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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Chiariamo una volta per tutte il senso del MEA CULPA della Chiesa, libero dalle speculazioni

Ultimo Aggiornamento: 14/11/2011 11:24
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14/11/2011 11:24
 
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(1) Incarnationis mysterium, 11.

(2) Ib. Già in numerosi interventi, ed in particolare al numero 33 della Lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente (TMA), il Papa aveva indicato alla Chiesa il cammino da compiere per purificare la propria memoria in rapporto alle colpe del passato e dare esempio di pentimento ai singoli ed alle società civili.

(3) Lumen Gentium, 8.

(4) Cf. Extravagantes communes, lib. V, tit. IX, c. 1 (A. Friedberg, Corpus iuris canonici, t. II, c. 1304).

(5) Cf. Clemente XIV, Lettera Salutis nostrae, 30 aprile 1774, ' 2. Leone XII, Lettera Quod hoc ineunte, 24 maggio 1824, ' 2, parla dell'" anno di espiazione, di perdono e di redenzione, di grazia, di remissione e d'indulgenza ".

(6) In tal senso si muove la definizione dell'indulgenza che Clemente VI dà nell'istituire, nel 1343, la periodicità del giubileo ogni cinquanta anni. Clemente VI vede nel giubileo ecclesiale " il compimento spirituale " del " giubileo di remissione e di gioia " dell'Antico Testamento (Lv 25).

(7) " Ciascuno di noi deve esaminare in che cosa è caduto ed esaminarsi lui stesso più rigorosamente di quanto non lo sarà da Dio nel giorno della Sua collera ", in: Deutsche Reichstagsakten, nuova serie, III, 390-399, Gotha 1893.

(8) Unitatis redintegratio, 7.

(9) Gaudium et spes, 36.

(10) Ibid., 19.

(11) Nostra Aetate, 4.

(12) Gaudium et spes, 43 ' 6.

(13) Lumen gentium, 8; cf. Unitatis redintegratio, 6: " La Chiesa pellegrinante è chiamata da Cristo a questa continua riforma di cui essa stessa, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisogno ".

(14) Nostra Aetate, 4.

(15) Unitatis redintegratio, 3.

(16) Cf. Paolo VI, Lettera Apostolica Apostolorum limina, 23 maggio 1974 (Enchiridion Vaticanum 5, 305).

(17) Paolo VI, Esortazione Paterna cum benevolentia, 8 dicembre 1974 (Enchiridion Vaticanum 5, 526-553).

(18) Cf. Enciclica Ut unum sint, del 25 maggio 1995, n. 88: " Per quello di cui siamo responsabili, imploro perdono ".

(19) Per esempio, il Papa " domanda perdono, a nome di tutti i cattolici, per i torti causati ai non-cattolici nel corso della storia " presso i Moravi (cf. canonizzazione di Jan Sarkander, nella Repubblica cèca, 21 maggio 1995). Ha desiderato compiere " un atto d'espiazione " e domandare perdono agli Indios dell'America latina e agli Africani deportati come schiavi (Messaggio agli indiani d'America, Santo-Domingo, 13 ottobre 1992, e Discorso all'udienza generale del 21 ottobre 1992). Dieci anni prima aveva già domandato perdono agli Africani per la tratta dei Neri (Discorso a Yaoundé, 13 agosto 1985).

(20) Cf. TMA, 33-36.

(21) Cf. ibid., 33.

(22) Ibid., 33.

(23) Cf. ibid., 36.

(24) Cf. ibid., 34.

(25) Cf. ibid., 35.

(26) Quest'ultimo aspetto affiora in TMA solamente al n. 33, lì dove si dice che la Chiesa riconosce come suoi i propri figli peccatori " davanti a Dio e davanti agli uomini ".

(27) Giovanni Paolo II, Esortazione Reconciliatio et Paenitentia, del 2 dicembre 1984, 31.

(28) Ibid., 16.

(29) Cf. Mt 13,24-30.36-43; S. Agostino, De civitate Dei I, 35: CCL 47, 33; XI, 1: CCL 48, 321; XIX, 26: CCL 48, 696.

(30) Sui diversi metodi di lettura della Sacra Scrittura cf. il documento della Pontificia Commissione Biblica, L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa (1993).

