Una meditazione al giorno per il Mese di Ottobre

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Caterina63
00giovedì 1 ottobre 2009 17:57
Amici....sperando di riuscire nell'intento, vi offriremo da questo mese, e mese per mese, una piccola raccolta di MEDITAZIONI....

Il thread sarà posto in evidenza per tutto il mese, per poi essere cambiato e aggiornato con il mese sucessivo e così via, a Dio piacendo, pregando anche insieme...

OTTOBRE  PREGHIERA A MARIA

da recitarsi durante tutto il mese di Ottobre. 

Beneditemi, o Figlia dell'eterno Padre, in nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti, Amen; e non permettete che io offenda mai il mio Dio con i pensieri.
Ave Maria. 

Beneditemi, o Madre del divin Figlio, in nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti, Amen; e non permettete che io offenda mai il mio Dio con le parole.
Ave Maria. 

Beneditemi, o Sposa dello Spirito Santo, in nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti, Amen; e non permettete che io offenda mai il mio Dio con opere ed omissioni; anzi fate che io l'ami con tutto il mio cuore, e lo faccia anche amare dagli altri; così sia, o dolce, o pietosa, o amabile Maria.
Ave Maria.
 

Santi protettori.
Gli Angeli custodi, san Francesco d'Assisi, santa Teresa, santa Margherita M. Alacoque (17 Ott.). 

Giaculatoria.A voi, o Vergine Madre, che non foste mai macchiata da alcun neo di colpa né attuale, né originale, raccomando e affido la purità del mio cuore (100 giorni d'Indulgenza. Pio IX). 

Virtù da praticare.La santa purità di corpo e d'anima. 


1° Ottobre                
 
MARIA VERGINE DEL ROSARIO (1) 

1. Bellezza del Rosario. Ogni orazione è bella, purché ben fatta, e non è da condannarsi l'una per l'altra; ma il Rosario abbraccia la meditazione e la preghiera vocale. Nei misteri hai un compendio del Vangelo, della vita, passione e morte del Redentore, in cui ricordi le virtù, i patimenti di Gesù per te, e la parte attiva che vi prese Maria. Ma tu forse, recitando il Rosario, nemmeno pensi ai misteri che ne sono la parte più importante... 

2. Potenza del Rosario. Basterebbe ricordare che è invenzione di Maria, e pressoché sua, la preghiera che insegnò a S. Domenico, qual mezzo efficacissimo a togliere gli errori, a bandire i vizi, s ad implorare la divina clemenza. Basterebbe leggere le storie per conoscere i frutti, le grazie, i prodigi che ha ottenuto. Il Rosario con il Poter, dispone per noi il Cuore di Dio... Invocando tante volte Maria, la nostra buona madre, ci lascerà ella inesauditi? 

3. Come recitare il Rosario. Viene detto preghiera noiosa da chi non ha fede, e non pensa a quanto dice. Ma i Pontefici concedono moltissime indulgenze a chi lo recita con devozione, meditando i misteri che si contemplano. Ogni mistero poi può suggerire una virtù da praticare, ed ecco un pascolo alla mente nel recitarlo. Se tu pensassi che, con ogni Ave Maria, mentre saluti la Vergine con le parole d'un Angelo, la incoroni con una mistica rosa, non avresti maggior divozione? PRATICA.

Recita il Rosario; invita altri a dirlo.
(1)  Domenica 1° Ottobre, o al 7 Ottobre. 


2 Ottobre

GLI ANGELI CUSTODI

 1. Sollecitudine dell'Angelo custode. S. Bernardo si meravigliava della bontà di Dio nel dare a noi, così miserabili e piccoli, per compagno e custode, uno spirito di dignità tanto sublime, come sono gli Angeli. Iddio fece questo per amore tuo; dalla nascita, l'Angelo ti si pose accanto, ne più t'abbandona. Di giorno, di notte, peccatore o giusto, tiepido o fervente, grato o sconoscente, finché vivi è con te, sollecito del tuo bene. E tu ci pensi appena!... Quando ti raccomandi a lui? 

2. Vantaggi che ti reca. Non è solo S. Pietro che veniva sciolto dalle catene per cura dell'Angelo; da quanti pericoli, a nostra insaputa, il nostro Angelo salva anche noi per comando di Dio! Ci scuote nel momento del peccato, ci sveglia il rimorso dopo le cadute, ci consola nelle afflizioni, ci difende nei pericoli, c'illumina, ci soccorre; nessun affetto di padre, di fratello o di amico, può superare l'amore che ci porta l'Angelo Custode. Tu come lo ringrazi? 

3. Amore all'Angelo custode. Si ama 1° col non fargli cosa alcuna che possa spiacergli; 2° con l'imitare la purezza, l'ubbidienza, lo zelo per Dio, e l'amore per gli altri, dell'Angelo; 3° con l'invocarlo nelle azioni principali e raccomandarci a lui negli affari importanti; 4° con il protestargli la nostra riconoscenza dopo la santa Comunione, 5° con il pregarlo a supplire per noi nell'amare Gesù e Maria. Che fai tu di tutto questo? Dov'è la tua devozione? PRATICA.

Recita nove Angele Dei agli Angeli custodi; non disgustare il tuo Angelo che ti vede sempre.
 


3 Ottobre                
DUE PESI E DUE MISURE 

1. Due pesi nel giudicare. Lo Spirito Santo maledice chi è ingiusto nelle sue bilance e truffatore nel peso; questa sentenza a quante cose può applicarsi! Considera come tu ami di essere giudicato favorevolmente, come t'adiri contro chi interpreta male le cose tue, come pretendi che si pensi bene di te: questo è il peso per tè; ma perché per gli altri sei tutto sospetto, facile a giudicare male, a condannare tutto, a non compatire?... Non hai, così, un peso doppio e ingiusto? 

2. Due pesi nel parlare. Adopera parlando con gli altri la carità che vuoi usata a te stesso, dice il Vangelo. Tu certo la pretendi per tè! Guai se altri mormora di te; guai se la sbaglia nelle parole; guai se altri non ha un fare caritatevole con tè! Scatti subito a gridare alla bugia, all'ingiustizia. Ma tu perché mormori del prossimo? Perché ne afferri ogni difetto? Perché gli mentisci e lo tratti con tanta durezza, asprezza e superbia?... Ecco il doppio peso condannato da Gesù. 

3. Due pesi nelle opere. È sempre illecito usare frode, recare danno, arricchire a spese altrui, e tu gridi che ormai la buona fede non si trova più, desideri gli altri graziosi, compiacenti, caritatevoli con tè; detesti nel prossimo il furto... Ma tu qual delicatezza usi negli interessi? Quali pretesti cerchi per appropriarti la roba altrui? Perché ricusi un favore a chi te lo chiede? Ricordati che il doppio peso viene condannato da Dio. PRATICA.
 
— Esamina, senza amor proprio, se tu non abbia due misure; fa un atto di carità.
 


