Una buona predica Protestante

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Caterina63
00martedì 6 gennaio 2009 09:48

Un sermone di un pastore Valdese su Matteo 13, 24-30


Eh già,
care sorelle e cari fratelli: come mai nel campo di Dio non c’è solo del grano, ma anche della zizzania? Come mai nella chiesa di Gesù Cristo non c’è soltanto il bene e non ci sono soltanto uomini e donne buoni, ma c’è anche il male, ci sono anche donne e uomini cattivi? Bella domanda! Bella, si fa per dire: in realtà è una domanda inquietante, carica di dubbio, di impazienza, di insofferenza, quasi di irriguardosa pretesa, quella che i servi della parabola rivolgono al loro padrone e che ogni generazione di cristiani e cristiane ha sempre riproposto al Dio di Gesù Cristo, oggi più che mai: Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?

Come mai già allora, proprio agli inizi, e ancor oggi, duemila anni dopo, nella chiesa non c’è solo fede, speranza, amore, comunione, gioia, entusiasmo, coraggio, generosità, spirito di verità e di servizio, ma anche incredulità, rassegnazione, indifferenza e disprezzo, divisione, freddezza, viltà, taccagneria, presunzione e pigrizia? Come mai nella chiesa, oggi come allora, non ci sono solo donne e uomini esemplari, ma anche donne e uomini scandalosi? Eh, mo’ ce la devi, una spiegazione, tu che sai tutto, tu che puoi tutto, tu che vuoi solo il bene e aborrisci il male! O forse non è vero che tu sai tutto e puoi tutto? O forse non è vero che vuoi solo il bene e aborrisci il male? O forse non è del tutto e sempre vero. Forse ti sei distratto, magari per un attimo solo. Forse dalla tua mano, insieme col buon seme, è caduto anche un po’ di seme cattivo. Un nemico ha fatto questo? E tu, allora, perché gliel’hai permesso? Se sai tutto, potevi ben prevederlo. E se puoi tutto, potevi fermarlo. Anzi, visto che tu sei il creatore di tutte le cose, potevi addirittura escluderlo dalla tua creazione, il male, il nemico. Come mai non l’hai fatto? Perché l’hai lasciato nascere e crescere? Insomma, sei Dio o sei solo un’immensa, eterna, tragica presa in giro?


La nostra parabola non fornisce in realtà alcuna risposta soddisfacente a queste domande. Un nemico ha fatto questo non è certamente una risposta soddisfacente.


Lo abbiamo appena visto: serve solo a spostare il discorso, a suscitare altre domande, se possibile ancor più inquietanti, impazienti, insofferenti, pretenziose
. Per la verità non solo nella nostra parabola di oggi, ma in tutta la Bibbia non c’è una risposta soddisfacente a queste domande. Non per i discepoli di allora. Non per noi, discepoli di oggi. Non c’è nessuna risposta che ci metta il cuore in pace, che ci faccia finalmente comprendere pienamente il regno di Dio, questo suo modo apparentemente così fallimentare di concepire e di esercitare la sua sovranità sulla sua creazione e addirittura sulla sua chiesa.


Dio, il Dio d’Israele e di Gesù Cristo - questo è molto chiaro nella Bibbia in generale e nella nostra parabola in particolare – non ha mai voluto il male né lo ha creato per sbaglio. Tantomeno lo ha creato qualcun altro: in tutta la Bibbia non c’è altro creatore all’infuori del Dio d’Israele e di Gesù Cristo. Invano continueremo a cercare nella parola di Dio una qualunque ragione dell’esistenza del male. Il male, al cospetto di Dio, non può mai aver ragione. Il male non ha alcun diritto né alcuna ragione di esistere. Eppure esiste. Molti hanno messo in dubbio l’esistenza di Dio, ma pochissimi hanno mai messo in dubbio l’esistenza del male. Esiste dappertutto. Dio non l’ha creato, ma già all’indomani della creazione eccolo lì, nel serpente, nel più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il Signore aveva fatti. Lo stesso serpente non è il male, è anche lui parte della buona creazione di Dio, ma del male diventa improvvisamente il primo potente strumento. Com’è possibile? Da dove viene allora il male? Nessuna risposta. Nessuno ha creato il male.