(31) Possono ricondursi a questa serie ad esempio: Dt 1,41 (la generazione del deserto riconosce di aver peccato rifiutando di avanzare per entrare nella terra promessa); Gdc 10,10.12 (al tempo dei Giudici il popolo per due volte dice " abbiamo peccato " contro il Signore, riferendosi all'aver servito ai Baal); 1 Sam 7,6 (il popolo del tempo di Samuele afferma: " Abbiamo peccato contro il Signore! "); Nm 21,7 (questo testo si distingue in quanto qui il popolo della generazione mosaica ammette che, nel lamentarsi a riguardo del cibo, si è reso colpevole di 'peccato' perché ha parlato contro il Signore ed anche contro la sua guida umana, Mosè); 1 Sam 12,19 (gli Israeliti dell'epoca di Samuele riconoscono che - chiedendo di avere un re - hanno aggiunto questo " a tutti i loro peccati "); Esd 10,13 (il popolo riconosce davanti ad Esdra di aver grandemente " peccato in questa materia " [sposando donne straniere] "); Sal 65,2-2; 90,8; 103,10 (107,10-11.17); Is 59,9-15; 64,5-9; Ger 8,14; 14,7; Lam 1,14,18a.22 ('Io'= personificazione di Gerusalemme); 3,42 (4,13); Bar 4,12-13 (Sion evoca le colpe dei suoi figli che hanno portato alla sua devastazione); Ez 33,10; Mic 7,9 ('Io').18-19.

(32) Ad esempio: Es 9,27 (il Faraone dice a Mosè ed Aronne: " Questa volta ho peccato: il Signore ha ragione; io e il mio popolo siamo colpevoli "); 34,9 (Mosè invoca: " Perdona la nostra colpa e il nostro peccato "); Lv 16,21 (il Sommo Sacerdote confessa i peccati del popolo sul capo del 'capro espiatorio' nel giorno dell'espiazione); Es 32,11-13 (cf. Dt 9,26-29: Mosè); 32,31 (Mosè); 1 Re 8,33ss (cf. 2 Cr 6,22ss: Salomone prega perché Dio perdoni eventuali futuri peccati del popolo); 2 Cr 28,13 (i capi degli Israeliti affermano: " La nostra colpa è già grande +); Esd 10,2 (Secania dice ad Esdra: " Noi siamo stati infedeli verso il nostro Dio, sposando donne straniere +); Ne 1,5-11 (Neemia confessa i peccati commessi dal popolo d'Israele, da se stesso e dalla casa di suo padre); Est 4,17(n) (Ester confessa: " Abbiamo peccato contro di te e ci hai messi nelle mani dei nostri nemici, per aver noi dato gloria ai loro dei "); 2 Mac 7,18.32 (i martiri giudei affermano che stanno soffrendo a causa dei 'nostri peccati' contro Dio).

(33) Fra gli esempi di questo tipo di confessione nazionale si può rinviare a: 2 Re 22,13 (cf. 2 Cr 34,21: Giosia teme la collera del Signore " perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole di questo libro "); 2 Cr 29,6-7 (Ezechia afferma: " I nostri padri sono stati infedeli "); Sal 78,8ss. (un 'Io' riassume i peccati delle generazioni passate a partire dall'Esodo). Cf. pure il detto popolare citato in Ger 31,29 ed Ez 18,2: 'I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati'.

(34) È il caso di testi come i seguenti: Lv 26,40 (gli esiliati sono chiamati a " confessare la loro iniquità e l'iniquità dei loro padri "); Esd 9,5b-15 (preghiera penitenziale di Esdra, v. 7: " Dai giorni dei nostri padri fino ad oggi siamo stati molto colpevoli "; cf. Ne 9,6-37); Tb 3,1-5 (nella sua preghiera Tobi invoca: " Non punirmi per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri " [v. 3] e prosegue con la costatazione: " non abbiamo osservato i tuoi decreti " [v. 5]); Sal 79,8-9 [questo lamento collettivo implora Dio di " non imputare a noi le colpe dei nostri padri [...] salvaci e perdona i nostri peccati "); 106,6 (" abbiamo peccato come i nostri padri "); Ger 3,25 (" [...]abbiamo peccato contro il Signore nostro Dio [...] noi e i nostri padri "); Ger 14,19-22 (" riconosciamo la nostra iniquità e l'iniquità dei nostri padri ", v. 20); Lam 5 (" i nostri padri peccarono e non sono più, noi portiamo la pena delle loro iniquità " [v. 7] " guai a noi, perché abbiamo peccato " [v. 16b]); Bar 1,15-3,18 (" abbiamo offeso il Signore " [1,17, cf. 1,19.21;2,5.24] - " non ricordare l'iniquità dei nostri padri " [3,5, cf. 2,33; 3,4.7]); Dn 3,26-45 (la preghiera di Azaria: " Con verità e giustizia ci hai inflitto tutto questo a causa dei nostri peccati ": v. 28); Dn 9,4-19 (" poiché per i nostri peccati e per l'iniquità dei nostri padri Gerusalemme [...] è oggetto di vituperio [...] ", v. 16).

