Santa Paola Frassinetti Fondatrice delle suore di Santa Dorotea e beato Luca Passi

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Caterina63
00mercoledì 10 giugno 2009 20:54
A due secoli dalla nascita di santa Paola Frassinetti fondatrice delle suore di Santa Dorotea

Un'educatrice sorretta dall'amore di Dio
 


Paola Frassinetti

Il 12 giugno la Chiesa celebra la memoria di santa Paola Frassinetti, fondatrice delle suore di santa Dorotea.

Il 2009 ha una particolare risonanza per l'istituto, che con una messa presieduta in cattedrale dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha ricordato i 200 anni della nascita e del battesimo della fondatrice avvenuti a Genova il 3 marzo 1809.
 
L'11 marzo sono stati festeggiati i 25 anni della canonizzazione con la partecipazione all'udienza di Benedetto XVI. Il prossimo appuntamento è a Genova il 12 agosto, per rivivere, dopo 175 anni, la grazia degli inizi della congregazione. Inizi poveri, piccoli, difficili.


Paola nasce a Genova, terzogenita di cinque figli. Cresce in una famiglia cristiana che vive il Vangelo nella quotidianità del lavoro. A nove anni le muore la mamma. Paola impara a donare la sua attenzione e il suo amore al papà e ai fratelli, i quali hanno testimoniato di lei:  "Una madre non avrebbe potuto fare di più".

Il papà non le consente di frequentare la scuola, ma lei impara da sola a leggere e a scrivere, copiando i quaderni dei fratelli. E benché le condizioni familiari sembrino destinarla a rimanere in casa, Paola cerca invece, come i fratelli, una sua realizzazione. A 23 anni a Quinto ha modo di capire meglio:  non chiudersi in un convento, ma donare al Signore la sua vita, dedicandosi alle bambine, aiutata da un gruppo di ragazze, attirate da lei, dal suo stile di vita e dal suo ideale di bene. Dalla chiamata di Dio alla vita religiosa nasce l'istituto, i cui membri si consacrano a Dio con i voti religiosi e impegnano  tutta  la  loro vita alla formazione umana e cristiana della gioventù.

È il 12 agosto 1834:  a 25 anni Paola con le prime suore inizia la sua avventura. Sulla sua giovane opera a Genova, nel 1848, si abbatterà però la bufera della rivoluzione, e per nove anni le sue figlie dovranno vivere in clandestinità. Quando, finalmente, potranno ricongiungersi e ricostituirsi le comunità, in pochi anni sarà una vera fioritura di opere.

Nel 1841 lascia a Genova le giovani suore a continuare l'opera iniziata e lei si avventura a Roma, dove la presenza del vicario di Cristo le fa sentire più forte il senso della Chiesa universale. Pochi mesi dopo l'arrivo a Roma, manda le suore a Fabriano, a prendere la direzione delle scuole municipali. Intanto, a Roma alcuni parroci le affidano le scuole di beneficenza e il Papa la chiama a rimettere ordine in alcuni conservatori.

Negli anni del Risorgimento italiano, a Roma e per le case dello Stato pontificio la situazione presenta molte difficoltà. Nel giugno 1849, durante la battaglia sul Gianicolo tra garibaldini e francesi, Paola e le sue figlie sono tra i due fuochi; i garibaldini, terrore delle case religiose, vanno però a dissetarsi all'acqua del pozzo, situato nella cucina della casa generalizia:  "Finché ci sarà  acqua  per  noi,  ce ne sarà per loro".

Nella prima metà del 1866 Paola compie un passo importantissimo. Il 10 gennaio parte un primo gruppo di suore per il Brasile e nel giugno dello stesso anno, un altro gruppo per il Portogallo. Sono tempi molto difficili per la Chiesa, insidiata da ogni parte. Ma che importa? "Dove è la santa Croce ivi è Gesù - scrive Paola - e tutte le opere che incominciano con la tribolazione e sono marcate con la santa Croce sono di Dio".

L'allora arcivescovo di Genova, cardinale Giuseppe Siri, disse di lei in occasione della canonizzazione:  "Paola Frassinetti è una donna che non ha perso nulla della sua femminilità e questo è l'elemento che spiega il grande ascendente educativo che esercitò su tutti e su tutto:  la sua femminilità sorretta dall'amore di Dio". (giuseppina rossetto)


(©L'Osservatore Romano - 11 giugno 2009)

Caterina63
00mercoledì 10 giugno 2009 21:07
Il 3 Marzo 1809, giorno della sua nascita, Paola Frassinetti è figlia di Dio. Riceve, infatti, il Battesimo nella Parrocchia di Santo Stefano in Genova sua città natale.


