Proclamazione di Santi, Beati e Venerabilie e le Canonizzazioni di Benedetto XVI

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Caterina63
00sabato 21 febbraio 2009 18:53
Congregazione delle Cause dei Santi
Promulgazione di Decreti

    Oggi, 17 gennaio 2009, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza privata Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Angelo Amato, s.d.b., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell'Udienza il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:

    - un miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Ciriaco Maria Sancha y Hervás, Arcivescovo di Toledo e Cardinale, Fondatore dell'Istituto delle Religiose di Carità del Cardinale Sancha; nato a Quintana del Pidio (Burgos, Spagna) il 18 giugno 1833 e morto a Toledo (Spagna) il 25 febbraio 1909;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Carlo Gnocchi, Sacerdote Diocesano e Fondatore dell'Opera Pro Iuventute; nato a San Colombano al Lambro (Italia) il 25 ottobre 1902 e morto a Milano (Italia) il 28 febbraio 1956;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Bernardo Francesco de Hoyos, Sacerdote professo della Compagnia di Gesù; nato a Torrelobatón (Valladolid, Spagna) il 21 agosto 1711 e morto a Valladolid (Spagna) il 29 novembre 1735;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Raffaele Rafiringa (al secolo:  Luigi), Fratello professo dell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane; nato a Tananarive (Madagascar) il 3 novembre 1856 e morto a Fianarantsoa (Madagascar) il 19 maggio 1919;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Eustachio Kugler (al secolo:  Giuseppe), Religioso professo dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio; nato a Neuhaus (Ratisbona, Germania) il 15 gennaio 1867 e morto a Ratisbona (Germania) il 10 giugno 1946;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni de Palafox y Mendoza, Vescovo di Osma; nato a Fitero (Navarra, Spagna) il 24 giugno 1600 e morto ad Osma (Spagna) il 1° ottobre 1659;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Roberto Spiske, Sacerdote Diocesano e Fondatore della Congregazione delle Suore di Sant'Edvige; nato a Lesnica (allora territorio della Slesia Prussiana) il 29 gennaio 1821 e morto a Wroclaw (Polonia) il 5 marzo 1888;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Carolina Beltrami, Fondatrice dell'Istituto delle Suore Immacolatine di Alessandria; nata ad Alessandria il 4 agosto 1869 ed ivi morta l'8 aprile 1932;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Maria dell'Immacolata Concezione Salvat y Romero (al secolo:  Maria Isabella), Superiora Generale dell'Istituto delle Suore della Compagnia della Croce; nata a Madrid (Spagna) il 20 febbraio 1926 e morta a Sevilla (Spagna) il 31 ottobre 1998;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Liberata Ferrarons y Vivés, Laica, del Terz'Ordine dei Carmelitani; nata ad Olot (Catalogna, Spagna) il 19 aprile 1803 ed ivi morta il 21 giugno 1842.

    Nel corso dell'Udienza privata concessa il 22 dicembre 2008 all'Eminentissimo Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Giuseppe Tous y Soler, Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini e Fondatore delle Suore Cappuccine della Madre del Divino Pastore; nato ad Igualada (Spagna) il 31 marzo 1811 e morto a Barcelona (Spagna) il 27 febbraio 1871.



(©L'Osservatore Romano - 18 gennaio 2009)
Caterina63
00sabato 21 febbraio 2009 18:56
Il 26 aprile e l'11 ottobre le date delle due cerimonie stabilite durante il Concistoro ordinario pubblico
Benedetto XVI proclamerà
dieci nuovi santi


    Benedetto XVI ha tenuto nella mattina di sabato 21 febbraio, nella sala Clementina del palazzo Apostolico, il Concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione dei beati

- Zygmunt Szczesny Felinski, vescovo, fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Famiglia di Maria;

- Arcangelo Tadini, sacerdote, fondatore della Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth;

- Francisco Coll y Guitart, sacerdote dell'Ordine dei Frati Predicatori (domenicani), fondatore della Congregazione delle Suore domenicane dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria;

- Jozef Damian de Veuster, sacerdote della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria e dell'Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento dell'Altare (picpus);

- Bernardo Tolomei, abate, fondatore della Congregazione di Santa Maria di Monte Oliveto dell'Ordine di San Benedetto;
 
- Rafael Arnáiz Barón, religioso dell'Ordine Cistercense della Stretta Osservanza;
 
- Nuno de Santa Maria Álvares Pereira, religioso dell'Ordine dei carmelitani;
 
- Gertrude (Caterina) Comensoli, vergine, fondatrice dell'Istituto delle Suore del Santissimo Sacramento;

- Marie de la Croix (Jeanne) Jugan, vergine, fondatrice della Congregazione delle Piccole Suore dei Poveri;

- Caterina Volpicelli, vergine, fondatrice della Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore.

    Benedetto XVI è giunto poco dopo le ore 11 nella sala del Concistoro, dove erano riuniti 39 cardinali, e ha preso posto alla Cattedra. All'inizio della celebrazione dell'"Ora Sesta" il Papa ha introdotto brevemente gli argomenti da trattarsi. È seguito il canto dei Salmi 118, 60 e 63, concluso con la proclamazione della "Lectio brevis" tratta dal primo libro dei Re, 2, 2b-3.

                                      


    È seguita la perorazione delle quattro cause di canonizzazione, compiuta dall'arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il Papa ha chiesto quindi ai cardinali - fra i quali Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, e Tarcisio Bertone, segretario di Stato -, agli arcivescovi e vescovi presenti - tra i quali gli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati, e Carlo Maria Viganò, nunzio apostolico, delegato per le Rappresentanze Pontificie - il parere sulle canonizzazioni proposte.

    Il Pontefice, durante la "Perpensio votorum de propositis Canonizationibus", ha rivolto ai presenti la domanda di rito:  "Cum autem de re maximi momenti agatur, antequam consilium certum et definitivum capiatur et statuantur dies quibus iidem Beati in Sanctorum album adscribantur, si quis vestrum opportunum exsistimet aliquid addere, fidenter manifestare velit quid sentiat".

    Al termine Benedetto XVI ha deciso di iscrivere all'Albo dei santi il beato Zygmunt Szczesny Felinski, il beato Arcangelo Tadini, il beato Francisco Coll y Guitart, il beato Jozef Damian de Veuster, il beato Bernardo Tolomei, il beato Rafael Arnáiz Barón, il beato Nuno de Santa Maria Álvares Pereira, la beata Gertrude (Caterina) Comensoli, la beata Marie de la Croix (Jeanne) Jugan, la beata Caterina Volpicelli. Le date stabilite per la canonizzazione sono:  per Arcangelo Tadini, Bernando Tolomei, Nuno de Santa Maria Álvares Pereira, Gertrude (Caterina) Comensoli e Caterina Volpicelli, domenica 26 aprile; per Zygmunt Szczesny Felinski, Francisco Coll y Guitart, Jozef Damian de Veuster, Rafael Arnáiz Barón e Marie de la Croix (Jeanne) Jugan, domenica 11 ottobre.


    Quindi Benedetto XVI ha guidato la preghiera per la Chiesa, invocando la presenza della Trinità nella vita del popolo di Dio. La triplice invocazione si è conclusa con il canto del "Pater Noster".

    Il Papa ha infine impartito la benedizione apostolica ai presenti. Subito dopo, il Maestro delle Cerimonie liturgiche pontificie, monsignor Guido Marini, ha invitato monsignor Paolo De Nicolò, reggente della Prefettura della Casa pontificia e protonotario apostolico, a redigere lo strumento pubblico "ad perpetuam rei memoriam".



(©L'Osservatore Romano - 22 febbraio 2009)
Caterina63
00venerdì 3 aprile 2009 18:37
Congregazione delle Cause dei Santi
Promulgazione di Decreti

    Oggi, 3 aprile 2009, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza privata Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Angelo Amato, s.d.b., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell'Udienza il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:

    - un miracolo, attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Pierina de Micheli (al secolo:  Giuseppina), Suora professa dell'Istituto delle Figlie dell'Immacolata Concezione di Buenos Aires; nata a Milano (Italia) l'11 settembre 1890 e morta a Centonara d'Artò (Novara, Italia) il 26 luglio 1945;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Francesco Giuseppe Rudigier, Vescovo di Linz; nato a Partenen (Vorarlberg, Austria) il 7 aprile 1811 e morto a Linz (Austria) il 29 novembre 1884;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Evangelista Wagner, Sacerdote Diocesano; nato a Dattenhausen (Svevia, Germania) il 5 dicembre 1807 e morto a Dillingen (Germania) il 10 ottobre 1886;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Innocenzo da Caltagirone Marcinnò (al secolo:  Giuseppe), Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini; nato a Caltagirone (Italia) il 24 ottobre 1589 ed ivi morto il 16 novembre 1655;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Teresa della Croce Candamo Álvarez Calderón, Fondatrice della Congregazione delle Canonichesse della Croce; nata a Lima (Perú) il 19 agosto 1875 ed ivi morta il 24 agosto 1953;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Agnese-Teresa del Santissimo Sacramento Arias Espinosa (al secolo:  Emanuela di Gesù), Fondatrice delle Congregazioni delle Suore Missionarie Clarisse del Santissimo Sacramento e dei Missionari di Cristo per la Chiesa Universale; nata a Ixtlán de Rio (Stato di Nayarit, Messico) il 7 luglio 1904 e morta a Roma il 22 luglio 1981;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Maria De La Ferre, Confondatrice dell'Istituto delle Figlie di San Giuseppe de La Flèche ora Religiose Ospedaliere di San Giuseppe; nata a Roiffé (Poitou-Charentes, Francia) tra il 1589 e il 1590 e morta a Moulins (Alvernia, Francia) nella notte tra il 27 e il 28 luglio 1652;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Teresina del Bambino Gesù Pérez de Iriarte Casado (al secolo:  Felisa), Monaca professa dell'Ordine di San Domenico; nata ad Eslava (Navarra, Spagna) il 2 maggio 1904 e morta ad Olmedo (Spagna) il 14 ottobre 1954;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Dulce Lopes Pontes (al secolo:  Maria Rita), Suora professa della Congregazione delle Suore Missionarie dell'Immacolata Concezione della Madre di Dio; nata a São Salvador da Bahia (Brasile) il 26 maggio 1914 ed ivi morta il 13 marzo 1992;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Giacomo Gaglione, Laico; nato a Marcianise (Caserta, Italia) il 20 luglio 1896 e morto a Capodrise (Caserta, Italia) il 28 maggio 1962;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Benedetta Rencurel, Laica, del Terz'Ordine di San Domenico; nata a Saint-Etienne d'Avanç0n (Francia) nel mese di settembre del 1647 e morta a Laus (Francia) il 28 dicembre 1718.



(©L'Osservatore Romano - 4 aprile 2009)


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Caterina63
00martedì 8 settembre 2009 19:55
AVVISO DELL’UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE 8.9.2009


  • RITI DI BEATIFICAZIONE APPROVATI DAL SANTO PADRE
  •  


    L’Ufficio della Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice comunica che nel prossimo periodo avranno luogo i seguenti riti di Beatificazione:

    - Eustachio (Joseph) Kugler, religioso dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio ("Fate Bene Fratelli"):

    Domenica 4 ottobre 2009, XXVII "per annum", alle ore 14, nella Cattedrale di Regensburg (Repubblica Federale di Germania);

    - Ciriaco Maria Sancha y Hervás, Vescovo e Cardinale, Fondatore dell’Istituto delle Religiose di Carità del Cardinale Sancha:

    Domenica 18 ottobre 2009, XXIX "per annum", alle ore 10, nella Cattedrale di Toledo (Spagna);

    - Carlo Gnocchi, sacerdote, fondatore dell’Opera Pro Iuventute:

    Domenica 25 ottobre 2009, I dopo la Dedicazione (del Rito Ambrosiano), alle ore 10, nella Piazza del Duomo di Milano (Italia);

    - Zoltán Lajos Meszlényi, Vescovo e martire:

    sabato 31 ottobre 2009, alle ore 10.30, nella Cattedrale di Esztergom (Ungheria);

    - Maria Alfonsina Danil Ghattas (Maria Soultaneh), Confondatrice della Congregazione delle Suore Domenicane del Santissimo Rosario di Gerusalemme:

    Domenica 22 novembre 2009, solennità di nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, alle ore 10.30, nella Basilica dell’Annunciazione di Nazareth (Israele).

    www.vatican.va


    Caterina63
    00sabato 10 ottobre 2009 18:55
    L'arcivescovo Amato parla dei cinque nuovi santi che il Papa proclama domenica 11 ottobre in piazza San Pietro

    Costruttori di una cultura
    di pace


    di Nicola Gori

    A conclusione della prima settimana di lavori del Sinodo dei vescovi, domenica 11 ottobre, in piazza San Pietro, il Papa canonizza il
    - vescovo Sigismondo Felice Felinski,
    - i sacerdoti Francesco Coll y Guitart e
    - Giuseppe Damiano De Veuster,
    - il religioso Raffaele Arnáiz Barón
    - e suor Maria della Croce Jugan.


    Abbiamo chiesto all'arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, di parlarci dei nuovi santi. 

    Santi Dopo le canonizzazioni del 26 aprile scorso, domani è la volta di un secondo gruppo di cinque santi. Chi sono?

    Si tratta di un polacco, un belga, due spagnoli e una francese. Il nome più conosciuto è quello di padre Damiano de Veuster, l'eroe di Molokai, il protettore dei lebbrosi. La sua è una epopea di civiltà evangelica. Partito come missionario, questo sacerdote belga ebbe dai suoi superiori la missione nelle Hawaii. Qui si offrì volontario per andare tra i lebbrosi dell'isola di Molokai. Questi mancavano di tutto e vivevano abbandonati a se stessi. Allora i malati di lebbra erano totalmente ripudiati dalla società e vivevano confinati in una zona segregata dell'isola. Abbandonata ogni speranza di guarigione i lebbrosi si abbrutivano nel vizio. Quando arrivò, padre Damiano trovò sporcizia, ozio, degradazione, violenza. I cadaveri insepolti venivano divorati dalle bestie. Gli ottocento lebbrosi dell'isola vivevano in una bolgia infernale.

    Quale fu l'opera di padre Damiano, che un film di qualche decennio fa fece conoscere al grande pubblico?

    Il film corrisponde solo in parte alla durissima realtà, la quale, era molto più tragica della rappresentazione cinematografica. Padre Damiano non si perse d'animo e iniziò subito la sua missione lavando, medicando, consolando, seppellendo i morti. Trattava i malati come suoi fratelli. Costruì per loro casette accoglienti, incanalò l'acqua potabile dalle vicine montagne, edificò due ospedali e due orfanotrofi, insegnò a coltivare la terra. Lui stesso da giovane era stato un abile contadino. Tra i lebbrosi più di duecento erano cattolici. La sua straordinaria carità fece moltiplicare le conversioni. Costruì due chiese e alcune cappelle. Nella predicazione diceva con semplicità:  "Noi lebbrosi". E i malati presero a considerarlo come uno di loro. Dopo undici anni di convivenza con i malati, padre Damiano scoprì di essere anche lui lebbroso. Fu questo un momento che lo avvicinò ancor più ai suoi fratelli sfortunati. Intensificò la sua pietà eucaristica con la celebrazione della messa, dei sacramenti, con la predicazione, con la visita agli ammalati. Il 28 marzo 1889 celebrò la sua ultima Eucaristia. Si spense il 15 aprile 1889, a 49 anni. Sul letto di morte compì il suo ultimo gesto di carità. Pregò il suo medico curante di lasciarlo e di andare a prendersi cura di un'anziana malata. I 1.166 lebbrosi di Molokai lo piansero come padre e come fratello buono.

    Che riflesso ebbe la figura di padre Damiano in patria?

    Il Belgio lo celebrò subito come eroe nazionale e fece riportare in patria le sue spoglie. Nel 1995, dopo la sua beatificazione, il vescovo di Honolulu ottenne di poter portare a Molokai le reliquie della mano destra di padre Damiano, che aveva consolato e benedetto gli ammalati.

    E per noi oggi?

    Padre Damiano, imitando Gesù nel suo atteggiamento di accoglienza e di guarigione dei lebbrosi, è modello dei missionari cristiani, ma è anche un grande benefattore dell'umanità. In lui l'amore di Dio era accompagnato dalla pratica della carità verso i lebbrosi, che appartengono ancora all'umanità più emarginata della nostra società.

    E il miracolo per la canonizzazione?

    Il miracolo per la sua canonizzazione riguarda la guarigione straordinaria e scientificamente inspiegabile di una signora hawaiana da un cancro maligno con metastasi diffuse.

    Un altro modello di carità è una religiosa francese.

    Un'altra grande figura della carità evangelica è la suora francese, Maria della Croce, al secolo Jeanne Jugan (1792-1879), autentica madre Teresa di Calcutta ante litteram. Era denominata, ancora in vita, la madre dei poveri. Sin da giovane accoglieva e serviva gli anziani poveri e abbandonati. Andava anche in giro a fare la questua per il loro mantenimento. Con l'aiuto di altre giovani fondò la Congregazione delle Piccole Suore dei Poveri e prese il nome di suor Maria della Croce. Nel 1845 l'Accademia di Francia la insignì del premio Montyon, destinato a un francese povero autore dell'azione più virtuosa. La sua opera benefica si diffuse anche in Europa. Morì a 87 anni a La Tour Saint-Joseph, lasciando una congregazione fiorente con ben 2.200 religiose. Nutrita di eucaristia, Jeanne Jugan fu una donna forte, coraggiosa, intraprendente, ma, allo stesso tempo, semplice, umile, modesta. Per gli anziani abbandonati lei era veramente il volto misericordioso e provvidente del Signore. La guarigione di un medico anestesista da adeno-carcinoma all'esofago è stato il miracolo presentato per la sua canonizzazione.

