Voi siete morti ... (Col.3,3)

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(Teofilo)
00domenica 7 marzo 2010 19:03
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Da: Soprannome MSNDemostene8  (Messaggio originale) Inviato: 27/08/2004 8.41
PERCHE’ VOI SIETE MORTI E LA VITA VOSTRA E’ NASCOSTA CON CRISTO IN DIO
(Colossesi 3:3 )

 E’ un versetto che non può passare inosservato a dei veri santi, delle vere sante!  Ci sono tanti versetti come questo e noi ne citeremo qualcun altro nel corso di questa breve disamina. 
 Molti di noi si sono chiesti spesso :”Chi o che cosa è un vero santo davanti a Dio ?!” – Domanda difficile, questa; la risposta lo è anche di più! Nei movimenti s ettari di qualsiasi sorta si mette sempre l’enfasi ad una certa conciliazione tra le esigenze dello spirito, della fede e quelle materiali del mondo in cui si vive , alle contingenze terrene; si cercano delle “sintesi” , si fanno dei sincretismi  per salvare, come diciamo noi qui in Italia, “capra e cavoli” !  Si sono scritti decine di libri , specialmente negli ultimi tre decenni , sulla possibilità di essere miliardari  e nello stesso tempo dei “buoni cristiani” ; di detenere posti di potere politico,militare,  finanziario ed amministrativo  e poter continuare ad essere degli ottimi “servi di Dio” ! Sia in Chiesa cattolica che nelle Chiese Evangeliche  (finalmente un punto di “contatto”!) si sono sprecate tante parole per cercare di dimostrare al popolo che la ricchezza è possibile, lecita, “purchè non vi si metta il cuore” , non “ci si attacchi ad essa”!! Il concetto è stato ripetuto talmente tanto - sia a destra che a manca – che alla fine ci hanno creduto e ci stanno credendo in molti, in troppi!
 Contestare questa idea con la Bibbia alla mano sarebbe troppo semplice e , forse, inutile! Tra i versetti che sostengono il contrario di questa tesi ho scelto questo che il Signore mi ha ripetutamente presentato in questi ultimi mesi senza che io ne comprendessi subito il significato!
 Dio è amore e quando opera in noi la vera conversione distrugge tutto ciò che NON gli appartiene ! Asserire che Dio debba distruggere in noi la bestemmia, l’ira, la menzogna, il turpiloquio, la fornicazione, l’odio, la calunnia, lo spergiuro, l’adulterio, l’orgoglio, l’ipocrisia, l’occultismo ma non l’amore per il denaro, l’avidità e la bramosia delle ricchezze significherebbe farlo bugiardo! La Parola di Dio ci dice , invece, che in Lui, “non vi è  tenebra alcuna”!  Come ci chiede di rinunciare a tutte quelle cose che ho elencate , ci chiede di rinunciare pure al denaro ed al potere che esso produce; l’insieme delle Scritture del Nuovo Testamento su questo soggetto ci porta a questa conclusione ed a nessun altra via di mezzo, a nessun altro compromesso possibile!
 Detto questo io trovo profondamente iniquo, malvagio, che alcuni , coscienti di non poter realizzare questa rinuncia volontaria ai beni terreni, alla gloria terrena di questo mondo , non solo non la realizzano ma a chi viene scelto/a e privilegiato/a a realizzarla   , attribuiscono addirittura la possibilità che non salvi l’anima e vada all’Inferno anzicchè in Paradiso sol perché fanno parte di una confessione religiosa invece che di un'altra!!! E’ un’assurdità immensa! L’ho udita ripetute volte nelle chiese evangeliche, anche in anime sincere (nell’errore ma sincere) , a proposito del possibile destino di grandi santi e sante della CCR del secolo appena trascorso!
 Non mi riferisco solo a madre teresa di Calcutta ma me ne vengono subito in mente una enorme schiera : padre Massimiliano Kolbe, Edith Stein , don Mario Picchi, Don Zeno, Camillo De Lellis  (fondatore dei Camilliani), fratel Ettore di Milano (appena scomparso) , san Filippo Neri, ed una schiera pressocchè innumerabile di santi e sante che hanno consacrato al servizio dei poveri e degli ultimi fra gli ultimi la propria vita confidando esclusivamente sulla provvidenza e sulla Grazia di Dio! La CCR , quando ha proclamato alcuni di costoro prima beati e poi santi, ha parlato di “virtù eroiche” e, invero, in molti di questi casi , non sapremmo quale altro aggettivo scegliere ed applicare !  Molti di essi , nell’ubbidienza a Dio ancor prima che all’uomo, hanno applicato alla lettera versetti come questo:
 “ Quando egli aperse il quinto sigillo , io vidi sotto l’altare le anime di coloro che erano stati uccisi a motivo della Parola di Dio e a motivo della testimonianza che avevano resa; e gridarono a gran voce dicendo : “Fino a quando aspetti , o Signore, che sei il Santo ed il Verace , a fare giustizia del nostro sangue sopra coloro che abitano sulla terra ? E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo , finchè fosse completato il numero dei loro conservi e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro”.
(Apocalisse 6:10,11)

 “Allora udii una grande voce nel cielo che diceva:”Ora è giunta la salvezza , la potenza ed il regno del nostro Dio e la potestà del suo Cristo, poiché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli , colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte.Ma essi l’hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e per mezzo della parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita , tanto da esporla alla morte”
(Apocalisse 12:10,11)
 Morti dunque al mondo (pensa un po’ alle ricchezze ed ai piaceri di esso !) , in una posizione di distacco e di contrasto verso di esso (perché esso giace tutto nel Maligno e quando diciamo “tutto” intendiamo dire proprio “tutto” !) non potevano che giungere al martirio prima dell’anima ed infine del corpo! Satana prima perseguita con le torture , con le calunnie, le stilettate continue, incessanti; cerca di metterti paura in tutti i modi e alla fine , se non può avere ragione di te , solo se e quando e dove permesso da Dio sopprime il tuo corpo!   Non è sempre così; c’è a volte quello che alcuni santi, alcuni mistici , hanno chiamato “martirio dell’anima” , non meno doloroso, non meno angosciante, non meno pericoloso!
 In senso generale però – e questo lo voglio ribadire per tutte quelle anime, quei fratelli, quelle sorelle in Cristo che trovandosi in mezzo ad organizzazioni settarie o in esperienze di “confine” con gruppi simili – non è vero affatto che appartenere a Cristo, alla Sua Vera e Santa Chiesa significa essere colmati di ricchezze, onori e glorie terrene chiamate con l’eufemismo  di “benedizioni” ! Da quello che abbiamo letto (i versetti che lo confermano sono molti di più, basta che fate una semplice ricerca con una Chiave Biblica) si evince che la vita del cristiano , della cristiana, è tutt’altro che lastricata di oro splendete , di onori e glorie! Non vi fidate di quei settari, di quegli apostati che dicono : “Chi non ha buona testimonianza da quelli del mondo non è un buon cristiano, una buona cristiana e non può avere incarichi ministeriali in chiesa!” – E’ vero l’esatto contrario :
 Giovanni 14:27; Giovanni 15:18-20; Giovanni 16:33; Giacomo 4:4; 1^ Giovanni 2:15-17; 1^ Giovanni 3:1; 1^ Corinti 1:20,21; Galati 6:14; Luca 6:26;
 Morti al mondo ed a se stessi ma vivi davanti a Dio, già presenti in spirito davanti al cospetto di Dio !  Spero che questi versetti possano servire, confortare tutti quei fratelli, quelle sorelle che assillati/e dall’angoscia  delle persecuzioni del mondo e dei falsi fratelli : i Diotrefe, gli Alessandro fabbro, e gli Anania e Saffira  che non mancano mai, purtroppo, intorno ai santi, alle sante – passano in quella che viene chiamata “la valle oscura” (Salmo 23) , esperienza angosciante che provano tutte le anime elette e che può durare da pochi mesi ad alcuni anni ! Non disperate e non dubitate mai della vicinanza di Dio, della SS. Trinità e dei santi angeli che Egli pone accanto per assisterci in ogni cosa. Alla domanda di Elia il servo Eliseo rispose di non vedere nessuno insieme al loro; quando il grande profeta pregò Dio di aprire gli occhi ad Eliseo quest’ultimo vide che , insieme a loro due, stavano migliaia di “carri di fuoco” come dire eserciti celesti accampati intorno a loro ed a loro protezione!
Demostene    

 


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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 27/08/2004 15.47
Caro Demostene,
la tua tesi è in  sintonia con quanto il Signore ci insegna e cioè che la vita cristiana autentica è quella di chi impara a rinnegare se stesso, a prendere la croce di giorno in giono per seguire Cristo ovunque lo desideri.
 
Coloro che vogliono mettere d'accordo i comodi, gli agi e le ricchezze con le esigenze del Vangelo si sbagliano. Gesù stesso mise in guardia il giovane ricco dicendo: quanto è difficile per un ricco entrare nel regno dei cieli; è più facile che un cammello entri per la cruna di un ago!.
Perciò sarebbe altrettanto deviante l'affermazione che "basta la fede per salvarsi"
Se la fede vuole sposarsi con la ricchezza  accumulata con disonestà o peggio col sudore o il sangue del prossimo, sarà veramente difficile potersi salvare. Mi sembra di sentire l'esclamazione di Giacomo:
 

Giac 5,1 E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano!

Altro che salvezza scontata!!!

Cerchiamo perciò davvero di imitare quella schiera di veri testimoni che hanno saputo rinunciare a tutto per acquistare la "PERLA".

Con affetto


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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 27/08/2004 17.21
E’ un versetto che non può passare inosservato a dei veri santi, delle vere sante! 
........
 
Caro Demostene....e allora sta sicuro che a me è passato inosservato.......
 
A parte gli scherzi è un brano paolino molto importante.....(a prescindere se esista un brano meno importante....)
Interessante è l'annotazione che hai fatto sul fatto che si scrivono migliaia di libri sul come diventare milionari....come diventare un bravo menager....fin anche come diventare un buon genitore....
ma effettivamente sul come diventare santi credo sia scritto esplicitamente nei Vangeli.....
 
