SONO UN CATTOLICO: I'M A CATHOLIC

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Caterina63
00sabato 27 giugno 2009 23:19
I'm A Catholic by Jim Shoulak

I'm a Catholic!
And I pray the rosary.
I'm a Catholic!
Somebody call a priest.
I went to Catholic grade school, prayed the stations of the cross, got a statue of St. Christopher, so you know I won't get lost.
I'm a Catholic!
Sing it strong and sing it loud: I'm a Catholic!
And you know I'm very proud of Popes, and mass, the Patron Saints, the Angelus and chimes, novenas and the sacraments.
I'll tell the world that I'm a Catholic!
I'm a Catholic!
I am old and I am young.
I was taught by the greatest nun, I’ve got scapulars, holy cards, water that is blessed, vigil lights and Mary's sightings.
Father, I confess, I'm a Catholic!
(?) candle all a-glow.
I'm a Catholic!
Et cum Spiritu tuo.
I worked in missions around the world and the shelter down the street.
I marched for life and human rights.
Tell everyone you meet: I'm a Catholic!
I'm a Catholic!
The real presence in the host.
I'm a Catholic!
Father, Son and Holy Ghost.
I read the Holy Bible, hosted Mass in my home and I listened to the teachings of the Pope, who lives in Rome.
I'm a Catholic!
Right down to my Confirmation name.
I'm a Catholic!
And I room for Notre Dame.
And when my days are over and my time has come to pass
For the rosary in my folded hands and say at my funeral Mass:
Here was a Catholic!

I'm a Catholic!
I'm a Catholic!

Amen




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Caterina63
00domenica 28 giugno 2009 14:45
Mi è stato chiesta una traduzione... [SM=g1740727] me l'ha tradotta mio marito, dunque, il cantante dice che ha vissuto un periodo della sua vita in cui si vergognava di essere cattolico o comunque non riusciva a dirlo, da qui l'idea di scrivere una canzone attraverso la quale testimoniare di essere Cattolico descrivendo un pò ciò che lui ha fatto per continuare ad esserlo...

Il testo della canzone è abbastanza semplice purtroppo non preciso da parte di chi l'ha trascritto e racconta cosa ha fatto lui e cosa crede (traduzione spartana non fedelissima):

Sono un cattolico!
Ed io pregherò il rosario.
Sono un cattolico!
Qualcuno chiama un sacerdote.
Sono andata alla scuola cattolica , pregavo le stazioni della croce, ho una statua di San Cristoforo, in modo da sapere che non mi perderò.
Sono un cattolico!
Canta che cantano forte : Sono un cattolico!
sono molto orgoglioso dei Papi, di Santi Patroni, l'Angelus e carillon, novene e dei sacramenti.
Voglio dire al mondo che io sono un cattolico!
Sono un cattolico!
Sono vecchio e ci sono giovani.
Mi è stato insegnato dai più grandi monaci, ho scapolari, carte sante, l'acqua benedetta, veglia di luci e di Maria avvistamenti.
Padre, confesso, sono un cattolico!
(?) Di candela tutti un bagliore.
Sono un cattolico!
Et cum spiritu tuo.
Ho lavorato in missioni in tutto il mondo e il ricovero per la strada.
Ho marciato per tutta la vita e dei diritti umani.
Dillo a tutti quelli che incontrate: Sono un cattolico!
Sono un cattolico!
La presenza reale nell'ostia.
Sono un cattolico!
Padre, Figlio e Spirito Santo.
Ho letto la Sacra Bibbia, ho ospitato la Santa Messa nella mia casa e ho ascoltato gli insegnamenti del Papa, che vive a Roma.
Sono un cattolico!
Sono stato confermato nel nome (Cresima?).
Sono un cattolico!
Sono stato ospitato da Nostra Signora.
E quando i miei giorni non sono più ed è giunto il momento di passare
il rosario piegato nelle mani e e dire alla messa del mio funerale:
Qui è stato un cattolico!

Sono un cattolico!
Sono un cattolico


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Caterina63
00mercoledì 1 luglio 2009 00:58
Ingrid Betancourt parla di come Dio le ha toccato il cuore


Confidenze dopo l'udienza con Benedetto XVI



di Carmen Elena Villa Betancourt


CITTA' DEL VATICANO, martedì, 2 settembre 2008 (ZENIT.org).- Dopo i 25 minuti di incontro con Benedetto XVI, questo lunedì nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, l'ex candidato alla Presidenza della Colombia Ingrid Betancourt ha rivelato nel corso di una conferenza stampa come Dio le abbia toccato il cuore durante la prigionia.

Prima di essere sequestrata, nel febbraio del 2002, Ingrid era una donna di poca fede. Durante i sei anni e mezzo in cui è rimasta nelle mani delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), nel sud della giungla colombiana, gli unici libri che aveva con sé erano tuttavia la Bibbia e il dizionario, per cui si dedicava a leggere e meditare la Parola di Dio.

Consacrazione al Sacro Cuore

Ingrid ascoltava tutti i giorni la radio per potersi intrattenere e informare. Un mese prima della sua liberazione, il 1° giugno scorso, stava ascoltando la Radio Cattolica Mondiale e ha sentito le promesse che avrebbe sperimentato chi si consacra al Sacro Cuore.

Anche se riconosce di non ricordarle tutte, la donna le ha elencate ai giornalisti: la prima è toccare il cuore indurito di quanti fanno soffrire la persona, la seconda benedire i progetti dell'interessato, la terza l'aiuto per sopportare la croce.

Ingrid ha affermato che quando ha udito queste promesse ha detto: “Fa per me. Ho bisogno che Dio tocchi il cuore indurito dei guerriglieri, che tocchi il cuore di tutti coloro che non lasciano che siamo liberi”.

Ho bisogno che Egli prenda su di sé il mio obiettivo, che è quello di ottenere la libertà per tutti noi, che lo benedica e permetta che accada. Ho bisogno che Egli mi accompagni per portare questa croce, perché da sola non ce la faccio più”, ha commentato la cittadina franco-colombiana.

Dopo aver conosciuto queste promesse, la Betancourt ricorda di aver detto al Sacro Cuore: “Gesù, in questi anni non ti ho mai chiesto nulla, ma oggi ti chiedo qualcosa: visto che questo è il mese del Sacro Cuore, il tuo mese, ti chiedo che mi conceda il miracolo, non della mia liberazione perché non credo sia possibile, ma di sapere quando sarò liberata, perché se so quando sarà, anche se avverrà tra molti anni, avrò la forza di resistere. Se mi concedi questo miracolo, mio Signore, sarò tua”.


Ingrid ha raccontato di aver detto al Papa “Non so cosa voglia dire essere di Cristo”, ed egli le ha risposto: “Sarà lui a mostrarti la via”.

Il 27 giugno un comandante delle FARC è andato a parlare con Ingrid dicendole: “C'è una commissione internazionale che visiterà i prigionieri ed è molto probabile che alcuni di voi siano liberati”.

La Betancourt ha riferito quanto le ha detto il Papa a questo proposito: “Dio ti ha concesso il miracolo della liberazione perché tu hai saputo chiederlo, perché non gli hai chiesto la liberazione, ma che si compisse la sua volontà e ti aiutasse a comprenderla”.

Credere in Dio

La Betancourt ha approfittato di questa occasione per rivolgere un invito a tutti quelli che non credono: “Ci sono molte persone che sono in collera con Dio e non vogliono credere, e tanti che si vergognano di credere in Dio. L'unica cosa che posso dire loro è che c'è qualcuno che ci ascolta e ci parla e che se noi capiamo come parlargli ci aiuterà”.

Dopo l'udienza, Ingrid ha affermato che Benedetto XVI prega sempre per i sequestrati: “Il Papa porta nell'animo il dolore di quanti soffrono”, è un “uomo di luce”.

Allo stesso modo, la donna ha inviato un messaggio di incoraggiamento a quanti sono stati suoi compagni di prigionia e non sono ancora stati liberati: “So che questa voce arriverà nella giungla colombiana. So che presto vi abbraccerò nella libertà”.


Udienza a Ingrid Betancourt...

finalmente........questo si che è un degno saluto ed una degna Benedizione ricevuta in grande stile Cattolico.....









