Il manifesto di papa Ratzinger: "Così prenda inizio la trasformazione del mondo"
La rivoluzione cristiana nasce nella liturgia, dice Benedetto XVI. E il suo "canone", la sua regola costitutiva, è la grande preghiera eucaristica. L'ha spiegato nell'omelia del Giovedì Santo. E prima ancora in una catechesi, altrettanto sorprendente
di Sandro Magister
ROMA, 14 aprile 2009 – Nella scorsa settimana santa Benedetto XVI ha accompagnato ogni celebrazione con una omelia, di quelle genuinamente sue, dalla prima parola all'ultima. Le omelie sono ormai un segno distintivo di questo pontificato. Forse ancora il meno noto e il meno capito. Ma sicuramente il più rivelatore.
Papa Joseph Ratzinger non è soltanto teologo, è ancor prima liturgo e omileta. In www.chiesa questo suo carattere inconfondibile è stato messo in evidenza più volte. Lo scorso anno, ad esempio, mettendo in rete in blocco, subito dopo Pasqua, le sei omelie della precedente settimana santa. E in autunno curando la raccolta in un libro – edito da Scheiwiller del Gruppo 24 Ore – delle omelie di Benedetto XVI dell'intero anno liturgico appena trascorso.
Dopo la settimana santa di quest'anno, invece, il lettore non troverà riportate qui sotto tutte le omelie pronunciate dal papa nell'occasione. Queste le leggerà agevolmente nel sito del Vaticano, cliccando sul link segnalato a fine pagina.
Delle omelie papali dello scorso triduo sacro ne è riprodotta qui di seguito una sola, quella della sera del Giovedì Santo.
E subito dopo il lettore troverà un altro testo di Benedetto XVI di qualche mese precedente: la catechesi da lui tenuta all'udienza generale di mercoledì 7 gennaio 2009.
I due testi sono tra loro strettamente legati. Sia nell'uno che nell'altro papa Ratzinger spiega le parole e il senso profondo del Canone Romano, la preghiera centrale e costitutiva della messa, la più antica tra quelle in uso in tutto il mondo con l'attuale messale della Chiesa di Roma.
Nella messa "in cena Domini" del Giovedì Santo il Canone Romano ha alcune varianti proprie del giorno. E fin dalle prime parole della sua omelia Benedetto XVI ne mette in luce la particolarità.
Ma è al senso complessivo di questa preghiera liturgica capitale che papa Ratzinger dedica l'intero seguito dell'omelia.
E fa lo stesso in un passaggio della catechesi del 7 gennaio, che per il resto è dedicata a illustrare il culto cristiano nel suo insieme. Quel culto che il Canone Romano, sulla traccia di san Paolo, definisce "rationabile".
La traduzione corrente di "rationabile", nelle lingue moderne, è "spirituale". Ma Benedetto XVI mette in guardia dal pensare che il culto cristiano sia qualcosa di metaforico, di moralistico, di puramente interiore. No, spiega, il vero culto cristiano afferra gli uomini e il mondo nella loro interezza, è anche corporeità e materialità, è "liturgia cosmica" nella quale "i popoli uniti in Cristo, il mondo, diventino gloria di Dio".
È rarissimo, nella moderna produzione teologica e liturgica, incontrare una spiegazione del significato del culto cristiano così penetrante come in questi due testi della predicazione di papa Ratzinger.
Ecco dunque qui di seguito, nell'ordine:
– l'omelia di Benedetto XVI nella messa "in Cena Domini" dello scorso Giovedì Santo;
– la catechesi del 7 gennaio 2009 sul culto "spirituale";
– i link ai testi integrali del Canone Romano in latino e in lingua moderna;
– più altri rimandi all'insieme delle omelie papali.
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Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)