Ma il male esiste. Esiste dappertutto. Financo nella chiesa di Cristo. La chiesa non ha neanche fatto in tempo a nascere ed eccole già qui, le zizzanie, mescolate col buon grano. Come mai? Nessuna vera risposta.
Gesù non ha gettato che buon seme nel suo campo, ma ecco che insieme con le spighe cariche di frutti crescono anche le erbacce. E’ stato un nemico? E da dove veniva? E perché Gesù non l’ha potuto o non l’ha voluto fermare? Di nuovo: nessuna risposta. Nessuna risposta veramente soddisfacente. Nessuna risposta, nessuna spiegazione che ci metta il cuore in pace, che ci faccia finalmente comprendere pienamente il regno di Dio, la politica del suo governo sulla sua creazione e persino sulla sua chiesa.


Bene, fratelli e sorelle, a questo punto lasciatemi dire: grazie a Dio! Grazie a Dio la sua parola non ci offre alcuna risposta soddisfacente ai nostri come e perché sull’esistenza del male nel mondo e in particolare nella chiesa. Grazie a Dio! Perché noi tendiamo sempre a dimenticarcelo, ma ogni qualvolta degli uomini e delle donne hanno trovato una risposta soddisfacente a queste domande non si sono affatto avvicinati al regno di Dio, ma al contrario si sono consegnati mani e piedi al suo nemico. Ogni volta che qualcuno abbastanza potente – sovrano o sacerdote, profeta o ideologo, popolo, nazione, partito, chiesa o altro gruppo religioso – ha creduto di aver finalmente individuato con certezza l’origine del male, di potergli dare un nome, un volto, un’identità definita – il nome, il volto, l’identità di un altro sovrano o di un altro dio, di un’altra fede (eretica, naturalmente!) o di un’altra ideologia, di un altro popolo, di un’altra nazione o di un altro gruppo sociale, di un altro partito, di un’altra chiesa, di un’altra religione - ha combattuto con tutte le sue forze per negargli l’esistenza, per distruggerlo, per estirparlo definitivamente: persecuzioni, crociate, cacce alle streghe antiche e moderne, guerre, pulizie etniche, genocidi... rivelandosi in tutti i casi peggiore del male contro cui s’era scagliato.


Grazie a Dio la sua parola non ci offre alcuna certezza del genere. Non ci permette di metterci il cuore in pace, di rassegnarci a sopportare con filosofia l’esistenza del male fin dentro la chiesa, ma tanto meno ci chiede di combattere noi le sue battaglie, di diventare noi giudici al posto suo, o addirittura carnefici al suo servizio
. Signore, c’è della zizzania nel tuo campo! Vuoi che andiamo a strapparla?

No! Affinché, strappando le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. Lasciate che tutt’e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della messe, dirò ai mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio.


Grazie a Dio non ci è dato di comprendere il suo regno, la sua politica di governo, il suo modo di amministrare la giustizia sulla sua creazione e sulla sua chiesa senza aver prima imparato la sua misericordia, il suo perdono, il suo amore per tutte le sue creature
. Siamo ancora in cammino, invitati a cercare il suo regno, non ancora a sederci sul suo trono.


E l’amore di Dio è la via per il suo regno, giammai viceversa! Perché grande è l’indignazione di Dio per il peccato, ma ancor più grande è il suo amore per il peccatore. E più noi siamo certi di saper distinguere fra peccatori e giusti, tanto più il Signore ci mette in guardia: attenti a non strappare il grano con le zizzanie, attenti a non buttare il bambino con l’acqua sporca, attenti a non lasciar prevalere l’indignazione, la paura, l’orrore per il male sull’amore di cui siete debitori verso ogni uomo e ogni donna e in particolare verso ogni fratello e ogni sorella in Cristo. Concedete sempre a tutti il beneficio del dubbio, e nel dubbio amate... affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Matteo 5:45).


Peccato. A noi piacerebbe tanto che non ci fossero mescolanze né confusioni: il male di qua, il bene di là, il grano da una parte, le zizzanie dall’altra. Bianco e nero, buio e luce, buoni e cattivi. E il Signore ci dice invece che grano e zizzania, bene e male sono destinati a rimanere inestricabilmente intrecciati - non solo nel mondo, ma anche nella sua chiesa, perfino in ciascuna e in ciascuno di noi – fino al giorno del giudizio. Del suo giudizio. E non vuole assolutamente che noi stessi proviamo ad anticipare più o meno brutalmente le sue sentenze o addirittura la loro esecuzione! Ogni volta che cederemo nuovamente alla tentazione di riprovarci, combineremo disastri.


Ricordiamoci sempre di queste parole di Gesù, fratelli e sorelle. E ricordiamocene soprattutto quando pensiamo ad altri fratelli e sorelle di questa e di altre chiese e parliamo di loro.

Amen.

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