Terzogenita dopo Giuseppe e Francesco, Paola cresce serena nella casa paterna che, in seguito viene allietata dalla nascita di Giovanni e Raffaele. La mamma è il suo più chiaro esempio di virtù e la piccola si apre delicatamente alla grazia divina che opera in lei meraviglie secondo il piano di Dio. La buona Angela non farà in tempo a vedere i progetti del Signore sulla sua figliola. Morirà, infatti, lasciando Paola, ancora nell'età dei giochi, ad accudire la casa. Sono giorni di smarrimento e di dolore... Paola ha nove anni! Non si risparmia davvero e ha per il padre Giovanni Battista e per i fratelli amorose, delicate attenzioni che le richiedono non poche rinunce e sacrifici.

La sua prima Comunione e il Sacerdozio del fratello Giuseppe sono momenti di riflessione profonda per lei che già sente nel cuore le attrattive divine. Apprende in famiglia a leggere e a scrivere e riceve le basi della sua formazione.
Il fratello Giuseppe, ormai avanti negli studi di Teologia, le parla delle cose di Dio e Paola ascolta e accoglie la parola che scende nel suo cuore. Avverte la chiamata a seguire più da vicino il Signore e in lei risuonano profondamente le parole del Maestro: "Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me".

Ma... c'è un ma! Il babbo non è entusiasta: come fare senza la sua Paolina?

E Paola si obbliga a far tacere quel desiderio aspettando l'ora di Dio. E l'occasione viene.
A 19 anni ha un momento di stanchezza nel suo stressante ritmo di vita di precoce madre di famiglia e il fratello Don Giuseppe, parroco di un villaggio della riviera Ligure, la ospita per qualche tempo. L'aria pura di Quinto è un buon farmaco per la sua salute delicata. La vita della Parrocchia è palestra di bene per lei che, a poco a poco, con la sua cordiale affabilità attira le giovani di quella borgata. Tutte le domeniche vanno nei boschi a parlare di Dio. Gli incontri si ripetono sovente e il dialogo si apre ad altre giovanette. Paola svela loro il segreto di una vita tutta per il Signore e scopre le sue attitudini e la sua vocazione di educatrice. Intorno a lei si costruisce un gruppo impegnato che vive in comunione d'amore. Nella sua mente si fa chiara l'idea di un nuovo Istituto: si confida con il fratello Don Giuseppe.

Presto, nonostante gli ostacoli e le sofferenze, l'ideale sarà una realtà. Sono sei le compagne che supereranno i primi I momenti tanto difficili. Paola è decisa. Nel segno della croce ha inizio la sua opera, quella croce che ella amerà j per tutta la vita e la farà esclamare: "Chi più si sacrifica, più ama". Così il 12 agosto 1834, nel santuario di S. Martino in Albaro, sette giovani offrono a Dio la loro vita.
 
La Messa è celebrata dal fratello Don Giuseppe che le aveva preparate a quel passo così importante. Sono felici; di lì a qualche ora avrebbero posto la prima pietra del loro Istituto, avrebbero cominciato a vivere in comunità, ancorandosi all'unica ricchezza: Gesù Cristo. Infatti non hanno niente, sono povere nella casetta di Quinto che hanno scelto come loro prima dimora. Aprono una scuola per fanciulle poverissime e così devono lavorare anche di notte per sopravvivere. L'entusiasmo non manca e di qui i primi successi della scuola. Ma le vie del Signore non sono le nostre vie: le sofferenze rappresentano per Paola la prova della volontà di Dio.

Il colera dilaga a Genova e le sue figlie sono sulla breccia per portare aiuto e conforto.
Nel 1835 un sacerdote bergamasco - Don Luca Passi, amico di Don Giuseppe - conosciuto l'ardore apostolico di Paola, le propone di assumere nel suo Istituto la Pia Opera di Santa Dorotea da lui fondata con lo scopo di raggiungere, nel suo ambiente di lavoro e di vita, le giovani più povere e bisognose. Paola ritrova nell'originalità dell'opera la sua linea educativa e la dimensione apostolica della sua consacrazione e non esita ad inserirla nelle attività del suo Istituto. Le sue suore non si chiameranno più "Figlie di Santa Fede" ma Suore di Santa Dorotea. E' un momento importante per la vita di quella prima comunità che vede concretizzarsi la primigenia ispirazione: "Essere pienamente disponibili nelle mani di Dio per evangelizzare attraverso l'educazione, dando la preferenza ai giovani e ai più poveri".

Sorgono altre case a Genova e poi è la volta del centro della cristianità. Dopo appena sette anni dalla fondazione, il 19 maggio 1841, Paola è a Roma accompagnata da due novizie. Anche qui sorgono varie difficoltà. La prima casa è fatta di due stanzette sopra una stalla nel Vicolo dei SS. Apostoli. Ma essa accetta tutto. Una grande ricompensa l'attende: è ricevuta dal Papa Gregorio XVI che si compiace dell'opera delle Suore Dorotee. Le ha parlato il Signore, è felice.

