TRADUZIONI APPROVATE DELLA SCRITTURA

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°Teofilo°
00lunedì 3 agosto 2009 20:12

ESISTONO ATTUALMENTE DIVERSE TRADUZIONI  DELLA BIBBIA APPROVATE DALLA CHIESA PER L'USO DEI FEDELI

IN PARTICOLARE TROVIAMO LE SEGUENTI TRADUZIONI:

La traduzione concordata INTERCONFESSIONALE, è stata tradotta da evangelici e cattolici, espertI di greco - aramaico e di scritture bibliche. Un risultato da considerare importantissimo soprattutto tenendo conto di molte discussioni su termini e frasi comunemente tradotte in modo differente nelle rispettive traduzioni cattoliche o protestanti.

Vediamo da chi è stata tradotta: nella prima pagina leggiamo della stessa Bibbia Inteconfessionale:

- EDITRICE ELLE DI CI

10096 LEUMANN (Torino)

- ALLEANZA BIBLICA UNIVERSALE

Via IV Novembre, 107 - 00187 Roma

A chi appartengono queste due nominativi?

Leggiamo nella seconda pagina:

"Il testo finale di questa traduzione è stato approvato dall'Alleanza Biblica Universale (Direzione Europa)

e, da parte cattolica, dalla autorità ecclesiastica (Conferenza Episcopale Italiana).

Come leggi chiaramente questo testo finale è stato approvato dagli evangelici e da parte cattolica.

Vediamo cosa scrivono gli evangelici nella presentazione di questa Bibbia Interconfessionale:

"PRESENTAZIONE

Questa traduzione, pubblicata in coedizione con al Elle Di Ci, è il frutto di anni di lavoro e della lunga esperienza che l'Alleanza Biblica Universale (ABU) ha acquistato traducendo la Bibbia nelle principali lingue del mondo.

Si distingue dalle altre, perché cerca di rendere il testo ebraico e greco con parole e forme della lingua italiana di tutti i giorni, quella consueta familiare, che le persone usano per comunicare tra loro: la lingua corrente.

Non aggiunge e non toglie alcuna informazione contenuta nei testi originali, ma cerca di comunicare al lettore di oggi, seguendo il metodo delle equivalenze dinamiche (vedi <<Questa Traduzione>> a pag. 476, prima dell'Indice Generale), proprio quel che il testo diceva agli antichi lettori. Tutti quelli che apriranno questa Bibbia sono stati, in un certo senso, presenti e partecipi, durante tutto il lavoro di traduzione. <<Se traduciamo così,-si sono domandati a ogni frase i traduttori,-il lettore di oggi comprenderà facilmente quel che il testo vuole dire?>>. La competenza biblica e linguistica di tutti i collaboratori è stata messa a servizio di questa mèta: comprensibilità del testo nella fedeltà ai suoi contenuti originali.

Protestanti e cattolici hanno lavorato insieme in questa traduzione e insieme la presentano ai lettori. E' una traduzione interconfessionale, accolta da tutte le confessioni cristiane e offerta a ogni uomo, nella comune convinzione che la Bibbia <<può dare la saggezza che conduce alla salvezza per mezzo della fede in Cristo Gesù>> (2Timoteo 3,15)."

Vediamo chi sono stati i collaboratori:

COLLABORATORI:

NUOVO TESTAMENTO

Direttore: Jan de Waard

Coordinatore: Renzo Bertalot

Stilista: Giiulio Villani

Redattore: Enrico Bonifacio

Traduttori:

a - cattolici: Carlo Buzzetti, Carlo Ghidelli

b - evangelici: Bruno Corsani, Bruno Costabel

Revisori:

a - cattolici: Giovanni Canfora, Mario Galizzi, Carlo Maria Martini, Renzo Petraglio

b - evangelici: Otto Rauch, Alberto Soggin

Consulenti stabili:

a - cattolici: Sofia Cavalletti, Settimio Cipriani, Paolo De Benedetti, Franco Festorazzi, Enrico Galbiati, Massimo

Giustetti, Michele Pellegrino, Maria Vingiani

b - evangelici: Piero Bensi, Luciano Deodato, Edoardo Labanchi, Fausto Salvoni, Luigi Santini

In vista della pubblicazione dell'intera Bibbia Interconfessionale, gli editori hanno stimolato e raccolto le osservazioni alla prima edizione del Nuovo Testamento.E' stato così possibile rivedere con cura il lavoro precedente. I traduttori hanno esaminato ogni nuova proposta ed hanno preparato le introduzioni e le note. La revisione è stata coordinata da Mario Galizzi sotto la direzione di Jan de Waard e di Carlo Buzzetti."

