Richieste di Preghiere (Preghiera e consigli spirituali)

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Caterina63
00lunedì 9 marzo 2009 13:05
                                         


Tutti abbiamo bisogno di Preghiere.. [SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]

Mi è giunta una email alla quale togliendo il nome, può tornare utile per pregare INSIEME ....[SM=g1740733]

Carissima Caterina,
il periodo difficile per la mia famiglia cui accennavo nel 3d "richiesta di preghiere" non è purtroppo ancora terminato. Io provo ad accogliere la tribolazione nello spirito della Quaresima abbracciando, fin dove possibile nei limiti della mia assai povera umanità, la Croce che Cristo mi manda. Mi rivolgo a te per la grande fede che hai sempre manifestato in questi anni e ti chiedo la cortesia di un ricordo nella preghiera; a mia volta pregherò il Signore perchè ti renda cento volte tanto. Se tu potessi affidare questa mia intenzione a qualche ordine contemplativo con cui sei in particolare contatto o a te particolarmente caro, te ne sarei ugalmente riconoscente. Perdona la mia sfrontatezza in questa mia richiesta diretta, ma ho davvero tanto bisogno di sentire che non sono solo nel terribile combattimento spirituale che sto affrontando.
Grazie di cuore,



Caro *****....non devi chiedere scusa di nulla.... Occhiolino
indubbiamente ti affiderò al Signore per mezzo di Maria...
e ti invio anche l'indirizzo di queste fantastiche monache di Clausura Domenicane, che sono in rete proprio per raccogliere le richieste di preghiera:
http://www.monasterodomenicane.org/
calcola solo che fino al 15 marzo non ti risponderà nessuna perchè sono in ritiro spirituale, ma dopo vedrai  [SM=g1740722] 
qui potrai ritemprarti un pò lo spirito:
http://www.facebook.com/home.php?ref=home#/profile.php?id=1054692102&ref=mf
se il collegamento non funzionasse, si chiamano, su facebook: Monastero Domenicano

Una volta santa Teresa d'Avila, mentre pregava e tribolava per le dure prove e tentazioni...dice a Gesù:
- Signore, come tratti duramente chi ti ama! E' davvero difficile seguirti sulla Croce...
Gesù la consola rispondendole:
- Ma io è così che tratto i miei AMICI....
santa Teresa che aveva l'umorismo tipico dei Santi, risponde a getto:
- Ora capisco perchè ne hai così pochi!

 [SM=g1740725]

Questo scambio di battute è autentico ed è riportato negli scritti della Santa... [SM=g1740744]  e contengono una profonda verità: non è vero che Gesù ha tanti amici...
Ti sia di conforto il Getsmani attraverso il quale Gesù ci ha lasciato una autentica fotografia del nostro Calvario specialmente spirituale...perchè quando si soffre nel corpo o negli affetti, o non si vedono vie d'uscita ai problemi che ci affliggono, è il momento del Getzemani...non è ancora la Croce [SM=g1740733]

Si, la mia fede è grande ed è dono, ma non credere che mi risolva i problemi, anzi spesso me li peggiora... [SM=g1740727]  e allora mi rifaccio sempre il breve dialogo di santa Teresa d'Avila, e mi consolo....

o come quando santa Caterina da Siena durante una durissima battaglia interiore, sfinita e SCORAGGIATA, dice a Gesù:
- Signore, ma come, mi avevi promesso il sostegno, avevi promesso che mi avresti aiutata, dov'eri mentro io combattevo contro Satana?
e Gesù prontamente:
- Figlia mia, io sono rimasto in fondo al tuo cuore, se non fossi stato li, tu NON avresti superato questa battaglia...!

Santa Caterina chiese poi perdono per aver dubitato e scrisse  delle meravigliose considerazioni sul vero CONOSCIMENTO nella cella interiore del nostro cuore....[SM=g1740734]

Vedi *****...quando combattiamo certe battaglie crediamo, erroneamente, di affrontarle da sole...e questo ci porta, psicologicamente parlando, allo scoraggiamento... [SM=g1740733]  il problema che stiamo affrontando ci fa dimenticare che Gesù è con noi, è in fondo al nostro Cuore e sta combattendo con noi...questa è sempre stata la forza dei santi...
Quando poi superiamo qualche difficoltà, difficilmente riusciamo a capire che cosa è realmente accaduto durante questa battaglia... [SM=g1740739] ci limitiamo ad un GRAZIE profondamente sentito e sincero, ma nulla di più... non riusciamo a "vedere" questo Dio nel nostro cuore a combattere per noi....

Ecco, ti auguro di contemplare e meditare questa Verità fondamentale: non sei solo, Gesù è in fondo al tuo cuore a combattere con te e per te...fidati e affidati non solo a parole, ma proprio come un BAMBINO CHE SI CREA LE IMMAGINI nel mentre il genitore gli racconta una storia avvincente... [SM=g1740717]

Per ora un abbraccio nel Rosario....e scrivimi quando vuoi..

[SM=g1740738]



Caterina63
00giovedì 12 marzo 2009 00:19

Dal Blog "Il tesoro nel campo" del seminario di Torino nel quale collabora anche l'Arcivescovo, il cardinale Poletto...[SM=g1740722]





Carissimi,
provo ad aprire un po’ il mio cuore a partire proprio dal suo centro, da quello che mi è più caro. Sono un uomo, un cristiano, un prete, un vescovo. Come è possibile tenere insieme tutte queste componenti, impedire che le tensioni, le responsabilità, i desideri non mandino tutto in confusione? Ho un solo segreto che mi insegnò mio padre. Ricordo che quando ero bambino pur tornando a casa la sera stanco, non mancava mai di riunire tutta la famiglia per pregare insieme il rosario. Mio papà in ginocchio, la mamma seduta accanto e noi figli, qualche volta anche un po’ annoiati, attorno.

La fede di mio padre e di mia madre, la loro preghiera, era il collante della loro vita e della vita della nostra famiglia. La preghiera dunque è il segreto, nella preghiera tutto trova ordine, anche e soprattutto quando rischiamo di essere travolti dalla vita, dalle mille cose da fare e da dire. Vi invito, come scrisse Paolo agli Efesini: pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo. (Ef 6, 18-19).

Con una grande ed affettuosa benedizione.



[SM=g1740733] [SM=g1740734]
Caterina63
00lunedì 5 ottobre 2009 07:25
[SM=g1740733]

Sposto qui la recente richiesta di Preghiera....e come in una comunità, insieme preghiamo gli uni per gli altri...in special modo a qunti ce lo richiedono... [SM=g1740717] [SM=g1740720]




Antonio_51, 03/10/2009 18.48:

chiedp preghiere per me e per la mia famiglia



Gabbianella1., 03/10/2009 21.20:

senz'altro preghero'



mi unisco alla Preghiera specialmente in questo tempo dedicato al santo Rosario...



[SM=g1740750]
Caterina63
00giovedì 28 gennaio 2010 00:20
Conosco due giovani, davvero giovani di circa 20 anni che stanno combattendo contro un tumore... nonchè la nostra amica Katietta in trepida attesa che il figlio ritorni in salute... ma quanti casi NON conosciamo e di quanti sappiamo e ci sentiamo di essere impotenti.... Nel cuor nostro saremo pronti anche a dare la VITA per sapere l'altro guarito....e questo dono di scambio è solo possibile in Colui che ha già dato la vita per ognuno di noi....

Non c'è da chiedersi, seppur legittimo, "PERCHE'?"  perchè la risposta la possiamo trovare solo contemplando il Crocefisso che è davvero Risorto, ma prima, appunto, è stato Crocefisso...
Possiamo condividere l'angosciosa attesa dei genitori, condividere la estenuante lotta fatta di visite e medicinali.... condividere le speranze....

La Preghiera è l'unica vera arma che abbiamo!
Condividiamola, USIAMOLA, doniamola.... questo piccolo Monastero virtuale OGNI GIORNO mette nel Rosario le intenzioni degli iscritti e dei semplici lettori di passaggio; affidiamo all'Eucarestia ciò che per noi è impossibile; affidiamo anche gli scoraggiati, quanti nel proprio buio non riescono a vedere la Luce di Cristo e si perdono...

O Crux, ave, spes unica            Ave, o Croce, unica speranza
hoc passionis tempore              in questo tempo di passione
piis adauge gratiam                  accresci ai fedeli la grazia
reisque dele crimina
.                ottieni alle genti la pace.

(Inno alla Croce, 7 strofe, Vexilla Regis, fu composto da san Vincenzo Fortunato nell'Anno 569 )

             Luce di Cristo
 
Vilucchio.
00venerdì 21 maggio 2010 10:28
Carissimi,
vi chiedo una preghiera intensa per una famiglia veramente bella .
Il papa' Francesco ha tre bambini e una moglie che lo ama profondamente .E' malato di un tumore al cervello ora sotto controllo con chemio e varie....
Sta attraversando una vera e propria Via Crucis.
Ora nn puo' neanche piu' accompagnare i suoi figli in macchina a scuola perche' quindici giorni fa è svenuto mentre guidava e non si sa come ha fatto a fermarsi in tempo e nn fare incidenti....
E' vero che il Signore Sa tutto e tutto permette,ma vi chiedo qte preghiere affinche' qta battaglia la possano vincere e nn perdano mai la Fede ,perche' la moglie ,mia coetanea,mi sembra rassegnata e aspetta l'evento come ineluttabile....sembra quasi incapace di chiedere la guarigione al Signore....
Chiedo avoi una preghiera perche' il Padre possa stare piu' tempo possibile con la sua famiglia.


