A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Brevi e sagge riflessioni sul CREDO da parte di Berlicche

Ultimo Aggiornamento: 26/11/2011 12:05
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
26/11/2011 11:44
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Il terzo giorno è resuscitato

 

Premessa
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo signore, Gesu` Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori` e fu sepolto. Il terzo giorno e` risuscitato, secondo le Scritture, e` salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verra`, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati, Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen

Ai tempi di Gesù non c'erano gli elettrocardiogrammi, gli encefalogrammi e tutti gli altri armamentari che dovrebbero dirci se un morto è veramente tale.
Questa è la ragione per cui un morto era considerato sul serio morto, legalmente morto, e non in stato di morte apparente, dopo un giorno intero nella tomba.
Questa è una ragione per cui lui vi rimane tre giorni. Perchè non vi siano dubbi.

E' venerdì sera, dicevamo. Gesù viene deposto dalla croce, il corpo sommariamente cosparso di aromi, avvolto in un sudario. Quindi viene deposto in un sepolcro scavato nella roccia. Davanti all'ingresso viene fatto rotolare una grande pietra, e per misura prudenziale i Sommi sacerdoti fanno sigillare l'apertura e mettono guardie armate davanti.

Ma le precauzioni non bastano. Domenica mattina, Gesù è visto aggirarsi nei pressi del suo sepolcro da alcune donne. I due discepoli preferiti dal Maestro, Pietro e Giovanni, corsi a sincerarsi dell’accaduto, trovano le guardie fuggite (cos'hanno visto, in realtà?), la pietra (molto pesante) rotolata via.
Dentro, il sudario "ripiegato". Secondo le ricostruzioni lessicali moderne la traduzione corrente è imprecisa: probailmente la frase originale ha il senso di "ancora legato ma svuotato", come se il suo contenuto fosse scomparso. E il Vangelo di uno dei due, Giovanni, annota che lui stesso notando questo "vide e credette".
Perchè non aveva ancora capito. Non ci credevano. Tanto era incredibile, assurdo e incredibile.
Un morto che torna in vita.

E ora il sepolcro è vuoto. Non può darsi che il corpo sia stato trafugato?
Però, da chi?

La tomba era presidiata dalle guardie. Per gente estranea ai fatti non avrebbe avuto senso correre il rischio.
I nemici di Gesù avevano tutto l’interesse che il sepolcro rimanesse intatto, e lui morto.
I discepoli, allora?
Ma quali discepoli?
Quelli che non hanno avuto il coraggio di difenderlo? Quelli che sono scappati a gambe levate? Quelli che non hanno nemmeno osato assistere da vicino alla sua agonia? Che non avevano ancora capito niente? Che neanche dopo ci credono, vedi Tommaso?
Se volevano mettere su un qualche tipo di impostura, c’erano strade meno rischiose. E, ammettendo che l’abbiano fatto: voi morireste (come hanno fatto i discepoli) per un’impostura che voi stessi avete fabbricato?

Quella di Gesù non è una reincarnazione. La reincarnazione è rinascere in un corpo nuovo, riciclando la stessa anima. E’ una dottrina contraria al cristianesimo, completamente contraria.
Il corpo di Gesù è lo stesso che ha subito la tortura e la croce. Infatti Tommaso può mettere le mani nelle piaghe.
Non è neanche un fantasma. Alcuni dei discepoli lo credevano, e lui per smentirli mangia davanti a loro del pesce. E’ un corpo solido, anche se evidentemente con poteri speciali (tant’è vero che entra nelle case senza aprire le porte, e sparisce a volontà).

Nessuno dei discepoli è pazzo o credulone. Anzi, tutta gente concreta: pescatori, agenti delle tasse. Conoscete qualcuno di più concreto di un agente delle tasse? Ma tutti, ad un certo punto, concordemente, devono ammettere: è Gesù.

E’ morto, per tre giorni è morto. Ed ora è tra loro. Non esistesse niente oltre la morte non ci sarebbe stato un luogo da dove tornare.

Dice S.Paolo: "se Cristo non è risorto, è vana la nostra fede". Perchè allora il cristianesimo sarebbe un mucchio di palle.
Ma se la risurrezione è vera, questo ci dice che non finisce tutto con la morte, ma con la vita; che non siamo pulviscolo insignificante, ma che Dio, il Creatore, si è veramente scomodato per noi.