4 Ottobre
LA PIU’ BRUTTA DELLE MORTI 

1. Non è il morire. Riesce sempre duro il morire, in qualunque età c'incolga. Per un istinto infuso da Dio nelle nostre membra, sentiamo amore alla vita, e il separarsene, anche per il giusto, è. un sacrifizio. Eppure, se pensi alle tante miserie che ti assediano, ai pericoli di perderti; se rifletti che tosto o tardi devi morire; che la morte è un passaggio al Cielo, al godimento, non se ne addolcisce il pensiero? Oh quanti Santi dissero: Non credevo così dolce il morire!... 

2. Non è il morire improvviso. Fa colpo una tale morte, e la Chiesa ci mette in bocca: Liberaci, o Signore, dalla morte subitanea e improvvisa! Per chi vive vigilante con la lucerna in mano, come le vergini della parabola evangelica, disposto ad incontrare lo Sposo in qualunque ora giunga; per chi sta con il cuore senza peccato: non gli è eguale qualsivoglia morte? S. Andrea Avellino fu colpito all'altare, san Venceslao pregando: e sono Santi. E tu come ti prepari? Se giungesse oggi la morte, non sarebbe improvvisa per te? 

3. È il morire in peccato! Dopo la morte, non vi è più tempo per pentirsi, non più Sacramenti, non più mezzi per tornare sulla buona via; dove cadrà l'albero, ivi starà in eterno!... Se un peccato mortale macchia l'anima tua, quando cadi in seno alla Giustizia divina, è decisa la tua sorte di perdizione!... Come puoi tu vivere un'ora sola in peccato? Come puoi scherzare e ridere rasentando l'inferno?... Se ci pensi, come osi commettere anche un solo peccato? 

PRATICA. — Pensa cinque minuti che hai da morire: ascolta che cosa ti rimprovera il cuore. 


5 Ottobre                
IL PECCATORE AL GIUDIZIO 

1. Il peccatore vedrà e s'adirerà. Così dice il profeta Davide, ispirato da Dio. Vedrà quel Dio che disprezzava o credeva indifferente alle azioni dell'uomo; vedrà e conoscerà i benefizi ricevuti e le calde premure di Dio per salvarlo; vedrà quel Gesù da lui trafitto con i peccati, con le bestemmie, con lo sfogo delle passioni; vedrà il numero e la gravità delle proprie colpe... allora si adirerà contro se stesso : " Oh stolto che fui! Che insensato!... ”. Che servirà, allora, il pentimento? Troppo tardi!... 

2. Il peccatore fremerà. Se per il peccatore non fosse stato facile il convertirsi, se avesse ignorata la via, se non fosse stato avvertito, se l'esempio altrui non l'avesse stimolato al bene, se potesse dire: Dio mi voleva dannato; si consolerebbe nell'impossibilità di salvarsi; ma nulla di ciò... Qual fremito nel conoscere che tutto dipendeva da lui, e fu volontario e libero il vivere da peccatore!... Pensaci mentre sei in tempo. 

3. Perirà il desiderio del peccatore. Sperava di godersi due paradisi, in questo e nell'altro mondo : vedrà d'averla sbagliata; desidererà pietà dal suo Giudice: ma la giustizia è subentrata alla misericordia; desidererà convertirsi, riparare con la penitenza, soddisfare agli enormi debiti contratti con Dio; ma, allora, tale desiderio è inutile! Piombati nell'eternità, sotto i fulmini di Dio, la sentenza sarà tremenda, irrevocabile. Tutto dipende da te... Che risolvi? 

PRATICA. — Vivi sempre in grazia di Dio, per essere sempre pronto a presentarti al giudizio; recita il Miserere. 


6 Ottobre

IL FIGLIO PRODIGO

 1. Partenza del figlio prodigo. Che ingratitudine, che superbia, che arroganza ostenta questo figlio presentandosi innanzi al padre e dicendogli: Dammi la mia parte, voglio andarmene, voglio godermela!,.. Non è forse il tuo ritratto? Dopo tanti benefizi di Dio, non dici anche tu: Voglio la mia libertà, voglio fare a modo mio, voglio peccare?... Un dì eri praticante, buono, con la pace in cuore; forse un falso amico, una passione t'invitava al male: e tu hai lasciato Dio... Sei forse più contento ora? Che ingrato e infelice! 

2. Disillusione del prodigo. La tazza del piacere, del capriccio, dello sfogo delle passioni, ha miele sull'orlo, in fondo amarezza e veleno! Lo provò il prodigo, ridotto povero ed affamato, ad esser guardiano di animali immondi. Non lo provi anche tu, dopo il peccato, dopo l'impurità, dopo la vendetta, e anche dopo il peccato veniale deliberato? Che agitazione, che delusione, che rimorso! Eppure seguiti a peccare! 

3. Ritorno del prodigo. Chi è questo padre che aspetta il prodigo, che gli corre incontro, lo abbraccia, lo perdona e con gran festa si rallegra del ritorno d'un figlio tanto ingrato? È Dio, sempre buono, misericordioso, che dimentica i suoi diritti, purché torniamo a Lui; che cancella in un istante le tue colpe, sebbene innumerevoli, ti adorna della sua grazia, ti ciba delle sue carni... Non confiderai in tanta bontà? Stringiti al Cuore di Dio, e non dipartirtene mai più. 

PRATICA. — Ripeti lungo il giorno : Gesù mio, misericordia. 

7 Ottobre                
IL NOSTRO TEMPERAMENTO 

1. Il temperamento è sovente un difetto. Ogni persona porta dalla natura una disposizione di spirito, o di cuore, o di sangue, detta temperamento. Esso è ardente o apatico, irascibile o pacifico, tetro o giocondo: il tuo qual è? Impara a conoscerti. Ma il temperamento non è virtù, è ben sovente di peso a noi, e origine di patimenti per gli altri. Se non viene represso a che non può condurti! Non senti i rimproveri del tuo brutto temperamento? 

2. Correggi il tuo temperamento. E’ cosa difficile assai; ma con il buon volere, con il combattere, con l'aiuto di Dio, non è impossibile; S. Francesco di Sales, S, Agostino, non vi riuscirono? Ci vorrà del tempo assai, molti esami e pazienza; ma hai tu almeno cominciato a disciplinarlo? In tanti anni, quali progresso hai fatto su te stesso? Non si tratta d'annientare, bensì di dirigere al bene il tuo temperamento, volgendo il tuo ardore in amor di Dio, la tua irascibilità, in odio al peccato, ecc. 

3. Sopporta il. temperamento altrui. A contatto con tanti, svariati e strani temperamenti, sai farti dei meriti con il tollerarli, con il compatirli, con il sopportarli? È vero, sono uno scoglio per la nostra superbia, e per la nostra scarsa virtù; eppure, la ragione ci dice di sopportare gli altri perché sono uomini e non angeli; la carità consiglia di chiudere un occhio per mantenere la pace e l'unione; la giustizia intima di fare agli altri quanto pretendi per te; il proprio interesse dice: Tollera e sarai tollerato. Quale argomento di serio esame e di vigilanza! 

PRATICA. — Recita tre Angele Dei, e prega gli altri di avvertirti quando sbagli per temperamento. 


