L'affermazione del topic fa sorgere una serie di domande che è bene evidenziare prima di iniziare l'esame della questione. 1) Cristo, allora è venuto a salvare solo gli adulti; non è dunque il salvatore di tutti gli uomini? 2) Non è vero allora quello che dice Paolo in Rom 5,12 "Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. " ? 3) Non è vero il salmo 50 che dice " 7Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre" ? 4) Tutti gli uomini allora nascono concepiti senza macchia di peccato originale ? 5) Solo i bambini sono di Gesù, gli adolescenti, i giovani e gli adulti no? Non siamo stati tutti creati da lui, per mezzo di lui e per lui ? (Gv 1,3) A dimostrazione dell'affermazione di cui sopra, viene portato il seguente versetto: Infatti sta scritto: Matteo 11:25 -In quel tempo Gesù prese a dire: Io ti rendo lode, o Padre, Signor del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli." Il fatto che Gesù lodi il Padre per aver rivelato le cose più sublimi ai piccoli non esclude che essi siano bisognosi di redenzione come tutti gli altri esseri umani, infatti: Paolo, scrive ai Romani: 5,12 Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. E' chiaro da questo testo che anche i bimbi appena nati recano il peccato d'origine commesso dal primo uomo, pur non avendo avuto ancora la possibilità di commettere deliberatamente dei peccati. In 2 Cor 5,14 Paolo dice ancora: " Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. 15Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. " Quindi, benchè tutti siamo nati nel peccato, tutti possiamo essere giustificati grazie alla morte redentrice di Cristo. Egli però ha posto alcune condizioni affinchè la redenzione da lui operata possa essere ottenuta; tra queste condizioni troviamo anche il battesimo; in Gv 3, 5 leggiamo: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. 7Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. " Questo testo è perentorio e impone a tutti, senza distinzione di età, il battesimo come mezzo necessario per ottenere la salvezza. Quanto sopra dovrebbe già essere di per se sufficiente a dirimere la questione. Ma dal momento che sono sorte delle obiezioni al battesimo dei bambini: esaminiamoli. Il Signore ha detto agli Apostoli prima della sua ascensione:" chi crederà e sarà battezzato sarà salvato" (Mc 16,16). C’è chi ritiene, che il battesimo debba essere necessariamente conseguente alla libera professione di fede, interpretando come legate fra di loro, le due condizioni per la salvezza, espresse in questo testo: la fede e il battesimo. Ma non è detto che debbano essere necessariamente prese le due condizioni intendendo l'una come conseguenza dell'altra ma piuttosto come l'una e l'altra. Per esempio in Mc.1,15 Gesù diceva "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo". Gesù chiede anche in questo caso due condizioni per il regno di Dio, ma è chiaro in questo testo che il cammino di conversione può far seguito alla fede nel Vangelo e non necessariamente che la fede nel Vangelo debba necessariamente far seguito alla conversione. L'importante è che, per chi è in condizione di doversi convertire, oltre alla fede nel Vangelo, operi anche una conversione di vita. I bambini naturalmente sono in una condizione privilegiata, non avendo ancora contratto tutti i vizi che la natura umana va accumulando nella vita, e quindi non hanno bisogno di conversione. Ma di redenzione certamente sì. Viene obiettato: Perchè allora Gesù afferma che "di chi è come loro è il Regno dei Cieli" ? Oppure: "Se non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli"? Rispondo: appunto perchè essi sono nella condizione più favorevole per poter entrare nel regno, potendo fare a meno della conversione ed avendo bisogno solo dell'acqua del battesimo, condizione ineliminabile che è espressa in Gv 3,5. Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio in proposito, consideri cosa dice Gesù nel "sermone del monte" Mt 5,3ss "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli...10Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. In pratica, significa forse che tali categorie non hanno bisogno del battesimo ? Certamente no; la stessa cosa vale per i bambini, dei quali Gesù dice che "di essi è il regno dei cieli". Viene obiettato ancora che nel NT non abbiamo nessuna attestazione esplicita del battesimo dei bambini. Vi sono però dei testi che fanno ritenere che questo avvenisse regolarmente. Vediamo quali sono i brani in questione: In 1 Cor 1,16 Paolo testimonia di avere battezzato anche lui una casa intera, quella di Stefana. In Atti 16,15 sono battezzate Lidia e la sua casa In Atti 18,8 il sovrintendente della sinagoga insieme a tutta la sua casa In Atti 11,14 Pietro dice che un Angelo aveva detto al battezzando: "potrai salvarti tu e tutta la tua casa" In Atti 16,33 si dice del carceriere di Filippi: "si fece battezzare con tutti i suoi Da queste indicazioni emerge come probabile la pratica di battezzare anche i minori presenti nell’ambito della famiglia che veniva battezzata. Appare inoltre strano che dopo il battesimo di uno dei componenti anche gli altri, grandi o piccoli, liberi o schiavi, appartenenti alla cerchia familiare, senza troppe domande venissero ammessi al battesimo Ad ulteriore conferma di questa opinione vi è anche la pratica giudaica del battesimo dei proseliti ebrei, in cui è dimostrato che venivano battezzati anche i figli in minore età. (cf. Jeremias: Kindertaufe,pp 44/47 ). Dall’espressione di Gesù "lasciate che i bambini vengano a me" (Mc.10,13), Cullman ha voluto scorgere una formula battesimale che contiene la locuzione: "che cosa impedisce ?" che venga battezzato? Infatti il verbo greco ricorre in altri passi del NT in connessione con il battesimo (Atti 8,36 / 10,47 / 11,17 / Mt 3,14) Inoltre in Col.2,11 il battesimo cristiano viene da Paolo accostato alla circoncisione ebraica e viene denominato come "circoncisione del Cristo". Ricordiamo a questo proposito che i bambini ebrei ricevevano la circoncisione subito dopo la nascita e venivano così inseriti ufficialmente nel popolo eletto. E notiamo anche che tali neonati non effettuavano essi stessi nessuna scelta consapevole, ma i genitori lo facevano per loro conto. Infine nel NT viene accennata una strana pratica da parte dei primi cristiani, descritta brevemente da Paolo in 1 Cor.15,29. Vi si dice che tra i primi cristiani vi erano taluni che si facevano "battezzare per i morti". Questa pratica sembra far pensare all’uso di applicare il battesimo a favore di parenti (forse credenti ) morti senza averlo ricevuto, nel timore della loro perdizione eterna. Se ne deduce che era quindi assai vivo il timore di non poter conseguire la salvezza senza il battesimo ed abbiamo inoltre in questo testo una conferma esplicita che i Corinti praticavano "IL BATTESIMO PER PROCURA". Paolo non biasima questa pratica ma lo cita come conferma della resurrezione dei morti. A questo punto sorge la domanda: se il Signore ha condizionato la salvezza alla fede ed al battesimo, e non ad uno solo dei due elementi, cosa succede ad una persona che non è in grado o non arriverà ad essere in grado di accettare autonomamente la fede ? Chi ci autorizza a privarla di una delle condizioni indispensabili per la salvezza? Chi si assume questa responsabilità ? Il problema si pone non solo per i bambini ma anche per coloro che hanno delle insufficienze mentali. Taluni si chiedono cosa accadrà dei milioni di bambini morti senza aver avuto il battesimo. Ebbene la Chiesa risponde che Cristo ha legato la salvezza al battesimo, ma Lui stesso non è legato al battesimo. In parole povere significa che la via ordinaria per ottenere la salvezza passa per il battesimo (oltre che ovviamente per tutte le altre condizioni richieste dal Vangelo), ma Cristo può trovare anche vie straordinarie per salvare gli uomini. A noi dunque compete fare quello che ci è chiesto, il resto lasciamolo fare al Signore. Paolo infatti dice in 1 Tim 4:abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono. Il brano di 1Cor 7,14 che viene addotto per affermare che la santità di un genitore si trasmette alla prole. Ma questo testo non esclude affatto che il battesimo possa venire amministrato al fanciullo; l’espressione di Gesù: "di essi (bambini) è il regno dei cieli", non esclude che essi possano riceverlo, se possono. Per chi non potesse, il Signore potrà trovare altre strade non ordinarie per la salvezza, che non sta a noi decidere. La Chiesa pertanto ritiene che non si debba privare del battesimo nessun bambino, inserito in un contesto cristiano, in un popolo di salvati, destinato a conoscere il Signore, soprattutto tenendo conto che un bimbo potrebbe morire senza aver avuto il tempo di maturare una decisione personale. Inoltre ci sono altri elementi : La decisione di venire alla vita fisica non è venuta da noi