    Tra i nuovi canonizzati vi è anche un vescovo polacco.

    Il polacco Sigismondo Felice Felinski (1822-1895), di famiglia nobile, a quattordici anni si impegnò con voto di castità davanti all'immagine dell'Annunciazione. Dopo gli studi di matematica all'università imperiale di Mosca e corsi di specializzazione a Parigi, frequentò l'Accademia Ecclesiastica Cattolica di San Pietroburgo. Ordinato sacerdote fondò un rifugio per i poveri e la Congregazione della Famiglia di Maria. Pio ix lo nominò nel 1862 arcivescovo metropolita di Varsavia. La capitale polacca viveva un momento tragico. Da quattro mesi tutte le chiese erano state chiuse dalle autorità russe. Seguendo le direttive della Santa Sede, il nuovo presule riconsacrò la cattedrale e fece riaprire tutte le chiese con la celebrazione delle quarant'ore e l'esposizione del Santissimo Sacramento. Nei sedici mesi in cui resse la diocesi, migliorò la preparazione del clero, la catechesi, l'assistenza dei poveri. Fondò un ricovero per i bambini e una scuola che affidò alle cure delle suore da lui fondate. Ma soprattutto rafforzò la comunione dell'episcopato polacco con il Papa. Con coraggio si dedicò alla difesa della libertà della Chiesa di fronte al Governo russo. Per questo il 14 giugno 1863 fu deportato ed esiliato a Jaroslavl sul Volga. Qui rimase per venti lunghissimi anni. La sua profonda fede e la sua grande bontà gli meritarono anche in esilio l'appellativo di "santo vescovo polacco". Liberato nel 1883, non poté tornare a Varsavia. Passò gli ultimi dodici anni in una città dell'odierna Ucraina, dove costruì una scuola, un asilo per l'infanzia, una chiesa e un convento per le suore della Famiglia di Maria. Visse povero. Senza avere mai più di una veste. Sono quattro i pilastri della sua santità:  fede nella divina Provvidenza; devozione ardentissima all'eucaristia; amore alla Vergine Maria, in onore della quale compose poesie e meditazioni; un grande amore per la Chiesa, da lui considerata come "il più grande tesoro sulla terra, il fine della sua vita, l'unico amore sulla terra". Monsignor Felinski restò fedele al motto:  "Per essere polacco sulla terra, ci vuole una vita nobile e pia". Morì in concetto di santità a Cracovia, dove si trovava di passaggio, l'11 settembre 1895. Le sue spoglie sono ora custodite nella cattedrale di Varsavia. Il miracolo per la canonizzazione è stata la guarigione di una suora da grave anemia aplastica.

    Gli altri due santi sono religiosi spagnoli.

    Il primo, Francesco Coll y Guitart (1812-1875) è un domenicano, fondatore delle suore domenicane dell'Annunciazione. Vivendo in un periodo molto critico per la Chiesa cattolica in Spagna si dedicò alla predicazione e alla diffusione della pratica del santo rosario. Fondò una congregazione di suore con lo scopo di occuparsi delle bambine bisognose, dando loro istruzione e possibilità di seguire la loro vocazione. Il miracolo per la sua canonizzazione è stata la guarigione di una neonata, colpita da encefalopatia ipossico-ischemica. L'altro santo spagnolo, Raffaele Arnáiz Barón (1911-1938), è un frate oblato dell'Ordine cistercense della stretta osservanza. Di famiglia benestante, Raffaele fu un bambino facile da educare, docile e naturalmente inclinato al bene. Amante dell'arte, si iscrisse alla scuola superiore di architettura. Avendo visitato la trappa di San Isidro de Dueñas fu attratto dalla vita monastica e chiese di esservi ammesso. Così a 22 anni si ritira in monastero. Dopo pochi mesi una grave forma di diabete mellito lo lasciò quasi cieco. Rientrato in famiglia a Oviedo, a poco a poco si ristabilì in salute. Dopo due anni Raffaele è riammesso in monastero, nella condizione di "oblato", cioè di monaco senza voti pubblici e, dal punto di vista giuridico, l'ultimo della comunità. A causa della sua salute malferma spesso è costretto ad allontanarsi dal monastero, dove rientra definitivamente nel 1937. Di profonda spiritualità, così descrive la sua esperienza religiosa:  "È la quarta volta che abbandono tutto per seguire Gesù, e credo che questa volta sia stato un miracolo di Dio. L'unica cosa a cui aspiro in monastero è:  unirmi assolutamente e interamente alla volontà di Gesù; vivere solo per amare e soffrire; essere l'ultimo, eccettuato per quel che riguarda l'obbedienza". Morì di coma diabetico all'età di 27 anni il 26 aprile 1938 e lascia il ricordo vivo di un eroismo umile e sorridente. Fu il giovane ricco che, affascinato da Gesù, sacrifica se stesso per la redenzione del mondo, guidato e sorretto da Maria. Il miracolo per la sua canonizzazione è stato la guarigione da una grave malattia di una giovane donna incinta. Sono insomma cinque figure di esistenza cristiana esemplare, fatta di amore a Gesù, di preghiera e di carità, altrettanti inviti a tutti i battezzati a trafficare i loro talenti per immettere nella famiglia umana una cultura non di odio e di divisione, ma di misericordia e di pace.


    (©L'Osservatore Romano - 11 ottobre 2009)
    Caterina63
    00domenica 11 ottobre 2009 13:10
    Canonizzazioni 11.10.2009











    OMELIA DEL SANTO PADRE


    Cari fratelli e sorelle!

    "Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?". Con questa domanda ha inizio il breve dialogo, che abbiamo ascoltato nella pagina evangelica, tra un tale, altrove identificato come il giovane ricco, e Gesù (cfr Mc 10,17-30). Non abbiamo molti dettagli circa questo anonimo personaggio; dai pochi tratti riusciamo tuttavia a percepire il suo sincero desiderio di giungere alla vita eterna conducendo un’onesta e virtuosa esistenza terrena. Conosce infatti i comandamenti e li osserva fedelmente sin dalla giovinezza.

    Eppure tutto questo, che è certo importante, non basta, - dice Gesù - manca una cosa soltanto, ma qualcosa di essenziale. Vedendolo allora ben disposto, il divino Maestro lo fissa con amore e gli propone il salto di qualità, lo chiama all'eroismo della santità, gli chiede di abbandonare tutto per seguirlo: "Vendi quello che hai e dallo ai poveri... e vieni e seguimi!" (v. 21).

    "Vieni e seguimi!". Ecco la vocazione cristiana che scaturisce da una proposta di amore del Signore, e che può realizzarsi solo grazie a una nostra risposta di amore. Gesù invita i suoi discepoli al dono totale della loro vita, senza calcolo e tornaconto umano, con una fiducia senza riserve in Dio. I santi accolgono quest'invito esigente, e si mettono con umile docilità alla sequela di Cristo crocifisso e risorto. La loro perfezione, nella logica della fede talora umanamente incomprensibile, consiste nel non mettere più al centro se stessi, ma nello scegliere di andare controcorrente vivendo secondo il Vangelo. Così hanno fatto i cinque santi che oggi, con grande gioia, vengono posti alla venerazione della Chiesa universale: Zygmunt Szczęsny Feliński, Francisco Coll y Guitart, Jozef Damiaan de Veuster, Rafael Arnáiz Barón e Marie de la Croix (Jeanne) Jugan. In essi contempliamo realizzate le parole dell’apostolo Pietro: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito" (v. 28) e la consolante assicurazione di Gesù: "non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo , che non riceva già ora... cento volte tanto... insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà" (vv. 29-30)

    Zygmunt Szczęsny Feliński, arcybiskup Warszawy, założyciel zgromadzenia Franciszkanek Rodziny Maryi, był wielkim świadkiem wiary i duszpasterskiej miłości w czasach bardzo trudnych dla narodu i Kościoła w Polsce. Gorliwie dbał o duchowy wzrost wiernych i pomagał ubogim i sierotom. W Akademii Duchownej w Petersburgu starał się o solidną formację przyszłych kapłanów. Jako arcybiskup warszawski zapalał wszystkich do wewnętrznej odnowy. Przed wybuchem powstania styczniowego ostrzegał przed niepotrzebnym rozlewem krwi. Jednak, gdy powstanie się rozpoczęło i gdy nastąpiły represje, odważnie stanął w obronie uciśnionych. Z rozkazu cara rosyjskiego spędził dwadzieścia lat na wygnaniu w Jarosławiu nad Wołgą. Nigdy już nie mógł powrócić do swojej diecezji. W każdej sytuacji zachował niewzruszoną ufność w Bożą Opatrzność i tak się modlił: „O Boże, nie od udręczeń i trosk tego świata nas ochraniaj... pomnażaj tylko miłość w sercach naszych i daj, abyśmy przy najgłębszej pokorze zachowali nieograniczoną ufność w pomoc i miłosierdzie Twoje". Dziś jego ufne i pełne miłości oddanie Bogu i ludziom staje się świetlanym wzorem dla całego Kościoła.

    [Zygmunt Szczęsny Feliński, Arcivescovo di Varsavia, fondatore della congregazione delle Francescane della Famiglia di Maria, è stato un grande testimone della fede e della carità pastorale in tempi molto difficili per la nazione e per la Chiesa in Polonia. Si preoccupò con zelo della crescita spirituale dei fedeli, aiutava i poveri e gli orfani. All’Accademia Ecclesiastica di San Pietroburgo curò una solida formazione dei sacerdoti. Come Arcivescovo di Varsavia infiammò tutti verso un rinnovamento interiore. Prima dell’insurrezione del gennaio 1863 contro l’annessione russa mise in guardia il popolo dall’inutile spargimento del sangue. Quando però scoppiò la sommossa e ci furono le repressioni, coraggiosamente difese gli oppressi. Per ordine dello zar russo passò vent’anni in esilio a Jaroslaw sul Volga, senza poter fare mai più ritorno nella sua diocesi. In ogni situazione conservò incrollabile la fiducia nella Divina Provvidenza, e così pregava: "Oh, Dio, proteggici non dalle tribolazioni e dalle preoccupazioni di questo mondo… solo moltiplica l’amore nei nostri cuori e fa che con la più profonda umiltà manteniamo l’infinita fiducia nel Tuo aiuto e nella Tua misericordia…". Oggi il suo donarsi a Dio e agli uomini, pieno di fiducia e di amore, diventa un fulgido esempio per tutta la Chiesa.]

    San Pablo nos recuerda en la segunda lectura que «la Palabra de Dios es viva y eficaz» (Hb 4,12). En ella, el Padre, que está en el cielo, conversa amorosamente con sus hijos de todos los tiempos (cf. Dei Verbum, 21), dándoles a conocer su infinito amor y, de este modo, alentarlos, consolarlos y ofrecerles su designio de salvación para la humanidad y para cada persona. Consciente de ello, San Francisco Coll se dedicó con ahínco a propagarla, cumpliendo así fielmente su vocación en la Orden de Predicadores, en la que profesó. Su pasión fue predicar, en gran parte de manera itinerante y siguiendo la forma de «misiones populares», con el fin de anunciar y reavivar por pueblos y ciudades de Cataluña la Palabra de Dios, ayudando así a las gentes al encuentro profundo con Él. Un encuentro que lleva a la conversión del corazón, a recibir con gozo la gracia divina y a mantener un diálogo constante con Nuestro Señor mediante la oración. Por eso, su actividad evangelizadora incluía una gran entrega al sacramento de la Reconciliación, un énfasis destacado en la Eucaristía y una insistencia constante en la oración. Francisco Coll llegaba al corazón de los demás porque trasmitía lo que él mismo vivía con pasión en su interior, lo que ardía en su corazón: el amor de Cristo, su entrega a Él. Para que la semilla de la Palabra de Dios encontrara buena tierra, Francisco fundó la congregación de las Hermanas Dominicas de la Anunciata, con el fin de dar una educación integral a niños y jóvenes, de modo que pudieran ir descubriendo la riqueza insondable que es Cristo, ese amigo fiel que nunca nos abandona ni se cansa de estar a nuestro lado, animando nuestra esperanza con su Palabra de vida.

    [San Paolo nella seconda lettura ci ricorda che "la Parola di Dio è viva, efficace" (Eb 4, 12). In essa, il Padre, che è in cielo, conversa amorevolmente con i suoi figli in ogni tempo (cfr. Dei Verbum, n. 22), facendo conoscere loro il suo infinito amore e, in tal modo, incoraggiarli, consolarli e offrire loro il suo disegno di salvezza per l'umanità e per ogni persona. Consapevole di ciò, san Francisco Coll si dedicò con impegno a diffonderla, compiendo così fedelmente la sua vocazione nell'Ordine dei Predicatori, nel quale emise la professione. La sua passione fu predicare, in gran parte in modo itinerante e seguendo la forma delle "missioni popolari", al fine di annunciare e di ravvivare nei paesi e nelle città della Catalogna la Parola di Dio, guidando così le persone all'incontro profondo con Lui. Un incontro che porta alla conversione del cuore, a ricevere con gioia la grazia divina e a mantenere un dialogo costante con Nostro Signore mediante la preghiera. Per questo, la sua attività evangelizzatrice includeva una grande dedizione al sacramento della Riconciliazione, un'enfasi particolare sull'Eucarestia e un'insistenza costante sulla preghiera. Francisco Coll giungeva al cuore degli altri perché trasmetteva quello che egli stesso viveva con passione nel suo intimo, quello che ardeva nel suo cuore:  l'amore a Cristo, il suo dono di sé a Lui. Affinché il seme della Parola di Dio trovasse un terreno buono, Francisco fondò la congregazione delle Suore Domenicane dell'Annunciazione, al fine di offrire un'educazione integrale ai bambini e ai giovani, di modo che potessero scoprire la ricchezza insondabile che è Cristo, questo amico fedele che non ci abbandona mai e non si stanca di stare al nostro fianco, animando la nostra speranza con la sua Parola di vita].

    Jozef De Veuster, die de naam Damiaan verkreeg in de Congregatie van de Heilige Harten van Jezus en Maria, verliet zijn geboorteland Vlaanderen toen hij drie en twintig (23) jaar oud was, in achttienhonderd drie en zestig (1863), en wel om het Evangelie te verkondigen aan de andere kant van de wereld in de Hawaï-eilanden. Zijn missieactiviteit, die hem zoveel vreugde heeft verschaft, gaat zijn hoogtepunt vinden in de naastenliefde. Niet zonder vrees en weerzin, heeft hij ervoor gekozen naar het eiland Molokaï te gaan ten dienste van de melaatsen die zich daar bevinden, door iedereen verlaten; zo stelt hij zich bloot aan de ziekte waaronder ze lijden. Hij voelt zich bij hen thuis. De dienaar van het Woord is een lijdende dienaar geworden, melaats met de melaatsen gedurende de laatste vier jaar van zijn leven. Um Christus nachzufolgen, hat Pater Damian nicht nur seine Heimat verlassen, sondern auch seine eigene Gesundheit aufs Spiel gesezt : deshalb hat er - nach dem Wort, das Jesus uns heute im Evangelium verkündet - das ewige Leben bekommen (vgl. Mk 10,30).

    [Jozef De Veuster, che nella Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria ha ricevuto il nome di Damiaan, quando aveva ventitré (23) anni, nel 1863, lasciò il suo Paese natale, le Fiandre, per annunciare il Vangelo all’altra parte del mondo, nelle Isole Hawaii. La sua attività missionaria, che gli ha dato tanta gioia, raggiunge il suo culmine nella carità. Non senza paura e ripugnanza, fece la scelta di andare nell’Isola di Molokai al servizio dei lebbrosi che si trovavano là, abbandonati da tutti; così si espose alla malattia della quale essi soffrivano. Con loro si sentì a casa. Il servitore della Parola divenne così un servitore sofferente, lebbroso con i lebbrosi, durante gli ultimi quattro anni della sua vita.Per seguire Cristo, il Padre Damiano non ha solo lasciato la sua patria, ma ha anche messo in gioco la sua salute: perciò egli – come dice la parola di Gesù che ci è stata annunciata nel Vangelo di oggi – ha ricevuto la vita eterna (cfr Mc 10,30))]

    En ce 20ème anniversaire de la canonisation d’un autre saint belge, le Frère Mutien-Marie, l’Eglise en Belgique est unie une nouvelle fois pour rendre grâce à Dieu pour l’un de ses fils reconnu comme un authentique serviteur de Dieu. Nous nous souvenons devant cette noble figure que c’est la charité qui fait l’unité : elle l’enfante et la rend désirable. À la suite de saint Paul, saint Damien nous entraîne à choisir les bons combats (cf. 1 Tim 1, 18), non pas ceux qui portent la division, mais ceux qui rassemblent. Il nous invite à ouvrir les yeux sur les lèpres qui défigurent l’humanité de nos frères et appellent encore aujourd’hui, plus que notre générosité, la charité de notre présence servante.

    [ In questo ventesimo anniversario della canonizzazione di un altro santo belga, Fratel Mutien-Marie, la Chiesa in Belgio è riunita ancora una volta per rendere grazie a Dio per uno dei suoi figli, riconosciuto come un autentico servitore di Dio. Dinanzi a questa nobile figura ricordiamo che è la carità che fa l'unità:  la genera e la rende desiderabile. Seguendo san Paolo, san Damiaan ci porta a scegliere le buone battaglie (cfr. 1 Tm 1, 18), non quelle che portano alla divisione, ma quelle che riuniscono. Ci invita ad aprire gli occhi sulle lebbre che sfigurano l'umanità dei nostri fratelli e chiedono, ancora oggi, più che la nostra generosità, la carità della nostra presenza di servitori.]

