A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva

ATTENZIONE: notizie importanti che i Media tacciono (notizie FILTRATE)

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2018 23:55
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
02/05/2015 09:40
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota


Il bambino di quattro mesi estratto vivo dalla macerie dopo 22 ore
 

Dalle rovine del Nepal emerge un altro dramma. È quello nascosto delle mamme surrogate, donne che hanno prestato il loro utero per fare nascere bambini che andranno a coppie dall’altra parta del mondo. L’esercito israeliano ha creato un ospedale da campo a Kathmandu dove gli aerei  fanno la spola con Tel Aviv per rimpatriare non solo turisti, ma anche un gruppo di madri surrogate nepalesi e i loro neonati. È la solidarietà "selettiva" dell'Occidente.

di Luigi Santambrogio

Dice bene Reinhold Messner, il nostro grande Buddha degli ottomila, quando invita a distogliere lo sguardo da quel disgraziato campo base ai piedi dell’Everest dove la valanga ha sepolto almeno 200 alpinisti. E dove la macchina dei soccorsi, quella di seria A, con gli elicotteri che vanno e vengono come in una base del Pentagono, a portare in salvo l’elite dell’alpinismo mondiale.
Il vecchio conquistatore ce l’ha con «l’arroganza con cui i turisti salgono in vetta sulle piste preparate dagli sherpa».
Poveracci che si dannano, e fanno il lavoro sporco per far assaporare agli scalatori californiani, tedeschi, francesi, svedesi o chissàchi l’ebbrezza di piantare le loro bandiere e foto ricordo sul tetto del mondo, e che «magari quando torneranno a casa non la troveranno più». Messner ce l’ha con il turismo di massa che ha trasformato l’Everest in un luna park, con il “viaggio globale” e l’alpinismo “all inclusive” che ammassa centinaia di dilettanti  a 7mila metri, in luoghi dove è proibito scherzare. Già, anche questo imprevisto ci ha rivelato la tremenda tragedia del Nepal: il colonialismo delle cime, in un Paese che ha saputo opporsi a ogni forma di sottomissione esterna, prima agli inglesi poi ai maoisti della Cina rossa. 

Ma sotto le rovine degli antichi templi di Kathmandu e dei villaggi sperduti non ancora raggiunti dai soccorsi, ecco spuntare un’altra verità, ancora più grave e inquietante.
La notizia l’ha data La Stampa l’altro giorno: l’esercito israeliano ha creato in 72 ore un ospedale da campo a Kathmandu per soccorrere le vittime del terremoto e gli aerei Hercules che fanno la spola con Tel Aviv riportano indietro non solo turisti feriti o spaventati ma anche un numero considerevole di bambini nati da madri surrogate nepalesi. Spingendo il governo a consentire anche a queste donne di essere accolte in Israele.
Fenomeno sconosciuto alla stessa opinione israeliana informata dalla testimonianza del signor Omri Lanzet, tornato su un aereo privato assieme al figlio di 10 giorni avuto da una madre nepalese.
La sua testimonianza ha consentito al grande pubblico di venire a conoscenza dell’esistenza di altre 5 famiglie con bambini appena nati da nepalesi e di almeno altre due donne nepalesi che hanno fatto nascere nelle ultime settimane, o portano in grembo bambini con dna di genitori israeliani.
Il governo ha acconsentito di portare in salvo e a ospitare sugli aerei le «madri surrogate di bambini israeliani» insieme  ai sopravvissuti al sisma.

Sono state le compagnie assicurative, ci sa sapere ancora La Stampa, a fornire al governo la lista dei bambini in arrivo dal Nepal, con i relativi nomi delle donne locali, tutte firmatarie di accordi legali con i nuovi genitori israeliani.
Il corrispondente da Gerusalemme del quotidiano torinese commenta così: «Aver accettato di far nascere un figlio non proprio si sta dimostrando per queste nepalesi un biglietto verso una nuova vita».  Vero: nella immensa disgrazia di un Paese sbriciolato e devastato dal terremoto, quelle donne e i loro bimbi in grembo hanno la “fortuna” di aver salva la vita e di poterla ricominciare da un’altra parte. Ma è davvero così? Difficile crederlo: più probabile che le madri nepalesi vengano “ospitate” solo il necessario a portare a termine la gravidanza e poi rispedite in Nepal.
Ma in quel commento così reticente e pieno di bontà prêt-à-poter, c’è dell’altro, c’è qualcosa di inaccettabile che in qualche modo ricorda le parole dure del vecchio Messner. In fondo, dice il giornalista, quelle donne nepalesi, accettando di mettere sul mercato il loro utero, hanno vinto un biglietto d’espatrio, una sorta di green card verso i paradisi della civiltà occidentale.
Benvenuti «nella nuova vita»: in quella frasetta, retorica e stupida, c’è tutta l’arroganza e la violenza dello sfruttamento coloniale. Ringraziate, sciagurate donne del Nepal, il terremoto e la società civilizzata del mercato degli ovuli e degli uteri, se avete avuto la fortuna insperata di lasciare le vostre puzzolenti e misere capanne di fango e imbarcarvi verso il futuro. 

