Notizie dalla Chiesa in Viet-Nam

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Caterina63
00martedì 23 giugno 2009 18:55
A colloquio con il presidente della Conferenza episcopale del Viêt Nam in visita «ad limina Apostolorum»

A piccoli passi sulla strada
del dialogo e della collaborazione


di Nicola Gori


Una Chiesa nata quasi cinque secoli fa, segnata dal coraggio di tanti testimoni che hanno patito persecuzioni e violenze pur di annunciare il Vangelo. Una Chiesa caratterizzata da fermenti di vitalità, come l'attiva partecipazione dei laici alla sua missione e il considerevole incremento del numero delle vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa. Una Chiesa che porta ancora i segni delle divisioni che hanno afflitto il Paese negli ultimi decenni, ma che a piccoli passi progredisce nel dialogo con le istituzioni statali, come confermano le periodiche visite delle delegazioni della Santa Sede, l'ultima nel febbraio 2009. È questa la realtà della comunità ecclesiale del Viêt Nam che emerge dall'intervista rilasciata al nostro giornale da monsignor Pierre Nguyên Van Nhon, vescovo di Ðà Lat e presidente della Conferenza episcopale, in questi giorni in Vaticano per la visita
ad limina Apostolorum.

L'importante visita compiuta da una delegazione della Santa Sede in Viêt Nam nel marzo 2007 ha contribuito a migliorare i rapporti tra Stato e Chiesa?

Il Vangelo di Cristo è stato seminato nella terra del Viêt Nam dal 1533. La gerarchia vietnamita è stata creata nel 1960, in un tempo in cui il Viêt Nam era politicamente diviso. È stato solo nel 1980, dopo la riunificazione delle due parti del Paese nel 1975, che è nata la Conferenza episcopale di tutto il Viêt Nam. Questo evento, del quale nel 2010 celebreremo il trentennale, è stato caratterizzato dall'elaborazione della prima lettera pastorale collegiale, datata 1° maggio 1980, per invitare tutto il popolo di Dio a lasciarsi guidare dal Vangelo nella vita quotidiana e nell'impegno al servizio del bene comune.
La visita nel 1989 della delegazione della Santa Sede, guidata dal cardinale Roger Etchegaray, ha segnato poi una svolta storica per la Chiesa di Cristo in Viêt Nam. Da quella data la Santa Sede ha potuto mandare quasi ogni anno una delegazione nel Paese per dialogare con il governo e per visitare le nostre diocesi. Queste visite pastorali, in particolare quella della delegazione della Santa Sede dal 5 all'11 marzo 2007, guidata da monsignor Pietro Parolin, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati - dopo il significativo incontro del 25 gennaio 2007 fra il primo ministro vietnamita e Benedetto XVI in Vaticano - ci portano sempre luci e motivi di speranza, che confortano la fede del popolo cristiano. Certo, la visita del 2007 ha contribuito a migliorare i rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica:  si è parlato di cammino positivo verso le relazioni diplomatiche. Auspichiamo che in un futuro prossimo tali relazioni diplomatiche diventino realtà. Desideriamo ardentemente la presenza permanente della Santa Sede, in rappresentanza del Pontefice, in Viêt Nam. Sarebbe per noi un segno visibile del Papa e della Chiesa universale in seno al nostro Paese. D'altro canto, questa presenza permanente della Santa Sede faciliterebbe gli incontri e il dialogo con le autorità civili in vista della testimonianza della carità, della buona Novella di Cristo nel nostro Paese.

Lo sviluppo economico e l'apertura commerciale del Paese hanno portato benefici e cambiamenti significativi alle condizioni della popolazione?

L'evoluzione economica e commerciale del Paese ha recato benefici e ha contribuito a mutare le condizioni di vita della gente, soprattutto nei contesti urbani. Ma la maggior parte della popolazione vietnamita vive nelle campagne e una parte considerevole appartiene a varie minoranze etniche che sono disseminate nelle regioni montagnose del nord, del centro, come nel delta del Mekong. Questi settori sono ancora i più poveri della società. Con lo sviluppo economico e l'apertura commerciale del Paese vi sono stati risvolti positivi per la popolazione, ma anche lacune in diversi settori che riguardano la vita familiare, morale e sociale. Il divario fra i ricchi e i poveri sta divenendo sempre più grande.