Caterina63
00martedì 15 settembre 2009 22:36


Ho realizzato questo video sulle note e le parole di Figaro di Renato Zero quando al Papa venne proibito di fare la sua lezione all'Università (fondata dal Pontefice nel 1300) La Sapienza a Roma... [SM=g1740730]

Le parole le ho trovate molto eloquenti e ben si intrecciano con quella situazione assurda in cui noi, come cattolici, e il Vicario di Cristo, ci venimmo a trovare... [SM=g1740733]

Figaro:

Storie da vendere
finchè ne vuoi
intere pagine
riempirei
Ho libero accesso
ho la più ampia facoltà
di scrivermi addosso
vere o presunte verità
assorbo di tutto
raccolgo quei sentimenti e poi…
Li spendo, sperando
Li accendo, interpretando…

Tutti si fidano
meglio così
se i cuori si guastano
io corro li

M’infilo dovunque
precipito cado e trono su
più svelto del vento…

E’ la vita mia
mille occhi una foresta
una giostra, di periferia…
è la vita mia
rinnegarla io non posso
resto me stesso finchè
riesco a cantare di te
.

Prendi quello che ti servirà
del mio cuore il battito migliore
le più strabilianti primavere…
Tutto il bene che vuoi
la dolcezza che altrove non hai.
Portami nella tua gioventù
così in alto dove sei tu.
In un tempo che non c’è più
.

Sul tavolo verde io
non vinco mai
ma so indovinare tu
che carte hai
Non è mestiere
ma non so dirti cosa sia
paura d’amare…amnesia…
Saper ascoltare
il silenzio di gente che va via
lasciarmi guidare…

Fra sogni e lacrime
mi muoverò…
Ho voglia di crescere
ancora un po’…
Non c’è sgomento
abituato alla realtà
ti vengo incontro
qualunque sia la verità
io sono qua
!

Lasciami le chiavi dove sai
fammi trovare una sedia e del buon vino
chiunque tu sia ti resterò vicino
carta e penna perchè
questo nuovo messaggio è per te.

Nascono così le melodie
dalle lacrime tue e quelle mie
e non sono soltanto bugie. Bugie
!

Anche stanotte ci racconteremo
una volta di più
mentre parmli canzone sei tu.

Nascono così le melodie
mentre tu mi scorri nelle vene
che sia gioia o sia disperazione…
Dal tuo mondo ti ruberò
e un successo di te, farò..

Una canzone. Una canzone. Una canzone.








[SM=g1740721]

Caterina63
00martedì 15 settembre 2009 23:46


16.4.2008 il Papa compiva 81 anni....e il 19.4. tre anni di Pontificato...e allora Santo Padre, anche dai giovani e dalla loro musica giovanile AD MULTOS ANNOS


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Sulle note di: Dawn Over A New World del gruppo Dragonforce, un augurio a Benedetto XVI che guida la Chiesa nel Nome di Cristo in questi tempi difficili....in ricordo del suo viaggio negli Stati Uniti.
Siamo con Te, Santo Padre!!! la musica te la dedica mio figlio Michele
[SM=g1740734]




[SM=g1740734] [SM=g1740738]


Caterina63
00mercoledì 16 settembre 2009 00:19
Un grazie a don Giosy Cento per la sua missione pastorale CANORA
www.giosycento.it
Grazie per la sua stupenda Associazione che unisce i Ragazzi del Cielo (morti negli incidenti stradali) e i Ragazzi della terra
difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...
attraverso le sue canzoni ed opere edificanti...
Simpatica questa canzone dedicata al Santo Padre....






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[SM=g1740733]

Caterina63
00sabato 17 aprile 2010 00:34
Se non avete visto il film: STATE BUONI SE POTETE, che riprende la storia di due grandi Santi: san Filippo Neri e nello sfondo di sant'Ignazio di Loyola....cercatelo e vedetelo...fa meditare...

Nel film c'è una scena di san Filippo Neri (interpretato da Jonni Dorelli) alle prese con una mistica per la quale il Papa gli chiese un parere...il fatto è autentico...

Leggiamo quanto segue:

Che la virtù dell’umiltà sia la base di ogni crescita cristiana autentica c’è lo dimostra questo episodio preso dalla biografia di san Filippo, l’apostolo nella Roma del cinquecento.

San Filippo Neri (1515-1595), è uno dei santi più amati e grazie alla fondazione dei preti dell’Oratorio che proponeva una gioiosa santificazione della vita quotidiana con il ricorso anche alla musica e alle arti figurative, è uno dei grandi riformatori della Chiesa della Controriforma. Nella “Vita” di S. Filippo Neri si legge un episodio che ha per titolo: “La falsa santità”. Ecco di cosa si tratta: in un convento di Roma viveva una monaca che godeva fama di grande santità. Correva voce fra il popolo che la religiosa, arricchita di doni celesti, conoscesse il futuro ed operasse prodigi meravigliosi. Quando il Papa venne a conoscenza di questo, mandò Padre Filippo in quel convento, perché vedesse che cosa vi fosse di vero sulle virtù taumaturgiche della religiosa. ...

... In quei giorni era piovuto molto e le strade erano tutte fangose, sicché Filippo arrivò al monastero con le scarpe tutte insudiciate di fango. Ivi chiese subito di parlare con la monaca creduta santa, la quale, appena scesa in parlatorio, con un profondo inchino, disse: “In che posso servirla?”.
Il Santo che stava comodamente sdraiato sulla poltrona, senza neppure rispondere al saluto, le porse il suo piede dicendo: “Prima di tutto, Reverenda Madre, la pregherei di togliermi queste scarpe infangate e poi di pulirmele per bene”. La monachella si tirò indietro inorridita e, con parole molto risentite, fece le sue rimostranze contro un modo di procedere così villano, dicendo: “Mi meraviglio come voi vi permettete di farmi simili proposte”; Filippo tacque e alzatosi tranquillamente uscì dal convento per ritornare a casa.
Presentatosi il giorno dopo dal Papa, per riferire sul risultato della sua missione, disse: “Beatissimo Padre, quella monaca certamente non è una santa e non fa miracoli, perché le manca la virtù fondamentale”. Il Santo sapeva troppo bene che la miglior prova della santità è l’umiltà.

Don Marcello Stanzione


Nel film "State buoni se potete" c'è una bella canzoncina "CAPITAN GESU'" che sant'Ignazio di Loyola, da buon militare qual'era stato prima di convertirsi, soleva chiamare appunto Gesù..."IL MIO GENERALE"
ed ecco come Angelo Branduardi, compositore delle canzoni del film, l'ha saputo tradurre in canto, fedelmente ai testi....



Capitan Gesù non sta lassù,
sta quaggiù con la bandiera in mano.
Sempre quaggiù, con la bandiera in mano,
Gesù, mio capitano!

Comanda Santi e fanti
e coglie tutti quanti
li diavoli in flagrante,
Gesù, mio comandante!

Capitan Gesù non sta lassù,
ma sta quaggiù a battagliar col male.
Sempre quaggiù a battagliar col male,
Gesù, mio generale!

Ei caccia dalla tana
la feccia luterana
e il popolo giudìo,
Gesù è il maresciallo mio!






[SM=g1740722]



L'altra canzone, del film, più famosa è VANITA'


Vai cercando qua, vai cercando là,
ma quando la morte tri coglierà
che ti resterà delle tue voglie?
Vanità di vanità.
Sei felice, sei, dei pensieri tuoi,
godendo solo d'argento e d'oro,
alla fine che ti resterà?
Vanità di vanità.

Vai cercando qua, vai cercando là,
seguendo sempre felicità,
sano, allegro e senza affanni...
Vanità di vanità.

Se ora guardi allo specchio il tuo volto sereno
non immagini certo quel che un giorno sarà della tua vanità.

Tutto vanità, solo vanità,
vivete con gioia e semplicità,
state buoni se potete...
tutto il resto è vanità.

Tutto vanità, solo vanità,
lodate il Signore con umiltà,
a lui date tutto l'amore,
nulla più vi mancherà.


[SM=g1740722]


[SM=g1740721]

Caterina63
00venerdì 23 aprile 2010 21:36
[SM=g1740722] ottimo anche questo video del Clero francese:

Les Prêtres: Spiritus Dei, sacerdoti della diocesi di Gap, Francia.



[SM=g1740738]


it.gloria.tv/?media=69640


[SM=g1740722] [SM=g1740721] [SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740752]

Caterina63
00venerdì 21 maggio 2010 13:21
[SM=g1740722] l'Inno Cattolico dell'Azione Cattolica

Bianco Padre

Inno dell'Azione Cattolica

Qual falange di Cristo Redentore

la gioventù cattolica in cammino

la sua forza è lo Spirito Divino,

origine di sempre nuovo ardor

ed ogni cuore affronta il suo destino

votato al sacrificio ed all'amor.