La povera gente del Nepal non merita anche questo sconquasso della loro dignità: dietro il nuovo diritto, sancito anche in Italia per via giudiziaria, alla fecondazione eterologa, si nasconde solo una nuova schiavitù.
Quelle delle donne dei Paesi della fame e della povertà e la definitiva trasformazione dei figli in categoria merceologica, con uteri in affitto e compravendita di gameti. Come chiamare “vita nuova” questa deportazione di grembi materni, di donne diventate preziose e degne di salvezza solo perché “produrranno” un figlio su ordinazione di ricche coppie di Tel Aviv?
Somigliano a quei disgraziati usati dai narcos colombiani per trasportare ovuli di cocaina nascosti nei loro intestini: anche le madri di Kathmandu si sono guadagnate un posto sugli Hercules governativi solo perché hanno in pancia “qualcosa” che non gli appartiene più: una vita comprata a migliaia chilometri di distanza e diventata il passaporto per fuggire dall’inferno di polvere e sassi.  Povero Nepal, e poveri noi. Se c’è ancora una speranza, per loro e per tutti,  è in quel bimbo di quattro mesi estratto vivo dalle macerie dopo essere rimasti sepolto per 22 ore. La foto (sotto il titolo) del piccino coperto di polvere ha fatto il giro del mondo: respirava ancora, miracolosamente, dopo quella infinità di tempo trascorsa sotto i detriti. La vita è più forte della violenza della natura e resiste a ogni manipolazione degli uomini. 




<header class="post-header">

Controinformazione. Le parole oscurate del papa sulla famiglia

</header>

papa

Nell’udienza generale di mercoledì 29 aprile, papa Francesco ha detto delle battute contro il maschilismo della società e la mancata parità tra uomo e donna che hanno fatto immediatamente il giro del mondo, con formidabile risalto sui media.

Col risultato però di oscurare il cuore del suo discorso, che era invece un inno alla magnificenza del disegno divino sul matrimonio, oltre che una riflessione puntuale sulle ragioni dell’odierna crisi della famiglia.

È un oscuramento che non è nuovo. E che sistematicamente rimuove tutto ciò che Francesco dice e fa di difforme dalla “narrazione” di lui che va per la maggiore.

Ecco qui di seguito la trascrizione del discorso del papa con omesse le sue battute “femministe”, cioè le uniche arrivate al grande pubblico.

È un discorso che la dice lunga su come Francesco guarda oggi al tema in esame nel prossimo sinodo dei vescovi, senza alcuna arrendevolezza alle spinte divorziste presenti in alcuni settori della stessa gerarchia.

*

“QUESTO È IL CAPOLAVORO…”

Cari fratelli e sorelle buongiorno!

La nostra riflessione circa il disegno originario di Dio sulla coppia uomo-donna, dopo aver considerato le due narrazioni del libro della Genesi, si rivolge ora direttamente a Gesù.

L’evangelista Giovanni, all’inizio del suo Vangelo, narra l’episodio delle nozze di Cana, a cui erano presenti la vergine Maria e Gesù, con i suoi primi discepoli. Gesù non solo partecipò a quel matrimonio, ma “salvò la festa” con il miracolo del vino!

Dunque, il primo dei suoi segni prodigiosi, con cui Egli rivela la sua gloria, lo compì nel contesto di un matrimonio, e fu un gesto di grande simpatia per quella nascente famiglia, sollecitato dalla premura materna di Maria.

Questo ci fa ricordare il libro della Genesi, quando Dio finisce l’opera della creazione e fa il suo capolavoro; il capolavoro è l’uomo e la donna. E qui Gesù incomincia proprio i suoi miracoli con questo capolavoro, in un matrimonio, in una festa di nozze: un uomo e una donna. Così Gesù ci insegna che il capolavoro della società è la famiglia: l’uomo e la donna che si amano! Questo è il capolavoro!

Dai tempi delle nozze di Cana, tante cose sono cambiate, ma quel “segno” di Cristo contiene un messaggio sempre valido.