stessi; perché non potrebbero essere i genitori a scegliere anche la nascita ad una vita di grazia? Nella visuale neotestamentaria il battesimo è piuttosto un fatto salvifico donato da Dio all’uomo, per cui liberato dal peccato e reso nuova creatura, gli viene resa possibile una nuova esistenza. Lo Spirito Santo diviene pertanto un principio vitale che attraverso la Grazia costituisce un aiuto costante nel vivere la vita in Cristo. La prassi battesimale dei bambini nella chiesa primitiva è documentata in alcuni testi: un testo di Ippolito di Roma ( 215 d.C.) dice testualmente: " …i battezzati si avvicinino alle acque che devono essere correnti e pure. Si svestano e siano battezzati prima i bambini. Se possono rispondere essi stessi rispondano, altrimenti rispondano i loro genitori o qualcuno della loro famiglia, si battezzino poi gli uomini adulti ed infine le donne. S. Agostino ne fa riferimento in diverse occasioni: Nel suo commento al Vangelo di S. Giovanni 8,21-25 (discorso 38 par.6) dice: "…per questo il fanciullo che ancora succhia il latte della mamma è portato da pie mani alla chiesa nel timore che esca dalla vita senza il battesimo e che muoia nel peccato nel quale è nato." Nel suo commento a Gv.15,1-3 (discorso 86 par.3) dice: "… questa parola della fede ha tale potenza nella Chiesa che essa, per mezzo di colui che crede, che offre l’acqua, che la benedice, che la versa, purifica anche il fanciullo, il quale per la sua età ancora non è capace di credere con il cuore, per ottenere giustizia, né è in grado di professare la fede con la bocca, per ottenere la salvezza. Tertulliano, esprime qualche preoccupazione sull’amministrazione del battesimo ai bambini, ma non lo esclude, soprattutto nei casi gravi, cioè di probabile morte del bambino. Egli dice testualmente nel "De baptismo" Cap.18,4-5 : "Tenendo conto delle situazioni, delle disposizioni e anche dell’età di ogni persona, rimandare il battesimo presenta maggiore utilità, soprattutto quando si ha a che fare con bambini. Se non ci sono casi proprio gravi... Da questi brani si deduce esplicitamente che questa prassi era seguita agli albori del cristianesimo. Il NT presenta anche questo testo molto significativo per comprendere l'importanza del battesimo dei bambini: in 1 Cor 10 troviamo: 1Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, 2tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare... Anche i bambini si trovavano ad attraversare il mar rosso, figura del battesimo istituito da Cristo; essi con i loro genitori, formano il popolo salvato da Dio. Tutti gli argomenti a sfavore sono meno significativi di quanto invece la Chiesa ha inteso fare, come interprete della volontà del Maestro, ("chi ascolta voi ascolta me") e che abbiamo esaminato sulla base delle Scritture. Gesù in Giovanni 3,5 dice dunque: chi non è nato da acqua e da Spirito non può vedere il regno di Dio. Già nel primo verso della Bibbia troviamo che lo Spirito di Dio aleggiava sull’acqua, elemento materiale della creazione, che viene resa "buona" ed utile dallo Spirito Santo. Nel diluvio l'acqua è servita come mezzo di punizione, ma anche come simbolo di purificazione (cf. 1 Pietro 3,20-21). Nel Salmo 50,9 e in Ezechiele 36,25 l'acqua serve a indicare la purificazione dal peccato. Ma vi è differenza tra prima e dopo l'intervento di Dio nel mondo mediante il suo Cristo. Nel battesimo cristiano l'acqua, in virtù dell'opera redentiva del Figlio unico di Dio, acquista un'efficacia soprannaturale, che purifica o lava non una sporcizia corporale, ma spirituale. Nel testo citato di Pietro (1 Pt. 3,2 1), il capo degli Apostoli spiega come il battesimo cristiano, mediante l'acqua, simbolo di purificazione, accompagnato dall'invocazione di salvezza rivolta a Dio, libera l'anima da ogni sozzura morale in virtù dell'opera redentrice di Cristo culminata nella sua risurrezione: "Quest'acqua (quella del diluvio) era immagine del battesimo che ora salva voi. il battesimo non è un lavaggio del corpo, per togliere via lo sporco; è invece un'invocazione a Dio, fatta con buona coscienza. Il battesimo vi salva perchè Cristo è risorto, e ora si trova in cielo. Accanto a Dio, egli regna sopra tutti gli angeli, le forze e le potenze celesti"(1 Pietro 3,21-22; ) Effettivamente il dono o forza (dynamis) che lo Spirito Santo infonde nel battezzato, consiste in una nuova vita. Gesù parlò di rinascita " da acqua e da Spirito " (Giovanni 