    A la figura del joven que presenta a Jesús sus deseos de ser algo más que un buen cumplidor de los deberes que impone la ley, volviendo al Evangelio de hoy, hace de contraluz el Hermano Rafael, hoy canonizado, fallecido a los veintisiete años como Oblato en la Trapa de San Isidro de Dueñas. También él era de familia acomodada y, como él mismo dice, de "alma un poco soñadora", pero cuyos sueños no se desvanecen ante el apego a los bienes materiales y a otras metas que la vida del mundo propone a veces con gran insistencia. Él dijo sí a la propuesta de seguir a Jesús, de manera inmediata y decidida, sin límites ni condiciones. De este modo, inició un camino que, desde aquel momento en que se dio cuenta en el Monasterio de que "no sabía rezar", le llevó en pocos años a las cumbres de la vida espiritual, que él relata con gran llaneza y naturalidad en numerosos escritos. El Hermano Rafael, aún cercano a nosotros, nos sigue ofreciendo con su ejemplo y sus obras un recorrido atractivo, especialmente para los jóvenes que no se conforman con poco, sino que aspiran a la plena verdad, a la más indecible alegría, que se alcanzan por el amor de Dios. "Vida de amor... He aquí la única razón de vivir", dice el nuevo Santo. E insiste: "Del amor de Dios sale todo". Que el Señor escuche benigno una de las últimas plegarias de San Rafael Arnáiz, cuando le entregaba toda su vida, suplicando: "Tómame a mí y date Tú al mundo". Que se dé para reanimar la vida interior de los cristianos de hoy. Que se dé para que sus Hermanos de la Trapa y los centros monásticos sigan siendo ese faro que hace descubrir el íntimo anhelo de Dios que Él ha puesto en cada corazón humano.


    [Alla figura del giovane che esprime a Gesù il suo desiderio di fare qualcosa di più di adempiere semplicemente ai doveri che la legge impone, tornando al Vangelo di oggi, fa dà contrappunto fratel Rafael, oggi canonizzato, morto a ventisette anni come oblato nella trappa di San Isidro de Deuñas. Anche lui apparteneva a una famiglia agiata e, come egli stesso dice, era di "animo un po' sognatore", ma i suoi sogni non svaniscono dinanzi all'attaccamento ai beni materiali e ad altre mete che la vita del mondo a volte propone con grande insistenza. Disse sì alla proposta di seguire Gesù, in maniera immediata e decisa, senza limiti né condizioni. In tal modo, iniziò un cammino che, dal momento in cui nel monastero si rese conto che "non sapeva pregare", lo condusse in pochi anni sulla vetta della vita spirituale, che descrive con grande semplicità e naturalezza in numerosi scritti. Fratel Rafael, ancora vicino a noi, continua a offrirci con il suo esempio e con le sue opere un percorso attraente, soprattutto per i giovani che non si accontentano di poco, ma aspirano alla piena verità, alla più indicibile gioia, che si raggiungono solo attraverso l'amore di Dio. "Vita di amore... Ecco l'unica ragione per vivere", dice il nuovo santo. E insiste:  "Dall'amore di Dio viene tutto". Che il Signore ascolti benigno una delle ultime preghiere di san Rafael Arnáiz, quando, nel donargli tutta la sua vita, lo supplicava:  "Prendi me e donati Tu al mondo". Che si doni per ravvivare la vita interiore dei cristiani di oggi! Che si doni affinché i suoi fratelli della trappa e i centri monastici continuino a essere quel faro che fa scoprire l'intimo anelito di Dio che Egli ha posto in ogni cuore umano].

    Par son œuvre admirable au service des personnes âgées les plus démunies, Sainte Marie de la Croix est aussi comme un phare pour guider nos sociétés qui ont toujours à redécouvrir la place et l’apport unique de cette période de la vie. Née en 1792 à Cancale, en Bretagne, Jeanne Jugan a eu le souci de la dignité de ses frères et de ses sœurs en humanité, que l’âge a rendus vulnérables, reconnaissant en eux la personne même du Christ. « Regardez le pauvre avec compassion, disait-elle, et Jésus vous regardera avec bonté, à votre dernier jour ». Ce regard de compassion sur les personnes âgées, puisé dans sa profonde communion avec Dieu, Jeanne Jugan l’a porté à travers son service joyeux et désintéressé, exercé avec douceur et humilité du cœur, se voulant elle-même pauvre parmi les pauvres. Jeanne a vécu le mystère d’amour en acceptant, en paix, l’obscurité et le dépouillement jusqu’à sa mort. Son charisme est toujours d’actualité, alors que tant de personnes âgées souffrent de multiples pauvretés et de solitude, étant parfois même abandonnées de leurs familles. L’esprit d’hospitalité et d’amour fraternel, fondé sur une confiance illimitée dans la Providence, dont Jeanne Jugan trouvait la source dans les Béatitudes, a illuminé toute son existence. Cet élan évangélique se poursuit aujourd’hui à travers le monde dans la Congrégation des Petites Sœurs des Pauvres, qu’elle a fondée et qui témoigne à sa suite de la miséricorde de Dieu et de l’amour compatissant du Cœur de Jésus pour les plus petits. Que sainte Jeanne Jugan soit pour les personnes âgées une source vive d’espérance et pour les personnes qui se mettent généreusement à leur service un puissant stimulant afin de poursuivre et de développer son œuvre !

    [Con la sua ammirevole opera al servizio delle persone anziane e più bisognose, Santa Marie de la Croix è a sua volta un faro che guida le nostre società, che devono sempre riscoprire il posto e il contributo unico di questo periodo della vita. Nata nel 1792 a Cancale, in Bretagna, Jeanne Jugan si preoccupò della dignità dei suoi fratelli e delle sue sorelle in umanità che l'età rendeva vulnerabili, riconoscendo in essi la persona stessa di Cristo. "Guardate il povero con compassione", diceva, "e Gesù vi guarderà con bontà, nel vostro ultimo giorno". Questo sguardo compassionevole verso le persone anziane, che veniva dalla sua profonda comunione con Dio, Jeanne Jugan l'ha mostrato nel suo servizio gioioso e disinteressato, esercitato con dolcezza e umiltà di cuore, volendo essere essa stessa povera fa i poveri. Jeanne ha vissuto il mistero di amore accettando, in pace, l'oscurità e la spoliazione fino alla sua morte. Il suo carisma è sempre attuale, poiché tante persone anziane soffrono di molteplici povertà e di solitudine, venendo a volte persino abbandonate dalle loro famiglie. Lo spirito di ospitalità e di amore fraterno, fondato su una fiducia illimitata nella Provvidenza, la cui sorgente Jeanne Jugan trovava nelle Beatitudini, ha illuminato tutta la sua esistenza. Questo slancio evangelico continua oggi in tutto il mondo nella Congregazione delle Piccole Sorelle dei Poveri, che fondò e che, sul suo esempio, rende testimonianza della misericordia di Dio e dell'amore compassionevole del Cuore di Gesù per i più piccoli. Che Santa Jeanne Jugan sia per le persone anziane una fonte viva di speranza e per le persone che si mettono generosamente al loro servizio un potente stimolo al fine di proseguire e di sviluppare la sua opera!].


    Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie al Signore per il dono della santità, che quest'oggi rifulge nella Chiesa con singolare bellezza. Mentre con affetto saluto ciascuno di voi - Cardinali, Vescovi, Autorità civili e militari, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli laici di varie nazionalità che prendete parte a questa solenne celebrazione eucaristica, - vorrei rivolgere a tutti l'invito a lasciarsi attrarre dagli esempi luminosi di questi Santi, a lasciarsi guidare dai loro insegnamenti perché tutta la nostra esistenza diventi un cantico di lode all'amore di Dio. Ci ottenga questa grazia la loro celeste intercessione e soprattutto la materna protezione di Maria, Regina dei Santi e Madre dell'umanità.

    Amen.

    PAROLE DEL SANTO PADRE  all'Angelus


    Al termine di questa solenne celebrazione, il mezzogiorno ci invita alla preghiera dell’Angelus. Prima di recitarla, desidero rivolgere un cordiale saluto a tutti voi, che avete voluto, con la vostra devota partecipazione, rendere omaggio ai nuovi Santi.

    Un particolare pensiero va alle Autorità con le Delegazioni ufficiali venute da vari Paesi: vi ringrazio per la vostra presenza.

    Je salue avec plaisir les pèlerins francophones venus pour les canonisations. Je vous encourage, en prenant exemple sur sainte Jeanne Jugan, à avoir le souci des plus pauvres et des plus petits, des blessés de la vie et des laissés pour compte de nos sociétés surtout à l’occasion de la « Journée mondiale du Refus de la Misère » qui se célébrera dans quelques jours. En me référant au saint Père Damien, je vous engage également à soutenir par votre prière et par vos œuvres les personnes engagées avec générosité dans la lutte contre la lèpre et contre les autres formes de lèpre dues au manque d’amour par ignorance et lâcheté. Que votre prière puisse, enfin, accompagner les travaux du deuxième Synode pour l’Afrique. Que Dieu vous bénisse tous !

    I extend cordial greetings to all the English-speaking pilgrims here this Sunday, especially those who have come to Rome in such great numbers for today’s canonization. May these new saints accompany you with their prayers and inspire you by the example of their holy lives. I also greet the group of survivors of the nuclear attacks on Hiroshima and Nagasaki, and I pray that the world may never again witness such mass destruction of innocent human life. May God bless all of you, as well as your families and loved ones at home.

    Einen herzlichen Gruß richte ich an die deutschsprachigen Pilger und grüße heute besonders die Neupriester aus dem Germanikum mit ihren Gästen. Der Herr schenke euch Mut und Ausdauer für euren geistlichen Dienst! Nehmen wir uns die neuen Heiligen zum Vorbild für unser Leben. Unter ihnen ist der auch in Deutschland sehr verehrte heilige Damian de Veuster, der bei den Leprakranken auf der Hawaii-Insel Molokai lebte und schließlich selbst mit ihnen und für sie den tödlichen Aussatz erlitt. Weiters wollen wir den heiligen Bischof Zygmunt Szczęsny Feliński und die heiligen Ordensleute Francisco Coll y Guitart, Rafael Arnáiz Barón und Marie De La Croix Jugan um ihre Fürbitte anrufen, daß Gott uns auch heute viele geistliche Berufungen schenke. Der Herr begleite euch alle mit seiner Gnade.

    Dirijo un caluroso saludo a los peregrinos del lengua española, en particular a los que han participado en esta gozosa ceremonia de Canonización, en especial a los Señores Cardenales, Arzobispos y Obispos que han venido con ellos de España, tierra tan fecunda en frutos de santidad. El dominico san Francisco Coll, con su entrega sacerdotal y misionera, y el trapense san Rafael Arnáiz Barón, con su alma enteramente contemplativa, ambos fervientes devotos de la Virgen María, hacen honor a la mejor tradición religiosa y a las profundas raíces cristianas de su pueblo. Que el ejemplo y la intercesión de estos nuevos Santos avive en todos, y particularmente en las Dominicas de la Anunciata, en la Orden de Predicadores y en los monjes Trapenses, el compromiso de seguir generosa y desinteresadamente a Cristo, según la propia vocación, dando testimonio de su Evangelio en la sociedad de hoy. Saludo también a los grupos procedentes de Colombia y otros Países Latinoamericanos.

    Ik begroet U, dierbare Nederlandstalige pelgrims die naar Rome bent gekomen om U aan te sluiten bij de dankzegging van heel de Kerk voor de heiligverklaring van Pater Damiaan. Toegewijd aan de Harten van Jesus en Maria heeft deze heilige priester, geleid door de goddelijke genade, zijn roeping laten uitgroeien tot een volkomen "ja". Moge de voorspraak van Onze Lieve Vrouw en van de "apostel van de melaatsen", de wereld bevrijden van melaatsheid, ons ontvankelijk maken voor de liefde van God en voor ons trouw en vreugde verkrijgen in de dienst aan onze broeders en zusters! Met mijn Apostolische Zegen.

    [Saluto i pellegrini di lingua fiamminga, che sono venuti a Roma per unirsi al ringraziamento della Chiesa per la canonizzazione del Padre Damiano. Consacrato al Cuore di Gesù e di Maria, questo santo sacerdote è stato condotto da Dio a lasciar fiorire la sua vocazione in un "sì" totale. Che l’intercessione di Nostra Signora e dell’apostolo dei lebbrosi liberi il mondo dalla lebbra, ci renda accoglienti all’amore di Dio e ci doni entusiasmo e gioia nel servizio dei nostri fratelli e sorelle. Con la mia benedizione apostolica.]

    Pozdrawiam serdecznie obecnych tu wiernych z Polski, z Kardynałami, Arcybiskupami i Biskupami. Pozdrawiam wszystkich Polaków, którzy, obchodząc dzisiaj tradycyjny dzień papieski, mogą radować się darem nowego świętego - Zygmunta Szczęsnego Felińskiego. Jego opiece polecam Kościół w Polsce i cały naród. Niech Bóg wam błogosławi!

    [Saluto cordialmente i fedeli venuti dalla Polonia, con i Cardinali, gli Arcivescovi e i Vescovi. Saluto tutti i polacchi che, celebrando oggi la tradizionale giornata del Papa, possono rallegrarsi del dono di un nuovo santo: Zygmunt Szczesny Felinski. Alla sua protezione affido la Chiesa in Polonia e tutta la nazione. Dio vi benedica!]

    Cari fratelli e sorelle, la Vergine Maria è la stella che orienta ogni itinerario di santità. Il suo "fiat" è modello di perfetta adesione alla divina volontà e il suo "magnificat" esprime il canto di esultanza della Chiesa, che già su questa terra gioisce per le grandi opere di Dio e nel cielo loda in eterno la sua gloria. Alla Madre di Cristo ci rivolgiamo con fiducia filiale, invocando, per la sua intercessione e quella dei nuovi Santi, pace e salvezza.

    Angelus Domini…

    Caterina63
    00venerdì 19 febbraio 2010 18:58
    Concistoro ordinario pubblico per il voto su alcune cause di canonizzazione

    Sei santi
    il prossimo 17 ottobre


    Benedetto XVI ha tenuto venerdì mattina, 19 febbraio, nel Palazzo Apostolico, il Concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione dei beati:
     - Stanislaw Soltys (Kazimierczyk), sacerdote dei Canonici Regolari Lateranensi;
    - André (Alfred) Bessette, religioso della Congregazione di Santa Croce;
    - Cándida María de Jesús (Juana Josefa) Cipitria y Barriola, vergine, fondatrice della Congregazione delle Figlie di Gesù;
    - Mary of the Cross (Mary Helen) MacKillop, vergine, fondatrice della Congregazione delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore;
    - Giulia Salzano, vergine, fondatrice della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore;
    - Battista (Camilla) Varano, vergine, monaca dell'Ordine di Santa Chiara.


    Il Papa è giunto verso le ore 11 nella sala del Concistoro - dove erano riuniti 37 cardinali, fra i quali Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, e Tarcisio Bertone, segretario di Stato - e ha preso posto alla Cattedra. All'inizio della celebrazione dell'"Ora Sesta" il Pontefice ha introdotto gli argomenti da trattarsi. È seguito il canto dei Salmi 118, 132 e 139, concluso con la proclamazione della "Lectio brevis" tratta dal libro del profeta Geremia 3, 12.b. 14a.

    È seguita la perorazione delle cause di canonizzazione, compiuta dall'arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il presule ha anche tracciato un breve profilo biografico dei sei beati. Il Papa ha chiesto quindi ai cardinali e agli arcivescovi e vescovi presenti - una trentina, tra i quali gli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, e Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati - il parere sulle canonizzazioni proposte. Durante la "Perpensio votorum de propositis Canonizationibus", il Pontefice ha rivolto ai presenti la domanda di rito:  "Cum autem de re maximi momenti agatur, antequam consilium certum et definitivum capiatur et statuantur dies quibus iidem Beati in Sanctorum album adscribantur, si quis vestrum opportunum exsistimet aliquid addere, fidenter manifestare velit quid sentiat".

    Al termine Benedetto XVI ha deciso di iscrivere all'Albo dei santi il beato Soltys, il beato Bessette, la beata Cipitria y Barriola, la beata MacKillop, la beata Salzano e la beata Varano. La data stabilita per la canonizzazione è domenica 17 ottobre.

    Successivamente Benedetto XVI ha guidato la preghiera per la Chiesa, invocando la presenza della Trinità nella vita del popolo di Dio. La triplice invocazione si è conclusa con il canto del "Pater Noster".

    Il Papa ha infine impartito la benedizione apostolica ai presenti. Subito dopo, il Maestro delle cerimonie liturgiche pontificie, monsignor Guido Marini, ha invitato monsignor Nicolas Henry Marie Denis Thevenin, protonotario apostolico, a redigere lo strumento pubblico "ad perpetuam rei memoriam".


    (©L'Osservatore Romano - 20 febbraio 2010)

    a riguardo delle PROMULGAZIONI attraverso le quali la persona è dichiarata Venerabile e dunque in attesa di essere beatificata ed eventualmente poi canonizzata secondo l'iter della Chiesa, cliccate qui:

    Promulgazione Decreti 2009 Congregazione Cause dei Santi


    dove leggiamo:


    - le virtù eroiche del Servo di Dio Pio XII (Eugenio Pacelli), Sommo Pontefice; nato a Roma il 2 marzo 1876 e morto a Castelgandolfo il 9 ottobre 1958;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Paolo II (Carlo Wojtyła), Sommo Pontefice; nato il 18 maggio 1920 a Wadowice (Polonia) e morto a Roma il 2 aprile 2005;

    ossia, sono dichiarati "Venerabili"...