- Bianco Padre che da Roma

ci sei meta luce e guida,

in ognun di noi confida

su noi tutti puoi contar:

siamo arditi della fede,

siamo araldi della Croce,

al tuo cenno, alla tua voce,

un esercito all'altar!

Balde e salde s'allineano le schiere

che la gran Madre dal suo sen disserra,

la più santa Famiglia della Terra,

innalza al cielo i cuori e la Bandiera:

ed ogni figlio è pronto alla sua guerra,

votato al sacrificio ed all'amor.

- Bianco Padre che da Roma.....

Il brano è tratto dal CD "Inni e Canti" Coro S.Veronica
Parrocchia di S. Maria Nascente in Bonemerse (CR)
Multimedia san Paolo


Ora, se volete scaricare il video o soltanto la musica, cliccate qui:
it.gloria.tv/?media=76822

per vederlo e ascoltarlo lo avete comunque qui in Home-page [SM=g1740721]





[SM=g1740738]


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

Caterina63
00sabato 16 ottobre 2010 18:54
Una riflessione da Messainlatino che facciamo nostra:



L'Osservatore romano: i Simpsons sono cattolici


Homer Simpson parla con Dio in sogno

L'Osservatore romano riferisce di un approfondito commento della Civiltà Cattolica sui noti cartoons. Un tema che non ci si aspetta di leggere su quelle paludate testate. Si vede che siamo in campagna acquisti: perché dunque non aggiungere alle divise dell'Osservatore, dopo Non praevalebunt e Unicuique suum, questa frase di Homer Simpson: "once you go to Vatican you never go back again"? Ma allora, visto che Bart, in una puntata in cui s'iscrive ad una scuola cattolica, prega in refettorio: "In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti", diteci tutta la verità: non solo è cattolico, è tradizionalista...
Enrico


Homer e Bart sono cattolici

di Luca M. Possati

Pochi lo sanno, e lui fa di tutto per nasconderlo. Ma è vero: Homer J. Simpson è cattolico. E se non fu vocazione - complice un'ammaliante pinta di "Duff" - ci mancò davvero poco. Tanto che oggi il re della ciambella fritta di Springfield non esita a esclamare che "il cattolicesimo è mitico". Salvo poi ricredersi in un catartico "D'oh!".

La battuta - tratta dall'episodio "Padre, Figlio e Spirito Pratico", in cui Homer e Bart si convertono grazie all'incontro con il simpatico padre Sean - è lo spunto dell'interessante articolo I Simpson e la religione di padre Francesco Occhetta comparso nell'ultimo numero di "La Civiltà Cattolica". L'autorevole rivista dei gesuiti italiani traccia una raffinata analisi antropologica ed etica del cartoon cogliendo al contempo l'occasione - questo l'aspetto più notevole - di dare qualche consiglio pratico a genitori e figli.

È fuori discussione che la serie creata da Matt Groening ha portato nel mondo del cartone animato una rivoluzione linguistica e narrativa senza precedenti. Abbandonata la tranquillizzante distinzione tra bene e male tipica delle produzioni "a lieto fine" della Disney, Homer&Company hanno aperto un vaso di Pandora. Ne è uscita comicità surreale, satira pungente, sarcasmo sui peggiori tabù dell'American way of life e un'icona deformante delle idiosincrasie occidentali. Ma attenzione, ci sono anche altri livelli di lettura. "Ogni episodio - scrive Occhetta - dietro la satira e alle tante battute che fanno sorridere, apre temi antropologici legati al senso e alla qualità della vita" (p. 144). Temi come l'incapacità di comunicare e di riconciliarsi, l'educazione e il sistema scolastico, il matrimonio e la famiglia. E non manca la politica.

Pomo della discordia, la religione. Che dire al cospetto delle sonore ronfate di Homer durante le prediche del reverendo Lovejoy [e quanti ce ne sono anche tra i cattolici, di reverendi Amoreggioia! Una delle sue migliori esortazioni è: fai la tua offerta come se avessi addosso gli occhi del tuo vicino]? E che dire delle perenni umiliazioni inflitte al patetico Neddy Flanders, l'evangelico ortodosso? Sottile critica o blasfemia ingiustificabile? "I Simpson - sostiene Occhetta - rimangono tra i pochi programmi tv per ragazzi in cui la fede cristiana, la religione e la domanda su Dio sono temi ricorrenti" (p. 145). La famiglia "recita le preghiere prima dei pasti e, a suo modo, crede nell'al di là" ed è lei il mezzo attraverso cui la fede viene trasmessa. La satira, invece, "più che coinvolgere le varie confessioni cristiane travolge le testimonianze e la credibilità di alcuni uomini di chiesa".

Sia chiaro, i pericoli esistono, perché "il lassismo e il disinteresse che emergono rischiano di educare ancora di più i giovani a un rapporto privatistico con Dio" (p. 146). Ma cum grano salis occorre separare l'erba buona dalla zizzania. I genitori non debbono temere di far guardare ai loro figli le avventure degli ometti in giallo. Anzi, il realismo dei testi e degli episodi "potrebbe essere l'occasione per vedere alcune puntate insieme, e per coglierne gli spunti per dialogare sulla vita familiare, scolastica, di coppia, sociale e politica" (p. 148). Nelle storie dei Simpson prevale il realismo scettico, così "le giovani generazioni di telespettatori vengono educate a non illudersi" (p. 148). La morale? Nessuna. Ma si sa, un mondo privo di facili illusioni è un mondo più umano e, forse, più cristiano.

Da L'Osservatore Romano 17 ottobre 2010



************************

riflessione:

...ne discutavamo proprio in famiglia a tavola, domenica, visto che l'argomento è girato subito fra i giovani anche su FB....  
Cosa sono i Simpson? onestamente parlando, i nostri figli cominciarono a vederli alle Medie e solo se guardati con me... erano dei cartoni che usavamo per fare discussioni e approfondimenti, vietarli era pressocchè impossibile e controproducente...  
Ma certo è che trovare un articolo che li promuove sul "giornale DEL PAPA" bè, lascia un pò stupiti e, non mento, è stata mia figlia di 20 anni a parlarmene manifestando essa stessa stupore e perplessità sottolineando che se quello è il "cattolicesimo" bè, non c'è da stupirsi di come vanno le cose nel mondo....  
Abbiamo sottolineato di come, in questi cartoni, c'è il tutto e il contrario di tutto, atti di violenza giustificati e perfino promossi, il figlio Bart eternamente succube di ogni tentazione e vizio...  
 
Esiste in internet e tra i giovani il FRASARIO di Homer e di Bart e non lo definirei cattolico tanto meno catechetico, ne da riportare come esempio o testimonial sul giornale che dice di essere LA VOCE DEL PAPA...  
 
dice sovente Homer:  
"Ok, cervello, io non piaccio a te e tu non piaci a me, quindi fai solo questo per me e continuerò a ucciderti con la birra"...  
la filosofia di Homer: Dove entra il bere, esce il parere  
Undecided  
 
per non parlare del SINCRETISMO della "brava" Lisa Simpson che sovente dice:  
"Io prego Gesù, Buddha e SpongeBob: non c'è tempo per essere schizzinosi."  
Undecided  
 
Homer alle prese con il computer:  
Lisa: basta darli un comando è il computer lo farà.  
Homer: uccidi Flanders!!  
 
e tutti a ridere!! salvo poi scandalizzarsi se si parla di aborto, come crede si prepara un animo giovanile, l'Osservatore Romano?  A SUON DI CARTONI ANIMATI? ma quando questi sollazzano in ciò che lo stesso post-concilio condanna come pastorale, come fa a promuoverlo in un articolo?  Undecided  
 
Il fatto che Bart chiami PER NOME il padre - Homer - e la mamma  "Mamma" la dice lunga sulla conflittualità tra genitori e figli, ma molto dipende dalla cultura del luogo e questo è appannaggio di una cultura americana non europea...e comunque sia non adattabile ad ogni dove... sono cartoni in cui necessita la presenza di un genitore RESPONSABILE....  
 