Per il Vecchio Testamento ci sono stati altri cattolici ed evangelici che se ti interessa te li citerò pure e alla fine dei nominativi di cattolici ed evangelici leggiamo:

"Gli ebrei sono stati consultati per dizionarietto del Nuovo testamento e su gran parte del canone ebraico dell'Antico Testamento. La loro collaborazione ha avuto carattere personale e saltuario. Vi hanno partecipato gruppi di studio ebraico-cristiani tra i quali ricordiamo in modo particolare il S.I.D.I.C. di Roma."

La traduzione è stata fedele al senso della lingua in cui sono stati scritti i testi sacri e in 10 anni ci sono state sette ristampe con tanto di firma ABU, ed LDC a testimonianza dell’attendibilità accordata da entrambe le parti a questa traduzione INTERCONFESSIONALE.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 16/07/2003 21.46

LA TRADUZIONE INTERCONFESSIONALE :  TILC

L'altra grande traduzione italiana, molto poco conosciuta nella pastorale, è la traduzione interconfessionale in lingua corrente denominata "Parola del Signore" (bibbia TILC). Questo non significa che non sia cattolica, ma che è anche cattolica: infatti ha la piena approvazione della CEI come pure delle chiese protestanti italiane. Una bibbia importante, visto che si parla tanto di ecumenismo. Solo non è abilitata all'uso liturgico, se non in casi particolari: alcune diocesi ne hanno infatti permesso l'uso nelle messe per i fanciulli proprio per l'immediatezza e la facilità di comprensione. "Non aggiunge e non toglie alcuna informazione contenuta nei testi originali", ma cerca di comunicare al lettore di oggi soprattutto il significato. Un testo che non ha bisogno di troppi commenti e adatto quindi a chi si avvicina a Gesù o alla Bibbia per la prima volta.

Si tratta di una traduzione a "equivalenza dinamica" o “equivalenza funzionale”, che si distingue dalle altre perché cerca di rendere il testo ebraico e greco con parole e forme della lingua corrente, abitualmente usata nei rapporti interpersonali. Essa cerca di rendere i testi biblici accessibili ai principianti e comprensibili al lettore di oggi, privilegiando la trasmissione del contenuto rispetto alla conservazione degli aspetti formali delle lingue originali. Nonostante questa costante attenzione, la traduzione non è mai una parafrasi, ma resta fedele ai testi originali e rispetta le caratteristiche della lingua italiana e si sforza di non aggiungere né togliere alcuna informazione rispetto ai testi originali. E', però, evidente che questo tipo di traduzione talvolta impedisce al lettore di rendersi conto delle sfumature delle singole parole che sottostanno alla traduzione. Inoltre, questa traduzione tenta di colmare il divario culturale tra la realtà del tempo e del contesto in cui la Bibbia è stata scritta e quella dell'uomo contemporaneo, sebbene non sia trascurata la distanza tra queste realtà lontane e vengano mantenuti tutti i riferimenti al mondo palestinese e greco-romano. Dopo quattro anni di lavoro, nel 1976 è stato pubblicato l'intero Nuovo Testamento, mentre l'intera Bibbia è apparsa nel 1985 insieme alla seconda edizione del Nuovo Testamento. I libri Deuterocanonici sono collocati tra l'Antico e il Nuovo Testamento, preceduti da apposita introduzione che in particolare dichiara: “Il valore di questi libri fu ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa romana nel secolo IV d.C. Essi sono stati poi dichiarati canonici dalla Chiesa cattolica nel Concilio di Trento (1546). Da allora divenne comune il nome di libri Deuterocanonici (appartenenti al secondo canone o elenco). I Protestanti li chiamano generalmente Apocrifi, parola che originariamente significava “nascosti”. I Riformatori del secolo XVI non li hanno riconosciuti come canonici. Li hanno però considerati utili per l'edificazione personale e li hanno messi in appendice alla Bibbia. Così, ad esempio, la confessione di fede detta “La Rochelle” (1559) dichiara a questo proposito: “benché utili, non è possibile fondare su di essi alcun articolo di fede”. Le Chiese ortodosse, anche se non hanno mai preso alcuna decisione ufficiale li includono nelle loro Bibbie”.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 16/07/2003 21.47

