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23/11/2011 23:50
 
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di Roberto de Mattei

da Corrispondenza Romana



euro


Le vicende italiane ed estere dell’anno che si conclude rendono sempre più evidente la presenza di “poteri forti”, come oggi si usa dire, che operano dietro le quinte della scena internazionale. Un tempo questi poteri venivano chiamati “forze occulte”. Oggi essi non hanno bisogno di nascondersi: mostrano il loro volto, e dialogano e interferiscono con le istituzioni politiche.

Uno dei principali centri di potere è la Banca Centrale Europea (BCE), con sede a Francoforte, un organismo di carattere privato, con propria personalità giuridica, incaricato dell’attuazione della politica monetaria per i diciassette paesi dell’Unione europea che aderiscono all’ “area dell’euro”. La BCE, ideata dal Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 e istituita  il 1º giugno 1998, ha assunto, di fatto, la guida della politica non solo monetaria, ma economica  e sociale europea, espropriando progressivamente gli Stati nazionali della loro sovranità in questo campo.

In una lettera inviata al presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi il 5 agosto 2011, Mario Draghi e Jean Louis Trichet, a nome del Consiglio direttivo della BCE, hanno dettato una precisa agenda al governo italiano.  Essi non si sono limitati a suggerimenti e raccomandazioni di carattere generale, ma hanno fissato, punto per punto, la politica economica e sociale del nostro Paese, indicando come “misure essenziali”: 1) privatizzazioni su larga scala; 2) la riforma del sistema di contrattazione salariale; 3) la revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti; 4) la modifica del sistema pensionistico; 5) il taglio dei costi del pubblico impiego, fino alla riduzione degli stipendi dei dipendenti statali. Hanno infine chiesto che tali regole fossero prese per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare, auspicando una riforma costituzionale che le rendesse più cogenti.

Si può pensare ciò che si vuole di queste misure economiche e sociali. E’ certo però che per la  prima volta un gruppo di eurocrati, indipendenti dal potere politico, interviene  in maniera così diretta e imperativa nella vita pubblica del nostro Paese. Che cosa accade se un governo nazionale resiste all’imposizione di questi dettami? Lo abbiamo visto proprio in Italia. La BCE è oggi l’unica istituzione europea che può esercitare una prerogativa tipica dello Stato sovrano, quale è l’emissione di moneta. La forza di una moneta dovrebbe corrispondere alla ricchezza di uno Stato. In realtà la Banca Centrale, non essendo uno Stato, emette moneta e stampa banconote senza produrre ricchezza. Essa però impone agli Stati nazionali, a cui è interdetto battere moneta, le regole per produrre la propria ricchezza. Se gli Stati in difficoltà si allineano, la Banca Centrale li aiuta comprando i loro titoli di Stato e diminuendone in questo modo l’indebitamento. Se essi non obbediscono alle indicazioni ricevute, la BCE cessa di sostenerli finanziariamente riducendo l’acquisto degli stessi titoli di Stato. Ciò comporta un aumento del cosiddetto “spread”, che è la differenza tra il rendimento dei titoli di Stato tedeschi (Bund), considerati i più affidabili, e quelli italiani (BTp), percepiti come “a rischio” dagli investitori. Se lo spread aumenta, lo Stato italiano è costretto a garantire ai propri titoli rendite più alte, aumentando così il suo deficit, a tutto vantaggio della speculazione dei potentati finanziari. E’ difficile che in una situazione di questo genere un governo regga. Né la Spagna, né la Grecia, né l’Italia hanno resistito a questa formidabile pressione. La BCE, in una parola, “pilota”, e qualche volta provoca, le crisi politiche degli Stati nazionali.

Naturalmente la BCE non agisce isolata, ma di concerto con altri attori: il Fondo Monetario Internazionale, le agenzie di rating, che valutano la solidità finanziaria di stati e governi nazionali, l’Eurogruppo,  che riunisce i ministri dell’Economia e delle finanze degli Stati membri che hanno adottato l’Euro. Queste iniziative sono concordate in luoghi discreti, ma ormai a tutti noti, come gli incontri periodici del Council on Foreign Relations(CFR), della Commissione Trilaterale, del Gruppo Bilderberg. Sarebbe riduttivo immaginare che dietro queste manovre siano Stati nazionali come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Germania o la Francia. L’obiettivo non dichiarato della BCE è proprio la liquidazione degli Stati nazionali.

L’Unione europea, presentata come una necessità economica, è stata infatti una precisa scelta ideologica. Essa non prevede la nascita di un forte Stato europeo, ma piuttosto di un non-Stato policentrico e caotico, caratterizzato dalla moltiplicazione di centri di decisione con compiti complessi e contrastanti. Ci troviamo di fronte a trasferimenti di potere che avvengono non verso una sola istituzione ma verso una pluralità d’istituzioni internazionali, le cui competenze rimangono volontariamente oscure. Ciò che caratterizza questa situazione è la grande confusione di poteri e la loro conflittualità latente o manifesta: in una parola un’assenza di sovranità tale da esigere il costituirsi di una suprema Autorità mondiale. L’ex presidente della BCE Trichet in un discorso tenuto a New York il 26 aprile 2010, presso il CFR ha esplicitamente evocato la necessità e l’urgenza di un super governo mondiale, che fissi regole economiche e finanziarie per affrontare lugubri scenari di depressione economica.