C'è un'altra ragione, oltre a quella data all'inizio,  per cui Gesù resta tre giorni nella tomba. Il sabato è il giorno del riposo di Dio, il giorno in cui Dio non opera. Il giorno in cui Dio è morto, e silenzioso. E l'uomo si rincantuccia, incerto del domani. 
La Domenica Dio ritorna: parla, e dice: sarò sempre con voi.




secondo le Scritture

 


Ai tempi di Gesù vi era una enorme attesa di un Messia, di un qualcuno che avrebbe riportato un'età dell'oro sulla terra. Questa attesa era dovuta ad una serie di profezie che indicavano proprio per quel tempo l'avvento di questo uomo straordinario. L'attesa non era limitata alla sola Palestina: anche nel mondo romano vi erano echi di ciò. False o meno le profezie attribuite alle varie Sibille, ne fa testimonianza la famosa IV ecloga di Virgilio di cui è veramente difficile non stupirsi. Gli stessi Magi partono in seguito al verificarsi di particolari segni da loro attesi.
Tutta la vita di Gesù, dalla nascita alla morte alla resurrezione è tracciata in anticipo nelle Scritture. Il senso delle quali sarà illustrato da Gesù stesso risorto ai due discepoli di Emmaus. "Non ci bruciava forse il cuore in petto mentre lo sentivamo parlare?"

Cosa ci dice questo? Che l'avvenimento di Cristo non si può separare dalle sue radici, dal popolo ebraico e dalla sua storia. Sebbene il Dio dell'Antico Testamento appaia talvolta eccessivamente duro alle nostre sensibilità, comunque è lo stesso che Gesù chiama Padre. Gesù viene a completare, a portare a compimento, quello che era stato iniziato.
Ci dice ancora che gli avvenimenti della storia non sono casuali. Esiste qualcosa che è al di fuori del tempo, al di sopra del tempo, che conosce quello che sarà delle nostre scelte. E che si è mosso per tempo per indicarci - nonostante la nostra pigrizia, i nostri limiti, i nostri difetti, o forse proprio a causa di quelli - la strada della salvezza, Gesù stesso.

Tutta la Sacra Scrittura è un Verbo unico a fine dei conti: tante parole in tanti libri, migliaia di parole bibliche tutte quelle parole si riconducono al Verbo fatto carne, il Verbum abbreviatum che è la sintesi della Scrittura, la sintesi di tutto ciò che Dio voleva dire agli uomini. (Ignace de la Potterie)



E' salito al cielo, siede alla destra del Padre

 


Sono ormai passati quaranta giorni dalla Pasqua. Gli apostoli sono rassicurati dalla presenza continua di Gesù con loro. Ma sanno, gli è stato detto, che questa singolare vita post-mortem, questa permanenza del Risorto con loro non durerà a lungo. Gesù deve "sedersi alla destra del Padre".

Sedere alla destra di qualcuno, nell'antico linguaggio, vuole dire essere nel posto d'onore, essere almeno allo stesso livello. Questo significa che Gesù condivide la divinità del Padre. E, sotto i loro occhi, Gesù sale al cielo fino a sparire tra le nubi. Gli apostoli sono lì a guardare il cielo come allocchi - non è che noi faremmo diversamente, ad ogni buon conto - quando vengono cazziati da due personaggi che sono evidentemente degli angeli, messaggeri divini. Che dicono loro, sostanzialmente: "Che state a fare? Se ne è andato, ma tornerà. Adesso tocca a voi."

E già, adesso tocca a noi. La presenza fisica del Figlio non c'è più: la presenza più discreta ma altrettanto fisica dello Spirito Santo è il modo in cui Dio si fa presente.
Qualcuno potrebbe dire: "Ma non poteva rimanere?"
No, non poteva. O meglio: non voleva. Così come non ha voluto rendersi evidente e visibile, irrefutabilmente, a tutti gli uomini del mondo. Come non ha voluto scendere dalla croce, rendendo inevitabile il credere e inutile la presenza degli apostoli.
Occorreva che se andasse. Occorreva che ci lasciasse a correre sulle nostre gambe, così come una madre ad un certo punto della vita del suo bambino deve imparare a nascondere la sua ingombrante presenza.

Ha confermato Pietro, ponendolo a capo della sua Chiesa: non perchè fosse il più furbo o il più intelligente o il più saggio o il più colto, ma perchè era quello che lo amava di più. Ha lasciato a lui il compito di confermare gli altri, cosa che Pietro e i suoi successori stanno facendo da duemila anni. Ha fatto tutto quello che doveva fare. E poi è salito a quel cielo che è sempre sopra di noi. Da quell'istante in avanti, il gioco è tutto nelle mani dell'Uomo e della sua libertà.


E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti

 


Essere giudicati non fa mai piacere, neanche nella certezza di essere innocenti. Noi vorremmo essere i soli a decidere del nostro destino, non vorremmo che un giudice per quanto giusto potesse immischiarsi con le nostre scelte, tanto siamo orgogliosi che siano giuste, tanto siamo consci che sono sbagliate.