Grazie.
Vilucchio.
00venerdì 21 maggio 2010 10:30
Errata corrige
Chiedo avoi una preghiera perche' il Padre possa stare piu' tempo possibile con la sua famiglia.



Riscrivo:
Chiedo a voi una preghiera perche' il padre possa stare piu' tempo possibile con la sua famiglia.
Caterina63
00venerdì 21 maggio 2010 11:04
Re:
Vilucchio., 21/05/2010 10.28:

Carissimi,
vi chiedo una preghiera intensa per una famiglia veramente bella .
Il papa' Francesco ha tre bambini e una moglie che lo ama profondamente .E' malato di un tumore al cervello ora sotto controllo con chemio e varie....
Sta attraversando una vera e propria Via Crucis.
Ora nn puo' neanche piu' accompagnare i suoi figli in macchina a scuola perche' quindici giorni fa è svenuto mentre guidava e non si sa come ha fatto a fermarsi in tempo e nn fare incidenti....
E' vero che il Signore Sa tutto e tutto permette,ma vi chiedo qte preghiere affinche' qta battaglia la possano vincere e nn perdano mai la Fede ,perche' la moglie ,mia coetanea,mi sembra rassegnata e aspetta l'evento come ineluttabile....sembra quasi incapace di chiedere la guarigione al Signore....
Chiedo avoi una preghiera perche' il Padre possa stare piu' tempo possibile con la sua famiglia.


Grazie.



Carissima, nell'affidare al Cuore Immacolato di Maria questa situazione e pregando di strappare questo miracolo, intratteniamoci con quanto segue...

Trascriviamo quanto segue a beneficio delle anime che soffrono

IL CREDO DEL DOLORE

Fu scritto da un ufficiale durante la Prima Guerra Mondiale, era un ufficiale mutilato:
" Credo che il dolore è uno dei più grandi benefici che Dio possa concedere ad un'anima.
Credo che il dolore distacca, disillude, purifica, migliora, anzi conduce l'anima alla più alta perfezione, seppur spero e credo che Egli nella sua infinita misericordia possa concedere la pronta guarigione.
Credo che Dio è vicino a quelli che soffrono per Lui, e prego per quanti, soffrendo e non credendo in Dio, finiscono nella disperazione.
Credo che la sofferenza voluta dal Signore, non è mai superiore alle nostre forze.
Credo che il dolore è ciò che unisce più umanamente un'anima a nostro Signore Gesù Cristo e a Lui rende più somigliante.
Credo che da tutta l'eternità Dio ha pesato, contato il numero e la gravità dei dolori e vi ha preparato la sua grazia e la sua ricompensa.
Credo che il dolore sopportato con la santa rassegnazione e il sacro timor di Dio ha maggior peso di qualunque altra opera.
Credo che il dolore segna all'anima il cammino più spedito e più sicuro per giungere in Paradiso.
Credo che il dolore sarà eternamente beatificato nella Patria Celeste.
Credo che il dolore, la sofferenza, è la soddisfazione più efficace contro ogni forma di peccato e il solo dono che l'anima possa in qualche modo offrire al suo Dio.
Credo che senza il dolore, senza la sofferenza, alimentata dal dono della gratuità, l'umanità intera sarebbe destinata a non conoscere l'Amore, il chè sarebbe ben peggiore del dolore stesso.
Credo che una umanità senza la sua parte e la sua dose di sofferenza, non comprenderebbe mai il valore stesso della vita, a maggior ragione della vita eterna che ci attende.
Credo nella bontà di Dio chinata sulla mia anima, comunque si concluda la mia vita su questa Terra.
Credo nella misericordia del Padre che si china sugli orfani e sulle vedove, e non trascura il tramonto degli anziani.
Credo nella materna intercessione della santa Madre di Dio e nostra per noi, in questa valle di lagrime.
Credo nella sosta dolorosa ai piedi della Croce con la Madre di Cristo e Madre nostra.
Credo di non essere nato per caso, ed anche se mutilato, riconosco nel dolore il Progetto d'amore che Dio ha riversato su di me.
Credo che il breve periodo sulla terra trascorso nella sofferenza, mi concederà una eternità di beatitudine.
Credo che dopo essere stato crocifisso e morto, come il mio Signore Gesù Cristo risorgerò e la mia vita sarà trasfigurata in Dio, senza più sofferenza, senza dolore.
Mio Signore e mio Dio, in tutto questo io Credo, non si allontani mai da Te, l'anima mia " !

[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]






Vilucchio.
00venerdì 21 maggio 2010 15:39
Grazie...
Caterina63
00sabato 21 agosto 2010 10:46
Nel Bollettino Salesiano di questo tempo c'è un accorato appello che spesso tocca ognuno di noi, ve lo propongo anche con la saggia e bellissima risposta del Direttore, poi aggiungerò ulteriore riflessione:

DELUSA E DISPERATA.Caro direttore […], La mia vita è stata sempre piena di dolori […] sofferenze fisiche e morali. […] Non ho nessuno che mi ami veramente perché non sono utile. Sono delusa e disperata. […] La mia grande paura ora è anche quella che Dio non esista. Tutta la mia faticosa vita non ha più senso, mi sento una grande stupida […].

Matilde@...




Gentile signora, non sappiamo quale mattone siamo e che posto occupiamo nella grande costruzione che dall’inizio del mondo va sviluppandosi per completare il disegno che supera ogni disegno e che la scrittura chiama “disegno nascosto nei secoli”. Far parte della vita è come dire far parte del mistero, un mistero la cui ampiezza supera ogni possibilità di comprensione.
A Giobbe, che gridava la sua rabbia e la sua delusione per quel che gli stava capitando e che lui non capiva, Jahvè/Dio ha dato risposte grandi e tragiche, fulminando il profeta con interrogativi che di colpo hanno oscurato i suoi: “Dov’eri tu quando ponevo le fondamenta dell’Universo? Chi ha fissato le sue dimensioni? Dillo se lo sai! E chi ha steso su di essa la misura? Da quando sei nato, hai mai assegnato l’orario d’inizio dell’aurora?”. Gentile signora, chi mai le ha insinuato che la sua vita non ha più senso? Forse ha più senso della mia. Non siamo che un granellino di polvere, è vero, ma si tratta di un nulla che ha il suo posto preciso nella grande impresa dell’universo…
Senza quell’inezia che siamo ognuno di noi, mancherebbe qualcosa alla completezza dell’opera.

Provi, se ha un po’ di tempo, a leggere con calma il capitolo 38 di Giobbe il disperato.

Non, dunque, quanto lei dice, perché già lo conosce a giudicare da quanto mi scrive; legga invece le straordinarie risposte alle sue inconsulte invettive, risposte che lo spiazzano e lo lasciano ammutolito, quando comprende che anche le sue disgrazie hanno un senso e un peso di portata storica nell’avventura della vita. Ricordo il testo di una canzone – mi pare dello Zecchino d’Oro – “Nessuno è solo al mondo, nemmeno un passerotto, nemmeno un uccellino…”. Nessuno è solo e nessuno è inutile. Qualsiasi cosa faccia, qualsiasi sorriso distribuisca, qualsiasi cenno di saluto, ogni battito di ciglia, ogni pensiero buono, ogni incontro fortuito, ogni viaggio… Tutto ha senso e spessore. Nel disegno di Dio anche un’inezia conta, e chissà, proprio da un’inezia possono dipendere la vita e la salvezza di qualcuno.



*****************************************

 a quanto magistralmente spiegato e consolante, vorrei aggiungere che purtroppo, da circa 40 anni, una certa pastorale della Chiesa è andata a soffocare il senso DEL SACRIFICIO tanto è vero che liturgicamente parlando sosteniamo (con il Papa Benedetto XVI) quella decadenza nella Messa trasformata spesso AD UNA FESTA, PRIVATA DEL SACRIFICIO DI CRISTO....

Le stesse testimonianze dei Santi sono state PRIVATE di quella SOFFERENZA che li contraddistingueva, quante volte sentiamo ancora dalle Lettere di Santa Caterina da Siena "NEL NOME DI CRISTO DOLCE VOGLIO CHE VI ANNEGHIATE LE SANGUE DI CRISTO".... annegare nel Sangue di Cristo significa, letteralmente e teologicamente, essere COMPARTECIPI DELLE SUE PIAGHE....
è vero che il Signore dice che il suo giogo è soave, ma è anche vero che tale soavità Cristo la identifica proprio SULLA CROCE... non a caso san Paolo dice che essa è vanto per noi, ma stoltezza per chi non crede...
la Croce è incomprensibile per chi NON vuole credere, ma per Cristo E' IL TRONO...
quando Gesù si presenta a santa Caterina da Siena con due Corone, una di spine l'altra di diamanti e le dice: "SCEGLI!" santa Caterina non ci pensa due volte, prende quella di spine perchè sa bene che la vita è sofferenza, ma anche PRELUDIO DI GIOIA ETERNA....

