Mt.7,6 "Non date il santo ai cani, non gettate le vostre perle ai porci" VOI SIETE SALE DELLA TERRA Mt.5,13

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Caterina63
00giovedì 26 marzo 2009 21:38

Nolite dare sanctum canibus neque mittatis margaritas vestras ante porcos ne forte conculcent eas pedibus suis et conversi disrumpant vos.
 

6 Non date il santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non accada che le calpestino con i loro piedi e, voltatisi, vi facciano a pezzi.

Non si deve presumere della propria giustizia nei confronti del fratello, e neppure si deve esporre la propria fede agli attacchi degli increduli.
 
"Santo" è tutto ciò che viene da Dio e solo da Dio: la Parola e i sacramenti innanzitutto; "cani" sono i servi del Satana che sempre gli obbediscono senza mai comprendere: sono detti anche porci perché tutto divorano e consumano senza discernimento.
  
                   

"Nella distribuzione della fede e dei sacramenti della grazia celeste il Signore vuole che in noi vi sia una cura sollecita e una diligente cautela, perché non affidiamo indistintamente i sacramenti del dono divino ad uomini blasfemi e nemici della fede o certamente ad animi fangosi e pieni delle sozzure dei peccati. Qui i cani significano i nemici della verità e i detrattori del nome di Cristo, di cui l'Apostolo dice: Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno circoncidere, di cui, per bocca di Davide, il Signore stesso aveva affermato: Mi hanno circondato molti cani, grossi tori mi hanno assediato.
Perciò chiaramente conosciamo che qui nei cani sono indicati gli uomini blasfemi, che sono soliti latrare contro Dio con la loro bocca rabbiosa, o almeno gli eretici, che con le loro empie dispute, con parole simili a latrati, non cessano di turbare il gregge del Signore.

Nei porci, poi, indica gli uomini immondi e contaminati da molte sozzure di peccati. Sappiamo, infatti, che i porci sono sudici per natura e, intrufolandosi con tutto il grugno dentro la terra e dentro tutte le fosse fangose, non fanno altro che cercare sempre il cibo per saziare il loro ventre e non ci danno alcuna utilità finché sono in vita, non la lana come le pecore, non il latte come gli altri animali; non servono come mezzo di trasporto, ma, cercando solamente la pastura per il loro ventre, sono allevati per essere uccisi.
Nella loro natura, senza dubbio, come abbiamo ricordato più sopra, vediamo indicati gli uomini immondi e immersi nel fango, che non esercitano alcuna opera di misericordia o di attività religiosa, non hanno alcuna speranza nella futura salvezza, ma, pensando solamente alla gola e al ventre, si avvoltolano nelle sozzure dei loro peccati come porci nella melma.

Manifestamente, anche l'Apostolo parla di loro quando dice: Il cui Dio è il ventre e la gloria nella vergogna, intenti come sono a ciò che è terreno. Perciò, abbiamo la proibizione di affidare a simili uomini le nostre perle, cioè i sacramenti della fede divina e della grazia celeste, affinché, se affidassimo superficialmente e senza discernimento a tali individui i misteri divini, rifiutando e calpestando il nostro bene, non comincino con la loro infedeltà a straziare la speranza della nostra fede o certamente quella della chiesa."
( Cromazio )


L'uomo carnale cerca solo ciò che gli piace ed è sempre pronto a calpestare e a distruggere tutto ciò di cui non comprende la grandezza e la bellezza. Satana non solo cerca di estirpare la Parola dal cuore dell'uomo, ma anche di divorare tutti coloro che la proclamano apertamente. Certe discussioni e certe iniziative per arrivare agli altri sono del tutto inutili e, a volte, addirittura dannose.
E' Gesù stesso che ci indica una strada diversa: non la fiducia in noi stessi e nella nostra opera, ma la preghiera incessante, la supplica insistente, che non delude mai coloro che confidano nel Suo nome.

[SM=g1740722]


Un grazie a Franco Mosconi

Caterina63
00domenica 6 febbraio 2011 13:20
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 06.02.2011

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Nel Vangelo di questa domenica il Signore Gesù dice ai suoi discepoli: "Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13.14).

Mediante queste immagini ricche di significato, Egli vuole trasmettere ad essi il senso della loro missione e della loro testimonianza.

Il sale, nella cultura mediorientale, evoca diversi valori quali l’alleanza, la solidarietà, la vita e la sapienza. La luce è la prima opera di Dio Creatore ed è fonte della vita; la stessa Parola di Dio è paragonata alla luce, come proclama il salmista: "Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino" (Sal 119,105).

