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Interessante disamina dell'Enciclica Mirari Vos di Papa Gregorio XVI

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2012 15:41
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Vi Meraviglierete I - Anni turbolenti

Vi meraviglierete. O, almeno, cercherò di meravigliarvi, facendovi vedere come una serie di luoghi comuni che date per scontati siano fasulli. Lo spunto è l'enciclica "Mirari Vos", spesso deprecata, forse anche perché chi lo fa sa poco o niente dei motivi che spinsero papa Gregorio XVI a scriverla nel 1832. E magari non ne conosce neanche il vero contenuto. Questo è quanto vedremo insieme nei prossimi giorni.
Lo stupore è componente essenziale della conoscenza. Provate a prendere sul serio ciò che dico, sentitevene sfidati, verificate, così come ho fatto io. Mettetevi in discussione. Meravigliatevi.


Le idee della Rivoluzione Francese sono state esportate in tutta Europa da Napoleone. Lo scopo primo di Napoleone, muovendosi contro il resto dell'Europa, è saccheggiarla. La Rivoluzione ha prosciugato i forzieri dello stato francese. L'unica maniera per evitare una completa bancarotta è impossessarsi dei beni degli altri paesi. "Siamo perduti se non entrate al più presto nel paese nemico dove prendere mezzi di sussistenza ed effetti di ogni genere", manda a dire ai generali francesi il Comitato di Salute Pubblica nel 1994.
 Cosa di meglio che siano gli stessi popoli invasi ad aiutare la spoliazione? Il diffondere le idee rivoluzionarie diviene una maniera per assicurarsi una quinta colonna compiaciente. I beni ecclesiastici saranno svenduti sottoprezzo ai borghesi che diventeranno i più interessati sostenitori della "Rivoluzione".
Sono loro che, dopo la caduta di Napoleone, ormai potentissimi e immanicati ovunque, lottano perché quanto da loro acquistato non ritorni agli antichi proprietari.
 Dove non hanno il potere tramano per ottenerlo. E' il caso della Carboneria italiana, loro strumento, che susciterà decine di insurrezioni grandi e piccole negli stati componenti un'Italia che rimane ancora cattolica.

 Quando Gregorio XVI sale al soglio papale, nel 1831, siamo nel pieno di un sommovimento di cui ora a stento ci possiamo rendere conto.
 La Prussia discrimina pesantemente i cattolici. In Polonia è il regime russo che li reprime. Spagna e Portogallo perseguitano sanguinosamente la Chiesa. In Italia è morto Pio VIII, stroncato - si dice - per le preoccupazioni derivanti dalle rivoluzioni in Belgio e Francia. La Francia stessa e l'Austria si confrontano in Italia, appoggiandosi a sovrani e mestatori locali. I cardinali sono avvertiti di fare in fretta ad eleggere un nuovo Papa perché sta per divampare l'insurrezione. Infatti immediatamente scoppiano i moti di Modena, presto estesi alle regioni vicine, che solo le truppe austriache saranno in grado di fermare.
 Per il ristabilimento dell'ordine i poteri forti dell'Europa (Austria, Russia, Francia, Prussia e Inghilterra) fanno scontare al Papa il loro prezzo. Queste potenze - delle quali tre non cattoliche e tutte autoritarie - cercano di imporre allo Stato pontificio una riforma in senso liberale tramite un Memorandum. Il Papa accetta qualche imposizione, ma si rifiuta di concedere tutti i poteri ai laici come richiesto. Negli anni seguenti i territori pontifici saranno occupati spesso da guarnigioni di uno o dell'altra di queste nazioni e scossi da continue rivolte alimentate dall'esterno.

In questo panorama dove i complotti si succedono alle rivoluzioni giunge il caso del giornale L'Avenir, pubblicato in Francia dall'abbè Lamennais, che assume alcune posizioni liberiste su fede e politica. Su tutto questo Gregorio XVI scrive nel 1832 la sua prima enclica, quella Mirari Vos che esamineremo nei prossimi post.

Una lettera di berlic


Vi Meraviglierete II - L'enciclica

Può meravigliarvi. Sono le prime parole dell'enciclica Mirar i Vos, da cui il suo titolo.
Abbiamo già visto le circostanze in cui è stata redatta. Non è lunga, ma per vostra comodità eccone un riassunto in italiano corrente. Dove fosse poco chiaro e per esempi fate riferimento, come è ovvio, al testo originale.

