VEGETARIANI? nulla in contrario, ma non mischiateli con il Cristianesimo!

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Caterina63
00venerdì 20 aprile 2012 11:00

IL CRISTIANESIMO DEL… CAVOLO!

 

Di chi manipolandolo lo racconta come

vegetariano e animalista.

Sostituendo all’Agnello Immolato bufale vegetariane

 

 

lettera aperta sull’ideologia modaiola più pazza del secolo:

la VEGETARISTA

 

 

Parte Prima

 

PARAGRAFI PARTE PRIMA:

.Il bambino che s’interrogava sugli scaffali del supermercato.

.Se l’animalismo è una scusa per aprire la caccia al credente.

.La Chiesa colpevole di “stragi di animali”. Commestibili.

.Prima dicono che la Bibbia è una bufala. Poi fanno dogma di suoi presunti precetti vegetaristi.

.Strategie vegetariste di disinformazione: come si nutrono le bufale.

.Ecco dove compare il vegetarismo nella Bibbia: da nessuna parte.

.Il peccato originale e la dottrina degli “appetiti”.

 

 

 

di Luca Dombrè

 

 

 

Carissima Marcella,

Questa lettera ti giungerà forse inaspettata, non tanto nei contenuti quanto nella forma e nelle circostanze. Nelle nostre controversie su Facebook ti avevo anticipato che repliche più approfondite alle tue argomentazioni avrebbero trovato posto in un articolo in preparazione per questo sito. Infatti, già da diverso tempo prima di confrontarci su vegetarianesimo e cattolicesimo sul tuo profilo, stavo accumulando materiale e riflessioni per un pezzo che affrontasse tale tema. Devo quindi innanzitutto ringraziarti per avermi inconsapevolmente offerto, attraverso una civile diatriba, la possibilità di indagare più a fondo e trovare ispirazione per nuove considerazioni a riguardo.
Prima di dibattere con te, non avevo ben chiaro in quale forma argomentare sulla questione e pensavo ad un saggio generico in cui elencare le mie ragioni. Poi, durante le nostre discussioni, ho compreso che la necessità di fornirti risposte adeguate si sarebbe fusa alla perfezione col metodo divulgativo della lettera aperta, la quale viene indirizzata ad un destinatario preciso, ma, poiché resa pubblica, allo stesso tempo intende contribuire ad una disputa di interesse generale. Ritenevo importante questo preambolo, prima di passare alla tematica vera e propria.

E, diciamolo subito, la questione è più complicata di quel che si potrebbe pensare. C’è infatti, concedimi la battuta, parecchia carne al fuoco di cui discutere, molta di più di quella di cui mi occuperò. Facendo le mie ricerche, ho infatti scoperto come le implicazioni dell’argomento “vegetarismo” (o “vegetarianismo”, o “vegetarianesimo” qual dir si voglia) tocchino campi disparati, dall’etica alla filosofia, all’ambiente fino alla religione, dei quali pochi possono dichiarare di avere contemporaneamente assoluta padronanza. Non essendo parte di tale cerchia, mi occuperò di un aspetto specifico, che è stato poi quello di cui abbiamo dibattuto su Facebook: cosa c’entra l’essere vegetariani col cristianesimo, e in special modo col cattolicesimo?

 

IL BAMBINO CHE S’INTERROGAVA SUGLI SCAFFALI DEL SUPERMERCATO
Partiamo da una considerazione con cui credo converrai. Fin da bambino mi sono sempre chiesto se davvero i supermercati riuscissero a vendere tutte le merci di cui sono zeppi. Il motivo di tanto eccesso di offerta dentro l’Occidente mi sembrava e continua a sembrarmi (a maggior ragione tuttora che siamo schiavi dalla dittatura cinese: gli autoctoni per cittadinanza, il resto del mondo per soffocamento dall’oceano dei loro inutili prodotti a bassissimo costo) incomprensibile, quando fuori di esso la domanda, specie di generi alimentari, è non di rado spaventosamente disattesa. L’apice di tale sgomento lo tocco specialmente di fronte agli scompartimenti di carni e verdure, muraglie che non mostrano mai alcuna falla poiché rifornite di continuo. Ma davvero serve tutta quest’abbondanza, se essa è destinata a non essere esaurita a fondo? E, giunta la data di scadenza, tutti quei pacchi di manzo macinato sono destinati alla putrefazione oppure ci si sfamano gli indigenti? E perché i produttori di arance siciliani o quelli di latte emiliani devono distruggere il prodotto del loro duro lavoro quando tutte quelle vitamine potrebbero arginare la denutrizione di parecchie nazioni? A che serve l’invasività delle infinite regolamentazioni UE se queste hanno poi impatto zero, se non negativo, sulla vita reale delle persone? Come vedi, già solo qui potremmo dirigerci verso territori vastissimi di discussione, ma preferisco fermarmi alla semplice considerazione che tale spreco materiale è innanzitutto un peccato mortale davanti a Dio. Il fatto poi di vivere negli Stati Uniti da qualche anno ha accentuato ancor di più questa mia atavica insofferenza verso la dissipazione in genere e, in particolare, quella che governa le dinamiche economiche e sociali dell’iperconsumismo, tutto deciso dal think big applicato ad ogni campo della vita. Per farti un esempio, qui non esiste il quartino di latte, metro di misura di una civiltà che all’occorrenza necessita il poco e comunque sempre fresco.
Da questa prospettiva, parrebbe essere ragionevole quel vegetarianesimo etico che trova inaccettabili le condizioni di vita degli allevamenti intensivi dove gli animali sono costretti ad ingurgitare alimenti sintetici ipernutritivi e vivere stipati in nome della massimizzazione di spazio, tempo e produzione, cioè dei profitti. Laddove questi sono l’unico principio di organizzazione della vita e dell’economia (mettendo così in secondo piano, se non proprio ignorando, la dignità e le aspirazioni dell’uomo e un’equilibrata e rispettosa utilizzazione delle risorse del Creato), il disastro è assicurato. Se trovi quest’analisi condivisibile, devi sapere che sostanzialmente è ciò che la Chiesa Cattolica ha sempre predicato in fatto di dottrina sociale, specie negli ultimi centoventi anni partendo dall’enciclica Rerum Novarum.

 

SE L’ANIMALISMO È UNA SCUSA PER APRIRE LA CACCIA AL CREDENTE
Ora che te l’ho detto, penserai che sono “disinformato” e non ho “aperto gli occhi”, per usare due espressioni care all’utente medio di internet che si ritiene onnisciente specie quando c’è da denigrare la Chiesa. Sul tuo profilo, infatti, pubblichi link dove si leggono cose di questo tono: <<Il rapporto della chiesa cattolica (e musulmana) con la natura è sempre, fatte debite eccezioni, un rapporto di puro dominio e sfruttamento. Ogni religione dovrebbe ingentilire l’animo umano insegnando che la zoofilia è un aspetto dell’amore mentre il contrario è un crimine contro il creato.
La Chiesa ha scelto la strada opposta e lo dimostra la sua storia, dalle Sacre Scritture agli insegnamenti di Tommaso d’Aquino, nella sua visione antropocentrica, sprezzante nei confronti dell’amore dimostrato da Francesco per gli animali. L’acre odore dei barili di gatti vivi, arsi in piazza nel giorno dei Santi, è un orrore mai mondato. Ancora oggi si celebrano feste paesane devote a Madonne o Santi, dove animali vengono martirizzati con le crudeltà più spietate>>.
Ora, a parte che la “chiesa musulmana” è un’enormità mai esistita – e casomai andrebbe scritta con la maiuscola- e san Francesco d’Assisi non era il cicciobello animalista che tutti credono fosse, hai mai visto durante la sagra estiva di san Sebastiano (patrono del villaggio della Costiera Amalfitana da cui proviene la nostra famiglia) arbitrari squartamenti di gatti o truculente decapitazioni di agnelli gettati da piramidi paganeggianti?
Il problema qui, tuo come di molti altri, è elementare: chi sostiene simili cose è, in realtà, colui che ha bisogno di aggiornarsi. E non te lo dico con gratuita crudezza per creare una contrapposizione “noi vs. loro”, ma per il semplicissimo motivo che anche io ho pigramente assentito, sebbene mai con astio, alle turpitudini metropolitane che si dicono della Chiesa Cattolica, a sentire le quali Essa sarebbe un’ente falsificatore della propria vera identità e il crogiolo di ogni iniquità presente nel mondo. Tali presunte intuizioni in realtà non sono che il risultato di un indottrinamento che origina dalle contraffazioni propagandistiche del movimento culturale più fraudolento ed ipocrita della storia, vale a dire quello che venera in Rousseau e Voltaire due vacche sacre del ragionamento scientifico e dei diritti civili (il primo inventore dello stolto archetipo del “buon selvaggio”, il secondo un violentissimo antisemita e assertore del più delirante razzismo poligenista, ancora due secoli dopo la Sublimis Deus di papa Paolo III del 1537 che bollava la schiavitù come demoniaca dichiarando che <<Indios veros homines esse>>, altro che Abraham Lincoln). Queste e numerose altre rivelazioni non le ho imparate nelle scuole pubbliche, e non credo le avrei conosciute anche se avessi studiato in seminario, dove ormai la dottrina cattolica è materia evanescente; ho dovuto invece incontrarle dopo indagini che non si fermassero alla pagina uno delle ricerche di Google.
Ti parlo, dunque, con l’assoluta cognizione di causa di chi le tue opinioni le ha condivise e potrei raccontarti di tanto altro, a partire dall’Inquisizione che definisci confusamente <<la più grande vergogna della Chiesa in tutta la storia dell’ umanità>> e che è invero tra i casi più eclatanti di quella mistificazione decisa a tavolino dal suddetto parruccone parigino al grido di “écrasez l’infâme”. Ma, come detto, sulla griglia finirebbe troppa carne e l’intento di questa lettera è sviscerare (come vedi, persino l’italiano è intriso di pratiche carnivore: aboliamo anche quello?) dettagli più specifici, per cui occupiamocene.