     

    Caterina63
    00sabato 27 marzo 2010 22:38
    PROMULGAZIONE DI DECRETI DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

    Oggi, 27 marzo 2010, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza privata Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:

    - un miracolo, attribuito all'intercessione della Beata Bonifacia Rodriguez De Castro, Fondatrice della Congregazione delle Missionarie Serve di San Giuseppe; nata a Salamanca (Spagna) il 6 giugno 1837 e morta a Zamora (Spagna) l'8 agosto 1905;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Giovanni De Palafox y Mendoza, prima Vescovo di Puebla de los Angeles e poi Vescovo di Osma; nato a Fitero (Spagna) il 24 giugno 1600 e morto a Osma (Spagna) il 1 ottobre 1659;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Barbara della Ss.ma Trinità (al secolo: Barbara Maix), Fondatrice della Congregazione delle Suore dell'Immacolato Cuore di Maria; nata a Vienna (Austria) il 27 giugno 1818 e morta a Catumbi (Brasile) il 17 marzo 1873;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Anna Maria Adorni, Fondatrice della Congregazione delle Ancelle della Beata Maria Immacolata e dell'Istituto del Buon Pastore di Parma; nata a Fivizzano (Italia) il 19 giugno 1805 e morta a Parma (Italia) il 7 febbraio 1893;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria dell'Immacolata Concezione (al secolo: Maria Isabella Salvat y Romero), Superiora Generale della Congregazione delle Suore della Compagnia della Croce; nata a Madrid (Spagna) il 20 febbraio 1926 e morta a Siviglia (Spagna) il 31 ottobre 1998;

    - un miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Stefano (al secolo: Giuseppe Nehmé), Religioso professo dell'Ordine Libanese dei Maroniti; nato a Lehfed (Libano) nel marzo 1889 e morta a Kfifane (Libano) il 30 agosto 1938;

    - il martirio del Servo di Dio Szilárd Bogdánffy, Vescovo di Oradea Mare dei Latini; nato a Feketetó (Romania) il 21 febbraio 1911 e morto nel carcere di Nagyenyed (Romania) il 2 ottobre 1953;

    - il martirio del Servo di Dio Gerardo Hirschfelder, Sacerdote diocesano; nato a Glatz (Germania) il 17 febbraio 1907 e morto nel campo di concentramento di Dachau (Germania) il 1° agosto 1942;

    - il martirio del Servo di Dio Luigi Grozde, Laico, Membro dell'Azione Cattolica; nato a Gorenje Vodale (Slovenia) il 27 maggio 1923 e ucciso, in odio alla Fede, a Mirna (Slovenia) il 1° gennaio 1943;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Francesco Antonio Marcucci, Arcivescovo-Vescovo di Montalto; nato a Force (Italia) il 27 novembre 1717 e morto a Montalto (Italia) il 12 luglio 1798;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Francesco Gnidovec, Vescovo di Skopje-Prizren; nato a Veliki Lipovec (Slovenia) il 29 settembre 1873 e morto a Ljubljana (Slovenia) il 3 febbraio 1939;

    - le virtù eroiche del Servo di Dio Luigi Novarese, Sacerdote Diocesano e Fondatore dei Silenziosi Operai della Croce; nato a Casale Monferrato (Italia) il 29 luglio 1914 e morto a Rocca Priora (Italia) il 20 luglio 1984;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Enrichetta Delille, Fondatrice della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia; nata a New Orleans (Stati Uniti d'America) tra 1812 e 1813 ed ivi morta il 17 novembre 1862;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Teresa (al secolo: Regina Cristina Guglielmina Bonzel), Fondatrice dell'Istituto delle Povere Suore Francescane dell'Adorazione Perpetua del Terz'Ordine di San Francesco; nata a Olpe (Germania) il 17 settembre 1830 ed ivi morta il 6 febbraio 1905;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Francesca della Croce (al secolo: Amalia Francesca Rosa Streitel), Fondatrice dell'Istituto delle Suore dell'Addolorata; nata a Mellrichstadt (Germania) il 24 novembre 1844 e morta a Castel Sant'Elia (Italia) il 6 marzo 1911;

    - le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Felicia di Gesù Sacramentato (al secolo: Maria Felicia Guggiari Echeverría), Suora professa dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi; nata a Villarrica del Espíritu Santo (Paraguay) il 12 gennaio 1925 e morta ad Asunción (Paraguay) il 28 aprile 1959.

    [00427-01.01]

    Caterina63
    00mercoledì 9 giugno 2010 10:54
    nove prossime beatificazioni approvate dal papa

    CITTA' DEL VATICANO, 8 GIU. 2010 (VIS). L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha annunciato oggi che prossimamente avranno luogo i seguenti riti di Beatificazione:

    - Manuel Lozano Garrido, laico: Sabato 12 giugno 2010, Linares (Jaén - Spagna).

    - Alojzij (Lojze) Grozde, laico e martire; Domenica 13 giugno 2010, Celje (Slovenia).

    - Estéphan Nehmé (Joseph), religioso dell'Ordine Libanese Maronita: Domenica 27 giugno, Kfifan (Batrun - Libano);

    - Leopoldo de Alpandeire (Francisco Sánchez Márquez), religioso dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini: Domenica 12 settembre, Granada (Spagna);

    - Maria de la Imnaculada Concepción (Maria Isabel Salvat y Romero), vergine della
    Congregazione delle Suore della Compagnia della Croce: Sabato 18 settembre, Sevilla (Spagna);

    - Chiara Badano, laica: Sabato 25 settembre, Roma, Santuario della Madonna del Divino Amore;

    - Anna Maria Adorni, vedova, fondatrice della Congregazione delle Ancelle della Beata Maria Immacolata e dell'Istituto del Buon Pastore di Parma: Domenica 3 ottobre, Parma (Italia);

    - Szilárd Bogdánffy, Vescovo e martire: Sabato 30 ottobre, Oradea Mare (Romania);

    - Maria Barbara della Santissima Trinità (Barbara Maix), vergine, fondatrice della Congregazione delle Suore dell'Immacolato Cuore di Maria: Martedì 9 novembre, festa della Dedicazione della Basilica Lateranense - Porto Alegre (Brasile).



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    Caterina63
    00mercoledì 13 ottobre 2010 11:08

    Fr. André Bessette, l'umile portiere che sarà canonizzato


    Apparteneva alla Congregazione della Santa Croce in Canada



    di Carmen Elena Villa

    ROMA, martedì, 12 ottobre 2010 (ZENIT.org).- “Vi sto mandando un santo”. Furono queste le parole di padre André Provençal, che conobbe il giovane Alfred Bessette e decise di presentarlo alla Congregazione della Santa Croce a Montreal (Canada). L'allora aspirante prese poi il nome di fr. André.

    Papa Benedetto XVI lo canonizzerà il 17 ottobre, insieme ad altri cinque beati. Sarà il primo santo di questa Congregazione. Migliaia di persone visitano a tutt'oggi la sua tomba, situata nel santuario di San Giuseppe, che egli stesso fece costruire sul cosiddetto Mont Royal.

    Parlando con ZENIT, padre Mario Lasciabell, il vicepostulatore della sua causa, ha detto che i fedeli “hanno manifestato per iscritto il proprio desiderio che la Chiesa riconoscesse quanto prima la santità dell'umile amico dei poveri e degli afflitti”.

    Sofferenza fin da piccolo

    Bessette nacque nel 1845 in un paese chiamato Mont-Saint-Grégorie, a 40 chilometri da Montreal, in una famiglia della classe operaia. Il piccolo aveva tanti problemi di salute che i genitori vollero battezzarlo il giorno stesso della nascita, pensando che non sarebbe sopravvissuto. Ma morì 91 anni dopo...

    Rimase orfano di padre quando aveva 9 anni e di madre a 12, per cui insieme agli 11 fratelli venne affidato alla zia Rosalie Nadeau e a suo marito Timothée.

    “Maria e Giuseppe divennero i suoi genitori adottivi”, ha indicato padre Lasciabell. “Quel periodo permise a fr. André di consolidare fortemente il suo rapporto con Dio anziché di allontanarsi per i dolorosi fatti della sua vita”.

    A 20 anni si recò negli Stati Uniti insieme a un gruppo di immigrati per lavorare nel settore tessile. Nel 1867 tornò in Canada per svolgere altri lavori.

    Fu allora che il suo parroco decise di inviarlo alla Congregazione della Santa Croce, dove all'inizio venne respinto per i suoi problemi di salute, che lo accompagnarono per tutta la vita. Il Vescovo di Montreal, monsignor Ignace Bourget, chiese che la decisione venisse rivista e Alfred venne accettato nel 1872.

    Molto più di un portiere

    A fr. Bessette venne affidato l'incarico di portiere del collegio di Nostra Signora delle Nevi, vicino Montreal. Svolgeva anche altri lavori occasionali, ma volle fare di questo compito una missione che andava al di là dell'aprire la porta: “Riceveva i visitatori e i loro parenti. Il prossimo divenne così una realtà importante per fr. Andre”, ha detto il vicepostulatore.

    La sua vita spirituale, le sue parole semplici ma piene di senso fecero sì che sempre più persone parlassero al portiere di quel collegio. Molti malati andavano a chiedergli consolazione, preghiere e consigli. “Sapeva che non si può amare davvero Dio senza amare il prossimo, né amare gli altri senza riconoscere la presenza di Dio in loro”, ha dichiarato il vicepostulatore.

    “Una folla quotidiana di malati, di afflitti, di poveri di ogni tipo, di handicappati o feriti dalla vita trovavano presso di lui, al parlatorio del collegio, all’Oratorio, accoglienza, ascolto, conforto e fede in Dio”, ha detto Papa Giovanni Paolo II nell'omelia della sua beatificazione nel maggio 1982. Fr. Bessette dava a tutti lo stesso consiglio: cercare l'intercessione di San Giuseppe, pregare e accostarsi ai sacramenti.

    Diceva ai malati di ungersi con l'olio della lampada che si trovava in una cappella che aveva il nome del santo. Molti fedeli che lo facevano venivano guariti, anche se da un punto di vista medico non avevano speranze. Alcuni iniziarono a dire che il religioso compiva miracoli, ma egli insisteva nel dire che il responsabile di quelle guarigioni era San Giuseppe. Per questo, nel 1904, ebbe l'iniziativa di costruire un santuario in suo onore.

    Fr. Bessette iniziò a riunire un numero sempre più ampio di seguaci, ma la sua vita provocò anche alcune reazioni negative. Tra queste, quella del dottor Josep Charette, che ridicolizzava i suoi atteggiamenti. Un giorno sua moglie ebbe una forte emorragia nasale che non si riusciva a fermare in alcun modo. La donna chiese di essere portata dal religioso, ma il medico si rifiutò. “Dici che mi ami e saresti capace di farmi morire dissanguata?”, gli chiese la moglie. Charette andò da fr. André, che gli disse: “Dottore, torni a casa, l'emorragia si è fermata”, e così fu.

    Nel 1924 culminò la costruzione dell'oratorio dedicato al Santo Custode. “Fr. André fu il costruttore non solo di un edificio di pietre, ma di una comunità cristiana vivente. Divenne un fattore unificante”, ha detto padre Lasciabell.

    Fr. Bessette morì nel 1937. “Non ho mai portato a fr. André una persona malata senza che questa tornasse a casa felice. Alcuni venivano guariti, altri morivano tempo dopo, ma fr. André li consolava”, diceva uno dei suoi amici.

    “Più di un milione di persone andò a rendergli omaggio anche se i suoi funerali si svolsero nel freddo invernale. E ancora oggi, più di due milioni e mezzo di pellegrini e visitatori arrivano ogni anno all'oratorio di San Giuseppe sul Mont Royal”, ha segnalato padre
    Lasciabell.

    “In un'epoca difficile per la Chiesa canadese, i credenti di questo Paese si rallegrano di constatare che Dio è tra loro e che questo manifesta segni inequivocabili della sua presenza”, ha concluso il vicepostulatore di fr. Bessette.


    [Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]


                                            

    Caterina63
    00venerdì 15 ottobre 2010 19:00
    Giulia Salzano sarà proclamata santa domenica prossima

    Una donna profeta dell'evangelizzazione



    di Nunzio D'Elia
    Postulatore della causa di canonizzazione

    Giulia Salzano - tra i sei beati che saranno canonizzati da Benedetto XVI domenica 17 ottobre - fa parte del grande patrimonio di santità nella difficile e complessa città di Napoli nella quale, a breve distanza, si completerà una trilogia:  san Gaetano Errico, santa Caterina Volpicelli, santa Giulia Salzano.

    Giulia, nata a Santa Maria Capua Vetere il 13 ottobre 1846, iniziò i suoi studi presso il regio orfanotrofio di San Nicola la Strada. Tornata a casa a 16 anni, proseguì i suoi studi, conseguendo il diploma di maestra elementare. Nell'ottobre del 1865 con la famiglia si trasferì a Casoria, dove il comune le affidava l'incarico di insegnamento.

    Al progetto educativo aggiungeva in modo particolare l'esperienza cristiana con attenzione alla catechesi. Guidava alla preghiera nella vicina rettoria della Madonna del Carmine, rivelandosi anche una maestra di spiritualità. In questo contesto familiarizzò con Caterina Volpicelli nell'unico amore verso il Sacro Cuore.

    Il beato Ludovico da Casoria, che la conosceva bene, le profetizzò la piena realizzazione del suo carisma originale:  vivere e morire in mezzo ai fanciulli ai quali si dedicava per la catechesi, sviluppata nei contenuti e metodologia per ogni fascia di età ogni giorno della settimana. La tenacia nell'attività didattica e di catechesi le provocò problemi cardiaci per cui dovette chiedere al comune di ritirarsi dall'insegnamento. Per essere stata giudicata insegnante perfetta e degna di stima, le fu concesso di percepire l'intera pensione per la quale mancavano ancora diversi mesi.

    Tutta l'attenzione andava sempre più rivolta alla fondazione di una comunità che vivesse per scopo solo la catechesi, rispetto ad altre fondatrici del tempo. Infatti, il 21 novembre 1905 vestì l'abito religioso. Professò i voti con alcune amiche, dando così inizio a una vera congregazione che aveva per scopo e carisma originale la catechesi ai fanciulli e agli adulti. "Farò catechesi finché avrò un filo di vita" era lo slogan della sua vita. E morì la mattina del 17 maggio 1929, dopo aver preparato ed esaminato cento bambini da ammettere alla prima comunione.

    La sua fama di santità si è diffuse immediatamente. Giovanni Paolo II, il 23 aprile 2002, riconobbe l'eroicità delle virtù dichiarandola "venerabile". Il 20 dicembre dello stesso anno riconobbe la guarigione di una bambina affetta da meningite coccigea. Giovanni Paolo II, in piazza san Pietro, la definì "profeta della nuova evangelizzazione".

    Da quel momento molti altri fedeli hanno continuato a invocare la sua intercessione. Tra costoro Maria Grazia Pelliccia, una donna di Afragola rimasta vittima di un grave incidente automobilistico. Sulla base delle evidenze diagnostiche si decise di operarla immediatamente. Durante l'intervento si verificò un arresto cardiaco di circa 20 minuti. Familiari e amici cominciarono a pregare e collocarono una reliquia della beata sotto il guanciale della malata. Quando tutto sembrava ormai finito Maria Grazia si risvegliò. Fu dimessa, poi, il 15 gennaio 2006 con totale assenza di eventuali postumi neurologici dovuti al lungo arresto cardiocircolatorio.

    Fu così che, riconoscendo l'intercessione della beata, si iniziò l'inchiesta diocesana sul presunto miracolo a lei attribuito. L'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, acconsentì. L'inchiesta si concluse il 21 dicembre 2007. Il 19 dicembre dello scorso anno Benedetto XVI indicava il 17 ottobre del corrente anno giorno della canonizzazione.

    "Donna profeta della nuova evangelizzazione", "madre dei catechisti, maestra di catechesi" Giulia Salzano ha avuto una cura particolare per i fanciulli per raggiungere la famiglia, oggetto anch'essa delle sue costanti attenzioni apostoliche.



    (©L'Osservatore Romano - 16 ottobre 2010)









    Caterina63
    00lunedì 13 dicembre 2010 09:54

    Il Papa autorizza a promulgare decreti riguardanti un beato e 15 Servi di Dio


    Quattro gli italiani, tra cui il beato Guido Maria Conforti


    CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 10 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI ha approvato questo venerdì i decreti di riconoscimento di miracolo, martirio e virtù eroiche di un beato e 15 Servi di Dio, dopo l'udienza concessa al Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il Cardinale Angelo Amato.

    Miracoli:

    Beato Guido Maria Conforti, Arcivescovo Vescovo di Parma e Fondatore della Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni Estere; nato a Ravadese il 30 marzo 1865 e morto a Parma il 5 novembre 1931;

    Venerabile Servo di Dio Francesco Paleari, Sacerdote dell'Istituto Cottolengo; nato a Pogliano Milanese il 22 ottobre 1863 e morto a Torino il 7 maggio 1939;

    Venerabile Serva di Dio Anna Maria Janer Anglarill, Fondatrice dell'Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Urgell; nata a Cervera (Spagna) il 18 dicembre 1800 e morta a Talarn (Spagna) l'11 gennaio 1885;

    Venerabile Serva di Dio Maria Chiara di Gesù Bambino (al secolo: Libânia do Carmo Galvão Meixa De Moura Telles e Albuquerque), Fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane Ospedaliere dell'Immacolata Concezione; nata ad Amadora (Portogallo) il 15 giugno 1843 e morta a Lisbona (Portogallo) il 1° dicembre 1899;

    Venerabile Serva di Dio Dulce (al secolo: Maria Rita Lopes Pontes), Suora professa della Congregazione delle Suore Missionarie dell'Immacolata Concezione della Madre di Dio; nata a São Salvador de Bahia (Brasile) il 26 maggio 1914 e morta nella stessa città il 13 marzo 1992.