In un Paese a maggioranza buddista, a che livello è il dialogo interreligioso e quali passi avanti sta facendo?

La Chiesa cattolica in Viêt Nam intrattiene buoni rapporti con le altre religioni e confessioni religiose, in particolare con il buddismo. Non c'è tensione fra le religioni e fra coloro che professano religioni diverse. Esiste una certa forma di "compassione" fra tutti i vietnamiti che professano una religione - sia essa buddista, cattolica, protestante o qualsiasi altra religione locale - poiché condividono quasi le stesse difficoltà e le stesse speranze.
Per quanto riguarda il dialogo interreligioso, si stanno compiendo sforzi, ma essi variano a seconda delle regioni. In generale, compiamo visite alle pagode buddiste in occasione delle feste di Vesak e riceviamo visite in occasione del Nuovo anno lunare, il Têt vietnamita. Esiste rispetto reciproco nell'ambito dei principi di fede e delle pratiche religiose, ma mancano ancora relazioni a livello di ricerca spirituale e intellettuale.

Vi è disparità tra il nord e il sud riguardo all'evangelizzazione e alla disponibilità di sacerdoti?

Con l'accordo di Ginevra del 1954, il Paese è stato diviso in due parti:  il Viêt Nam del Nord e il Viêt Nam del Sud. Una buona parte dei sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli cattolici del Nord si sono diretti verso il Sud, lasciando la Chiesa del Nord con scarsità di personale e con ogni sorta di difficoltà:  non ha potuto nemmeno partecipare al concilio Vaticano ii. Dopo la riunificazione del Paese nel 1975 - e soprattutto dopo la creazione della Conferenza episcopale vietnamita nel 1980 - vi sono stati incontri, scambi, dibattiti, forme di condivisione in diversi campi fra la Chiesa del Nord e quella del Sud. I trasferimenti e le nomine di vescovi da parte della Santa Sede hanno favorito gli sforzi volti allo scambio di personale fra il Sud e il Nord. Con l'apertura dei seminari maggiori di Hanoi e Vinh, nel Nord, e di Saigon, Can Tho, Hue, Nha Trang e Xuan-loc, nel Sud, come pure degli istituti religiosi, e con lo scambio di professori fra il Nord e il Sud, la vita della Chiesa in Viêt Nam è divenuta più uniforme per quel che riguarda l'evangelizzazione e la presenza dei sacerdoti.

Quale contributo offrono i religiosi e le religiose alle attività assistenziali, educative e pastorali della Chiesa?

È il punto forte della Chiesa in Viêt Nam. Noi abbiamo un numero considerevole di religiosi e di religiose, che, in generale, sono competenti e hanno un'adeguata formazione per le attività educative, pastorali e caritative. Il loro contributo e il loro servizio sono preziosi per la Chiesa, ma sono ancora insufficientemente riconosciuti dallo Stato.
Quali sono le priorità della Chiesa nell'ambito della sua opera per promuovere la giustizia sociale?


Prima del 1975 la Chiesa nel Sud ha fatto riflessioni e assunto impegni precisi per la giustizia sociale. In quasi tutte le diocesi vi sono state sessioni di lavoro dedicate ai temi della giustizia e della pace. Monsignor François Xavier Nguyên Van Thuán, allora vescovo di Nha Trang e presidente della commissione episcopale di Iustitia et Pax - poi cardinale e presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace - ha organizzato diverse sessioni per il clero, i religiosi e i fedeli laici. Attualmente cerchiamo di mettere in pratica la dottrina sociale della Chiesa, nei limiti del possibile, cominciando con il sostenere i più poveri e i più bisognosi:  le persone colpite dal morbo di Hansen e dall'Hiv, le minoranze etniche, gli abitanti delle bidonville e via dicendo.

La Chiesa è libera di esercitare il suo ministero nel Paese?

Sentiamo ogni giorno di più che c'è maggiore apertura per le attività religiose, ma tutto dipende ancora dalla situazione concreta di ogni regione. In ogni caso, lo Spirito Santo guida la Chiesa nelle sue attività e rende la Chiesa di Cristo sempre libera nell'evangelizzazione dei popoli. Ne siamo convinti.