 

LA CHIESA COLPEVOLE DI “STRAGI DI ANIMALI”. COMMESTIBILI
Per cominciare, mi rifaccio ad un altro anatema da te gettato contro la Chiesa: <<Ti risulta che la Chiesa abbia veramente messo in pratica il messaggio di Gesù ” non fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te”…? ti risulta che la Chiesa difenda e rispetti il comandamento “non uccidere” ? ti risulta che la Chiesa Cattolica abbia mai preso posizione in favore degli animali, tutti gli animali senza distinzione di specie, che vengono rinchiusi, massacrati, sgozzati, fatti a pezzi,divorati oppure sfruttati per gli stupidi divertimenti dell’UOMO? ti risulta che a Pasqua la Chiesa si sia mai opposta alla strage degli agnellini appena nati per festeggiare Gesù risorto? e che abbia mai criticato la vivisezione? e che la pelliccia di ermellino che il Papa indossa sia ecologica???? la risposta a tante domande è una sola …è NO ! ma come? la Chiesa non dovrebbe essere la rappresentante di Dio in Terra? La Chiesa è ipocrita sul messaggio di Gesù e di conseguenza anche sugli animali perché Gesù amava gli animali. Io parlo di Chiesa come Istituzione e Gerarchia (…)>>. Ecco, tralasciando che l’oggetto del Quinto Comandamento, come degli altri nove, sono manifestamente gli esseri umani. Che, quando fa comodo, l’ingerenza della Chiesa sarebbe non solo auspicata, ma addirittura invocata. Per non dire del ricorrente, farisaico puntare il dito dei miscredenti moderni illusi su un Gesù tutto moralismo e sentimentalismo permissivista, assieme alla leggenda che facesse parte della comunità essena, nell’immaginario anticattolico un’antesignana comunità hippie dedita all’amore universale, in realtà una setta di puritani del giudaismo più convenzionalista; insomma, un mito sconclusionato e anacronistico, che Messori smontava già nella sua “Ipotesi su Gesù” del 1976. Senza contare che “l’ermellino” del papa è notoriamente sintetico. Accantonando tutto ciò, dicevo, la risposta alla tua domanda dovrebbe in realtà essere: risulta, eccome! A parte i continui e numerosi richiami dei pontefici, come accennato più sopra, ad un genuino rispetto del Creato di cui l’uomo non è proprietario, bensì usufruttuario, basterebbe fare riferimento all’intera Tradizione cattolica, che è il patrimonio a cui i papi attingono per produrre ammonimenti come il suddetto. Ed è proprio a partire da quei Padri della Chiesa protagonisti nelle tue come nelle tesi degli svariati link cristo-vegetariani che ingolfano la tua pagina Facebook (tra gli altri: 1, 2, 3 ) si evince una curiosa e rivelatrice contraddizione che da sola basterebbe ad accreditare la fondamentale tesi su cui poggia questo articolo: l’utilizzo strumentale delle antiche Scritture per avvalorare la moderna ideologia vegetarianista.

 

PRIMA DICONO CHE LA BIBBIA È UNA BUFALA. POI FANNO DOGMA DI SUOI PRESUNTI PRECETTI VEGETARIANI

Qualcosa non torna

Tale incoerenza dialettica accusa la Chiesa di essere fondata sulla predicazione di insegnamenti falsificati (quando non proprio occultati, come nel caso dei vangeli apocrifi, in gran parte composizioni di tardissima redazione ed edulcorate di fantasticherie a cui forse non crede più neanche don Gallo, e che rappresentano un altro trito ritornello dell’anticlericalismo militante), per poi dichiarare quegli stessi precetti patristici dimostrazioni di un originario vegetarianesimo affossato dai successivi esponenti ecclesiastici. Insomma, qui è necessario che ci si metta d’accordo, quantomeno con i rudimenti della logica, rispondendo ai seguenti quesiti: se la Bibbia non è Parola di Dio, ma invenzione degli uomini, perché dare credito divino ai passaggi in cui, suppostamente, si ingiungerebbero precetti vegetariani? Se la Chiesa fin dalle origini è figlia del complotto di un’associazione a delinquere, com’è possibile che i suoi maggiori esponenti nei secoli successivi alla Sua istituzione (i Padri) abbiano dato disposizioni manifestamente contrarie alle pratiche perverse imposte dai mafiosi primordiali? Queste domande sorgono naturalmente visti i doppi standard e le stupidaggini riscontrabili nei link che riporti e di cui vado a fornire solo qualche esempio, poiché replicare ad ogni singola corbelleria sarebbe in effetti possibile, ma la sede non lo concede.

 

STRATEGIE VEGETARISTE DI DISINFORMAZIONE: COME SI NUTRONO LE BUFALE

Gesù moltiplica i pesci. Affinchè tutti ne mangino. Dalle scritture si arguisce che era un grande frequentatore di tavolate: con carne e pesce

Uno degli anonimi redattori che citi a sostegno delle tue tesi e su cui mi soffermerò prendendolo a prototipo di tutte le “dimostrazioni” che segnali, parte in quarta affermando che l’apocrifo Protovangelo di Giacomo <<è il più antico di tutti gli scritti neotestamentari>>. Ora, considerando che viene unanimemente datato dagli esperti a non prima del 140 d.C. e che negli ultimi decenni gli studi comparati di più discipline hanno sostanzialmente provato la redazione dei canonici entro il 70 d.C. (persino quello di Giovanni, ritenuto a lungo il più tardo datandolo attorno al 100 d.C.), la competenza dell’estensore si commenta già da sola. Ma perché l’incauto cita tale vangelo apocrifo? Lo fa per poter avanzare una domanda che è dietrologia allo stato puro: <<Perché i Vangeli considerati apocrifi non conterrebbero altre verità che possono essere state escluse?>>. Come già accennato precedentemente, trattasi della più rifritta ed infondata retorica complottista alla Dan Brown che – basta digitare su Google “vangeli canonici”- affonda in un minestrone di travisamenti che di scientifico hanno solo la sprovvedutezza di chi li spaccia per rivelazioni. Se proprio ci si vuole informare, un’accurata opera di smontaggio di questo ed altri motivi tipici dell’invettiva anticristiana è stata compiuta con merito da Antonio Socci nei suoi ultimi due volumi su Gesù. Ma proseguiamo.
Su questa falsariga, l’autore aggiunge: <<Qual’è (sic!) il vero pensiero di Gesù: quello che chiede amore solo per gli esseri umani o quello che estende la compassione anche agli animali? Chi ci assicura che i Vangeli apocrifi non contengano verità espresse da Gesù e che siano state escluse per convenienza come affermano S. Girolamo, Tertulliano, Minucio Felice ed altri secondo i quali con l’abolizione del precetto vegetariano si volle favorire il battesimo in massa per quel 90% di popolazione pagana che non voleva rinunciare al piacere della carne?
Chi mangia la carne di un animale ucciso ha potenzialmente la disponibilità ad uccidere l’anima (lo diceva anche Pitagora). Di conseguenza è blasfemia affermare che Gesù mangiasse la carne e che di conseguenza potesse uccidere un animale.
Da che parte starebbe oggi Gesù? Dalla parte di coloro che dicono “non avere pietà, uccidi e mangia” o dalla parte di coloro che chiedono amore e rispetto anche per gli animali?>>.
A parte l’apparente predilezione per gli spezzatini che farebbe vacillare le sue credenziali vegetariane, il nostro impavido polemista, non sazio di frappé a base di pergamene del Mar Morto (che va sempre bene buttare nel frullatore dell’invettiva anticattolica), si lancia nel discettare di patristica come il più zelante dei gesuiti. Visti i risultati sopra elencati, dovrebbe prudergli il bisogno di tacere, ed invece egli si ostina decidendo di spingere anche sul pedale dell’esegesi neotestamentaria come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere, suppongo, se poi è tanto difficile varcare i limiti del grottesco. Missione, si direbbe, compiuta. Prosegue, infatti, citando l’episodio del sogno di Pietro tratto dagli Atti degli Apostoli: <<”Alzati, Pietro, uccidi e mangia!” (Atti, 10:13) in cui Pietro rispose: “No davvero Signore, poiché io non ho mai mangiato nulla di profano e di immondo”, non indica forse che Pietro era vegetariano?>>. Ecco, dunque, un ultimo esempio esauriente per svelare la prassi di contraffazione attuata dal nostro e affini. Per palesarla, vale la pena riportare la citazione completa dalla fonte evangelica (Atti, 10: 9,17): <<Il giorno dopo, mentre essi erano per via e si avvicinavano alla città, Pietro salì verso mezzogiorno sulla terrazza a pregare. Gli venne fame e voleva prendere cibo. Ma mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi. Vide il cielo aperto e un oggetto che discendeva come una tovaglia grande, calata a terra per i quattro capi. In essa c’era ogni sorta di quadrupedi e rettili della terra e uccelli del cielo. Allora risuonò una voce che gli diceva: “Alzati, Pietro, uccidi e mangia!”. Ma Pietro rispose: “No davvero, Signore, poiché io non ho mai mangiato nulla di profano e di immondo”. E la voce di nuovo a lui: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo più profano”. Questo accadde per tre volte; poi d’un tratto quell’oggetto fu risollevato al cielo. Mentre Pietro si domandava perplesso tra sé e sé che cosa significasse ciò che aveva visto, gli uomini inviati da Cornelio, dopo aver domandato della casa di Simone, si fermarono all’ingresso>>.
Come è evidente, l’improvvisato esegeta estrapola il verso che più si presta ad essere travisato, sradicandolo da un contesto diversamente decifrabile. Infatti, Pietro, di fronte all’offerta indistinta di ogni sorta di animali d’aria e di terra, non ritiene “profano ed immondo” qualunque di essi, bensì quelli che le complesse regole alimentari ingiunte dalla Torah (tramandate oggi nella kosherut o kasherut osservata dagli ebrei praticanti) indicano come impuri. Allora come adesso, erano determinate tipologie di animali a non essere consentite ai Giudei, ma non indifferentemente tutti gli animali. La conseguente perplessità di Simon Pietro nasce, appunto, proprio dal veder accostati ad animali commestibili altri ritenuti contaminati dalla legge biblica. Inoltre, si trova conferma di ciò nella risposta della voce (“Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo più profano”) all’apostolo notoriamente cocciuto e perdipiù smemorato, visto che già Gesù aveva abolito perentoriamente le ossessioni formalistiche dei farisei riguardo al cibo: <<Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!>> (Matteo, 15:11). In questa luce, la sicurezza con cui lo pseudoesegeta pone la sua domanda retorica (<<non indica forse che Pietro era vegetariano?>>) suona doppiamente ridicola: primo, in quanto forzatura per le ragioni sopra elencate; in secondo luogo, perché, anche accettando per assurdo l’ipotesi di un vegetarianesimo petrino, esso perderebbe di autorevolezza di fronte ad un comando che gli viene direttamente dal Signore.

