Pronta la Nuova Traduzione inglese del Messale Romano, il Papa la spiega

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Caterina63
00mercoledì 28 aprile 2010 19:36
Benedetto XVI in occasione del pranzo con i membri del Comitato "Vox Clara"

Presto pronta la nuova traduzione inglese dei testi liturgici



Sarà pronta presto la nuova traduzione inglese del Messale Romano. Lo ha detto il Papa incontrando i membri del Comitato "Vox Clara" - che dal 2001 svolge un'opera di consulenza alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti in materia di celebrazione del Rito romano in lingua inglese - con i quali ha pranzato nella tarda mattinata di mercoledì 28 aprile, al termine dell'udienza generale.

Dear Brother Bishops,
Members and Consultors
of the Vox Clara Committee,
Reverend Fathers,
I thank you for the work that Vox Clara has done over the last eight years, assisting and advising the Congregation for Divine Worship and the Discipline of the Sacraments in fulfilling its responsibilities with regard to the English translations of liturgical texts. This has been a truly collegial enterprise. Not only are all five continents represented in the membership of the Committee, but you have been assiduous in drawing together contributions from Bishops' Conferences in English-speaking territories all over the world. I thank you for the great labour you have expended in your study of the translations and in processing the results of the many consultations that have been conducted. I thank the expert assistants for offering the fruits of their scholarship in order to render a service to the universal Church. And I thank the Superiors and Officials of the Congregation for their daily, painstaking work of overseeing the preparation and translation of texts that proclaim the truth of our redemption in Christ, the Incarnate Word of God.
Saint Augustine spoke beautifully of the relation between John the Baptist, the vox clara that resounded on the banks of the Jordan, and the Word that he spoke. A voice, he said, serves to share with the listener the message that is already in the speaker's heart. Once the word has been spoken, it is present in the hearts of both, and so the voice, its task having been completed, can fade away (cf. Sermon 293). I welcome the news that the English translation of the Roman Missal will soon be ready for publication, so that the texts you have worked so hard to prepare may be proclaimed in the liturgy that is celebrated across the anglophone world. Through these sacred texts and the actions that accompany them, Christ will be made present and active in the midst of his people. The voice that helped bring these words to birth will have completed its task.
A new task will then present itself, one which falls outside the direct competence of Vox Clara, but which in one way or another will involve all of you - the task of preparing for the reception of the new translation by clergy and lay faithful. Many will find it hard to adjust to unfamiliar texts after nearly forty years of continuous use of the previous translation. The change will need to be introduced with due sensitivity, and the opportunity for catechesis that it presents will need to be firmly grasped. I pray that in this way any risk of confusion or bewilderment will be averted, and the change will serve instead as a springboard for a renewal and a deepening of Eucharistic devotion all over the English-speaking world.
Dear Brother Bishops, Reverend Fathers, Friends, I want you to know how much I appreciate the great collaborative endeavour to which you have contributed. Soon the fruits of your labours will be made available to English-speaking congregations everywhere. As the prayers of God's people rise before him like incense (cf. Psalm 140: 2), may the Lord's blessing come down upon all who have contributed their time and expertise to crafting the texts in which those prayers are expressed. Thank you, and may you be abundantly rewarded for your generous service to God's people.

Pubblichiamo una nostra traduzione italiana delle parole del Papa.

Cari Fratelli Vescovi,
Membri e Consiglieri
del Comitato Vox Clara,
Reverendi Padri,
vi ringrazio per l'opera che Vox Clara ha compiuto negli ultimi otto anni, assistendo e consigliando la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti nell'adempimento delle sue responsabilità relativamente alle traduzioni in inglese di testi liturgici. Si è trattato di un'impresa veramente collegiale.

Non solo fra i membri del Comitato sono rappresentati tutti i cinque continenti, ma siete stati assidui nel trarre contributi dalle Conferenze episcopali nei territori anglofoni in tutto il mondo. Vi ringrazio per il grande impegno profuso nel vostro studio delle traduzioni e nell'elaborazione dei risultati delle numerose consultazioni fatte. Ringrazio gli esperti per aver offerto i frutti del loro studio al fine di rendere un servizio alla Chiesa universale. Ringrazio i Superiori e i Funzionari della Congregazione per la loro faticosa opera quotidiana di supervisione della redazione e della traduzione di testi che proclamano la verità della nostra redenzione in Cristo, il Verbo Incarnato di Dio.

Sant'Agostino ha parlato in modo molto bello del rapporto fra Giovanni Battista, la vox clara che risuonava sulle sponde del Giordano, e la Parola che annunciava. Una voce, diceva, serve a condividere con chi ascolta il messaggio che è già nel cuore di chi parla. Una volta pronunciata la parola, essa è presente nel cuore di entrambi e quindi la voce, dopo aver svolto il suo compito, può svanire (cfr Sermone 293).

Accolgo con favore la notizia che la traduzione inglese del Messale Romano sarà presto pronta per la pubblicazione cosicché i testi che avete faticato tanto a preparare possano essere proclamati nella liturgia che si celebra nel mondo anglofono. Attraverso questi testi sacri e le azioni che li accompagnano, Cristo sarà reso presente e attivo fra la sua gente. La voce che ha contribuito a far scaturire queste parole avrà completato il suo compito.