8 Ottobre
I PICCOLI ATTI DI VIRTÙ 

1. Facilità delle piccole virtù. Le anime chiamate a grandi virtù, a grandi eroismi, sono ben rare. La maggior parte dei cristiani deve santificarsi con la vita nascosta. in Dio, cioè con l'esercizio di molte virtù, piccole in apparenza, ma grandi dinanzi a Lui. Quanto è facile l'occasione delle piccole mortificazioni, dei piccoli atti d'umiltà, di pazienza, dei piccoli sacrifizi, delle piccole preghiere... Ma vi attendi tu? È il mezzo per santificarti. 

2. Fedeltà alle piccole virtù. Paiono di nessuna consistenza, quasi neppure curate da Dio... Ma Gesù ha detto che neppure un bicchiere d'acqua, dato per amore di Lui, rimane senza ricompensa. Intendi da ciò quanto Dio stima le piccole virtù! Sono piccole, ma congiunte insieme come grani d'arena, non formeranno una montagna di meriti? Sono piccole; perciò le sprezzi?!... Ma parliamoci chiaro, che fai tu per il Cielo? Se non le curi, andrai al giudizio a mani vuote anzi, non rafforzandoti nelle virtù, rischi di cadere in colpe gravi e di morire in esse. 

3. Chi è fedele nel poco, lo è nel molto. Credi di potere, nelle occasioni gravi, esercitare la pazienza, l'umiltà, la purezza, se nelle piccole occasioni non sai praticarle? L'esperienza luttuosa ti ricorda il tuo... valore?!,,. Chi è fedele nelle cose piccole, si dispone alle più grandi; e il Signore eleva insensibilmente l'anima alla santità, in premio alla sua fedeltà. E tu che stima ne fai? Come proponi di regolarti? 

PRATICA. — Non lasciare sfuggire oggi alcuna occasione di praticare piccole virtù, specialmente la pazienza. 

9 Ottobre                
CONSEGUENZE DELLE PICCOLE COSE 

1. Conseguenza d'un atto virtuoso. Pare un mistero il dire che la santità, il Paradiso dipende sovente da una piccola cosa. Ma Gesù non ha detto che il Regno dei Cieli è simile al piccolissimo grano di senapa che poi cresce e diviene un albero? Non si vede in S. Antonio abate, in S. Ignazio, principiare la loro santificazione dal seguire una santa ispirazione? Una grazia, bene accolta, è anello a cento altre. Ci pensi tu? 

2. Conseguenze d'un peccato veniale. Dire che una solo di questi può disporti alla dannazione, sembra una stranezza; eppure, non basta una scintilla a svegliare un gran fuoco? Non basta un piccolissimo microbo, trascurato, a condurre alla tomba? I peccati si succedono con troppa facilità; sul pendio d'una montagna la caduta è troppo facile. L'esperienza altrui e la tua stessa ti dicono che il peccato mortale dista appena un passo dal veniale. E tu moltiplichi senza riguardo le venialità! Cosi dunque vuoi averne a piangere un giorno? 

3. Cautele dei Santi sulle piccole cose. Perché mai i cristiani ferventi mettono tanto impegno a moltiplicare le piccole giaculatorie, i piccoli sacrifizi, a guadagnare le Indulgenze? Per arricchire con ogni piccola gemma la nostra corona celeste, essi dicono. E tu non puoi imitarli? Perché fuggono, fino allo scrupolo, i peccati veniali, e protestano di morire prima di farne uno solo deliberatamente? Sono offese a Gesù, essi dicono; e come offenderlo, mentre Egli ci ama tanto?... Se tu amassi Gesù, non l'offenderesti? 

PRATICA. — Ripeti nel giorno : Gesù mio, voglio essere tutto vostro, e non offendervi mai più. 


10 Ottobre
I PICCOLI PECCATI 

1. Il mondo li chiama inezie. Non solo i cattivi che, avvezzi al peccato, vivono senza tanti scrupoli, com'essi dicono; ma gli stessi buoni con che facilità scusano e si permettono i piccoli peccati deliberati! Chiamano inezie le bugie, le impazienze, le piccole trasgressioni; inezie e malinconie il guardarsi dalle piccole malignità, dalle mormorazioni, dalle distrazioni... E tu come le chiami? Come te ne guardi? 

2. Gesù li condanna come peccati. Una trasgressione della legge, sebbene piccola, ma di volontà deliberata non può essere cosa indifferente a Dio. Autore della legge, che ne intima la perfetta osservanza. Gesù condannava le cattive intenzioni dei farisei; Gesù diceva: Non giudicate, e non sarete giudicati; anche d'una parola oziosa renderete ragione al Giudizio. A chi dobbiamo credere, al mondo o a Gesù? Vedrai sulla bilancia di Dio se erano inezie, scrupoli, malinconie. 

3. In Paradiso non entrano. Sta scritto che nulla di macchiato entra lassù. Sebbene siano piccoli, e Iddio non condanni all'Inferno i piccoli peccati, noi, piombati nel Purgatorio vi staremo finché sussista l'ultimo briciolo, tra quelle fiamme, tra quei dolori, tra quelle pene cocenti; quale conto faremo allora dei piccoli peccati? Anima mia, rifletti che toccherà a te il Purgatorio, e chi sa per quanto tempo... E vuoi seguire a peccare? E dirai ancora inezia un peccato punito da Dio cosi severamente? 

PRATICA. — Fa un atto di sincera contrizione; proponi di evitare i peccati volontari. 

CONTINUA....
Caterina63
00giovedì 1 ottobre 2009 18:12
11 Ottobre
MATERNITÀ DI MARIA VERGINE 

1. Esultiamo con Maria. Maria è vera Madre di Dio. Che pensiero! Che mistero! Che grandezza per Maria! Non è madre di un re, bensì del Re dei re; non comanda al sole, bensì al Creatore del sole, del mondo, dell'universo... Tutto obbedisce a Dio; eppure, Gesù Uomo obbedisce a una Donna, a una Madre, a Maria... Iddio non deve nulla a nessuno; eppure, Gesù Iddio deve, come Figlio, riconoscenza a Maria che lo nutrì... Esulta per questo privilegio ineffabile di Maria. 

2. Confidiamo in Maria. Sebbene Maria sia così eccelsa che tutto m Lei sa di divino, Gesù te la donò per madre; ed Ella t'accolse come figlio carissimo al suo seno. Gesù la chiamava madre, e con Lei si comportava con tutta familiarità; anche tu puoi dirle a tutta ragione: Mamma mia, puoi confidare a Lei le tue pene, puoi trattenerti con Lei in santi colloqui, sicuro che Ella ti ascolta, ti ama e pensa a te... O cara Madre, come non confidare in Te! 

3. Amiamo Maria. Maria, da madre vigilantissima, che cosa non fa per la salute del corpo e dell'anima tua? Tu ricordi bene le grazie ricevute, le preghiere esaudite, le lacrime terse, i conforti ottenuti per mezzo di Lei; ingiusto, tiepido, peccatore, non ti abbandonò, ne ti abbandonerà mai. Come la ringrazi? Quando la preghi? Come la consoli? Ella ti chiede la fuga del peccato e la pratica della virtù : la obbedisci tu? 

PRATICA. — Recita le Litanie della Beata Vergine. 

