00 20/01/2011 01:24

                                   Albino Luciani Giovanni Paolo I il Rosario


Il Rosario esprime la fede senza falsi problemi

Miei fratelli e sorelle,
se invitassi, durante un'adunanza di cattolici, signore e signori a mostrar quel tengono in tasca o nelle borsette, che cosa scoprirei?
Vedrei certo in quantità pettini, specchietti, tubetti di rossetto, portamonete, accendisigarette ed altre coserelle più o meno utili.
Ma quante corone del Rosario?
Anni fa ne avrei viste di più!
Nella casa del Manzoni a Milano, appesa in capo al letto si vede anche oggi la sua corona: la recitava abitualmente e nei "Promessi Sposi" la sua Lucia tira fuori la corona e recita il Rosario nei momenti più drammatici.
Windthorst, uomo di stato tedesco, fu invitato una volta da alcuni amici non praticanti a mostrare la sua corona. Era uno scherzo; gli avevano prima sottratta la corona dalla tasca sinistra. Windthorst, non avendola trovata nella sinistra, mise la mano nella tasca destra e fece bella figura. Aveva sempre una corona di ricambio!
Cristoforo Gluck, grande musicista, durante i ricevimenti alla Corte di Vienna, si appartava alcuni minuti per dire il Rosario.
Il beato Contardo Ferrini, professore all'Università di Pavia, invitava a recitarlo gli amici, nella cui casa era ospite.
Santa Bernardetta assicurava che, quando la Madonna le apparve, aveva la corona al braccio, le chiese se essa pure l'avesse, invitandola a recitarla, mentre la Madonna di Fatima raccomandò ai tre pastorelli la recita del Rosario.

Perchè ho cominciato con questa serie di esempi?

Perchè il Rosario è da alcuni contestato. Dicono: è preghiera infantilistica, superstiziosa, non degna di cristiani adulti. Oppure: è preghiera che cade all'automatismo, riducendosi ad una ripetizione frettolosa, monotona e stuzzichevole di Ave Maria. Oppure: è roba d'altri tempi; oggi c'è di meglio, c'è la lettura della Bibbia per esempio che sta al Rosario come il fior di farina sta alla crusca! Come a dire che la Bibbia e il Rosario sono così in contraddizione.

Mi si permetta allora di dire qualche cosa in proposito da pastore d'anime.

Prima impressione.
La crisi del Rosario viene in un secondo tempo. Prima viene la crisi della preghiera in generale. La gente è tutta presa dagli interessi materiali, alla propria anima pensa pochissimo. Il fracasso ha poi invaso la nostra esistenza. Macbeth potrebbe ripetere: ho ucciso il sonno! Ho ucciso il silenzio! Per la vita intima e il dolce colloqui con Dio si fa fatica a trovare qualche briciolo di tempo. E' un grave danno!
Diceva Donoso Cortes: "oggi il mondo va male perchè ci sono più battaglie che preghiere".
Si sviluppano le liturgie comunitarie, che sono anche un certo bene, si, ma non bastano: occorre anche il colloquio personale con Dio.

Seconda impressione.
Quando si parla di "cristiani adulti" in preghiera, si esagera e il termine "adulto", nel rapporto con Dio, non è proprio l'ideale.
Personalmente, quando parlo da solo con Dio e alla Madonna, non riesco affatto di sentirmi adulto, preferisco sentirmi un vero fanciullo. La mitria, lo zucchetto, l'anello, scompaiono; mando a riposare l'adulto e anche il vescovo, con relativo contegno grave, posato e ponderato, per abbandonarmi alla tenerezza spontanea che solo un bambino può davvero manifestare davanti al papà ed alla mamma. Essere almeno, per qualche mezz'ora, davanti a Dio quello che in realtà sono con la mia miseria e con il meglio di me stesso: sentire affiorare dal fondo del mio essere il fanciullo di una volta che vuol ridere, chiacchierare, amare il Signore e che talora sente anche il bisogno di piangere, perchè gli venga usata misericordia, mi aiuta a pregare davvero.
Il Rosario è davvero preghiera semplice e facile, ma anche impegnativa per la sua applicazione. Mi aiuta ad essere fanciullo. Mi piace sgranare il rosario e non me ne vergogno affatto!

Terza impressione.
Non debbo e non voglio pensare male di nessuno, ma confesso che più volte sono stato tentato di giudicare che il tale o il tal altro che si credeva adulto unicamente perchè sedeva su una scranna a criticare dall'alto. Mi veniva voglia di dirgli: "Macchè maturo! Macchè adulto! Quanto a preghiera sei un adolescente in crisi, un deluso, un ribelle, che non ha ancora smaltito l'aggressività dell'età ingrata!".
Dio mi perdoni il giudizio temerario! Ma è anche carità portare l'insegnamento corretto.