Purtroppo viviamo spesso il Sacrificio della Messa come una memoria, interpretando falsamente il termine di MEMORIALE.... e così facendo inificiamo quel Sacrificio "santo, VIVO E VERO" (dice il sacerdote nel compierlo) scansandolo dalle nostre esperienze dolorose, ecco perchè quando ci capitano i dolori nella vita non siamo più in grado di sopportarli....
La vita del Cristiano, è più nello specifico del Cattolico, E' PASSIONE, COM-PASSIONE, PERSECUZIONE, CALVARIO, CROCIFISSIONE ED INFINE RISURREZIONE....
se noi celebriano solo la Risurrezione anichilendo il senso VERO del Sacrificio, ecco che NEL MOMENTO DELLA PROVA rischiamo di cadere perchè NON siamo sorretti da una fede che vive ogni giorno la sua contraddizione CON IL MONDO....
Un cattolico NON può affrontare il mondo come se fosse DEL mondo, Gesù ci rammenta che siamo nel mondo ma non del mondo, per questo per noi il concetto di sofferenza diventa GIOIA, SOPPORTAZIONE, STRUMENTO EFFICACE DELLA GRAZIA....
chi predica più oggi che la sofferenza è "strumento di grazia?" 

C'è un aneddoto descritto nel diario di santa Teresa D'avila....

un giorno, stanca delle sofferenze e di non vedere miglioramenti, in ginocchio si lamenta con il Signore:
- Signore! Quanto è duro seguirti! Quanto è difficile starti dietro....
il Signore impietosito le risponde:
- Ma io è così che tratto I MIEI AMICI!
di rimando, con l'umnorismo dei Santi, Teresa risponde:
- Ora capisco perchè ne hai così pochi!!


 la sofferenza è incomprensibile senza la certezza che c'è Dio che ci AMA SOPRA OGNI COSA e che ha dato la sua vita per noi.... si, anche noi soffriamo, MA MAI PIU' DI QUANTO HA SOFFERTO DIO PER NOI....
Il problema NON è nella sofferenza, ma sapere e imparare a sapere che abbiamo Dio dalla nostra parte quanto maggiormente soffriamo.....
DIO CI AMA ed ama colui che soffre perchè ha già preso su di se la sua parte di Croce, quella più pesante....ecco perchè Gesù che il suo giogo è LEGGERO! perchè la parte più pesante l'ha presa sulle sue spalle....

Ecco perchè dobbiamo vivere la Messa NON come un banchetto festoso (quello arriva DOPO) ma per quello che è IL CALVARIO, LA SOFFERENZA, LA CROCE ALLA QUALE NOI UNIAMO LE NOSTRE SOFFERENZE....solo dopo abbiamo il banchetto festoso... per questo i canti nella Messa vera ed anche antica, i Canti sono spesso MESTI, essi ACCOMPAGNANO IL CRISTO NEL RIVIVERE (MEMORIALE) IN MODO INCRUENTO LA PASSIONE E LA MORTE DI CROCE UNENDOSI A NOI, ALLE NOSTRE CROCI...noi nella Messa UNIAMO con Cristo le nostre passioni....per questo nella Messa non battiamo le mani e non danziamo....lo stravolgimento liturgico ha portato a stravolgere anche la dottrina della Croce e della nostra stessa sofferenza, ecco perchè CI SENTIAMO SOLI E NON COINVOLTI NELL'AMORE DI CRISTO....

Aiutiamoci ed aiutiamo davvero il Prossimo a riscoprire il VALORE DELLA SOFFERENZA che in Cristo, con Cristo e per Cristo si trasforma in fonte DI GRAZIA per se stessi e per gli altri facendo scaturire allora canti e balli, battimani ed eterna gioia...





STIMA OGNUNO MIGLIORE DI TE

Commento a Fil 2,3

                                                                                         Firenze 22 Maggio 1492

« ... Se tu volessi separarti affatto dai cattivi ti converrebbe andartene da questo mondo. Vero è che da questo mondo tu sei già uscito, e credevi di entrare subito in paradiso; mentre sei entrato soltanto nell’atrio del paradiso, proprio nel paradiso non ancora.
 Al secolo sei vissuto fra i pessimi, nel chiostro dovrai vivere fra i perfetti, fra quei che progrediscono verso la perfezione e fra gli imperfetti, non però fra i cattivi. Ché se anche qualche falso frate vi si trovasse, non ti maravigliare; anzi maravigliati se non vi si trovasse. In casa di Abramo, in casa di Isacco, in casa di Giacobbe, in casa di Mosè, in casa di David, in casa di nostro Signore Gesù Cristo, e degli Apostoli e di tutti i Santi si è trovato qualche empio e perverso, persecutore dei buoni; come puoi dunque credere che in questo mondo vi sia una casa senza cattivi? Sbagli, sbagli, fratello!
Questa tua è una gran tentazione, sottilmente ordita dal demonio. Cerca dunque la pace, e seguila; cammina al divino cospetto e umiliati sotto la potente mano del Signore. Cogli le rose fra le spine e stima ognuno migliore di te. Se vedi qualcosa che non ti piace, pensa che sia fatta con buona intenzione: molti sono dentro migliori che non appaiano fuori. Calmati, dunque, calmati, fratello! mio...
»

                  Girolamo Savonarola



Caterina63
00mercoledì 25 agosto 2010 19:13


Il Papa consola un uomo la cui moglie suicida ha ucciso i loro due figli

CASTEL GANDOLFO, mercoledì, 25 agosto 2010 (ZENIT.org).

Benedetto XVI ha consolato questo mercoledì un uomo la cui moglie ha ucciso i loro due bambini e poi si è suicidata.
Al termine dell'Udienza generale, celebrata nel cortile della residenza pontificia di Castel Gandolfo, il Pontefice ha parlato con Giuseppe Militello, che ha condiviso con lui “il grande dolore che porto nel cuore” da quando, nel settembre scorso, sua moglie Erika ha ucciso i loro due bambini – Alessio di sei anni e Arianna di quattro – per poi suicidarsi.
La famiglia viveva a Castenaso, nell'hinterland bolognese.
“Sono venuto per chiedere al Papa una preghiera e una parola di serenità che mi illumini nel mio difficile cammino”, ha detto Militello, accompagnato all'udienza da una zia suora.
“Se non avessi avuto la fede oggi non ci sarei più, sto toccando con mano come il Signore mi stia dando la forza di andare avanti e continuare a vivere”, ha aggiunto, come ha dichiarato a “L'Osservatore Romano”.

      

Quando la tragedia non ci risparmia.....

Il Papa CONDIVIDE....più che consolare....
il dolore lo si condivide e in tale condivisione si consola....

E' importante che impariamo l'uso di certi termini, soprattutto quando si vuole toccare argomenti così drammatici come questi nei quali è importante far emergere quanto dice san Paolo:
"nella Chiesa se un membro soffre TUTTE LE MEMBRA SOFFRONO, se gioisce, tutte le membra gioiscono...."
è la condivisione....
quanto a Consolatore, c'è lo Spirito Santo, Maria Vergine, i Santi...
chi Consola è Colui che sta già toccando con l'Anima la Verità sul nostro destino... chi sta sulla Terra CONDIVIDE e prega e supplica la consolazione...

Il Papa ha preso su di se anche questa notizia tremenda e la condivide...


la fa propria soffrendo, la porta nel Cuore di Gesù...


è questa la consolazione più grande: la certezza che prima o poi questo Cuore trafitto risponda...

Preghiamo per questo Padre afflitto e quanti altri vivono o hanno vissuto questa tremenda situazione!
Essere risparmiati da tragedie simili non è "merito nostro" ma è anche GRAZIA E DONO...
Invochiamo l'Angelo Custode, ogni istante delle nostre giornate, affidandogli ogni GESTO...perchè ci venga risparmiato il peggio...

e che se il peggio dovesse avvenire, Cristo in Persona si muova a COMPASSIONE, consolandoci...
Diciamo il ROSARIO OGNI GIORNO...





Caterina63
00giovedì 26 agosto 2010 15:20
Cile. Minatori intrappolati a 700 metri di profondità: le speranze di mons. Quintana



In Cile, prosegue la drammatica vicenda dei 33 minatori intrappolati dal 5 agosto scorso nella miniera di San Josè a Copiapò, nel nord del Paese, a oltre 700 metri di profondità. I minatori, tutti in vita, sono stati informati ieri di dover aspettare più di due mesi prima di poter essere liberati. Intanto, due sonde permettono l’invio nel sottosuolo di liquidi e medicinali. Attorno a loro e alle loro famiglie, la solidarietà e il conforto della Chiesa cilena e di tutto il Cile, che ha accolto con gioia la notizia dei primi contatti stabiliti con loro la scorsa domenica, dopo 17 giorni di attesa, come racconta il vescovo di Copiapò, mons. Gaspar Francisco Quintana Jorquera, raggiunto telefonicamente da Linda Giannattasio:

R. – La noticia de saber que estaban vivos...
La notizia che erano vivi – che ci hanno comunicato attraverso uno scritto – è stata una gioia immensa per il cuore delle famiglie, per il resto del Paese e anche per la Chiesa diocesana di Copiapò. Questo dolore per noi è stata un’esperienza molto profonda di solidarietà umana.