Oggi sembra non facile parlare del matrimonio come di una festa che si rinnova nel tempo, nelle diverse stagioni dell’intera vita dei coniugi. È un fatto che le persone che si sposano sono sempre di meno; questo è un fatto: i giovani non vogliono sposarsi. In molti paesi aumenta invece il numero delle separazioni, mentre diminuisce il numero dei figli.

La difficoltà a restare assieme – sia come coppia, sia come famiglia – porta a rompere i legami con sempre maggiore frequenza e rapidità, e proprio i figli sono i primi a portarne le conseguenze. Ma pensiamo che le prime vittime, le vittime più importanti, le vittime che soffrono di più in una separazione sono i figli. Se sperimenti fin da piccolo che il matrimonio è un legame “a tempo determinato”, inconsciamente per te sarà così.

In effetti, molti giovani sono portati a rinunciare al progetto stesso di un legame irrevocabile e di una famiglia duratura. Credo che dobbiamo riflettere con grande serietà sul perché tanti giovani “non se la sentono” di sposarsi. C’è questa cultura del provvisorio… tutto è provvisorio, sembra che non ci sia qualcosa di definitivo.

Questa dei giovani che non vogliono sposarsi è una delle preoccupazioni che emergono al giorno d’oggi: perché i giovani non si sposano?; perché spesso preferiscono una convivenza, e tante volte “a responsabilità limitata”?; perché molti – anche fra i battezzati – hanno poca fiducia nel matrimonio e nella famiglia? È importante cercare di capire, se vogliamo che i giovani possano trovare la strada giusta da percorrere. Perché non hanno fiducia nella famiglia? […]

In realtà, quasi tutti gli uomini e le donne vorrebbero una sicurezza affettiva stabile, un matrimonio solido e una famiglia felice. La famiglia è in cima a tutti gli indici di gradimento fra i giovani; ma, per paura di sbagliare, molti non vogliono neppure pensarci; pur essendo cristiani, non pensano al matrimonio sacramentale, segno unico e irripetibile dell’alleanza, che diventa testimonianza della fede. Forse proprio questa paura di fallire è il più grande ostacolo ad accogliere la parola di Cristo, che promette la sua grazia all’unione coniugale e alla famiglia.

La testimonianza più persuasiva della benedizione del matrimonio cristiano è la vita buona degli sposi cristiani e della famiglia. Non c’è modo migliore per dire la bellezza del sacramento! Il matrimonio consacrato da Dio custodisce quel legame tra l’uomo e la donna che Dio ha benedetto fin dalla creazione del mondo; ed è fonte di pace e di bene per l’intera vita coniugale e familiare.

Per esempio, nei primi tempi del cristianesimo, questa grande dignità del legame tra l’uomo e la donna sconfisse un abuso ritenuto allora del tutto normale, ossia il diritto dei mariti di ripudiare le mogli, anche con i motivi più pretestuosi e umilianti. Il Vangelo della famiglia, il Vangelo che annuncia proprio questo sacramento ha sconfitto questa cultura di ripudio abituale.

Il seme cristiano della radicale uguaglianza tra i coniugi deve oggi portare nuovi frutti. La testimonianza della dignità sociale del matrimonio diventerà persuasiva proprio per questa via, la via della testimonianza che attrae, la via della reciprocità fra loro, della complementarità fra loro. […]

Cari fratelli e sorelle, non abbiamo paura di invitare Gesù alla festa di nozze, di invitarlo a casa nostra, perché sia con noi e custodisca la famiglia. E non abbiamo paura di invitare anche la sua madre Maria! I cristiani, quando si sposano “nel Signore”, vengono trasformati in un segno efficace dell’amore di Dio. I cristiani non si sposano solo per sé stessi: si sposano nel Signore in favore di tutta la comunità, dell’intera società.

Di questa bella vocazione del matrimonio cristiano, parlerò anche nella prossima catechesi.

<<<  >>>

NOTA BENE !

Il blog “Settimo cielo” fa da corredo al sito “www.chiesa”, curato anch’esso da Sandro Magister, che offre a un pubblico internazionale notizie, analisi e documenti sulla Chiesa cattolica, in italiano, inglese, francese e spagnolo.

Gli ultimi tre servizi di “www.chiesa”:

1.5.2015
> Sinodo. La proposta di una “terza via”
Inflessibile contro il divorzio, misericordiosa con i peccatori. La suggerisce un teologo francese. È una nuova forma del sacramento della penitenza, sull’esempio della Chiesa antica

28.4.2015
> Contraccezione e aborto. Qual è il male maggiore
La prima nega la vita a chi potrebbe nascere. Il secondo la toglie a chi è già vivo. Botta e risposta tra due teologi, su una questione che resta aperta alla libera discussione





[Modificato da Caterina63 02/05/2015 12:57]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:42. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com