Un tipico dialogo alla Simpson dove questo è l'immaginario di Cristo:  
 
- Nelson: Hey Simpson, ho sentito che tua sorella ha abbandonato il Cristianesimo.  
- Bart: Chi se ne frega.  
- Spada: Te lo dico io a chi frega: ha i capelli lunghi, lavora come falegname ed ha un sacco di strane idee sull'amore e sulla fratellanza!"  
- Secco: "Si chiama Gooner, esce con mia madre!  
- Bart: Pensavo che Patata uscisse con tua madre...  
- Patata: È lei che si è fatta avanti!  
- Nelson: Pestiamolo!  
 
 
Senza dubbio, SONO SEMPLICI CARTONI....non sono la realtà, ma dal momento che tutto sta diventando un reality....non è fuori luogo che il GIORNALE DEL PAPA si occupi di un Cartone che non ha nulla da insegnare?


Caterina63
00lunedì 18 ottobre 2010 19:15
Alessandro Gnocchi-Mario Palmaro, Viva il Papa! Perché lo attaccano, perché difenderlo, Edizioni Vallecchi, 2010, EAN 9788884272072, pp. 200, € 13,00.
Sconto su:
http://www.theseuslibri.it

VIVA IL PAPA !



L’esclamazione: "Viva il Papa!" ci riporta direttamente allo strepito ed alla gioia popolare che si raccolgono in Piazza S. Pietro ogniqualvolta il Pontefice si affaccia al davanzale della finestra.

Nel libro di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro ("Viva il Papa!" edito da Vallecchi), all’acclamante grido di giubilo si accompagna un sottotitolo: "Perché lo attaccano, perché lo difendono" con il quale viene analizzata l’origine della veemenza anti-papale nell’ineluttabilità dello scontro tra le forze in campo.

Spicca, in questa preziosa indagine, la capacità di "leggere" la presenza di Dio nella storia ed il Suo disegno provvidenziale attraverso i fatti di cronaca che accompagnano, spesso in modo inquietante, il pontificato di Benedetto XVI.


Nell’esporre le ragioni per difendere l’attuale regnante Pontefice, gli Autori hanno il merito di ricondurci così, fin dall’introduzione, al significato primigenio della battaglia tra il Signore dell’universo e il Principe di questo mondo, tra il Papa e il mondo. Mondo chiaramente inteso come regno laicista secolarizzato dove si sperimenta l’espulsione di Dio e dei Suoi diritti da ogni sfera della vita dell’uomo (spirituale, culturale, familiare, sociale e dei costumi).

Nella confusione dell’epoca moderna, Gnocchi e Palmaro hanno l’indubbio pregio di calibrare la loro analisi su una teologia della storia che ci ripropone il perenne conflitto fra il Bene e il Male e nel quale la Chiesa vera, quella fondata da Cristo sulla roccia di Pietro, ha un ruolo essenziale per la vita di ogni persona, in quanto strumento, àncora di salvezza per tutte le anime.


Gli Autori iniziano il saggio con due frasi emblematiche tratte dal volume: "La Chiesa Cattolica. Quando tutte le verità si danno appuntamento" del gigante cattolico inglese Gilbert Keith Chesterton (1874-1936), che compendiano l’impossibilità della Chiesa e della Verità di scendere a compromessi con il Mondo e la Menzogna. Ecco le significative frasi chestertoniane: "Non abbiamo bisogno di una religione che sia nel giusto quando anche noi siamo nel giusto" e : "Quello che ci occorre è una religione che sia nel giusto quando noi abbiamo torto".

Bisogna riconoscere a Gnocchi e Palmaro di aver centrato l’obiettivo, cioè quello di formulare un giudizio critico fondato su una sana teologia cattolica supportata dall’eccellenza dei riferimenti filosofici e letterari ( Robert Hugh Benson, Flannery O’ Connor, il già citato Chesterton e altri ancora). Raramente si riscontra nel panorama del giornalismo italiano un’attenzione alla Dottrina ed alla metafisica tomista di tale portata. Nella ricerca della verità e nella passione per la difesa del deposito tradizionale della fede vengono così seguite le parole di Benedetto XVI, come ad esempio quelle pronunciate nell’omelia della Messa di chiusura dell’anno sacerdotale, lo scorso 11 giugno : "Anche la Chiesa deve usare il bastone del pastore, il bastone con il quale protegge la fede contro i falsificatori, contro gli orientamenti che sono, in realtà, disorientanti. …Non si tratta di amore se si lascia proliferare l’eresia, il travisamento e il disfacimento della fede…".

Ecco così magistralmente riassunta la salvaguardia dell’ortodossia contro le superbe e mendaci eresie mondane.




Nel primo capitolo: "Il mistero dell’iniquità e "Colui che lo trattiene" si scopre così, citando direttamente gli Autori, che " l’ostacolo alla comparsa dell’Anticristo sta nell’unione e nella sottomissione degli uomini alla Chiesa romana". "Ma – continuando nella citazione – se questo custode, il Papa, viene a essere disconosciuto, messo da parte, rigettato, con lui sparirà anche l’ostacolo e l’Anticristo sarà libero di comparire".

Questo severo monito non riguarda soltanto gli acerrimi nemici di Cristo dall’esterno, ma anche all’interno della Chiesa stessa si annidano i traditori dell’Amore, come ha ricordato l’allora Card. Ratzinger durante la meditazione della nona stazione della Via Crucis del Venerdì Santo del 2005.

Le sue parole rimangono scolpite nella mente per la sconcertante attualità e vengono testualmente riprese nel saggio dagli Autori: "Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui! Quanta superbia, quanto autosufficienza!...".

Dinanzi al terribile mistero d’iniquità che ci fa trasalire, nel saggio vengono riportate alla nostra riflessione quei mirabili passaggi del Santo Padre nella prossimità degli auguri natalizi alla curia romana del 22 dicembre 2005, con i quali invitava a sfatare il mito del Concilio Vaticano II, ravvisando nella continuità del magistero della Chiesa e nella difesa del deposito della fede la massima cura e dedizione apostolica. "In altre parole – rammentano Gnocchi e Palmaro – il Papa disse che quanto è cattolico non può mutare, altrimenti, in omaggio al principio di non contraddizione, cattolico non lo sarebbe più".

Gli Autori ci ricordano che i principi logici (principio di identità, di non contraddizione) non si spiegano ulteriormente e sono irriducibili perché stanno, appunto in principio, fondando così il presupposto razionale dell’argomentazione della fede.

Tolti i principi filosofici e la metafisica (il processo di de-ellennizzazione evocato dal Santo Padre) anche la fede vacilla, come ha ben espresso Benedetto XVI nella lectio magistralis di Ratisbona il 12 settembre 2006.


Nel secondo capitolo: "Per il mondo il Papa "buono" è quello morto" gli Autori evidenziano il frutto dell’abbandono della metafisica (filosofia prima) e della ragione filosofica, che è il "pensiero unico dominante di alcune potentissime élite culturali che tengono in pegno i mezzi di comunicazione di massa, le leve della finanza internazionale, le decisioni politiche di carattere sovranazionale".

La sproporzionalità dei mezzi a servizio del maligno non deve però indurci in tentazione e farci disperare, poiché la Verità e l’Amore prevarranno. Solamente ricostituendo l’uomo nella sua organicità e unità sostanziale anima-corpo, fede-ragione, verità-carità è ancora possibile una valenza etica (filosofia seconda). Come giustamente ricordano gli Autori, anche durante il pontificato di Paolo VI, nella tempesta e nell’amarezza seguita alla negativa ricezione dell’Enciclica Humanae Vitae del 1968, il Papa fu oggetto di virulenti attacchi. Confermando la dottrina tradizionale e mantenendo l’unità della persona, anche nell’aspetto procreativo ed unitivo della sessualità così come nel baluardo della famiglia come società naturale tra un uomo e una donna e così per altri aspetti della vita, la Chiesa si espone, ora come adesso, al tiro al bersaglio di una "ragione" che non sa riconoscere il Vero e ad una volontà irrazionale negatrice dell’autentica libertà e dignità della persona.

"Imprimere quindi – come asseriscono gli Autori – il sigillo della continuità con la tradizione millenaria della Chiesa come ha fatto Benedetto XVI è imprimere un sigillo scandaloso".

Scandalosa era la Croce di Cristo per gli stolti ed i pagani di allora, così come è scandaloso il sigillo della continuità della Chiesa di Roma.

Quale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 6 agosto del 2000 il Card. Ratzinger pubblicò la Dichiarazione Dominus Jesus sulla Unicità e universalità della salvezza di Gesù Cristo e della Chiesa, suscitando l’ira e gli improperi di teologi come Hans Kung ed altri del mondo progressista. 