D. – Come avete vissuto questi 17 giorni di attesa?

R. – Como un signo junto a la mina...
Come segno, vicino alla miniera di San Josè, in una cappella, avevamo posto l’immagine di Nuestra Señora de la Candelaria, che è la patrona dei minatori e anche quella di San Lorenzo, patrono dei minatori, affinché le famiglie, i colleghi di lavoro dei minatori potessero pregare lì accanto alla miniera. Io come vescovo, i sacerdoti e i religiosi, abbiamo celebrato una Messa e abbiamo avuto momenti di preghiera per rincuorare molte delle persone che stavano aspettando il ritorno dei loro cari. Questo periodo doloroso di 17 giorni di attesa è stata un'occasione di incontro per tutto il Paese, per le autorità di governo, per i partiti politici. E’ stato un motivo per incontrarci e per dimenticare un po’ le nostre differenze, per preoccuparci di portare in salvo i minatori. Tutti sappiamo che il mondo minerario è molto pericoloso. Quindi, questo deve servire affinché i governanti, gli imprenditori, i lavoratori diano più attenzione e prendano maggiori precauzioni per la sicurezza della vita dei minatori. Il minatore entra nella miniera e a volte non sa se ne uscirà vivo. Quindi, è stata un’occasione per annunciare in qualche modo la Dottrina sociale della Chiesa, in cui appare chiara la preoccupazione per la persona umana, per il lavoratore che ha diritto alla sicurezza e alla protezione, perché mai più si ripetano queste situazioni e perché si dia al lavoro umano la dignità che merita.

D. – A che punto sono le operazioni di soccorso in questo momento?

R. - Se han concentrado...
Si sono concentrate qui tutte le attrezzature più moderne del settore minerario: macchine molto sofisticate che hanno permesso il contatto con i minatori, a più di 700 metri di profondità; già si stanno inviando medicinali, cibo, trattamenti medici; son potute entrare anche le telecamere. Quindi, c’è comunicazione. E’ presente un’equipe multidisciplinare di medici e psicologi che stanno seguendo questa situazione e c’è già una comunicazione quasi diretta e fluida tra i minatori e le loro famiglie, attraverso scritti e per telefono.

D. – Quali sono ora le vostre maggiori preoccupazioni?

R. – La grande preocupacion...
La grande preoccupazione adesso è vedere lo stato di salute dei minatori che si stanno comunque alimentando, che sono seguiti da un gruppo di medici che si preoccupa per loro, e che sono accompagnati e protetti dalla scienza e anche dalla carità fraterna e dalla preghiera di tutta la Chiesa cilena. Il 18 settembre avremo l’immagine di Nuestra Señora del Carmen, la patrona del Paese, che poco più di due mesi fa è stata benedetta dal Santo Padre Benedetto XVI. Rimarrà con noi alcuni giorni e la porteremo nella miniera per presentare l’amore di Maria come madre che si preoccupa dei suoi figli.

da Radio Vaticana


[SM=g1740720] uniamoci a questa Preghiera e supplichiamo al Cuore di Dio perchè questi minatori possano tornare all'abbraccio dei loro cari....
Caterina63
00martedì 12 ottobre 2010 13:03
[SM=g1740722] Bellissima condivisione da Cordialiter che volentieri inseriamo anche qui....


“Una vita senza Dio è inconcepibile” (Lettera di una ragazza)


Dall'inizio di settembre ho uno scambio epistolare con una ragazza che, pur non avendo la vocazione, tuttavia ogni tanto visita il blog. Recentemente mi ha scritto alcune considerazioni che ritengo sia edificante leggere. Ecco alcuni stralci:


Caro Cordialiter,

[…] quando penso a coloro che non hanno creduto o non credono più, penso: "come fanno ad essere felici così in solitudine?", è questa la prima sensazione che mi viene in mente, il vuoto totale. Per me una vita senza Dio è inconcepibile, è molto triste e mi farebbe paura vivere così. Sinceramente non so se le scelte che ho fatto fino ad ora siano quello che Dio aveva in programma per me, lo spero, ma è anche vero che non ho mai sentito di essermi allontanata da Lui. Non è presunzione sia chiaro, ma fin da piccola sono stata abituata (o mi sono abituata) a trattare con Dio colloquialmente, come se fosse una presenza quotidiana, un amico. Non vorrei sembrare fuori luogo, certo ho pregato e prego nelle "forme stabilite", ma ho anche "parlato" tanto con Lui, o con la Madonna, dopo le preghiere, come se fossero, come ho detto prima, presenze quotidiane e tangibili nella mia vita. Nelle difficoltà al massimo mi arrabbio con i miei simili, dato il mio "caratterino", ma anche quello passa quasi subito. Per quanto mi riguarda, sopporto e cerco di affrontare tutte le difficoltà che si presentano sul mio cammino, sforzandomi di stare tranquilla, pur dovendo fare i conti con un carattere un po' "sanguigno". Cerco conforto negli esempi di vita santa, nelle storie degli uomini e delle donne della Chiesa o dei missionari, che in una singola vita, solo per mezzo delle loro azioni, hanno cambiato il mondo. E a guardar loro, mi sento davvero "piccola" nelle mie preoccupazioni e/o lamentele. Infine ti ringrazio per questo scambio di mail, che davvero mi ha confortato ed aperto gli occhi su questioni che non mi ero soffermata a valutare. Il confronto, anche con realtà che apparentemente sono lontane dal proprio modo di vivere, arricchisce moltissimo. Ti auguro il meglio per la tua missione di vita e di aiutare tante persone come hai fatto con me.

Grazie e continuerò a tenere d' occhio il tuo blog.

(lettera firmata)

Carissima in Cristo,
                               mi è piaciuto molto leggere la descrizione fatta con semplicità e schiettezza del modo colloquiale con cui dialoghi con Dio. Ciò che fai non è una cosa da matti, anzi! Sant'Alfonso Maria de Liguori scrisse un opuscolo intitolato “Modo di conversare continuamente ed alla familiare con Dio”, nel quale spiega che trattare con Dio con gran confidenza e familiarità non sia affatto un mancare di rispetto alla sua maestà infinita. Secondo questo grande Dottore della Chiesa, bisogna rivolgersi al Signore con l'amore più tenero e confidente che sia possibile, poiché Egli gioisce quando una sua creatura si rivolge a Lui con quella confidenza, libertà e tenerezza, con cui i bimbi si rivolgono alle loro mamme.

Dunque continua pure a dialogare “da cuore a cuore” con Gesù e Maria, e intanto frammezza i tuoi dialoghi con brevi e intese frasi d'amore, che saranno come frecce infuocate che vi lancerete reciprocamente. In questo modo ti infiammerai d'amore per il Redentore, mentre Lui già arde d'amore per te fin dall'eternità. Il mondo non esisteva, tu non esistevi, ma Egli già ti amava ardentemente come se tu fossi l'unica persona che avrebbe creato. Quindi ognuno di noi può e deve dire di Gesù (soprattutto quando si riceve devotamente l'Eucaristia), quel che diceva la sposa del Cantico dei Cantici: Dilectus meus mihi et ego illi (Cant. II, 16), il mio amato Dio s'è dato tutto a me ed io tutto a Lui mi dono.

Spero che anche altri lettori del blog possano imitare il tuo modo di pregare, prendendo l'abitudine di parlare a Dio da cuore a cuore, familiarmente, e con confidenza ed amore, come ad un amico, il più amorevole di tutti.

Alcuni domanderanno: ma di quali temi possiamo trattare con Dio? Raccontategli dei vostri affari, dei vostri progetti, delle vostre pene, dei vostri timori, e di tutto quello che vi appartiene. Fatelo soprattutto, come ho detto, con confidenza e col cuore “aperto”, cioè senza soggezione. Potete parlare con Dio ovunque vi troviate, poiché Egli è onnipresente. Dunque, non dimenticatevi mai della sua dolce presenza, come purtroppo fa la maggior parte degli uomini. Parlategli quanto più spesso potete; se voi lo amate, non vi mancheranno cose da dirgli. Il nostro Dio, si compiace di abbassarsi a trattare con noi, e gode che noi gli comunichiamo le nostre occupazioni più semplici. Egli vi ama tanto ed ha tal cura di voi, come se non avesse a pensare ad altri che a ciascuno di voi. Egli è così interessato alle vostre cose, che par che non conservi la sua provvidenza se non per soccorrervi, la sua onnipotenza se non per aiutarvi, la sua misericordia e bontà se non per compatirvi per farvi bene, e per guadagnare con le sue delicatezze la vostra confidenza e il vostro amore. Scopritegli dunque con libertà tutto il vostro interno, e pregatelo che vi guidi di eseguire perfettamente la sua santa volontà. Abbiate la confidenza di raccomandargli non solamente le vostre necessità, ma anche quelle degli altri. Quanto piacerà al vostro Dio, che voi, dimenticando alle volte i vostri interessi, gli parliate dei vantaggi della sua gloria, delle sofferenze altrui, specialmente degli ammalati e dei poveri, delle anime del purgatorio che sospirano la sua visione beatifica, e degli scellerati peccatori che vivono privi della sua grazia.

Insomma se volete compiacere il Cuore amante del vostro Dio, cercate, quanto più spesso potete, di parlare con Lui continuamente e con tutta la confidenza possibile, che Egli non sdegnerà di rispondervi e di parlare anche con voi. Non si farà sentire con voci sensibili alle orecchie, ma con voci bene intelligibili al vostro cuore, allorché vi staccherete dalla conversazione delle creature per trattenervi a parlare da solo a solo col vostro Dio. Egli vi parlerà con quelle ispirazioni, con quei lumi interni, con quegli scoprimenti di sua bontà, con quei tocchi soavi al cuore, con quei segni di perdono, con quei saggi di pace, con quella speranza del paradiso, con quei giubili interni, con quelle dolcezze della sua grazia, con quegli abbracci e strette amorose; insomma vi parlerà con quelle voci d'amore che ben l'intendono le anime che egli ama e che non cercano altro che Dio. Su
questa terra, La Santissima Trinità sia l'unica vostra felicità, l'unico oggetto dei vostri affetti, l'unico fine di tutte le vostre azioni e desideri, fintanto che giungerete nella Patria Celeste, dove finalmente potrete contemplare da faccia a faccia Colui che avete tanto desiderato d'amare durante il pellegrinaggio terreno.