 

ECCO DOVE COMPARE IL VEGETARISMO NELLA BIBBIA: DA NESSUNA PARTE

Non tarderanno molto a dire che è meglio non cagare più, per non inquinare le falde acquifere (foto di un sito di sedicenti "cristiani vegetariani", ossia imbecilli matricolati)

Come questa breve carrellata di disonestà intellettuali ed inesattezze ci ha mostrato, il tentativo di evidenziare, attraverso l’esegesi, prescrizioni vegetariste nella Bibbia può riuscire solo a discapito di ogni regola di corretta analisi scientifica e integrità deontologica. Ma al di là degli escamotages da disinformatija sovietica, a mancare nelle “spiegazioni” della pubblicistica cristiano-vegetarista è una conoscenza organica di quale sia veramente la posizione della Chiesa a riguardo. Ed eccoci al cuore della questione: mai, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, ricorre la parola “vegetariano” o l’attestazione di una pratica ideologicamente riconducibile all’accezione intesa dai moderni vegetariani. Ecco perché la Chiesa non ha mai insegnato né pro né contro l’essere vegetariani, che ritiene una scelta libera che gruppi di uomini (specie gli ordini religiosi) o singoli compiono. Questo poiché non è un argomento essenziale alla dottrina e soprattutto perché, nelle sue varianti più ideologizzate che trascendono i semplici precetti alimentari, esso rappresenta una recente scuola di pensiero con tutti i caratteri dei vari sincretismi sorti nell’Occidente moderno. E questa natura conciliatrice di elementi eterogenei – vale a dire un’adesione al vegetarismo non dettata solo da valutazioni nutrizionali, ma da una commistione di elementi filosofici, religiosi, spiritualistici, ecc.- è riconoscibileanche nel tentativo di farvi aderire ad ogni costo il cristianesimo, perfino affibbiando a Cristo stesso la patente di assodato vegetariano. Ecco, difatti, come sentenzia deduttivamente il nostro anonimo al termine della sua esposizione:<<Gesù era vegetariano, come se ne deduce dal suo insegnamento, dalla sua natura mite e misericordiosa e dagli scritti di alcuni cronisti del tempo>>.
C’è da dire che tale sforzo sincretistico avrebbe un apparente fondamento: effettivamente, la Chiesa insegna fin dal primo secolo il
digiuno e l’astinenza dalle carni. Detta così, suona inequivocabile. Ma, come vale per qualunque altra problematica affrontata dalla Chiesa, questo precetto va inserito rigorosamente nella cornice più ampia e qualificante della dottrina del peccato originale.

 

IL PECCATO ORIGINALE E LA DOTTRINA DEGLI “APPETITI”

Ma quello sul tavolo... è un pollo? (Cena di Emmaus)

E’, infatti, solo ed esclusivamente alla luce di esso, di quella rottura primigenia dell’ordine dato da Dio al mondo che l’insegnamento cattolico si orienta e legge le problematiche della vita concreta. E’ specificamente in quest’ottica che si cerca, nella disciplina del digiuno e dell’affrancamento dagli appetiti, di arginare il sovvertimento dell’originario equilibrio dell’Eden, in cui la fame dell’uomo veniva appagata dai semplici frutti così rendendo superflua la caccia. La patristica e un Dottore come san Tommaso insegnano che questi appetiti non sono semplicemente quelli dello stomaco, ma tutte le concupiscenze dei sensi che ci sviano dal compiere l’organica e piena realizzazione dell’uomo. In tal senso, non si possono così staccare gli appetiti della gola da quelli della sessualità, non si possono ridurre cioè le singole componenti percettive dell’uomo ad aspetti assolutizzanti e definitori della sua esistenza. Personalmente, è anche per considerazioni come questa che è avvenuta la mia (ri)conversione al cattolicesimo, dopo essermi reso conto che il mondo in cui ci tocca vivere è schiavo delle specializzazioni, del mummificarsi su problemi che mutano in ossessioni e malattie, tutto perché non sappiamo ricondurle dentro un testo coerente che aiuti a decifrare la vita
Ad esempio: tu credi che la depressione vada curata con terapie e psicofarmaci? Io dico che servirebbero dosi vigorose di Vangelo.
La maternità della Chiesa accoglie invece tutto; Essa è “universale” e veritiera perché non inganna l’uomo con la promessa della felicità attraverso l’esaltazione di un isolato elemento (“addominali scolpiti e ti sentirai una persona migliore”, “una macchina fiammante e sarai più desiderabile”, “una donazione a Telethon e ti sentirai più buono”, “un sistema politico X e il mondo diventerà migliore”, e così via), ma gli racconta la più complicata e meno rassicurante verità che, senza riconoscere una trama ordinatrice, egli non sarà mai in grado di accogliere il reale nella sua totalità e ricercare così il vero bene. Ma perdona la digressione e torniamo agli appetiti e al Paradiso Terrestre.

 

continua........ [SM=g1740771]

 

Caterina63
00lunedì 23 aprile 2012 11:18

IL CRISTIANESIMO DEL… CAVOLO!

 

Ossia di chi manipolandolo lo racconta come…

vegetariano e animalista.

 

L’uomo da centro del creato a “tumore” del mondo.

 

 

lettera aperta sull’ideologia modaiola più pazza del secolo:

la VEGETARISTA

 

SECONDA PARTE

PARAGRAFI PARTE SECONDA:

.La “superiorità” umana nel creato stabilita fin dal principio: Genesi.

.San Francesco, il dietologo cattolico del realismo, non dell’idealismo.

.Ascesi, astinenza e digiuno: passaporti verso Dio, non verso l’Io

.Il cattolicesimo e gli appetiti delle carni: un compendio

.Il vegetarismo come declinazione del politicamente corretto: l’uomo e’ il tumore del mondo.

.A volte ritornano: il neocatarismo del XXI secolo.

.Nessuna differenza tra uomo e animale? Certo, quando le pecore canteranno il gregoriano.

.Un asino vale quanto un uomo? Per un somaro, sì.

.Il dolore, il male, la morte. ovvero: l’escatologia, questa sconosciuta. Epilogo.

 

 

 

di Luca Dombrè

 

 

LA “SUPERIORITÀ ” UMANA NEL CREATO STABILITA FIN DAL PRINCIPIO: LA GENESI

Lo hanno messo in padella

Prima del peccato originale, una ragione incontaminata padroneggiava gli appetiti di Adamo e ciò significa che l’adesione della volontà umana al disegno divino contribuiva alla conservazione dell’equilibrio dato da Dio al Creato. Quindi, questa armonia non era una mera elargizione ‘a perdere’ da parte del Signore, bensì prevedeva per l’uomo un ruolo decisivo nell’essenza stessa di tale stabilità e nel suo mantenimento: <<Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”>> (Genesi, 1: 25,26). “Dòmini”, hai letto bene. A discapito di qualunque parificazione nella Bibbia tra uomini e animali suggerita dagli ideologi vegetaristi, si rende qui inequivocabile l’istituzione della primazia dell’uomo sugli altri esseri del Creato fin dal principio. Ma questo sancire la superiorità umana rispetto alle bestie significa forse che l’uomo sia autorizzato ad infliggere qualunque sofferenza agli animali? Certo che no, proprio alla luce di quanto detto poco sopra: quando il progetto dell’uomo si distacca da quello di Dio, cioè quando l’arbitrio ispira in maniera esclusiva l’azione umana senza inscriverla nell’impegno a compiere i propositi divini, non ne consegue che il male. Ecco gli effetti devastanti della ribellione di Adamo (e, prima ancora, quella di Lucifero) sul consesso umano e sul Creato in generale. Una volta entrato il male nel corso della storia e disgregatosi così l’equilibrio primordiale, Dio concede tuttavia all’uomo di usufuire degli animali per procurarsi cibo e per altri motivi pratici fin quando non sarà ristabilito l’equilibrio originario (come si legge in Isaia, 11:6,9), ma ne disdegna qualunque trattamento gratuitamente crudele e sadico. Non è un caso, in tal senso, che la kasherut preveda si macellino solo animali sani e secondo modalità che ne riducano al minimo le sofferenze.

 

MANGIARE CARNE (UN LUSSO PER PARSIMONIOSI) E’ LECITO E RAGIONEVOLE
Ora mi dirai: c’è differenza tra l’uccidere per mangiare e l’uccidere per divertimento? Mi pare chiaro che la risposta sia affermativa. In caso contrario, qualunque cultura della storia ad ogni latitudine andrebbe censurata, poiché il consumo di carni (per non parlare dei sacrifici rituali) è una costante riscontrabile in ognuna di esse. E a ciò va collegato il fatto che, da sempre e fino a solamente pochi decenni fa, cibarsi di proteine animali era, in realtà, un lusso per pochi e non aveva affatto un ruolo così massiccio come quello acquisito nelle diete dei paesi occidentali consumisti. Da questa prospettiva, ripeto ciò che ho già accennato: sono contrarissimo all’offerta smisurata di carni nelle nostre società, in primo luogo come indizio di una cultura dello spreco antitetica alla gratitudine che dovremmo mostrare per ogni cosa donataci dalla vita (i cristiani si sono fatti per secoli il segno della croce prima di ogni pasto per tale motivo, no? Chi lo fa più ora?); secondariamente, perché l’eccesso è quasi sempre sinonimo di pessima qualità e i polli di un allevamento intensivo sono probabilmente più nocivi della dieta sintetica di un culturista. Ma, per tornare al realismo cattolico conscio di una condizione umana corrotta dal peccato originale a discapito dell’armonia con Dio e il resto del Creato, mangiare carne è lecito e deve restare una libera opzione per chiunque la voglia compiere. Inoltre, rappresenta una necessità per un’alimentazione completa, cosa che il senso comune umano ha da sempre avuto presente constatando come l’assunzione di carne apporti maggior vigore all’organismo (ti ricordi il brodo di gallina che Luca Cupiello scartava dal menù dell’antivigilia di Natale perché troppo “sostanzioso”?). Esprimo un parere personale, ma in questo senso nessuno mi convincerà mai che il consumo di proteine animali sia nefasto per l’uomo. Come per qualunque altro alimento, lo è semmai l’esagerazione. Un bicchiere o due di buon vino rosso al giorno, si sa, apportano benefici; tre bottiglie nel medesimo arco di tempo, porteranno verosimilmente alla cirrosi epatica. Un consumo regolare di pesce assicura al corpo sostanze indispensabili; quattro chili di merluzzo a settimana, più che farti diventare troppo intelligente, rischieranno di tramutarti in un termometro con due gambe. Insomma, che l’eccesso sia nocivo è norma di elementare constatazione, e non solo rispetto al cibo.