(©L'Osservatore Romano - 24 giugno 2009)
Caterina63
00giovedì 22 ottobre 2009 21:47
Vietnam: la polizia sequestra gli ultimi terreni di una parrocchia


ROMA, giovedì, 22 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Il Governo del Vietnam ha sequestrato gli ultimi terreni cattolici della parrocchia di Loan Ly, nella Diocesi di Hue.

Lo rivela l'agenzia AsiaNews ricordando che a settembre erano già state chiuse le classi per il catechismo e successivamente si erano verificati scontri tra i fedeli e le forze dell'ordine.

I cattolici vietnamiti sono sempre più spesso bersaglio di episodi di violenza, espropri forzati e violazioni.

Elaine Pearson, vice-direttore di Human Rights Watch per l’Asia, ha denunciato recentemente un “brusco peggioramento” nel rispetto di “diritti umani e libertà religiosa” da quando Washington ha rimosso il Paese “dalla sua lista nera” e il Vietnam è entrato nell’Organizzazione mondiale del commercio.

Il 16 ottobre la polizia di Loan Ly ha attaccato i fedeli che protestavano contro il sequestro delle classi di catechismo. Dopo l'assalto, le forze dell’ordine hanno eretto una recinzione annunciando che il terreno non appartiene più alla parrocchia, ma a un funzionario del governo locale.

“Per evitare che i cattolici lanciassero l’allarme, tutte le linee di comunicazione nell’area – fra cui telefoni e Internet – sono state interrotte; i funzionari hanno anche disposto un controllo serrato dell’attività nelle parrocchie limitrofe”, ricorda AsiaNews.

Il terreno conteso è stato donato ai cattolici nel 1956 dall’ex Presidente vietnamita Ngo Dinh Diem, ma fa gola “a molti politici locali e agli impresari edili, che lottano per accaparrarsi un pezzo di terra lungo l’esotica linea costiera del Vietnam centrale”.

Nella Diocesi di Vinh, nel frattempo, il governo locale ha ripreso le operazioni per rimuovere la statua dedicata a Nostra Signora di La Vang, costruita nel 2008 su una sommità rocciosa che domina il cimitero cattolico locale.

Una fonte anonima dell'organizzazione filo-governativa “Fronte popolare” ha spiegato che per completare il processo di rimozione della statua il governo provinciale ha approvato un finanziamento di circa 68.000 dollari.

Il reverendo John Nguyen Van Huu, pastore della chiesa protestante di Bau Sen, ha lanciato un appello ai cattolici e alle persone di buona volontà di tutto il mondo per “proteggere il simbolo sacro” e “difendere il diritto alla libertà religiosa in Vietnam”.



Caterina63
00giovedì 29 ottobre 2009 15:48
Il giubileo si svolgerà dal 24 novembre 2009 al 6 gennaio 2011

L'anno santo
della Chiesa in Viêt Nam


Hà Nôi, 28. Il 2010 sarà un anno importante per la Chiesa cattolica in Viêt Nam, sarà un anno santo. In occasione del trecentocinquantesimo anniversario della creazione dei due vicariati apostolici del Tonchino e della Cocincina (1659-2009) e dei cinquant'anni dell'istituzione della gerarchia cattolica nel Paese (1960-2010), la Conferenza episcopale ha indetto un giubileo che si aprirà il giorno della festa dei santi martiri del Viêt Nam, il prossimo 24 novembre, e si chiuderà il giorno della festa dell'Epifania del 2011.

Benedetto XVI - come riferisce la lettera rivolta dai vescovi vietnamiti alla comunità cattolica per la proclamazione dell'anno santo - ha acconsentito alla richiesta dei presuli con un documento della penitenzieria apostolica datato 11 febbraio 2009.

"Per sviluppare lo spirito di comunione in seno alla Chiesa - si legge nella lettera della Conferenza episcopale - il Papa ci ha chiamati a dedicare un'attenzione particolare" ad alcuni ambiti:  l'educazione della fede e la crescita del livello culturale di tutti i membri del popolo di Dio, innanzitutto, e l'esercizio della carità, "caratteristica essenziale della Chiesa di Cristo", al quale serve un nuovo slancio. "Bisognerà inoltre offrire - scrivono i vescovi - una cura particolare alla gioventù, soprattutto ai giovani delle nostre campagne che, oggi, si ammassano nelle grandi città per proseguire gli studi e trovare un lavoro".