Caterina63
00lunedì 18 ottobre 2010 00:50
Un grazie a Cordialiter, raggiungibile dal titolo, per questo grande servizio....


Risposta a un uomo celibe


Un lettore del blog mi ha scritto per fare alcune considerazioni sulla sua situazione personale. Ecco la sua lettera seguita dalla mia risposta.

Gent.mo Cordialiter, ho scoperto da poco il blog e devo dire che l'ho trovato molto interessante. Alla mia età -39 anni- e con il dovere di pensare alla madre e sorella entrambe con problemi di salute, forse ha poco senso interessarmi di siti vocazionali, tuttavia ammetto che le tematiche affrontate destano in me sentimenti di forte curiosità ed un certo spirito di emulazione.

Anche se non posso oramai essere coinvolto in prima persona, queste letture aumentano in me la consapevolezza della necessità di pregare (e operare, per quanto possibile) per incrementare nei più giovani il numero di vocazioni. Da ragazzo mi vedevo sposato, appunto perché temevo le difficoltà di vivere la castità sacerdotale (immagino che il demonio accresca la frequenza delle tentazioni per i consacrati); ad oggi non è stato così e un po' mi sento veramente servo inutile, né sposato né sacerdote; ma credo che il buon Dio voglia così e devo accettare la mia situazione. Darò, ove e quando possibile, la mia piccola e fragile testimonianza e il mio aiuto, "coltivando il pio piccolo orticello". Chiedo comunque una preghiera per me, affinché io e i miei cari non siamo vinti dalle tentazioni ed impurità del mondo, e se, per caso, incontrassi una ragazza che mostri attrazione per me, sia almeno buona e seria (e francamente, mi creda, in giro non ne vedo tantissime; mi sembrano molto attente alla "posizione sociale", cioè al denaro, e poco sensibili alla virtù della purezza. Comunque so che vi sono delle eccezioni).

Cordiali Saluti.

(lettera firmata)

              
Caro lettore,
                    ho apprezzato molto la tua lettera. Innanzitutto voglio congratularmi con te per l'impegno che stai profondendo nella cura dei tuoi familiari bisognosi di assistenza. Potrebbe sembrare una cosa “normale” aiutare i familiari, ma spesso si sentono raccontare storie di persone abbandonate a sé stesse. Mi raccomando, cerca sempre di essere dolce e caritatevole con le persone che assisti, anche nell'ipotesi che loro, qualche volta, non sono cortesi con te. Sappi che il Signore in qualche modo ti ricompenserà, poiché essendo infinitamente giusto è “costretto” a punire il male e ricompensare il bene compiuto dagli uomini sulla terra.

Sei un servo inutile? In realtà Dio non ha bisogno di nessuno di noi, Egli ha creato il cielo e la terra senza il nostro aiuto, e può governare l'universo senza il nostro ausilio. Tuttavia il Signore vuole che noi cooperiamo all'apostolato per il bene delle anime redente dalla Passione di Cristo. Da questo punto di vista, le tue sofferenze quotidiane non sono “inutili”, perché se le accetti con cristiana rassegnazione, accumulerai enormi meriti spirituali a beneficio dell'anima tua e di quelle di altre persone. E' davvero encomiabile l'apostolato della preghiera che stai effettuando nei confronti delle vocazioni sacerdotali e religiose. Le vocazioni non si ottengono con le chiacchiere, ma con le preghiere. Anche questo è degno di ricompensa.

Forse il mondo ti giudica un “fallito” perché non ti sei sposato e non hai formato una famiglia. Ma i veri falliti sono coloro che vivono stabilmente in peccato mortale e muoiono senza sincero pentimento. Io vedo invece che tu hai dei sentimenti da vero cristiano, dunque non ti considero affatto un fallito, anche se tu fossi poverissimo. Chissà, forse se tu fossi stato un uomo ricco e famoso, adesso vivresti come un pagano, lontano da Gesù Cristo. La sofferenza è un dono di Dio, infatti vedo che ti ha fatto maturare buoni propositi. Hai ragione, coloro che vogliono sposarsi, devono avere cura di scegliersi un coniuge timorato di Dio, perché se sventuratamente scegliessero una persona che vive il cristianesimo in maniera annacquata, il matrimonio è destinato con molta probabilità a naufragare. Ormai in quasi tutte le famiglie (penso anche ai cugini) c'è qualcuno che è separato o divorziato.

Quando hai tempo libero, cerca di fare molta lettura spirituale, leggendo ad esempio gli scritti dei santi, come san Francesco di Sales, Santa Teresa di Lisieux, Sant'Alfonso Maria de Liguori, San Luigi Orione, e tanti altri.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Cristo Redentore e Maria Corredentrice.


Caterina63
00venerdì 22 ottobre 2010 13:16


Abbiamo bisogno di una urgentissima Catena di Preghiera per una bambina nata da poco ed in coma irreversibile...

figlia di amici di cui ben conosciamo la devozione e la retta fede cristiana...

Sposati da un anno, giovani, erano in attesa di due gemelline, ma si sono accorti che una delle due era morta a causa di un triplo giro cordone ombelicale che le ha impedito di nutrirsi. Appena se ne sono accorti i medici, davvero scrupolosi e correttamente professionali, hanno provveduto ad un cesareo e si sono accorti che la seconda bambina aveva ricevuto troppo sangue al cervello che l'ha resa, al momento, in coma....

Al momento sembra irreversibile e quand'anche uscisse dal coma è previsto per lei un Calvario dal momento che tutte le funzioni celebrali sono state gravemente compromesse....

I Genitori, e noi loro amici, crediamo e speriamo in un miracolo!

Essi chiedono che si concretizzi la volontà di Dio e ricevano la forza per non mollare questa battaglia durissima....

Vi supplico, fate circolare questa richiesta di Preghiera, che il mondo sappia che Dio non ci abbandona, che il Signore è con noi....

Strappiamo questo miracolo o che termini un Calvario per il quale le forze umane davvero sono impossibilitate da sostenere...



Grazie per questa condivisione!

LDCaterina63 (Dorotea)
Caterina63
00giovedì 23 dicembre 2010 16:03
ATTENZIONE: MEDITIAMO CON FRATERNITA' E CON-PASSIONE QUESTA EMAIL CHE IL SITO "AMICI DOMENICANI" CI CONDIVIDE......

Un sacerdote risponde

Sono mesi che sto male, in preda a spasmi che ti contorcono e ti umiliano... Non ho la fede, e ho bisogno della parola di uno che ha fede... di uno che ha certezza che un giorno ritroverà quella gioia

Quesito

Egregio Padre,
mi chiamo A..., ho 29 anni e una vita, data l'età, tutta ancora da inventare...o meglio, così sarebbe dovuto essere.
Sono un medico psichiatra, ho concluso la specializzazione lo scorso 14 aprile presso l'Università di Bologna.
Diventando medico, e ancor più psichiatra, intendevo dedicare la mia esistenza, le speranze, le passioni, gli entusiasmi, le angosce, gli affanni, i malesseri a tutte quelle vite che si perdono nel nulla e nel vuoto di una vita che sentono come un qualcosa di fragile, di rarefatto, soggetta a soccombere al primo accenno lieve di vento.
Volevo intercettare il loro respiro di dolore, volevo essere travolto dal loro urlo sacrificato, volevo correre nel vento gelido delle loro solitudini, volevo essere partecipe della loro paura di essere e di vivere, volevo cogliere nei loro occhi l'amore e l'agonia che custodiscono... ho cercato e ho voluto!
Poi ti capita di accorgerti che tu non puoi illuminare quelle vite spente perché non avrai tempo di accendere la tua luce.
Senza inutili giri di parole: il referto della risonanza magnetica segnala un "nodulo cistico" ad altezza del corpo-coda del pancreas. Sono un medico, conosco il vero significato di quelle due parole "nodulo cistico". Si tratta di carcinoma e so anche che un adenocarcinoma non lascia spazio a nessun appello.
Sono mesi che sto male, in preda a spasmi che ti contorcono e ti umiliano, quando un fastidio, un conato di vomito, uno squilibrio visivo li presagisce tu insisti e tieni duro e poi capita di vederti offeso e umiliato, piegarti sull'addome tenendo strette le mani su di esso, come a custodire quel dolore che ti offende e ti annienta...