    Martirio:


    Servo di Dio Luigi Andritzki, Sacerdote diocesano; nato a Radibor (Germania) il 2 luglio 1914 e morto nel campo di concentramento di Dachau (Germania) il 3 febbraio 1943;

    Servi di Dio Giuseppe Nadal y Guiu, nato a Bell-lloc (Spagna) il 25 luglio 1911, e Giuseppe Jordán y Blecua, nato ad Azlor (Spagna) il 27 maggio 1906, Sacerdoti diocesani; uccisi ad Monzón, in odio alla Fede, durante la persecuzione religiosa in Spagna il 12 agosto 1936;

    Servi di Dio Antonio (al secolo: Michele Faúndez López), Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori, nato a La Hiniesta (Spagna) il 23 luglio 1907, e Bonaventura (al secolo: Baltasar Mariano Muñoz Martínez), Chierico dell'Ordine dei Frati Minori, nato nel distretto di Santa Cruz (Spagna) il 7 dicembre 1912, nonché Pietro Sanchez Barba, nato a Llano de Brujas (Spagna) il 1° luglio 1895, e Fulgenzio Martínez García, nato a Ribera de Molina il 14 agosto 1911, Sacerdoti del Terzo Ordine Secolare di San Francesco d'Assisi, Parroci, uccisi in odio alla Fede durante la persecuzione religiosa in Spagna nel 1936.

    Virtù eroiche:


    Servo di Dio Antonio Palladino, Sacerdote diocesano e Fondatore della Congregazione delle Suore Domenicane del Ss.mo Sacramento; nato a Cerignola il 10 novembre 1881 e morto nella stessa località il 15 maggio 1926;Domenicane del SS Sacramento



    Servo di Dio Béchara (al secolo: Sélim Abou-Mourad), Sacerdote professo dell'Ordine Basiliano del Ss.mo Salvatore dei Melchiti; nato a Zahlé (Libano) il 19 maggio 1853 e morto a Saïda (Libano) il 22 febbraio 1930;

    Serva di Dio Maria Elisa Andreoli, Fondatrice della Congregazione delle Serve di Maria Riparatrici; nata ad Agugliaro il 10 luglio 1861 e morta a Rovigo il 1° dicembre 1935;

    Serva di Dio Maria Pilar del Sacro Cuore (al secolo: Maria Pilar Solsona Lambán), Religiosa professa dell'Istituto delle Figlie di Maria Religiose delle Scuole Pie; nata a Zaragoza (Spagna) il 22 dicembre 1881 e morta a Logroño (Spagna) il 20 novembre 1966.


    Caterina63
    00domenica 16 gennaio 2011 15:58

    Un nuovo Beato veneto: Giuseppe Toniolo


    L'annuncio del Vescovo di Vittorio Veneto
    «Con grande gioia ho appreso la notizia che nella stessa udienza in cui, oggi, 14 gennaio 2011, il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato il riconoscimento del miracolo attribuito all’intercessione di papa Giovanni Paolo II, ha anche autorizzato il riconoscimento del miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Giuseppe Toniolo. E’ così spianata la strada per la beatificazione del Servo di Dio, anche se non sono ancora indicate la data e il luogo.

    Nato a Treviso il 7 marzo 1845 e morto a Pisa il 7 ottobre 1918, Giuseppe Toniolo si inserì da protagonista di primo piano nel dibattito culturale ed ecclesiale della sua epoca. Laico e padre di famiglia, docente universitario di alto livello, visse e testimoniò in modo esemplare la sua fede cristiana nel contesto della cultura del suo tempo. Il suo corpo riposa nella chiesa parrocchiale di Pieve di Soligo.
    In questa stessa parrocchia della nostra diocesi è avvenuto il miracolo oggi è stato formalmente riconosciuto dal Papa. Nell’attesa che venga fissata la data della solenne beatificazione, invito tutti i fedeli della nostra diocesi a ringraziare il Signore per questo grande dono di grazia che viene concesso a tutta la chiesa e che sentiamo rivolto, in modo tutto particolare, alla nostra diocesi. Invito inoltre a chiedere al Signore che l’esempio di santità che oggi viene riconosciuto nella figura del Servo di Dio Giuseppe Toniolo susciti nella nostra chiesa numerosi e coraggiosi cammini di santità cristiana, in modo particolare nella vita laicale e familiare»

                                                                                      + Corrado Pizziolo, vescovo

    La vita e le virtù di Giuseppe Toniolo
    Nato  a Treviso il 7 marzo del 1845 e morto a Pisa il 7 ottobre del 1918,   Giuseppe Toniolo è considerato da molti il maggiore economista e sociologo cattolico italiano.  Dopo avere compiuto gli studi delle scuole medie nel Collegio di S. Caterina a Venezia,  si iscrisse all’Università di Padova, dove conseguì la laurea in giurisprudenza.  Dedicatosi alla carriera universitaria, dopo essere stato allievo, tra gli altri, di Giovanni Lampertico e Angelo Messedaglia, conseguì la libera docenza in Economia politica nel 1873, tenendo la prolusione sul tema  Dell’elemento etico quale fattore intrinseco delle leggi economiche. Vinse la cattedra di Economia Politica nell’Università di Modena  nel 1878. L’anno successivo fu nominato professore di economia politica nell’Università di Pisa dove insegnò per 40 anni, fino alla morte.

    Le sue  ricerche spaziano dall’economia  alla storia, alla sociologia,  materie in cui egli cerca sempre di dimostrare  il primato dei valori etici dei valori religiosi. La vita economica risulta arricchita e potenziata ove  gli uomini  agiscano rispettando i valori etici e i valori religiosi. Una articolata definizione del concetto di democrazia cristiana, con un particolare riguardo per le necessità delle classi più umili, la definizione dei principi fondanti di una società organica , che passa  anche attraverso le rappresentanze delle categorie, la confutazione, portando argomenti concreti, del concetto di materialismo storico, attente ricerche nel capo dell’economia applicata,  con interessanti studi sulla ristrutturazione dell’azienda, all’interno della quale si auspicano forme di partecipazione dei lavoratori: questi sono alcuni dei numerosi argomenti trattati dall’Autore in maniera approfondita, come testimoniano gli scritti contenuti nei venti volumi dell’Opera Omnia.

    Tra le sue opere più famose si ricordano Dei remoti fattori della potenza economica di Firenze nel Medio Evo, Il programma dei cattolici di fronte al socialismo, la Democrazia Cristiana, l’Odierno problema sociologico e il Trattato di Economia  sociale.
    Fu attivo anche nel campo organizzativo, fondando l’Unione Cattolica per gli  Studi Sociali,  la Rivista Internazionale di Scienze sociali e discipline ausiliarie, le Settimane  sociali dei Cattolici d’Italia. Fu tra i promotori degli Statuti di Firenze  con cui furono costituite l’Unione Popolare, l’Unione Economico sociale  e l’Unione Elettorale.
    Pieve di Soligo (Provincia di Treviso, Diocesi di Vittorio Veneto). Nella Parrocchiale di conservano i resti del futuro Beato.

    (fonte Sacris Solemniis)




    DECRETI CONGREGAZIONE CAUSE DEI SANTI

    CITTA' DEL VATICANO, 14 GEN. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza privata il Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e nel corso dell'udienza ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:


    MIRACOLI

    - Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II (Karol Wojtyła), polacco (1920-2005), Sommo Pontefice.

    - Venerabile Serva di Dio Antonia Maria Verna, italiana, (1773-1838), Fondatrice dell'Istituto delle Suore della Carità dell'Immacolata Concezione di Ivrea.

    - Venerabile Servo di Dio Giuseppe Toniolo, italiano, (1845-1918), Laico e Padre di famiglia.


    MARTIRIO


    - Serve di Dio Marija Jula (al secolo: Kata Ivanišević), Marija Bernadeta (al secolo: Terezija Banja), Marija Krizina (al secolo: Jozefa Bojanc), Marija Antonija (al secolo: Jozefa Fabjan) e Marija Berchmana (al secolo: Karoline Anna Leidenix), Suore professe dell'Istituto delle Figlie della Divina Carità, uccise in odio alla Fede in Bosnia-Erzegovina tra il 15 e il 23 dicembre 1941.


    VIRTÙ EROICHE


    - Servo di Dio Antonio Franco, italiano, (1585-1626), Prelato Ordinario di Santa Lucia del Mela.

    - Servo di Dio Franziskus Maria vom Kreuze (al secolo: Johann Baptist Jordan), tedesco, (1848-1918), Sacerdote e Fondatore della Società del Divin Salvatore e della Congregazione delle Suore del Divin Salvatore.

    - Servo di Dio Nelson Baker, statunitense  (1842-1936), Sacerdote diocesano.

    - Servo di Dio Faustino Pérez-Manglano Magro, spagnolo (1946-1963), Alunno e Postulante dei Padri Marianisti.

    - Serva di Dio Francesca de Paula de Jesús, chiamata "Nhá Chica", brasiliana (1810-1895), Laica.

    Caterina63
    00lunedì 4 aprile 2011 09:07

    Per decisione del Papa saranno beati padre Vismara, missionario in Myanmar, 23 martiri uccisi in Spagna e un ghigliottinato dai Giacobini. Il Papa riconosce anche le virtù eroiche di un seminarista quattrordicenne di Ratisbona (Izzo)

    PAPA: SARA' BEATO PADRE VISMARA, MISSIONARIO IN MYANMAR

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 2 apr.

    Benedetto XVI ha approvato oggi un miracolo attribuito all'intercessione di padre Clemente Vismara del Pontificio Istituto Missioni Estere morto a Mong Ping in Myanmar nel 1988 all'eta' di 91 anni.
    Era nato, infatti, ad Agrate Brianza il 6 settembre 1897. Il missionario sara' dunque proclamato beato nei prossimi mesi. Con lui saliranno all'onore degli altari, in quanto il Papa ha approvato i relativi miracoli, anche il prete milanese don Serafino Morazzone, sacerdote diocesano vissuto a cavallo tra il '700 e l'800, suor Elena Aiello, Fondatrice della Congregazione delle Suore Minime della Passione, nata a Montalto Uffugonel nel 1895 e morta a Roma nel 1961, suor Enrica Alfieri, al secolo Maria Angela, della Congregazione delle Suore della Carita', nata a Borgovercelli nel 1891 e morta a Milano nel 1951.

    Un miracolo, infine, e' stato approvato dal Pontefice anche per la religiosa spagnola suor Maria Caterina Irigoyen Echegaray, in religione Maria dello Sposalizio, della Congregazione delle Serve di Maria Ministre degli Infermi, nata a Pamplona nel 1848 e morta a Madrid nel 1918.

    Invocato come "il santo dei bambini", nel paese asiatico dove ha svolto la missione, padre Clemente Vismara e' stato proclamato dai vescovi "il Patriarca della Birmania", dove ha vissuto 65 anni fondando quattro distretti missionari nella diocesi di Kengtung, estesa un terzo dell'Italia e situata ai confini con la Cina e la Thailandia, fra popoli tribali, guerriglie e dittature, bande di trafficanti di droga, miserie e pestilenze, fame e lebbra. Suor Battistina Sironi, delle suore di Maria Bambina, che l'ha accompagnato per 32 anni, ha testimoniato che padre Clemente era sempre allegro, e che cantava quando aveva davanti a se' problemi veramente grandi; allora la suora sapeva che i pericoli erano gravi e bisognava portare in chiesa bambini e bambine per pregare. Padre Piero Gheddo, storico e postulatore del Pime, ha raccontato al sito Zenit.org che padre Vismara era "lieto nel Signore", era "sempre sorridente" e che in una occasione, in una lettera inviata al Superiore Generale il 21 novembre 1955, scrisse: "Stia bene, sia buono e non faccia mai la faccia scura, perche' la vita e' la fiaba piu' bella, anche se si e' vecchi come lei". In un'altra lettera, del 7 gennaio 1975, disse invece: "Se non stiamo allegri noi in questo mondo, chi mai puo' stare allegro?". Padre Gheddo afferma che Padre Vismara ha "vissuto la vita ordinaria del missionario in modo straordinario, con un senso poetico e avventuroso dell'esistenza che sapeva trasmettere nei suoi scritti". Dalle 2300 lettere finora raccolte e dalle centinaia di articoli pubblicati in varie lingue dal Venerabile, emerge un grande amore per i piu' piccoli e poveri e un entusiasmo contagioso per la missione di far conoscere Cristo. "Viveva con gioia e comunicava la sua esperienza - ha sottolineato padre Gheddo - suscitando con i suoi scritti numerose vocazioni missionarie". Per Padre Gheddo il riconoscimento delle virtu' eroiche di padre Clemente "e' provvidenziale" soprattutto "per la giovane Chiesa di Birmania (Myanmar), i cui vescovi, quando nel 1977 ha compiuto gli 80 anni, l'hanno proclamato 'Patriarca della Birmania' e oggi ne diffondono la devozione".

    "Il riconoscimento della sua testimonianza cristiana e' importante anche per il Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), perche' - ha spiegato padre Gheddo - egli rappresenta il tipo classico del missionario nella nostra tradizione di 158 anni: un uomo che ha orientato tutta la sua vita all'annunzio di Cristo ai non cristiani, con grande fiducia nella Provvidenza e attenzione ai piu' piccoli e poveri del popolo fra il quale e' stato mandato". In Birmania, a venti anni dalla sua morte e a dodici dall'inizio della sua causa di beatificazione, la popolarita' di padre Clemente Vismara e' ancora molto diffusa, soprattutto nella sua diocesi di Kengtung, dov'e' vissuto 65 anni. Il vescovo (oggi emerito) di Kengtung, mons. Abramo Than, suo grande ammiratore, ha promosso la sua devozione diffondendo migliaia di immaginette di padre Clemente e chiedendo di invocare la sua intercessione per la guarigione di molti ammalati. Ha raccontato padre Gheddo che anche in Italia "sono centinaia le lettere ricevute da devoti che pregano padre Clemente, molte anche le segnalazioni di grazie ricevute". Il processo diocesano per la beatificazione di padre Clemente Vismara e' stato iniziato il 18 ottobre 1996 ad Agrate, dal card. Carlo Maria Martini e si e' chiuso il 17 ottobre 1998, dopo le deposizioni di 130 testimoni in Birmania, Italia, Thailandia e Brasile.


    PAPA: BEATI 23 UCCISI IN SPAGNA E 1 GHIGLIOTTINATO DA GIACOBINI

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 2 apr.

    Benedetto XVI ha firmato i decreti che riconoscono il martirio del servo di Dio padre Pietro-Adriano Toulorge, sacerdote francese dei Canonici Regolari Premonstratens ucciso "in odio alla fede" a Coutances il 13 ottobre 1793, cioe' durante la Rivoluzione Francese, e quello di padre Francesco Stefano Lacal e 21 confratelli della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Vergine Immacolata, subito invece durante l'analoga persecuzione antireligiosa che caratterizzo' la Guerra Civile Spagnola. Con loro fu ucciso nel 1936 anche un laico, Candido Castan San Jose', del quale pure Papa Ratzinger ha riconosciuto oggi il martirio.


    PAPA: RICONOSCE VIRTU' EROICHE SEMINARISTA 14ENNE DI RATISBONA

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 2 apr.

    "Nel pregare era il piu' assiduo, nello studio il piu' diligente e nel giocare il piu' allegro. In 35 anni di seminario e' stato il mio miglior allievo. Ora abbiamo un intercessore in Cielo". Con queste parole il rettore del seminario di Ratisbona descrisse ai suoi funerali, nel 1944, la personalita' di Bernhard Lehner, un ragazzo morto ad appena 14 anni di difterite, del quale Benedetto XVI ha riconosciuto oggi le "virtu' eroiche".
    Figlio di un falegname, Bernhard era entrato a 11 anni nel seminario di Ratisbona grazie a una dispensa. Ammalatosi offri' le sue sofferenze perche' tornasse la pace nel mondo sconvolto dalla seconda guerra mondiale. Era nato a Herrngiersdorf in Germania nel 1930 ed e' morto a Ratisbona il 24 gennaio 1944. Ogni anno nella diocesi tedesca viene ricordato con la "Bernhard Fest" che testimonia il perdurare della fama di santita' di questo ragazzo. Il Papa ha approvato oggi anche le "virtu' eroiche" di mons. Tommaso Kurialacherry, primo vescovo di Changanacherry in India e fondatore delle Suore dell'Adorazione del Ss.mo Sacramento, nato a Champakulam nel 1873 e morto a Roma nel 1925 e di fratel Teofanio Leone Chatillon, al secolo Adolfo, religioso canadese dei Fratelli delle Scuole Cristiane nato a Nicolet nel 1871 e morto a Laval-des-Rapides nell'aprile del 1929.