12 Ottobre
IL FERVORE CRISTIANO 

1. Richiesto dalla grandezza di Dio. Medita sulla potenza, sulla santità, sulla perfezione del tuo Signore. Gli Angeli, innanzi a tanta Maestà divina, si coprono con le ali il volto... Medita che è il Re dei re : cielo, terra e abissi, tutto dipende dal suo cenno. Con quale zelo, premura, fedeltà, ardore merita che gli consacriamo ogni nostro servigio e affetto... Il mondano serve con attività il demonio; e noi con Dio saremo tiepidi, negligenti? 

2. Dalla liberalità di Dio. Medita la molteplicità delle grazie ottenute da Dio fino ad oggi per l'anima, per il corpo, per la vita, per l'eternità; quanti tratti amorosi che ogni giorno si moltiplicano! Nel ricolmarcene, Iddio si propone di formarsi anime riconoscenti; anime generose, capaci di un qualche sacrifizio per Lui; anime fedeli che lo compensino della negligenza altrui; anime sante, cioè, fervorose... In te Dio trova dedizione generosa o tiepidezza? 

3. Dalla grandezza del premio. A grandi cose c'impegna il servizio fedele di Dio, diceva S. Bernardo, ma cose ben più grandi ci promette il celeste Padrone: Un Paradiso…, un premio eterno.... Iddio stesso per ricompensa, e con Lui ogni bene... Che pensiero! La corona nostra sarà proporzionata al nostro fervore e ai nostri meriti... A tal vista come non scuotersi?... Come non amare Dio e non vivere in modo degno di Lui? 

PRATICA. — Recita un atto d'amor di Dio; sveglia nel tuo cuore un santo fervore, 

13 Ottobre                
UTILITÀ DEL FERVORE 

1. È una sorgente di virtù e di meriti. Il tiepido si lascia sfuggire di mano mille occasioni di virtù; e alla sera s'avvede della sua povertà! Il fervoroso s'appiglia a tutto per crescere nel bene: la purità d'intenzione, la preghiera, i sacrifizi, la pazienza, la carità, l'esattezza nel dovere: e quante virtù esercita! E, dato che il merito delle azioni dipende soprattutto dal motivo e dall'ardore con cui sono fatte, quanti meriti sono possibili in un giorno! 

2. È una sorgente di nuove grazie. Su chi getterà il Signore i suoi sguardi di compiacenza? Sopra chi spanderà i suoi tesori, se non sulle anime fedeli, riconoscenti e disposte a farne buon uso? Le anime ingrate, i peccatori nemici a Dio, ricevono ognora grazie senza limiti; ma quanto più ne devono ottenere le anime sante, umili, fervorose, sempre unite a Dio, che a Lui sospirano e per Lui vivono! E tu come vivi? 

3. È una sorgente di pace e di consolazione. L'amore alleggerisce ogni peso, e rende dolce e soave ogni giogo. Nulla costa a chi ama molto. I Santi donde traevano quella pace profonda in mezzo alle contrarietà? Quella santa fiducia che li faceva riposare in Dio: quella gioia tra i sacrifizi e quella santa dolcezza di cuore degna d'invidia? Che cosa mai un dì, rendeva noi così felici e contenti? Le croci stesse erano facili; nulla ci sgomentava!... In quel di eravamo fervorosi e tutti di Dio; ora tutto è pesante! Perché?... Siamo tiepidi. 

PRATICA. — Fa tre atti di fervente amore: Gesù, Dio mio, ti desidero sopra ogni cosa. 

14 Ottobre
IL CROCIFISSO 

1. La vista del Crocifisso. L'hai nella tua camera? Se sei cristiano, deve essere l'oggetto più prezioso di casa tua. Se sei fervoroso, deve esserti il gioiello più caro: tanti lo portano al collo. Fissa Gesù confitto con tre chiodi; guardane, a una a una, le tante piaghe; contemplane i dolori, pensa chi è Gesù... Non l'hai tu crocifisso con i tuoi peccati? Dunque, non hai neppure una lacrima di pentimento per Gesù? Seguiti, anzi a calpestarlo!... 

2. La fiducia nel Crocifisso. Anima che disperi, mira il Crocifisso: Gesù, non è torse morto per te, per salvarti? Prima di spirare, non ha implorato perdono per te? Non ha perdonato il ladrone pentito? Spera dunque in Lui. La disperazione e un vile oltraggio al Crocifisso! — Anima timorosa. Gesù è morto per aprirti il Cielo;... e tu perché non ti affidi a Lui? — Anima tribolata, tu piangi; ma guarda Gesù innocente quanto soffre per amor tuo... Sia tutto per amore di Gesù crocifisso! 

3. Le lezioni del Crocifisso. In questo libro, facile a meditarsi da tutti e in ogni luogo, quali virtù, sono descritte a vivi caratteri! Vi leggi come Dio punisca il peccato, e impara a fuggirlo : vi leggi l'umiltà di Gesù, l'obbedienza, il perdono delle ingiurie, lo spirito di sacrificio, l'abbandono in Dio, il modo di portare la croce, la carità del prossimo, l'amor di Dio... Perché non mediti su esso? Perché non imiti il Crocifisso? 

PRATICA. — Tieni in camera il Crocifisso: bacialo tre volte, dicendo : Gesù sulla Croce, e io nelle delizie! Prova a fare anche una Via Crucis 

15 Ottobre

SANTA TERESA (spostata al 1 Ottobre)

 1. Tiepidezza della Santa. Il Signore per mostrarti che, nonostante i tuoi peccati e le tue imperfezioni, puoi farli santo purché tu lo voglia, permise che molti fra i Santi cadessero da principio nel peccato o nella tiepidezza. S. Teresa fu tra essi; la lettura di libri mondani e l'amicizia di persone mondane, la raffreddarono nella pietà; per ciò ella vide quale sarebbe stato il proprio posto nell'Inferno se non si fosse convertita. E tu non temi il mondo? Quando ti convertirai? 

2. Spirito di orazione della Santa. Ai piedi del Crocifisso capì il suo male, e allora, con quante lacrime pianse il suo Bene, non conosciuto e non amato! Nella preghiera, e specialmente nella meditazione, cercò forza e virtù, e la trovò. Per 18 anni si vide arida e desolata, senza sapere, senza potere pregare; eppure perseverò, e vinse. Come nei suoi scritti infiamma tutti a pregare! Esamina se preghi, e come preghi. L'orazione ti può salvare... 

3. La Serafina del Carmelo. Che bel titolo meritò per il suo amore a Dio! Come godeva dirsi Teresa di Gesù! Con quale zelo e purità di intenzione lavorava per il suo Dio! Fissando gli occhi nel Crocifisso, come diceva facile il patire! Anzi sospirava: O patire, o morire... Ne ebbe ricompense d'estasi e di rapimenti, ma erano premi del suo amore serafico. E noi sempre siamo di ghiaccio nell'amor di Dio... Eppure, potremmo farci santi... 

PRATICA. — Recita tre Pater alla Santa; imitala nel darti subito e tutto a Dio. 