E sempre nella Liturgia odierna il profeta Isaia dice: "Se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio" (58,10). La sapienza riassume in sé gli effetti benefici del sale e della luce: infatti, i discepoli del Signore sono chiamati a donare nuovo "sapore" al mondo, e a preservarlo dalla corruzione, con la sapienza di Dio, che risplende pienamente sul volto del Figlio, perché Egli è la "luce vera che illumina ogni uomo" (Gv 1,9). Uniti a Lui, i cristiani possono diffondere in mezzo alle tenebre dell’indifferenza e dell’egoismo la luce dell’amore di Dio, vera sapienza che dona significato all’esistenza e all’agire degli uomini.

Il prossimo 11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes, celebreremo la Giornata Mondiale del Malato. Essa è occasione propizia per riflettere, per pregare e per accrescere la sensibilità delle comunità ecclesiali e della società civile verso i fratelli e le sorelle malati.

Nel
Messaggio per questa Giornata, ispirato ad una espressione della Prima Lettera di Pietro: "Dalle sue piaghe siete stati guariti" (2,24), invito tutti a contemplare Gesù, il Figlio di Dio, il quale ha sofferto, è morto, ma è risorto. Dio si oppone radicalmente alla prepotenza del male.

Il Signore si prende cura dell’uomo in ogni situazione, condivide la sofferenza e apre il cuore alla speranza. Esorto, pertanto tutti gli operatori sanitari a riconoscere nell’ammalato non solo un corpo segnato dalla fragilità, ma prima di tutto una persona, alla quale donare tutta la solidarietà e offrire risposte adeguate e competenti. In questo contesto ricordo, inoltre, che oggi ricorre in Italia la "Giornata per la vita".

Auspico che tutti si impegnino per far crescere la cultura della vita, per mettere al centro, in ogni circostanza, il valore dell’essere umano. Secondo la fede e la ragione la dignità della persona è irriducibile alle sue facoltà o alle capacità che può manifestare, e pertanto non viene meno quando la persona stessa è debole, invalida e bisognosa di aiuto.

Cari fratelli e sorelle, invochiamo la materna intercessione della Vergine Maria, affinché i genitori, i nonni, gli insegnanti, i sacerdoti e quanti sono impegnati nell’educazione possano formare le giovani generazioni alla sapienza del cuore, perché raggiungano la pienezza della vita.

DOPO L’ANGELUS

In questi giorni, seguo con attenzione la delicata situazione della cara Nazione egiziana. Chiedo a Dio che quella Terra, benedetta dalla presenza della Santa Famiglia, ritrovi la tranquillità e la pacifica convivenza, nell’impegno condiviso per il bene comune.

Rivolgo un cordiale saluto alle delegazioni delle Facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università di Roma, accompagnate dal Cardinale Vicario, in occasione del convegno promosso dai Dipartimenti di Ginecologia e Ostetricia sul tema dell’assistenza sanitaria nella gravidanza. Quando la ricerca scientifica e tecnologica è guidata da autentici valori etici è possibile trovare soluzioni adeguate per l’accoglienza della vita nascente e per la promozione della maternità. Auspico che le nuove generazioni di sanitari siano portatrici di una rinnovata cultura della vita.

"Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13-14): ecco l’impegno e il privilegio dei discepoli di Gesù che provengono dal Vangelo odierno. Come il sale dà un gusto ai cibi e la luce ci permette di vedere la dimensione e i colori, così la testimonianza della nostra vita conduca tutti alla fede, indichi loro la dimensione di Dio, la sua Bellezza e l’Amore. Auguro a tutti voi una buona domenica e vi benedico di cuore.

Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare le famiglie del Movimento dell’Amore Familiare e quanti in questa notte, nella chiesa parrocchiale di san Gregorio VII, hanno vegliato davanti al Santissimo Sacramento pregando per i cristiani perseguitati e per la libertà religiosa. Saluto i fedeli venuti da Brescia e da Vigodarzere, e quelli della parrocchia romana di Santa Maria Goretti.
A tutti auguro una buona domenica.

                         Pope Benedict XVI looks at a white dove that was freed at the end of the Angelus prayer in St. Peter's square, at the Vatican, Sunday, Jan. 30, 2011.



Caterina63
00domenica 14 agosto 2011 18:44

Il Papa: La fede ci apre a conoscere e ad accogliere la reale identità di Gesù, la sua novità e unicità, la sua Parola, come fonte di vita, per vivere una relazione personale con Lui. Il conoscere della fede cresce, cresce con il desiderio di trovare la strada, ed è finalmente un dono di Dio, che si rivela a noi non come una cosa astratta senza volto e senza nome, ma la fede risponde a una Persona, che vuole entrare in un rapporto di amore profondo con noi e coinvolgere tutta la nostra vita


LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 14.08.2011

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI recita l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

il brano evangelico di questa domenica inizia con l’indicazione della regione dove Gesù si stava recando: Tiro e Sidone, a nord-ovest della Galilea, terra pagana. Ed è qui che Egli incontra una donna cananea, che si rivolge a Lui chiedendoGli di guarire la figlia tormentata da un demonio (cfr Mt 15,22).
Già in questa richiesta, possiamo ravvisare un inizio del cammino di fede, che nel dialogo con il divino Maestro cresce e si rafforza. La donna non ha timore di gridare a Gesù "Pietà di me", un’espressione che ricorre nei Salmi (cfr 50,1), lo chiama "Signore" e "Figlio di Davide" (cfr Mt 15,22), manifesta così una ferma speranza di essere esaudita.