    Caterina63
    00sabato 14 maggio 2011 19:35
    I mille volti del prossimo beato Juan de Palafox y Mendoza

    Un vescovo poeta che sapeva governare



    di JORGE FERNÁNDEZ DÍAZ
    Terzo vicepresidente del Congresso dei Deputati (Madrid)

    Domenica 5 giugno, a El Burgo de Osma (Soria) verrà proclamato beato Juan de Palafox. Sarà un giorno di gioia, dopo un lungo processo che ha fatto di questa causa una delle più complesse nella storia della Chiesa. Esattamente un anno fa, nella sua natale Fitero (in Navarra), è stato celebrato un solenne Te Deum per l'approvazione pontificia del miracolo necessario per la sua beatificazione. In quella occasione il postulatore della causa, il carmelitano scalzo Idelfonso Moriones, ha affermato che "se Fitero lo aveva salvato da morte sicura alla sua nascita, aveva anche collaborato in modo decisivo alla sua causa di beatificazione". Padre Moriones ha anche ricordato i tanti eventi vissuti a partire dalla celebrazione dell'anno Palafoxiano, inaugurato nel 1999 a Fitero per commemorare il quarto centenario della nascita del prossimo beato.

    Juan de Palafox y Mendoza nacque nel 1600 nella cittadina di Fitero, dove trascorse l'infanzia. Fece gli studi universitari a Huesca, Alcalá e Salamanca. Nel 1626 entrò al servizio della monarchia. Divenne sacerdote nel 1629 e dieci anni dopo ricevette l'ordinazione episcopale. Nominato vescovo di Puebla de los Ángeles in Messico (Nuova Spagna) ebbe importanti responsabilità come viceré e visitatore apostolico. Sia lì sia, in seguito, nella provincia di Soria, si distinse come zelante pastore. Morì a Osma nel 1659.
    Gli storici ne ricordano l'intelligenza, l'integrità, l'energia, la preparazione intellettuale e la volontà, giungendo a definirlo "uno degli uomini più brillanti della sua generazione (...), probabilmente la figura più interessante e forse più importante di tutta la storia del Messico del XVII secolo" (J. I. Israel).
    La sua figura risulta ricca e poliedrica: Juan de Palafox fu vescovo, pensatore politico, viceré e visitatore della Nuova Spagna, riformatore, fecondo scrittore, poeta, editore e commentatore di santa Teresa, mecenate delle arti e della musica, protettore degli indios, legislatore e asceta, e insieme uomo dalla profonda spiritualità.
    La sua vita pubblica si svolse nella Spagna di Filippo III e Filippo IV. Da quest'ultimo monarca ricevette importanti nomine come uomo di fiducia e di comprovata lealtà. La Spagna della metà del XVII secolo presenta un quadro storico diviso: un primo momento, fino al 1640, che non coincide completamente con la decadenza, e un secondo momento, a partire da quell'anno, quando Palafox parte per le terre della Nuova Spagna, in cui si manifesta in modo evidente il declino del potere spagnolo, sia all'interno sia all'esterno del Paese. Di fatto la sua figura, in ascesa grazie alla protezione di Olivares, avrebbe iniziato a tramontare per numerosi motivi con la caduta del valido ("favorito").

    Furono anche decenni di trionfo della cultura barocca, di applicazione dei decreti tridentini, anni in cui gli Stati procedevano lungo la via dell'assolutismo. Ma anche decenni in cui l'egemonia culturale, scientifica, economica e politica si spostò dal Mediterraneo al Nord Europa. Fu un'epoca di crisi, di guerre, di pestilenze, realtà a cui Palafox dovette far fronte.
    L'anno 2000, giubileo del terzo millennio, è stato decisivo per il recupero della coscienza storica del venerabile Juan de Palafox. A ciò hanno collaborato diversi eventi religiosi, accademici e culturali in Spagna e in Messico. Vorrei, in particolare, ricordare il congresso "Palafox, cultura, Chiesa e Stato nel XVII secolo", tenutosi all'università di Navarra, e la mostra "Il viceré Palafox", a cura di Ricardo Fernández del Dipartimento delle arti della stessa università. Allestita a Madrid, Fitero e El Burgo de Osma, la mostra è poi approdata a Roma nella chiesa nazionale spagnola di Santiago y Montserrat.
    In un recente viaggio a Puebla de los Ángeles - dove Palafox passò i migliori anni della sua vita in circostanze non facili - ho potuto constatare l'intensa attualità del ricordo e la consapevolezza della sua figura da parte della gente. Quella grande città non si può scindere dalla figura di Palafox. La sua cattedrale, la Biblioteca Palafoxiana e altri monumenti parlano della fecondità del suo lavoro. Allo stesso modo, il vescovo Palafox continua a essere un punto di riferimento ineludibile per la protezione che offrì ai più bisognosi, e in particolare agli autoctoni di quelle terre, e anche per il suo deciso sostegno alla partecipazione dei creoli al governo, sia ecclesiastico che civile, della Nuova Spagna.
    Quel giovane nelle cui vene scorreva il nobile sangue aragonese era stato "attirato" dal conte duca di Olivares, come chiaro esempio della politica di richiamo della nobiltà periferica verso la corte di Madrid. Palafox rimase sempre fedele al suo mentore persino quando, anni dopo, nei suoi scritti si rivelò contrario alla privanza (cioè il favoritismo da parte di un re). La lealtà del vescovo-viceré sarà una delle sue qualità più evidenti, legata - secondo la recente interpretazione di uno storico moderno - al suo status di figlio naturale .

    Quando Juan de Palafox giunse nelle terre di Puebla aveva già accumulato una grande esperienza di governo, grazie ai ruoli svolti nei consigli di guerra e delle Indie e ai suoi contatti con l'élite di quella generazione, dove la parola "riforma", secondo Elliott, era un vero motto di governo e di comportamento. Le sue doti di uomo di Stato divennero ancora più evidenti nel corso della sua tappa nelle Indie. Dopo aver analizzato in extenso sia il suo operato a Puebla e a Osma, sia il suo programma di riforme nella Nuova Spagna, non v'è dubbio che ci troviamo di fronte a un personaggio che fu un autentico antesignano per la sua epoca.
    La lealtà di Juan de Palafox sarà una delle sue qualità più evidenti, insieme alla preoccupazione per la giustizia e per il ruolo dell'ordinamento giuridico. È famosa la sua sentenza secondo cui "le leggi che non si fanno osservate sono corpi morti che intralciano le strade, sui quali i magistrati inciampano e i sudditi cadono".
    Questo profondo senso della giustizia fu qualcosa di connaturale alla sua persona e al suo agire. Per tutta la vita si mostrò profondamente sensibile verso l'ingiustizia, nella convinzione che la "giustizia distorta non è giustizia". Accanto alla lealtà e alla giustizia, la prudenza, la rettitudine e la capacità di osservazione furono qualità caratteristiche del vescovo-viceré.
    Palafox, però, non si limitò a essere un grande pastore, uomo di governo e riformatore, ma scrisse e teorizzò anche sul pensiero politico. L'illustre storico messicano morto di recente, il professor Ernesto de la Torre Villar, lo definì uno zoòn politikòn, un uomo con l'abito talare che svolse importantissimi incarichi politici, come governatore del più ricco e vasto vicereame del Nuovo Mondo, senza smettere però di essere, innanzitutto e soprattutto, un uomo profondamente spirituale.
    Palafox parte dall'analisi delle Sacre Scritture, dai precetti sicuri e inequivocabili per ordinare e reggere la cristiana monarchia spagnola, opponendosi alle teorie di Machiavelli e di Bodin. Nel ricco contenuto della sua Historia real sagrada risaltano quelle parti in cui parla della funzione della Chiesa, del potere civile e politico. Stabilisce le condizioni per essere un buon governante, affronta il bisogno di pace, analizza la responsabilità dei politici, offre alcuni consigli per il buon governo e non smette di parlare di virtù, come la giustizia, la prudenza e la forza, senza dimenticare il trattamento umano, privo di offese e di ingiurie, da riservare ai sudditi.

    Di recente ho potuto verificare la sua prassi politica rileggendo alcuni paragrafi delle sue Obras completas, nella magnifica prima edizione del 1762, e alcune delle ultime pubblicazioni sulla sua figura. Hanno attirato la mia attenzione molti dei suoi giudizi, fra cui quelli che ripeteva sempre, riferendosi ai posti e agli incarichi: "Le persone si devono cercare per i posti e non i posti per le persone, esaminando quale soggetto si addice a quel regno e non quale regno si addice a quel soggetto", per poi aggiungere, con amarezza di fronte a un nobile aragonese, "marchese mio, non ti stupire; ridi e piangi quando vedo tanti uomini senza lavoro e tanti lavori senza uomo".
    Nel 1649 Palafox tornerà in Spagna richiamato da Filippo IV e servirà nel Consiglio di Aragona fin al 1654, anno in cui fu destinato alla diocesi di Osma. Vi si recherà contro il parere di molti dei suoi, e vi morirà nel 1659 in odore di santità, dopo un breve periodo come pastore esemplare e fecondo sia per il suo gregge, sia per la sua edificazione spirituale. Nella cappella della cattedrale a lui destinata, che il re Carlos III ordinò di costruire appositamente, riposano le spoglie di uno dei prelati più insigni della Chiesa. Di questa grande personalità, che fra breve diventerà beato, Benedetto XIII firmò l'introduzione della causa nel 1726, Benedetto XIV aprì il cammino per l'approvazione dei suoi scritti nel 1758 e, ai giorni nostri, Benedetto XVI ha approvato il decreto delle virtù eroiche (2009) e il decreto sul miracolo (2010).



    (©L'Osservatore Romano 15 maggio 2011)

    Caterina63
    00sabato 2 luglio 2011 19:59
    A Satu Mare in Romania la beatificazione di János Scheffler

    Martire per la fedeltà al Papa

     

    Instaurare omnia in Christo! Era il motto di san Pio X al quale il vescovo János Scheffler (1887-1952) si ispirò per orientare tutta la sua vita. La sua coerenza agli insegnamenti del Vangelo ben presto lo mise in conflitto con il regime comunista della Romania post bellica, che voleva obbligare i fedeli e i religiosi a creare una chiesa senza Papa. Se avesse accettato sarebbe diventato patriarca, invece, piuttosto che creare uno scisma preferì il carcere, dove trovò la morte. Domenica 3 luglio, a Satu Mare, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in rappresentanza di Benedetto XVI, lo beatifica come martire.

     

    http://www.adevarul.ro/bbtcontent/clipping/ADVIMA20110702_0105/4.jpg

     


    Nato il 29 ottobre 1887 a Kálmánd (Camin), nell'allora Ungheria, da una povera famiglia contadina, Scheffler dopo l'ordinazione sacerdotale studiò per due anni presso la Facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Gregoriana a Roma.
    Nel 1942 fu nominato vescovo di Szatmár. Il 17 maggio fu ordinato dal primate d'Ungheria Jusztinián Serédi nella cattedrale di Szatmárnémeti. Tutta la sua attività pastorale fu rivolta alla protezione degli oppressi e dei perseguitati. Fondò inoltre seminari minori in tre città della sua diocesi.

    Durante la seconda guerra mondiale il Governo ungherese, per intercessione del vescovo Scheffler, riuscì a porre fine agli arresti del vescovo greco-cattolico di Baia Mare Alexandru Rusu. Inoltre il presule aiutò numerosi profughi e quanti si trovavano nei centri di raccolta, specialmente gli ebrei.
    Successivamente, con l'avvento del regime comunista, nel gennaio 1945 si recò personalmente dal prefetto e dal comandante sovietico per liberare dalla deportazione i suoi fedeli di origine tedesca. Nel 1946 venne informato che Pio XII lo aveva promosso alla sede vescovile di Gy?r, al posto del vescovo martire Vilmos Apor. Scheffler proclamò la sua obbedienza al Papa. Chiese però, per le gravi condizioni locali, di poter rimanere nella sua diocesi. La Sede Apostolica acconsentì. Visti i tempi difficili, monsignor Scheffler invitò i suoi sacerdoti a non implicarsi nella politica. Però non poté evitare lo scontro personale e della Chiesa cattolica con il regime. Il 19 luglio 1948, il governo sciolse unilateralmente il Concordato con la Santa Sede. La nuova legge sul culto non riconobbe l'esistenza della diocesi di Szatmár-Nagyvárad. Al vescovo venne impedita, quindi, ogni azione pastorale. Nel 1950 fu confinato a domicilio coatto a K?rösbánya.

    Il governo voleva metterlo a capo di una Chiesa cattolica statale in Transilvania non in comunione con Roma. Poiché non accettò l'incarico, venne arrestato e processato. Rinchiuso nel carcere sotterraneo di Jilava, gli fu promessa l'immediata liberazione, nel caso avesse accettato di guidare la Chiesa cattolica autocefala romena. Al suo rifiuto, venne condannato ai lavori forzati e, a causa degli stenti e dei maltrattamenti, morì il 6 dicembre 1952.



    (©L'Osservatore Romano 3 luglio 2011)

    Caterina63
    00lunedì 19 dicembre 2011 15:16
    [SM=g1740733] DECRETI CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI



    CITTA' DEL VATICANO, 19 DIC. 2011 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza il Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e nel corso dell'udienza ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:




    MIRACOLI




    - Beato Giovanni Battista Piamarta, Sacerdote e Fondatore della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth e della Congregazione delle Suore Umili Serve del Signore; nato a Brescia (Italia), (1841-1913).


    - Beato Giacomo Berthieu, Martire, Sacerdote professo della Compagnia di Gesù; (Polminhac, Francia, 1838) e ucciso ad Ambiatibe (Madagascar) l'8 giugno 1896.


    - Beata Maria del Monte Carmelo (al secolo: Maria Carmela Sallés y Barangueras), Fondatrice delle Suore dell'Immacolata Concezione Missionarie dell'Insegnamento; spagnola (1848-1911).


    - Beata Marianna (al secolo: Barbara Cope), Religiosa professa della Congregazione delle Suore del Terz'Ordine di San Francesco di Syracuse, nota come Mother Marianne of Molokai; tedesca (1838- 1918).


    - Beata Caterina Tekakwitha, Laica; (nata nel 1656 ad Ossernenon (oggi Auriesville, Stati Uniti d'America) e morta a Sault (Canada) nel 1680.


    - Beato Pietro Calungsod, Martire, Laico; nato a Ginatilan o Naga di Cebu (Filippine) nel 1654 e ucciso a Guam nell'Arcipelago delle Marianne il 2 aprile 1672;


    - Beata Anna Schäffer, Laica; nata a Mindelstetten (Germania) (1882-1925).


    - Venerabile Servo di Dio Luigi Brisson, Sacerdote, Fondatore degli Oblati e delle Oblate di San Francesco di Sales; nato a Plancy (Francia), (1817-1908);


    - Venerabile Servo di Dio Luigi Novarese, Sacerdote diocesano, Fondatore della Pia Unione dei Silenziosi Operai della Croce; nato a Casale Monferrato (Italia), (1914-1984).

    - Venerabile Serva di Dio Maria Luisa (al secolo: Gertrude Prosperi), dell'Ordine di San Benedetto, Abbadessa del Monastero di Trevi in Umbria; nata a Fogliano di Cascia (Italia), (1799-1847).


    - Venerabile Serva di Dio Madre di San Luigi (al secolo: Maria Luisa Elisabetta de Lamoignon vedova Molé de Champlâtreux), Fondatrice delle Suore della Carità di San Luigi; nata a Parigi (Francia), (1763-1825).

    - Venerabile Serva di Dio Maria Crescenzia (al secolo: Maria Angelica Pérez), Religiosa professa della Congregazione delle Figlie di Maria Santissima dell'Orto; nata a San Martín (Argentina), (1897-1932).


    MARTIRIO



    - Servo di Dio Nicola Rusca, Sacerdote diocesano; nato a Bedano (Canton Ticino) nel mese di aprile 1563 e ucciso in odio alla Fede a Thusis (Svizzera) il 4 settembre 1618;


    - Servi di Dio Luigi Orenzio (al secolo: Antonio Solá Garriga) e 18 Compagni, dell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, di Antonio Matteo Salamero, Sacerdote Diocesano, nonché Giuseppe Gorostazu Labayen, Laico, padre di famiglia; uccisi in odio alla Fede in diversi luoghi entro i confini dell'Arcidiocesi di Madrid (Spagna) nel 1936;

    - Servi di Dio Alberto Maria Marco y Alemán e 8 Compagni, dell'Ordine dei Carmelitani dell'Antica Osservanza nonché Agostino Maria García Tribaldos e 15 Compagni, dell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane; uccisi in odio alla Fede in diversi luoghi entro i confini dell'Arcidiocesi di Madrid (Spagna) tra il 1936 e il 1937.

    - Servi di Dio Mariano Alcalá Pérez e 18 Compagni, dell'Ordine della Beata Vergine Maria della Mercede; uccisi in odio alla Fede in diversi luoghi entro i confini della Diocesi di Lleida (Spagna) tra il 1936 e il 1937.


    VIRTÙ EROICHE


    - Servo di Dio Donato Giannotti, Sacerdote diocesano, Fondatore della Congregazione delle Suore Ancelle dell'Immacolata; nato a Casapulla (Italia), (1828-1914).

    - Servo di Dio Maria Eugenio del Bambino Gesù (al secolo: Enrico Grialou), Sacerdote professo dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, Fondatore dell'Istituto Notre-Dame de Vie; nato a Gua/Aveyron (Francia), (1894-1967).

    - Serva di Dio Alfonsa Maria (al secolo: Elisabetta Eppinger), Fondatrice della Congregazione delle Suore del Ss.mo Salvatore; nata a Niederbronn (France), (1814-1867).

    - Serva di Dio Margherita Lucia Szewczyk, Fondatrice della Congregazione delle Figlie della Beata Maria Vergine Addolorata, dette Serafiche; nata a Szepetówka (Wołyń, Ucraina), (1828-1905).

    - Serva di Dio Assunta Marchetti, Cofondatrice delle Suore Missionarie di San Carlo; nata a Lombrici di Camaiore (Italia), (1871-1948).