Nel terzo capitolo: "Non licet esse christianos", Gnocchi e Palmaro, pur considerando i riprovevoli danni perpetrati alla Sposa di Cristo dai casi orribili di pedofilia avvenuti anche all’interno della Chiesa, non mutano l’assioma iniziale di Chiesa perseguitata con quello moderno di Chiesa persecutrice. Gli Autori ammoniscono a non lasciarsi trarre in inganno, ricordando che " intere pagine di storia sono state rimosse, cancellate: dalla Vandea alla guerra di Spagna, dall’Inghilterra al Messico". Riprendendo un’espressione felice di Alain Besancon: "Questo Papa si è dato il compito di restaurare l’intelligenza in seno alla Chiesa", gli Autori ribadiscono che Benedetto XVI oltre che essere il "Papa della ragione" lo è anche della liturgia, come evidenziato dal Motu proprio Summorum pontificum, con il quale si auspica la ripresa della S.Messa secondo il rito antico.

 


Con il quarto capitolo: "L’eresia del XX secolo" Gnocchi e Palmaro, in continuità con il pensiero metafisico e tradizionale esposto fin dall’inizio, ammoniscono che "se i concetti di natura, sostanza e persona cambiano a seconda delle mode filosofiche, la legge naturale finirà per non avere alcuna consistenza immutabile" non sottomentendosi più umilmente a quell’originaria Legge Divina che Dio ha inscritto nel cuore e nella mente di ogni persona. Le conseguenze devastanti dell’abbandono della legge naturale e della metafisica sono sotto gli occhi di tutto e implicito è l’appello al risveglio cattolico da parte di tutti coloro che amano veramente il Papa e la Chiesa.


Il monito è ripreso nel quinto capitolo: "Le due chiese", laddove un importante prelato come Mons. Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo di Trieste e Presidente dell’Osservatorio internazionale Card.Van Thuan dichiara: "…Si aggiunge ormai da tempo un accanimento contro questo Papa, la cui grandezza provvidenziale è sotto gli occhi di tutti…a questi attacchi fanno tristemente eco quanti non ascoltano il Papa, anche tra ecclesiastici, professori di teologia nei seminari, sacerdoti e laici…non leggono i documenti del suo magistero, scrivono e parlano sostenendo esattamente il contrario di quanto egli dice…". Anche Mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro parla esplicitamente di "magistero parallelo": "Dobbiamo ammettere che esistono ormai effettivamente dei magisteri paralleli che indeboliscono dal punto di vista intellettuale, culturale la forza della Chiesa…la pedofilia sfigura certo il volto della Chiesa ma l’eresia la sfigura di più".

Gli Autori ritornano così a ribadire con vigore, anche attraverso le testimonianza di autorevoli Vescovi, l’assunto iniziale e cioè dell’importanza dell’ortodossia e dei mezzi utili per salvaguardarla.


Nel sesto capitolo: "La Grazia, il mezzo e il messaggio", Gnocchi e Palmaro constatano che "l’informazione,ormai, non ha bisogno di fatti veri, si autoalimenta parlando di se stessa, fingendo di raccontare la realtà". La falsificazione mass-mediatica ha contagiato il mondo cattolico e, secondo la tesi degli Autori, ha prodotto il pensiero equivoco, il "bi pensiero". "In assenza di punti di riferimento – si spiega nel libro – muore l’attenzione dell’uomo per la verità e anche la lingua si atrofizza". Ironizzando intelligentemente, gli Autori ci lanciano una saggia provocazione: "Non esistono più il falso e il vero, ma il vero e il "diversamente vero". Ovviamente ancora una volta la frase cozza non solo contro il principio di non contraddizione già evocato, ma anche contro il senso comune. Il titolo del capitolo fa riferimento alla Grazia, la quale non si trasmette, come osservano umoristicamente gli Autori, attraverso il tubo catodico ma quando "il sacerdote versa un po’ d’acqua sul capo di un neonato, oppure mediante un’impalpabile ostia consacrata posata sulla lingua di un fedele".

Nell’ottavo capitolo: "Il fumo di Satana nel tempio di Dio" si evidenzia quanto un’affermazione teologica fasulla, quella di Mons. Paul-Joseph Schmitt, vescovo di Metz e incaricato della direzione dottrinale dell’episcopato francese, possa produrre disorientamento e smarrimento.

Nel 1967 il Vescovo così si espresse: "La trasformazione del mondo ci indica e ci impone un cambiamento della stessa concezione della salvezza apportata da Gesù…La socializzazione non è soltanto un fatto ineluttabile. E’ una grazia".

Durante un discorso ai membri del Pontificio consiglio della cultura nel marzo 2008, Papa Benedetto XVI ha stigmatizzato indirettamente un atteggiamento come quello del vescovo di Metz sopra menzionato: "La secolarizzazione non è soltanto una minaccia esterna per i credenti, ma si manifesta già da tempo in seno alla Chiesa stessa…la mentalità edonistica e consumistica predominante favorisce, nei fedeli, come nei pastori, una deriva verso la superficialità e un egocentrismo che nuoce alla vita ecclesiale".


Nell’ultimo capitolo: "Manuale del perfetto papista" viene ripresa un’altra brillante frase di Chesterton: "La Chiesa Cattolica è l’unica cosa in grado di salvare l’uomo da una schiavitù degradante, quella di essere figlio del suo tempo".

In questo brillante saggio e soprattutto in quest’ultimo capitolo, gli Autori stimolano ad alcune prese di posizione in difesa del Pontefice. Pregare intensamente per il Papa, fare celebrare Sante messe in suo favore, difenderlo pubblicamente, amarlo e onorarlo.

Dal punto di vista formativo, affermano giustamente Gnocchi e Palmaro, è indispensabile conoscere la dottrina cattolica, poiché non può esistere un cattolicesimo senza dottrina.

Additando il fine ultimo dell’uomo, salvare la propria anima e vedere Dio faccia a faccia, gli Autori richiamano con forza al cammino che gli uomini devono percorrere per raggiungere quella santità che, pur realizzandosi per mezzo della Grazia, è possibile solo se sapranno riconoscere il bene e il male, il vero e il falso.

FABIO TREVISAN

Caterina63
00domenica 5 dicembre 2010 18:16
[SM=g1740733] [SM=g1740722] [SM=g1740721]

Goldofaf un ottimo cantante della "S. Resistenza"!!! Parla chiaro su note rap invitando i giovani a veri ideali e valori cristiani!


Questa che vengo a proporre è la storia di un giovane cantante che scrive vera musica rap, con testi sani... e non cose Sataniche e scervellate come quelle porcherie di rock satanico pubblicizzate da "La Repubblica e L'Espresso" dicendo: "El Diablo, un rock caldo come l'Inferno"... ma vedranno come il caldo posto che si stanno preparando all'Inferno gli scotterà poi e intanto continuano a pubbliccizzare simili dibolerie degne di chi le scrive e pubblicizza (insieme al Satanasso loro duce, si intende!). Prima di pubblicare qualcosa degno di interesse grido: "Vergogna a queste pubblicità, Repubblica, Espresso e via dicendo; vergogna Litfiba e chi per te!!!"


Riporto qui invece una interessante intervista al buon giovane cantante rap che sta avendo un po di successo in Francia nell'ultimo peridodo:


Premetto che Goldofaf è un ottimo ragazzo Cattolico convinto, Tradizionale, praticante, che dorme nel suo letto con a capo la bandiera francese ornata del Sacro Cuore con scritto:"Sacro Cuore di Gesù speranza e salvezza della Francia", recita il S. Rosario tutti i giorni, e la prima cosa che mette in tasca quando si veste è la S. Corona, ci sarebbero da aggiungere molte cose, ma ci basta questo poco per comprendere che la gioventù è solo assopita e basta poco per risvegliare la S. Vera Fede, su qusto riflettano tanti che cercano inve di distruggere ciò che non riusciranno mai a distruggere... i ragazzi come Goldofaf, sono la nostra speranza, della Chiesa e del Mondo e ricordate: "Et portes inferi non praevalebunt!"


Ecco l'Intervista:


Goldofaf, ti sei lanciato nel rap ormai da un paio di anni, sfruttando il supporto dell’anti-cultura per rovesciarla ed utilizzarla ad altri fini. E’ questa la strategia?