BIBBIA DI GERUSALEMME

La Bibbia di Gerusalemme è la traduzione italiana dell'edizione 1973 de La Bible de Jerusalem. La Sainte Bible traduite en français sous la direction de l'École Biblique de Jérusalem , Paris, 1973 (un rifacimento integrale di essa, che molte polemiche ha suscitato in Francia, è apparso solo di recente e, quindi, l'edizione italiana non ne tiene conto). Già la prima edizione del 1955 rappresentava il frutto del lavoro di una équipe formata dai migliori esegeti di Francia, sotto la direzione dei domenicani della celebre Scuola Biblica, l'Ecole Biblique, sorta presso la Basilica di S.Stefano a Gerusalemme, ad opera del p.Lagrange, nel 1890. Per l'edizione del 1973 traduzioni e note sono state rivedute e verificate. Hanno collaborato tra gli altri R.de Vaux, P.Benoit e Mons.L.Cerfaux. Nella Bibbia di Gerusalemme grande importanza hanno le note di critica testuale, che si propongono di ristabilire il testo biblico originale e le varianti principali conosciute, in maniera da permettere al lettore di prenderne coscienza. Le sigle TM (testo masoretico), LXX (Septuaginta), Volg (Vulgata), Q (Qumran) ed altre indicano le differenti lezioni presenti nei diversi testi antichi. L'edizione italiana della Bibbia di Gerusalemme non ha voluto ritradurre in italiano il testo biblico tradotto dalle lingue originali in francese, ma ha scelto di riprodurre semplicemente il testo della CEI, curato dalla Conferenza Episcopale Italiana, secondo la “editio princeps” del 1971. Quando nelle note non si trovano le sigle BJ (Bible de Jerusalem) o BC (Bibbia della CEI) vuol dire che le due versioni (francese ed italiana) coincidono. Quando invece compaiono le due sigle vuol dire che le due versioni adottano diverse traduzioni ed i motivi dell'una e dell'altra sono spiegati in nota. In questi casi le note della BJ sono state adattate alla versione BC.
Ogni libro o gruppo di libri è preceduto da introduzioni generali molto dettagliate. Le referenze marginali sono riprodotte fedelmente dalla BJ. Un sistema di segni aiuta la comprensione del testo, rinviando di volta in volta ad altri passi biblici, utili per la comprensione di un versetto.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 16/07/2003 21.50

LA BIBBIA TOB

La Bibbia TOB (Traduction Oecuménique de la Bible) riprende la traduzione della Bibbia a cura della Cei, mentre le note e i commenti sono tradotti dalla II edizione francese del 1987, revisione della precedente presentata ufficialmente alle Chiese di Francia nel 1975. Questa traduzione costituisce una tappa fondamentale e irreversibile nel cammino ecumenico e, più attenta alla fedeltà letterale rispetto alla “Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente”, è corredata di introduzioni generali, di introduzioni ai singoli libri e di note di carattere filologico, storico e dottrinale, redatte da traduttori cattolici e protestanti in collegamento con la commissione teologica ortodossa.
I libri biblici non sono riportati nell'ordine della Bibbia Cei, ma seguono la Bibbia ebraica: dopo i protocanonici dell'Antico Testamento, seguono i libri deuterocanonici, quindi i libri del Nuovo Testamento. Questa scelta ha indotto gli editori a presentare una doppia traduzione del libro di Ester, una secondo l'ebraico, l'altra secondo il greco.
L'Antico Testamento è tradotto sul testo masoretico, salvo quei passi che vengono indicati nelle note come varianti importanti degli altri manoscritti, specialmente quelli della versione greca dei “Settanta”. I casi relativamente rari in cui ci si allontana dal testo masoretico sono segnalati in nota.
Per i nomi propri di persona e i toponimi è stata mantenuta la trascrizione adottata nella Bibbia Cei.

BJ e TOB : la bibbia di Gerusalemme delle edizioni Dehoniane (1974). L'edizione CEI 1974 usciva con pochissime note (anche se ben curate) per cui si sentì presto l'esigenza di qualcosa di più consistente. Nella bibbia di Gerusalemme il testo CEI 1971 (non so perché non sia stato preferito quello del 1974, tanto più che è quello realmente usato nella liturgia) è affiancato dalle introduzioni e dalle note della bibbia francese "La Bible de Jérusalem" (BJ). Queste note, tradotte dal francese e scritte per una traduzione francese, non si armonizzano molto con il testo CEI (molte volte riportano: "qui BJ traduce invece così..."). A mio avviso, solo chi traduce può preparare le note migliori per la propria traduzione, mettendo in rilievo ciò che eventualmente non è proprio riuscito ad esprimere rispetto al testo originale. Stesso discorso per la bibbia TOB (quella di don Lino; edizioni Elle Di Ci 1992): testo CEI 1971 e note dalla bibbia francese "Traduction Oecuménique de la Bible" (1987). Bisogna dire che le note di BJ sono più spirituali mentre quelle TOB sono più esegetiche, cioè spiegano di più il significato e la forma originaria del testo.