I disagi e le sofferenze aumentano: povertà e malattie affliggono quelle eroiche sorelle che non hanno un soldo nemmeno per le medicine.

Nel 1844 il Papa affida a Paola la direzione del Conservatorio di S. Maria del Rifugio a S. Onofrio. La Madre con la dolcezza e la carità dà all'ambiente una nuova impronta e una svolta decisiva per l'avvenire dell'istituzione. Per la sua presenza e attività la sede di S. Onofrio diventerà Casa Generalizia.

Nel 1846 uno spirito antireligioso, più che un pensiero politico, dilaga in Italia. A Genova sono prese di mira anche le Dorotee. Le figlie di Paola vivono le prime ore di forte sofferenza.
La tempesta si abbatte anche su Roma: Pio IX, succeduto a Gregorio XVI, è costretto a rifugiarsi a Gaeta. Cardinali, Vescovi e Prelati si allontanano dalla capitale. Paola rimane sola a capo di una numerosa comunità e con fede coraggiosa supera quei drammatici momenti.
La burrasca si placa. E' l'anno 1850. Paola ottiene la desiderata udienza di Pio IX che è per lei come un padre. Si reca a Gaeta, spinta anche da grande amore per il Papa e per la Chiesa, riecheggiando così il gesto di S. Caterina da Siena.

Incomincia l'ultimo trentennio della vita della Fondatrice, che possiamo definire il periodo della grande espansione giacché l'Istituto, oltre che a consolidarsi in Liguria e nello Stato Pontificio, estende la sua opera nel resto d'Italia e nel mondo. Infatti sorgono a Roma vari centri educativi e Paola inizia le trattative per aprire una casa a Napoli, un convitto a Bologna e un orfanotrofio a Recanati. Nel 1866 partono le prime suore missionarie per il Brasile. Nello stesso anno altra meta promettente: il Portogallo. Paola sostiene le sue figlie: "Siate fiaccole e roghi ardenti che dove toccano mettono il fuoco dell'amore di Dio".

Non sono le difficoltà ad arrestare il cammino dei santi. Paola é donna di grande fede: "Il Signore ci vuole appoggiate a Lui solo e se avessimo un poco più di fede quanto più tranquille staremmo anche in mezzo alle tribolazioni". Vive l'abbandono completo alla Volontà di Dio "l'unica gemma che dobbiamo cercare" - lei dice - e che costituisce il suo paradiso: "Volontà di Dio, paradiso mio".

Nel 1878 muore Pio IX, il Papa che nei suoi numerosi incontri con la Fondatrice, ha sempre avuto parole di stima e di incoraggiamento per la sua opera apostolica.
Paola sente che la sua laboriosa giornata terrena sta per finire. Sono le prime ore dell'11 giugno 1882: è serena, il suo passaggio è dolce, tranquillo e lascia intravvedere le ricchezze della sua vita. Invoca la Vergine Santa che ha sempre tanto amato: "Madonna mia ricordati che sono tua figlia".
8 giugno 1930: Paola è beata!

Le campane di San Pietro ripetono oggi, 11 marzo 1984, il loro suono di gloria per annunciare che Paola è santa. L'inno festoso giunge ai confini del mondo dove le Dorotee lavorano per la gloria di Dio e l'espansione del Suo Regno: Europa (Italia, Spagna, Portogallo, Malta, Inghilterra, Svizzera), America del Nord (U.S.A.), America Latina (Brasile, Perù), Africa (Angola, Mozambico), Asia (Taiwan).

Paola permane viva nella Congregazione per lo spirito profondo che la anima: "cercare sempre in tutto la maggior gloria di Dio nel maggior servizio agli uomini".

Ricordiamo anche che dalle Suore di Santa Dorotea vestì l'abito per alcuni anni suor M. Lucia dos Santos, suore santa Doroteala terza veggente di Fatima entrata successivamente nel Monastero del santo Carmelo per evitare una continua corsa di pellegrini verso la sua persona che non riteneva degna di tanto chiasso...

[ Tratto dal sito del Vaticano ]


Sito ufficiale Suore di Santa Dorotea fondate da santa Paola Frassinetti

presentazione in pps:
Il nostro Mondo Doroteo



Caterina63
00domenica 14 aprile 2013 14:37

Dopo il Regina Coeli Papa Francesco - 14.4.2013

Ieri, a Venezia, è stato proclamato Beato Don Luca Passi, sacerdote bergamasco del secolo diciannovesimo, fondatore dell’Opera laicale Santa Dorotea e dell’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea. Rendiamo grazie a Dio per la testimonianza di questo Beato!