Si possiamo dire cosi’; il rap e’ una musica che piace molto ai giovani grazie al suo spirito di rivolta. Come nazionalista e cattolico volevo far passare le mie idee attraverso questo stile musicale; il rap permette – grazie alla lunghezza dei suoi testi – di sviluppare un discorso ricco, complesso e articolato. Volevo anche rispondere ai rapper commerciali, in particolar modo al gruppo Sniper che insulta il nostro paese e il suo popolo, che « pende in giro la Francia» , che diffonde odio e distruzione (nella canzone La France). Volevo far capire che i giovani come me avevano ancor piu’ ragioni di battersi contro il sistema di chi se ne approfitta spudoratamente; moltissimi gruppi rap incitano alla violenza e alla delinquenza e queste canzoni dovrebbero essere vietate ed i loro autori condannati! Ma nessuno dice niente e io invece avevo voglia di rispondergli.
La cosa ha funzionato anche per chi non conosceva l’esistenza dei nazionalisti francesi e magari ha voluto avvicinarsi per capire meglio questa realta’. E’ anche destabilizzante per molti vedere un ragazzo come me esprimere la sua collera su una base rap. Una maniera anche per spezzare il cliché « cattolico-borghese»

Come ti sei messo nella pelle di un rapper?

Ho ascoltato molta musica rap nella mia adolescenza; sono cresciuto in una periferia dove l’unico divertimento era cimentarsi a scrivere pezzi rap. Poi mi sono convertito al cattolicesimo a 18 anni e ho radicalmente cambiato il mio stile di vita. Naturalmente conservo ancora dei resti di questo periodo e quando ho sentito la base Sniper e’ stato normale scriverci sopra una risposta.

Su youtube i tuoi video sono stati visti da centinaia di migliaia di utenti, le tue canzoni sono quindi conosciutissime, che effetto ti fa?

Penso che il mio rap ha sorpreso tutti! Bisogna anche ammettere che il primo clip ha fatto ridere un sacco di gente e pero’ ha portato una serie di riflessioni.

La tua musica e’ profondamente legata al militantismo, un modo per ricordarci che dobbiamo coinvolgerci sempre piu’, anche per strada e non rimanere barricati dietro un pc.

Si, internet va benissimo per far scoprire le nostre idee, ma non bisogna dimenticare il resto. Dobbiamo essere presenti ovunque e soprattutto nella strada. Manifestazioni, volantinaggi, affissioni ecc. Questo genere di azioni e’ molto importante. Le nostre strade sono infestate da cose orribili ed e’ importante che la gente veda anche la nostra presenza ed i nostri simboli. Naturalmente e’ meglio essere in un gruppo, ci sono diverse strutture nazionaliste che permettono di militare e di formarsi in un sano spirito di cameratismo, mentre rimanere nella propria stanza al pc significa isolarsi.

Mischi spesso la fede alla tua visione della societa’; pensi che la grande crisi della nostra epoca sia piu’ spirituale, politica o di civilizzazione?

Come diceva Salazar, « la politica e’ una filosofia in azione» . Come cristiano, la mia filosofia e’ naturalmente ispirata dalla mia fede; e’ evidente che la crisi della nostra epoca e’ soprattutto spirituale. Penso anche che dalla rivoluzione del 1789 la Francia non ha mai smesso di regredire. Laicismo settario, multiculturalismo livellatore, mandializzazione sono tutte forme di decadenza senza dimenticare le diverse leggi che ci sono imposte e che hanno provocato poco a poco la caduta dei valori morali che rappresentavano la ricchezza del popolo francese e della nostra civilizzazione. Abbiamo distrutto in soli 200 anni quello che i nostri avi avevano realizzato in migliaia di anni. Penso che il nostro popolo non e’ mai stato cosi’ debole come oggi. Le famiglie sono disgregate, la giovinezza pervertita, le condizioni sociali sono a dir poco inquietanti. E le chiese sono distrutte…

« Lo spirito chouan non e’ morto» come definisci questa frase?

Secondo me la battaglia di chouans e vandeani fu soprattutto una guerra che riflesse il coraggio, l’eroismo e la determinazione dei cattolici che amavano il loro paese e che avevano capito che la Francia avrebbe sofferto della tempesta rivoluzionaria e delle idee che ne seguirono. Come ho detto prima sono fortemente contrario ai principi del 1789 e penso che siamo tutti, in qualche modo, eredi dello spirito chouan.

Parlaci dei tuoi nuovi progetti.

Dopo « Gravé dans la roche » che e’ stata una bella esperienza e che ha motivato tantissimi giovani che esitavano a lanciarsi nella militanza, altri pezzi sono stati inclusi in Generation FAF.
Da pochissimo e’ uscito anche il nuovo cd Dans la tourmente, a 10 euro disponibile sulla Patriote Production.


Riporto anche uno stralcio di traduzione di testi di sue canzoni:
"gente, un messaggio chiaro e radicale: per salvare il nostro paese in decadenza, civilizzazzione per combattere il male; un appello alla resistenza: castità, preghiera, sii cristiano, combatti nel combattimento della vita contro il laicismo, la pubblicità, francomassoneria, peversione.. etc."




Cosa aggiungere se non ringraziare Dio per il coraggio di persone che testimoniano ancora con la loro vita la Fede e i Veri Valori!!!



Deo Gratias!


In Nomine Jesu
Caterina63
00venerdì 6 maggio 2011 15:53
      Pope Benedict XVI reads his speech to Italian President Giorgio  Napolitano (unseen) in the Paolo VI hall at the Vatican on May 5, 2011,  at the end of a concert offered by the President to the Pope to mark his  sixth anniversary of papacy. Pope Benedict XVI  was inaugurated in May  of 2005.

CONCERTO OFFERTO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA GIORGIO NAPOLITANO IN ONORE DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN OCCASIONE DEL VI ANNIVERSARIO DI PONTIFICATO, 05.05.2011

Questo pomeriggio, alle ore 18, nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, ha luogo un Concerto offerto dal Presidente della Repubblica Italian, S.E. il Sig. Giorgio Napolitano, in onore del Santo Padre Benedetto XVI, in occasione del sesto anniversario di Pontificato.
L’Orchestra e il Coro del Teatro dell’Opera di Roma, diretti rispettivamente dal Maestro Jesús López Cobos e dal Maestro Roberto Gabbiani, eseguono il Credo RV 591 di Antonio Vivaldi e lo Stabat Mater di Gioachino Rossini.
Prima del Concerto, il Presidente della Repubblica indirizza al Santo Padre voti augurali per il felice anniversario.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti al termine dell’esecuzione musicale:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Signor Presidente della Repubblica,
Signori Cardinali,
Onorevoli Ministri e Autorità,

Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato,
Gentili Signori e Signore!

Anche quest’anno, con la consueta e squisita cortesia, il Presidente della Repubblica Italiana, Onorevole Giorgio Napolitano, ha voluto farci vivere un momento di elevazione musicale per l’anniversario di inizio del mio Pontificato. Mentre La saluto con deferenza, Signor Presidente, unitamente alla Sua gentile Signora, esprimo vivo ringraziamento per questo gradito omaggio e per le cordiali parole che mi ha rivolto, manifestando anche la vicinanza del caro popolo italiano al Vescovo di Roma e ricordando l’indimenticabile momento della beatificazione di Giovanni Paolo II. Saluto anche le altre Autorità dello Stato italiano, i Signori Ambasciatori, le varie Personalità, il Comune di Roma, e tutti voi. Un particolare ringraziamento al Direttore, ai Solisti, all’Orchestra e al Coro del Teatro dell’Opera di Roma per la splendida esecuzione dei due capolavori di Antonio Vivaldi e di Gioacchino Rossini, due sommi musicisti di cui l’Italia, che celebra i 150 anni dell’unificazione politica, deve essere fiera. Un grazie anche a tutti coloro che hanno reso possibile questo evento.

"Credo", "Amen": sono le due parole con cui inizia e si conclude il "Credo", la "Professione di fede" della Chiesa, che abbiamo ascoltato. Che cosa vuol dire credo? E’ una parola che ha vari significati: indica accogliere qualcosa tra le proprie convinzioni, prestare fiducia a qualcuno, essere certi. Quando, però, la diciamo nel "Credo", essa assume un significato più profondo: è affermare con fiducia il senso vero della realtà che ci sostiene, che sostiene il mondo; significa accogliere questo senso come il solido terreno su cui possiamo stare senza timore; è sapere che il fondamento di tutto, di noi stessi, non può essere fatto da noi, ma può essere solo ricevuto.

