Notizie dalla Chiesa in Argentina

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Caterina63
00sabato 12 dicembre 2009 15:08
[SM=g1740722] Ottimo ed ottime spiegazioni del cardinale...


Il cardinal Bergoglio striglia la politica sulle nozze gay citando il Diritto romano
nov 27, 2009 IL FOGLIO
www.paolorodari.com/2009/11/


Nel 2005 fu l’allora decano dei sociologi cattolici, Achille Ardigò, a lanciare sul Foglio l’allarme famiglia: impossibilità di autonomizzazione delle giovani generazioni, difficoltà di sopravvivenza per gli anziani, effetti della denatalità erano alcuni dei fuochi toccati. L’obiettivo era denunciare quella cultura dominante della “libertà individualistica” che produce una moltitudine di soluzioni provvisorie, “temporanee, meno impegnative” dei legami fra le persone e depreca la tendenza a omologare alla famiglia le altre unioni, seguendo una deriva “disastrosamente rivoluzionaria” di tipo zapaterista. E oggi, a distanza di quattro anni, sono esponenti della chiesa cattolica che, con sempre maggiore frequenza, tornano sull’argomento mettendoci la faccia anche a costo di risultare sgradevoli e sgraditi alle autorità di turno. Come se al politically correct e alle relazioni stato-chiesa attente alle virgole e agli equilibri si debba in qualche modo far spazio alla battaglia frontale.

Non soltanto negli Stati Uniti – la comunione negata a Patrick Kennedy da monsignor Thomas J. Tobin, vescovo di Providence, sta facendo ancora in queste ore parecchio discutere – e nemmeno solamente in Europa – l’ultima uscita del segretario della conferenza episcopale Juan Antonio Martínez Camino che avvisa i politici cattolici che in caso di sostegno pubblico all’aborto non potranno essere ammessi a ricevere l’eucaristia è significativa per il vecchio continente – ma è anche in quel Sud America culla della teologia della liberazione e, sovente, d’interpretazioni mondane della dottrina cattolica, che l’offensiva contro governi più o meno laicisti quanto a tematiche inerenti la vita e la famiglia sembra essere stata definitivamente sdoganata.

In particolare, è quanto si sta verificando in queste ore in Argentina. Questa volta, sul campo, non è sceso un esponente delle gerarchie cattoliche qualunque. Bensì il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires e presidente della conferenza episcopale argentina. Gesuita, figlio di immigrati piemontesi, 73 anni il prossimo dicembre, uomo coltissimo, umile e di preghiera, Bergoglio nel conclave del 2005 fu una seria alternativa a Joseph Ratzinger. Si dice avesse il supporto dell’ala martiniana del collegio cardinalizio. Ma, al di là del posizionamento sullo scacchiere curiale, era e resta una delle figure più carismatiche della chiesa sudamericana, uomo di dialogo e di mediazione. Figura talmente considerata che quando agisce fa inevitabilmente rumore. Così in queste ore.

L’esecutivo “ha mancato al suo dovere”

Tutto è cominciato con la sentenza del giudice Gabriela Seijas che lo scorso 13 novembre ha ordinato al Registro Civile di celebrare l’unione tra due uomini. Bergoglio ha convocato i vescovi e ha fatto uscire un comunicato congiunto in cui definisce la cosa “assolutamente illegale”. Non solo, è il porporato a dire che l’esecutivo “ha mancato gravemente al suo dovere” non ricorrendo contro la decisione. Mauricio Macri, governatore di Buenos Aires, ha cercato di mediare chiedendo udienza al cardinale.

Questi l’ha ricevuto ma, al termine dell’incontro, è stato ancora Bergoglio a prendere la parola. E a dire che Macri ha tradito il ruolo di “custode della legge”. Il documento dei vescovi entra nel merito della sentenza e va all’origine semantica della parola matrimonio: “Risale alle disposizioni del diritto romano dove la parola ‘matrimonium’ era riferita al diritto di ogni donna ad avere figli, un diritto riconosciuto nel rispetto della legge”. Erroneamente si associa il termine matrimonio al sacramento cattolico: il termine fu codificato dal diritto. E, dunque, “affermare l’eterosessualità del matrimonio non vuol dire discriminare, ma partire da un elemento oggettivo che è il suo presupposto”. Parola di Bergoglio.

Pubblicato sul Foglio venerdì 27 novembre 2009






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