Non identificherei come illecita la ricchezza però.......perchè essa evangelicamente è strumento di Dio per i più bisognosi...un mondo senza povertà è pura utopia.....Gesù stesso di quanti ha miracolato, nessuno ha tolto dalla povertà che vivevano......o dalla semplice vita che facevano, mentre egli stesso faceva tenere una cassa ai suoi per le esigenze....Gesù non ha praticato un mestioere eppure non risulta chiedesse l'elemosina.....eppure non risulta fosse POVERO nel senso distorto che delle volte si da...
La stessa tunica che portava quando venne crocifisso si fa osservare che era rossa e tutta intera....e pochi se potevano permettere una copertura del genere......
Per l'Ultima Cena aveva fin anche PRENOTATO.......(è un modo di dire) chi pagava?
Poi dici:
 
trovo profondamente iniquo, malvagio, che alcuni , coscienti di non poter realizzare questa rinuncia volontaria ai beni terreni, alla gloria terrena di questo mondo , non solo non la realizzano ma a chi viene scelto/a e privilegiato/a a realizzarla   , attribuiscono addirittura la possibilità che non salvi l’anima e vada all’Inferno anzicchè in Paradiso sol perché fanno parte di una confessione religiosa invece che di un'altra....
.........
 
questo si...è un altro discorso e mi trovo d'accordo......come ben sai la rinuncia che il sacerdote cattolico fa è profonda....prendiamo i religiosi ad esempio (termine improprio oggi, ma è per interderci) essi rinunciando a tutto, vivono NELLA COMUNITA' e ciò che usano non gli appartiene......se ricevono qualcosa lo portano dal "padre economo" che gestisce le entrate a vantaggio di tutta la comunità e per le opere di vita attiva che devono compiere... Non hanno una casa propria, la macchina stessa è della comunità....lo stesso per il sacerdote diocesano che vive in canonica, l'appartemento che occupa non gli appartiene.....lo usa fino a quando deve compiere il suo servizio, spesso le porte sono aperte, se si approfondissero certi aspetti queste canoniche sono aperte giorno e notte......il parroco non è proprietario di nulla....
 
La lista dei santi che hai accennato proviene da quella che noi cattolici chiamiamo: VOCAZIONE RELIGIOSA.......anche se in mezzo poi troviamo anche molti laici di tanta santità come la Gianna Molla di cui abbiamo parlato nell'altro forum.....
Ciò che noi sentiamo vivo e vero è l'atto di CONSACRAZIONE........per noi è sacramentale perchè da soli tutti questi santi NULLA avrebbero potuto fare...è per noi la testimonianza tangibile della presenza di Dio, dell'opera dello Spirito Santo, della visibilità di Gesù..ecco perchè noi cattolici non evangelizziamo con "GESU' SOLO"..... bensì inseriamo sempre nel contesto LA TRINITA'......
 
Diciamoci la verità....l'aumento dei maghi, cartomanti superstizioni...che indubbiamente hanno coinvolto anche molti cattolici purtroppo..deriva  da una DISSACRAZIONE IN ATTO......derivante dall'aver privato la gente dei Sacramenti......
L'eroicità di coloro che chiamiamo santi....VIVEVANO DI FEDE SACRAMENTALE......Madre Teresa ad esempio diceva che nulla avrebbe potuto fare di ciò che faceva se prima di uscire dalla casa non si fosse nutrita dell'Eucarestia....perchè, diceva, "avendo Gesù veramente in me, mediante il cibo di vita eterna (Gv.6) ero cosciente di portarlo agli altri, ed era Lui a darmi la forza, da sola non ce l'avrei mai fatta....."......
Eliminando la Messa.......i Protestanti hanno commesso l'errore più grave di tutta la Riforma.......non è vero che abbiamo solo due Sacramenti nei Vangeli.....il Battesimo e l'Eucarestia sono indubbiamente il fulcro, ma anche la Cresima che è la Confermazione dell'opera dello Spirito Santo è data dagli apostoli solo che si è cambiato nome e si è finito con il cambiargli il significato "Battesimo nello Spirito" che è diventato più importante dell'Eucarestia.....
Ma guardiamo che sciocchezza è mai questa.....
per noi non esiste un Sacramento "meno" importante perchè in ognuno è SEMPRE LA TRINITA' CHE OPERA....nell'Eucarestia è un bagno di Spirito Santo, in Cristo cibo di vita eterna, ad opera del Padre che l'ha permesso......eccola la Trinità in azione...nella Messa, nella Riconciliazione, nell'Eucarestia, nel sacramento del matrimonio (L'UOMO NON SEPARI CIO' CHE DIO HA UNITO) nell'estrema unzione (Gc.5) tutto avviene: NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO......nessun Sacaramento nè tanto meno la Messa avviene per uno o separatamente le Tre Persone Divine...mentre si assiste ad una pericolosa separazione nei culti evangelici-pentecostali dove il protagonista diventa ora UNO, ora UN ALTRO......
Assistiamo anche ad una esagerazione verbale nell'evangelizzazione... della Persona di Cristo presentandola spesso separatamente dallo Spirito Santo....quasi che chiedendo all'Uno....si debba poi chiedere separatamente all'Altro...... al Padre si riserva un posto "apparentemente" diverso e distaccato......
I Culti evangelici-pentecostali mettono al centro l'uomo che DESIDERA UN CRISTO TUTTO SUO E TUTTO PER SE'...rischiando spesso di farsi un Gesù su misura a livello inconscio....nella Messa il Culto è a Dio....centro di tutto l'incontro E' L'EUCARESTIA: GESU' CHE SI FA CIBO PRIMA CON LA LITURGIA DELLA PAROLA, POI CON IL PANE CHE DA LA VITA ETERNA......l'uomo è posto al centro si, ma perchè riceve Colui che lo pone al centro del suo interessamento per essere salvato......
 
Chiedo scusa se sono uscita fuori tema.......soffermandosi solo su un aspetto che ho letto e che ho ritenuto interessante approfondire...sul resto concordo con le meditazioni che ci sono state offerte......
LA NOTTE DELL'ANIMA come dicevano i santi....è proprio quel morire a noi stessi, caro Demostene....alla terra e a tutto ciò che ci allontana da Dio per poter essere arricchiti non di materiali terreni, ma di beni spirituali.....ecco perchè queste persone hanno compiuto poi miracoli, fondato ospedali, convertito le persone...lasciando di essi un ricordo esclusivamente e preziosamente evangelico.....CRISTO IN TERRA.......
Padre Pio ha visto passare per le sue mani migliaia di soldoni.....lui povero era e povero rimase, non uscì mai dal convento.......perfino la tonaca che portava era rammendata...tutto ciò che la Provvidenza mandava egli la mise per quell'opera DI DIO IN FAVORE DEGLI AMMALATI, l'ospedale........
Nessun santo ha mai chiesto soldi per i libri che scriveva.....nessun provento delle loro omelie è finito nelle loro tasche.....
Ad una persona notoriamente ricca che chiedeva spiegazioni a Madre Teresa, cercando di rassicurarsi la coscienza circa la ricchezza che possedeva avuta onestamente.....e parlando poi dei poveri, rispose: "Dio ha dato a te....perchè facessi qualcosa per loro...."
 
E' un giro...i soldi non devono ristagnare da nessuna parte......il vero cristiano si sente LIBERO.....sa di essere libero.....sa che Dio agisce per mezzo dell'uomo con un.....DARE E AVERE......a vantaggio del SUO Progetto verso chi più ne ha bisogno..la Provvidenza si attiva per mezzo degli uomini come per Incarnarsi Dio chiese a Maria il permesso per la qual nascita prodigiosa ci fece giungere la Salvezza...... Se non moriamo a noi stessi NON possiamo diventare cooperatori di Dio......questa è la stra della santità, questo vuoldire essere santi.....
 
Fraternamente Caterina
 
 
 

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Da: Soprannome MSNHanzoHattori1984 Inviato: 28/08/2004 1.42
Gesù non ha praticato un mestiere eppure non risulta chiedesse l'elemosina
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Gesù faceva il falegname

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 5 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 28/08/2004 12.18
....Diego dai Vangeli risulta che Gesù si ritirava spesso in preghiera..si appartava per giorni...dal momento di Cana che inizia la predicazione non si sa nulla del suo lavoro ma è identificato come il "figlio del falegname"...e non che esercitasse lo stesso mestiere..... che l'avrà fatto pure prima di uscire allo scoperto, nulla da eccepire...ma in quei tre anni Gesù non esercitò nessun mestiere.....andava in giro a predicare...si ritirava per pregare e per digiunare.....altro non sappiamo....
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Elimina    Messaggio 6 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSNDemostene8 Inviato: 30/08/2004 11.09
Concordo con Hanzo-Hattori che Gesù facesse come il padre putativo , deceduto probabilmente diversi anni prima, il mestiere di falegname per mantenere la madre ed i fratelli e sorelle minori rimasti orfani. Che fosse  povero lo si evince, inoltre, sia dalla sua nascita nella mangiatoia e dal fatto che Giuseppe non potesse permettersi una camera d'albergo appena giunto in Betlemme , sia dal fatto che che al momento dell'offerta al Tempio in occasione della presentazione del fanciullo divino offre un "paio di tortore" (Luca 2:24) e non "un agnello di un anno" come prescritto dalla Legge di Mosè (Levitico 12:8). Sul discorso del mantello rosso spartito dai soldati romani ai piedi della croce, considerato da molti come simbolo di ricchezza da parte di Gesù di Nazareth, preferisco non pronunziarmi così come non preferisco pronunziarmi sugli altri segni di "agiatezza" segnalati dalla carissima Caterina.  Certe cose si comprendono con la mente ma molte cose dello Spirito si intendono esclusivamente per rivelazione ! Se molti fratelli e sorelle pensano che Gesù fosse un patrizio "miliardario" di quel tempo e di quel popolo, una sorta di Ben Hur , sono liberi di farlo. Non sarò certo io a proseguire il confronto su questo tema. Un abbraccio fraterno a tutta la comunità.
Demostene 

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Consiglia Elimina    Messaggio 7 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSNHanzoHattori1984 Inviato: 30/08/2004 15.40
Marco VI 2-3 "...si mise ad insegnare nella sinagoga. E molti, udendolo dicevano: non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo
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Ebbene?

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Consiglia Elimina    Messaggio 8 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 31/08/2004 11.08
Certe cose si comprendono con la mente ma molte cose dello Spirito si intendono esclusivamente per rivelazione ! Se molti fratelli e sorelle pensano che Gesù fosse un patrizio "miliardario" di quel tempo e di quel popolo, una sorta di Ben Hur , sono liberi di farlo. Non sarò certo io a proseguire il confronto su questo tema. Un abbraccio fraterno a tutta la comunità.
 