 

SAN FRANCESCO, IL DIETOLOGO CATTOLICO DEL REALISMO, NON DELL’IDEALISMO

Quando le persone erano ancora normali (foto). E tuttavia, finchè si continueranno a spennare polli (e tutti gli animali commestibili) per cibarsene, ci sarà ancora un po' di umanità su questa terra. Viva la carne di animale sgozzato!!

Ma tornando all’aspetto religioso della questione: abbiamo visto che l’alimentarsi di carne non rappresenta affatto una violazione ontologica della legge di Dio, bensì è un’opzione dettata da motivi anche pratici. Lo stesso san Francesco d’Assisi rispondeva ai suoi fratelli che gli chiedevano una completa astinenza dalle carni che il concetto stesso di “poter scegliere” tra i cibi era segno della vanità della ricchezza. Per l’assisiate, loro, che dovevano vivere di elemosina, dovevano accogliere ciò che Dio donava quotidianamente; fosse un tozzo di pane, una pollo o nulla, la fiducia assoluta nella Provvidenza era il solo criterio da seguire. Inoltre, egli si assicurava che i confratelli malati venissero nutriti correttamente per ristabilirsi, anche facendo ricorso alla carne il cui apporto nutritivo, come detto sopra, era ben noto anche allora. D’altronde, essendo chiamato a ragione Alter Christus, il santo umbro non faceva che applicare alle circostanze l’identica praticità attuata e predicata da Gesù stesso. Il quale moltiplicò pesci per centinaia di derelitti dopo averne provato compassione, ne richiese di arrostito ai discepoli Lui stesso dopo la Resurrezione poiché affamato e raccontò la parabola del figliol prodigo dove il massimo onore dovuto a questo fu uccidere il vitello grasso per festeggiarne il ritorno, con dispiaciuta sorpresa del fratello pio (e non certo perché questi fosse vegetariano). In pensieri, parole, opere ed emozioni, dunque, il Signore in persona non censura mai la pratica carnivora come se sacrificare un capretto valesse quanto sacrificare un uomo. E chi, meglio dell’Agnello di Dio, poteva testimoniarlo con la Sua stessa esistenza? Ebbene, se mangiare animali non rappresenta peccato mortale, come si spiega la diffusa pratica del digiuno nella storia del cristianesimo? Qui, infatti, sta il grande equivoco – il cui grado di buona fede valuterà il singolo lettore- su cui la pubblicistica vegetarista preme per ‘documentare’ l’adesione di santi e Padri alla propria dottrina.

 

ASCESI, ASTINENZA E DIGIUNO: PASSAPORTI VERSO DIO, NON VERSO L’IO

Fanatici estremisti dell'ideologia vegetarista-animalista

Un esempio paradigmatico di tale fraintendimento può individuarsi nella figura di un altro santo spesso citato dal polemismo vegetarianista: san Francesco di Paola. Frate francescano radicale nel suo ascetismo fin dall’infanzia e che osservava un perenne digiuno dalle carni, il veneratissimo calabrese non seguì mai tale precetto in nome di un assolutismo animalista e vegetarista. La sua astensione era invece in osservanza di uno spirito di sacrificio e penitenza per rifuggire dai piaceri delle carni in generale, appunto di quei sopraccitati appetiti sensoriali capaci di distogliere dall’ascesi. Fin dalle origini del cristianesimo e del monachesimo, il digiuno e l’astinenza dalle carni vengono infatti predicati congiuntamente alla continenza sessuale nel quadro di una dottrina armonizzatrice delle cosiddette virtù. Siamo, dunque, in presenza di quella ricerca di assoluto distacco dai godimenti corporali per potere accedere a quelli puramente spirituali che ricorre costantemente in tutti i mistici, e non solo quelli cristiani. E’ perciò, ribadisco, solo ed esclusivamente in chiave di sacrificio donato a Dio e di purificazione attraverso la rinuncia che va letta l’astensione dalla carne (o meglio, come visto: dalle carni) attuata e predicata da santi e Padri della Chiesa pretestuosamente citati dai militanti vegetarianisti. E si badi che tale scelta, comune solo ad alcune Regole, avveniva sempre nel contesto di una condotta di vita il più possibile dimessa in quanto concentrata sull’Essenziale, cioè su Dio, e non alimentò mai istanze puritane di ingiunzione della stessa ristrettezza di mezzi e costumi a tutti gli altri Ordini e membri della Chiesa. Intendo qui dire che i succitati santi omonimi, oppure Caterina da Siena o Domenico di Guzman o chiunque altro, non si rivolgono mai alla gerarchia o ai papi stessi per far sì che il loro disadorno stile di vita venga imposto a tutto il corpo della Chiesa, ma se ne fanno umili intepreti esclusivamente per imitare Cristo quanto meglio possono. L’esistenza dei santi è la prova vivente che il cattolicesimo non rappresenta mai un “armiamoci e partite” pregno di teorie comportamentali, bensì un caleidoscopio variegatissimo di esempi di amore e penitenze gratuite scevri da qualunque intento moralistico. Il santo non catechizza il prossimo su come dovrebbe stare al mondo, ma si offre in sacrificio per ricordare innanzitutto a se stesso come si deve vivere per giungere alla perfetta comunione con Gesù. Precisamente per questo, qualunque prescrizione incontrata nelle citazioni dai vari Tertulliano, san Girolamo, san Giovanni Crisostomo, ecc. non va mai intesa, come fanno i vegetaristi, nell’ottica di una parificazione, assolutamente infondata e inconcepibile nel quadro della civiltà giudaico-cristiana, degli animali all’uomo; semmai, in quella di un costante tentativo di avvicinamento a Dio, casomai riferendosi ad un equilibrio tra le creature che rimanda a e mai prescinde dall’originario ordine distrutto dal peccato originale, come spiegato in precedenza. Illuminante in tal senso un virgolettato di san Clemente Alessandrino usato dai vegetaristi in proprio favore: <<
La carne ottenebra l’anima. Dobbiamo cibarci come Adamo prima della caduta, non come Noè dopo il peccato>>
. E ancora: una citazione spesso presente sui siti vegetaristi e attribuita a san Giovanni Crisostomo: <<Noi capi cristiani pratichiamo l’astinenza dalla carne di animali per sottomettere il corpo…mangiare carne è innaturale e impuro>>. Se di primo acchito parrebbe un altro inequivocabile comando vegetarianista, alla luce di tutto quello detto finora diviene evidente come quel “sottomettere il corpo” sia relativo ad un’austerità contemplativa del tutto coerente col personaggio, che fu un rigido anacoreta. La seconda parte della citazione, qualora fosse confermabile, appare incompleta e dunque priva di un contesto esaustivo, per non dire dell’assoluto contrasto col già citato insegnamento di Nostro Signore sull’impurità di ciò che esce dalla bocca e non di ciò che vi entra.

 

IL CATTOLICESIMO E GLI APPETITI DELLE CARNI: UN COMPENDIO

Chi promuove queste campagne psicotiche sul "non uccidere" le pecore, stranamente poi sono quelli che organizzano campagne pro-aborto, pro-eutanasia, pro-modificazioni genetiche sull'uomo; e che per giunta si imbrattano la faccia con creme fatte con placenta e pezzetti di feto abortito

Dunque, per ricapitolare in ottica cristiana, ed in special modo cattolica: il consumo di carne è una pratica sociale da sempre diffusa che la Chiesa lascia alla scelta del singolo. Sebbene pratiche di digiuno e di astinenza dalle proteine animali siano state frequenti nella storia della Chiesa (specie, come abbiamo visto, in ambiti circoscritti come quello monastico), esse non hanno mai rappresentato, come vorrebbe insinuare la pubblicistica vegetarista moderna, un costume alimentare animalista-vegetariano ante litteram, bensì si inquadrano rigorosamente nella dottrina degli appetiti, cioè di tutti quei desideri corporali capaci, se non controllati dalle virtù, di sviare il cristiano dal percorso di comunione con Gesù. Detto ciò, la Chiesa (da cui, curiosamente, quando conviene si pretenderebbe un’efficacia esecutiva a livello persino politico, da scongiurare poi in quanto “ingerenza” laddove crei fastidio) non ha mai avallato alcun comportamento irrispettoso o gratuitamente crudele verso l’ambiente e le creature, ma da sempre incoraggia l’uomo ad una gestione quanto più ponderata del Creato di cui è usufrutturario e non proprietario. Tutto ciò, partendo dalla fondamentale nozione del peccato originale e del sovvertimento, associato misteriosamente all’esercizio della libertà umana, degli equilibri disegnati da Dio che troveranno definitiva riconciliazione solamente alla fine dei tempi. Tutto il resto sono strumentalizzazioni del cristianesimo senza alcuna base esegetica, filosofica, teologica, storica, ecc..
Fin qui ho dunque tratteggiato un tentativo di ricostruzione e spiegazione del punto di vista dottrinale e magisteriale sulla questione vegetariana. Non posso però terminare, scusandomi della lunghezza, senza alcune considerazioni rigorosamente personali e dunque non legate all’insegnamento della Chiesa.

 

IL VEGETARISMO COME DECLINAZIONE DEL POLITICAMENTE CORRETTO: L’UOMO E’ IL TUMORE DEL MONDO

Hanno tentato di farlo diventare "socialista", "liberale", "comunista", "ariano"... adesso lo vogliono "vegano" e "animalista".