Mirari Vos

Può meravigliarvi che ancora non abbia scritto encicliche, ma avete visto che razza di attacchi e insolenze abbiamo dovuto sopportare. Siamo stati indulgenti e questo anzichè ammansire ha reso sfrenati i ribelli. Adesso però che l'ordine è stato ristabilito possiamo darci da fare, nonostante i tempi rimangano durissimi. Vedete anche voi: disonesti e sfrontati vanno contro tutto ciò che è sacro, ogni diritto, ogni disciplina. Viene attaccata Roma, la sua autorità; si muove guerra apertamente contro la Fede cattolica, la si vuole assoggettare; si insegnano falsità, si corrompe la gioventù. Nel demolire la Religione la conseguenza è che tutta la società va a rotoli perché ne si minano le basi. La causa di ciò sono in particolare quelle Società che raccolgono il peggio del peggio dei nemici della Chiesa (la Massoneria).

Ma non basta lamentarsi, bisogna battersi perché non l'abbiano vinta. Come Papa spetta a me dare la sveglia e unire nella lotta. Se resteremo uniti nella tradizione non riusciranno a separarci e farci fuori. Questo avviene se i vescovi rimangono uniti a me, se i sacerdoti seguono i loro vescovi. Pensare di poter buttare via quanto la Chiesa ha detto finora per adeguarla alla mentalità corrente vuol dire pensare che la Chiesa sia cosa umana, mentre è divina. Se si tratta di calibrare meglio le cose al limite è il Papa che può farlo, non certo il singolo per suo capriccio.

Per esempio contro il celibato clericale non hanno parlato solo i filosofi, ma anche ecclesiastici senza pudore. Voi, invece, difendete quanto dicono i Canoni.
Nel matrimonio non deve essere introdotto niente che sia contrario alla sua santità o indissolubilità. Essendo sacro, solo seguendo le prescrizioni della Chiesa è possibile conservarlo forte, valido e giusto. Se il matrimonio è fatto solo per assecondare i bollori e senza disciplina e benedizione del Cielo sapete bene che fine fa.

Un'altra sorgente di mali è l'indifferentismo, cioè dire che qualsiasi religione vada bene, basta essere onesti. Non esiste! Come pure non basta essere battezzati se non si è uniti con la Chiesa. Dall'indifferentismo nasce l'idea sbagliata che la libertà di coscienza si debba sempre ammettere e garantire. "Ma qual morte peggiore può darsi all’anima della libertà dell’errore?" esclamava Sant’Agostino. Se si lasciano libere idee sbagliate tutto quanto va in rovina.

Proprio per mettere in circolazione ogni sorta di errore si vorrebbe la libertà di stampa, la licenza di pubblicare ogni cosa. Inondare il pubblico di ogni genere di menzogna, sostenendo che in mezzo ci sono anche opere meritorie...un po' come sostenere che si può fare circolare liberamente del veleno solo perché da qualche parte c'è un antidoto.
La Chiesa invece sostiene che i libri cattivi andrebbero eliminati, anche se c'è qualcuno che gliene nega il diritto.

Alcuni di questi scritti contestano l'autorità dei governi e incitano alla rivolta. State attenti. S.Paolo ammonisce che non vi è potere se non da Dio. Quelli che vogliono le rivoluzioni contro i regnanti vanno contro sia il diritto umano che divino. I primi Cristiani, pur perseguitati, erano comunque fedeli all'Impero, salvo riconoscere il Signore. Avrebbero potuto ribellarsi, scelsero invece il martirio.
Di fronte a questi esempi sono da condannare quelli che, desiderando una libertà senza freni, vogliono sotto la bandiera di questa libertà rendere schiavi i popoli. Non per altro si sono mossi questi pensatori moderni, compiaciuti di essere liberi da tutti e quindi disposti a fare qualsiasi cosa per raggiungere i propri fini.
Non sono diversi quelli che non vorrebbero ci fossero rapporti tra il potere civile e quello religioso. I sostenitori della libertà assoluta temono quella concordia tra Chiesa e Stato che ai due governi ha sempre fatto bene.
A questi si unirono certe associazioni che, anche con l'aiuto di gente di altre religioni, suscitano rivolte e negano l'autorità sostenendo di agire per pietà e attaccamento alla religione, ma con fine ultimo la rivoluzione.