    - Serva di Dio Maria Julitta (al secolo: Teresa Eleonora Ritz), Suora professa della Congregazione delle Suore del Redentore; nata a Uissigheim (Germania), (1882-1966);

    - Serva di Dio Maria Anna Amico Roxas, Laica, Fondatrice della Società di Sant'Orsola; nata a San Cataldo (Italia), (1883-1947).


    ***********************************************

    Catherine Takekwitha prima santa amerindia


    [SM=g1740733] Fra i nuovi santi spicca la figura di Catherine Tekakwitha, prima amerindia elevata alla gloria degli altari.

    Catherine o Kateri Tekakwitha, nata nel 1656 a Ossernenon, attuale Auriesville (Stati Uniti d'America), era figlia di un capo tribù Mohawk e di una india algonchina cattolica battezzata ed educata da missionari francesi. A quattro anni i suoi familiari morirono per una epidemia di vaiolo, a causa della quale, anche lei rimase sfigurata e con una notevole diminuzione della vista. Adottata da un parente, capo della tribù vicina, fu battezzata all'età di venti anni da un missionario francese.

    I membri della sua tribù, non comprendendo la sua nuova affiliazione religiosa, la emarginarono. Kateri esercitava la mortificazione fisica quale cammino di santità e pregava per la conversione dei suoi parenti e dei membri della sua tribù. Subì persecuzioni che attentavano alla sua vita per cui dovette fuggire per stabilirsi in una comunità di nativi cristiani a Kahnawake, Quebec (Canada), dove dedicò la sua vita alla preghiera, alla penitenza e alla cura dei malati e degli anziani. Fece voto di castità. Morì nel 1680, a 24 anni. Le sue ultime parole furono: "Gesù, ti voglio bene". La tradizione tramanda che le cicatrici di Catherine sparirono dopo la sua morte, rivelando un volto di grande bellezza; e che numerosi malati che avevano assistito ai funerali guarirono.

    Il processo di canonizzazione ebbe inizio nel 1884. Papa Pio XII la dichiarò Venerabile nel 1943 e il Beato Giovanni Paolo II la beatificò nel 1980. Prima Beata amerindia, i popoli nativi dell'America del Nord le dedicano una particolare devozione.




    [SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

    Caterina63
    00venerdì 10 febbraio 2012 13:45

    Sabato 18 febbraio 2012, alle ore 10.30, nella Basilica di San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI terrà Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di ventidue nuovi Cardinali, l’imposizione della berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del Titolo o Diaconia.

    Al termine del rito il Santo Padre Benedetto XVI terrà, altresì, Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione dei Beati:

    - Giacomo Berthieu, Sacerdote professo della Compagnia di Gesù, martire;

    - Pedro Calungsod, catechista laico, martire;

    - Giovanni Battista Piamarta, Sacerdote, Fondatore delle Congregazioni Sacra Famiglia di Nazareth e Umili Serve del Signore;

    - Maria del Monte Carmelo, Fondatrice della Congregazione delle Suore Concezioniste Missionarie dell’Insegnamento;

    - Maria Anna Cope, Religiosa professa della Congregazione delle Suore del Terz’Ordine di San Francesco di Syracuse (New York);

    - Caterina Tekakwitha, laica;

    - Anna Schäffer, laica.




    [SM=g1740757]


    Le tre chiavi del Paradiso di Anna Schäffer


    Il matrimonio mistico di un giovane bavarese


    di Anita Bourdin

    ROMA, venerdì, 17 febbraio 2012 (ZENIT.org) – Anche una tedesca sarà tra i santi di cui Papa Benedetto XVI annuncerà, sabato 18, la data di canonizzazione. E' Anna Schäffer (1882-1925), laica e mistica bavarese, beatificata da Giovanni Paolo II nel 1999.

    Questa secolare tedesca degli inizi del XX secolo offrì la sua prima comunione all'amore di Cristo. Terza degli otto figli del falegname bavarese Michele Schäffer e di Teresa Forster, viveva insieme alla famiglia sui modesti guadagni del padre.

    Anna ricevette l’istruzione elementare nelle scuole di Mindelstettene coltivando intanto il sogno di diventare suora e partire missionaria in terre lontane.

    A quei tempi era, però, necessaria una piccola dote per essere accolta in una congregazione religiosa, e per guadagnarsela la ragazza iniziò a lavorare a Ratisbona, all’età di 14 anni, in una famiglia di benestanti.

    Nel 1896, però la morte del padre le impedisce di realizzare il suo desiderio. Anna, infatti, è costretta a tornare a Mindelstetten per aiutare la famiglia in piena povertà, con cinque fratelli e sorelle più piccoli di lei.

    Occorre quindi un altro lavoro in qualche famiglia del posto. Trascorrono così alcuni anni; i piccoli di casa intanto crescono e forse presto non ci sarà più tanto bisogno di lei.

    Anna ritorna quindi a ripensare alla sua partenza in una missione lontana.

    Il 14 febbraio 1901, però, a 19 anni, avvenne una disgrazia che rappresentò il punto di svolta della sua vita: nella lavanderia della casa forestale di Stammham, dove lavorava, una canna fumaria stava per sfilarsi e cadere. Anna arrampicandosi per rimetterla a posto, cadde dentro una vasca di acqua calda con lisciva, e ne uscì riportando ustioni dolorosissime alle gambe, fino alle ginocchia. Questo incidente la rese invalida per sempre.

    Nonostante si fosse sottoposta a più di trenta operazioni nell’ospedale di Kosching e poi nel centro medico universitario di Erlangen, sembrava non ci fosse alcun rimedio alle piaghe che l’azione corrosiva del detergente le aveva provocato.

    Dovendo, perciò, rinunciare alla vocazione missionaria che aveva da sempre immaginato,

    Anna tornò, dopo mesi di ricovero, dalla sua famiglia a Mindelstetten, che intanto era divenuta più povera di prima.

    A 21 anni, Anna si ritrova ad essere protagonista di una disgrazia dopo l’altra. La famiglia è in rovina, lei prigioniera dei suoi dolori, resi insopportabili dalla certezza che non finiranno mai.

    In questa situazione insopportabile anche per una ragazza così ricca di fede come lei, inizia un periodo di ribellione: si sfoga quindi con i suoi parenti, con le amiche, con il suo parroco padre Karl Rieder.

    La conquista della serenità avvenne quindi dopo una lunga fatica, che porta Anna a convincersi che la sua non è una condanna, ma un compito che le affida il Signore al quale si è consacrata: condividere le sofferenze del Crocifisso, diventando “missionaria” dal suo letto.

    Accettando, quindi, questa sua difficile vocazione, Anna offre le sue tante sofferenze al Signore: paralisi totale delle gambe, irrigidimento del midollo spinale, tumore all’intestino, oltre a quelle dovute alla disgrazia in lavanderia.

    Così sofferente, cominciò a parlare dei suoi “sogni”, nei quali le appaiono il Signore e san Francesco e, nel 1901, ricevette la grazia di vedere il suo angelo custode che si presenta alla sua destra, di una bellezza indescrivibile, come il suo "amico più fedele".

    Da quel letto Anna restò sempre “attiva”, a voce o scrivendo lettere: consigliava e incoraggiava la gente venuta a chiederle aiuto e sostegno, scoprendosi una testimonianza indispensabile anche per i sani e i sicuri.

    Aderì alla scuola di San Francesco come Terziaria e come il Santo, suo “maestro” spirituale, ricevette le stimmate della Passione di Cristo, nel giorno della memoria di lui, il 4 ottobre 1910. In quell’occasione, chiese a Dio la grazia che esse rimanessero invisibili.

    "In questi momenti, credo che il mio Padre celeste mi ha amato particolarmente" disse una volta, riferendosi al crescere più intenso del dolore. Nel 1914, ricevette poi la grazia di uno sposalizio spirituale con Cristo.

    Quando le sue sofferenze glielo permettevano, inoltre, cuciva. Il Cuore Sacro era la raffigurazione preferita che immaginava e cuciva come una fiamma a forma di spighe di grano, a dimostrazione della sua devozione per l'Eucaristia.

    "L'Eucaristia - disse infatti Giovanni Paolo II nel giorno della sua beatificazione - è stata la fonte della sua forza".

    Nel settembre 1925, una caduta dal letto le tolse la voce. Morì il 5 ottobre, all'età di 43 anni, senza proferire alcuna parola se non il sussurro “Gesù, io vivo in te”.

    In compenso lasciò 12 libri dove confidava i suoi pensieri. "Ho tre chiavi del Paradiso - scrisse la giovane mistica - il più grande, di ferro e greggio, è pesante: è la mia sofferenza. Il secondo è l'ago di cucitura; il terzo è la penna".

    [Traduzione dal francese e rielaborazione a cura di Salvatore Cernuzio]



    [SM=g1740733]

    Caterina63
    00giovedì 10 maggio 2012 17:41

    PROMULGAZIONE DI DECRETI

    Città del Vaticano, 10 maggio 2012 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza privata il Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Nell’Udienza il Papa ha esteso alla Chiesa Universale il Culto liturgico in onore di Santa Ildegarda di Bingen, Monaca professa dell’Ordine di San Benedetto, tedesca (1089-1179, iscrivendola nel catalogo dei Santi.

     

    Santa Ildegarda di Bingen. Che cos'è la canonizzazione equipollente (O.R.)

     


    Che cos'è la canonizzazione equipollente


    Giovedì 10 maggio Papa Benedetto XVI ha esteso alla Chiesa universale il culto liturgico in onore di santa Ildegarda di Bingen. Si tratta di un caso tipico di “canonizzazione equipollente”.

    Ma cosa significa? [SM=g1740733]

    Nella sua opera De Servorum Dei beatificazione et de Beatorum canonizatione, Benedetto XIV ha formulato la dottrina sulla canonizzazione equipollente; si ha quando il Papa estende precettivamente a tutta la Chiesa il culto di un servo di Dio non ancora canonizzato, mediante l’inserimento della sua festa, con messa e ufficio, nel Calendario della Chiesa universale.
    In questo atto pontificio — scrive Fabijan Veraja nel suo libro Le cause di canonizzazione dei santi (Libreria Editrice Vaticana, 1992) — Benedetto XIV ravvisa gli estremi di una vera canonizzazione, cioè di una sentenza definitiva del Papa sulla santità del servo di Dio.

    Questa sentenza, però, non è espressa con la solita formula di canonizzazione, ma mediante un decreto obbligante tutta la Chiesa a venerare quel servo di Dio con il culto riservato ai santi canonizzati.

    Molti esempi di questa forma di canonizzazione risalgono al pontificato di Benedetto XIV; per esempio, i santi Romualdo (canonizzato 439 anni dopo la sua morte), Norberto, Bruno, Pietro Nolasco, Raimondo Nonnato, Giovanni di Matha, Felice di Valois, la regina Margaret di Scozia, il re Stefano d'Ungheria, Venceslao duca di Boemia e Papa Gregorio VII.



    (L'Osservatore Romano 12 maggio 2012)


    Nel corso della medesima Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:

    MIRACOLI attributi all'intercessione:

    - Venerabile Servo di Dio Tommaso da Olera (al secolo: Tommaso Acerbis), italiano, Laico professo dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, (1563-1631);

    - Venerabile Serva di Dio Maria Troncatti, Suora professa della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, italiana, (1883-1969);

    MARTIRIO

    - Servi di Dio Federico Bachstein e 13 Compagni, dell'Ordine dei Frati Minori, uccisi, in odio alla Fede, a Praga (Repubblica Ceca) il 15 febbraio 1611;

    - Servi di Dio Raimondo Castaño González e Giuseppe Maria González Solís, Sacerdoti professi dell'Ordine dei Frati Predicatori, Domenicani, uccisi, in odio alla Fede, a Bilbao (Spagna) il 2 ottobre 1936; [SM=g1740757]

    - Servi di Dio Giacomo Puig Mirosa e 18 Compagni, della Congregazione dei Figli della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, nonché Sebastiano Llorens Telarroja, Laico, uccisi, in odio alla Fede, in varie località della Spagna, tra gli anni 1936 e 1937;

    - Servo di Dio Odoardo Focherini, Laico, italiano, nato nel 1907 e ucciso, in odio alla Fede a Hersbruck (Germania) il 27 dicembre 1944;

    VIRTÙ EROICHE

    - Servo di Dio Raffaello Delle Nocche, Vescovo di Tricarico, Fondatore delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico, italiano (1877-1960);

    - Servo di Dio Federico Ireneo Baraga, Primo Vescovo di Marquette, sloveno (1797- 1868);

    - Servo di Dio Pasquale Uva, Sacerdote diocesano; Fondatore della Congregazione delle Suore Ancelle della Divina Provvidenza; italiano (1883-1955);

    - Servo di Dio Baldassarre Emanuele Pardal Vidal, Sacerdote diocesano, Fondatore dell'Istituto Secolare delle Figlie della Natività di Maria, spagnolo (1886-1963);

    - Servo di Dio Francesco Di Paola Victor, Sacerdote diocesano, brasiliano, (1827-1905);

    - Servo di Dio Giacomo Sevin, Sacerdote professo della Compagnia di Gesù, Fondatore degli Scouts de France e della Congregazione delle Suore della Santa Croce di Gerusalemme, francese (1882-1951);

    - Serva di Dio Maria Giuseppa del Santissimo Sacramento (al secolo: Maria Giuseppa Recio Martín), Fondatrice della Congregazione delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù, spagnola (1846-1883);

    - Serva di Dio Miriam Teresa Demjanovich, Suora professa della Congregazione delle Suore della Carità di Sant'Elisabetta, statunitense (1901-1927);

    - Serva di Dio Emilia Engel, dell'Istituto Secolare delle Sorelle di Maria di Schönstatt, tedesca, (1893-1955);

    - Serva di Dio Rachele Ambrosini, Laica; italiana (1925-1941);

    - Serva di Dio Maria Bolognesi, Laica, italiana (1924-1980).

    Infine, il 14 marzo 2012 il Sommo Pontefice autorizzò la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Felice Francesco Giuseppe della Concezione Varela Morales, Sacerdote diocesano, cubano 1788-1853.

    SAN JUAN DE AVILA SARÀ PROCLAMATO DOTTORE DELLA CHIESA

    Città del Vaticano, 10 maggio 2012 (VIS). "È per me motivo di gioia ricevervi in occasione della commemorazione del cinquantenario dell'attuale sede del Pontificio Collegio Spagnolo di San José, e nella memoria liturgica di San Juan de Avila, Patrono del clero diocesano spagnolo che prossimamente proclamerò Dottore della Chiesa universale", ha detto Benedetto XVI agli studenti, ai rettori, ai superiori e ai religiosi del Pontificio Collegio, nel riceverli questa mattina in udienza.

    "La formazione specifica dei sacerdoti - ha aggiunto il Pontefice - è sempre una delle più importanti priorità della Chiesa. Nell'essere inviati a Roma per approfondire i vostri studi dovete pensare sopratutto, non tanto al vostro bene particolare, ma al servizio al popolo santo di Dio, che ha bisogno di pastori che si dedichino al bel servizio di santificazione dei fedeli, con preparazione e competenza. (...) Però ricordate che il sacerdote rinnova la sua vita e attinge forza per il suo ministero dalla contemplazione della Parola di Dio e dall'intenso dialogo con il Signore. Egli è consapevole che non potrà portare Cristo ai suoi fratelli né incontrarlo nei poveri e nei malati, se non Lo scoprirà nella fervente e costante preghiera". (...)

    "Cari sacerdoti che la vita e la dottrina del Santo Maestro Juan de Avila illuminino e sostengano il vostro soggiorno nel Pontificio Collegio Spagnolo di San José. La sua profonda conoscenza della Sacra Scrittura, dei santi Padri, dei concili, delle fonti liturgiche e della teologia, con il suo amore fedele e filiale alla Chiesa, fece di lui un autentico rinnovatore, in un'epoca difficile della storia della Chiesa", ha spiegato il Papa citando le parole pronunciate da Paolo VI, nella cerimonia di canonizzazione del santo andaluso: "Fu uno spirito chiaroveggente e ardente, che alla denuncia dei mali, al suggerimento dei rimedi canonici, ha aggiunto una scuola di intensa spiritualità".

    "L'insegnamento centrale dell'Apostolo dell'Andalusia è il mistero di Cristo, Sacerdote e Buon Pastore, vissuto in sintonia con i sentimenti del Signore, a imitazione di San Paolo (...). Vi invito ad esercitare il vostro ministero presbiterale con lo stesso zelo apostolico che caratterizzava San Juan de Avila, con la sua stessa austerità di vita, con il medesimo affetto filiale che nutriva per la Vergine Maria, Madre del sacerdote", ha concluso il Santo Padre.



    [SM=g1740733]

    Caterina63
    00giovedì 18 ottobre 2012 00:03
    Filippine
    Catechista e martire nelle Marianne. Domenica 21 ottobre Benedetto XVI proclama sette nuovi santi, tra i quali il diciassettenne filippino Pietro Calungsod (1654-1672)

    L'Osservatore Romano

    Quando Giovanni Paolo II lo ha beatificato, il 5 marzo 2000, ha indicato nella sua testimonianza un esempio per tutti i giovani. Il martire filippino Pedro Calungsod, catechista tra le popolazioni dei Chamorros, nell’Oceano Pacifico occidentale, «oggi intercede per i giovani, in particolare quelli della sua terra filippina — disse in quell’occasione Papa Wojtyła — e li sfida: giovani amici, non esitate a seguire l'esempio di Pedro».
    Ma chi era il catechista diciassettenne ucciso insieme con il gesuita Diego Luis de San Vitores?