E la fede cristiana non dice "Io credo in qualcosa", bensì "Io credo in Qualcuno", nel Dio che si è rivelato in Gesù, in Lui percepisco il vero senso del mondo; e questo credere coinvolge tutta la persona, che è in cammino verso di Lui. La parola "Amen", poi, che in ebraico ha la stessa radice della parola "fede", riprende lo stesso concetto: il fiducioso poggiare sulla base solida, Dio.

E veniamo al brano di Vivaldi, grande rappresentante del Settecento veneziano. Purtroppo di lui si conosce poco la musica sacra, che racchiude tesori preziosi: ne abbiamo avuto un esempio nel brano di stasera, composto probabilmente nel 1715. Vorrei fare tre annotazioni. Anzitutto un fatto anomalo nella produzione vocale vivaldiana: l’assenza dei solisti, c’è solo il coro. In questo modo, Vivaldi vuole esprimere il "noi" della fede. Il "Credo" è il "noi" della Chiesa che canta, nello spazio e nel tempo, come comunità di credenti, la sua fede; il "mio" affermare "credo" è inserito nel "noi" della comunità. Poi vorrei rilevare i due splendidi quadri centrali: Et incarnatus est e Crucifixus. Vivaldi si sofferma, come era prassi, sul momento in cui il Dio che sembrava lontano si fa vicino, si incarna e dona se stesso sulla Croce. Qui il ripetersi delle parole, le modulazioni continue rendono il senso profondo dello stupore di fronte a questo Mistero e ci invitano alla meditazione, alla preghiera. Un’ultima osservazione. Carlo Goldoni, grande esponente del teatro veneziano, nel suo primo incontro con Vivaldi notava: "Lo trovai circondato di musica e con il Breviario in mano". Vivaldi era sacerdote e la sua musica nasce dalla sua fede.

Il secondo capolavoro di questa sera, lo "Stabat Mater" di Gioacchino Rossini, è una grande meditazione sul mistero della morte di Gesù e sul dolore profondo di Maria. Rossini aveva concluso la fase operistica della sua carriera a soli 37 anni, nel 1829, con il Guillaume Tell. Da questo momento non scrisse più pezzi di vaste proporzioni, con due sole eccezioni, entrambe di musica sacra: lo "Stabat Mater" e la "Petite Messe Solennelle". Quella di Rossini è una religiosità che esprime una ricca gamma di sentimenti di fronte ai misteri di Cristo, con una forte tensione emotiva. Dal grande affresco iniziale dello "Stabat Mater" dolente e affettuoso, ai brani in cui emerge la cantabilità rossiniana e italiana, ma sempre carica di tensione drammatica, fino alla doppia fuga finale con il poderoso Amen, che esprime la fermezza della fede, e l’In sempiterna saecula, che sembra voler dare il senso dell’eternità. Ma penso che due vere perle di quest’opera siano i due brani "a cappella", l’Eja mater fons amoris e il Quando corpus morietur. Qui il Maestro torna alla lezione della grande polifonia, con un’intensità emotiva che diventa preghiera accorata: "Quando il mio corpo morirà, fa’ che all’anima sia data la gloria del Paradiso". Rossini a 71 anni, dopo aver composto la "Petite Messe Solennelle" scrive: "Buon Dio, eccola terminata questa povera Messa… Sai bene che sono nato per l’opera buffa! Poca scienza, un po’ di cuore, tutto qui. Sii dunque benedetto e concedimi il paradiso". Una fede semplice e genuina.

Cari amici, spero che i brani di questa sera abbiano nutrito anche la nostra fede. Al Signor Presidente della Repubblica Italiana, ai solisti, ai complessi del teatro dell’Opera di Roma, agli organizzatori e a tutti i presenti rinnovo la mia gratitudine e chiedo un ricordo nella preghiera per il mio ministero nella vigna del Signore. Egli continui a benedire voi e i vostri cari.

Grazie.


                                     Pope Benedict XVI (R) poses with orchestra members at the end of a  concert offered by Italian President Giorgio Napolitano to celebrate the  sixth anniversary of his pontificate in Paul VI hall at the Vatican May  5, 2011.


                                     Pope Benedict XVI (C) applauds next to Italian President Giorgio Napolitano (L) in the Paolo VI hall at the Vatican on May 5, 2011, at the end of a concert offered by the President to the Pope to mark his sixth anniversary of papacy. Pope Benedict XVI  was inaugurated in May of 2005.
Caterina63
00martedì 14 febbraio 2012 11:16
[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740722] The Catholic Church is my home, and it is a beautiful place of absolute truth. Unfortunately the world has tried to define it in ways that are far from the truth. I was inspired to make this video in an effort to reach out to some truth seeking teens who are trying answer the question of what it means to be Catholic.

I don't expect this to appeal to all, but hopefully it will grab some of you and help you realize what being Catholic is... "all about."

-Joseph K. of defend-us-in-battle.blogspot.com

www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=wk4OCzre_IY




[SM=g1740717]

[SM=g1740736] [SM=g1740738]
Caterina63
00martedì 3 luglio 2012 16:17

[SM=g1740733] Un sacerdote risponde

Sono curioso di vedere se questa mia sarà pubblicata sul vostro sito!

Quesito

Caro Padre Angelo,
non so perchè ho deciso di scrivere a lei ed in rete , invece che parlare di persona con un sacerdote ma....di sicuro so perchè voglio esternare i miei pensieri. Come molti altri... sono un cattolico per nascita e non per volontà, ma crescendo, tra la mia indole mite ma tendente a preservare la liberta ed aiutare il prossimo, unita ad un intelletto in buone condizioni e ad un istinto naturale, sono riuscito a comprendere molte cose e discernere il giusto dallo sbagliato. Oggi posso dire di essere un cristiano... un cristiano e basta!
Oggi posso affermare con certezza che la confessione cattolica, per quel che mi riguarda, non rappresenta affatto la parola del Messia che io sento dentro di me. Ed anzi... vedo nella chiesa cattolica evidentissime contraddizioni, ogni giorno sempre più marcate agli insegnamenti di Cristo!
Per esempio vedo regole fatte dall'uomo per controllare l'uomo, mediante la creazione e l'uso "su misura" di dogmi. Spero non me ne vorrà per quello che sto scrivendo, spero invece che si possa aprire un, seppur breve, dialogo!
Anche qui, leggo domande di pecorelle smarrite che, a mio giudizio, sono state rese volutamente "smarrite" dalla chiesa stessa, per poi essere ricondotte a se tramite costante e sottile proselitismo.
I fatti che mi hanno portato ad abbandonare questa confessione sono innumerevoli, sarebbe troppo lungo spiegarli qui, ma devo dire che ogni giorno che passa....tanto più sento in me la vicinanza con l'Altissimo e con il suo Figlio ... tanto più mi rendo conto che la chiesa cattolica deve stare necessariamente distante da me, perchè davvero in palese contrasto con i miei sentori.
Ciò non di meno, non mi sento affatto un eletto come cristiano, perchè so che quel mistero che io chiamo Dio o Cristo ... altri uomini lo chiamano in modo diverso, per cui siamo davvero tutti uguali davanti a lui. Eppure sento di cattolici che affermano dolosamente cose inesatte o addirittura enormi falsità sulle altre religioni e sui loro dettami... allo scopo di propagandare la propria religione , o peggio, la propria confessione come unica via di salvezza.
Eppure proprio la parola del Cristo diceva di guardare la trave nel proprio occhio prima di guardare la pagliuzza nell'occhio dell'altro! Ripeto, non voglio elencare tutte le cose, alcune per me gravissime al pari di altre brutture dell'uomo, che nel corso della vita, aprendomi gli occhi e la mente, mi hanno fatto abbandonare la confessione cattolica. Con questa lettera volevo solo comunicare il mio stato d'animo ad altri, aprire un possibile dialogo .... e lanciare una speranza affinché la chiesa cattolica possa "iniziare" a seguire davvero e finalmente la via tracciata dalla Morale delle parole del Cristo. Ma ho le sensazione che per la chiesa sarebbe una rivoluzione "copernicana" impossibile da digerire... soprattutto dopo secoli e secoli di prassi contraria.
Un abbraccio.
p.s.
sono curioso di vedere se questa mia sarà pubblicata sul vostro sito!