Vi scrivo queste cose, triste ma confidante in Dio, per spronarvi a lottare. Abbiate fiducia in Dio. Ai filosofi e ai teologi dite di fare attenzione a confidare solo nella loro intelligenza. Non basta la sola ragione della nostra debole mente per capire i misteri della Fede.

Per il resto i governanti assecondino queste cose per il bene della Chiesa e dello Stato. L'autorità è conferita loro non solo per governare le cose terrene ma per sostenere la Chiesa. Riflettano su cosa è meglio per ambedue, ponendo la Fede innanzi tutto.
Perché ciò accada preghiamo la Santissima Vergine Maria, la ragione tutta della Nostra speranza; S.Paolo e S.Pietro, perché siate saldi. Confidiamo che Cristo ci consolerà.


Questa l'enciclica. Nei prossimi post ne vedremo, uno per uno, i punti "caldi".

Una lettera di berlic



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Vi meraviglierete III – Libertà come arma contundente

C’è da meravigliarsi come la parola libertà non sia stata bandita dal vocabolario, visto come talvolta è stata usata.

I rivoluzionari francesi l’hanno adoperata come primo elemento della loro trinità. In nome della libertà di culto e di opinione hanno imposto al clero la costituzione civile, cioè la completa sottomissione allo Stato, massacrando quanti non erano d’accordo.  Non si era liberi di non adorare la libertà.

D’altronde il liberalismo è “il rifiuto di accettare una verità o una legge imposta all’uomo dall’esterno“. Il liberale, nella sua accezione originaria ottocentesca, accetta come unica verità quella che si trova da sé, e non esita ad imporla a quanti stanno attorno. Se la mia libertà ha il suo limite nella libertà dell’altro, allora basta eliminare l’altro per rendere la mia libertà illimitata.

E’ in questo senso che l’idea di libertà viene portata avanti da quei circoli massonici che, giunti al massimo del potere all’inizio dell’800, influenzeranno in maniera pesantissima la politica mondiale. “Al 30° grado abbiamo appreso che la Libertà, e in primo luogo la libertà di coscienza con tutti i suoi corollari era il primo obbiettivo del nostro Ordine” si legge nei rituali del Rito Scozzese Antico ed Accettato dei Liberi Massoni.

I “fratelli” sono liberi nel senso che si ritengono sciolti da qualsiasi vincolo o limite, da ogni Dogma o Rivelazione. Sono essi stessi a stabilire quale sia ciò che si deve credere: I princìpi massonici devono divenire “legge effettiva e suprema di tutti li atti di vita individuale, domestica e civile“, specifica all’articolo 3 la Costituente del 1863. La stessa che nell’articolo 8 indica che l’Ordine deve “raccogliere tutti gli uomini liberi in una gran famiglia, la quale debba e possa a poco a poco succedere a tutte le chiese (…) per costruire la vera e sola chiesa dell’umanità“.

E’ quindi ovvio che la Chiesa, che osa dire che la Verità debba precedere la Libertà e che non ha nessuna intenzione di abbandonare Cristo per un Gran Maestro sia il primo nemico da abbattere.

Queste Associazioni segrete di cui la carboneria sarà in Italia il braccio armato sono esattamente ciò a cui si riferisce Gregorio XVI nella Mirari Vos dove parla di quelle Società nelle quali sembra essersi raccolto, come in sozza sentina, quanto v’ha di sacrilego, di abominevole e di empio nelle eresie e nelle sette più scellerate“.

Vedremo nei prossimi post che l’allarme di Gregorio non era affatto campato per aria.

[Modificato da Caterina63 01/12/2011 11:00]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Dalla "Storia Ecclesiastica" di san Giovanni Boscohttp://altocasertano.files.wordpress.com/2011/01/don-bosco3-705223.jpg?w=305&h=400, il santo medesimo riporta un fatto con queste parole:

" Durante la persecuzione alla Chiesa russa, Gregorio XVI non risparmiò sollecitudine per opporre a sì gran male il rimedio che poteva.
Scrisse ai buoni per incoraggiarli; rimproverò i Vescovi del loro tradimento, mandò larghi sussidi a quelli ch'erano stati spogliati. Con apposita allocuzione biasimò la crudeltà e l'ingiustizia di quel governo e dello stesso Zar Nicola.
Quest'Imperatore, avendo fatto un viaggio in Italia, volle per due volte far visita a quest'Uomo, che sebbene inerme, tuttavia col suo sguardo e colla sua parola faceva tremare i più potenti monarchi della terra. Il degno Vicario di Gesù Cristo accolse col dovuto riguardo il formidabile sovrano.
Parlarono a lungo di cose spettanti alla religione. Nocolò ammirò la sapienza e la virtù del Pontefice, ma voleva scusarsi adducendo, che motivi politici, lo avevano spinto alle gravi deliberazioni contro ai cattolici.
Il Pontefice con aria di maestà disse:
- Principe, la politica è fatta pel tempo, la religione per l'eternità!
Verrà il giorno in cui entrambi ci presenteremo a Dio per renderGli conto delle nostro opere. Io, perchè assai più innanzi negli anni, sarò certamente il primo; ma non oserei sostenere gli sguardi del mio Giudice se non pigliassi oggi la difesda della religione che mi venne confidata e che voi opprimete.
Principe, Dio ha creato i re perchè siano i padri, e non i tiranni dei popoli che loro obbediscono.
A menar troppo sul popolo, si finisce per perdere regno e corona! -

All'udir queste parole, esse suonarono tremende all'orecchio e al cuore di Nicola. Se ne partì dalla presenza del Pontefice, turbato, ma pur commosso fino alle lagrime. Promise di accordare la libertà ai cattolici, di far loro professare la propria religione, e di mantenere le relazioni di amicizia con la Santa Sede. Fece di più, iniziò un Concordato con Roma, per mezzo del quale erano ristabiliti parecchi vescovadi con libera giurisdizione.
La morte di Papa Gregorio XVI, avvenuta nel 1° giugno 1846, interruppe quelle trattative che vennero poi condotte a felice compimento dal regnante Pio IX.
Ma in breve si riaccese l'odio che la Russia ha sempre nutrito contro la Fede Cattolica".

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[SM=g1740771]

Vi meraviglierete VI – Del tutto indifferente?


Potrà meravigliarvi, ma non tutte le religioni sono uguali.
C’è una teoria filosofica che afferma invece proprio questo. Che tutte le religioni sono vere, ovvero nessuna è vera. Che Dio guarda solo alla sincerità delle intenzioni e che tutti possono servirlo rimanendo nella religione in cui sono stati educati o cambiandola a piacimento con qualsiasi altra (così, ad esempio, sostiene Rousseau nel suo Émile).
Questa teoria si chiama indifferentismo, ed è il nonno del relativismo, il relativismo per chi ancora pensa che Dio ci sia.

Se non c’è certezza su cosa Dio voglia realmente, se non ce lo dice esplicitamente che ne sappiamo noi? E quindi tanto vale prendere il primo metodo che ci capita. O quello che ci sembra meglio: tanto, se Dio non si scomoda, perché dovremmo noi?

Così, in prima battuta, potrebbe sembrare ragionevole. Ma poi, pensandoci meglio…
A Dio fa ugualmente piacere il buddista che nega la sua esistenza e il maya che estrae il cuore a diecimila schiavi? Se sacrifico una vittima a Kali o Wotan sono altrettanto in grazia che se contemplo il sacramento in una Chiesa cattolica? Un pochetto questo pare strano. Perché se fosse vero vorrebbe dire che qualsiasi comportamento, compreso quello che ci sembra più ripugnante, è indifferente. Se ne deduce che uno potrebbe fare da sé la propria religione, secondo quello che ritiene più opportuno. Perché seguire quelle barbe di preti, santoni, sacerdoti?

In definitiva l’indifferentismo è dire: faccio quello che voglio, il mio dio lo faccio da me.

Le religioni sono il tentativo umano di trovare la strada verso Dio. I loro fondatori hanno, spesso sinceramente, cercato con le loro forze di trovare una soluzione a questo infinito che percepiamo fuori di noi. Una sola volta, però, c’è stato un uomo che ha detto non “fate questo e arriverete a Dio”, ma “Io sono Dio”. “Io sono la via, la verità e la vita”.
Se quell’uomo-Dio ha detto il vero allora non esiste più indifferentismo, perché Dio ha parlato, ha indicato lui la vera strada. E’ per questo che Gregorio nella “Mirari Vos” condanna l’indifferentismo, perché le altre strade, quando quella giusta è indicata, sono tutte false piste che portano nel buio.