Dovrei essere sottoposto ad un intervento chirurgico, già programmato, a breve, ma non sono certo di volerlo subire. Previa la sua riuscita, le prospettive di vita, per una simile patologia, non superano i 5 anni... ne avrei 34 e ancora sarei sulla strada dell'apprendistato, della comprensione, ancora avrei tanto da amare, da sperare, da sorridere, da soffrire... con coloro ai quali sempre mi sono sentito vicino e compagno: quelli che si sono persi nei loro vortici di trappole e illusioni, quelli che giocano il loro destino sugli avamposti dell'emarginazione, quelli che si logorano sulla trincea della miseria e dell'abbandono...
Perché sì, ci sono infinite giovani vite che si perdono e si annullano nelle tenebre. Figli di un destino ignoto, di un desiderio perduto, di una strada che non vedono perché, sui loro percorsi, trionfa sempre l'oscurità, perché regna sempre il buio e la notte. Come loro, io oggi mi sento un figlio del nulla, mi muovo e mi agito in un teatro che recita l'assurdo e l'incomprensibile.
Oggi per me, assurdi e incomprensibili, sono la gioia e la speranza, il coraggio e la fiducia, il sogno e il desiderio. Assurdo e incomprensibile mi paiono gli affanni e le estenuanti fatiche di ieri, per fare in fretta, per non perdere tempo, per essere quello che ho sempre voluto essere, un medico.
Oggi la vita mi scorre quasi inconsapevole e smarrita, e un velo di tenebra mi avvolge e mi toglie il respiro.
Cinque anni, cinque anni per dire addio ad ogni cosa, alla vita, alla mamma, a quel padre mai visto, al mare, a quel mare che tanto amo. Cinque anni per vivere i residui di un frammento d'amore che non mi salverà.
Sto male, proprio fisicamente, assumo antispastici che mi hanno causato una sub-occlusione intestinale, ma devo placare il dolore in qualche modo...

Sto male, nell'interiorità più vera, questa vita mi offende, questa ipocrisia che si arma di occhi che passano indifferenti davanti alle fatiche dei tanti "amici fragili" che non ho più le energie per "difendere" e sostenere nella loro fatica di esistere.
Una grande ondata si è alzata da un orizzonte lontano e mi si è avventata sopra, mi percuote, mi getta a terra, mi ferisce e mi trascina lontano.
Cinque anni, cinque anni per sorridere ancora sopra una foto che mi vede ragazzino, esile e alto, dai ciuffi flavi e dall'occhio ceruleo. Una foto di pochi, pochissimi anni fa. Avevo diritto ad aggiungerne delle altre, molte altre...
Non le dirò che penso al suicidio, non è così... Ma questa vita mi sfugge di mano, e pensare, a 29 anni, di avere una scadenza di altri soli cinque anni... beh mi creda, è davvero angosciante...
Per quello che mi resta, "lascerò andare la gioia che ho" anche se non posso essere certo che "un giorno la ritroverò"...
Non ho la fede, e ho bisogno della parola di uno che ha fede... di uno che ha certezza che un giorno ritroverà quella gioia...
Ringrazio per l'attenzione che mi vorrà dedicare...
Cordialmente,
A.






Risposta del sacerdote

Carissimo A.,

1. inutile dirti che la tua lettera mi ha toccato e che da quel momento ti ho sentito particolarmente vicino.
Ho cominciato a pregare per te, a ricordarti al Signore nel momento più alto della storia: quello della consacrazione durante la Messa. Perché la Messa perpetua sui nostri altari il sacrificio di Cristo, sacrificio che ha un merito infinito.

2. Il santo Curato d’Ars diceva che quando noi preghiamo per una particolare persona durante la consacrazione, in quel momento lo Spirito Santo tocca la mente e il cuore della persona per cui preghiamo.


3. Io continuerò a farlo perché tu possa svolgere al meglio la missione che Dio ti ha dato.


4. Nella tua mail mi parli di te stesso come di uno che è arrivato al termine o si trova al termine della sua vita, con solo il tempo per dare addio alle cose e alle persone care e con tante fatiche e speranze che vanno in fumo.


5. Permettimi di dire che non è così.
In ogni caso tu sei all’inizio della tua attività.
Ma il Signore forse ha permesso che tu venissi colpito da un male così duro perché tu trovassi la Luce e potessi dare a vite spente e senza speranza la Luce vera, che è Cristo stesso, che si è presentato nel mondo come Medico e Medicina per tutti.


6. Solo Cristo è la Luce che non tramonta.
Tutte le altre luci che noi vogliamo dare al di fuori di Lui sono luci spente fin dall’inizio: non illuminano, non riempiono, non guariscono.
All’inizio della tua attività il Signore ti ha fermato come Paolo sulla strada di Damasco perché tu ti caricassi della Luce vera, quella che è capace di saziare una persona per il tempo e per l’eternità.


7. Vorrei dirti tante cose, insegnarti tante cose, iniziarti a tante cose. Sì, proprio così: iniziarti a tante cose. E cioè ad entrare in un mondo diverso, nel mondo vero, e cioè nel mondo di Dio.
E nel mondo di Dio si entra attraverso la grazia che purifica dai peccati, che toglie le squame che impediscono di vedere la Luce vera.
Si entra soprattutto attraverso la grazia che santifica la nostra anima, attraverso quella grazia che ti fa sentire la presenza di Dio nel cuore, anzi che ti dà fin d’ora il possesso di Dio e di tutte le cose sue.


8. Ricordo di un giovane che colpito da una grave notizia che gli veniva da casa sua, entrò in Chiesa e andò a pregare a lungo davanti all’altare della Madonna.
Uscito di Chiesa andò a comperarsi una corona del santo Rosario e la sua vita divenne più seria, più matura, più santa.


9. Un grande scrittore francese (Léon Bloy) ha detto che la sofferenza ha il compito di risvegliare la presenza di Dio nell’anima.
Poi ha soggiunto: quando tutto va bene, corriamo il rischio di sentire Dio lontano. Quando siamo nella sofferenza, lo sentiamo vicino.
Penso che sia così.


10. Dio si è avvicinato a te in maniera così forte e bussa alla porta del tuo cuore. È di Lui che tu hai bisogno. Ne hai bisogno più dell’aria che respiri.
Mi auguro che per Natale tu possa aprirGli la porta.
Sarà il Natale di Dio nella tua vita.
E sarà anche il Natale di te stesso alla vita vera.

Ti assicuro la mia preghiera e il mio ricordo costante nella S. Messa: che tu possa guarire perfettamente nel corpo e nello spirito.
Ti affido anche alle preghiere e ai meriti dei nostri visitatori.
Ti benedico e ti saluto cordialmente.

Padre Angelo


Pubblicato 23.12.2010


Caterina63
00domenica 16 gennaio 2011 16:04


S.O.S. SPIRITUALE

1. Quattro mamme devono subire un intervento delicato.

2. Dieci Papà cercano lavoro.

3. Venti famiglie non possono pagare le bollette di acqua,luce,gas e spazzatura.

4. Cinque giovani devono superare un esame difficile.

5. Venti giovani sono stati irretiti dalla droga e alcol.

6. Sette famiglie sono diventate atee,altre musulmane,altre ancora evangelici.

7. Due mamme aspettano i loro figli scappati di casa.

8. Tre signorine soffrono di anoressia.

9. Una giovane perché ritorni il suo fidanzato.

10. Un uomo chiede guarigione per una possessione demoniaca.

11. Quattro famiglie cercano una casa.

12. Due uomini vogliono togliersi il vizio del gioco,della sigaretta e della bestemmia.

13. Sette persone si sono allontanate da molti anni dai Sacramenti.

Per queste e tantissime altre grazie,preghiamo la Madonna delle anime “pezzentelle-poverette” del Purgatorio.

Grazie,a nome di tutti questi nostri fratelli e sorelle.

Caterina63
00sabato 26 febbraio 2011 21:30

Una preghiera per Yara


                                                                     Yara

Cari amici, questo pomeriggio e' stato ritrovato il corpo della piccola Yara Gambiraso.
Vorrei invitare tutti alla preghiera per questa povera ragazza, scomparsa tre mesi fa.
Siamo tutti vicini ai familiari nella certezza che Yara veglia su tutti loro dal Cielo.
Raffaella
Caterina63
00sabato 21 maggio 2011 10:07

Preghiera per Martina



Vi chiediamo di tutto cuore orazioni, in unione di preghiera, per una bimba che ci segnalano gravemente ammalata e bisognosa delle invocazioni dei cristiani a Maria, Salus Infirmorum. Recitiamo quindi tutti insieme la bella preghiera di San Bernardo di Chiaravalle alla Vergine:



Memorare, piissima Virgo Maria,
a saeculo non esse auditum
quemquam ad tua currentem praesidia,
tua implorantem auxilia,
tua petentem suffragia
esse derelictum.
Ego, tali animatus confidentia,
ad te, Virgo virginum Mater, curro;
ad te venio, coram te gemens, peccator, assisto.
Noli, Mater Verbi, verba mea despicere,
sed audi propitia et exaudi.
Amen.
 
 
Ricordati, o piissima Vergine Maria,
che non si è mai udito al mondo
che alcuno sia ricorso alla tua protezione,
abbia implorato il tuo aiuto,
abbia chiesto il tuo soccorso,
e sia stato abbandonato.
Animato da tale fiducia,
a te ricorro, o Madre, Vergine delle vergini;
a te vengo, dinnanzi a te mi prostro, peccatore pentito.
Non volere, o Madre del verbo,
disprezzare le mie preghiere,
ma ascoltami benevola ed esaudiscimi.
Amen.

Ave, Pater, Gloria.


ne approfitto per ricordarvi un padre di famiglia, ottimo cristiano, che sta combattendo contro un tumore ed ha due bimbe piccole....  
 