NUOVISSIMA VERSIONE DAI TESTI ORIGINALI

A partire dagli anni '70 le Edizioni San Paolo hanno pubblicato, in 46 volumetti, una nuova traduzione della Bibbia, denominata "Nuovissima versione dai testi originali".
I diversi testi sono stati poi raccolti in un unico volume, a partire dal 1983.
Questa traduzione si caratterizza per la sua aderenza al testo originario, rispettandone anche le relative asperità, senza venire, quindi, incontro, alla scorrevolezza della lingua. Alla preoccupazione di una immediata comprensione è, insomma, preferita la lettera del Testo Sacro.
I traduttori sono tutti biblisti italiani e, fra essi, P.Rossano, C.M.Martini, U.Vanni e molti altri.

La vecchia traduzione del 1958 era diffusissima (almeno fino a pochi anni fa) nelle case e molti ragazzi la usavano in quanto era la bibbia dei loro genitori. E' una traduzione molto fedele al testo (letterale) e per questo a volte poco chiara o scorrevole. La "nuovissima versione dai testi originali" (1983) che troviamo nelle nuove bibbie delle Paoline è molto curata e aggiornata dal punto di vista scientifico. Precedentemente era stata presentata in libri separati.
Numerose note, segnalazioni di passi utili alla comprensione del testo, oltre ad ampie introduzioni ed approfondimenti, arricchiscono le edizioni recenti. Tutto questo apparato critico è stato rivisto, rispetto alla prima edizione in volumetti separati, da A.Girlanda, P.Gironi, F.Pasquero, G.Ravasi, P.Rossano, S.Virgulin.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 16/07/2003 21.51

LA BIBBIA EBRAICA
A CURA DI RAV DARIO DISEGNI

Il Rabbino Dario Disegni (1878-1967) ha tradotto in quattro volumi il Tanak. La parola Tanak designa per gli ebrei la Bibbia e deriva da TNK, le iniziali di Torah (la Legge, il Pentateuco), Neviim (i Profeti) e Ketuvim (gli Scritti o Agiografi).
Nel 1960 uscì la traduzione del primo volume Torah e Haftaroth, seguita nel 1962 da quella dei Profeti Anteriori, nel 1964 dai Profeti Posteriori e infine, nel 1967, a pochi mesi dalla scomparsa di Rav Disegni, il volume degli Agiografi.
La Torah o Pentateuco è la prima parte della Bibbia. Si divide in 5 parti che prendono il nome dalla prima o da una delle prime parole con cui hanno inizio.

  • Genesi = Bereshit (All'inizio)
  • Esodo = Schemot (Questi sono i nomi)
  • Levitico = Va-icrà (E chiamò)
  • Numeri= Bemidbar (Nel deserto)
  • Deuteronomio= Devarim (Queste sono le parole)

Il contenuto della Torah è duplice: narrativo e legislativo. La parte narrativa è fondata sia su avvenimenti storici che su racconti. La Torah narra, dopo i racconti di creazione, in quale modo si creò un legame speciale tra il Signore ed Abramo, come tale patto fu rinnovato con i discendenti di Abramo via via fino alla generazione di coloro che uscirono dall'Egitto e ricevettero il decalogo e la promessa della terra di Canaan.
La parte legislativa comprende nell'interpretazione rabbinica oltre ai sette precetti cosiddetti “dei figli di Noè” cioè obbligatori per tutta l'umanità, 613 precetti (Mizvoth) dei quali 248 positivi e 365 negativi. Tale parte ha lo scopo di insegnare agli Ebrei quale sia il comportamento cui debbono attenersi per conformarsi alla volontà divina. La tradizione ebraica attribuisce la Torah a Mosè che l'avrebbe scritta sotto ispirazione divina. Gli ultimi versetti che parlano della morte di Mosè, sono attribuiti a Giosuè.
E' uso antichissimo nelle comunità ebraiche di leggere pubblicamente a brani successivi tutta la Torah consecutivamente, da Bereshit a Devarim. A tale scopo la Torah è stata divisa in 54 parascioth, tale essendo, secondo il calendario ebraico, il numero massimo di sabati non corrispondenti a giorni di festa solenne (mo'ed) o di mezza festa (chol hammo'ed) dell'anno.
Le paraschiot prendono il nome dalla prima o da una delle prime parole con cui hanno inizio. La prima (Bereshit) si legge nel sabato successivo a Simchat-Torah (in Erez Israel a Sceminì'Atsèreth), la festa della “gioia della Torah”.
Col nome di Haftarà (plurale Haftaroth) si intende un passo tratto dai libri dei Profeti che si legge dopo quello del Pentateuco (parascià) le mattine dei sabati e dei giorni di festa solenne. L'etimologia del nome haftarà è incerta. Probabilmente il significato è “(lettura) che rende esente”, dato che, in tempi di persecuzioni in cui era stata vietata la lettura pubblica della Torah, si leggeva l'haftarà (che esentava dalla lettura della parascià).