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. qualche tempo fa ho riposto ad un visitatore il quale chiedeva perché il Signore parla in parabole e perché il Signore aggiunga “perché non credano e non si convertano”.
Non vorrei che questa fosse la tua situazione.
Da quanto ho inteso dalla tua mail, la Chiesa cercherebbe con i sacramenti di far opera di lavaggio di cervello, “rende smarrite le pecorelle” per soggiogarle.
Ebbene anch’io mi sento chiesa alla pari di tante “pecorelle smarrite”. Se guardo dentro il mio cuore sento che il tuo giudizio non corrisponde a quello che avverto dentro di me.
Mi trovo nello stesso disagio in cui si trovava Rudolf Otto quando leggeva che la religione è una struttura inventata dagli uomini per tenere soggiogate le coscienze. R. Otto risponde a quest’accusa con un’opera diventata classica: “Il Sacro”.
All’inizio del suo lavoro scrive: se uno non ha mai fatto l’esperienza del sacro, gli chiedo di chiudere il libro e di non andare più avanti.
Era convinto che il dialogo sarebbe stato fra sordi

2. Il tuo giudizio ferisce l’onorabilità dei credenti: senza saperlo, sarebbero tutti dei poveri cretinetti che si lasciano manipolare da un pugno di prepotenti e astuti!.
Lo dici con la certezza di chi ha capito tutto...

3. Ti rispondo oggi 5 settembre, giorno che ricorda la memoria della beata Madre Teresa di Calcutta.
Anche lei sarebbe stata un’ingenua, non avrebbe capito nulla della Chiesa.
O forse è nata troppo presto perché diversamente le si sarebbe potuto dire: “povera Madre Teresa di Calcutta, perché non vai da altri ad imparare che cosa è la vita cristiana?”
Al mattino presto, appena sveglia, stava tre ore in preghiera davanti al SS. Sacramento, e aveva fatto mettere accanto al tabernacolo le parole di Gesù: “Ho sete... Mi hai dato da bere”?
Ha detto anche: “Solo da Dio ho imparato ad amare” e per imparare bene questa lezione stava alla sua scuola ogni giorno per ore e ore davanti al SS. Sacramento reso presente dal ministero di un sacerdote, e poi andava ad amare Gesù presente nella persona dei poveri e dei sofferenti come nessun altro riesce a fare.

4. Davanti al Signore, presente nel sacramento, sperimentava un calore e una trasformazione interiore analoga a quella di chi trasforma il proprio corpo quando sta per ore e ore esposto al sole.
Madre Teresa non ha ascoltatoi consigli di chi queste esperienze non le ha mai fatte e non le vive e soprattutto non le può capire finché non ha purificato il proprio cuore con la confessione sacramentale, perché Dio non entra in un’anima inquinata dal peccato.
Sapeva che solo stando uniti a Cristo attraverso il mezzo da Lui stesso scelto e voluto (l’Eucaristia) sarebbe stato possibile amare il prossimo più debole, più indifeso e più reietto dalla società con un cuore non più semplicemente umano, ma riscaldato e trasformato dalla grazia e dalla presenza operante del Signore.
Questo era il segreto per cui ognuno, anche miscredente, stando accanto a lei avvertiva la presenza di Dio e si sentiva più vicino a Lui!

5. Madre Teresa ha chiesto come conditio sine qua non alle migliaia di ragazze che l’hanno seguita di fare la stessa cosa. Diversamente non  le avrebbe tenute.
Non ha detto a nessuna di queste giovani: “ho capito, lasciate la Chiesa cattolica per essere libere! Vi riducono ad essere pecorelle smarrite per soggiogarvi!”
A queste migliaia di giovani ha chiesto di seguire le leggi della Chiesa, tra le quali anche quella di confessarsi almeno ogni 15 giorni.
Era persuasa che per servire il Signore col cuore puro e verginale è necessario passare attraverso questo lavacro, che non solo toglie i peccati, ma dà una forza nuova per amare e servire il Signore in tutti e con una dedizione sempre più grande!

6. Caro giovane, tu della Chiesa vedi solo l’involucro.
E quando sfugge ciò che è nascosto, allora la si giudica alla luce delle istituzioni puramente umane.
Ma il giudizio è pesantemente falsato.
Ti chiederei di stare più silenzioso e farti questa domanda, come avvolto da un certo stupore: “Forse nel cuore di chi lascia tutto per seguire il Signore e si sottopone a determinate discipline c’è un Mistero, qualcosa di grande e di soprannaturale che io non percepisco, ma mi rende pieno di rispetto perché vedo che amano e servono il Signore nei poveri e nei sofferenti con una dedizione e con un cuore più grande del mio. E queste persone non le vedo tristi, ma felici”.

7. Ti voglio dire un’ultima parola: ti definisci cristiano ma non cattolico.
Ma Gesù Cristo ha detto solo a Pietro: “A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19) e “Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,31-32).
Come si fa ad essere cristiani senza normare la propria fede sulla fede di Pietro?
Se così non è, definirsi cristiano diventa più o meno l’equivalente che seguire una filosofia.
Mentre la vita cristiana è essenzialmente un’esperienza di condivisione di vita con Gesù Cristo incontrato e gustato nella Chiesa e nei suoi sacramenti.

Ti saluto e ti affido al Signore perché ti apra la mente e il cuore alla comprensione di ciò che significa incontrasi con Lui, vivere con Lui e per Lui.
Ti benedico.
Padre Angelo


Pubblicato 03.07.2012

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Caterina63
00mercoledì 18 luglio 2012 14:28
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[SM=g7430] un delizioso inno portoghese in onore a Papa Benedetto per la sua visita in Portogallo, offerto a voi in formato karaoke

www.gloria.tv/?media=312659




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Caterina63
00sabato 22 settembre 2012 14:26


BUONA SETTIMANA A TUTTI [SM=g1740733]
e buon ascolto

"Lord, I Need You"

Lord, I come, I confess
Bowing here I find my rest
Without You I fall apart
You're the One that guides my heart

Lord, I need You, oh, I need You
Every hour I need You
My one defense, my righteousness
Oh God, how I need You

Where sin runs deep Your grace is more
Where grace is found is where You are
And where You are, Lord, I am free
Holiness is Christ in me

Lord, I need You, oh, I need You
Every hour I need You
My one defense, my righteousness
Oh God, how I need You

Teach my song to rise to You
When temptation comes my way
And when I cannot stand I'll fall on You
Jesus, You're my hope and stay

Lord, I need You, oh, I need You
Every hour I need You
My one defense, my righteousness
Oh God, how I need You

You're my one defense, my righteousness
Oh God, how I need You
My one defense, my righteousness
Oh God, how I need You

la traduzione
"Signore, ho bisogno di te"

Signore, io vengo, lo confesso
Inchinandosi qui trovo il mio riposo
Without You cado a parte
Sei tu quello che guida il mio cuore

Signore, ho bisogno di te, oh, ho bisogno di te
Ogni ora ho bisogno di te
La mia unica difesa, la mia giustizia
Oh Dio, come ho bisogno di te

Dove il peccato è più profonda la Tua grazia è più
Dove si trova la grazia è dove Tu sei
E dove Tu sei, Signore, io sono libero
La santità è Cristo in me

Signore, ho bisogno di te, oh, ho bisogno di te
Ogni ora ho bisogno di te
La mia unica difesa, la mia giustizia
Oh Dio, come ho bisogno di te

Insegnare la mia canzone a salire a Te
Quando la tentazione viene a modo mio
E quando non riesco a stare in piedi cadrò on You
Gesù, Tu sei la mia speranza e rimanere

Signore, ho bisogno di te, oh, ho bisogno di te
Ogni ora ho bisogno di te
La mia unica difesa, la mia giustizia
Oh Dio, come ho bisogno di te

Tu sei il mio unico difesa, la mia giustizia
Oh Dio, come ho bisogno di te
La mia unica difesa, la mia giustizia
Oh Dio, come ho bisogno di te

www.youtube.com/watch?v=LuvfMDhTyMA&feature=youtu.be





[SM=g1740717]


[SM=g1740735]



Caterina63
00lunedì 27 luglio 2015 16:19
[SM=g1740717] Volentieri riceviamo e volentieri pubblichiamo come segno di cooperazione alla Verità, ringraziando di cuore.


www.youtube.com/watch?v=8AavUmUutMA&app=desktop

www.youtube.com/watch?v=LgbsvDXOqhU&app=desktop









[SM=g1740738]



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