Poi si presenterà un nuovo compito, che non rientra nelle competenze dirette di Vox Clara, ma che, in un modo o nell'altro, coinvolgerà tutti voi, il compito di preparare la ricezione della nuova traduzione da parte del clero e dei fedeli laici. Molti troveranno difficile adattarsi a testi insoliti dopo quasi quarant'anni di uso costante della traduzione precedente. Il cambiamento dovrà essere introdotto con la dovuta sensibilità e l'opportunità di catechesi che esso presenta dovrà essere colta con fermezza. Prego affinché in questo modo venga evitato qualsiasi rischio di confusione o disorientamento e il cambiamento serva invece come trampolino per un rinnovamento e per un approfondimento della devozione eucaristica in tutto il mondo anglofono.

Cari Fratelli Vescovi, Reverendi Padri, Amici, voglio che sappiate quanto apprezzo il grande sforzo collaborativo al quale avete contribuito. Presto i frutti delle vostre fatiche saranno resi disponibili alle congregazioni anglofone ovunque. Come le preghiere del popolo di Dio stanno davanti a Lui come incenso (cfr Sal 140, 2), che la benedizione del Signore discenda su tutti coloro che hanno impiegato il proprio tempo e la propria esperienza per la redazione dei testi in cui quelle preghiere sono espresse. Grazie, e che possiate essere abbondantemente ripagati per il vostro servizio generoso al popolo di Dio.


(©L'Osservatore Romano - 29 aprile 2010)

Caterina63
00sabato 8 maggio 2010 16:50
Broncio e te pareva??!!

Ventimila firme contro il nuovo messale di Benedetto XVI


Se c’è un settore nel quale l’autentico spirito del Concilio Vaticano II è stato maggiormente frainteso, a tratti tradito, è la liturgia. E, in particolare, la traduzione dei testi liturgici: il messale, il lezionario, la liturgia delle ore. Benedetto XVI sta cercando di mettere le cose a posto. E di far sì che le varie traduzioni in lingua volgare dei testi siano il più possibile aderenti al latino, la lingua che mai il Concilio abolì ma che la chiesa, per vari motivi, ha smesso di usare. Sono troppe le traduzioni non aderenti all’originale e, per questo motivo, contrarie alla dottrina.

Settimana scorsa Benedetto XVI ha approvato la nuova traduzione in inglese del messale romano. Il lavoro di traduzione è durato dieci anni e non senza fatica è giunto al termine. Si tratta di una traduzione fortemente voluta da Ratzinger perché maggiormente aderente all’originale latino. Perché anche nella traduzione dei testi liturgici vale la visione offerta dal Papa il 22 dicembre del 2005 parlando alla curia romana: il Concilio non fu un momento di rottura col passato ma deve essere interpretato in un’ottica di continuità.

Il nuovo messale è stato approvato dagli episcopati anglofoni ed entrerà in uso nell’autunno del 2011. Ma non tutti sono d’accordo. Vari settori del mondo statunitense, ma anche romano, stanno reagendo con veemenza. In sostanza, c’è chi vede in questa nuova traduzione la volontà del Papa di fare un passo indietro rispetto alla riforma liturgica del Vaticano II.

Padre Michael G. Ryan è parroco della cattedrale di San Giacomo a Seattle, negli Stati Uniti. Ha raccolto in poco tempo venti mila firme per chiedere che la nuova traduzione sia sottoposta alla verifica di un gruppo-pilota di parrocchie prima di entrare in vigore. Dice: “E’ paradossale, per usare un eufemismo, che passiamo ore e ore a consultarci per ristrutturare un edificio della chiesa o della sala parrocchiale, ma neanche un po’ di tempo quando si tratta di ‘rinnovare’ il linguaggio della liturgia”. E’ padre Ryan, con altri, che ha fatto partire una sorta di protesta su un sito internet: whatifwejustsaidwait.org (letteralmente, “e se aspettassimo?”). Si tratta di una raccolta di firme provenienti da Inghilterra, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda, Canada e Stati Uniti. “Siamo convinti”, si legge sul sito, “che sarebbe un grande errore l’adozione di traduzioni altamente controverse”.

Contro la nuova traduzione si sono espressi anche il vescovo Donald W. Trautman, ex presidente della Commissione episcopale Usa per la liturgia, e padre Anscar Chupungco, ex presidente del Pontificio istituto liturgico Sant’Anselmo, a Roma. Per quest’ultimo, la riforma porterebbe l’orologio della storia “indietro di mezzo secolo”. Negli Stati Uniti, però, la gerarchia fa quadrato: “I testi possono suonare poco familiari, ma più se ne capirà il senso e più sarà significativo il loro uso nella liturgia”, dice il vescovo Arthur J. Serratelli, presidente della Commissione episcopale per il culto. Secondo il presule, alcune critiche vengono formulate “senza aver visto più di qualche esempio fuori contesto”. Insomma, il testo “non è perfetto, ma la perfezione arriverà solo quando la liturgia in terra cederà il passo a quella del cielo”.

Pubblicato sul Foglio giovedì 6 maggio 2010




 Occhi al cielo Leggendo questa frase:
“Siamo convinti”, si legge sul sito, “che sarebbe un grande errore l’adozione di traduzioni altamente controverse”……..

dunque il Papa sbaglia e loro no!! loro sono CONVINTI? sulla Liturgia? ma proprio da questo stanno dimostrando la necessità da parte del Pontefice di correggere quegli errori di cui sono tanto “convinti” come fossero un bene…
Quanti danni sono stati fatti, eccoli i risultati, al Papa non si obbedisce più, si raccolgono firme contro le sue decisioni, ma si vuole rimanere cattolici…si pèretende che il Papa abbia torto e loro ragione….si continua a seminare la falsa dottrina che la Liturgia possa conformarsi alle idee di ciascuno…
Leggete la Emmerich e comprenderete bene che siamo davvero nella grande apostasia….

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