E adesso vengo alle altre obiezioni.

Preghiera a ripetizione il Rosario?
Diceva padre De Foucauld: "L'amore si esprime con poche parole, sempre le stesse e che sempre si ripetono".
Una signora che viaggiava in treno, aveva messo a dormire il suo bambino nella rete-portabagagli. Quando il piccolo si risvegliò. vide dall'alto della rete la sua mamma seduta di fronte a vegliarlo. "Mamma"!, fece. E l'altra: "Tesoro!", e per un bel pezzo il dialogo tra i due non cambiò: "Mamma" da lassù, "Tesoro" seguiva la risposta.
Non c'era bisogno di altre parole.

C'è la Bibbia?
Certo che c'è! ed è un quid summus, ma non tutti sono preparati. A quelli stessi che la leggono, sarà poi utile in certi momenti, in viaggio, in strada, in periodi di particolare bisogno, parlare con la Madonna, se si crede che Essa ci sia Madre e sorella.
Se la lettura della Bibbia non riesce ad essere ben compresa nello studio, i Misteri del Rosario, meditati e assaporati, sono Bibbia dispiegata, che così ben approfondita è fatta succo e sangue spirituale, dono puro dello Spirito Santo, da usare anche nel catechismo.

Preghiera stucchevole?
Dipende. Può essere invece preghiera piena di gioia e di letizia. Se uno vuole, il Rosario diventa uno sguardo gettato su Maria, che aumenta d'intensità a mano a mano che si procede. Può anche riuscire un ritornello che sgorga dal cuore e che, ripetuto, addolcisce l'anima come una canzone.

Preghiera povera il Rosario?
E quale sarà allora la preghiera ricca?

Il Rosario è una sfilata di Pater, preghiera insegnata da Gesù; di Ave Maria, il saluto di Dio alla Vergine portato dall'Angelo, di Gloria, elogio alla Santissima Trinità. O vorreste invece, come preghiere, le alte elucubrazioni teologiche? Non si adatterebbero ai veri poveri, agli anziani, agli umili, ai semplici, agli ammalati. Il Rosario esprime la fede senza falsi problemi, senza sotterfugi e giri di parole, aiuta l'abbandono in Dio, l'accettazione dolorosa del dolore.
Certo, Dio si serve anche dei teologi, ma per distribuire le sue grazie, non per complicarle, e si serve soprattutto della piccolezza degli umili e di quelli che si abbandonano con fiducia alla sua volontà.

C'è un'altra considerazione da fare.
La famiglia dovrebbe essere la prima scuola di pietà e di spiritualità religiosa per i figli. L'azione pedagogico-religiosa dei genitori, ha detto Paolo VI, è delicata, autorizzata, insostituibile. Delicata per il clima di permissività e di secolarismo che ci circonda; autorizzata, perchè fa parte della missione affidata da Dio ai genitori; insostituibile, perchè è nell'età più tenera che si forma l'inclinazione e l'abitudine alla pietà religiosa.
Il Rosario recitato, sia pure in formula breve (ossia senza la meditazione dei Misteri letti ma con una breve pausa), la sera, dai genitori insieme ai figli, è una specie di liturgia domestica.
Lo scrittore Luigi Veuillot confessava che, all'inizio del suo ritorno a Dio, c'era lo spettacolo del Rosario visto e recitato con fede in una famiglia romana che lo ospitava.

Con queste convinzioni nel cuore, è stata per me una consolazione sentire dell'iniziativa delle celebrazioni di questi giorni. I Padri Domenicani, già tanto benemeriti della diffusione del Rosario nella nostra città e "I Gesuati", parrocchia del Rosario per eccellenza, si sono proposti il rilancio di questa pia e grande pratica. Auspicando che il loro lavoro sia benedetto da Dio, sono venuto a questa Liturgia come a una lieta festa religiosa. Purtroppo  la letizia viene gravissimamente turbata dal rumore della guerra pazza ed insensata scoppiata ieri nel Medio Oriente.

Quando dunque gli uomini cesseranno di odiarsi? Quando saranno disposti a sacrificare i loro meschini sogni di una instabile supremazia nazionale al bene supremo e stabile della pace? (...)

Nel Rosario siamo soliti invocare la Madonna col titolo di Regina della Pace.
Diciamole con fervore tutti insieme: Regina pacis, ora pro nobis!


Albino Luciani + Patriarca di Venezia
Omelia per il IV Centenario della festa del Rosario, chiesa dei Gesuati a Venezia
7 ottobre 1973

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)