Vedi Marcella, io non discuto affatto la liceità della scelta vegetariana, e confesso di trovarla anche comprensibile quando ispirata da compassione per gli animali; specie, come spiegato, quando trattati come merce inanimata su scala industriale, senza quella consapevolezza del tragico di cui la nostra società ha ucciso e imbalsamato il cadavere sotto il cerone dei vari pietismi. E qui sta un passo ulteriore nella mia lunga riflessione: fermandosi per scoprire la superficie delle cose, questa misericordia vegetarianista per le creature così accentuata, anzi spesso esasperata fino al parossismo, pare iscriversi a pieno titolo nell’impetuosa cultura della morte che ammanta la contemporaneità e vede nell’uomo, anche quando dichiara di interessarsene, il tumore del mondo. E, a ben vedere, di tale visione rappresenta uno stadio conclamato ed irreversibile. Infatti, questa sensibilità non è altro che una delle numerose declinazioni dell’esiziale linguaggio del politicamente corretto che predica falsa carità (‘diritti’ abortivi ed eutanasici; medicalizzazione dei mali dell’anima spacciati per corporali; le retoriche della solidarietà dal divano di casa, dell’affossamento della famiglia naturale e del matrimonio fondamenti della società, del sesso incontrollato e dunque mortale che poi organizza raccolte fondi contro l’AIDS, ecc. ecc.), poiché non riconosce alcuna verità che non sia quella passeggera decisa dal singolo. Tale prospettiva animalista-vegetarista, dicevo, ha superato l’essere umano in quanto lo parifica al resto del mondo animale senza riconoscere nel Creato che accoglie entrambi alcun principio ordinatore, ma solo un indistinto e confuso panteismo che comincia col venerare Madre Terra e finisce col disprezzare l’uomo. L’uomo che inquina, che si riproduce a ritmi insostenibili per il pianeta, che massacra gli animali suoi “fratelli”, che è sicuro essere un prodotto del Caso sennò non si spiegano il male, le malattie e le malformazioni e dunque tanto vale giochicchiare con le provette per vedere se riusciamo almeno a perfezionarlo come nessun Dio si è degnato di fare. Insomma, l’uomo-ratto che andrebbe in definitiva sterminato perché la sua essenza, sebbene capace di concepire il bene come insegnano Budda, “Francesco” e Martin Luther King, contraddice la sua presenza di cancro che avvelena e divora la Terra. Questa “Madre” di tutto, ma dell’uomo solo matrigna.

 

A VOLTE RITORNANO: IL NEOCATARISMO DEL XXI SECOLO
Eccoci così alla vera sostanza dell’ideologia vegetarista, nient’altro che uno dei molti aspetti di un neocatarismo all’arrembaggio, un revival dell’originale eresia esponenzialmente più mortifero in quanto generalmente accettato e, quindi, senza alcuna opposizione in un mondo che vede i cristiani in ritirata o, comunque, minimamente influenti.
Siccome tu condanni con sicumera l’Inquisizione, immagino conoscerai i catari-albigesi. Bene, a voler descrivere per sommi capi le basi di quel sistema religioso, è sbalorditivo osservare come i suoi seguaci sembrino per magia essere riapparsi oggi sotto innumerevoli spoglie, così come il catarismo veniva definito “l’eresia dai cento nomi” per via delle molteplici denominazioni. Convinti di un dualismo insanabile tra Bene e Male riflesso nell’inconciliabilità tra anima e corpo, per loro la morte era la liberazione dalla miseria della vita corporale. Vivere era, dunque, il più grande dei mali, da terminare con la distruzione della vita stessa, attraverso il metodo istantaneo del suicidio (a cui, in verità, ricorrevano eccezionalmente i
perfetti, i consacrati della dottrina catara) o quello più graduale ed efficacedella sterilizzazione della società attraverso la condanna spietata del matrimonio. Questo era, infatti, parificato al meretricio e considerato inferiore al concubinaggio, portando così ad una sorta di istituzionalizzazione del sesso libero tra i credenti,i non consacrati sostenitori della setta. Mettere al mondo dei figli era così la più grande delle ingiustizie, poiché l’anima immacolata del bambino veniva fatta scendere dal regno di Dio a quello di Satana per farla incarnare in un corpo impuro.
Potrei continuare nei dettagli, ma credo che quelli offerti bastino a rendere manifesti gli inquietanti parallelismi tra gli adepti del catarismo – nemico letale di ogni collettività ed ordine costituito non solamente cristiani- e tanti membri dell’odierna società del nichilismo relativista.

 

NESSUNA DIFFERENZA TRA UOMO E ANIMALE? CERTO, QUANDO LE PECORE CANTERANNO IL GREGORIANO

Non servono parole

Se questa similitudine è fondata, allora risulta ancor più profonda la difformità tra il vero messaggio cristiano (Dio, il Verbo che da senso all’esistenza, si è fatto della stessa carne degli uomini per salvarli dalla condanna eterna) e un credo che afferma la sostanziale nocività della presenza umana equiparandola a quella di qualunque altro organismo vivente. Ma se valiamo quanto gli animali, allora non hanno senso neanche i divieti e i limiti che vogliamo affermare come imperativi categorici quando denunciamo la crudeltà umana sulle bestie. Infatti, che solo l’uomo sia in grado di fare distinzioni di questo ordine è un fatto inopinabile e prova della superiorità umana nella gerarchia naturale, laddove tale superiorità non vuol dire necessariamente ‘essere migliore’, bensì, come fa capire l’etimologia, indica il trovarsi in una posizione superiore. E da cosa è data quest’ultima? Appunto da tutte quelle funzioni intellettive che permettono all’uomo di fare queste stesse considerazioni, cercare, descrivere e perfino creare la bellezza (il canto gregoriano, “Era de Maggio” o Caravaggio, per dire tre esempi), interrogarsi sul trascendente, e infinite altre. Se tutte queste non avessero peso nel distinguere uno ‘stare sopra’, allora tutto nell’esistenza sarebbe definito solo ed esclusivamente dal connubio tra mera biologia e sentimentalismo piangente per un capretto macellato e silente di fronte ad un bimbo abortito. Ma non si può seriamente pensare di ridurre tutto l’essere umano e la sua storia a ciò ritenendo di darne una spiegazione definitiva. Poiché questa va trovata, invece, nell’altro elemento che spiega la suddetta superiorità, e che gli animali non posseggono, vale a dire la libertà. Prima tra tutte, quella di affrancarsi dalle catene della propria condizione naturale. Ci piaccia o no, la crudeltà insita nel recidere la giugulare di un animale per cibarsene rientra nell’esercizio di tali libertà, ma essa non può essere il solo metro di giudizio nel definire la questione del ruolo dell’umanità nel mondo naturale. Ogni atrocità gratuita, anzi, nasce dall’ignorare e violare più o meno coscientemente quei principi morali che definiscono l’atrocità stessa in quanto tale. Questa distinzione è possibile solo all’uomo (che compiendo la crudeltà si pone comunque la questione, indipendentemente dagli scrupoli), mentre la tigre che squarta e divora la preda risponde solo e semplicemente ad un mero bisogno fisiologico di nutrirsi. Il primo ha una seppur minima “coscienza etica” di ciò che avviene, la seconda compie quell’azione meccanicamente perché non potrebbe vivere altrimenti. La differenza mi sembra cristallina. Se, invece, si insiste col dire che uomo e animale pari sono, allora il primo può comportarsi come il secondo e cibarsi di altre bestie, decretando così comunque lecito il carnivorismo. Diversamente, se si suggerisce che l’uomo dovrebbe capire di poter effettuare uno sforzo intellettuale per rinunciare alla carne, significa allora che gli si riconosce una capacità che lo rende razionalmente superiore all’animale, a meno che la razionalità non abbia alcun valore intrinseco e allora si scade così nel circolo vizioso della contraddizione più insostenibile.

 

UN ASINO VALE QUANTO UN UOMO? PER UN SOMARO, SÌ
Conseguenza ineluttabile di un tale rovesciamento di ogni ordine naturale, è l’ingresso in una spirale di degenerazioni potenzialmente senza fondo. Voglio portare solo un caso rivelatorio di questo indifferentismo con vista sull’abominio più grottesco, un giudizio sul quale lascio di nuovo al singolo lettore: l’
episodio inquietante in cui la PETA (tra le maggiori organizzazioni animaliste al mondo) protestò ufficialmente contro Yasser Arafat poiché un militante palestinese fallì nel tentativo di fare strage di civili israeliani ad una fermata di autobus imbottendo un asino di esplosivo, che detonò uccidendo la bestia senza colpire gli obiettivi. Capito? Ciò che contava era essersi mostrati disumani contro il quadrupede, affermò l’allora presidentessa della PETA Ingrid Newkirk, a cui il Washington Post chiese se si sentisse di condannare alla stessa maniera il tentativo di massacrare umani inermi per sentirsi rispondere che “non era affar suo esprimere un giudizio a riguardo”. In seguito, molti protestarono contro la PETA e una finanziatrice del gruppo animalista ritirò il proprio sostegno con una domanda che metteva in risalto le contraddizioni che elencavo nel precedente paragrafo: <<Hey, ma gli esseri umani non sono anche loro animali?!>>. Io le avrei risposto di no, ma pare indubbio che la Newkirk sia quanto di più accostabile, nel genere umano, a un somaro.


IL DOLORE, IL MALE, LA MORTE. OVVERO: L’ESCATOLOGIA, QUESTA SCONOSCIUTA. EPILOGO.