Caro Demostene,
 
in effetti non credo neppure io che Gesù fosse un riccastro a cui avanzava il superfluo.
E sono certo che Caterina non intendesse dire questo.
 
Possiamo dire e forse concordare che Gesù non mancava dello stretto necessario per vivere dal momento che, prima di iniziare la sua missione esercitava il suo mestiere sostenendosi col sudore della sua fronte come gli altri uomini, e durante la sua missione era aiutato da diverse persone di buona volontà che sostenevano lui e gli altri apostoli, i quali gestivano anche una cassa comune.
La quale cassa sicuramente non doveva essere molto prosperosa considerando il fatto che per pagare una tassa, Gesù invitò Pietro ad andare a pescare un pesce, nella cui bocca trovò quanto gli occorreva.
 
In Lu 22,35 troviamo
Poi disse: «Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla».
 
Perciò nè estrema miseria nè eccessiva ricchezza. Viveva secondo la provvidenza di Dio che non gli faceva mancare il pane quotidiano.
 
Con affetto
 
(Teofilo)
00domenica 7 marzo 2010 19:07
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Consiglia Elimina    Messaggio 9 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 16/09/2004 12.23
Caro Demostene dici:
 
Certe cose si comprendono con la mente ma molte cose dello Spirito si intendono esclusivamente per rivelazione ! Se molti fratelli e sorelle pensano che Gesù fosse un patrizio "miliardario" di quel tempo e di quel popolo, una sorta di Ben Hur , sono liberi di farlo.
Non sarò certo io a proseguire il confronto su questo tema.....
.......
 
ehm...non era certo incentrato su questo aspetto il fondamento di questo forum.......E' possibile trovare ogni tanto una via di mezzo? Cioè...chi ha parlato di Gesù descrivendolo come un "patrizio miliardario"?.....non certo io....Mi sono limitata a riportare ciò che riportano i Vangeli specialmente dei tre anni di predicazione di Gesù nei quali non emerge che Gesù vivesse di carità...non chiedeva la carità ma appare anzi abbastanza tranquillo economicamente tanto che faceva tenere una cassa ai suoi.....tutto qui...
Se avesse praticato il lavoro del padre putativo Giuseppe in quei tre anni di predicazione, probabilmente non avrebbe avuto tempo per andare in giro a predicare visto che li se la facevano tutta a piedi...e comunque non risulta dai Vangeli che egli lavorasse...concordo pertanto sul riepilogo riportato da Teofilo....., se vogliamo ripartire facciamolo da li.....
 
Fraternamente Caterina
 
 

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Consiglia Elimina    Messaggio 10 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSNDemostene8 Inviato: 16/09/2004 14.37
Il mio rifiuto di continuare un confronto su questo tema , cara Caterina, parte dal dolorosissimo ricordo della "dottrina della prosperità e del benessere" degli "evangelicali" moderni e, in particolare, di quel fenomeno tipico americano dei "tele-predicatori". La dottrina del pastore protestante Sud Coreano Yonji Cho. Per capire di che cosa sto parlando bisogna sapere che questa falsa dottrina ha avuto un successo talmente strepitoso nel mondo protestante (pentecostale in modo particolare) che , negli ultimi dieci anni, ha "contagiato" perfino la Chiesa Cattolica Romana , ovvero alcune "strutture" di essa come il  "Rinnovamento dello Spirito", i "Carismatici" ed i "Neo-catecumenali" e "L'Opus Dei" . So da fonte certa che costoro hanno preso per buona questa dottrina nuova proveniente dal protestantesimo  e che iniziò a prender forma fin dalla metà degli anni '60 proprio negli USA, in CANADA ed in AUSTRALIA dove poi passò alla COREA del SUD , alla NUOVA ZELANDA ed in tutto il resto del mondo!
La dottrina dice supergiù questo: " Non è vero che Gesù e gli apostoli o i primi discepoli fossero poveri; essi furono "ricchi" e lo si evince da vari passaggi del Vangelo!  Il possesso di denaro, anche in grandi quantità, non è affatto peccato anzi è un segno chiaro della benevolenza e benedizione del Padre Celeste ; l'etica del suo possesso  o della sua "moltiplicazione" deriva dall'uso che se ne fa (costruzione di nuovi  locali di culto, attività proselitistiche , acquisto di strumenti musicali, stipendi per i pastori, ecc. ecc. ecc.) . "  - A questa dottrina, quasi simultaneamente, fu affiancata quella della "decima". Che cosa dice la "falsa" dottrina protestante della decima ? Dice, basandosi su alcuni versetti del VT e del profeta Malachia in particolare che "bisogna dare tutti la decima parte di ogni introito mensile al pastore della propria comunità! Chi non farà questo - a prescindere se guadagna poco o tanto - riceverà terribili maledizioni da Dio per il peccato di "furto"!!!   Chi attuerà questa prassi , invece, avrà 100 volte tanto come "promesso da Gesù Cristo" nel Vangelo! " - Un "dio-slotmachine" insomma!  Come ho già detto , tali dottrine insulse , purtroppo, sono passate in alcuni movimenti cattolici e non c'è alcun segno che faccia intendere ad una prossima loro "defenestrazione"!   Personalmente - udite! udite! udite!    - preferisco sorella "povertà evangelica" di San Francesco d'Assisi  e sant'Antonio o dei pastori protestanti e missionari Thomas Muller  (XIX secolo) e Richard Wurmbrand  (nelle carceri comuniste rumene dal 1947 al 1961) !  Ditemi quello che volete ma amo queste figure come vere incarnazioni dell'amore e della potenza di Cristo per la Sua Chiesa ! Non giudico altri ma altri non debbono permettersi di asserire  che la loro "dottrina" è l'unica corretta e da seguire, fuorviando il popolo delle chiese !
 
 
Demostene
 
 

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Consiglia Elimina    Messaggio 11 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 16/09/2004 15.15
Caro Demostene concordo con te, permettimi solo di tornare ad essere la pignola di sempre...... tu parli di "dottrina" entrata anch'essa nella Chiesa.....permettimi di farti una correzione.....
 
Nulla togliendo al fatto che tale contagio effettivamente COESISTE...non parlerei però di DOTTRINA.....quanto di "convinzioni sbagliate"..........una "dottrina" per diventare tale dentro la Chiesa necessita di una conferma ufficiale da parte del Papa e di tutti i vescovi.....ciò che dottrinalmente non è contenuto nel Magistero ufficiale, a "noi" non interessa...o meglio, può dispiacerci, possiamo far conoscere ciò che la Chiesa insegna veramente, ma anche dire ciò che essa NON insegna.....
Dire che "non è vero Gesù fosse povero" nel senso che intendiamo dare non è eretico ma ciò che emerge dai Vangeli.....e tuttavia usare questo aspetto per giustificare una infondatezza sull'ACCUMULO DELLE RICCHEZZE o per far dire che essere ricchi vuol dire benevolenza da parte di Dio allora si che è una eresia....perciò io credo che dipenda da come si voglia impostare il discorso....
 
Povertà evangelica e affini sono delle scelte, non degli obblighi, su questa nuova forma di comprensione, Gesù non condannerà la decima, ma la imposterà...continuando a sostenere che "l'operaio ha diritto alla sua paga"......Francesco non dimentichiamo che dava ai poveri è vero, ma dava ai poveri gli averi del padre suo perchè sapeva che egli li aveva in più...., Francesco dava "cose di casa sua".....e quando si pose nudo sulla piazza fu il vescovo a stendere su di lui un mantello simbolo della Chiesa che lo prendeva a protezione, Francesco non rifiuta il mantello del vescovo.......
 
Fraternamente Caterina

Rispondi
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Da: Soprannome MSNdanymarka Inviato: 19/09/2004 21.54
Questo e' un argomento scottante , mi sono sempre chiesta qual'e' la soglia che definisce il limite tra poverta'e ricchezza ?
Dagli insegnamenti di Gesu'capiamo che la materia di per se non ha valore in termini spirituali , se non il valore che noi le attribuiamo con le opere che ci sono dietro i soldi , cmq non mi sembra che fece mai un inno alla miseria , alla sofferenza...
E' difficile giudicare un uomo dal suo reddito , un uomo e' formato da un insieme complesso di stati d'animo ed intenzioni, farcito anche da quelle  circostanze e possibilita' che nella vita lo hanno aiutato o meno alla sua formazione , in ogni senso.  Dio solo puo' scrutarlo alla perfezione.
Il fatto di non avere una idea chiara puo' portare a veri e propri sensi di colpa ingiustificati in chi e' piu' sensibile .
Questo aiuta nel cammino spirituale ?
Confido in Gesu' che dice che ad ognuno gli sara' chiesto in base alle sue possibilita' , quindi alla sua capacita' di comprendere le cose , infatti l'ignoranza e' spesso fonte di male, prima che la ricchezza o la poverta' credo.
Certo che  il troppo stroppia in ogni senso.. o al limite potrebbe..
I Santi hanno compreso la felicita' della ricchezza spirituale .
Alcune cose sono lasciate , credo al nostro discernimento , perche' se e' vero che il denaro non ha nessun valore ,a ragione non si puo'neppure  giudicare un ricco dsi suoi soldi allo stesso modo che non si puo' giudicare un povero, che potrebbe essere paradossalmente molto meno santo del ricco .
Possiamo comprendere che la ricchezza rischia di corrompere un uomo , ma nello stesso modo un misero rischia di fare peccati dovuti alla sua condizione di stento , correndo gli stessi rischi di un ricco .
Io chiedo a Gesu' di farmi discernere il bene dal male , e prego che sia il ricco che il povero non corrano rischi per la loro anima , a causa della rispettiva condizione .
Possiamo pero' anche guardare con un pizzico di ottimismo e carita' , facendo leva sulle qualita' che la ricchezza o la poverta' donano alle persone , a patto che siano ben disposte ad una vita onesta e di condivisione! Cosi' come un povero apprezzi con maggiore facilita' le gioie della vita semplice !
Un ricco potrebbe fare molto bene al prossimo con le opere , al contrario di un povero ad esempio che si trova nel costante bisogno. E un povero sarebbe piu' capace di sacrificarsi per il prossimo  rispetto ad un ricco .Nell'unita' possiamo compensarci!!
Che ne dite ?
Io non posso far altro che affidarmi al discernimento che Dio ci ha donato , evitando cosi' i pregiudizi .
E' un argomento davvero vasto questo da snocciolare in due battute...
Un saluto a tutti 
Valentina
 

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 19/09/2004 22.24
Cara Valentina ti ringrazio per le tue perle di meditazione perchè finalmente leggo un aspetto che mi è stato insegnato: " anche il povero necessita delle preghiere affinbchè non si corrompa...."
Una certa pietà farisaica fa dire che il povero essendo povero non necessita di altra misericordia in questo senso, ma secondo me è sbagliato...come giustamente dici sia il povero quanto il ricco come il benestante, cioè nè ricco nè povero, possono rischiare di cadere nelle gravi tentazioni che sono deformazioni di uno stato di vita nel quale, attenzione, è Dio che ci ha posto....Penso ad un bambino che nasce in Africa in questo momento, povero, in una famiglia povera...senza molte speranze per il futuro....e nello stesso tempo un bambino che nasce in una clinica privata circondato da migliaia di cure e con un futuro ricco di prospettive......
Il punto dunque non sarà il dove nasciamo, ma il come gestiremo la nostra vita con quegli elementi messi a nostra disposizione, ognuno nel proprio campo.....
 