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Don Luca Passi, il sacerdote della “carità spirituale”


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Primogenito di undici figli della nobile veneziana Caterina Corner e del conte bergamasco Enrico Passi de’ Preposulo, Luca Passi nasce a Bergamo nel 1789, anno della Rivoluzione francese. La mamma, definita “madre dei poveri”, lo zio mons. Marco Celio Passi e la fervida parrocchia in cui crebbe sono tra i principali “alimenti” della sua vocazione. Nel 1807 entra in seminario ed è in questi anni che egli aderisce alla Congregazione mariana nella quale si pratica l’esercizio della correzione fraterna, “strada per crescere nelle virtù”.

Priore della confraternita del SS. Sacramento, nella parrocchia bergamasca di Calcinate, Luca imposta anche il cuore del suo “metodo”. Si tratta di un piano educativo-pastorale - che nel 1815 prenderà il nome di “Pia Opera di Santa Dorotea” - fondato su alcuni principi: il ruolo della maestra che non è solo istruttivo, ma formativo; il volere una forma personalizzata di intervento nei confronti delle fanciulle; il privilegiare il piccolo gruppo, rispetto alla massa generica; il raggiungere tutte le fanciulle cercandole casa per casa; il procedere in sinergia, con il consenso della famiglia delle fanciulle; l'approdare alla partecipazione della vita cristiana (dottrina cristiana e sacramenti) in parrocchia.

Ordinato sacerdote a Bergamo il 13 marzo 1813, don Luca impiega con slancio la sua vita nel diffondere l'Opera, puntando a rigenerare realtà già esistenti perché operino per la carità spirituale dell'Opera di Santa Dorotea. Il 16 maggio del 1815 entrò a far parte del Collegio apostolico, composto da un gruppo di sacerdoti che si distinguevano per una solida spiritualità e una vivace vita apostolica.

Don Luca fu fortemente colpito dagli influssi e dalle conseguenze della Rivoluzione Francese che segnarono la società italiana dell’Ottocento. Le condizioni di degrado morale della società, l’analfabetismo e l’ignoranza religiosa ebbero una forte ripercussione sui bambini e sui giovani, molte volte abbandonati a loro stessi. In riferimento al profilo religioso-ecclesiale, il forte senso cristiano delle classi popolari si contrapponeva alle classi colte, caratterizzate da un aspro spirito di indipendenza nei riguardi della dottrina e della presenza della Chiesa. In questa società in fermento e carica di tensioni, don Luca maturò la sua vocazione di “missionario itinerante”, titolo che gli fu dato da Papa Gregorio XVI.

Mosso da un forte realismo e da un indomabile zelo per la salvezza delle persone, progettò e realizzò strumenti idonei per la evangelizzazione e la promozione delle classi più deboli, dando espressione concreta a molteplici intuizioni pastorali, tra le quali occupa un posto di primaria importanza la “Pia Opera di S. Dorotea”. Nata dal suo cuore di sacerdote – missionario, come risposta a una esigenza pastorale fortemente sentita, l’Opera mirava a consolidare le giovani generazioni nella fede cristiana, attraverso l’impegno di molte donne che diventavano per loro “amorosa guida”.

Successivamente, don Luca propose la stessa formula apostolica per i ragazzi con l’Opera di S. Raffaele e diede vita al “Progetto morale ed economico”, istituzione di tipo socio-religioso per i giovani della campagne.

L’attività di don Luca confluì, infine, nella fondazione dell’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea di Venezia, il 6 agosto 1838, affinché si occupasse di sostenere l'attività della Pia Opera. Passi era solito invitare allo zelo apostolico le sue figlie spirituali con le parole: "Chi non arde, non accende".

Scuole, convitti, case di spiritualità e missioni nate dall’Opera di S. Dorotea sono oggi presenti in varie parti del mondo, dall’Albania all’Africa (Congo, Burundi, Camerun e Madagascar) e all’America Latina (Bolivia, Brasile e Colombia).

Attiva e in crescita, in particolare, è oggi anche l’associazione Cooperatori dell’Opera Santa Dorotea, una realtà di cristiani laici nata dopo il Concilio Vaticano II che raccoglie le “radici” dell’esperienza del Passi il quale, creando nel 1815 l’Opera, pensava in primo luogo ad un gruppo di laici - di donne, in particolare - che, prendendo ispirazione dalle parole del Vangelo di Matteo "Va' e correggi il tuo fratello", dessero vita ad un'opera di carità spirituale nel segno del valore evangelico della correzione fraterna.

Don Luca Passi muore a Venezia il 18 aprile 1866. Il suo corpo sepolto a Venezia, nel cimitero di San Michele in Isola, viene esumato nel 1976 e i suoi resti mortali sono poi traslati nella Casa Madre dell’Istituto a Cannaregio 1104/c, dove sono tuttora custoditi in un “luogo della memoria” che conserva una serie di testimonianze ed oggetti che raccontano la sua vita e la sua opera.



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