Idiozia animalista

Dunque: il capovolgimento dell’armonia delicatissima su cui Dio ha deciso si dovesse reggere il mondo. Non vi è più gerarchia, qualunque cosa è assimilabile a qualunque altra secondo l’arbitrio più assoluto. Siamo, ancora una volta, di fronte all’azione diretta di colui che viene definito da questo incessante impegno a distruggere l’opera divina: Satana, ovvero il Sovvertitore, il Distruttore in persona che può riuscire effettivamente nella sua impresa solo ammantando di ‘buono’ le proprie opere. Col fine ultimo di sottrarre all’amore di e verso Dio le sue creature dilette, per le quali sole il Figlio è stato mandato a patire il martirio dello schiavo più abietto. Sì, cara Marcella, io qui vedo con chiarezza abbagliante la mano di Lucifero, in questo trafficare di concetti col solo scopo di relativizzare tutto (nel nostro caso: uomini e animali pari sono) per dire, in ultima istanza, che tutto è nulla.
Chiudo, così, ragionando sull’elemento scatenante in coloro che si abbandonano senza remore a questo animalismo disumano, parossistico, sconclusionato, declinazione tra tante della contemporaneità ultrasecolarizzata che ha in odio l’uomo: l’inaccettabilità del dolore, quello che gli esseri viventi, uomini ed animali indistintamente, sono costretti a sperimentare dalla nascita alla morte. Esso è parte integrante del nostro passaggio sulla terra e, in quanto cattolico, so che da tale dolore che domina la vita non ci si può affrancare. E’ un mistero, forse il più insondabile tra quelli dell’esistere, sebbene più su abbia spiegato come, per i cristiani, il suo principio vada fatto risalire al peccato originale e all’abuso della libertà data da Dio (non solo nel momento specifico del racconto della Genesi, ma nel suo perenne replicarsi nella vicenda umana). Non mi spingo oltre su questo argomento perché non sono un teologo, e mi rendo conto quanto sia difficile nella vita reale, quando si vive sulla propria pelle la tragedia, trovare conforto e spiegazione nelle difficili architetture teoriche della teologia. Volevo solo concludere dicendo che ho rinunciato a cercare un
perché ad ogni costo e, pregando, ho compreso che conta il come vivere nonostante il male. Me ne sono accorto, appunto, facendo attenzione a ciò che si dice nell’ “Ave Maria” e nel “Padre Nostro”: gli ultimi due termini prima dell’amen sono rispettivamente “morte” e “male”. Intuitivamente verrebbe da pensare che le due preghiere cardine del cristianesimo dovrebbero concludersi con una parola di speranza, e invece vi troviamo gli opposti speculari di “vita” e “bene”. Un altro sconvolgente paradosso tra i tanti della fede cristiana, eppure – non credendo si tratti di una bizzarra coincidenza- utile a scovare nella posizione di due semplici parole il peso semantico della vita intera. Morte e male: tutto ciò contro cui, in ultima istanza, si combatte esistendo. Sono qui, enigmi opprimenti presenti in ogni attimo, ma Cristo è sceso fra noi a testimoniare che la redenzione da questo stato di sofferenza è possibile, nonostante il mistero del maligno sempre immanente. “Debiti”, “tentazione”, “male”: nella sola orazione autografa di Gesù in persona, non troviamo conclusioni da morale hollywoodiana del tipo “e facci vivere tutti felici e contenti”. No. Essa, al contrario, si conclude come un elenco dei supplizi a cui, volenti o nolenti, siamo condannati a soffrire fin dalla nascita, sapendo però che verrà il momento della definitiva liberazione da questo stato. Anzi, essa è già cominciata con l’apparizione sulla terra del Dio che ha santificato la carne umana. Vi è qualcosa di colossale, di decisivo, di definitivo in questo. Tentare di piegare la potenza di un tale messaggio con le sofisticazioni ideologiche che ho qui provato a smascherare non rende giustizia ad alcun serio dibattito su una questione, come visto, dalle vastissime implicazioni.
Chiudo così, cara cugina, nella speranza di aver suscitato qualche dubbio nelle tue granitiche certezze: liberi di promuovere il vegetarismo su basi alimentaristiche, etiche, ecc., ma si lasci stare il cristianesimo che mai è stato animalista né vegetarista in senso moderno. Per parafrasare l’antico proverbio: gioca con gli elefanti, ma lascia stare i santi.
I più affettuosi saluti

Luca.

 

 

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[SM=g1740733]sulla questione delle immagini apparentemente offensive e dissacranti, come qualcuno si è lamentato, spieghiamo:

 

si, concordo con lei, le immagini possono sembrare offensive ma rifletta, queste sono immagini di PAROLE, TESTI ED AFFERMAZIONI fatte dai vegetariani in generale :-(
queste che vede sono gli insegnamenti di non pochi gruppi vegetariani tradotte in immagine…
la visione offende? si, come la lettura di certi testi vegetariani offende allo stesso modo!
Non si tratta di rendere occhio per occhio o dente per dente, quanto piuttosto di far riflettere, attraverso LE CRUDI IMMAGINI , LA CRUDELTA’ DI CERTI INSEGNAMENTI…
Ci si rifletta!
;-)

 

Caterina63
00lunedì 23 aprile 2012 11:30

[SM=g1740733]Riporto due interessanti risposte all'argomento dal medesimo Sito:

 

dalla Prima Parte dell'articolo:

 

associazione cattolici vegetariani

Gentile Luca Dombrè,
abbiamo letto con interesse il suo articolo Il cristianesimo del cavolo! Dall’Agnello immolato alle bufale vegetariane (Parte 1) e sentiamo il dovere di porre alcune precisazioni in merito agli argomenti trattati. Prima però riteniamo doveroso, per meglio presentarsi, presentare la nostra associazione, Associazione Cattolici Vegetariani, nata nel 2009. Siamo un gruppo di cattolici, laici e consacrati, che ha scelto di praticare lo stile di vita vegetariano in totale obbedienza al Magistero ecclesiastico. Ci dissociamo dalle dottrine antispeciste, che riducono l’essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio e dominus del Creato, allo stesso livello delle altre creature, e NON pensiamo che Gesù sia stato vegetariano (in quanto, dopo la Resurrezione, mangiò una porzione di pesce arrostito). Ci dissociamo anche dall’animalismo ideologico, che ripone negli animali, in particolar modo quelli di compagnia, i medesimi affetti e le medesime cure che sono da indirizzare ai nostri simili. Non riteniamo i vangeli apocrifi essere fonti di verità di fede e attendiamo il pronunciamento ufficiale della Chiesa sui rotoli del Mar Morto. Infine, non pensiamo ovviamente che tutti i cristiani debbano per forza divenire vegetariani.

“Perché allora siete vegetariani?” si starà forse chiedendo. Innanzitutto non è vero che il vegetarianesimo non è presente nella Bibbia. In Gen 1,29 infatti Dio dà all’Uomo e agli animali, che ha testè creato, ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme. L’idea originale di Dio è dunque un creato in cui le creature non si mangiano né si uccidono fra di loro, come ha saggiamente spiegato l’allora cardinale Joseph Ratzinger nel suo libro Dio e il mondo (Joseph Ratzinger, Dio e il mondo, ed. San Paolo 2001, pag. 70-71). E’ vero, il mangiare carne è stato concesso (cfr. Gen 9,3) e quindi NON costituisce peccato (come NON costituisce peccato uccidere gli animali), ma si tratta di una concessione (propter duritiam cordis hominis dovuta al peccato originale diceva San Girolamo) e non di un progetto di Dio, che non ha certo rinunciato al suo progetto di un Creato fondato sulla pace e sull’armonia tra tutte le creature, come ha profetizzato Isaia (Is 11,6-7): ”Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli”. L’uomo è, come dice la Genesi, il Dominus del creato. Ma a quale modello deve egli ispirarsi nel rapporto con le creature a lui sottoposte se non a quello del Dominus Jesus Christus, mite ed umile di cuore? Né è vero che il genere umano è il solo a beneficiare della Redenzione, come ben specifica l’apostolo Paolo: ”La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sapppiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo” (Rm 8,18-23).
Il nostro vegetarianesimo si ispira poi all’esempio e alla predicazione di numerosi santi che fecero questa scelta: ex multis Basilio Magno , Gregorio Nazianzeo, Giovanni Grisostomo, Girolamo (forse il più agguerrito fra tutti!), e, in epoca più recente, San Francesco di Paola, Santa Francesca Romana e San Filippo Neri. Anche se all’epoca Gesù non è stato vegetariano (per decidere cosa mangiare non c’è dubbio che bisogna vivere in un determinato benessere economico), riteniamo che, stanti le attuali condizioni socioeconomiche, l’adozione di una dieta vegetariana risolverebbe non pochi problemi non solo per gli animali, ma anche per l’uomo e per l’intero ecosistema, che siamo sempre chiamati da Dio a custodire.

Ovviamente non pretendiamo di imporre la nostra dieta alla Chiesa intera, ma non permettiamo a nessuno di assimilare noi agli eretici di turno che propinano dubbie teorie e dottrine sull’alimentazione (e non solo) di Gesù Cristo o altri simili baggianate, nei confronti delle quali prendiamo le più assolute distanze, né allo stesso tempo di dire che il vegetarianesimo non è presente nelle Sacre Scritture (Gen 1,29 si trova in genere nella prima pagina delle odierne edizioni bibliche), a meno che non si voglia essere intellettualmente disonesti. Se trova delle differenze, ad eccezione della nomenclatura, tra la dieta vegetariana e quella di adamo, La preghiamo di illustrarcele. Pertanto, chiediamo un chiarimento sul blog Papale Papale in merito alle nostre posizioni che, come ci conferma l’assenso di tutti i vescovi ai quali chiediamo l’approvazione per le nostre manifestazioni, nonché la benedizione del Pontefice felicemente regnante, sono perfettamente in linea con la dottrina e il magistero di Santa Romana Chiesa.

Sperando in un adempimento della nostra richiesta, La salutiamo cordialmente con alcuni aforismi di noti santi della Chiesa Cattolica

Associazione Cattolici Vegetariani

“l’uso della carne resta controindicato per quell’essere casto e celeste che è il cristiano” San Girolamo, Adversus Jovinianum II, 6-7

“non consumare nulla di animale eccetto il latte (lactibus) e nulla che venisse dagli uccelli, eccetto le uova” Vita Patrum Jurensum 66

“Da loro non viene versato alcun rivolo di sangue; non viene macellata e fatta a pezzi la carne. Da loro non s i sente l’odore terribile dei pasti a base di carne. Essi si cibano solo del pane che guadagnano con il loro lavoro e di acqua che viene offerta loro da una fonte pura. Le loro leccornie sono costituite da frutti e nel mangiarli provano un piacere più grande che ad essere seduti ad una tavola regale” San Giovanni Grisostomo, Omelie 69

“La carne ottenebra l’anima. Dobbiamo cibarci come Adamo prima della caduta non come Noè dopo il peccato. I nostri corpi sono simili a tombe di animali uccisi” San Clemente Alessandrino, Pedagogo II, 1-16

“ O Signore, accresci in noi la fratellanza con i nostri piccoli fratelli; concedi che essi possano vivere non per noi, ma per se stessi e per Te; facci capire che essi amano, come noi, la dolcezza della vita e ti servono nel loro posto meglio di quanto facciamo noi nel nostro.”
S. Basilio Magno, preghiera per gli animali

 

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Mi rivolgo all’Associazione Vegetariani Cattolici :-)

a prescindere dal fatto che la Chiesa non è un Soviet ed ognuno, che vuole dirsi cattolico, è libero di camminare come crede purchè rispetti il corpus dottrinale e dogmatico del Magistero Pontificio ed Ecclesiale, ossia quello Universale, è naturale che sia nata anche la vostra Associazione ;-) esiste la normativa della libertà dei fedeli di associarsi trovando, nella Chiesa Cattolica, quella Mater et Magistra attraverso la quale e nella quale fare un percorso che è proprio di ogni CARISMA….