E se pensate che a Dio faccia comunque piacere essere adorato secondo modi così differenti, pensate a questo: se vostro figlio vi regalasse un collage, fatto da lui con amore, e poi vi accorgeste che per costruirlo ha ritagliato i vostri documenti, le insostituibili foto di famiglia e i quadri d’autore che avevate alle pareti, cosa fareste?

 

 



[SM=g1740771]

Vi Meraviglierete VII – La potenza della parola

Vi siete meravigliati di quello che abbiamo detto finora? Qualcuno potrà anche essersi stufato di questa serie di post: non è immediato capire cosa possa avere a che fare con la nostra vita di oggi, con tutti i problemi e i drammi che ci assillano ogni giorno una discussione su una enciclica nota a pochi, risalente a quasi duecento anni fa, redatta con un linguaggio che ci appare ostico e duro.

Eppure il suo contenuto è decisivo ancora oggi. Anzi, forse oggi più di allora. Quando è stata scritta molto di quello che sosteneva erano ammonimenti sulle conseguenze di prendere certe strade. Oggi possiamo vedere cosa è successo quando quelle strade si sono prese, percorrendole fino alla loro destinazione.

Il caso, ad esempio, della libertà di stampa. La Mirari Vos ammonisce che, come è sbagliato asserire che la menzogna abbia lo stesso diritto di cittadinanza della verità, così anche affermare che possa essere pubblicata ogni menzogna, ogni errore e non possa esserci su questo nessun limite è sbagliato e dannoso.

Ah, la libertà di stampa. Negli anni in cui Gregorio scrive l’Italia è letteralmente inondata di opuscoli da parte di “società bibliche” inglesi ed americane. Chi voglia farsi un’idea dell’incredibile quantità e numero può provare a consultare le biblioteche. E’ la prosecuzione di quella tecnica di cui l’Inghilterra elisabettiana è stata l’ideatrice e la prima realizzatrice, e ci ha “donato” la Leggenda Nera: l’insieme di tutte quelle palle anticattoliche che ancora adesso troviamo persino sui libri di testo.
Inondare di libelli il “nemico”; mettere in dubbio, diffamare, ideare e diffondere ogni sorta di menzogna che possa indebolire l’avversario. Queste sono le tecniche.

Probabilmente la Rivoluzione Francese non sarebbe mai avvenuta senza i pamphlet che hanno creato di Luigi e Maria Antonietta un’immagine negativa molto oltre i loro effettivi demeriti; e senza la straripante editoria del regno sabaudo e dei suoi alleati liberali anche l’immagine che abbiamo del Risorgimento sarebbe alquanto diversa e forse più vicina alla realtà.

Non è un caso se al gaudente e annoiato “spurcaciùn” Massimo D’Azeglio, arruolato dalla massoneria per “fare” l’Italia, per prima cosa viene chiesta pubblicistica contro lo Stato della Chiesa. E costui, che nel 1844 sosteneva essere la penisola il paese più libero del mondo, dove “qual è l’opinione, l’idea, il pensiero che non si possa dire o stampare oggi in Italia, e sul quale non si possa discutere e deliberare? (..) basta andare d’accordo con il codice civile e criminale; del resto potete a piacimento radunarvi, mettere fuori teorie politiche, teologiche, sociali, artistiche, letterarie (…); chi vi dice niente?” – costui, dicevamo, comincia a sfornare libelli diffusi capillarmente in decine di migliaia di copie sull’oscurantismo dello Stato della Chiesa…

Oggi appare impensabile qualsiasi tentativo di limitare questa “libertà di stampa”. Con la comunicazione digitale un testo può essere diffuso e copiato istantaneamente. Ma siamo veramente più liberi? Se possiamo scegliere tra mille versioni errate, ma ci manca quella giusta, cosa serve questa nostra libertà? Come facciamo a separare chi ci mente con malizia da chi cerca solo il bene? Come proteggiamo chi è troppo debole per farlo da solo?

Potreste anche dire: non con il proibire. E va bene: ma non sarebbe una risposta. Non sarebbe una risposta.

Pubblicato in Vi meraviglierete


[Modificato da Caterina63 04/01/2012 15:41]
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