3,5) E' una rinascita dall'alto. Vi è Qualcuno che agisce dalla sfera dell'invisibile, del trascendente; ed infonde nell'uomo una nuova vita mediante il battesimo. "In verità, in verità ti dico: nessuno, se non nasce da acqua e Spirito può entrare nel regno di Dio" (Giovanni 3,5, Garofalo) Quindi nella Bibbia vi sono molti versetti che fanno riferimento all’acqua come elemento della natura creata, segno tramite dell’azione vivificante dello Spirito. Dunque non solo acqua come parola astratta e allegoricamente intesa, usata anch’essa da Gesù in altri passi. Ma nel verso di Gv 3,5 l’allusione all’acqua del battesimo, non è soltanto una mia interpretazione. Per quanto mi riguarda, ho l’abitudine di non ritenere mai la mia interpretazione come assoluta se non trova riscontro nel pensiero dei biblisti più accreditati ed in ultima analisi, nell’insegnamento ufficiale della Chiesa. Vediamo perciò se il tuo "libero esame" di Gv 3,5 trova dei riscontri. La Bibbia, Parola del Signore, interconfessionale rende Giovanni 3,5 nel modo seguente: "Gesù rispose: lo ti assicuro che nessuno può entrare nel regno di Dio se non nasce da acqua e da Spirito". Seguono alcuni accreditati commenti a questo versetto: Commenta La Bibbia di Gerusalemme: "Allusione al battesimo e alla sua assoluta necessità (cf. Romani 6,4)"I. La Sacra Bibbia di Salvatore Garofalo commenta: "L'acqua e lo Spirito richiamano il battesimo nuovo annunziato dal precursore (cf. Giovanni 1,26-33; Matteo 3,1 1)". G.Ricciotti commenta: "…per mezzo del battesimo". E.Galbiati- Piero Rossano : " è il battesimo rigeneratore presentato in riferimento al battesimo di Gesù annunciato dal Battista (Gv 1,33: Egli vi battezzerà in Spirito Santo). Ho anche controllato una versione della Bibbia evangelica della SOCIETA’ BIBLICA BRITANNICA E FORESTIERA che pone in calce come riferimento parallelo, il versetto di Atti 2,38 in cui Pietro parla di battesimo. (Penso che anche la Diodati, che posseggo in una versione senza riferimenti paralleli, riporti un riferimento analogo) Inoltre, considerato che il termine "acqua" di cui stiamo cercando il reale significato si trova in Giovanni, è anche giusto vedere più esattamente nel contesto giovanneo, in cui si trova inserito, cosa possa intendere. E anche in questo caso troviamo numerose conferme ai commenti dei biblisti. Infatti si parla del battesimo, o dell'elemento materiale dell'acqua in Gv 1,26+31+33 in Gv 2,7+9 in Gv 3,23-26 e in Gv 4,1-2. Da questo è ben comprensibile che Gv.3,5 si riferisca all'acqua del battesimo, perchè Giovanni ne parla sia prima che dopo. Gli studiosi pertanto hanno valide ragioni per commentare il versetto come riferito sopra. Da quanto sopra mi è lecito concludere che il testo di Giovanni 3,5 faccia riferimento all’elemento naturale dell’acqua, come segno efficace della grazia battesimale, attraverso cui viene donato lo Spirito all’umanità . L’interpretazione spirituale non può prescindere a mio parere dall’elemento naturale, scelto espressamente da Cristo per comunicarci la Sua Grazia. Lo stesso problema lo avevamo incontrato quando abbiamo affrontato l’interpretazione di Gv 6,63, se ricordi. Le parole di Gesù riportate da Giovanni hanno una valenza universale. Condizione essenziale per entrare nel regno di Dio, per ottenere la salvezza operata da Cristo, è la rinascita alla vita di figli adottivi di Dio, che si ottiene col battesimo . Perciò san Paolo chiama il battesimo "un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo" (Tito 3,5; cf Romani 6,4; Efesini 5,26). Su base biblica possiamo dunque concludere che i bambini non possono essere esclusi da questo lavacro universale di rigenerazione. Che anche l'Apostolo Paolo fosse convinto della necessità assoluta e universale del battesimo appare chiaro dal fatto che egli paragona il battesimo cristiano alla circoncisione, anche se il battesimo supera di molto in quanto ad efficacia salvifica l'antico rito giudaico: Scrive l'apostolo: "In lui (Cristo) voi siete stati anche circoncisi, di una circoncisione però non fatta da mano di uomo, mediante la spogliazione del nostro corpo di carne, ma della vera circoncisione di Cristo. Con lui (Cristo) infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti" (Colossesi 2,11-12). Non solo gli adulti che si aggregavano al popolo ebraico (i proseliti), ma anche i neonati ebrei erano sottoposti al rito della circoncisione dopo appena otto giorni dalla nascita (cf. Luca 2,2 1). Se il parallelo fatto dall'Apostolo tra circoncisione e battesimo non è vanificato, ne segue che i bambini possono e devono ricevere il beneficio della vera circoncisione, ossia del battesimo, che li aggrega all'Israele di Dio (cf. Galati 6,16). Chi crederà ... (Marco 16,16) - Contro la dottrina e la prassi della Chiesa Cattolica di battezzare i bambini alcune confessioni non cattoliche (Lutero non solo ammetteva il battesimo dei bambini ma difese tale pratica, dal momento che sostenere la libera decisione da adulti avrebbe significato entrare in contraddizione col suo sistema di pensiero che toglieva all'uomo ogni iniziativa all'opera della Grazia che egli assegnava unicamente a Dio) obiettano le parole di Gesù in san Marco 16,16: a) Certo, per ricevere il battesimo da adulti è necessaria la fede, ossia l'adesione libera e cosciente al Vangelo. La Chiesa Cattolica esige sempre questa condizione prima di amministrare il battesimo a una persona adulta. Affinchè un adulto possa essere battezzato, è necessario che abbia manifestato la volontà di ricevere il battesimo, sia sufficientemente istruito nelle verità di fede e sui doveri cristiani e sia provato nella vita cristiana per mezzo del catecumenato; sia anche esortato a pentirsi dei propri peccati". b) Anche per il battesimo dei bambini la Chiesa Cattolica esige un'analoga condizione. Analoga nel senso che il bambino non può fare direttamente una scelta di fede; ma la può fare indirettamente tramite i suoi genitori o chi ne fa legittimamente le veci che si impegna ad accompagnarlo nella vita di fede. - che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica; se tale speranza manca del tutto, il battesimo venga differito, secondo le disposizioni dei diritto particolare, dandone ragione ai genitori". c) Possiamo perciò parlare di un diritto-dovere dei genitori, specie del padre, a far battezzare i bambini alle dovute condizioni. Questo diritto-dovere è giustificato dalla Bibbia: è un diritto biblico. E' normale che poi una volta acquisita la facoltà di scegliere, sarà la persona a decidere se accogliere o respingere la fede attraverso la quale egli è stato accompagnato, se rimanere o non rimanere nel seno del popolo di Cristo nel quale egli ha ricevuto il battesimo. troviamo dunque come parallelo di questo, l'ordine dato da Dio ad Abramo relativo alla circoncisione dei neonati: "Disse Dio ad Abramo: Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la discendenza dopo di te di generazione in generazione. Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra voi ogni maschio" (Genesi 17,9-10). E ancora: "L'ottavo giorno si circonciderà il bambino" (Levitico 12,3; cf. Luca 1,59; 2,21). E' chiaro che il bambino non era capace di esprimere la sua volontà, di decidere da sè se rispettare l'alleanza o seguire altre vie. Eppure Dio impone l'obbligo ai genitori di circonciderlo, di introdurlo nell'alleanza col Dio di Abramo. Come mai obbliga il suo popolo ad imporre ai figli un’appartenenza che essi non hanno scelta e che potrebbero rifiutare da grandi con le proprie infedeltà ? Su questa domanda esplicita ti prego di dare gentilmente la tua risposta. d) Nella Chiesa, che è l'Israele di Dio (Galati 6,16), questo diritto non è stato annullato, come risulta dai testi del NT in cui risulta il battesimo di intere famiglie. Vi è chi pensa che si trattava solo di adulti. Ma come è possibile affermarlo? Commenta Jean-Jacques von Allmen: "Per non vedere in questi testi - a condizione, certo, di una fede viva del capo di casa - l'autorizzazione del battesimo dei bambini, sarebbe necessario respingere la dottrina biblica dell'unità familiare; poichè è questa unità familiare quella che autorizza, anche sotto l'antica alleanza, la circoncisione dei piccoli Giudei: ora san Paolo fa del battesimo il parallelo della circoncisione per la nuova alleanza" (cf. Colossesi 2,1) Per quanto riguarda l'usanza di battezzare per immersione da parte dei primi cristiani siamo d'accordo che può essere fatto anche così, ma non è scritto che debba essere fatto per forza così; quello che importa è l'elemento ACQUA (Gv 3,5) che viene vivificata dallo Spirito attraverso la parola della fede. Quindi la Grazia viene comunicata non dal modo con cui si viene battezzati ma dal lavacro con tale acqua, che può avvenire anche per aspersione. L'osservazione, fatta da chi riprova la "tradizione", pare assai contradditoria.
|