Tuttavia, la ricchezza dei Carismi, specialmente quelli laicali, non implica MAI nè una cartina tornasole della cattolicità, nè l’obbligatorietà a tal carisma… ;-)

Ora… che il “vegetarianesimo” sia oggi un “nuovo carisma” della Chiesa, mi sembra azzardato, quindi siete semplicemente una Associazione che all’interno del Cattolicesimo cerca di vivere uno stile di vita specifico…. punto!
Senza dubbio che coi tempi che corrono il vostro fine e il vostro scopo trovi alcuni riconoscimenti, ed è quanto affermava Luca nell’articolo, sottolineando quell’aspetto devastante, preoccupante che tutti condividiamo: LO SPRECO DELLA CARNE… e l’assurda pretesa di far vivere gli animali in posti che sono dei veri lager, solo per riempire gli scaffali dei supermercati E NON PER NUTRIRCI… :-(
Ma da qui a paralre di DIVIETI e divieti divini ce ne corre!

E’ fuori discussione che i Padri della Chiesa NON abbiano mai parlato di VEGETARIANESIMO, nè la Bibbia lo ha mai nominato, questo è il punto!
Il termine era già conosciuto in altre culture, eppure Gesù NON lo prenderà mai come spunto di dottrina, nè gli Apostoli parleranno mai di vegetarianesimo! ;-)
Gesù piuttosto, arriverà a sconvolgere i modi di pensare della gente parlando della sua CARNE DA MANGIARE!
Come ho spiegato sopra a Marcella che pare aver ignorato il capitolo VI di Giovanni: credete o no alla Transustanziazione? ;-)
sono sicura che questo per voi non crea un problema, perchè ci credete… ma è anche evidente che se vi battete contro il mangiare carne, appare evidente che per voi l’Eucaristia NON è vera carne ;-)
diversamente, potreste spiegarci in che senso vi nutrite coll’Eucaristia?

Ricapitolando:

1. i Padri della Chiesa NON hanno mai parlato di vegetarianesimo, ma di ASTINENZA DALLE CARNI, astinenza da tutti gli appetiti;

2. il non mangiare carne è sempre stato associato dai Padri ad uno stile di vita specifico ai coinsacrati, ai monaci… e senza dubbio anche ai Laici, specialmente in certi periodi dell’anno come il tempo di Quaresima, e i Venerdì dell’anno dove però, la carne, veniva sostituita CON IL PESCE ;-) questo insegna il Magistero Universale della Chiesa…

3) rispondendo anche a Marcella,: che un don Canciano, o don Tizio, o il Padre della Chiesa Caio abbiano detto determinate cose, non significa affatto che queste siano diventate NORME DELLA CHIESA ;-) Tertulliano sarebbe stato un grande Padre Apostolico, aveva persino coniato un termine non conosciuto nella Bibbia: TRINITA’… questo passo sulla Trinità divenne Magistero UNIVERSALE-CATTOLICO della Chiesa, le sue idee sull’uomo peccatore, no! specialmente quando divenne manicheo ;-)
Così toccò ad Origene: resta un grande Scrittore ecclesiale, ma non ha raggiunto il titolo di Padre della Chiesa perchè ha scritto testi ambigui usati oggi persino da chi pretende per vera la reincarnazione ;-)
Quindi, voi fate come fanno questi altri che estrapolano alcuni passi da certi testi più ampi dimostrando così che anche i Padri erano per la reincarnazione… non ci credereste, ma anche oggi esistono gruppetti cristiani che citando Origene, la pensano così…

San Girolamo, attraverso alcune lettere fra lui e sant’Agostino, viene strumentalizzato dai Pentecostali per affermare che la Chiesa sbaglia ad usare la Settanza della traduzione biblica… e che alcuni Libri dell’A.T. sono detti DEUTEROCANONICI, ossia, al di fuori, all’indice, della Bibbia canonica…
Nulla di ciò è vero, eppure sono convinti di questo dalle frasi pronunciate da san Girolamo ;-)

e potrei continuare con una miriade di esempi!
Il punto nodale è questo:

6. non esiste una DOTTRINA vegetariana nella Bibbia, nel N.T. men che meno nella Chiesa Cattolica!
Gesù non era vegetariano, già solo per il fatto che mangiava il pesce e lo moltiplicò per la gente affamata… ancora oggi siamo autorizzati A FAR FESTA ANCHE CON UN BEL VITELLO per uno che si converte, da qui la festa che si fa a chi viene Battezzato… ;-)
Domenica all’Angelus il Papa ha invitato alla SOBRIETA’ della festa delle Prime Comunioni e questo per due motivi:
a. per evitare che il Sacramento si trasformi esclusivamente in un BACCANALE;
b. per richiamare l’attenzione al fatto che in quel Sacramento ci nutriamo di CARNE DIVINA, CRISTO SI DONA A NOI IN CARNE, ANIMA, SANGUE E DIVINITA’….
ma non vi è alcuna motivazione “vegetariana”…. ;-)
una volta si facevano tre giorni di ritiro spirituale dove ci si ASTENEVA DALLE CARNI per nutrirsi degnamente della Carne del Signore… purtroppo da dopo il Concilio si fa solo un giorno e si obbliga solo al digiuno totale almeno mezz’ora prima della Comunione…

Insomma!
il problema non è nella vostra scelta di vivere da vegetariani (che visti i tempi e fatta con MODERAZIONE è davvero un’ottima scelta), il punto sta nel fatto che per farlo avendo avuto bisogno di riferimenti biblici che NON c’erano, dal momento che la questione vegetariana al Signore non interessa affatto, ve li siete creati a tavolino, affibbiando a determinate frasi dei Padri sull’astinenza delle carni, sul digiuno, ecc… un sigillo VEGETARIANO…. :-(

A due anni mio figlio ebbe un grave problema di salute… fu ricoverato e facemmo avanti e dietro per gli ospedali per ben due anni…. aveva un problema nel sangue che venne curato con CARNE DI CAVALLO, specialmente il filetto….
Oggi è lui stesso, a 19 anni, che non vuole sentire parlare di carne di cavallo, ma oggi può scegliere, e sa che da piccolo questa carne gli ha salvato la vita (oltre ovviamente la grazia di Dio visto che noi ci crediamo) ;-)
idem mia figlia, all’eta di 6 anni avevano riscontrato molta debolezza… il medico le vietò carne di maiale, ma si puntò sulla carne di cavallo…. che funzionò come RICOSTITUENTE naturale! e solo per un certo periodo di tempo….

Mia zia, deceduta l’anno scorso ad 81 anni… nata nel 1930, nel 1935, a 5 anni prese il tifo… per la sua riabilitazione mia nonna la nutrì con carne di cavallo al sangue…. per un anno intero, arrivando ad impegnarsi quel poco di valori che avevano in casa…. ed ha dovuto mangiare carne di cavallo una volta al mese per TUTTA la sua vita, fino all’anno scorso!

Allora, un conto è se vogliamo fare la cura contro l’obesità, contro il malcostume, contro lo spreco, ecc… altra cosa è se vogliamo discutere contro gli APPETITI CARNALI in tutti i sensi! e di conseguenza dare IL GIUSTO VALORE a tutti gli insegnamenti dei Padri, non solo di quelle frasi che ci fanno comodo…
Tutto qui!
;-)

[SM=g1740733]

 

Dall'articolo Parte Seconda:

associazione cattolici vegetariani

Gentile Luca,

se è vero, come Lei afferma, che l’astinenza dalle carni (o vegetarianesimo) dei santi, fra i quali cita San Francesco di Paola, non sarebbe causata da compassione per gli animali ma solo da dominio degli appetiti, come giustifica i numerosi miracoli compiuti proprio dal fondatore dei Minimi a favore degli animali? Ex multis vogliamo ricordare l’agnellino e la trota (che il santo paolano chiamava rispettivamente Martiniello e Antonella) che San Francesco resuscitò dopo che erano stati uccisi il primo da alcuni operai che volevano mangiarlo e la seconda da un pescatore? Ci pare di ricordare anche dei pesci fritti che furono offerti al Santo alla corte di Napoli, ma che egli, per tutta risposta, resuscitò.

Vediamo che cita anche i catari. Siamo sicuri però che saprà che i catari non erano affatto vegetariani, in quanto si astenevano dalle carni degli animali terrestri ma non da quelle dei pesci. E questo perchè ritenevano i pesci immuni dalla riproduzione sessuata, che loro aborrivano, in quanto vedevano la materia (e anche la sessualità) in una prospettiva assai negativa. Era questo il motivo della loro astinenza (parziale) e non certo la compassione per gli animali.

Troviamo le immagini e le didascalie correlate all’articolo assai offensive e di cattivo gusto.

Cordialmente

*************

 

Gentile “Associazione Cattolici vegetariani”,
dalle sue risposte deduco che tutto sommato, almeno questa seconda parte dell’articolo non dice per voi fesserie ;-)

 

Purtroppo i due articoli andrebbero letti insieme e non spezzati a causa dello spazio….
Dunque, deve anche sapere che certi episodi legati al salvamento degli animali, i Santi li compivano per la durezza di cuore della gente… rammenterà infatti anche l’episodio di san Francesco che volendo predicare si accorse che lo gente non lo stava ad ascoltare e così si rivolse agli uccelli ;-) dimostrando che loro che pure gli animali avevano una sensibilità….
ma da qui a dimostrare che ciò divenne lo Statuto VEGETARIANO o vegano, ce ne corre…
Ciò che lei non accetta di comprendere è LO SCOPO, il fine attraverso il quale certi Santi hanno operato attraverso la natura…

 

Vede, i MEZZI a nostra dispozione sono tanti “prendete la terra e soggiogatela”, ma questo soggiogare NON E’ IL FINE, serve solo per raggiungere uno scopo: arrivare a Dio!

 

Il Signore, nella Sua sconfinata bontà sa perfattamente che NON siamo uguali, e che le esigenze di alcuni, non corrispondono alle esigenze di altri, e che talune necessità devono diversificarsi da altre, e così via…per questo ha dato il via ai CARISMI…. ;-)
è naturale che in ogni Santo che andassimo a studiare, non ne troveremo uno uguale ad un altro…. ognuno ha fatto uso di mezzi differenti per raggiungere lo scopo! ;-)
I Francescani sono più “naturalisti” e non è un caso che a causa di ciò san Francesco è stato trasformato per ambientalista, animalista, pacifista, ecc… tutti termini chiariti da Benedetto XVI in alcune udienze, contrarie al vero Francesco!