Ma il Giudice che ci giudicherà in questo caso è il più Giusto immaginabile, anzi, la Giustizia personificata. E in ballo ci sarà ogni singolo istante della nostra vita, ogni decisione anche minima, ogni sguardo, ogni pensiero.
Il Giudizio sarà deciso da noi stessi con ogni atto che stiamo compiendo o non compiendo.

Quantus tremor est futurus,
quando judex est venturus,
cuncta stricte discussurus.
"Quanto si tremerà
quando arriverà il giudice
che discuterà ogni cosa nei particolari!"

dice la sequenza del Dies Irae . Quel giorno saremo tutti colpevoli. Non c'è uomo che possa dirsi esente da colpa senza mentire.
Quel giorno ogni persona a cui abbiamo fatto male ce ne chiederà conto. Di ogni volta in cui abbiamo usato male il nostro tempo, ci sarà chiesto conto. Di ogni cattiveria pensata o detta, ci verrà chiesto conto.
Ogni minuscola cazzata, ogni "vabbè fa lo stesso", ogni furbizia, ogni sotterfugio, ogni menzogna agli altri e a noi stessi sarà visibile. E non ci saranno giustificazioni. Si vedrà chi, o cosa, abbiamo realmente amato.

Una sola cosa ci conforta: sapere che il giudice non è solo giusto, ma misericordioso:

Ricordati, o Gesù pietoso,
che sono il motivo della tua venuta,
non perdermi, quel giorno.
Ti sedesti stanco di cercarmi,
mi hai salvato morendo in croce;
fa' che tanta fatica non sia inutile.  (dal Dies Irae)

Sì, quel giudice è un Dio che si è fatto uomo, immischiandosi, patendo, soffrendo ed alla fine morendo in modo atroce. Sarà Lui stesso che tornerà, non sappiamo quando: e tutto sarà reso evidente.
Il Giudice che avremo, il solo giudice che ha il diritto di giudicarci, è colui che è sceso dallo scranno ed ha preso su di sè i nostri peccati. Perchè fossimo salvati.

Poi finirà la gran scena del mondo: ogni vita mortale avrà fine, e Dio metterà le sedie sui tavoli e spegnerà le luci. Per poi accenderne di nuove. E  avremo una nuova vita, per sempre.

giudizio



CLICCANDO QUI, troverete l'Omelia che parla della morte e del Giudizio particolare ed universale....

E il suo regno non avrà fine

 


Il desiderio di ogni uomo è vivere per sempre. Non riusciamo a concepire la nostra mortalità. Non riusciamo a concepire neanche la mortalità altrui, di quelli che ci sono cari e che abbiamo conosciuto intimamente. Di tanto in tanto ci pare di scorgerli, anche se sappiamo che da anni non sono più tra i viventi. La morte, anche quando ne abbiamo vista tanta, rimane sempre come dietro l'angolo della nostra consapevolezza vera. E ci rifiutiamo, ci rifiutiamo totalmente di concepire un universo dove noi non ci siamo più.

I casi sono due: o la nostra è solamente una ilusione, e veramente tutto finisce nell'istante in cui i nostri occhi si spengono, o la nostra esistenza in qualche maniera continua. E se continua non può non continuare per l'eternità.

Se la prima ipotesi è vera, allora dovremmo trarre il meglio da ogni ogni esperienza terrena, infischiandocene degli altri e della loro libertà. Se veramente abbiamo solo una vita, e siamo come minuscole incrostazioni di fango su un remoto pianeta della più insignificante periferia dell'Universo, allora non ha senso la letteratura, il bello, l'amore, la vita, che svanirà dopo un attimo nella polvere dei millenni. Non saremo ricordati, e ogni sforzo da noi fatto perirà con noi, o poco dopo. Ogni regno umano è destinato a perire, e i nomi persino dei loro re ad essere dimenticati.
Tua madre non è che un pezzo di terra, il tuo amore anche, i tuoi figli anche loro si corromperanno in un affannarsi privo di significato.

La Chiesa ci dice qualcosa di diverso. Ci dice che ci sarà un Regno eterno nel quale la Bellezza, la Giustizia, la Verità, tutto ciò che ci attira e ci piace in questo vivere attuale avrà dimora stabile e duratura. Un Regno senza fine fatto non di nuvolette rosa e di arpe, ma di un concreto vivere in una gioia di cui adesso possiamo tuttalpiù cogliere in sprazzi fugaci la remota luce.  No, non ce lo immaginiamo neanche perchè siamo schiavi del peccato, della nostra carnale insufficienza a capire una parola come senza fine. Senza fine, come l'amore di Dio che, quello sì, è destinato a durare per sempre.



[SM=g1740771]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:55. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com