Qual è l’atteggiamento del Signore di fronte a quel grido di dolore di una donna pagana? Può sembrare sconcertante il silenzio di Gesù, tanto che suscita l’intervento dei discepoli, ma non si tratta di insensibilità al dolore di quella donna.

Sant’Agostino commenta giustamente: "Cristo si mostrava indifferente verso di lei, non per rifiutarle la misericordia, ma per infiammarne il desiderio" (Sermo 77, 1: PL 38, 483).

L’apparente distacco di Gesù, che dice "Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele" (v. 24), non scoraggia la cananea, che insiste: "Signore, aiutami!" (v. 25). E anche quando riceve una risposta che sembra chiudere ogni speranza - "Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini" (v. 26) -, non desiste. Non vuole togliere nulla a nessuno: nella sua semplicità e umiltà le basta poco, le bastano le briciole, le basta solo uno sguardo, una buona parola del Figlio di Dio. E Gesù rimane ammirato per una risposta di fede così grande e le dice: "Avvenga per te come desideri" (v. 28)

Cari amici, anche noi siamo chiamati a crescere nella fede, ad aprirci e ad accogliere con libertà il dono di Dio, ad avere fiducia e gridare anche a Gesù "donaci la fede, aiutaci a trovare la via!". È il cammino che Gesù ha fatto compiere ai suoi discepoli, alla donna cananea e agli uomini di ogni tempo e popolo, a ciascuno di noi.

La fede ci apre a conoscere e ad accogliere la reale identità di Gesù, la sua novità e unicità, la sua Parola, come fonte di vita, per vivere una relazione personale con Lui. Il conoscere della fede cresce, cresce con il desiderio di trovare la strada, ed è finalmente un dono di Dio, che si rivela a noi non come una cosa astratta senza volto e senza nome, ma la fede risponde a una Persona, che vuole entrare in un rapporto di amore profondo con noi e coinvolgere tutta la nostra vita.

Per questo ogni giorno il nostro cuore deve vivere l’esperienza della conversione, ogni giorno deve vedere il nostro passare dall’uomo ripiegato su stesso, all’uomo aperto all’azione di Dio, all’uomo spirituale (cfr 1Cor 2, 13-14), che si lascia interpellare dalla Parola del Signore e apre la propria vita al suo Amore.

Cari fratelli e sorelle, alimentiamo quindi ogni giorno la nostra fede, con l’ascolto profondo della Parola di Dio, con la celebrazione dei Sacramenti, con la preghiera personale come "grido" verso di Lui e con la carità verso il prossimo. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria, che domani contempleremo nella sua gloriosa assunzione al cielo in anima e corpo, perché ci aiuti ad annunciare e testimoniare con la vita la gioia di aver incontrato il Signore.

DOPO L’ANGELUS



Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dziś przypada siedemdziesiąta rocznica męczeńskiej śmierci św. Maksymiliana Kolbego, w obozie zagłady Auschwitz. Jego heroiczna miłość jest świetlanym znakiem zwycięskiej obecności Boga w ludzkim dramacie nienawiści, cierpienia i śmierci. Módlmy się, aby przez naszą miłość ludzie na całym świecie doświadczali tej obecności. Niech Bóg wam błogosławi.

[Un cordiale saluto rivolgo ora ai polacchi. Oggi ricorre il 70° anniversario del martirio di San Massimiliano Kolbe nel campo di sterminio di Auschwitz. Il suo eroico amore è segno luminoso della vittoriosa presenza di Dio nel dramma umano dell’odio, della sofferenza e della morte. Preghiamo, affinché attraverso il nostro amore gli uomini in tutto il mondo sperimentino questa divina presenza. Dio vi benedica!]

Saluto con affetto i pellegrini italiani, in particolare i fedeli di Latina, qui giunti con la fiaccola pro "Stella Maris". A tutti chiedo di accompagnare spiritualmente con la preghiera il mio Viaggio a Madrid, che intraprenderò tra qualche giorno in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. Auguro a ciascuno una buona domenica, una buona settimana e una buona Festa di domani.

Pope Benedict XVI waves as he leads the Sunday angelus prayer from the balcony of his summer residence in Castelgandolfo in southern Rome August 14, 2011.

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