Nuovi cocktail genetici? NO, GRAZIE!!!

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Caterina63
00sabato 17 aprile 2010 14:35

Nuovi cocktail genetici, embrioni con il DNA di un uomo e due donne


Per prevenire malattie ereditarie provocate da disordini nei mitocondri


di Carmen Elena Villa

LONDRA, venerdì, 16 aprile 2010 (ZENIT.org).- Alcuni scienziati britannici dell'Università di Newcastle hanno sviluppato una tecnica senza precedenti che permette di creare embrioni con il DNA di un uomo e due donne. Lo ha rivelato la recente pubblicazione scientifica "Nature".

L'obiettivo di questa procedura è la prevenzione delle malattie ereditarie prodotte da problemi mitocondriali.

In un comunicato inviato a ZENIT, il Centro dell'Ateneo di Bioetica dell'Università Cattolica di Roma ha espresso il proprio rifiuto di fronte a questi esperimenti, affermando che "stiamo tornando alla selezione della razza umana".

"In nome della presunta salute delle nuove generazioni, si fabbricano e si distruggono embrioni sperimentando nuovi cocktails genetici", dichiara il comunicato.

Problemi mitocondriali

I mitocondri delle cellule si incaricano di trasmettere l'energia per far funzionare l'organismo.

Circa un bambino su 200 nasce con mutazioni del DNA mitocondriale, anche se nella maggior parte dei casi queste provocano mali lievi, anche asintomatici. In un bambino su 6.500, tuttavia, il problema può essere grave, perfino letale.

I bambini che soffrono di disordine mitocondriale nella sua fase più grave presentano sintomi come debolezza muscolare, cecità, insufficienza cardiaca ed epatica, difficoltà di apprendimento e diabete.

Il DNA dei mitocondri è indipendente da quello che si trova nel nucleo della cellula e contiene meno geni. Si trasmette solo da madre a figlio.

Fino a questo momento non è stata scoperta alcuna cura adeguata per il disordine mitocondriale, e le madri con una storia familiare di questa malattia devono decidere se non avere figli o correre il rischio di avere un bambino affetto da questo problema genetico.

Come funziona?

La procedura consiste nell'unire un ovulo e uno spermatozoo mediante la fecondazione in vitro. Il giorno dopo, il DNA nucleare viene rimosso dall'embrione e impiantato nell'ovulo di una donatrice, il cui nucleo è stato tolto ed eliminato.

L'embrione risultante eredita DNA nucleare o geni dei due genitori e il DNA mitocondriale della donna che dona l'ovulo sano. Sarà quindi un bambino con il patrimonio genetico di un padre e due madri.

Tra gli umani, nei mitocondri si trovano circa 37 geni, il resto degli oltre 23.000 geni conosciuti è nel DNA del nucleo.

In alcune dichiarazioni alla rivista "Nature", il direttore di questa ricerca, il professor Doug Turnbull, ha paragonato la procedura al cambiamento della batteria di un computer. La somministrazione di energia, spiega, permette un corretto funzionamento, senza che le informazioni che si trovavano sul disco vengano alterate.

Ad ogni modo, il cambiamento del materiale dei mitocondri presuppone sempre la distruzione di almeno un embrione dal quale si estrae il DNA mitocondriale sano.

Alcuni membri del Centro dell'Ateneo di Bioetica della Cattolica di Roma hanno dichiarato che questa procedura "sconvolge la miopia etica sia di chi autorizza queste ricerche sia di chi le pratica".

"Ormai, sotto il velo della salute si può compiere qualsiasi azione", dicono i medici e gli scienziati del Centro. "L'eugenetica di mercato si afferma tranquillamente nell'opinione pubblica".

La struttura esprime anche preoccupazione per gli eufemismi utilizzati in questo tipo di procedura. "Nessuna sottile distinzione teorica e nessun raffinato linguaggio scientifico può impedirci di vedere che stiamo di fatto minando le fondamenta, faticosamente guadagnate, dell'idea di un uomo come soggetto che non può essere né prodotto né fabbricato".

ZENIT ha consultato il ginecologo colombiano Carlos Alberto Gómez Fajardo, che ha dichiarato che l'applicazione di tecniche di fecondazione in vitro e trasferimento embrionale per ottenere embrioni privi della patologia mitocondriale fa parte della stessa dinamica di morte selettiva degli embrioni.

"Si tratta di un altro capitolo dell'imposizione di una dinamica del 'Baby to carry home', in cui il figlio è il prodotto del potere della tecnocrazia e della dinamica di mercato", ha aggiunto.

Secondo quanto rende noto "Nature", 80 embrioni sono stati creati e sviluppati in laboratorio in un periodo da sei a otto giorni per raggiungere la tappa della blastocisti, che comprende una massa di circa 100 cellule. In seguito sono stati distrutti.


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