Questa visione viene da lontano e vuole imporre all’umanità una “Repubblica universale” direttamente antitetica alla Civiltà cristiana nella quale si amalgamerebbero tutti i Paesi della terra, attuando cosi il sogno ugualitario di fondere tutte le razze, tutti i popoli e tutti gli Stati. Il romanzo profetico di Robert Hugh Benson Il Padrone del mondo (Fede e Cultura, Verona 2011, con prefazione di S.E. Mons. Luigi Negri) mostra come questa utopia tecnocratica possa sposarsi con l’utopia religiosa del sincretismo. In nome di questo superecumenismo tutto viene accettato fuorché la Chiesa cattolica di cui si programma l’eliminazione, dopo quella degli Stati nazionali.

L’eliminazione della sovranità nazionale comporta, come logica conseguenza, quella della rappresentanza politica. L’ultima parola è ai tecnocrati, che non rispondono alle istituzioni rappresentative, Parlamento e governi, ma a club, logge, gruppi di potere i cui interessi sono spesso in antitesi con quelli nazionali.

I tecnocrati aspirano a guidare governi di emergenza, con leggi di emergenza, che spianano la strada alla dittatura giacobina, come accadde nella Rivoluzione francese. Al giacobinismo si contrapposero però allora, in Francia e in Europa, con successi e insuccessi, le insorgenze contro-rivoluzionarie.  Ci sarà oggi una nuova Vandea nel Vecchio continente devastato dagli eurocrati?


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LETTERA A SUA EMINENZA REVERENDISSIMA, CARD. ANGELO BAGNASCO, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA.

 

bagnasco

 

Eminenza Reverendissima,

i recenti sviluppi della situazione politica italiana mettono in luce una grande confusione e un disorientamento generale. L'eccessiva enfasi sui pur importanti problemi economici rischia di far perdere di vista i gravi pericoli che incombono sul nostro Paese, che nello sconfortante panorama internazionale riesce ancora a mantenere una sostanziale fedeltà alle proprie radici cristiane. L'Unione Europea, nata su basi economiche, ha negli anni sviluppato una politica chiaramente anticattolica, che si è tradotta in diversi Stati anche in legislazioni che stravolgono le basi della famiglia e della società, legittimando comportamenti assolutamente incompatibili con la morale cattolica e forieri solo di disastri. Aborto, eutanasia, fecondazione artificiale, matrimoni tra omosessuali sono assurti al rango di “diritti”, mentre sono le espressioni di quella “cultura di morte”, già denunciata più volte dal Beato Giovanni Paolo II.

E non è possibile dimenticare i numerosi attacchi diretti alla Fede, attuati con rimozioni, tentate o riuscite, di Crocifissi, abolizione dello stesso nome del “Natale” (“Festa delle luci invernali”, decise lo scorso anno un municipio inglese), sanzioni contro persone che portavano simboli della Fede, il tutto contrabbandato con un ipocrita “rispetto delle altre religioni”, che si traduce nei fatti solo nell'attacco alla Fede cattolica, difesa delle perversioni sessuali, stravolgimento del significato stesso della parola “libertà”, divenuta sfrenata licenza, con grave degrado della dignità umana.

Questa Europa è nata come trust di banche e grandi capitali e sempre più si è palesata come laboratorio politico della massoneria, che può realizzare i suoi fini, da sempre perversi e ferocemente antireligiosi.

Come è possibile che da tali ambienti, e dall'asservimento ad essi, derivi del bene? Come potrà derivarne anche la tanto decantata “salvezza” economica?

E se anche venissimo “salvati” sotto il profilo economico, cosa di cui è più che lecito dubitare, il prezzo sarà l'omologazione finale alle politiche di morte, che già hanno corrotto altri Paesi europei di grande tradizione cattolica.

Non è pensabile che una effimera “salvezza economica” possa essere più importante del bene prezioso e fondamentale, la fedeltà a Nostro Signore e la salvezza delle nostre anime.

Eminenza, i cattolici italiani non hanno una guida politica precisa e identificabile. Non esiste un partito politico che li raccolga, non esiste un leader. Rischiano quindi di andare allo sbando, vittime del pifferaio magico, sostenuto dal frastornante coro mediatico.

Ma i cattolici hanno come guida la Santa Chiesa e i Suoi pastori. In questo momento così drammatico vogliamo chiedere a Lei, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, di intervenire con parole forti e chiare per dare al popolo cattolico indicazioni precise, che permettano di affrontare questa drammatica contingenza avendo ben chiare le priorità da rispettare.