(35) Essi includono mancanze di fiducia in Dio (così, per esempio, Dt 1,41; Nm 14,10), idolatria (come in Gdc 10,10-15), richiesta di un re umano (1 Sam 12,9), matrimoni con donne straniere in contrasto con la Legge divina (Esd 9-10). In Is 59,13b il popolo dice di sé di " parlare di oppressione e di ribellione, concepire con il cuore e pronunciare parole false ".

(36) Cf. il caso analogo del ripudio delle mogli straniere da parte dei Giudei raccontato in Esd 9-10, con tutte le conseguenze negative che esso avrebbe avuto sulle donne implicate. La questione di una richiesta di perdono rivolta a loro (e o ai loro discendenti) non si pone proprio, in quanto il ripudio è presentato come un'esigenza della Legge divina (cf. Dt 7,3) in tutti questi capitoli.

(37) Viene in mente a questo proposito il caso delle relazioni permanentemente tese fra Israele ed Edom. Questo popolo - nonostante la sua condizione di 'fratello' d'Israele - participò e gioì alla caduta di Gerusalemme ad opera dei Babilonesi (cf., ad esempio, Abdia 10-14). Israele, in segno di oltraggio per questo tradimento, non sentì alcun bisogno di chiedere perdono per la strage dei prigionieri Edomiti indifesi, perpetrata dal Re Amazia secondo 2 Cr 25,12.

(38) Giovanni Paolo II, Discorso del 1 settembre 1999, in L'Osservatore Romano, 2 Settembre 1999, 4.

(39) Cf. TMA, 33-36.

(40) TMA, 33.

(41) Si pensi al motivo, presente in autori cristiani di varie epoche, del rimprovero alla Chiesa per le sue colpe, di cui un esempio fra i più rappresentativi è costituito dal Liber asceticus di Massimo il Confessore: PL 90,912-956.

(42) Lumen Gentium, 8.

(43) Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), 770.

(44) Lumen Gentium, 8.

(45) Ibid. Cf. pure Unitatis Redintegratio, 3 e 6.

(46) CCC, 827.

(47) Paolo VI, Credo del popolo di Dio (30 giugno 1968), n. 19 (Enchiridion Vaticanum 3,264s).

(48) Lumen Gentium, 39.

(49) Lumen Gentium, 40.

(50) Ibid., 48.

(51) Sant'Agostino, Sermo 181, 5, 7: PL 38, 982.

(52) San Tommaso d'Aquino, Summa Theol., III, q. 8, a. 3 ad 2.

(53) CCC, 2839.

(54) Sant'Ambrogio, De virginitate 8, 48: PL 16, 278D: " Caveamus igitur, ne lapsus noster vulnus Ecclesiae fiat". Di 'ferita' inflitta alla Chiesa dal peccato dei suoi figli parla anche Lumen Gentium, 11.

(55) TMA, 33.

(56) K. Delahaye, La Comunità, Madre dei credenti, Cassano M. (Bari) 1974, 110. Cf. pure H. Rahner, Mater Ecclesia. Inni di lode alla Chiesa tratti dal primo millennio della letteratura cristiana, Milano 1972.

(57) Lumen Gentium, 64.

(58) Agostino, Sermo 25, 8: PL 46, 938: " Mater ista sancta, honorata, Mariae similis, et parit et Virgo est. Ex illa nati estis et Christum parit: nam membra Christi estis ".

(59) Cipriano, De Ecclesiae Catholicae unitate 6: CCL 3, 253: " Habere iam non potest Deum patrem qui ecclesiam non habet matrem ". Lo stesso Cipriano afferma altrove: " Ut habere quis possit Deum Patrem, habeat ante ecclesiam matrem " (Epist. 74, 7: CCL 3C, 572). E Agostino: " Tenete ergo, carissimi, tenete omnes unanimiter Deum patrem, et matrem Ecclesiam + (In Ps 88, Sermo 2, 14: CCL 39, 1244).