Il presidente della Conferenza episcopale del Viêt Nam, Pierre Nguyên Van Nhon, vescovo di Ðà Lat, e il vicesegretario, Joseph Võ Ðúc Minh, coadiutore di Nha Trang, firmatari del documento, spiegano tuttavia che la missione essenziale della Chiesa resta l'annuncio del Vangelo di Cristo. "È compiendo questa missione - affermano - che la Chiesa contribuisce allo sviluppo dell'uomo, non solo sul piano umano e spirituale ma anche sul piano sociale. Perché quando edificate la vostra vita sulla base dei valori evangelici come la carità, la rettitudine e il rispetto del bene comune, siete in quel momento bravi cittadini che partecipano attivamente alla costruzione di una società giusta, solidale ed equa. Attraverso voi - dicono rivolgendosi alla comunità del popolo di Dio - la Chiesa dà la sua parte allo sviluppo integrale dell'uomo e della società in uno spirito di dialogo autentico, di sana collaborazione e di rispetto reciproco".

L'inaugurazione solenne dell'anno santo 2010 avverrà, come detto, il 24 novembre prossimo nella parrocchia di So Kiên, nell'arcidiocesi di Hà Nôi. È il giorno della festa dei santi martiri del Viêt Nam, che "hanno testimoniato la loro fede con una tale generosità da sacrificare la vita. Il loro sangue - scrivono i vescovi - ha fecondato il suolo della nostra patria, è divenuto seme dal quale sono nate le numerose comunità di credenti del Viêt Nam". La scelta di questo giorno, quindi, "ci invita a ringraziare il Signore per il dono della fede che abbiamo ricevuto e a esprimere riconoscenza nei confronti dei nostri predecessori, dei nostri benefattori, testimoni che hanno seminato e fatto crescere la pianta della fede nella nostra patria".

Momento centrale del giubileo sarà la "grande assemblea del popolo di Dio" organizzata dall'arcidiocesi di Hôchiminh Ville dal 21 al 25 novembre 2010. Vi parteciperanno tutte le componenti della comunità cattolica (che in Viêt Nam rappresenta il 7,7 per cento di una popolazione a stragrande maggioranza buddista) che, assieme ai vescovi, pregheranno, mediteranno, si confronteranno "sull'edificazione della Chiesa di Cristo nella nostra patria", una Chiesa "fatta di comunione e di partecipazione", una Chiesa "per l'uomo". Per questo la Conferenza episcopale invierà alle diocesi, alle parrocchie e alle comunità religiose dei documenti di studio in modo da far partecipare attivamente i fedeli. Le opinioni, i contributi che giungeranno ai responsabili ecclesiali costituiranno la materia, i temi oggetto di discussione nell'assemblea.

"L'anno santo - spiegano i presuli - ci spinge a condividere la gioia della nostra fede con tutti i membri della nazione vietnamita". Per farlo "occorre risvegliare in noi il dono della fede" e "rinnovare i metodi di evangelizzazione per rispondere alle forti trasformazioni della nostra epoca".

Durante il giubileo, i fedeli potranno beneficiare dell'indulgenza plenaria partecipando alle festività in programma, alle messe solenni presiedute dal proprio vescovo, oppure ai pellegrinaggi organizzati dalla diocesi. Per preparare i cattolici all'evento, la Chiesa ha indetto una novena di preghiera dal 15 al 23 novembre.


(©L'Osservatore Romano - 29 ottobre 2009)

Caterina63
00mercoledì 25 novembre 2009 21:45
Migliaia di fedeli cattolici presenti per la celebrazione a So Kien

L'anno giubilare
della Chiesa in Vietnam


 Chiesa in vietnamHà Nôi, 25. Decine di migliaia di candele accese hanno caratterizzato ieri la cerimonia serale d'inaugurazione dell'anno giubilare della Chiesa cattolica del Vietnam in ricorrenza dei trecentocinquant'anni dalla sua fondazione. Il grande incontro dei vescovi, dei sacerdoti e dei fedeli laici delle diocesi del  Paese  è avvenuto presso la parrocchia di  So  Kien, nei pressi della cittadina di Kien Khe, arcidiocesi di Hà Nôi.