Certamente un argomento impegnativo per ognuno di noi, per le nostre personali coscienze.....
Grazie per questo arricchimento, fraternamente Caterina

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Da: lisa Inviato: 20/09/2004 9.25
E' un argomento molto interessante  questo.........non nascondo che per un pò di tempo ho fatto parte di coloro che credeva che l'essere "salvata" aveva fra i vantaggi quello di poter chiedere a Dio e ottenere anche e sopratutto benessere materiale, questo momdo di pensare faceva parte degli insegnamenti ricevuti studiando   in comunità; e questo modo di pensare che ti porta man mano a sentirti superiore agli altri....perchè a te Dio non farà mancare mai nulla. Io forse non riesco a spiegare bene quanto dannoso sia questo modo di pensare che ti pone al di sopra degli altri (dei non convertiti)...perchè alla fine è questo il messaggio che più o meno esplicitamente viene dato:" vuoi un posto in Paradiso? vuoi vivere serenamente senza che ti manchi nulla ? credi in Gesù e lo avrai"...ed ecco che la fede si trasforma in una sorta di raccomandazione speciale che ti pone in una posizione privilegiata ....ed ecco che in tanti  credono che convertirsi equivalga a vincere al lotto. C'è un versetto che viene sempre citato non ricordo bene  ne il versetto ne la sua collocazione, ma dice a grandi linee che se credi, tutto il di più ti sarà dato in abbondanza, ( se qualcuno trova il versetto magari può scriverlo correttamente), certo poi  in comunità si parla di aiutare gli altri  e tante comunità fanno concretamente spesso qualcosa per i bisognosi, ma.....è l'idea che tutto ti sia dovuto che è sbagliata , almeno per me;
Comunque ho trovato questa meditazione  su Gesù e il denaro che  credo spieghi  correttamente quale dovrebbe essere il nostro rapporto con l'avere e il dare .......
 

Come si rivela Gesù in relazione alla ricchezza?

Innanzitutto dobbiamo dire che Gesù non era un asceta: non si cibava di locuste e miele selvatico, come Giovanni Battista; e neppure portava come lui un vestito fatto con "peli di cammello" (Mt 3,4): sul Calvario vediamo che gli tolgono una "tunica inconsutile". Ciò significa che si vestiva abbastanza bene e non come un poveraccio. Negli articoli precedenti, poi, abbiamo annotato varie volte che i "poveri" contavano nella sua missione e che egli li voleva liberare dalla loro situazione, perché la povertà anche per lui era un "male". Se poi a un ricco che cerca il bene dice di "vendere tutto e di darlo ai poveri" (Lc 18,22), questo imperativo non vale per tutti: a Zaccheo infatti non dice di fare altrettanto, anche se Zaccheo per sentirsi in sintonia con Gesù, capisce che deve prendere le distanze dalle ricchezze e che deve darne almeno la metà ai poveri (Lc 19,1-10). La ricchezza perciò anche per Gesù è un "bene", e lo è per un semplice motivo: serve a fare il bene, ad aiutare altri. E se Gesù insegna a vivere distaccati dalle ricchezze, non significa che egli rifiuti la ricchezza. Stando ai vangeli gli insegnamenti di Gesù riguardano solo l’uso delle ricchezze: egli esige di non farne un bene assoluto, di non considerare la ricchezza un "idolo".
Ciò appare chiaramente da quanto si racconta in Lc 12,13-15: "Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità»" (v. 13). Qui siamo di fronte a un caso di lite familiare, di divisione dei beni; Gesù gli dice che non è affare suo (v. 14), però non lascia i due fratelli senza risposta, perché aggiunge: "State attenti e guardatevi da ogni cupidigia; non perché qualcuno è nell’abbondanza, la sua vita dipende dai suoi beni" (v. 15). È chiaro che per Gesù i beni materiali non hanno un valore assoluto: la vita non dipende da essi. C’è quindi un valore assai più alto della vita e questo valore è l’essere ed è la libertà.
"La vita non dipende dai propri beni". Gesù vive a fondo questo principio. Egli ha scelto di essere "servo" e di "evangelizzare". Questo suo compito esige da lui un distacco totale dai beni materiali. Nelle tentazioni ha risposto al diavolo: "Non di solo pane vive l’uomo". Non nega la necessità del pane (guai se manca!) ma insegna che c’è un valore assai più grande del pane: "vivere di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Quando poi il demonio gli fa vedere tutti i regni di questo mondo con la loro potenza e magnificenza e gli dice "sono stati dati a me" (cioè sono io che li possiedo e posso darli a chi voglio), comprendiamo che in questa cultura satanica (ed è quella ancora oggi corrente) il valore dell’essere è messo in rapporto a quanto si possiede: è l’avere, è il potere sulla natura e sull’uomo che ci permette di realizzarci.
Ebbene, Gesù è l’antitesi di Satana: alla bramosia dei beni materiali e del potere sulla natura e sull’uomo, Gesù sceglie come valore supremo "l’essere". Gesù compie questa scelta nel deserto, dove non ci sono comodità né ricchezze, ma solo le cose strettamente necessarie alla sopravvivenza.
Di qui la sua scelta a una vita povera, itinerante e senza sicurezze, tanto da definirsi come "uno che non ha dove posare il capo" (Lc 9,58).
Egli vive per primo e in pienezza quanto insegnerà: "... che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?" (Lc 9,25). Il suo distacco dalle ricchezze è totale, radicale. Egli "cerca innanzitutto il regno di Dio e la sua giustizia" e "liberamente" sceglie una vita che gli permette di appartenere totalmente alla sua missione e di testimoniare tutta la sua fiducia nel Padre. Egli guarda gli uccelli del cielo e i gigli del campo: sa di valere più di loro, per questo "cerca prima il regno e la sua giustizia", sicuro che il Padre non gli lascerà mancare il necessario; si affiderà in continuità al Padre; egli non porta con sé né borsa né bisaccia e si accontenta di quello che gli danno (vedi Lc 10,3.8). Accanto a lui, uniti alla sua missione, ci sono sempre persone (discepoli e discepole) che lo seguono e che lo assistono con i loro beni (8,3). E quando spezza il pane rende grazie, riconosce che tutto è dono del Padre che lo sostenta nel suo cammino.

Gesù sa, che solo nel vivere distaccato da ogni bene materiale, può godere di quella libertà che gli permette di vivere in pienezza la sua missione: "annunciare il regno di Dio" (Lc 4,43); essere con gli altri e per gli altri, cioè "servo".

Gesù-discepoli

Nell’immagine di Gesù che abbiamo appena delineato, acquista grande valore il suo insegnamento sull’uso delle ricchezze, un tema che soprattutto in Lc 12,16-34 viene notevolmente sviluppato. Gesù scende nella concretezza della nostra vita quotidiana e ci presenta, con una parabola (vv. 16-21) quanto c’è di negativo nel mettere la propria fiducia nelle ricchezze e poi che cosa si deve fare per farne un uso corretto in modo che la nostra vita non perda senso e si realizzi in tutta la sua pienezza (vv. 22-34).
L’ultima frase della parabola: "Ma Dio gli disse: «Stolto, questa notte ti sarà richiesta la tua vita e quello che hai preparato di chi sarà?». Così è la fine di chi accumula tesori per sé e non davanti a Dio", fa capire come quell’uomo ha rovinato se stesso e si è perso, invece di realizzarsi. E il "come" lo comprendiamo ancor meglio se osserviamo attentamente la piccola parabola. È impressionante sentire come nel racconto predomina unicamente l’"IO": "che farò io?..., io non ho..., i miei raccolti..., io farò...; io demolirò..., io raccoglierò..., il mio grano, i miei beni..., io dirò: anima mia". Com’è triste l’immagine di quest’uomo: è tutto ripiegato su se stesso, parla solo di sé, pensa solo a sé, non si preoccupa più di accumulare altri beni, ce n’ha fin troppi, pensa solo a conservarli per sé e a darsi alla dolce vita. L’ultima espressione riassume assai bene i tre verbi: "mangia, bevi, datti alla gioia". Nella Bibbia il trinomio ha una connotazione di piacere e di gioia, una ricerca di lusso che sfiora l’eccesso, cioè la dissolutezza; evoca gioie lussuose, come quelle con cui si sazia ogni giorno il ricco epulone (Lc 16,19): è un approfittare sino in fondo e tranquillamente dei piaceri che può offrire una vita di abbondanza.
"Io..., io... io" e solo "io". Ma l’io non si esprime forse nel rapporto con l’altro, con gli altri? Non ci realizziamo forse come persone nella misura in cui assumiamo le nostre responsabilità di fronte alla vita e agli altri? Gesù non ha mai pensato a sé; egli ha realizzato la sua vita umana in relazione agli altri, donandosi a tutti, amici e nemici, fino all’effusione del sangue e per questo ha salvato la propria vita e, come uomo, si è perfettamente realizzato. Ed è così che egli vuole i suoi discepoli. Parlando loro del retto uso delle ricchezze dice: "Non affannatevi per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo di come vi vestirete.