(60) Paolino di Nola, Carmen 25, 171-172: CSEL 30, 243: " Inde manet mater aeterni semine verbi concipiens populos et pariter pariens ".

(61) TMA, 35.

(62) Ignazio di Antiochia, Ad Romanos, Prooem.: SCh 10, 124 (Th. Camelot, Paris 1958(2).

(63) TMA, 33.34

(64) Discorso ai partecipanti al Simposio Internazionale di studio sull'Inquisizione, promosso dalla Commissione Teologico-Storica del Comitato Centrale del giubileo, n. 4, 31 ottobre 1998.

(65) Cf. per quanto segue H.G. Gadamer, Verità e metodo, Milano 1985.

(66) B. Lonergan, Il metodo in teologia, Brescia 1975, 173.

(67) TMA, 35.

(68) Giovanni Paolo II, Discorso del 1 settembre 1999, in L'Osservatore Romano, 2 Settembre 1999, 4.

(69) Cf. TMA, 34-36.

(70) Unitatis Redintegratio, 1.

(71) Ibid., 13. TMA, 34 dice che " ancor più che nel primo millennio, la comunione ecclesiale ha conosciuto dolorose lacerazioni ".

(72) Unitatis Redintegratio, 13.

(73) Ibid.

(74) Cf. il Discorso di apertura della Seconda Sessione del Concilio, del 29 settembre 1964: Enchiridion Vaticanum 1, [106], n. 176.

(75) Cf. la documentazione del dialogo della carità fra la Santa Sede e il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli nel Tómos Agápes: Vatican - Phanar (1958-1970), Roma - Istanbul 1971.

(76) Unitatis Redintegratio, 7.

(77) Ibid.

(78) TMA, 35.

(79) Giovanni Paolo II, Discorso del 1 settembre 1999, in L'Osservatore Romano, 2 settembre 1999, 4.

(80) TMA, 35. La citazione del Vaticano II è da Dignitatis Humanae, 1.

(81) L'argomento è trattato rigorosamente nella Dichiarazione Nostra Aetate del Vaticano II.

(82) Cf. Giovanni Paolo II, Discorso alla Sinagoga di Roma, 13 aprile 1986, 4: AAS 78 (1986) 1120.

(83) Questo è il giudizio del recente documento della Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah, Roma, 16 Marzo 1998, 3.

(84) Ibid., 7.

(85) Ibid., 5.

(86) Ibid., 6.

(87) Ibid., 5.

(88) TMA, 36.

(89) Gaudium et Spes, 19.

(90) Ibid.

(91) TMA, 33.

(92) Si pensi solo al segno del martirio: cf. TMA, 37.

(93) Unitatis Redintegratio, 6. È lo stesso testo ad affermare che " la Chiesa pellegrinante è chiamata da Cristo a questa continua riforma (ad hanc perennem reformationem) di cui essa stessa, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisogno ".

(94) " Opus renovationis nec non reformationis ": ibid., 4.

(95) Ibid., 6: " Ogni rinnovamento della Chiesa consiste essenzialmente nell'accresciuta fedeltà alla sua vocazione ".

(96) TMA., 36.

(97) La formula - particolarmente forte è di Agostino: De Trinitate I, 13, 28: CCL 50, 69, 13; Epist. 169, 2: CSEL 44,617; Sermo 341A, 1: Misc. Agost. 314, 22.

(98) Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti al Simposio Internazionale di studio sull'Inquisizione, promosso dalla Commissione Teologico-Storica del Comitato Centrale del giubileo, 5, 31 ottobre 1998.

(99) " Gloria Dei vivens homo: vita autem hominis visio Dei ": Sant'Ireneo di Lione, Adversus Haereses IV, 20, 7: SCh 100, t. II, 648.

(100) Giovanni Paolo II, Discorso del 1 settembre 1999, in L'Osservatore Romano, 2 Settembre 1999, 4.

(101) Discorso al Centro Europeo per la ricerca nucleare, Ginevra, 15 giugno 1982, in: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, V,2, Vaticano 1982, 2321.

(102) TMA, 33.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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