    Originario della regione di Visayas, era nato nel territorio dell’arcidiocesi di Cebu, nel 1655. Di lui si sa ben poco. È certo che fu uno dei ragazzi catechisti che, insieme ai missionari gesuiti spagnoli, dalle Filippine si spinsero fino alle Isole Ladroni, situate nell’Oceano Pacifico occidentale, per evangelizzare i Chamorros.
    La vita in quelle terre era dura: le provviste per la missione non arrivavano regolarmente; la giungla era troppo fitta per essere attraversata; le scogliere si scalavano con molta difficoltà e le isole venivano frequentemente flagellate da devastanti tifoni.
    Ciò nonostante, i missionari lavoravano con tenacia per evangelizzare gli abitanti delle isole, molti dei quali si convertivano al cristianesimo. Furono gli stessi gesuiti a ribattezzare quelle terre con il nome di Marianne, in onore della Madonna e della regina reggente di Spagna, María Anna, che fu la benefattrice della missione.

    Le vicende dei missionari si intrecciarono con quelle di un guaritore cinese, chiamato Choco, che operava tra i Chamorros denigrando sistematicamente l’azione dei gesuiti. Le calunnie nei confronti dei religiosi cominciarono a diffondersi, creando difficoltà alla missione e allontanando da essa le popolazioni. In questo clima di tensione ebbe inizio una vera e propria persecuzione contro i missionari.
    L’episodio più drammatico si verificò il 2 aprile 1672, che quell’anno coincideva col sabato precedente la domenica della Passione. Verso le sette del mattino, Pedro e il superiore della missione, padre de San Vitores, giunsero al villagio di Tomhom, nell’isola di Guam.

    Venuti a conoscenza della nascita di una bambina, si recarono dal padre della piccola, chiamato Matapang, per chiedergli di battezzarla. Matapang, dapprima convertitosi al cristianesimo e amico dei missionari ma in seguito allontanatosi da loro, rifiutò decisamente. Sperando di riuscire a fargli cambiare idea, padre Diego e Pedro riunirono i bambini e gli adulti del villaggio presso la spiaggia vicina e cominciarono a parlare con loro delle verità della fede. Invitarono anche Matapang, il quale tuttavia continuò a mantenere il suo atteggiamento ostile, manifestando addirittura l’intenzione di uccidere i missionari.

    Per mettere in atto il suo proposito cercò un alleato in un altro abitante del villaggio, di nome Hirao, che non era cristiano. Dapprima egli rifiutò, memore della gentilezza dei missionari verso gli indigeni; ma quando Matapang lo bollò da codardo, si sentì offeso e acconsentì. Nel frattempo, durante l’assenza di Matapang dalla sua capanna, padre Diego e Pedro, con il consento della madre, avevano preso la decisione di battezzare la bambina.

    Quando lo venne a sapere, Matapang divenne furioso e attaccò il giovane Pedro scagliando contro di lui lance e frecce. I testimoni raccontano che il ragazzo avrebbe avuto la possibilità di scappare, ma non volle lasciare solo padre Diego.
    Quanti conobbero personalmente Pedro testimoniarono che egli avrebbe avuto la meglio nei confronti dei suoi aggressori se solo avesse avuto a disposizione qualche strumento con cui difendersi; ma padre Diego non permise mai ai suoi compagni di andare in giro armati. Alla fine Pedro fu raggiunto da una freccia in pieno petto e cadde al suolo. Hirao si scaraventò su di lui e lo finì con un colpo di scimitarra alla testa.
    Padre Diego riuscì a impartire a Pedro l’assoluzione sacramentale. Poi gli assassini uccisero anche lui.

    Matapang prese il crocifisso del religioso e lo fece a pezzi con una pietra. Poi i due carnefici spogliarono i corpi di Pedro e padre Diego, li trascinarono fino alla riva del mare, legarono ai loro piedi dei grandi massi, li portarono al largo su una barca e li gettarono nel fondo dell’oceano. I resti mortali dei martiri non furono mai recuperati.

    Padre Diego Luis de San Vitores è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 6 ottobre 1985.

    ****************

    Madagascar
    Il gesuita che rimase con i cristiani del Madagascar. Domenica 21 ottobre Benedetto XVI proclama sette nuovi santi, tra i quali il francese Giacomo Berthieu (1838-1896)
    L'Osservatore Romano

    (Marc Lindeijer, assistente della postulazione della Compagnia di Gesù) «Anche se foste divorati da un caimano, risuscitereste». Sono parole che il gesuita francese Giacomo Berthieu, missionario martire in Madagascar, ripeteva nelle sue catechesi agli indigeni. Parole che si avverarono nel 1896 quando i suoi carnefici gettarono il cadavere nel vicino fiume Mananara infestato dai grossi rettili.
    Nato a Monlogis (Alvernia) nel 1838 e ordinato sacerdote nel 1864, era stato viceparroco per ben nove anni, prima di entrare nella Compagnia di Gesù, nel 1873, presentandosi per le missioni. Due anni più tardi annunciò a un suo compagno di studi: «Sono destinato come futuro apostolo dei malgasci». Chissà se immaginava che sarebbe diventato il loro protomartire.

    Le sue qualità notate nel noviziato (buono, fiducioso, sorridente e sereno) si tradussero — come ha detto Paolo VI alla beatificazione nel 1965 — in «passione per le anime» e «carità per gli uomini», che «tanto più si compiace mostrarsi eccelsa e sconfinata quanto più gli uomini a cui si rivolge affabile e gratuita, sono lontani, sono sconosciuti, sono per lingua, per costumi, per diffidenza, per cecità di giudizio e d’interesse, difficili e quasi refrattari al colloquio del messaggero evangelico». Ma l’inizio della vita missionaria non fu facile per il trentaseienne: il clima, la lingua, la cultura, erano per lui tutte cose nuove. Nel primo campo di lavoro assegnatogli, l’isola di Santa Maria, si dedicò totalmente all’insegnamento del catechismo, alle visite ai poveri e ai lebbrosi, ai battesimi, alla preparazione alle prime comunioni e alla celebrazione e regolarizzazione dei matrimoni, assistendo nel contempo gli indigeni addetti a una coltivazione agricola, dalla quale la missione traeva i mezzi necessari per sostenere la scuola dei bambini.

    Nel 1881 però i decreti di espulsione dei religiosi emanati dal Governo francese e il successivo scoppio della prima guerra franco-hova (1883) lo costrinsero a ripetuti spostamenti, con diciotto stazioni missionarie da accudire, situate nei luoghi più remoti e meno accessibili. Scrisse: «Sera e mattino insegno il catechismo, e il resto del tempo lo dedico a ricevere gente, oppure a visitare tutti quelli del vicariato, amici e nemici, per guadagnarli tutti a nostro Signore». I fedeli dissero di lui: «Era un padre che non abbandonava i suoi figli».
    Nel 1894 scoppiò la seconda guerra contro la Francia e padre Berthieu dovette ancora una volta allontanarsi, ritornando soltanto dopo più di un anno, in tempo tuttavia per poter condividere le preoccupazioni dei malgasci causate dalle notizie sulla violenza dei ribelli, non soltanto contro le autorità francesi, ma pure contro i missionari.

    Nel marzo 1896 il villaggio in cui si trovava fu sgomberato dall’armata francese. Il gesuita quasi sessantenne rimase in mezzo ai suoi «buoni cristiani». A giugno ricevette di nuovo notizia di un necessario sgombero; duemila profughi, preceduti dalle truppe francesi, si misero in cammino. Con il protrarsi della marcia, la fila si assottigliò e mentre i soldati stavano in testa, i malati, i vecchi, i bambini rimanevano indietro, sempre più distanti. Padre Berthieu, a cavallo, cercava di incoraggiarli, ma quando un dipendente della missione, non più in grado di camminare, gridò aiuto, il missionario gli diede il suo cavallo e riprese la marcia a piedi, fino a perdere completamente di vista i soldati. Così quando alcuni ribelli fecero irruzione, Giacomo Berthieu, insieme ad altri cristiani, fuggì nel villaggio di Ambohibemasoandro, dove trascorse la notte e celebrò la messa il mattino seguente, 8 giugno. Sarebbe stata l’ultima.

    Qualche ora più tardi i ribelli invasero il villaggio e catturarono il missionario, colpendolo ripetutamente con un’accetta.
    Alcuni avrebbero voluto ucciderlo subito, però fu deciso di condurlo al campo distante quindici chilometri, per presentarlo al capo. Quando il corteo giunse ad Ambohitra, villaggio che egli aveva convertito, implorò: «Figli miei, volete darmi un panno per coprirmi, perché ho freddo»? Gli abitanti però non osarono soccorrerlo. Passando davanti alla chiesa dove tante volte aveva amministrato i sacramenti, manifestò il desiderio di entrarvi, ma non gli fu permesso. Si inginocchiò allora davanti alla porta e pregò; teneva in mano il rosario e ne baciò la croce. I ribelli si fecero beffe di lui e dei suoi “amuleti”. Quando disse che il crocifisso rappresentava il Salvatore degli uomini, lo percossero con il calcio dei fucili.

    Verso sera alcuni del gruppo, presso una grossa pietra chiamata Farovoay, decisero di tornare alle loro case, per cui vollero sbarazzarsi del prigioniero: gli tolsero gli ultimi vestiti e lo buttarono a terra. Padre Berthieu chiese di poter pregare per i suoi uccisori. «Rinuncia alla tua cattiva religione — fu la risposta — non ingannare più la gente e noi ti porteremo con noi e ti faremo nostro capo» E lui: «Io non posso assolutamente acconsentire a ciò, figlio mio; preferisco morire». Allora gli furono sparati alcuni colpi e il capitano gli diede il colpo di grazia alla nuca. Poi, per timore della reazione dei soldati francesi, il cadavere fu gettato nel fiume, nel quale scomparve per sempre.


    L'Osservatore Romano 18 ottobre 2012

    [SM=g1740733]

    Caterina63
    00giovedì 20 dicembre 2012 14:45
    [SM=g1740720] DECRETI CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

    Città del Vaticano, 20 dicembre 2012 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza privata il Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Papa ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:

    MIRACOLI

    - Beati Antonio Primaldo e Compagni, Martiri, uccisi il 13 agosto 1480 ad Otranto (Italia);

    - Beata Laura di Santa Caterina da Siena (al secolo: Maria Laura di Gesù Montoya y Upegui), Fondatrice della Congregazione delle Suore Missionarie della Beata Vergine Maria Immacolata e di Santa Caterina da Siena; colombiana (1874-1949).

    - Beata Maria Guadalupe (al secolo: Anastasia Guadalupe García Zavala), Confondatrice delle Ancelle di Santa Margherita Maria e dei Poveri; messicana (1878-1963);

    - Venerabile Servo di Dio Antonio Franco, Prelato Ordinario di Santa Lucia del Mela; italiano, (1585-1626);

    - Venerabile Servo di Dio Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero, Sacerdote diocesano, argentino (1840-1914);

    - Venerabile Servo di Dio Cristoforo di Santa Caterina (al secolo: Cristoforo Fernández Valladolid), Sacerdote, Fondatore della Congregazione Ospedaliera di Gesù Nazareno, spagnolo (1638-1690);

    - Venerabile Serva di Dio Sofia Czeska-Maciejowska, Fondatrice della Congregazione delle Vergini della Presentazione della Beata Vergine Maria; polacca (1584-1650);

    - Venerabile Serva di Dio Margherita Lucia Szewczyk, Fondatrice della Congregazione delle Figlie della Beata Maria Vergine Addolorata dette Serafitki; ucraina (1828-1905);

    MARTIRIO

    - Servo di Dio Miroslav Buleši?, Sacerdote diocesano; croato nato nel 1920 ed ucciso, in odio alla Fede, a Laniš?e (Croazia) il 24 agosto 1947;

    - Servi di Dio Giuseppe Saverio Gorosterratzu e 5 Compagni, della Congregazione del Ss.mo Redentore; uccisi, in odio alla Fede, in Spagna tra il 1936 e il 1938;

    - Servi di Dio Riccardo Gil Barcelón, Sacerdote, e Antonio Arrué Peiró, Postulante, della Congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza; uccisi, in odio alla Fede, a Valenza (Spagna) nel 1936;

    - Servo di Dio Emanuele della Sacra Famiglia (al secolo: Emanuele Sanz Domínguez), Monaco professo e Riformatore dell'Ordine di San Girolamo; nato a Sotodosos (Spagna) nel 1887 e ucciso, in odio alla Fede, a Paracuellos de Jarama (Spagna) tra il 6 e l'8 novembre 1936;

    - Serve di Dio Maria di Montserrat (al secolo: Giuseppa Pilar García y Solanas) e 8 Compagne, Suore professe dell'Istituto delle Minime Scalze di San Francesco di Paola, nonché Lucrezia García y Solanas, Laica, Vedova; uccise, in odio alla Fede, a Barcellona (Spagna) il 23 luglio 1936;

    - Serve di Dio Melchiorra dell'Adorazione Cortés Bueno e 14 Compagne, della Società delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli; uccise, in odio alla Fede, in Spagna tra il 1936 e il 1937;

    VIRTÙ EROICHE

    [SM=g1740733] - Servo di Dio Paolo VI (Giovanni Battista Montini), Sommo Pontefice; nato a Concesio (Italia) il 26 settembre 1897 e morto a Castelgandolfo (Italia) il 6 agosto 1978;

    - Servo di Dio Francesco Saverio Petagna, Vescovo di Castellammare di Stabia, Fondatore della Congregazione delle Suore dei Sacri Cuori; italiano (1812-1878);

    - Servo di Dio Giovanni Giuseppe Giacomo Bonal Cortada, Sacerdote, Fondatore della Congregazione delle Suore della Carità di Sant'Anna; spagnolo (1769-1829);

    - Servo di Dio Ludovico Maria Baudouin, Sacerdote, Fondatore delle Congregazioni dei Figli di Maria Immacolata nonché delle Suore Orsoline di Gesù di Chavagnes; francese (1765-1835);

    - Serva di Dio Giovannina Franchi, Fondatrice delle Suore Ospedaliere di Maria Addolorata di Como; italiana (1807-1872);

    - Serva di Dio Marcellina di San Giuseppe (al secolo: Luigia Aveledo), Fondatrice della Congregazione delle Suore dei Poveri di San Pietro Claver; venezuelana (1874-1959);

    - Serva di Dio Claudia Russo, Fondatrice della Congregazione delle Suore Povere Figlie della Visitazione della Beata Vergine Maria; italiana (1889-1964);

    - Serva di Dio Maria Francesca delle Piaghe (al secolo: Rosa Elena Cornejo), Fondatrice della Congregazione delle Suore Missionarie Francescane dell'Immacolata; ecuadoregna (1874-1964);

    - Serva di Dio Chiara Ludovica Szcz?sna, Confondatrice della Congregazione delle Ancelle del Ss.mo Cuore di Gesù; polacca (1863-1916);

    - Serva di Dio Consolata (al secolo: Gioacchina Maria Mercedes Barceló y Pagés), Confondatrice della Congregazione delle Suore Agostiniane di Nostra Signora della Consolazione; spagnola (1857-1940).

    *****************

    Il Papa canonizza 800 martiri di Otranto che non si convertirono all'Islam

    di Franca Giansoldati

    CITTA’ DEL VATICANO- Papa Ratzinger ha deciso di canonizzare 800 martiri italiani uccisi per mano islamica il 13 agosto 1480 a Otranto perché rifiutarono di convertirsi e rinnegare Cristo.
    «I Beati Martiri di Otranto, Antonio Primaldo e compagni morirono per la loro fedeltà a Cristo, presto diventeranno santi» hanno annunciato congiuntamente il Vaticano assieme all’arcivescovo pugliese, monsignor Donato Negro, dopo che Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il cardinale Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi autorizzando la promulgazione del decreto riguardante un miracolo attribuito all'intercessione dei martiri.
    Nel XVI secolo Otranto venne assediata dai turchi e, dopo una lunga battaglia, cadde sotto il dominio ottomano. Il comandante dei turchi, Gedik Achmed Pascià, ordinò che tutti gli uomini superstiti, circa 800 dai 15 anni in su, fossero costretti a rinnegare la fede cristiana.
    Antonio Primaldo, un umile calzolaio (anche se altre cronache riportano che faceva il cimatore di panni), a nome di tutti i cristiani prigionieri dichiarò che nessuno di loro si sarebbe mai convertito.
    «Essi tenevano Gesù Cristo per il figlio di Dio e che piuttosto volevano mille volte morire che rinnegarlo e farsi turchi» raccontano le cronache giunte sino a noi.
    Di fronte a questa risposta Achmed Pascià condannò a morte tutti gli 800 prigionieri. Antonio Primaldo e compagni furono subito riconosciuti martiri dalla popolazione e la Chiesa locale ogni anno, il 14 agosto, celebra devotamente la loro memoria.
    Il 14 dicembre 1771 fu emanato il decreto di conferma del culto «ab immemorabili» tributato ai martiri. Poi cadde il silenzio. Solo nel 1988 fu nominata dall'arcivescovo di Otranto di allora la commissione storica per fare luce sulla strage e negli anni 1991-1993 fu fatta l'inchiesta diocesana, riconosciuta valida dalla Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 27 maggio 1994. Il 6 luglio 2007 Benedetto XVI ha approvato il decreto con cui si riconosceva che i Beati Antonio Primaldo e compagni erano stati uccisi per la loro fedeltà a Cristo.

    «La nostra diocesi attendeva questo momento da tempo - scrive monsignor Negro - In un'epoca di crisi profonda, l'imminente canonizzazione dei nostri martiri è un forte invito a vivere fino in fondo il martirio quotidiano, fatto di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa». Il miracolo riconosciuto (necessario per il decreto) è relativo alla guarigione da un cancro di suor Francesca Levote, monaca professa delle Sorelle Povere di Santa Chiara.


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