La vita vale più del cibo, il corpo più del vestito. Guardate gli uccelli del cielo..., i gigli del campo. Voi valete assai più di loro". Volete mettere al sicuro la vostra vita? "Cercate prima il regno di Dio" (Lc 11,-22-31). Mt 6,33 aggiunge: "... e la sua giustizia".
"Non affannatevi": ci urtano queste parole. Come fa la maggioranza della gente del mondo, priva del necessario a non affannarsi? Gesù sa che un affamato non può non essere nell’affanno, nell’angoscia e non guardare con spavento il domani. A Gesù non piace un mondo così, lo vuole cambiare; egli ci insegna a cambiare il mondo, ad andare contro corrente, a non ripiegarci su noi stessi, sul nostro egoismo, e ci insegna come fare; ci dice di non fare come il ricco stolto della parabola: a nulla gli è valso mettere la sua fiducia nelle ricchezze. E poi ci insegna ad "arricchirci davanti a Dio" (Lc 12, 21), e questo lo si ottiene se cerchiamo innanzitutto il regno di Dio. Gesù ha messo al primo posto l’annuncio del Regno di Dio (Lc 4,43) e vuole che i suoi discepoli facciano lo stesso (Lc 9,60).
Ma che cos’è il "regno di Dio"? Non è Dio in se stesso, ma Dio in relazione con l’uomo; la "sua giustizia" indica il comportamento di Dio verso ogni uomo. Chi entra in sintonia con Dio e, come Dio, si relaziona con gli altri, crea lo spazio per il buon vivere dell’uomo e per il retto uso dei beni; salva lo spazio della vita di ogni uomo, della vita mondana in tutte le sue relazioni e le sue potenzialità, compreso il godimento delle stesse cose. Il testo dice: "cercate il regno". Traduciamo meglio l’imperativo presente: "Continuate a cercare...". È un impegno che si esprime in un continuo desiderio, slancio, passione, tensione, iniziativa, progettazione, e che deve durare tutta la vita. Il regno lo si costruisce a poco a poco. E nel regno non c’è solo l’io, ma c’è soprattutto il noi e la comunità. Il regno è comunione tra Dio e noi. Di qui l’impegno nell’uso dei beni che si fa condivisione e sicurezza di vita, un insegnamento che Gesù esprime con un linguaggio immaginoso: "Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignuola non consuma" (12,33). Ecco come si diventa ricchi davanti a Dio, ecco come si accumulano tesori in cielo. Vivendo l’uso dei beni tenendo conto degli altri nella propria vita.
"Tenere conto degli altri": chi legge il vangelo di Luca è in continuità messo di fronte agli altri. Se gli altri non contano nella mia vita, non sono un vero discepolo.
"Date in elemosina": come si è svilita nel suo uso questa frase; e peggio ancora nell’arte, che a volte rappresenta un ricco che lascia cadere alcune monetine nella mano di un povero. È umiliante una simile immagine e contraria alla Parola di Dio. Nella lingua di Gesù non si diceva "date in elemosina", ma si usava l’espressione (traduco letteralmente): "fate giustizia". Il senso è assai profondo, e me lo ha spiegato un ragazzo ebreo. Mi disse: "Se io do qualcosa a uno che ha meno di me, c’è più giustizia nel mondo". E Giovanni Paolo II nella sua Lettera Apostolica dice: "È l’ora di una nuova «fantasia nella carità», che si dispieghi non tanto e non solo nell’efficacia dei soccorsi, prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito «non come obolo umiliante», ma «come fraterna condivisione»".
L’interesse di Gesù per i poveri non è mai un gesto isolato e clamoroso che per lo più è accettato da tutti perché non intacca il sistema né il comune modo di pensare. La scelta di Gesù non è una scelta sociologica o politica: è una scelta teologica, una scelta di uguaglianza. Dio non ha creato uomini superiori o inferiori, con più o meno diritti. Gesù vede nella sua scelta non una discriminazione ma una via di comunione. Dice il Papa: "Dobbiamo fare in modo che i poveri si sentano, in ogni comunità cristiana, «a casa loro». Questo stile è la più grande ed efficace presentazione della buona novella del Regno".2

tratto dal sito: www.don bosco_torino.it


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Da: Soprannome MSNMario20048410 Inviato: 20/09/2004 12.57
"non credo che Gesù avesse mai fatto una "celebrazione" della povertà"
 
 
ma come no....:"Beati i poveri perchè di loro è il Regno dei Cieli" Evangelo di San Luca !
 
"...e dite a Giovanni che ...l'Evangelo è annunziato ai poveri"...
 
noto che molti dei vostri interventi si "accaniscono"a voler giustificare la ricchezza ad ogni costo da un lato ed a non porre in una condizione di (sia pur minima) superiorità il povero solo e perchè povero! Scusatemi   ma sembra un "arrampicarsi sugli specchi" !!! L'insieme del Vangelo e del Nuovo Testamento è chiarissimo sull'argomento e non ha bisogno di "spiegazioni" o "interpretazioni" ! Boh! Si vede che va di moda questa corrente di pensiero, oggi, nelle chiese!
 
Mario
(Teofilo)
00domenica 7 marzo 2010 19:08
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Da: lisa Inviato: 20/09/2004 14.11
Scusa Mario , ma dove abbiamo giustificato la ricchezza?.......e perchè un povero deve essere come dici tu minimamente superiore?....non siamo forse tutti uguali?....se uno nasce in una condizione di agiatezza  cosa dovrebbe vergognarsi per quello che è? o piuttosto dovrebbe alla luce degli insegnamenti del vangelo trovare il modo di condividere, rendere partecipi  gli altri  di ciò che ha?...
e poi non credo che nelle chiese vadano di moda "le correnti di pensiero" , forse questo succede nelle chiese evangeliche, dove spesso ogni denominazione segue  appunto il pensiero e le dottrine dei pastori, non succede nella Chiesa cattolica  perchè grazie a Dio abbiamo un  unico magistero che basandosi sulla parola di Dio aiuta, tramite il catechismo o altro, noi fedeli a capire cosa Dio vuole da noi!!....che poi ci sia chi cerca di seguire e chi no, questa è un'altra storia!
lisa


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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/09/2004 14.44
Caro Mario intanto benvenuto...ho letto ora che ti sei iscritto l'8 di settembre mentre ero in pieno trasloco.....
 
Qui nessuno vuole giustificare una ricchezza a tutti i costi.....il brano citato da te delle beatitudini attenzione perchè Gesù non intendeva esclusivamente parlare di una povertà materiale infatti sempre nelle Beatitudini dice anche Beati i puri di cuore.....
la povertà che intende il Cristo va ben oltre le ricchezze materiali....altrimenti, ripeto, sarebbe stato assurdo che egli stesso facesse tenere UNA CASSA DAI SUOI....e avrebbe avuto ragione Giuda quando rimprovera il presunto spreco di quei danari per profumare Gesù.....Gesù invece pare approvare in quel momento l'uso di quel danaro....
Gesù per non scandalizzare, se vi ricordate...pesca un pesce e ne trae un soldo per pagare la Tassa.....
Non solo, Gesù parla anche di DIRITTO DELL'OPERAIO AD AVERE LA SUA PAGA....loda il gesto della vedova che da quanto aveva nel tesoro del Tempio non criticando affatto l'oro del Tempio.....
 
Insomma...andiamoci piano a demonizzare tutto.....
L'evangelo annunziato ai POVERI...suvvia Mario non penserai che qui Gesù intendeva dire di annunziare solo ai poveri di materiali e di escludere i ricchi o benestanti?
 
La povertà evangelica va ben oltre il senso scritturale, ecco un altro dei pericoli della "sola Scriptura"....... c'è invece bisogno di spiegazione e di interpretazione.....proprio per aiutare "il ricco" a comprendere cosa intenda Gesù per povertà evangelica.....Se Gesù ci dice di dare al povero....che facciamo come Robin Hood che toglieva ai ricchi per dare ai poveri...e poi, come la scena ironica rifatta, ariruba a quelli che erano prima poveri perchè erano diventati ricchi??
Il dare al povero non significa farlo diventare un Paperone de Paperoni..... bensì dice a NOI "ricchi" di non diventare come Papero de Paperoni......
La povertà espressa nelle Beatitudini invece va ben oltre, intende richiamarci sull'orgolgio, sulla presunzione, sulla vanità.....difetti che ci potrebbero arricchire ma che arricchendoci ci allontanerebbero non facendoci essere beati...ecco perchè dice anche BEATI GLI UMILI.....
 
Dimmi Mario....ti risulta per caso che Gesù abbia tolto dalla condizione di povertà coloro che aveva risanato nel corpo?
 
Prendiamo Maria quando Gesù l'affida a Giovanni....Giovanni NON POSSEDEVA nulla di suo, ma tutto era messo in comune come in Atti ci sarà spiegato.....
Così come anche Paolo spiegherà gli aiuti economici che riceve...anzi che ad un tratto sembra quasi pretendere.....tanto da far mantenere in alcune chiese (specialmente tra i Protestanti) l'obbligo ancora oggi vivente della Decima.....
A questo punto perchè ad un pastore evangelico-pentecostale bisogna finanziargli la casa?
Risulta infatti che un pastore che apre una chiesa o che gli viene affidata, non si paga l'affitto da solo, ma lo paga la comunità....se sbaglio correggimi.....e lui ne diventa il "proprietario".....a Frosinone c'è una chiesa evangelica fondata nel 1935 o giù di li....dove oggi ne ha preso possesso il nipote del fondatore.....ed è di loro proprietà...le chiese da noi non sono proprietà dei sacerdoti......ma delle Diocesi e sono poste al servizio della comunitàvi abita il parroco di turno che non diventa "il proprietario" ma il momentaneo occupante.....
 
Se fosse come dici tu TUTTI i proprietari di una casa nel mondo intero sarebbero destinati alla dannazione perchè non sarebbero poveri.....il che sarebbe come a dire...nessuno si salverà....e questo mi sembra veramente eccessivo e fuori della mentalità del Cristo.
 
Infine non risulta Gesù abbia denunciato la ricchezza di un uomo in quanto tale se non per l'uso che ne avrebbe fatto o che ne faceva.....anzi, spesso identifica Dio nelle parabole ad un padrone saggio che affida ai suoi beni da amministrare....
Insomma nessuno qui sta elogiando il ricco, ma diamine non mettiamo sull'altare della santificazione il povero a discapito del ricco.....
 