16 Ottobre
LA PUREZZA DELLA VERGINE (1) 

1. Purezza immacolata di Maria. Un bianco giglio senza macchia, il candore della neve che scintilla al raggio del sole: ecco i simboli della purezza del Cuor di Maria. Per singolare privilegio di Dio, il demonio nulla potè sull'anima intemerata della Vergine; né mai una menoma macchia né offuscò il candore verginale. Tale grazia, proporzionata al tuo stato, puoi ottenere con la preghiera e la vigilanza; e Maria gode d'impetrarci la purezza, tanto gradita a Lei. 

2. Purezza volontaria di Maria. Quanto ella amasse la purità, deducilo dalla fuga del mondo, dalla modestia del tratto, dalla vita mortificata, per evitare gli incentivi del peccato; desumilo dalla Sua disposizione a rinunziare piuttosto all'onore di esser Madre di Gesù, se ciò era a scapito della Sua verginità, E tu quanto stimi la purezza? Come ti, guardi dai pericoli di perderla? Sei modesto in tutto e sempre? 

3. Difficoltà di mantenerci puri. Essendo la purezza virtù sì bella che fa simili agli Angeli, tanto cara a Gesù, e tanto premiata in Cielo, con quanto studio dobbiamo conservarla nel pensiero, nelle parole, nelle azioni!... Ma è virtù fragilissima: basta un soffio ad appannarla, basta un istante di consenso alla tentazione per perderla. Il demonio e la carne nostra sono nemici terribili della purità. Li combatti tu con l'orazione e con la mortificazione come dice Gesù? 

PRATICA. — Recita tre Ave Maria, Ripeti: Vergine purissima, pregate per noi. Esamina la tua purezza, (1) Domenica III dì Ottobre. 



17 Ottobre

LA CARITÀ VERSO IL PROSSIMO 

1. Precetto rigoroso di Dio. Amerai il tuo Dio con tutto il cuore, dice Gesù, questo è il primo comandamento e il maggiore di tutti; il secondo comandamento è simile a questo; Amerai il prossimo tuo come te stesso. “Questo è il mio precetto, che vi amiate l'un l'altro; Mio, cioè che mi sta molto a cuore, e differenzia i Cristiani dai pagani. Amatevi come Io ho amato voi... Io dimentico e sacrifico Me stesso per voi: imitatemi”. Lo intendi tu un tale precetto? 

2. Regola dell'amore del prossimo. Tutti sanno che si deve fare agli altri ciò che desideriamo sia fatto a noi; Gesù non disse d'amare il prossimo meno di te, bensì come te stesso. Ma in quale modo si applica? Considera il tuo pensare e il tuo giudicare più male che bene degli altri, le tue mormorazioni, la poca tua tolleranza verso i compagni, il tuo malignare e sofisticare, la difficoltà di compiacere, di aiutare il prossimo... Fai tu agli altri come vuoi sia fatto a te? 

3. Ogni persona è prossimo tuo. Come osi tu deridere, dileggiare, disprezzare chi ha un qualche difetto di corpo o di spirito? Sono tutte creature di Dio, il quale tiene fatto a sé quel che si fa al prossimo. Perché deridi e canzoni chi sbaglia? Non ami tu d'esser compatito? Ma Iddio ti comanda di compatire gli altri. Come ardisci di odiare un nemico? Non pensi, che, con ciò, porti odio a Dio stesso? Ama, fa del bene a tutti; ricordalo; ogni persona è prossimo tuo, è immagine di Dio, redenta da Gesù. 

PRATICA. — Per amore di Dio, sii compiacente con tutti. Recita di cuore Fatto di carità. 


18 Ottobre

I GIUDIZI TEMERARI


1. Sono veri peccati
. Si dice temerario il giudizio quando viene fatto senza fondamento e senza necessità. Sebbene sia una cosa tutta nascosta nella nostra mente, Gesù la proibì: Nolite iudicare. Non giudicare gli altri; e v'aggiungeva una pena: Il giudizio usato con gli altri sarà adoperato con voi (Matth. VII, 2). Gesù è il Giudice dei cuori e delle intenzioni. Ruba i diritti di Dio, dice san Bernardo, chi giudica temerariamente. Quante volte si fa, e non si pensa al peccato che si commette.
 

2. Donde nascono tali giudizi. Al vedere una persona che fa un'opera indifferente o in apparenza non retta, perché non la scusi? Perché ne pensi subito male? Perché la condanni? Non è forse per malignità, per invidia, per odio, per superbia, per leggerezza, per sfogo d'una passione? La carità dice: Compatisci anche i colpevoli, perché tu puoi far peggio!... Tu, dunque, sei senza carità? 

3. Danni dei giudizi temerari. Se nessun vantaggio viene a chi giudica ingiustamente, è certo che incorre in due danni: Uno per se al Tribunale Divino, che sta scritto : Aspetti un giudizio senza misericordia chi non la usò con gli altri (Jac. Il, 13). L'altro è per il prossimo, perché avviene di rado che il giudizio non si manifesti; ed allora, con la mormorazione si ruba l'onore, la fama altrui temerariamente... danno enorme. Che debito di coscienza per chi lo cagiona! 

PRATICA. — Medita se pensi bene o male del prossimo. Un Pater per chi hai danneggiato con i giudizi temerari. 


19 Ottobre                
L'ELEMOSINA 

1. È l'arte più lucrosa: Cosi definisce il Crisostomo, l'elemosina. Date all'indigente, e vi sarà data una misura piena, abbondante, dice Gesù. Chi dona al povero, non cadrà in miseria, dice lo Spirito Santo. Chiudi l'elemosina nel seno del povero; essa ti trarrà da ogni afflizione e ti difenderà meglio che una valorosa spada; così l'Ecclesiastico. Beato chi fa l'elemosina, dice Davide, il Signore lo libererà nei giorni brutti, in vita e in morte. Che ne dici? Non è l’arte più lucrosa? 

2. È comando di Dio. Non è solo consiglio : Gesù disse che giudicherà e condannerà i crudeli che, nella persona dei poveri, non Lo vestirono nudo, non Lo cibarono affamato, non Gli mitigarono la sete: l'intendi? Condannò il ricco Epulone all'Inferno perché dimenticava alla porta Lazzaro mendico. O duro di cuore, che chiudi la mano e neghi l'elemosina della tua sostanza, de! tuo superfluo, ricordati che sta scritto : “Chi non usa misericordia, non la troverà presso il Signore ” ! 

3. Elemosina spirituale. Chi semina poco, raccoglierà poco; ma chi semina abbondantemente, raccoglierà ad usura, dice S. Paolo. Chi fa la carità al povero, impresta a interesse a Dio stesso che gli darà la ricompensa. L'elemosina ottiene la Vita Eterna, dice Tobia. Dopo tali promesse, chi non s'innamora dell'elemosina? E tu, o povero, falla almeno spirituale, di consigli, di preghiere, dì qualunque aiuto; offri a Dio la tua volontà, e ne avrai il merito. 

PRATICA. — Fa oggi un'elemosina, o proponi di farla abbondante alla prima occasione. 