Questa stessa località fu la sede del vicariato apostolico di Dang Trong, affidato da Papa Alessandro vii a monsignor François Pallu nel 1659. Lo stesso Pontefice eresse contemporaneamente  il  vicariato  di Dang Ngoai, nel sud del Paese, che affidò a monsignor Pierre Lambert de La Motte. Questi vicariati divennero successivamente le prime due delle 26 diocesi in cui è attualmente ordinata la Chiesa vietnamita, che conta circa otto milioni di fedeli.

Oltre a festeggiare i trecentocinquanta anni dalla sua fondazione, la Chiesa del Vietnam ha celebrato ieri anche i cinquant'anni dello stabilimento della Conferenza episcopale nazionale voluta da Papa Giovanni xxiii con il decreto Venerabilium nostrorum promulgato il 24 novembre 1960.
Insieme a trenta vescovi, duecentocinquanta sacerdoti e seicento religiosi vietnamiti, alla cerimonia di ieri sera a So Kien erano presenti i cardinali:  Roger Etchegaray, vice decano del Collegio Cardinalizio, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio Consiglio "Cor Unum"; André Vingt-Trois, arcivescovo di Paris; Bernard Francis Law, arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore a Roma, arcivescovo emerito di Boston.

Tra la grande moltitudine di fedeli che hanno partecipato ieri pomeriggio, alle 17.30, alla solenne processione in ricordo dei centodiciassette martiri santi della Chiesa cattolica in Vietnam, erano presenti monsignor Tod David Brown, vescovo della diocesi di Orange California; padre Jean-Baptiste Etcharren, superiore generale delle Missions étrangères de Paris (Mep), l'ordine religioso a cui appartenevano molti missionari che evangelizzarono il Vietnam nel XVII secolo.

Al termine della processione è iniziata la solenne messa concelebrata dai presuli vietnamiti. Dopo la liturgia eucaristica, il cardinale Jean-Baptiste Pham Minh Mân, arcivescovo di Thán-Phô Hô Chí Minh, in qualità di presidente del comitato per il giubileo, ha dichiarato l'apertura ufficiale dell'Anno. Dopo l'annuncio, sono iniziati i festeggiamenti per i trecentocinquant'anni di vita della Chiesa cattolica del Vietnam. Particolarmente applaudito, riporta l'agenzia AsiaNews, è stato il gruppo della diocesi di Bui Chu, formato da quattrocento trombettieri e da altrettanti tamburini.

Secondo il programma rilasciato dalla segreteria della Conferenza episcopale, l'anno giubilare della Chiesa del Vietnam sarà caratterizzato da un altro grande raduno di fedeli nel novembre del 2010. In quel periodo verrà convocata una grande "assemblea del popolo di Dio" che si terrà nella diocesi di Thán-Phô Hô Chí Minh. La chiusura dell'anno giubilare avverrà nel giorno dell'epifania nel 2011.


(©L'Osservatore Romano - 26 novembre 2009)
Caterina63
00giovedì 26 novembre 2009 18:31
Messaggio del Papa ai vescovi vietnamiti per l'anno giubilare

Un tempo di perdono e di riconciliazione
tra credenti e non credenti


"Un tempo di grazia propizio per la riconciliazione con Dio e con il prossimo":  è questo, nelle intenzioni del Papa, l'anno giubilare che la Chiesa del Viêt Nam ha aperto lo scorso martedì 24 novembre per celebrare il 350° anniversario della creazione dei vicariati apostolici del Tonkin e della Cocincina, e il 50° dell'istituzione della gerarchia cattolica nel Paese. Di seguito pubblichiamo una nostra traduzione italiana del messaggio in francese inviato dal Papa ai vescovi vietnamiti.

A Sua Eccellenza Monsignor
Pierre Nguyên Van Nhon
Vescovo di Dà Lat
Presidente della Conferenza
episcopale del Viêt Nam

Mentre ha inizio la celebrazione giubilare del trecentocinquantesimo anniversario della creazione dei Vicariati apostolici del Tonkin e della Cocincina, e dei cinquant'anni dall'istituzione della gerarchia cattolica in Viêt Nam, mi unisco di tutto cuore alla gioia e all'azione di rendimento di grazie dei Vescovi del vostro Paese, che ho avuto la gioia d'incontrare lo scorso giugno, e di tutti i loro diocesani. 