Prendiamo ad esempio l'oro.....è un oggetto CREATO DA DIO e non certo fatto dall'uomo, l'uomo lo prende come farebbe un amministratore SAGGIO......"prendete la terra e soggiogatela"......perchè creare l'oro ben sapendo di cosa fosse stato capace l'uomo se non era una cosa buona? eppure Dio dice, creando ogni cosa: " e Dio vide che era cosa buona".....
 
Di esempi ne abbiamo tanti il punto non è l'avere ma il come adoperiamo certe ricchezze.....
L'energia nucleare è cosa buona ed utile per il nostro progresso, ma se qualcuno poi l'ha fatta diventare un arma micidiale di chi è la colpa?
Anche certe droghe nascono nella natura spontaneamente: e Dio vide che era cosa buona.....ma di certo non diremmo mai che la droga che se ne ricava è una cosa buona o creata da Dio.....
 
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSNMario20048410 Inviato: 20/09/2004 15.20
Cara Caterina,
 
perdonami ma del pastore di Frosinone che ha ereditato la "chiesa" dal padre o dal nonno mi interessa fino ad un certo punto!  
 
Se non fosse stato un peccato o comunque un "ostacolo" essere  ricco perchè mai Gesù Cristo dice al giovane ricco :"Una sola cosa ti manca: Va , vendi tutto ciò che hai ed il ricavato dallo ai poveri; poi vieni e seguimi!"  ????????????  - Se Dio non desse alcun peso al possesso di ricchezze, denaro, oro, gioielli, case, auto, azioni,....non si potrebbe nè comprendere , nè spiegare un versetto simile!
 
E che dire della parabola del "Ricco epulone e del povero Lazzaro" ?!?  Dobbiamo considerarla, come fanno i Testimoni di Geova , una storia falsa ed inventata proprio perchè è una "parabola" ? Gesù non dice che quel suo racconto fosse inventato!
 
E laddove dice che "Non si possono servire due padroni! non si può servire Dio e Mammona contemporaneamente"!  che bisogna fare; come interpretarlo ?
 
Caterina, credimi, lasciamo al più becero protestantesimo calvinista la giustificazione del possesso abnorme di denaro!  Dice San Paolo :"Avendo di che vestirmi e di che nutrirmi sarò di questo contento!" -  Sono tutti versetti che vanno in quella ed unica direzione !
 
Mario

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Consiglia Elimina    Messaggio 19 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/09/2004 15.43
Hai ragione Mario....lasciamo il pastore di Frosinone al suo gregge....chiedo venia.....
 
Mi chiedi:
 
Se non fosse stato un peccato o comunque un "ostacolo" essere  ricco perchè mai Gesù Cristo dice al giovane ricco :"Una sola cosa ti manca: Va , vendi tutto ciò che hai ed il ricavato dallo ai poveri; poi vieni e seguimi!"  ????????????
  .......
perchè il giovane aveva chiesto dell'altro....aveva chiesto una TOTALITA'.....oppure perchè in verità Gesù conosceva l'avidità di quel cuore che non avrebbe abbandonato ciò che aveva per seguire Gesù.....non solo se leggiamo in contesto del fatto il giovane dona è vero, ma non ciò che di più aveva caro...dona semplicemente perchè AVEVA DI CHE DARE....ma quando Gesù gli chiede di più, scatta una chiusura.....
Anche a Pietro che faceva il pescatore Gesù chiede di LASCIARE TUTTO.....e mica erano ricchi....non gli ha chiesto di lasciare il loro patrimonio economico, MA LA FONTE DELLA LORO ECONOMIA.....qui dovremmo parlare anche di Mt.19,10....Gesù ci parlerà fin anche di diventare EUNUCHI......per il Regno di Dio.....ma dice subito che NON tutti avrebbero capito....
l'ostacolo non è la ricchezza, ma come la usiamo.....e quanto siamo pronti a rinunciare a qualcosa per seguire Cristo nella totalità a secondo di quanto ci viene richiesto nel ruolo che dovremmo ricoprire......
 
Idem nella storia del ricco e di Lazzaro non si condanna affatto la ricchezza che aveva avuto ma il rifiuto a dare anche le briciole della sua tavola a Lazzaro che per terra mendicava....infatti quando il ricco chiede di mandare Lazzaro ad avvisare i suoi fratelli non si parla perchè divengano poveri e diano via tutto, ma che stiano attenti aLL'UTILIZZO DEI LORO AVERI.....
 
riguardo alla storia di Dio e mammona mi permetto di lasciare a te e a tutti una meditazione che a me ha aiutato molto......e rientra nell'argomento....
 
Fraternamente Caterina
 
 
18 Settembre 2004 
Dona e coprirai anche il male
«Chiamò i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta».

 

«Devi cento barili? Siediti e scrivi cinquanta». L'amministratore imbocca una logica nuova: regala olio e grano, regala vita, si serve del denaro per essere accolto, cioè per essere amato, imperativo fondamentale del vivere. Allo sfruttamento subentra il dono, l'accoglienza riscatta l'ingiustizia. Ed è questa accortezza che Gesù elogia. Questo è già servire i disegni di Dio e non la logica di mammona. Anche Dio alla fine sarà accoglienza. E nelle braccia degli amici ad accoglierti ci saranno le braccia di Dio. Gesù entra nella vita - e nella parabola - dal basso, dal povero, pensando a coloro cui è stato ridotto il debito, al sorso di vita che ricevono, alla felicità e alla riconoscenza che nascono. Questa rete di relazioni positive importa di più. Fatevi degli amici perché vi accolgano, in casa loro e «nelle tende senza tempo». Fatevi degli amici. Per tutti la più umana, la più dolce delle soluzioni: rendere più affettuosa la vita. Gesù nel fattore infedele indovina già un uomo circondato di amici. E un uomo così è un uomo buono, forse è già un uomo salvato. Una cosa è certa: secondo Gesù gli amici importano più dei soldi. Sono loro la misura di una vita riuscita.
Siamo solo amministratori. Neppure della nostra vita siamo padroni: viene da altri e va' verso altri. Siamo amministratori infedeli. Abbiamo dissipato i doni di Dio e i suoi talenti. Ma per tutti è tracciata la via del riscatto: fare il bene comunque. L'elemosina, anche se fatta da un ladro, «copre ancora una moltitudine di peccati» (I Pt 4,8). Il bene è sempre bene, è comunque bene. Gesù insiste su questo concetto: anche se hai fatto del male, copri il male di bene. Hai causato lacrime? Ora rendi felice qualcuno. Hai derubato? Dona. Unica è la strategia di Dio: coprire il male di bene, perfino con ciò che è servito a fare del male, con la disonesta ricchezza. Perché il bene conta di più, una spiga di buon grano vale più di tutta la zizzania.
Non potete servire a Dio e a mammona. Mammona è denaro idolatrato, vangelo deriso, «povero venduto per un paio di sandali» (Am 8,6). Il servo del denaro, prigioniero in una fortezza di beni ridicoli, grida al mondo: io ho, io accumulo, conto e riconto, accresco, moltiplico: questo sì che è vivere, cautelarsi, vincere. Chi serve Dio dice piano: io sono vita che accoglie altre vite, legame amicale tra uomo e uomo, e i miei beni sono un sacramento di comunione.
La parabola parla di un Dio che si dimentica dentro l'improvvisa felicità dei debitori, un padrone che non rivendica i suoi diritti, che tra l'onestà e la salvezza sceglie la salvezza dell'amministratore; per lui, la felicità dei figli viene prima della loro fedeltà. E nelle dimore eterne accoglierà te, infedele ma amico, proprio con le braccia di coloro che avrai saputo rendere felici.
Letture: Am 8,4-7, 1 Tm 2,1-8, Lc 16,1-13   

di Ermes M. Ronchi


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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/09/2004 16.38
....e per chi volesse approfondire:
 
...........
 
I POVERI DI IAHVE'

Gesù con queste parole ci invita a sottomettere tutta la nostra vita alla volontà di Dio:

1)Chi non rinunzia ai suoi averi non può essere mio discepolo

2) Beati queli che si sono fatti
eunuchi da sé per il Regno dei cieli

3 ) Chi non odia il padre, la madre e
anche la sua vita non può essere mio discepolo

4) Se una parte del corpo ti
è di scandalo, tagliala.



  Insegna Giovanni Paolo II: "Della povertà evangelica i Padri sinodali hanno dato una descrizione quanto mai concisa e profonda, presentandola come - sottomissione di tutti i beni al bene supremo di Dio e del suo Regno-"( Pastores Dabo vobis n. 30 ).

  La povertà del cuore consiste nel sottomettere tutta la propria vita alla volontà Dio: in questo senso i tipi di povertà sono molteplici in quanto
riguardano tutti gli aspetti della vita.

  Si può, infatti, parlare di povertà sessuale quando si mette il sesso al servizio di Dio e della sua legge, di povertà culturale quando si mette la propria cultura al servizio della fede ecc.

"Cristo Gesù, da ricco che era, si fece povero per arricchire noi per mezzo della sua povertà. (...) Cristo ha scelto una situazione di povertà e di spogliamento per dimostrare quale sia la vera ricchezza da ricercare: quella
della comunione di vita con Dio "
( Libertà e liberazione 66 ).

  Scrive Antonio Fuentes, docente di esegesi biblica :" I poveri di Iahvé (...) erano denominati in Israele con l'appellativo ebraico di ANAWIM. (...)
Il loro nome, ANAWIM, ci parla di sottomissione e donazione a un potere superiore; (...) Al di sopra di tutto, pongono la loro fiducia in Iahvé, al quale raccomandano la loro causa ( cfr Ger 11,20; 20, 12 ).

 I ' poveri di Iahvè ' sanno che la comunione con Lui ( cfr Sal 73, 26-28 ) è il bene più prezioso nel quale l'uomo trova la vera libertà ( cfr Sal 16; 62;84 ). Per essi il male più tragico è la perdita di tale comunione.(...) Gli ANAWIM, o poveri di Iahvè, non sono solamente gli indigenti e gli invalidi, che in quanto tali reclamano da Dio una ricompensa; sono soprattutto e principalmente coloro che cercano Dio e adempiono i suoi precetti ( cfr Sof 2,3 ). (...) Nel libro di Giobbe troviamo un modello compiuto del ' povero di Iahvè '. Tutto il racconto è un canto alla fiducia in Dio, una splendida lezione di umiltà. (...) Giobbe si purifica interiormente e impara per diretta esperienza che cosa significa vivere veramente distaccato da tutte le proprie ricchezze; e, pienamente identificato con la volontà divina, si
abbandona fedelmente nelle mani della Provvidenza.