20 Ottobre
PARABOLA DEI CINQUE TALENTI 

1. Varia distribuzione dei doni di Dio. L'uomo difficilmente rimane contento dello stato in cui lo pose la Divina Provvidenza. Quanti lamenti ha in bocca il povero! Quanta invidia hanno tutti della ricchezza, dell'ingegno, della abilità, perfino delle grazie spirituali degli altri! Chi mai è capace di benedire il Signore, come Giobbe, in tutte le cose? Eppure, chi può pretendere cosa alcuna da Dio? Egli, il Padrone, non può disporre come vuole?! Di' sempre: fiat voluntas tua! 

2. Talenti di Dio. Essi sono i doni di natura : il corpo, l'anima, la sanità, l'ingegno, le ricchezze, gli onori, le scienze; sono di più i doni soprannaturali, la Fede, la Speranza, la Carità, la Grazia, le virtù, che il Signore dona a tutti, in maggiore o minor abbondanza, affinchè siano trafficati a gloria del celeste Datore e a vantaggio dell'anima nostra. Ci pensi a questo fine sublime? Lo ringrazi tu Dio di tanti doni? Li adoperi in bene o in male? 

3. Rendiconto dei talenti. L'invidioso dei talenti altrui mediti come il Signore richieda di più da quelli a cui dona di più; di cinque talenti renderà conto chi n'ebbe cinque; chi n'ottenne uno solo, di uno solo darà ragione al Signore. Consolati nella tua piccolezza: sarà per tè più facile il giudizio. Ma guai al servo pigro che nasconde i doni di Dio con la negligenza, con la pigrizia, con la tiepidezza! Chi sotterrò il suo talento, fu riprovato: e di te freddo che farà Iddio? 

PRATICA. — Sfrutta i talenti che hai per il tuo benessere materiale e specialmente spirituale. Recita un Gloria Patri. 

21 Ottobre
MOTIVI D'UMILTÀ 

1. I nostri peccati. Medita quanto siano vere le parole del profeta Michea, che l'umiliazione ti sta nel centro del cuore, in medio tui. Prima di tutto ti umiliano i tuoi peccati. Considera quanti ne hai commessi con i pensieri, con le parole, con le opere e omissioni: in pubblico e in privato: contro tutti i comandamenti : in chiesa, in casa : di giorno, di notte: da fanciullo, da adulto: nessun giorno senza peccati! Dopo tale constatazione puoi ancora insuperbire? Che gran cosa sei!,.- Nemmeno un giorno sai passare perfetto... anzi, forse neppure un'ora...! 

2. La poca nostra virtù. Dopo tante ripetute promesse al Signore, dov'è la tua costanza? In "tanti anni di vita, di aiuti, di stimoli interni, di esortazioni, di grazie singolari, dov'è la tua carità, la pazienza, la rassegnazione, il fervore, l'amor di Dio? Dove sono i meriti guadagnati? Possiamo noi vantarci d'esser santi? Eppure, alla nostra età quante anime già erano sante! 

3. La nostra miseria. Che cosa sei riguardo al corpo? Polvere e cenere. Nascosto nel sepolcro il tuo corpo, chi si ricorda più di te, dopo poco tempo? Che è mai la tua vita? Fragile come canna, basta un soffio, e muori. Con l'abilità tua, e di tutti gli scienziati più insigni, sei tu capace di creare un grano di polvere, un filo d'erba? Di sondare le profondità del cuore umano? Come sei piccolo a paragone del mondo e del Cielo, ai piedi di Dio... Strisci quasi verme nella polvere, e pretendi di essere gran cosa? Impara a tenerti per quel che sei ; un nulla. 

PRATICA. — China qualche volta il capo, dicendo: Ricordati che sei polvere.  


22 Ottobre

LA VANAGLORIA 

1. Frequenza delta vanagloria. Considera quante volte mostri la vanità nelle tue parole, nel vantarti di quel poco che fai o sai, nel gloriarti per un'ombra di bene! Quante volte gongoli di gioia per un elogio, per una misera lode! Quante volte operi con il fine d'esser veduto, stimato, preferito agli altri! Quante volte con il Fariseo ti preferisci al peccatore, a chi erra... Non sai che la vanagloria è superbia e dispiace a Dio? 

2. Ingiustizia della vanagloria. “ Che cosa c'è in te che non abbia ricevuto? dice S. Paolo; e come gloriarti di ciò che non è tuo? ”. Tu rideresti se vedessi un pazzo che si pavoneggiasse perché vestito da re...E non sei tu insensato e stolto che ti vanti e t'inorgoglisci per un po' d'ingegno, per un po’ d'abilità? Tutto ciò è dono di Dio; dunque, la gloria è dovuta a Lui, e tu ingiusto gliela rubi? Se non puoi dire, con merito, nemmeno : Gesù, senza l'aiuto suo, come osi vantarti di ciò che non è tuo? 

3. Danni della vanagloria. Fa pure le cose per essere veduto; prega, sii largo nelle elemosine, opera il bene per avere stima presso gli uomini! Forse l'otterrai; ma Gesù ti dice: Hai ottenuto la tua mercede: non attenderla più in Paradiso. Tarlo funesto della virtù, la vanagloria ruba, in tutto o in parte, il merito delle nostre azioni, guasta le opere più belle e più sante, e rende nullo, e magari anche peccaminoso, dinanzi a Dio, quanto agli occhi degli uomini ci procura maggiore stima. Impara a detestare la vanagloria. 

PRATICA. Ripeti durante il giorno: Tutto per voi, mio Dio. 

23 Ottobre

IL RISPETTO UMANO

1. Rovine del rispetto umano. Dove non si palesa questo tiranno dei cuori? Chi può dir franco : io non tralascio mai il bene, non m'adatto mai al male, per il rispetto umano? In società si ride, si parla, si opera come gli altri, per paura d'un sorriso sardonico. Quanti si convertirebbero, ma... non osano affrontare le dicerie del mondo. In famiglia, nelle pratiche di pietà, nel correggere, quanto bene impedisce il rispetto umano! Non cedi mai all'idolo della paura? 

2. Viltà del rispetto umano. Che cos'è questo mondo che tanto temi? Sono forse tutti gli uomini del mondo, o la miglior parte? Prima di tutto pochi ti conoscono e ti veggono; poi, tra questi, i buoni ti lodano se fai bene; solo alcuni cattivi, ignoranti delle cose di Dio, rideranno di te; e tu li temi? Eppure, non li temi per scapricciarti, per gli affari temporali. Diranno di te che sei devoto; ma non è forse una lode per te? Ti diranno qualche parola pungente...! Quanto sei dappoco se cedi le armi per una parola! 

3. Condanna del rispetto umano. Tre giudici lo riprovano:
1° la tua coscienza che si sente avvilita dopo d'avergli ceduto;
2° la tua Religione che è la Fede dei forti e dei coraggiosi, è la Fede di molti milioni di martiri; e tu, soldato di Cristo, non t'accorgi che, cedendo al rispetto umano, diserti la santa bandiera?
3° Gesù. tuo capitano, il quale proclamò che si vergognerà di chi si sarà vergognato di mostrarsi suo seguace! Pensaci bene.
 