   Voi avete voluto che l'inizio di questa celebrazione coincidesse con la festa dei gloriosi centodiciassette santi martiri del suo Paese. Il ricordo della loro nobile testimonianza aiuterà tutto il popolo di Dio in Viêt Nam ad attivare la sua carità, ad accrescere la sua speranza e a consolidare la sua fede che la vita quotidiana a volte mette alla prova. Fra questi martiri spicca la figura singolare di André Dung-Lac, le cui virtù sacerdotali sono modelli luminosi per i sacerdoti e i seminaristi, secolari e regolari, del suo Paese. In questo Anno sacerdotale, possano essi trarre dal suo esempio e da quello dei suoi compagni un'energia spirituale rinnovata che li aiuterà a vivere il loro sacerdozio in una fedeltà più grande alla loro vocazione, nella comunione fraterna, nella degna celebrazione dei Sacramenti della Chiesa e in un apostolato dinamico e intenso. 

   Per l'apertura della celebrazione, avete scelto So-Kiên, nell'arcidiocesi di Hà Nôi, luogo emblematico che parla in modo particolare al vostro cuore. Fu la sede del primo Vicariato apostolico del Viêt Nam e conserva ancora vestigia preziose dei vostri santi martiri come pure le loro nobili reliquie. In questo Anno Giubilare, possa questo luogo che vi è tanto caro essere al centro di un'evangelizzazione profonda che porti a tutta la società vietnamita i valori evangelici della carità, della verità, della giustizia e della rettitudine. Questi valori, vissuti nella sequela di Cristo, assumono una dimensione nuova che trascende il loro significato morale tradizionale, quando si ancorano a Dio che desidera il bene di ogni uomo e vuole la sua felicità. 

   L'Anno Giubilare è un tempo di grazia propizio per la riconciliazione con Dio e con il prossimo. A tal fine, è opportuno riconoscere gli errori del passato e del presente commessi contro i fratelli nella fede e contro i fratelli compatrioti e chiederne perdono. Nello stesso tempo, è anche opportuno prendere la decisione di approfondire e di arricchire la comunione ecclesiale e di edificare una società giusta, solidale ed equa attraverso il dialogo autentico, il rispetto reciproco e la sana collaborazione. Il Giubileo è anche un tempo speciale offerto per rinnovare l'annuncio del Vangelo ai concittadini e divenire sempre più una Chiesa che è comunione e missione. 

   Tutta la Chiesa in Viêt Nam si è preparata alla celebrazione del Giubileo con una novena di preghiera affinché questo evento eccezionale trovi grazia agli occhi di Dio, contribuisca al progresso spirituale di tutti i fedeli e consolidi la missione della Chiesa. Il mio pensiero si volge naturalmente ai religiosi e alle religiose che con la propria vita desiderano testimoniare la radicalità evangelica attraverso il carisma dei loro rispettivi fondatori. Possano continuare a crescere in Dio attraverso l'approfondimento della loro vita spirituale nella fedeltà alla loro vocazione e un apostolato fecondo nella sequela di Cristo. Il mio affetto paterno va anche a tutti i fedeli laici vietnamiti. Essi sono presenti nel mio ricordo e nella mia preghiera quotidiana. Possano impegnarsi più profondamente e attivamente nella vita e nella missione della Chiesa. 

   Cari Fratelli nell'Episcopato, chiedo a Dio di illuminarvi e di guidarvi affinché siate, sull'esempio del Nostro Signore e Maestro, buoni Pastori (cfr. Gv 10, 11-16), che si dedicano a fare pascere il loro gregge, a incoraggiarlo e a curarlo quando è necessario, e Vescovi che testimonino con coraggio e perseveranza la grandezza di Dio e la bellezza della vita in Cristo.

Che Nostra Signora de La Vang, cara ai cristiani della sua nazione, vi accompagni con la sua tenerezza materna nel corso di questo anno. Le imparto, Monsignore, la mia affettuosa Benedizione apostolica che estendo volentieri ai Vescovi, ai sacerdoti e ai seminaristi, ai religiosi e alle religiose, come pure a tutti i fedeli del Viêt Nam e a tutte le persone che si uniscono da vicino e da lontano alla gioia delle vostre celebrazioni. 

   Dal Vaticano, 17 novembre 2009


firma Benedetto XVI

(©L'Osservatore Romano - 27 novembre 2009)
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