Nell'omelia dell'arcivescovo di Dublino alla messa per il Michelmas Law Term La legge e la voce della società
Dublino, 5. "Le leggi e i regolamenti esistono per proteggere i più vulnerabili e per frenare l'arroganza verso la quale tutti sono tentati": è il richiamo fatto a tutti gli operatori del sistema giudiziario dal vice presidente della Irish Catholic Bishops' Conference (Icbc), l'arcivescovo di Dublino e primate d'Irlanda, Diarmuid Martin, in occasione della santa messa che, ieri, ha segnato l'avvio nel Paese anglosassone del Michelmas Law Term, uno dei quattro periodi in cui è diviso l'anno legale delle Courts of England and Wales. Michelmas prende nome dalla festa dei santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli, che cade il 29 settembre.
L'arcivescovo ha indicato nell'omelia la necessità che la società garantisca a tutti un uguale trattamento, arginando i tentativi di divisione promossi da una certa cultura dominante. "Un sistema democratico - ha sottolineato il presule - è quello che garantisce a tutti di poter esprimere la propria voce e che rende tutti responsabili nei confronti del prossimo".
Il vice presidente della Icbc ha ricordato che il compito principale di un sistema democratico - che poggia sulla classica divisione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario - è proprio quello di dare "voce" alle fasce sociali più emarginate. "Ciascuno dei tre poteri, a modo suo - ha osservato l'arcivescovo di Dublino - ha il compito di promuovere, servire e proteggere una società in cui le persone si sentono sicure nelle proprie sfere individuali, sicure delle proprie capacità di portare un contributo al bene comune e sicure di essere protette e assistite quando esse diventano vulnerabili".
Il presule ha evidenziato il rischio che il mancato rispetto del sistema democratico basato sulla distinzione dei poteri, sul quale poggia la crescita di una società aperta e inclusiva, porti a favorire il totalitarismo e la corruzione. "Qualora tale distinzione - ha affermato monsignor Martin - cominci a cedere, inevitabilmente si aprirebbero le porte a leggi totalitarie che consentirebbero alla cultura della corruzione di prosperare. A tale riguardo, infatti assistiamo in tutto il mondo ai tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nelle basi stesse della società, per indebolire l'indipendenza dei poteri, in modo che possa prosperare liberamente e impunemente".
Il vice presidente della Icbc ha fatto riferimento a un'indagine sulla povertà condotta nei Paesi in via di sviluppo, alla fine dello scorso secolo, dalla Banca Mondiale, con la quale era emersa che l'esigenza primaria espressa dagli intervistati era stata quella di "essere ascoltati". I poveri e gli emarginati, ha spiegato l'arcivescovo di Dublino "volevano essere sentiti, ascoltati e rispettati nella pienezza della loro dignità. Volevano avere una voce attiva nelle società in cui vivevano". E ha poi ribadito: "Un sistema democratico è un sistema in cui tutti hanno una voce e in cui tutti si assumono le proprie responsabilità, nel rispetto degli altri".
Un sistema democratico, ha precisato, non riguarda soltanto le procedure elettive dei rappresentanti negli organi assembleari o in altri uffici, "ma la capacità di supportare una società dinamica e di sviluppare nuove forme di dialogo, oltre all'abilità di sfidare qualsiasi forma di potere". Pertanto, ha concluso, "la voce dei poveri e degli emarginati senza il supporto della legge viene soffocata e la legge che non ascolta la voce della società diventa arrogante e tirannica". A tale proposito, il presule ha fatto riferimento all'immagine biblica della torre di Babele: "La torre di Babele è l'immagine della crescita incontrollata, della crescita dominata dall'avidità personale e intellettuale. È l'opposto della Pentecoste. I costruttori della torre andarono avanti nei loro piani indipendentemente da qualsiasi altro fattore, perdendo il contatto con la realtà e con ciò che è veramente crescita umana e sociale".
Il tema della povertà e dell'esclusione sociale sta dominando le discussioni nel Paese, che sta attraversando una forte crisi economica e finanziaria. La commissione per la giustizia e gli affari sociali dell'episcopato ha pubblicato un documento dal titolo "Sulla scia della tigre celtica: la povertà nell'Irlanda contemporanea". Nel documento si sottolinea che "ogni giorno porta nuova disoccupazione con conseguenze devastanti per gli individui e le famiglie. Mentre riconosciamo le molte pressioni alle quali è sottoposto il Governo e il bisogno di decisioni difficili, non si possono ignorare i bisogni dei più deboli".
(©L'Osservatore Romano - 6 ottobre 2010)
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)