PRATICA. — Recita il Credo quale professione della tua Fede. Esamina come vincere il rispetto umano. 

24 Ottobre
LA CONFESSIONE 

1. Sua preziosità. Considera che disgrazia sarebbe la tua se, caduto in un solo peccato mortale, dovessi, senza rimedio, andare perduto... In mezzo a tanti pericoli, così debole a resistere, una tale sventura ti potrebbe incogliere facilmente. Gli Angeli, spiriti tanto nobili, al loro unico peccato non trovarono scampo; e tu, invece, con la Confessione, trovi sempre aperta la porta del perdono, anche dopo cento colpe... Come è stato buono Gesù con te! Ma come apprezzi tu questo Sacramento? 

2. Sua facilità. Iddio, per un solo peccato d'Adamo, volle novecento e più anni di penitenza! Il reprobo pagherà, con un Inferno eterno, la pena anche d'un solo peccato mortale. Potrebbe bene il Signore intimarti lunghissima penitenza, prima d'assolverti!... Eppure no ; Gli basta una sincera contrizione, la Confessione delle tue colpe e una piccola penitenza, e sei già perdonato. E ti pare tanto difficile? E provi noia a confessarti? 

3. Confessioni sacrileghe! Non saresti tu una di quelle anime che, per timore d'essere conosciuta o rimproverata, per vergogna d'un antico o d'un nuovo peccato, non osi dir tutto? E vuoi tu cambiare il balsamo in veleno? Pensaci: non è a Dio o al confessore che fai torto, bensì a tè stesso. Non saresti uno di quelli che si confessano per abitudine, senza dolore, senza proponimento, con svogliatezza? Pensaci: è un abuso del Sacramento, quindi un peccato di più! 

PRATICA. — Esamina il tuo modo di confessarti; recita tre Pater a tutti i Santi. 

25 Ottobre                
LA CONTRIZIONE 

1. Come deve essere. Con i tuoi peccati offendi Dio che è un Padre infinitamente buono; offendi Gesù che, per amor tuo, sparse, fino all'ultima goccia, il Suo Sangue. Allora puoi tu pensarci, senza provare afflizione, pena, rincrescimento, senza detestare la tua colpa, senza proporre di non più commetterla? Ma Dio è Sommo Bene, il peccato è sommo male; il dolore ha da essere proporzionato; dunque deve essere sommo. È tale il tuo dolore? T'affligge più d'ogni altro male? 

2. Segni della vera contrizione. I veri segni non sono le lacrime della Maddalena, gli svenimenti del Gonzaga: cose desiderabili, ma non necessarie. L'orrore al peccato e il timore di commetterlo; il dolore d'aver meritato l'Inferno; un segreto affanno per la perdita di Dio e della sua grazia; la sollecitudine di ritrovarla nella Confessione; un ardore di usare i mezzi convenienti per conservarla, e un forte coraggio per vincere gli impedimenti a mantenerci fedeli: ecco i segni d'una vera contrizione. 

3. Contrizione necessaria alla Confessione. Sarebbe noltraggio a Gesù l'esporgli le colpe, senza dolore d'averle commesse; qual padre perdonerebbe al figlio che si accusa, ma con indifferenza, e senza proposito d'emendarsi? Senza contrizione è nulla, è un sacrilegio la Confessione. Ci pensi tu quando ti confessi? Svegli in te, per quanto puoi, il dolore? Non ti affanni più per l'esattezza dell'esame che per la vivezza del pentimento? 

PRATICA. — Fa qualche atto di contrizione; fermati su quelle parole: Non voglio più commetterne in avvenire. 

26 Ottobre

LA SANTA COMUNIONE

1. Comunione santa. Basta una sola per farci santi, dice S. Teresa. Quando l'anima s'accosta con Fede, Pietà e Amore; quando il cuore s'apre ad accogliere Gesù come rugiada, come manna, come fuoco, come tutto, come Dio : chi mai può immaginare il lavorio della Grazia in quel cuore? Gesù ne prende possesso e vive in lui, lo monda, lo abbellisce, lo fortifica, combatte per lui; e, se non trova ostacolo, lo fa santo. Ne facessi tu almeno una cosi! E dire che potresti farle tutte... 

2. Comunione tiepida. Osi tu appressare le labbra a Gesù con il cuore così freddo, così dissipato, così privo di mortificazione? Dov'è la tua preparazione? Dove sono i tuoi affetti, i tuoi propositi, il tuo amore? Cerchi almeno di rompere il ghiaccio che ti sta dentro? Se sei arido, distratto, ti disponi almeno del tuo meglio? È forse per abitudine, o per desiderio di migliorare che frequenti la S. Comunione? Lo sai che il tiepido è di nausea a Dio? 

3. Comunione sacrilega. L'infelice Giuda, come pagò caro il suo sacrilegio!... Da apostolo divenne un reprobo... Non l'abbiamo noi imitato, ponendo Gesù, tutto puro, santo, immacolato, presso l'impuro demonio che regnava nel nostro cuore con il peccato mortale? Quante volte bastò un sacrilegio a dare principio a una catena di peccati che trascinarono nell'Inferno! Pentitene, se ne hai commessi, e proponi di morire prima di commettere un sacrilegio. 

PRATICA. — Procura di far una Comunione santa, per riparare le Comunioni tiepide e quelle sacrileghe. 

27 Ottobre                 
LA COMUNIONE SPIRITUALE 

1. In che consiste. L'anima amante brama sempre di congiungersi con Gesù; e, se potesse, si accosterebbe più volte al giorno alla santa Comunione, come sospirava S. Veronica Giuliani. Vi supplisce con la Comunione spirituale che, secondo S. Tommaso, consiste in un desiderio ardente e in una santa fame di comunicarsi e di partecipare alle grazie di chi si comunica con le dovute disposizioni. È un abbraccio amoroso di Gesù, è una fervida stretta di cuore, è un bacio spirituale. Tu non sai farle, perché non ami. 

2. I suoi meriti. Il Concilio di Trento e i Santi la raccomandano con calore e i buoni la praticano con frequenza, perché è un mezzo potente per infervorarci, non è soggetta a vanità, rimanendo tutta segreta tra il cuore e Dio, e si può ripetere ogni momento. Inoltre, nell'ardore dell'affetto, nella purità d'intenzione, un'anima può meritare maggiori grazie con essa che con una Comunione fredda. Ne fai tu? 

3. Come si pratica. Quando il tempo basta, si possono fare i medesimi atti suggeriti per la Comunione reale, supponendo che Gesù stesso ci comunichi dì sua mano, e ringraziandolo di tutto cuore. Se il tempo stringe, si faccia con tre atti: 1° di fede in Gesù; 2° di desiderio di riceverlo; 3° d'amore e d'offerta del proprio cuore. Per chi ci è avvezzo, basta un sospiro, un Gesù mio; un Vi amo, vi desidero: Venite a me, Vi abbraccio, non allontanatevi mai più da me. Ti sembra tanto difficile? 

PRATICA. — Procura, lungo il giorno, di fare Comunioni spirituali, e prendi tale abitudine. 