Non è più tempo di appelli generici, per quanto validissimi, all'esercizio di virtù morali. Nel dilagante relativismo, un appello generale e generico alla virtù e alla moralità può essere stravolto in mille modi. Ora, per il bene delle anime e per il bene della nostra Patria, ci sentiamo, col più profondo e filiale rispetto, di chiedere a Lei, Eminenza, indicazioni nette e inequivocabili. Chiediamo al Presidente della Conferenza e ai nostri Vescovi di esprimersi sui fatti concreti della politica, sulle persone, sui partiti. Con nomi e cognomi.

Non sarà “ingerenza” nella politica. La politica deve guidare la nostra vita sociale quotidiana e non è più pensabile, con le mille minacce contro la vera Fede, che i Pastori della Chiesa si chiudano in un rispettoso silenzio. La guerra contro la religione cattolica è iniziata, non da oggi, e in queste convulse giornate il nemico cerca di conquistare le ultime posizioni che gli mancano, dopo una lunga marcia favorita dalla latitanza politica di tanti cattolici.

L'Italia è una grande nazione cattolica e il popolo italiano non può restare schiacciato in una sciagurata cultura della morte, nell'oblio della Fede, nella distruzione delle proprie Tradizioni e della fedeltà a Cristo e alla Sua Chiesa.

Eminenza Reverendissima, i cattolici italiani saranno pronti a seguire i loro Pastori, ma da questi Pastori devono ricevere parole di chiara e netta guida.

Di questo La imploriamo, con devoto e filiale rispetto, vicini a Lei nella preghiera all'unico vero Salvatore.

Paolo Deotto

direttore di Riscossa Cristiana, sito cattolico di cultura e attualità

www.riscossacristiana.it

 

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what in God's name........? La faccia di Van Rompuy non cela la sorpresa di fronte alla verità

EURO - DISASTER

 

Nigel Farage,  con una forza degna di nuovo Churchill, dice la verità al Parlamento Europeo

Nigel Farage: “Bene, eccoci qui, sulla soglia di un disastro finanziario e sociale, e in questa sala, oggi, abbiamo i 4 uomini che dovrebbero ritenersi responsabili.
Eppure abbiamo ascoltato i discorsi più tediosi e tecnocratici mai sentiti e continuate ancora a negare, a dispetto di ogni considerazione obbiettiva, che l’euro sia un fallimento.
E chi è l’effettivo responsabile?
Chi è responsabile fra di voi?
Ovviamente la risposta è ‘NESSUNO DI VOI’, perchè nessuno di voi è stato eletto, nessuno di voi ha in effetti qualsivoglia legittimità democratica per ricoprire i ruoli di cui siete attualmente incaricati all’interno di questa crisi. E in questo ‘vuoto’ stato di cose, non di certo con riluttanza, è entrata Angela Merkel. E stiamo ora vivendo, stiamo ora vivendo in un Europa dominata dalla Germania. Questione a cui il progetto europeo avrebbe dovuto, in effetti, mettere fine. Questione per cui coloro che ci hanno preceduto hanno pagato caro, con le loro vite, al fine di evitarla. Io non voglio vivere in un Europa dominata dalla Germania, né lo vogliono i cittadini europei.
Ma voi Signori avete giocato un ruolo in questi eventi, perchè quando il Signor Papandreou si è fatto avanti pronunciando il termine ‘Referendum’, o quando lei Signor Rehn, lo ha descritto come un ‘abuso di fiducia’, e i vostri amici qui si son riuniti, come un branco di iene, per scagliarsi su Papandreou, l’avete fatto rimuovere e l’avete sostituito con un governo
fantoccio.
E’ stato uno spettacolo assolutamente disgustoso.
E non soddisfatti da ciò, avete deciso che anche Berlusconi dovesse andarsene. Così lui è stato rimosso e sostituito dal Signor Monti, un ex commissario europeo, un ‘fratello architetto’ di questo euro-disastro e un uomo che non era nemmeno un membro del Parlamento.
Sta diventando un racconto alla Agatha Christie, dove stiamo cercando di capire chi sarà la prossima vittima ad essere fatta fuori.
La differenza è che sappiamo chi sono i criminali.
Voi dovreste essere tutti ritenuti responsabili per ciò che avete fatto. Dovreste essere tutti licenziati.
E… devo dire, Signor Van Rompuy, 18 mesi fa, quando ci siamo incontrati per la prima volta, mi sono sbagliato sul suo conto… Avevo detto che sarebbe stato un assassino ‘silenzioso’ della democrazia degli stati-nazione, ma non è più silenzioso, lei è piuttosto rumoroso a proposito, non è così? Lei, un uomo NON eletto, si è recato in Italia dicendo: “L’Italia ha bisogno di riforme, non di elezioni!”
CHE COSA, IN NOME DI DIO, LE DA IL DIRITTO DI DIRE CIO’ AL POPOLO ITALIANO?”

 

[Modificato da Caterina63 24/11/2011 14:10]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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