Da un santino datato 1903, dedicato agli infermi, riporto la bellissima invocazione che c'è dietro:  
 
Dio Onnipotente, muoviti a compassione, esaudisci la nostra umile Preghiera affinchè il mondo creda e possa dire: "davvero Dio è con loro!"  
Vergine Madre, avvolgi nel Tuo santo Manto le preziose vite di queste persone, non dica l'uomo incredulo che siamo orfani, che siamo reietti e abbandonati, e guardando il prodigio dei tanti benefici che riceviamo nell'anima e nel corpo, possa egli credere, amarti e lodarti eternamente, in Cristo nostro Signore, Egli che è la via, la verità e la vita, e vive e regna con il Padre e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.  
Amen!
 
 
(la Chiesa all'epoca segnalava 50 giorni di indulgenza a chi recitasse tal preghiera al capezzale di un malato)

Imprimatur: P.Carolus Nardi, Provinciale Vicario Generale - Curia Archivescovile, dies 8 Novembre 1903


                                    Salus Infirmorum



Caterina63
00giovedì 27 ottobre 2011 23:39
26 OTT. 2011 (VIS). A causa del maltempo il Santo Padre ha tenuto nell'Aula Paolo VI, invece che in Piazza San Pietro, la Celebrazione della Parola che ha sostituito l'Udienza Generale del Mercoledì, per la "Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo" in programma domani ad Assisi. Prima della Celebrazione della Parola, il Papa ha salutato nella Basilica Vaticana i fedeli che non avevano trovato posto nell'Aula Paolo VI.



Cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di accogliervi nella Basilica di San Pietro e di rivolgere il mio cordiale benvenuto a tutti voi che purtroppo non avete trovato posto nell’Aula Paolo VI. Vi incoraggio a rafforzare la vostra adesione al Vangelo per essere sempre disponibili e pronti a compiere la volontà del Signore. Con questi voti, di cuore imparto a tutti voi la mia Benedizione, che volentieri estendo alle vostre famiglie e alle persone care.

* * *

Cari fratelli e sorelle,

oggi il consueto appuntamento dell’Udienza generale assume un carattere particolare, poiché siamo alla vigilia della Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, che si terrà domani ad Assisi, a venticinque anni dal primo storico incontro convocato dal Beato Giovanni Paolo II. Ho voluto dare a questa giornata il titolo “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”, per significare l’impegno che vogliamo solennemente rinnovare, insieme con i membri di diverse religioni, e anche con uomini non credenti ma sinceramente in ricerca della verità, nella promozione del vero bene dell’umanità e nella costruzione della pace. Come ho già avuto modo di ricordare, “Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”.

Come cristiani, siamo convinti che il contributo più prezioso che possiamo dare alla causa della pace è quello della preghiera. Per questo motivo ci ritroviamo oggi, come Chiesa di Roma, insieme ai pellegrini presenti nell’Urbe, nell’ascolto della Parola di Dio, per invocare con fede il dono della pace. Il Signore può illuminare la nostra mente e i nostri cuori e guidarci ad essere costruttori di giustizia e di riconciliazione nelle nostre realtà quotidiane e nel mondo.

Nel brano del profeta Zaccaria che abbiamo appena ascoltato è risuonato un annuncio pieno di speranza e di luce (cfr Zc 9,10). Dio promette la salvezza, invita ad “esultare grandemente” perché questa salvezza si sta per concretizzare. Si parla di un re: “Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso” (v. 9), ma quello che viene annunciato non è un re che si presenta con la potenza umana, la forza delle armi; non è un re che domina con il potere politico e militare; è un re mansueto, che regna con l’umiltà e la mitezza di fronte a Dio e agli uomini, un re diverso rispetto ai grandi sovrani del mondo: “cavalca un asino, un puledro figlio d’asina”, dice il profeta (ibidem). Egli si manifesta cavalcando l’animale della gente comune, del povero, in contrasto con i carri da guerra degli eserciti dei potenti della terra. Anzi, è un re che farà sparire questi carri, spezzerà gli archi di battaglia, annuncerà la pace alle nazioni (cfr v. 10).

Ma chi è questo re di cui parla il profeta Zaccaria? Andiamo per un momento a Betlemme e riascoltiamo ciò che l’Angelo dice ai pastori che vegliavano di notte facendo guardia al proprio gregge. L’Angelo annuncia una gioia che sarà di tutto il popolo, legata ad un segno povero: un bambino avvolto in fasce, posto in una mangiatoia (cfr Lc 2,8-12). E la moltitudine celeste canta “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (v. 14), agli uomini di buona volontà. La nascita di quel bambino, che è Gesù, porta un annuncio di pace per tutto il mondo. Ma andiamo anche ai momenti finali della vita di Cristo, quando Egli entra in Gerusalemme accolto da una folla festante. L’annuncio del profeta Zaccaria dell’avvento di un re umile e mansueto tornò alla mente dei discepoli di Gesù in modo particolare dopo gli eventi della passione, morte e risurrezione, del Mistero pasquale, quando riandarono con gli occhi della fede a quel gioioso ingresso del Maestro nella Città Santa. Egli cavalca un asina, presa in prestito (cfr Mt 21,2-7): non è su di una ricca carrozza, non è a cavallo come i grandi. Non entra in Gerusalemme accompagnato da un potente esercito di carri e di cavalieri. Egli è un re povero, il re di coloro che sono i poveri di Dio. Nel testo greco appare il termine praeîs, che significa i mansueti, i miti; Gesù è il re degli anawim, di coloro che hanno il cuore libero dalla brama di potere e di ricchezza materiale, dalla volontà e dalla ricerca di dominio sull’altro. Gesù è il re di quanti hanno quella libertà interiore che rende capaci di superare l’avidità, l’egoismo che c’è nel mondo, e sanno che Dio solo è la loro ricchezza. Gesù è re povero tra i poveri, mite tra quelli che vogliono essere miti. In questo modo Egli è re di pace, grazie alla potenza di Dio, che è la potenza del bene, la potenza dell’amore. E’ un re che farà sparire i carri e i cavalli da battaglia, che spezzerà gli archi da guerra; un re che realizza la pace sulla Croce, congiungendo la terra e il cielo e gettando un ponte fraterno tra tutti gli uomini. La Croce è il nuovo arco di pace, segno e strumento di riconciliazione, di perdono, di comprensione, segno che l’amore è più forte di ogni violenza e di ogni oppressione, più forte della morte: il male si vince con il bene, con l’amore.

E’ questo il nuovo regno di pace in cui Cristo è il re; ed è un regno che si estende su tutta la terra. Il profeta Zaccaria annuncia che questo re mansueto, pacifico, dominerà “da mare a mare e dal Fiume fino ai confini della terra” (Zc 9,10). Il regno che Cristo inaugura ha dimensioni universali. L’orizzonte di questo re povero, mite non è quello di un territorio, di uno Stato, ma sono i confini del mondo; al di là di ogni barriera di razza, di lingua, di cultura, Egli crea comunione, crea unità. E dove vediamo realizzarsi nell’oggi questo annuncio? Nella grande rete delle comunità eucaristiche che si estende su tutta la terra riemerge luminosa la profezia di Zaccaria. E’ un grande mosaico di comunità nelle quali si rende presente il sacrificio di amore di questo re mansueto e pacifico; è il grande mosaico che costituisce il “Regno di pace” di Gesù da mare a mare fino ai confini del mondo; è una moltitudine di “isole della pace”, che irradiano pace. Dappertutto, in ogni realtà, in ogni cultura, dalle grandi città con i loro palazzi, fino ai piccoli villaggi con le umili dimore, dalle possenti cattedrali alle piccole cappelle, Egli viene, si rende presente; e nell’entrare in comunione con Lui anche gli uomini sono uniti tra di loro in un unico corpo, superando divisione, rivalità, rancori. Il Signore viene nell’Eucaristia per toglierci dal nostro individualismo, dai nostri particolarismi che escludono gli altri, per formare di noi un solo corpo, un solo regno di pace in un mondo diviso.

Ma come possiamo costruire questo regno di pace di cui Cristo è il re? Il comando che Egli lascia ai suoi Apostoli e, attraverso di loro, a tutti noi è: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli… Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,19). Come Gesù, i messaggeri di pace del suo regno devono mettersi in cammino, devono rispondere al suo invito. Devono andare, ma non con la potenza della guerra o con la forza del potere. Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato Gesù invia settantadue discepoli alla grande messe che è il mondo, invitandoli a pregare il Signore della messe perché non manchino mai operai nella sua messe (cfr Lc 10,1-3); ma non li invia con mezzi potenti, bensì “come agnelli in mezzo ai lupi” (v. 3), senza borsa, bisaccia, né sandali (cfr v. 4). San Giovanni Crisostomo, in una delle sue Omelie, commenta: “Finché saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi, saremo sconfitti, perché saremo privi dell’aiuto del pastore” (Omelia 33, 1: PG 57, 389). I cristiani non devono mai cedere alla tentazione di diventare lupi tra i lupi; non è con il potere, con la forza, con la violenza che il regno di pace di Cristo si estende, ma con il dono di sé, con l’amore portato all’estremo, anche verso i nemici. Gesù non vince il mondo con la forza delle armi, ma con la forza della Croce, che è la vera garanzia della vittoria. E questo ha come conseguenza per chi vuole essere discepolo del Signore, suo inviato, l’essere pronto anche alla passione e al martirio, a perdere la propria vita per Lui, perché nel mondo trionfino il bene, l’amore, la pace. E’ questa la condizione per poter dire, entrando in ogni realtà: “Pace a questa casa” (Lc 10,5).