28 Ottobre
LE RICADUTE NEL PECCATO 

1. Si ricade per debolezza. La nostra vita e le nostre confessioni sono un ritornello continuo di proponimento e dì ricadute. Che umiliazione per la nostra superbia! Che timore ci deve ispirare dei giudizi divini! Se però t'impegni con serietà a vincere quella passione dominante, a tenerti da quella cattiva abitudine, se t'aiuti con le preghiere, con la mortificazione, con i Sacramenti, e tuttavia ricadi : non affannarti : ciò è permesso da Dio; segui a combattere. Iddio perdonerà la tua debolezza. 

2. Si ricade per trascuranza. Il sonnacchioso vuole e non vuole, leva il capo e torna a cadere;... così il tiepido, il negligente. Oggi propone e si mantiene saldo; ma costa assai combattere sempre; la mortificazione, la preghiera, allontanarsi da quell'occasione contrasta con la volontà;… prende qualche mezzo e presto lo abbandona; propone di fare meglio domani, intanto oggi ricade. Questa è una trascuratezza colpevole. Credi che il Signore ti scusi? 

3. Si ricade per propria volontà. Così avviene a chi rimane in mezzo ai pericoli, a chi si fida delle proprie forze, a chi ama piuttosto sfogare la propria passione che non contentare Iddio, a chi non pratica i mezzi suggeriti dalla prudenza sebbene abbiano del difficile, a chi propone, ma è persuaso di non sapersi tenere... Infelice! troppo tardi si accorgerà, che la colpa è tutta sua. Pensaci e muta vita. 

PRATICA. — Recita tre Pater, Ave, e Gloria a tutti i Santi per ottenere la perseveranza. 

29 Ottobre                
IL NOSTRO DEBOLE 

1. Tutti l'abbiamo. L'imperfezione ed il difetto sono annessi alla nostra guasta natura. Tutti figli di Adamo, non abbiamo di che vantarci sugli altri; è un superbo chi si preferisce; è stoltezza ridere dei difetti altrui con tanti difetti che ci attorniano; la carità comanda; Compatisci a tutti- Ma fra tante debolezze ve ne ha una per ciascheduno, che, qual regina predomina su tutte; tu forse, cieco, non la conosci, ma chi tratta con te sa dire: Questo è il tuo debole... Forse la superbia, forse l'impurità, la gola, ecc. 

2. Come si manifesta. Chi vuole, non incontra grande difficoltà a conoscerlo: è quel peccato che trovi in tutte le tue confessioni; è quel difetto più conforme al tuo temperamento, che occorre ogni momento e fa commettere errori frequenti; quel difetto che più ti ripugna combattere, che entra più sovente nei tuoi pensieri e nelle tue risoluzioni, ed eccita le altre passioni. In te qual è? Di quali peccati ti confessi sempre? 

3. Che cosa è il nostro debole. Non è solo un piccolo difetto, ma la passione dominante capace di trarci a grande rovina, se non viene corretta. Il debole di Caino era l'invidia: non combattuta, lo condusse al fratricidio. Il debole della Maddalena era la sensualità, ed a che vita la trasse! L'avarizia era il debole di Giuda e tradì per essa il Maestro... Il tuo debole della superbia, della vanità, dell'ira... sai dire a che può trascinarti? 

PRATICA. — Recita un Pater, Ave e Gloria allo Spirito Santo perché t'illumini. Chiedi al confessore qual è il tuo debole. 

30 Ottobre
RIMEDI ALLA PASSIONE DOMINANTE 

1. Risolutezza nel combatterla. La passione dominante è, generalmente, la croce interna più difficile a sopportare; è un martirio per le anime buone! Sempre combattuta, sempre risorge; quando la credi vinta, si mostra ancora gagliarda. Le continue cadute scoraggiano: dopo venti anni di lotta, il trovarsi da capo suscita in noi melanconia e sfiducia: tutto si crede perduto!,.. Coraggio, combatti ancora; purché tu sia vittorioso nell'ultimo istante di vita, basta, dice l’Imitazione. 

2. Rimedi generali. 1° Bisogna conoscerla per saperla combattere; e ciò si la con l'esame attento di coscienza, con l'interrogare un amico sincero o il proprio confessore. L'hai tu praticato?
2° Persuadersi dell'importanza di combatterla; qui non c'è mezzo: o vincere, o rimanere vinti! Se ne saremo gli schiavi in vita, ne saremo vittime nell'eternità... Ci pensi tu?
 3° Aiutano alla vittoria, la meditazione, i Sacramenti, le mortificazioni.
 

3. Rimedi particolari. 1° Fare atti interni ed esterni della virtù opposta alla passione dominante: di umiltà per il superbo, di pazienza per l'iracondo, di dolcezza e di carità per l'invidioso, di purità d'intenzione per il vanitoso. 2° Usare grande diligenza nel prevenire le occasioni di cadere, proponendoci i mezzi per vincere. 3° Far l'esame particolare sulla passione, per conoscere i nostri progressi. Ma chi adopera tali mezzi sicuri della vittoria? Pratichiamoli. 

PRATICA. Fa l'esame particolare sulla passione dominante. 

31 Ottobre                
IL PARADISO 

1. La speranza del Paradiso. In mezzo alle tribolazioni, alle miserie continue, è come un dolce e soave raggio di sole dopo la pioggia, il pensiero che lassù ci aspetta il Padre Celeste nella sua splendida dimora, per tergerci Egli stesso il pianto, levarci ogni affanno, pagarci munificamente di ogni più piccola pena, per Lui sofferta, e coronare con una beata Eternità le minime nostre virtù. Anche tu, se vuoi, ci puoi giungere... 

2. Il possesso del Paradiso. Appena entrato in Paradiso, sarò felice... Che pensiero! Ora anelo alla felicità, le corro dietro, e non l'ottengo mai; in Cielo l'avrò perfetta, e per tutta l'eternità... Che gioia! In compagnia di tanti Santi, simile anch'io a un Angelo, alla presenza di Maria, di Gesù trionfante, vedrò Iddio nella sua sovrana Grandezza e Bellezza; L'amerò, Lo possederò con i suoi tesori, sarò messo a parte della Sua stessa felicità... Che gloria! Voglio giungervi ad ogni costo. 

3. Il Paradiso sta nelle nostre mani. Il Signore non crea alcuno per dannarlo : vuole tutti salvi, dice San Paolo; la vita e la morte eterna vennero poste nelle mie mani; se vuoi, dice S. Agostino, il Paradiso è tuo. Non si compra col denaro, non con la scienza, non con gli onori; ma con la volontà, accompagnata dalle opere buone. Quanti lo vollero, tutti l'ottennero. E tu lo vuoi sinceramente e francamente? Ti pare che le opere tue siano per il Cielo? Rifletti, e risolvi. 

PRATICA. — Recita una Salve Regina alla Vergine, e tre Pater a tutti i Santi, per ottenere il Cielo.



Caterina63
00mercoledì 7 ottobre 2009 12:37
[SM=g1740722] segnalato da Gabbianella proponiamo un sito che aiuta alla Recita del Rosario in internet:

rosarioonline.altervista.org/

approfittiamone.... [SM=g1740717] [SM=g1740750]



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