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 16/07/2003 21.53

LA BIBBIA DELLA CEI

È tradotta dai testi originali ebraico, aramaico e greco. Per l'Antico Testamento, la traduzione è fatta dal testo masoretico, ma quando questo presenta delle difficoltà insormontabili, si è fatto ricorso ad altri manoscritti ebraici (ad es. quelli di Qumran) o a versioni antiche, principalmente quelle greca, siriana e latina. Per i libri greci dell'Antico Testamento (“deuterocanonici”) e per il Nuovo Testamento, viene usato il testo greco quale è stabilito dagli studiosi di critica testuale verso il 1960. Quando la tradizione manoscritta offre diverse possibilità per uno stesso testo, viene scelta la lezione più sicura, ma vengono riportate in nota le varianti di un certo rilievo o ritenute probabili.
Nella trascrizione dei nomi propri, i traduttori hanno tentato di riprodurre il più esattamente possibile la forma e la pronuncia degli stessi in lingua ebraica e greca, ma per quelli entrati nell'uso corrente hanno conservato la forma italianizzata ormai tradizionale e familiare ai fedeli.
È una traduzione preparata secondo le direttive date dalla Cei nel 1965: fedeltà al testo originale, precisione teologica, eufonia della frase e cura del ritmo. Utilizza la lingua letteraria italiana della seconda metà del XX sec. È stata pubblicata per la prima volta nel 1971 ed è stata scelta come versione ufficiale e liturgica della Chiesa cattolica italiana. Il Nuovo Testamento è stato rivisto recentemente in una nuova edizione (1997). Una ulteriore revisione è in corso ed è attesa la sua pubblicazione definitiva, unitamente alla nuova edizione dell'Antico Testamento.

 Proprio il Concilio Vaticano II, dichiarando lingua liturgica il volgare (cioè l'italiano) e non più il latino, rende impellente la necessità di una versione ufficiale della Bibbia, approvata dalla chiesa italiana e adatta all'uso liturgico. Un gruppo di studiosi si mise subito al lavoro (1965), ma i tempi erano stretti: si decise allora di non tradurre da capo ma ricontrollare e rivedere sui testi originali una traduzione italiana già diffusa, quella delle edizioni UTET, che aveva il pregio di essere molto omogenea essendo opera di tre soli traduttori. La bozza del testo passò poi per le mani di esperti di italiano (ad es. il poeta M. Luzi), di dizione, ritmica e canto per valutarne la leggibilità e la facilità di proclamazione. Nel 1971 esce così la prima versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Nel frattempo la preparazione dei lezionari con le letture per le messe e del breviario con la liturgia delle ore, mette subito in luce alcuni piccoli difetti della neonata traduzione. Nel 1974 esce allora una versione corretta della CEI, versione adottata in pieno nei lezionari e nel breviario. Le differenze con CEI 1971 sono minime e limitate alla scorrevolezza dell'italiano. Recentemente (1997) è stata presentata la revisione del Nuovo Testamento, stavolta con interventi pesanti volti soprattutto a rimediare omissioni di termini presenti invece nei testi originali, a migliorarne la coerenza interna (cioè cercare di tradurre sempre nello stesso modo medesime espressioni del testo originale) e a aggiornarla con le recenti conquiste degli studi. Mentre si attende la revisione dell'Antico Testamento per adottarla in ambito liturgico e catechistico, la CEI ne consiglia l'uso "per lo studio, per la preghiera e la riflessione nei gruppi, per la meditazione personale". Secondo gli autori, questa revisione "può e deve essere considerata come un atto di obbedienza al Concilio [...], oltre che come un gesto di doveroso servizio al popolo di Dio che vive in Italia". Anche in Italia, come già da tempo nel mondo protestante, si sente la necessità di aggiornare e migliorare sempre la traduzione dei sacri libri.

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