Davanti alla Basilica di San Pietro, si trovano due grandi statue dei santi Pietro e Paolo, facilmente identificabili: san Pietro tiene in mano le chiavi, san Paolo invece tiene nelle mani una spada. Per chi non conosce la storia di quest’ultimo potrebbe pensare che si tratti di un grande condottiero che ha guidato possenti eserciti e con la spada ha sottomesso popoli e nazioni, procurandosi fama e ricchezza con il sangue altrui. Invece è esattamente il contrario: la spada che tiene tra le mani è lo strumento con cui Paolo venne messo a morte, con cui subì il martirio e sparse il suo proprio sangue. La sua battaglia non fu quella della violenza, della guerra, ma quella del martirio per Cristo. La sua unica arma fu proprio l’annuncio di “Gesù Cristo e Cristo crocifisso” (1Cor 2,2). La sua predicazione non si basò “su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza” (v. 4). Dedicò la sua vita a portare il messaggio di riconciliazione e di pace del Vangelo, spendendo ogni sua energia per farlo risuonare fino ai confini della terra. E questa è stata la sua forza: non ha cercato una vita tranquilla, comoda, lontana dalle difficoltà, dalle contrarietà, ma si è consumato per il Vangelo, ha dato tutto se stesso senza riserve, e così è diventato il grande messaggero della pace e della riconciliazione di Cristo. La spada che san Paolo tiene nelle mani richiama anche la potenza della verità, che spesso può ferire, può far male; l’Apostolo è rimasto fedele fino in fondo a questa verità, l’ha servita, ha sofferto per essa, ha consegnato la sua vita per essa. Questa stessa logica vale anche per noi, se vogliamo essere portatori del regno di pace annunciato dal profeta Zaccaria e realizzato da Cristo: dobbiamo essere disposti a pagare di persona, a soffrire in prima persona l’incomprensione, il rifiuto, la persecuzione. Non è la spada del conquistatore che costruisce la pace, ma la spada del sofferente, di chi sa donare la propria vita.

Cari fratelli e sorelle, come cristiani vogliamo invocare da Dio il dono della pace, vogliamo pregarlo che ci renda strumenti della sua pace in un mondo ancora lacerato da odio, da divisioni, da egoismi, da guerre, vogliamo chiedergli che l’incontro di domani ad Assisi favorisca il dialogo tra persone di diversa appartenenza religiosa e porti un raggio di luce capace di illuminare la mente e il cuore di tutti gli uomini, perché il rancore ceda il posto al perdono, la divisione alla riconciliazione, l’odio all’amore, la violenza alla mitezza, e nel mondo regni la pace. Amen.


APPELLO

Cari fratelli e sorelle, prima di salutarvi nelle diverse lingue, comincio con un appello. In questo momento, il pensiero va alle popolazioni della Turchia duramente colpite dal terremoto, che ha causato gravi perdite di vite umane, numerosi dispersi e ingenti danni. Vi invito ad unirvi a me nella preghiera per coloro che hanno perso la vita e ad essere spiritualmente vicini a tante persone così duramente provate. L’Altissimo dia sostegno a tutti coloro che sono impegnati nell’opera di soccorso. Adesso saluto nelle diverse lingue.



























Caterina63
00mercoledì 11 gennaio 2012 12:09
[SM=g1740733] Cari Amici, il 17 gennaio amiamo ricordare la Venerabile Madre Antonia Lalìa, Fondatrice delle Suore Domenicane
Missionarie di san Sisto vecchio, Roma.
Daniele Bruno, dal sito degli Amici di Madre Lalìa, www.madrelalia.it così ci spiega:
Siamo un gruppo di persone di Misilmeri, la cittadina natale di Madre Antonia Lalia, che ha deciso di creare un sito ufficiale che tenga costantemente informati tutti colori i quali conoscono ed amano la figura di Madre Lalia. Ci auguriamo di essere un utile servizio per chi volesse informazioni sulla vita di Madre Lalia, ma anche per la
comunicazione di grazie e miracoli e la richiesta di preghiere per sua intercessione.

Dal canto nostro vi offriamo, per condivisione fraterna, l'Inno, di Daniele Bruno, a lei dedicato in formato
karaoke.... it.gloria.tv/?media=241906

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org

Sito ufficiale della Congregazione:
www.domenicanedisansisto.org

il mio sito amatoriale di ex collegiale di san Sisto
freeforumzone.leonardo.it/forum.aspx?c=169899&f=169899



[SM=g1740717]

[SM=g1740757]

Caterina63
00domenica 15 gennaio 2012 09:46
[SM=g1740733]  Ricevo questa e-mail e la giro anche a voi....

Caterina,****: faccio parte di una categoria di lavoratori in estremo pericolo che ha immediato bisogno della poderosa assistenza di Nostro Signore Gesù, ti sarei davvero grato se tu volessi aiutarmi postando l'avviso seguente sul tuo forum.
E' una crociata del Santo Rosario
Se vorrai pubblicarlo ne sarò davvero felice.
Qualunque cosa tu decida, che il Signore ti benedica sempre per il meritevole lavoro di apostolato che svolgi in rete.

Un saluto in Gesù e Maria

Ghergon



A tutti coloro che credono ancora nella giustizia e nella dignità dell'uomo.

Amici cattolici, è un’ora grave e difficilissima per decine di migliaia di taxisti e per le loro famiglie che domani non avranno più un futuro, non più un lavoro, non più un sostentamento economico e saranno ridotte sul lastrico, se sarà data via libera alla cosi detta liberalizzazione del settore.
Dovete sapere che la maggior parte di noi, per ottenere una licenza taxi che costa dai 100 mila ai 200 mila euro e anche più, si è indebitata con le banche in mutui ventennali ed impegnata in una vita di duri sacrifici confidando nella sola prospettiva di poterla un giorno rivendere per garantirsi una piccola pensione da affiancare a quella minima dell’Inps; lavoriamo dieci ore al giorno, 70 ore la settimana, 365 giorni l'anno, in mezzo alla strada, al traffico, allo smog, al pericolo. E’ un lavoro duro e usurante, sì, ma onesto e adesso ce lo vogliono togliere, annullando il valore delle licenze, rendendo vani i nostri sacrifici, condannando le nostre famiglie, i nostri figli, i nostri cari ad una vita miserabile piena di debiti e di angoscia.

La stampa ci infama, la televisione ci accusa, l’opinione pubblica sembra godere nel vederci alla gogna, ma quasi nessuno ha capito che questa non è una battaglia sociale di un piccolo gruppo contro un sistema empio ed immorale, ma una vera e propria guerra contro un nemico ancora più subdolo, un nemico vile e spietato che oggi tenta di annientare migliaia di coraggiosi lavoratori insieme alle loro famiglie e che domani si avventerà contro altre categorie, altri lavoratori, altre famiglie, cercando di ucciderne la dignità e il rispetto.

Soffiano venti infernali in questo mondo dimentico di Dio, ma noi cattolici abbiamo delle armi invincibili per vincere il maligno ed è a queste che io vi incito a ricorrere, per il bene comune di tutti e non di una sola parte: uniamoci nella preghiera, uniamoci nella recita devota del Santo Rosario, uniamoci in suppliche e pie devozioni.

Amici, combattete al fianco di noi taxisti cattolici con le armi che il Cielo mette a nostra disposizione, sosteneteci nella lotta contro l’ingiustizia e la prevaricazione, che non appartiene solo a noi, ma a tutti quanti e unitevi alla Crociata del Santo Rosario che indiciamo fin da questo momento, affinchè la Beata Vergine Maria possa intercedere presso Nostro Signore Gesù Cristo e le nostre preghiere siano esaudite.

Pregate per noi e con noi e che il Signore ve ne renda merito al centuplo.


Ghergon


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Carissimo Ghergon e agli altri amici del tuo gruppo, ho un amico che lavora nella tua categoria, comprendo bene quello che sta accadendo.....
Purtroppo, però, sembra che il braccio di ferro non lo vincerete.... a torto o a ragione le decisioni che si stanno prendendo sembrano irrevocabili e al Governo non importa chi ci rimetterà....
Ho altre voci di gente che con questo gennaio 2012 ha perduto il posto di lavoro anche con ben 20 anni di servizio alle spalle.... addirittura fra i vigili del Fuoco si registrano licenziamenti inauditi....
Che fare?
Si! Riscopriamo la solidarietà nella Preghiera, perchè Dio davvero non abbandona nessuno, e specialmente la sua Santissima Madre è prodiga verso i Figli che sapranno offrire tutto per solidarietà, essi stessi, verso il Suo Divin Figlio....
Coraggio allora!
Dal mio canto mi premunisco fin da ora in questa crociata del Rosario, voi tenete tosto, ma con Fede nell'Amore di Cristo che non abbandona nessuno!
Chi cerca la vera giustizia, quella di Dio, non quella degli uomini che è fallace e di parte, troverà giustizia, verrà consolato, verrà ripagato il centuplo e questo fin da ora, sulla terra, perchè le promesse di Dio sono eterne ed  inderogabili, solo occorre pazientare per i SUOI tempi.... [SM=g1740722]

Un abbraccio!
[SM=g1740738]


Ghergon
00domenica 15 gennaio 2012 19:29
Grazie Caterina di cuore per averlo pubblicato.
Dobbiamo essere coesi nella Fede e nella preghiera perseverante e il Signore farà andare tutto al meglio esaudendo le nostre richieste...
Un forte abbraccio!

[SM=g1740717]

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