(...) Nell'imminente attesa del Messia, il Vangelo pone in risalto, per la loro umiltà e fiducia in Dio, l'anziano Simeone ( cfr Lc 2, 25 ), la profetessa Anna ( cfr Lc 2,36-37 ) e l'austera figura di Giovanni il Battista ( cfr Mt 3,1 ss ). Sono tutti fedeli rappresentanti degli ANAWIM
dell'antico Testamento.(...)

  Al di sopra di essi, tuttavia, si erge nei Vangeli la figura unica e singolare di Maria, la giovane di Nazaret: è il modello compiuto di povertà,
vale a dire di umiltà, distacco e fiducia in Dio (...). Quando l'Angelo le spiega che diverrà madre senza cessare di essere vergine, cioè quando le annuncia il mistero dell'Incarnazione, si dona interamente alla volontà divina, non indugia nella risposta né pone alcuna condizione alla propria donazione. (...)

  Il canto del MAGNIFICAT, ponte di unione fra l'Antico e il Nuovo Testamento, è il luogo dove forse meglio si può apprezzare la statura e la
grandezza d'animo di Maria: in questo breve inno si rispecchia alla perfezione l'anima degli ANAWIM.

(...) Egli - ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili- ( Lc 1,51-52 ) "
( Antonio Fuentes, La cruna e il cammello, il significato cristiano della ricchezza, ed. Ares '94, pag.21-28).

  La povertà del cuore significa che" Ai suoi discepoli Gesù chiede di preferirlo a tutto e a tutti" ( Catechismo della Chiesa cattolica 2544 ).

  Non è possibile amare il prossimo se non amiamo noi stessi e non è possibile amare noi stessi se non amiamo Dio al di sopra di noi stessi: " Se uno viene a me e non odia il padre, la madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle, e anche la sua vita, non può essere mio discepolo" ( Lc 14,26 ).

  La parola odio va intesa nel senso di - amare di meno - e ciò lo si deduce confrontando questo insegnamento con quello analogo di Matteo:-" (...) chi ama suo padre o sua madre più di quanto ama me, non è degno di me (...) ecc."- ( Mt 10,37 ).

  Per questo Giovanni Paolo II insegna che" Non è carità nutrire i poveri o visitare i malati portando loro risorse umane e tacendo loro la Parola che salva"
( Giovanni Paolo II, discorso Sono lieto, cf. Annunciare il valore religioso della vita umana, cristianità 1991, pag 11 ).

  Bisogna ricordare che esiste una gerarchia dei beni: il bene dell'anima è superiore al bene del corpo e quindi le opere di misericordia corporale devono sempre essere messe al servizio delle opere di misericordia spirituale.

   Dio non ci comanda di amare il fratello per amore del fratello - che sarebbe filantropia - ma ci comanda di amare il fratello per amore di Dio.

  L'amore cristiano per il fratello è un " amore che viene da Dio e va a Dio "
( cfr Libertà cristiana e liberazione n.68 ).

  Il semplice amore umano, invece, viene solo dall'uomo e va all'uomo ma è proprio l'assenza di Dio la causa di tutti i mali: dice il Concilio Vaticano II che " la creatura senza il Creatore svanisce " ( Gaudium et Spes n.36 ).

  L'esclusione di Dio produce la morte dell'uomo e provoca la divisione tra i fratelli: la Bibbia mostra che viene alterata la relazione fra l'uomo e la donna, poi la relazione tra i fratelli - Caino uccide Abele -.

  L'esclusione di Dio dalla società, nell'episodio di Babele, provoca la distruzione della società stessa ( cfr Giovanni Paolo II, Reconciliatio et
paenitentia n. 15-16 ).

  Chi non ama i fratelli non ama Dio ma è impossibile amare veramente i fratelli senza amare prima Dio, anzi, è impossibile amare se stessi senza amare Dio al di sopra di se stessi. Infatti il primo comandamento è :" Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente. Questo è il massimo e primo comandamento "
( Mt 22,37-38 ).

  Il secondo comandamento è quello dell'amore del prossimo:" Amerai il prossimo tuo come te stesso " ( Mt 22,39 ). Quindi Gesù insegna che, per amare gli altri, bisogna prima amare se stessi, ma per amare se stessi bisogna amare Dio al di sopra di se stessi: " (...) Chi avrà perduto la sua vita per amore mio, la ritroverà" ( Mt 10,37-39 ).

  Amare Dio significa fare la sua volontà e metterlo sempre al primo posto:
perché solo Dio è bene infinito adatto al nostro cuore, solo Lui è la felicità completa.

  Amare il prossimo significa desiderare per il prossimo il suo vero bene e cioè i comandamenti e fra i comandamenti il primo comandamento, cioè l'amore di Dio. Quindi, chi ama il prossimo deve desiderare che il prossimo giunga soprattutto e prima di tutto all'amore di Dio.

  L'amore di carità - cioè amare Dio al di sopra di se stessi e il prossimo per amore di Dio - può e deve richiedere il sacrificio dell'amore umano
perché non è possibile amare veramente il prossimo senza amare prima Dio e i
suoi comandamenti: senza Dio finiremmo, anche senza volerlo, a causa delle
passioni disordinate, per fare del male a noi stessi e al prossimo, confondendo i piaceri disordinati e momentanei con il bene e finendo
facilmente per persuaderci che è falso ciò che non vorremmo fosse vero.

( Bruto Maria Bruti )

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Da: Soprannome MSNdanymarka Inviato: 20/09/2004 22.43
Cara Caterina ho letto con interesse i molti appunti che hai riportato , ti ringrazio , anche gli interventi di tutti gli altri .
Non avendo molto altro da aggiungere , mi viene solo in mente questo :
 
conoscete persone non ricche ma comunque molto taccagne?
 
 E non per effettiva necessita' ma semplicemente per l'insicurezza che genera l'attaccamento ai beni materiali.
Credo sia proprio da questo tipo di insicurezza che Gesu' vuole proteggerci , oltre al pericolo dei vizi malsani che una vita troppo agiata potrebbe causare . D'altra parte molti vizi malsani li vediamo anche nelle classi piu' povere , quando non si mette la vita stessa ( con nessi e connessi) al fine dell'amore di Dio . Non sono i soldi che rovinano le persone , ma la mancanza di fede e desiderio del Padre a volte perche' non si conosce il Suo grande amore .
Ieri leggevo un bellissimo (commovente) messaggio di Dio Padre sul sito Medjugorje , dove Lui ci chiede di amarlo , ci dice che si fa piccolo come noi per stare in mezzo a noi  perche' ci ama infinitamente , ci chiede di aprirgli il cuore e confidarci con Lui di ogni dispiacere ogni desiderio e Lui fara' tutto per noi , tutto ci dara' se solo lo chiediamo .
Ama occuparsi di noi , ci chiede di non pensare erroneamente a Lui con  timore ,ma di chiamarlo Padre , di farlo amare anche dai nostri bambini , di fidarci di Lui come del migliore amico ,vuole poter usare la Sua misericordia con noi, conosce le debolezze dei Suoi figli , non vuole essere un giudice ma un Padre , se solo ci confidassimo con fiducia ,  e Lui ci correggera' e nulla ci rifiutera'.
 Lui Dio ci dice che si e' tolto la corona e l'ha messa ai suoi piedi ,e ci chiede di non rifiutare il Suo amore ! E' sicuro che gli uomini che leggeranno il Suo messaggio non potranno piu' rifiutare il Suo amore !
 
Piu' di cosi' cosa deve fare un Padre?!
 
Un saluto a tutti
Valentina
(Teofilo)
00domenica 7 marzo 2010 19:09
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/09/2004 23.04
Cara Valentina hai fatto centro.....
 
L'insistenza di Gesù verso i ricchi non è per condannare la loro prosperità, ma per metterli in guardia dal rischio della cupidigia e dunque DAL ROVINARE QUEL PATRIMONIO usandolo per scopi NON desiderati da Dio.....
 
Rileggendo Giobbe dal messaggio 14 riportato da lisa emerge che egli era stato benvoluto da Dio il quale l'aveva provveduto d'ogni bene, questa infatti sarà l'accusa di Satana per provocare la fedeltà di Giobbe ma che Dio ben conosceva come servo devoto e fedele.....
"TOGLIGLI OGNI COSA E VEDIAMO SE CONTINUERA' AD AMARTI"......Dio lo accontenta, e permette a Satana di indebolire la prosperità di Giobbe fino a renderlo povero, vedovo e malato.....privo di ogni bene, privo fin anche dei figli.....Alla fine Giobbe tornerà a ricevere da Dio la prosperità.....
 
Gesù su questa lunghezza d'onda vuole ricordare a noi, al ricco, di tenere a mente CHE NULLA GLI E' DOVUTO e che ciò che ha è per per essere a sua volta donato.....
 
Faccio un esempio, prendiamo il basilico tutti lo conosciamo vero?
Se durante la stagione giusta non provvediamo a staccargli le foglie, la pianta fiorirà e le sue foglie non potranno più essere usate per condire le pietanze.....diversamente più foglie toglieremo alla pianta del Basilico e più essa diventerà prosperosa, rigogliosa......
 
Se la prosperità che mi è toccata in sorte io la nascondo al mio prossimo, la fioritura non sarà più la mia ricchezza, ma la mia rovina, rovina dell'anima.....dello spirito.....
diversamente se in questa prosperità leggerò la mano di Dio che m'invita a dare al prossimo a farmi strumento delle sue mani....allora la mia ricchezza si moltiplicherà e non necessariamente in beni materiali, non ne avrò più bisogno perchè avrò capito che è più gioioso dare e dare gratuitamente.....e la ricompensa allora non potrà venire meno...e se dovesse venire meno non sarà la mia rovina....
 
Gesù dunque prende a cuore la sorte dei ricchi non perchè vuole vederli poveri, ma vuole insegnare loro a gestire i beni che non gli sono dovuti, ma sono donati per uno scopo....
come leggevamo dai testi inseriti noi NON siamo padroni di nulla se Dio non avesse detto "PRENDETE LA TERRA E SOGGIOGATELA".....
 