 

In fin dei conti, mi perdoni ma… è più importante che Gesù ha resuscitato Lazzaro, o che avesse resuscitato un vitello?
Piuttosto c’è un episodio curioso in Mt. 17, 24-27, Gesù poi dice a Pietro:
“vai perciò in riva al lago, getta l’amo per pescare, e il primo pesce che abbocca tiralo fuori; aprigli la bocca e ci troverai una grossa moneta d’argento. Prendi allora la moneta e paga la tassa per me e per te.”
:-)
Perché usa una grossa moneta d’argento dalla bocca del primo pesce che impone a Pietro di pescare?
- bella domanda!!!
secondo alcuni esegeti il Signore voleva dimostrare la Divina Provvidenza a causa di una tassa ingiusta, perchè i figli di Dio devono poter entrare ed uscire dalla Casa del Signore senza pagare ;-) quindi, per non dare di scandalo, lo fa comunque “lavorare” per guadagnarsi ciò che la Provvidenza manderà, in questo caso la moneta sufficiente, ne più ne meno, per pagare la tassa d’ingresso…

 

Insomma, Gesù fa prendere un pesce, in questo caso, per uno scopo diverso, non per essere mangiato…
diverso è quando, appena risorto, e come lei stesso ha riportato in risposta nella prima parte dell’articolo, Gesù ha fame, e chiede del pesce arrostito :-)

 

Gesù era un buongustaio suvvia!! :-)

 

Nei recenti Documenti Ecclesiali e Pontifici sulla NATURA, non si parla MAI di vegetarianesimo…. ;-)
l’invito ALLA SOBRIETA’ sull’uso degli animali è del tutto ovvio e naturale in questi tempi di SPRECO… così come sull’attenzione per lo spreco dell’acqua…

 

P.S. a riguardo delle foto con i fotomontaggi e le didascalie… mi perdoni:
si, concordo con lei, le immagini possono sembrare offensive ma rifletta, queste sono immagini di PAROLE, TESTI ED AFFERMAZIONI fatte dai vegetariani in generale :-(
queste che vede sono gli insegnamenti di non pochi gruppi vegetariani tradotte in immagine…
la visione offende? si, come la lettura di certi testi vegetariani offende allo stesso modo!
Non si tratta di rendere occhio per occhio o dente per dente, quanto piuttosto di far riflettere, attraverso LE CRUDI IMMAGINI , LA CRUDELTA’ DI CERTI INSEGNAMENTI…
Ci rifletta!
;-)

 

[SM=g1740771]

 

 

Caterina63
00lunedì 23 aprile 2012 12:18

[SM=g1740733]ATTENZIONE ecco il nervo scoperto di chi associa il vegetarianesimo al cattolicesimo:

 

Leggo qui ora la risposta:

associazione cattolici vegetariani
Gentilissima Caterina,

perchè dubita che un cattolico vegetariano non creda nella reale presenza di Nostro Signore nell’Eucarestia? Noi non mangiamo carne di animale ottenuta cruentemente, non la carne divina di Nostro Signore incarnata nell’ostia in maniera incruenta.

*************

Il dubbio c’è e rimane: è vero, l’Ostia Consacrata di cui ci nutriamo è oggi data a noi in modo incruento, ma ciò è possibile perchè Gesù è morto “una volta per tutte” ed è Risorto, di conseguenza se è vero che quel Sacrificio oggi avviene in mod incruento, è anche vero che noi ci nutriamo di un Corpo MARTORIATO E UCCISO…
il dubbio che viene è: quindi poichè è un Sacrificio INCRUENTO, la macellazione di quell’Agnello è oggi solo simbolico?
cosa significa allora “incruento” che è “per finta”, simbolico?
;-)
Lo conosce il Mistero Eucaristico di Lanciano?
la scienza vi ha trovato un pezzo di miocardio…

In Giappone ci sono state delle apparizioni riconosciute dalla Chiesa, la Veggente, persino davanti a Giovanni Paolo II, ricevendo la Comunione, l’Ostia le si trasformò in Carne e Sangue…

Vede: lei dimentica che il concetto di INCRUENTO nulla toglie al Sacrificio propiziatorio ed alla macellazione dell’Agnello! Incruento significa solo che Gesù NON rimuore ogni volta che si celebra la Messa, non viene ri-crocefisso, perchè è già avvenuto! Ma quella Carne che mangiamo sotto le specie del Pane, sono quella Carne MACELLATA SULLA CROCE 2000 anni fa… :-(
il Sacrificio della Messa è come una specie di moviola che ci fa tornare a quei momenti sul Calvario, con Maria ai piedi della Croce….
e ritorniamo a crocifiggere Gesù, IN CUOR NOSTRO, quando pecchiamo e quando non vogliamo lasciarci redimere…

è la carne DELL’AGNELLO IMMOLATO ciò che mangiamo alla Messa…. se lei non crede a questo attenzione! state sforando dalla dottrina sull’Eucaristia! :-(

Ecco quello che temevo!!

 

[SM=g1740733]

 

e ancora:

 

maddy dice nella PARTE PRIMA:

 

Io sono cattolica e vegetariana, e non penso che un vegetarianesimo cattolico sia sbagliato. Anzi credo in linea con la Bibbia che afferma che siamo stati creati vegani (questa affermazione è confermata anche dalla Santa Chiesa Cattolica del documento della commissione pontificia sul creato del 2009, reperibile tutt’oggi dal sito del vaticano) e quindi che la scelta vegetariana sia migliore di quella onnivora per un cristiano…

 

**********

 

[SM=g1740733] Rispondo:

 

la sua scelta è ottima ed encomiabile, come dice san Paolo ai Corinti 4 “nessuno ci giudichi, ognuno riceverà il premio da Dio al momento opportuno”, ma non è affatto vero che il Documento Ecclesiale spinga i cattolici al vegetarianesimo ;-)

 

In nessun passo della Bibbia nè nei Documenti Ecclesiali si legge che siamo stati “creati vegani”… e non esiste una “Commissione Pontifica SUL CREATO”… bens’ si parla della Commissione per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace….
questo modo di procedere è falso e scorretto! :-(

 

Il Documento non parla affatto di vegetarianesimo, ma dice:
Citando il Compendio della dottrina sociale della Chiesa, le commissioni sottolineano, fra l’altro, come una tempestiva riduzione delle emissioni di gas serra sia “una precauzione necessaria a tutela delle generazioni future, ma anche di quei poveri della terra che già ora patiscono gli effetti dei mutamenti climatici”. Ecco perché occorre “un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell’economia, cercando di risparmiare energia con una maggiore sobrietà nei consumi, per esempio nell’uso di automezzi e nel riscaldamento degli edifici, ottimizzando l’uso dell’energia stessa e valorizzando le energie pulite e rinnovabili”. Un dovere sul quale è intervenuto più volte lo stesso Benedetto XVI richiamando l’attenzione sulla necessità di uno stile di vita più essenziale.

 

;-) nessuno penserebbe che per risparmiare l’energia il Papa o la Chiesa sta chiedendo di ritornare alle candele, ‘nn’è vero? :-)

 

In un recente Documento ecclesiale invece, della Conferenza Episcopale Latino e dei Caraibi, al riguardo ci si appella agli insegnamenti di Benedetto XVI nella Caritas in veritate che scrive: “Il diritto all’alimentazione, così come quello all’acqua, rivestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti, ad iniziare, innanzitutto, dal diritto primario alla vita. È necessario, pertanto, che maturi una coscienza solidale che consideri l’alimentazione e l’accesso all’acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni” (27).
“Perciò – si legge a conclusione – l’educazione ai valori del Vangelo in ogni tappa dello sviluppo integrale della persona dovrebbe permettere la trasformazione della mentalità imperante verso atteggiamenti più sensibili e critici nell’uso dei beni naturali e culturali”.

 

Siete voi che imponete a certi discorsi il fine ultimo come sigillo del vegetarianesimo…. ma il Documento dice ben altro e lo scopo non è affatto quello di diventare vegetariani!

 

Dice Benedetto XVI nell’Udienza del 26.8.2009 parlando dell’ambiente:

 

“Con l’aiuto della stessa natura e con l’impegno del proprio lavoro e della propria inventiva, l’umanità è veramente in grado di assolvere al grave dovere di consegnare alle nuove generazioni una terra che anch’esse, a loro volta, potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente (cfr Caritas in veritate, 50). Perché ciò si realizzi, è indispensabile lo sviluppo di “quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio” (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008, 7), riconoscendo che noi tutti proveniamo da Dio e verso Lui siamo tutti in cammino. Quanto è importante allora che la comunità internazionale e i singoli governi sappiano dare i giusti segnali ai propri cittadini per contrastare in modo efficace le modalità d’utilizzo dell’ambiente che risultino ad esso dannose! I costi economici e sociali, derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni, riconosciuti in maniera trasparente, vanno supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future.
(..)
La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse e del clima richiedono che i responsabili internazionali agiscano congiuntamente nel rispetto della legge e della solidarietà, soprattutto nei confronti delle regioni più deboli della terra (cfr Caritas in veritate, 50). Insieme possiamo costruire uno sviluppo umano integrale a beneficio dei popoli, presenti e futuri, uno sviluppo ispirato ai valori della carità nella verità. Perché ciò avvenga è indispensabile convertire l’attuale modello di sviluppo globale verso una più grande e condivisa assunzione di responsabilità nei confronti del creato: lo richiedono non solo le emergenze ambientali, ma anche lo scandalo della fame e della miseria.”

 

;-)non c’è affatto alcun riferimento al divenire vegani…. che per altro non è lo stesso che essere vegetariani…
e al contrario il Papa sottolinea l’urgenza di una EQUA DISTRIBUZIONE, e di una sobrietà per combattere gli sprechi… e per dare da mangiare a chi sta morendo di fame a causa delle politiche sbagliate e non perchè mangiamo carne
eh!

 

INFINE:

Più di una volta ho chiesto UNA SOLA domanda, senza ottenere alcuna risposta:
il vegetarianesimo è DOTTRINA DELLA CHIESA? è parte della dottrina della Salvezza? è materia sacramentale? è apologetica? si o no?

è ovvio che la risposta è NO! [SM=g1740733]
il punto è che ognuno può scegliere l’alimentazione che vuole, o ciò che gli ordina il medico… Gesù, medico delle anime, non ha mai parlato di vegetarianesimo… nè lo ha insegnato agli Apostoli… ergo, non è un argomento CATTOLICO…

e, ciliegina sulla torta:

Visita di Benedetto XVI a Milano. Risotto giallo e vitello tonnato nel menù di Peck per il Papa

amen!

:-)

  [SM=g1740733]


 

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