienza di Dio evidentemente no ^__^
Ho imparato così in questi anni a non disperare per quanto ancora ci sarebbero cose più urgenti nella Chiesa da fare che continuare a calarsi le braghe, per esempio, davanti agli Ebrei ^__^

E' l'Anno Sacerdotale, mi attendo anch'io che il Papa celebri con la Messa di sempre per un semplice motivo: perchè certi gesti VALOGNO PIU' DI MILLE MOTU PROPRI...e mettono a tacere ogni contestazione e mettono a nudo i veri nemici della Chiesa...

Spesso ci sono troppe parole e pochi fatti... ma molti vescovi e cardinali ci stanno abituando a molte sorprese, forse piccole e apparentemente insignificanti, ma sono sicura che porteranno frutto a suo tempo, quanto a noi non lasciamo mai a Satana la soddisfazione di vederci perduti e sconfitti, IL ROSARIO non venga mai abbandonato e ci tenga uniti con i fratelli e le sorelle della FSSPX e con quanti hanno davvero a cuore il BENE delle anime anche se nelle discussioni può sembrare di essere contro la Chiesa...

..fiat volùntas tua sìcut in caelo et in terra..

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Anonimo ha detto...
Non si può fermare il vento con le mani e il papa lo sa, per questo si va verso le prelature personali, verso un federalismo ecclesiale, ma questo monsignore è poco proattivo, poco propositivo, molte parole e niente fatti, la redazione non poteva fare altre domande su fatti che non ci sono, sappiamo tutti che il papa non lavora con i sondaggi, il papa decide su consiglio ispirato, i sondaggi sono una cosa degli uomini e non fanno bene alla Chiesa.
Non sento gente che prega, che si affida alla Provvidenza anziché ai sondaggi.
Saluti
Pippo





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