Il povero invece, corre meno questo rischio, ma attenzione, non è detto che la sua cupidigia sia minore rispetto ad un ricco.....
la taccagneria...l'avidità non riguarda solo l'aspetto materiale, ma anche spirituale.....
Una volta mi fermai presso una donna giovane sporca e all'apparenza molto povera con due figli accanto che chiedeva l'elemosina.....non avevo nulla con me ma le offrii di accompagnarla in macchina al centro d'accoglienza della Caritas....dopo un tira e molla la donna acconsentì.....Arrivati dentro la presentai alle persone competenti.....lei allora chiese dei soldi, alchè il signore volontario che prestava servizio le disse che lui non dava soldi, ma che l'avrebbe rifocillata lei e i bambini, rivestendoli e mettendola in regola con i documento per un eventuale lavoro.....provvedendo a darle un indirizzo dove altri volontari (suore di Madre Teresa) si occupavano dell'asilo durante le ore di lavoro dei genitori......
La donna rispose: " se non mi date soldi me ne vado, non ho bisogno della vostra carità...." e se ne andò....lasciandoci lì a bocca aperta......
 
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 22/09/2004 0.22

 

C'è un versetto che viene sempre citato non ricordo bene  ne il versetto ne la sua collocazione, ma dice a grandi linee che se credi, tutto il di più ti sarà dato in abbondanza, ( se qualcuno trova il versetto magari può scriverlo correttamente), ...


Cara Lisa,

controlla se il versetto a cui ti riferivi è il seguente:

Mat 6,33 Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.


Per Mario
 
..., lasciamo al più becero protestantesimo calvinista la giustificazione del possesso abnorme di denaro!  Dice San Paolo :"Avendo di che vestirmi e di che nutrirmi sarò di questo contento!" -  Sono tutti versetti che vanno in quella ed unica direzione !
:::::::::::::::
 
mi preme sottolineare la preoccupazione che era anche quella di Demostene, il quale faceva notare che vi è, da parte di certe frange, soprattutto pentecostali americane, la tendenza a far risaltare l'aspetto della ricchezza come se fosse un segno sicuro della benedizione di Dio contrariamente alla povertà che sarebbe un segno sicuro della riprovazione di Dio sui poveri.

Questa idea naturalmente è contraria ai più evidenti concetti evangelici che ci presentano un Padre che predilige l'orfano, la vedova e il povero in generale, e anzi rappresenta per Gesù la prima delle beatitudini come hai ricordato.

Lu 6,20 Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.

(Luca non specifica poveri in spirito ma dice solo "poveri", il che è da intendere anche in senso materiale oltre che  spirituale come in Matteo.)

Inoltre troviamo che egli si preoccupa dei poveri  e della loro situazione, non ritenendola per nulla indegna e conseguente alla collera divina per loro senza tuttavia negare il suo amore al ricco:

Mar 10,21 Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».

In questo versetto troviamo che amò il giovane ricco, indipendentemente dalle sue ricchezze, e siccome lo invitò a farsi povero e a preoccuparsi dei poveri dando loro i suoi averi, significa che i poveri non erano meno amati di quel ricco. Dunque il vero problema non è se un uomo è ricco o è povero ma è solo DOVE egli ha il proprio cuore, giacchè Cristo ci dice: Dov'è il tuo tesoro, là sarà pure il tuo cuore

Con affetto


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Da: Soprannome MSNdanymarka Inviato: 23/09/2004 23.10
Un pezzo del messaggio del Padre dato a Madre Eugenia .
Da quello che si legge e' che Dio ama i Suoi figli indipendentemente dalla loro ricchezza. I beni materiali sono un valore relativo , cio' che conta e' l'amore dei figli verso il Padre . 
 
dal sito di Medjugorje
 
Spero l'allegato sia leggibile
 
Saluti Valentina

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Da: Soprannome MSNdanymarka Inviato: 24/09/2004 20.07
Riprovo con l'allegato...!!!!
 MESSAGGIO DAL PADRE.doc  

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Da: francesco2 Inviato: 26/09/2004 9.39
Pace per tutti dal Risorto.
 
Dobbiamo morire al nostro egoismo, questa è la vera povertà che Gesù sottointende dall'evangelo.
Troppi predicatori stanno confondendo il consiglio che Gesù ci ha dato per mantenerci umili agli occhi del mondo.
Non è la prosperità ad essere condannata, Giobbe aveva tutto, come era stato detto da altri, e Dio lo amava ed egli amava Dio. Ma il tentatore vuole seminare il dubbio anche a Dio, gli dice che Giobbe lo ama perchè Dio lo aveva prediletto dandogli tutto.
Anche noi, fratelli e sorelle, siamo continuamente messi alla prova e in questia prova dobbiamo dimostrare che amiamo Dio anche quando la prosperità viene a mancare o quando non è mai arrivata.
Dio sa di cosa abbiamo bisogno.
Nel lavoro ho ricevuto una gratificazione che mi permetterà di avere anche qualche soldo in più, perchè dovrei pensare che questo è male, mentre perchè non dovrei pensare che il Signore conoscendo le difficoltà di un figlio prossimo, ci ha beneficato in qualche modo?
Se ora usassi male questa gratificazione, certamente il Signore si dispiacerebbe, certamanete ci resterebbe male e anch'io vivrei male perchè mi allontanerei piano pèiano da lui.
Bisogna che troviamo le mezze misure in questi casi, bisogna ragionare ed usare la testa, affinchè quello che ci è stato dato in più non sia per noi un vanto, non sia per noi una distruzione spirituale, ma che invece collaboriamo con il mondo che abbiamo attorno a noi.
Amare e fare del bene, queste sono le opere che il Signore ci ha dato in consegna e spesso ci da lui i mezzi per poter fare qualcosa agli altri, dipende da noi, fratelli e sorelle, sull'uso che potremmo fare.
Moriamo al nostro egoismo, alle nostre paure, alle nostre presunzioni, questo ci dice Gesù in termini di povertà spirituale.
 
Sia lodato Gesù e Maria, buona domenica Francesco
 

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 26/09/2004 11.47
Amici...rientro dalla Messa (rito Ambrosiano) nella quale abbiamo meditato la parabola del Ricco e di Lazzaro.....allora vi lascio con lemeditazioni del mio nuovo parroco.... ovviamente scriverò a braccio...
 
<.....Avete notato un particolare in questa lettura? Ditemi come si chiama il ricco.....( a questo punto il gruppo dei ragazzi coinvolti ha risposto che il ricco NON HA UN NOME)....Lazzaro invece ha un nome proprio in ebraico Lazzaro si dice EL-AZAR che vuol dire DIO HA SALVATO...sapendo che nei Vangeli e nella Bibbia tutto ha un significato che va trovato dentro le parole, questo particolare dei nomi per noi diventa importante: il ricco della parabola assume e può assumere il nome di ognuno di noi...oppure abbiamo un altro modo di leggere il brano: ogni cosa conosciuta, creata e scoperta HA UN NOME.....in questo caso il ricco appare come un NON CONOSCIUTO DA DIO ed è uno che NON conosce Dio....La sua condanna non è legata ai suoi possedimenti, ma a questa non conoscenza di Dio che lo ha indotto ad usare malamente quanto possedeva elo ha portato egli stesso ad ESCLUDERSI dalla partecipazione con Dio attraverso Lazzaro, il povero.
La nostra ricchezza è alimentata continuamente dalla Provvidenza: se io sono un buon avvocato, per ottenere fama e benessere devo aver in qualche modo messo a servizio della professione le qualità che sono un dono di Dio. La ricchezza non è soltanto denaro, ma anche le doti che abbiamo che spesso ci portano a raggiungere anche una certa ricchezza materiale, un poeta è ricco anche se vive poveramente; l'artista ha una ricchezza dentro di sè che è dono di Dio, e così via tutti siamo in qualche modo ricchi, anche il povero di spirito è un ricco, ma quando si parla di Lazzaro povero sappiamo benissimo che cosa è accaduto.
Ricordiamo allora di questa parabola che il nome del ricco potrebbe diventare ilnostro!
L'accurato esame di coscienza che ci viene offerto di fare all'inizio della Messa, ci deve indurre a cambiare atteggiamento, come suggerisce lo stesso Abramo nella parabola: hanno i profeti CHE LI ASCOLTINO! Siamo invitati ad ascoltare per accogliere la Parola di Dio e per vivere di conseguenza....Com'è allora il mio atteggiamento verso il Lazzaro del mio tempo? Come uso le doti che Dio mi ha dato? Che uso ne faccio della Provvidenza che mi ha messo in condizioni di vivere bene e meglio di altri? Quanto il mio egoismo mi impedisce di ringraziare e di essere provvidenza verso chi ha bisogno?
Quanto disprezzo le briciole della Mensa?
Vediamo qui che Lazzaro non disprezza il suo stato di povertà, ha imparato a convivere con uno stato che non si era scelto, ma ci si era ritrovato.....sperando da Dio una provvidenza continua....La Provvidenza si serve degli uomini, si serve di ognuno di noi.
Ecco...in questa settimana riflettiamo sul nostro comportamento rileggendo questa parabola e provando a metterci noi stessi in uno stato di riflessione che diventi un cambiamento là dove ci renderemo conto di non essere come Gesù ci chiede di essere.......>
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Elimina    Messaggio 28 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSNdanymarka Inviato: 26/09/2004 17.02
....in riferimento alla lettura del "ricco e Lazzaro" , anche  il parroco della chiesa qui a Kbenahvn ribadisce lo stesso concetto del tuo Caterina, ovvero che il ricco "era solo" perche' non aveva voltuto amare nessuno, nonostante ne avesse tutte le possibilita' data la sua agiatezza , al contrario del povero che lo era per mancanza di possibilita' .
Entrambi soli, ma il ricco lo era perche' mancava dell'amore di Dio, non lo conosceva e non amava di conseguenza il prossimo , mentre e' giustificato il povero in quanto impossibilitato ad avere amici .
Non e' la ricchezza che condanno' il ricco , ma la non conoscenza di Dio . Avrebbe potuto amare , anche aiutando il povero, che ogni giorno era davanti la sua porta, ma lui non lo vide , non volle amare .
 
A proposito avete letto il messaggio in allegato nel mio prec. post , Messaggio da Dio Padre dato a Madre Eugenia ? 
Nell'allegato ho inserito la parte dove Lui parla dell'abbondanza che ha offerto al figlio , e che non l'ha amato se non nell'ultimo istante della sua vita !
 
Buona domenica  
Valentina
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